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sabato 1 giugno 2013

FAST & FURIOUS 6 1 SCHIFEZZA




Fast & Furious 6
(USA 2013)
Regia: Justin Lin
Sceneggiatura: Chris Morgan
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Dwayne Johnson, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Elsa Pataky, Ludacris, Tyrese Gibson, Sung Kang, Gal Gadot, Luke Evans, Gina Carano, Clara Paget, Kim Kold, Johannes Taslim, Shea Whigham, Rita Ora, Jason Statham
Genere: tamarro buonista
Se ti piace guarda anche: gli altri Fast & Furious

Auto veloci, soldi, criminali, tamarri gonfiati, muscoli, figa…
Solo io trovo tutto ciò, a parte l’ultima cosa, molto ma molto noioso?
Sììììììììììììììì

Considerati gli incassi stellari in tutto il mondo di Fast & Furious 6 direi proprio di
Sììììììììììììììììììììììììììì

Quando uno è tamarro, non ce la fa proprio a guidare come una persona normale.
Che poi questo film è pieno più che altro soltanto di tamarri gonfiati. Le auto nella saga di Fast & Furious ormai hanno un ruolo sempre più marginale e inoltre non è che il film sia poi così pieno di figa: Elsa Pataky e Jordana Brewster si vedono appena, Gina Carano è sexy quanto Kim Kardashian incinta ovvero zero e Michelle Rodriguez più che una donna è un uomo fatto e finito. A spiccare allora è tale Gal Gadot che però gli autori non sembrano amare particolarmente, e non aggiungo altro per evitare spoileroni su questa sorprendente pellicola…
Nonostante questo, alla ggente Fast & Furious gli piace. Gli piace assai. Uh, quanto gli piace. E più vanno avanti con gli episodi e più a me fa schifo e più alla ggente gli piace. D’altra parte la ggente si è annoiata con Il grande Gatsby. Io invece all’ennesimo inseguimento della durata di almeno mezz’ora di F&F 6 rischiavo non solo di addormentarmi, ma quasi di riposare in pace per sempre.

E pensare che il primo Fast and Furious a me non era nemmeno dispiaciuto, all’epoca d’uscita, anno di (dis)grazia 2001. Era una pellicola che aveva scomodato paragoni un attimo impegnativi persino con Point Break e Gioventù bruciata. Da Point Break scopiazzava la trama, con un agente della polizia infiltrato in una banda di criminali, solo con la testa in fissa per le auto tamarrate e truccate con il NOS anziché per il surf. Per il resto storia uguale, ma un adattamento perfetto per la Need for Speed & Grand Theft Auto Generation. I riferimenti a Gioventù bruciata, assai più leggeri, riguardavano più che altro le corse clandestine e spericolate, ma vabbè, se non altro in quell'episodio si respirava ancora un minimo l'aria della trasgressione.

Una scena di Settimo Cielo Fast & Furious 6
Non che ci trovassimo di fronte a un capolavoro cinematografico, però il primo capitolo resta un cult della tamarraggine a quattro ruote. Tutto questo, ahimé, è solo un lontano ricordo. La saga di Fast & Furious si è ormai trasformata in un Jersey Shore in versione action, ma senza nemmeno il valore sociologico che il reality di Mtv a suo modo aveva. In alternativa, si può considerare anche un Twilight con dei tamarri buonisti al posto dei vampiri buonisti. O, peggio ancora, è diventato il Settimo Cielo delle pellicole d'azione. Una serie rassicurante, famigliare, con le auto al posto della chiesa. Non si può più manco considerare una buona tamarrata, ma solo una tamarrata piena di buoni sentimenti. Una pellicola in cui il valore assoluto è la famigghia, manco fossimo nel Padrino. Famigghia e criminalità, il film perfetto per la Corona Generation. Corona intesa come birra onnipresente nella pellicola grazie a un costoso product placement e Corona intesa come Fabbbrizio Corona, il Dom Toretto de ‘noantri.

"Gliel'ho detto anch'io a Vin che è fuori a preferire me a Elsa Pataky..."
Il personaggio che con gli anni ha perso più fascino è proprio lui, Vin Diesel alias Dominic Toretto. All’inizio su schermo aveva una carica fisica quasi da Marlon Brando in versione Playstation, adesso s’è trasformato nella caricatura di un action hero. La scena in cui Vin afferra Michelle Rodriguez al volo (letteralmente al volo) è una roba di un’assurdità che manco in un film con Will Smith s’era mai osato tanto. Posso solo immaginare quanto Willy abbia rosicato nel vederla. E forse pure Superman.
La cosa più nonsense della pellicola non è comunque questa, ma il fatto che Vin Diesel preferisca Michelle Rodriguez a quella patatona di Elsa Pataky. Cos’è? Siamo improvvisamente finiti in un film di Buñuel o in uno di Zulawski?
Con un Vin Diesel che ormai ha perso sempre più velocità, e non credo il caro carburante abbia influito più di tanto in questo, a rimediare ci pensa allora il resto del cast.
Ehm, come non detto…
Vedere il wrestler The Rock e la lottatrice di arti marziali Gina Carano recitare è come vedere Al Pacino e Meryl Streep. Al Pacino e Meryl Streep su un ring. Immagino non sia un gran bello spettacolo.

