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mercoledì 20 novembre 2013

PER ELYSIUM




Elysium
(USA 2013)
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Brago, Diego Luna, Wagner Moura, William Fichtner, Carly Pope
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Atto di forza, District 9, Io, Robot, Almost Human

Hollywood fotte tutti. Non c’è niente da fare. Puoi essere il giovane regista di migliori speranze del mondo, arrivare sulle colline di L.A. con i propositi più limpidi, la voglia di cambiare il sistema dall'interno, ma non c’è niente da fare. Hollywood ti fotte, inevitabilmente.
Neill Blomkamp è un regista sudafricano di 34 anni che aveva esordito nel 2009 a soli 30 con il sorprendente District 9, una pellicola fenomenale, innovativa, originale che io avevo venduto all’epoca come il futuro della fantascienza, alla faccia di tutti gli Avatar che imperversavano all’epoca. Nonostante quanto dirò a proposito del suo nuovo Elysium, non avevo torto. Con quel suo miscuglio di sci-fi, azione, mockumentary e quant’altro, District 9 rappresentava qualcosa di nuovo, di fresco, che ha poi influenzato parecchia cinematografia recente, da Monsters a Chronicle e che a oggi rappresenta, secondo me, la cosa migliore successa al cinema di fantascienza degli ultimi anni.
Dopo un esordio tanto fortunato, apprezzato dalla critica ma in grado di generare anche incassi notevoli nonostante il budget low-budget, Blompkamp è stato arruolato dall’Hollywood camp, per giocare nella major league, con un sacco di dollari a disposizione, dai $30 milioni di District 9 ai $115 milioni per questo nuovo progetto, Elysium, oltre a un cast che può vantare due pezzi grossi come Matt Damon e Jodie Foster.
Jodie Foster nei panni dell’autoritaria e stronzetta politica Mara Carfagna style ci sta alla grande. Niente da dire su questo.
Sulla scelta di Matt Damon invece c’è parecchio da discutere. E allora apriamo il capitolo Matt Damon.

"E tu chi ti credi di essere? Tu non sei del barrio!"
"Perché? Tu sì, Matt Damon???"
CAPITOLO MATT DAMON
Il protagonista di Elysium si chiama Max Da Costa e dovrebbe essere un giovane latino americano che vive nel barrio di Los Angeles.
Allora: Matt Damon ha 43 anni. È uno splendido quarantenne, i suoi anni li porta benissimo, per carità, però perché continuano a dargli la parte del ragazzino? Non è un attore nuovo. È in circolazione da un sacco. Il pubblico lo sa benissimo che non è più un teenager. Eppure era già successo in Dietro i candelabri, dove aveva la parte del giovinetto amante di Liberace/Michael Douglas, e qui capita di nuovo. Peeerché?
Sulla questione età comunque si può ancora chiudere un occhio. L’altra questione è che il protagonista si chiama Max Da Costa, il suo BFF è Diego Luna, vive in un quartiere di soli latino americani e quindi in teoria avrebbero dovuto prendere un attore latino o se non altro vagamente latineggiante. Che c’azzecca il biondo con gli occhi azzurri from Massachusetts Matt Damon con codesto Max Da Costa?
A questo punto, non so, perché non chiamare Clint Eastwood per interpretarlo?
Se sulla questione età si può chiudere un occhio, su questa gli occhi bisogna chiuderli tutti e due. Vabbè che Matt Damon l’hanno rasato per non far vedere che è biondo, ma diciamo che chi ha fatto il casting doveva essere matto per prendere Matt.
O probabilmente no. Il punto è che Hollywood fotte tutti. E Neill Blomkamp, se voleva realizzare un film ad alto budget, doveva per forza avere come protagonista una superstar. Visto che di star latine maschili al momento Hollywood non ne sfoggia tante, Antonio Banderas ormai è in fase calante, hanno dovuto accettare chi si è proposto, ovvero il pallido Matt Damon.
FINE DEL CAPITOLO MATT DAMON

"Come sarebbe a dire che non avete dischi di Daddy Yankee o degli Aventura?
Io, da bravo latino americano quale sono, ascolto solo quella musica de mierda!"
Matt Damon quindi come protagonista non funziona. Per niente. Anche perché avrà fatto pure la saga dello smemorato Jason Bourne, ma per me con il genere action non c’azzecca manco per sbaglio. Cannare totalmente il protagonista è un bel problema, però non è nemmeno l’unico del film. Passiamo a vedere la trama, una trama classica e già sentita per un film di fantascienza, comunque non priva di potenziale.