The Rock e Gina Carano. Alle loro spalle, i resti della casa di Cannibal Kid.
Quanto alla regia di Justin Lin, il suo punto di riferimento principale sembra essere il cinema di Michael Bay. Esplosioni, scazzottate come se fossimo in un film di Bud Spencer e Terence Hill, scontri epici (almeno nelle intenzioni) e inseguimenti interminabili in una sprecatissima Londra non solo tra auto ma persino tra carri armati! Perché alla ggente gli piacciono i carri armati. Più che due ore di intrattenimento, a me sono sembrate due ore di vuoto esistenziale. Oltre che una noia micidiale.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora composta dal peggior hip-hop commerciale che poi uno dice: “A me l’hip-hop fa schifo”. Te credo, sta roba sta all’hip-hop così come i Negramaro stanno al rock alternativo o Bob Sinclar sta alla musica elettronica. O come Fast & Furious 6 sta al cinema.
Ma pazienza, alla ggente gli piace così.
(voto 4/10)



sabato 13 agosto 2011

Giallo, rosso e argentone

Director: Dario Argento. Are we sure?
Giallo/Argento
(Italia, USA 2009)
Regia: Dario Argento
Cast: Adrien Brody, Byron Deidra, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky, Valentina Izumi, Taiyo Yamanouchi
Genere: giallo?
Se ti piace guarda anche: un altro Dario Argento qualsiasi, che sarà di certo migliore di questo

Mizzega, un nuovo film di Dario Argento! Nuovo poi relativamente, visto che era già stato lanciato in DVD e da un po’ quei soliti geni della distribuzione cinematografica italiana (ma chiiii sono veramente?) hanno deciso di piazzarlo pure nelle sale. Con un interesse del pubblico pari a zero. Giusto così, anche perché dell’Argento vecchio stampo è sì rimasto qualcosa, ma giusto un’ombra. E nemmeno un’ombra così paurosa e inquietante come sarebbe lecito aspettarsi da quest’uomo. Nella prima parte si intravede il tocco del Maestro, tra atmosfere glamour e una Torino a fare da cornice affascinante a una vicenda che però ben presto si rivelerà poco affascinante. Pochi minuti dopo però si capisce che era solo un’impressione erronea…

"Ma che stamo 'ah fà?"
La storia: un taxista pazzo sequestra una serie di belle donzelle straniere sul suo mezzo, per poi portarle nel suo appartamentino molto carino (ooooooh!), torturarle un po’ per qualche giorno per il suo piacere sessuale e poi ammazzarle. Una persona a modo, normale insomma, se non fosse per un certo particolare: è giallo. Nel senso che ha il volto giallo. Sì, esatto, questo è il modo migliore che Dario Argento ha trovato per giocare con il genere “giallo”. Tristezza. Ma ciò che fa ancora più tristezza è proprio questo serial killer, uno dei pazzi più involontariamente ridicoli mai visti in un thriller e interpretato da tale Byron Deidra. Chi è? Se risolvete l’anagramma avrete la soluzione…
Esatto: Adrien Brody! (Vedo che sulle spiagge vi state allenando con la settimana enigmistica. Bravi, bravi…)
Proprio lui, il premio Oscar Adrien Brody. Poteva cadere più in basso?

Certo, anche il resto del cast non si segnala per tutto l’impegno del mondo. Una sempre magnifica Emmanuelle Seigner vaga qua e là per Torino spersa come una turista appena arrivata a Porta Nuova e sembra cercare costantemente suo marito Roman Polanski che la tiri fuori da questo film per portarla in uno dei suoi bei thrilleroni. Ma lui nel periodo delle riprese era forse ai domiciliari? In ogni caso Polanski non arriva e anche Argento non sarebbe male, quello di una volta si intende, peccato che il suo tocco si veda giusto in qualche ripresa e poi neanche. Comunuque capita che la sorellina modella della Seigner, quella gran patatona di Elsa Pataky, venga rapita dal pazzo giallo di cui (purtroppo) vi ho detto sopra, e allora la Seigner si rivolgerà a un detective solitario e misterioso per ritrovarla. Il detective è interpretato dallo stesso Adrien Brody che stavolta non ha trucchi da mostro di sorta, però fuma una sigaretta via l’altra, superando persino il record mondiale del Don Draper di Mad Men. Unico pregio del film.
Il problema di tutto il resto invece è che non c’è tensione, non c’è mistero, non c’è suspense. E quindi “giallo”, ma dove? A me il primo colore che viene in mente piuttosto è il marrone…
(voto 4)

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