Nel 2154, la Terra è un posto sovrappopolatissimo e degradato. I ricconi del pianeta hanno allora deciso di espatriare su una stazione orbitante di lusso, Elysium. Laddove la Terra è una bettolaccia, Elysium è un hotel a 5 stelle. Tutte le persone più potenti, facoltose e importanti sono andate lì. Ci sono ad esempio Bill Gates, Paris Hilton, Oprah Winfrey, Lapo Elkann, Silvio Berlusconi che ha 118 anni ed è ancora vivo e parrucchinato. Gente così, che se la spassa in questa specie di Paradiso spaziale, mentre i poveracci stanno giù nell’Inferno terrestre.
Tra loro c’è come detto il giovane latino americano Max Da Costa alias il credibilissimo Matt Damon che un giorno, nella fabbrica in cui lavora, ha un incidente e viene esposto a delle radiazioni mortali. Gli restano solo 5 giorni di vita e l’unico modo per potersi salvare è andare su Elysium, dove c’è una cura per tutto e il “problema radiazioni” sarebbe facilmente risolto. Qui entra però in gioco il “problema espatrio”, visto che, come potete facilmente immaginare, raggiungere Elysium non è una cosa semplice. È un po’ come raggiungere Lampedusa senza morire in mare.

"Voglio andare su Elysium a tutti i costi.
Mi hanno detto che ci sono un sacco di altri latini ricchi come me
e Miguel Bosé. E forse c'è pure J. Lo..."
In cambio di un biglietto di sola andata per Elysium, Max accetta così una missione molto rischiosa, ovvero rubare dei dati nel cervello di un riccone che si trova sulla Terra. Per portarla a termine, viene trasformato in un ibrido umano-robotico cazzutissimo. Se la prima parte del film poteva ricordare certe pellicole sci-fi che andavano qualche decennio fa, come Atto di forza o Starship Troopers, a questo punto il film si trasforma nel solito action-supereroistico di oggi. In pratica, ‘nammerda.
Gli spunti sociali, politici e socio-politici presenti all’inizio, come lo scontro Ricchi VS Poveri, non vengono minimamente sviluppati ed Elysium diventa una pellicola fracassona, tutta effetti speciali e zero idee originali. Combattimenti, esplosioni, Matt Damon che fa il figo… Qualcuno si divertirà, per me è solo noia, noia, noia. Lo stile visivo di Neill Blompkamp, che nelle prime scene rimandava alla sua precedente hit District 9, si appiattisce e diventa anonimo. Si annulla del tutto. Era inevitabile. È così che vanno le cose, a Hollywood.
Prima di lui è successo a tanti altri, soprattutto in ambito fantascientifico, genere dove il budget riveste un ruolo fondamentale: Andrew Niccol, passato dallo splendido Gattaca al commerciale In TimeAlex Proyas, autore dei gotici Il corvo e Dark City andato a fare una willsmitthata come Io, robot o una vaccata come Segnali dal futuroM. Night Shyamalan autore dei grandiosi Il sesto senso e The Village finito a girare la bambinata L’ultimo dominatore dell’aria e pure lui la willsmitthata After Earth. E poi Roland Emmerich
Ah no, lui ha sempre e solo fatto film di merda.

Il sudafricano Neill Blomkamp partiva con le migliori intenzioni. Lo si vede, lo si intuisce dalle prime scene, girate con discreta personalità e accompagnate da una buona colonna sonora con influenze dubstep, nonostante sia facile immaginare come nell’anno 2154 la dubstep possa suonare superata quanto i canti gregoriani oggi. Ben presto però si vede Hollywood prendere il sopravvento sul regista e questo Elysium, dopo una buona partenza, diventa la peggio porcheria. Lo sviluppo della storia è prevedibile e banale e la conclusione è qualcosa di davvero terrificante.

"¡Patria o muerte!"
ATTENZIONE SPOILER
Il finale di Elysium è uno dei più ridicoli, ipocriti e idioti visti di recente.
Ridicolo, perché è alquanto inverosimile che il già di suo improbabile ragazzino latino americano Matt Damon, nonostante la corazza che gli appioppano addosso, da un giorno all’altro si trasformi in un supereroe che da solo salva l’intera umanità, manco fosse un incrocio tra Iron Man e Gesù Cristo.
È un finale ipocrita, perché Hollywood sceglie di proporci l’ennesima conclusione comunista quando sappiamo benissimo che, se mai dovessero fare un pianeta di lusso come Elysium, sarebbero loro i primi a trasferircisi sopra e a dire “Ciao ciao!” con la manina ai poveri comuni terrestri non privilegiati.
Ed è un finale idiota perché, se tutte le persone della sovraffollatissima Terra si trasferissero su Elysium, si scannerebbero per poter usare le strutture mediche e le altre risorse, non ci sarebbe spazio per tutti e nel giro di pochi giorni la piccola stazione orbitante si trasformerebbe in una seconda Terra, o anche peggio. D'altra parte dove le metti, tutte ‘ste persone?

Dopo un finale del genere, una tripla stronzata di finale del genere, potete quindi immaginare come sia stato mezz’ora almeno a mandare Matt Damon e Neill Blompkamp a quel paese. Quale paese? Elysium?
No, Esylium.
A pensarci bene comunque non è nemmeno troppa colpa loro. È Hollywood che fotte tutti.
(voto 5-/10)



giovedì 29 agosto 2013

ROYAL MOVIES




Agosto giunge al termine e insieme a lui anche il torpore tipicamente estivo che accompagna le uscite cinematografiche nel nostro Bel (?) Paese.
Insieme a qualche immancabile saldo estivo, si riaffaccia dalla nostre parti il cinema d’autore, con qualche titolo promettente in arrivo e una serie di possibili rivelazioni in grado di rianimare la stagione più piatta dell’anno, almeno da un punto di vista cinematografico.
E chissà che non si riaccendano anche le fiamme dell’infernale ed eterna sfida tra me e il mio blogger nemico Mr. James Ford, in attesa di una nuova Blog War che con la fine dell’estate potrebbe finalmente essere in dirittura d’arrivo…
Oppure no?


"Cosa vuoi tatuarti?"
"Una scritta da vero duro fordiano. Qualcosa come: Viva la mamma!"
Elysium di Neill Blomkamp
Il consiglio di Ford: Neill Blomkamp. Quello di District 9. E dovrebbe bastare così.
Senza dubbio uno dei titoli più attesi di fine estate e dell'anno.
Neill Blomkamp, autore del prodigioso District 9, torna ad esplorare la fantascienza con una nuova riflessione politica che dal futuro finisce per applicarsi più che bene anche al presente.
Cast da grandi occasioni ed aspettative altissime per quello che potrebbe essere lo sci-fi numero uno del duemilatredici, nonchè uno di quei pochi titoli in grado di mettere d'accordo perfino il sottoscritto e quel gamberone del Cannibale.
Il consiglio di Cannibal: Elysium per noi, Valium per Ford
Che figata era, District 9?
È stato uno dei pochi film sci-fi in grado di esaltarmi davvero negli ultimi anni. In mezzo a tante porcherie tutte effetti speciali e zero idee, svettava alla grande e proponeva un cinema fantascientifico nuovo e diverso dal solito. Correva l’anno 2009 e da allora il cinema di genere ci ha regalato ben poche altre soddisfazioni. Adesso il regista di quel film, il sudafricano Neill Blomkamp, torna in pompa magna con una superproduzione, i due divi Matt Damon e Jodie Foster e un sacco di costosi effetti speciali. Avrà mantenuto anche idee e originalità?
Questo è già più difficile e, per quanto possa dare fiducia al talentuoso Blomkamp, ho paura che la delusione possa essere dietro l’angolo.
Comunque sempre meglio avere la delusione, che un Ford dietro l’angolo.

Per finire in trance chi ha bisogno dell'ipnosi, quando esistono i film fordiani?
In Trance di Danny Boyle
Il consiglio di Ford: per poter dare dei consigli come quelli di Peppa Kid, bisogna proprio essere in trance!
Torna sul grande schermo l'ex alternativo ed ormai popolarissimo Danny Boyle, regista cui è sempre mancato il guizzo in grado di fare la differenza ma che negli anni è riuscito a sfornare moltissimi titoli sicuramente interessanti, dal cult Trainspotting a 28 giorni dopo, da The millionaire a Sunshine.
In trance pare inserirsi nel filone thriller che il regista anglosassone di norma sa ben gestire: sarà l'ennesimo colpo messo a segno dal vecchio leone prima del tanto vociferato sequel del già citato Trainspotting, o un fuoco di paglia?
La risposta nella recensione fordiana, in arrivo a brevissimo.
Il consiglio di Cannibal: leggendo Ford, si cade in Trance. Con questo film uguale
In attesa di scoprire se Elysium possa risultare una delusione o meno, di certo In Trance è stato parecchio diludente, almeno per me. Il nuovo film di Danny Boyle, regista discontinuo ma che in passato ci ha regalato una perla come Trainspotting, è un thrillerino che parte bene, poi annoia, e nel finale si rivela addirittura una discreta cazzata. Colpa anche di una poco felice scelta di casting: d’altra parte quando si mette al centro della vicenda Rosario Dawson, attrice cagna come poche altre in circolazione che qui offre una splendida prova di pessima recitazione, è difficile tirare fuori un capolavoro. Davvero un peccato, perché all’inizio sembra essere un thriller avvincente, ma poi finisce per esere un’insipida fordianata.
Recensione cannibale in arrivo a breve.

"Ford, perché vuoi il mio bimbo? Non ti basta il Fordino?
Ormai sei diventato peggio della Jolie..."
Royal Affair di Nikolaj Arcel
Il consiglio di Ford: un film "royale".
Candidato all'Oscar per il miglior film straniero a febbraio, giunge inaspettatamente in Italia il film che avrei molto volentieri premiato con la statuetta, in bilico tra Barry Lyndon, Ritratto di signora e Lezioni di piano. Un viaggio nell'illuminismo danese che porta sullo schermo il confronto tra mente e cuore vissuto da tre figure chiave del progresso della stessa Danimarca, tra i Paesi più avanzati da sempre rispetto alla libertà di pensiero.
Doveste scegliere un film non dico della settimana, ma del mese, dev'essere questo.
Il consiglio di Cannibal: meglio del Royal Baby
Con i soliti tempi da lumaca fordiana, ecco che la distribuzione italiana si sveglia e decide di distribuire uno dei migliori film in costume recenti. Nominato agli Oscar, ottimamente recitato, con splendide atmosfere, non è il capolavoro totale che qualche iper-entusiasta alla Ford cercherà di spacciarvi, però è meritevole di una visione. Dopo il Royal Baby, ecco a voi Royal Affair, già recensito dal solo e unico Cannibal Kid qui: http://pensiericannibali.blogspot.it/2013/02/a-mc-royal-affair-deluxe.html.

In esclusiva su Pensieri Cannibali la prima foto ufficiale
della nuova rap band messa su da Old Dirty Ford.
Una canzone per Marion di Paul Andrew Williams
Il consiglio di Ford: una canzone per Cannibal. Vaffanculo.
Di norma non sono maldisposto rispetto alle commedie dolciamare di stampo anglosassone come questa, che tra le altre cose può contare sull'apporto di un mostro sacro come Terence Stamp, eppure ho come l'impressione che ci troveremo di fronte ad una mezza sòla nello stile del recente Paulette, che prometteva faville ed invece si è rivelato un fuoco di paglia.
Comunque penso che una visione la concederò, non fosse altro perchè A royal affair è già passato da queste parti.
Il consiglio di Cannibal: una canzone per Ford? Di certo una di Justin Bieber XD
Lo dico col cuore in mano: mi è proprio piaciuto questo film. Una pellicola che sa essere strappalacrime, ma non stracciapalle, grazie a una buona dose di british humour e a un protagonista cattivissimo, interpretato da quella faccia da villain di Terence Stamp. In più c’è Gemma Arterton, e scusate se è poco.
Una piacevole sorpresa made in UK, insomma, assolutamente consigliato persino ai vecchietti come Ford ed entro breve vi beccate pure la mia recensione.

"Hai imparato a combattere da Ford??? Questo spiega molte cose..."
Shadowhunters – Città di ossa di Harald Zwart
Il consiglio di Ford: dopo una settimana di allenamenti con il sottoscritto, del Cannibale non rimarrebbero neanche le ossa!
Questo mi pare proprio uno di quei filmetti d'atmosfera teen in grado di fare andare in brodo di giuggiole Katniss Kid, che in attesa del nuovo Hunger Games dovrà scaldare i motori con robetta simil-Buffy come questa.
Io, che ormai ho una certa età, penso che ci metterò le mani sopra soltanto nel caso in cui mi trovassi in astinenza da bottigliate.
Il consiglio di Cannibal: Casale Monferrato – Città di merda
Un nuovo best-seller teen fantasy diventa pellicola e, con esso, i peggiori incubi di Ford diventano realtà. Io invece, da buon bimbominkia quale sono, questi filmetti non li disdegno affatto. So già che sarà ‘na cagata epica, però il misto tra storiella adolescenziale e componente trash-fantasy si lascia sempre guardare. Se non altro perché qualche risata involontaria, si veda la saga di Twilight, la dovrebbe regalare. E poi nel cast, oltre alla sopraccigliosa protagonista Lily Collins, c’è anche l’ex Misfits Robert Sheehan e insomma io a lui continuo a volergli bene. E a Ford continuo a volergli male, soprattutto quando vaneggia contro Buffy, universalmente riconosciuta come una delle serie più importanti e rivoluzionarie nella storia della tv.

"Noi sì che facciamo cattivo, altroché quella mammoletta di Ford!"
Foxfire – Ragazze cattive di Laurent Cantet
Il consiglio di Ford: ragazze cattive? Saranno le amiche di Katniss Kid!
Se avessi letto la trama di questo film senza approfondire ulteriormente, avrei probabilmente finito per liquidare il consiglio in un paio di righe e senza preoccuparmi troppo.
Invece la cornice molto operaia, l'idea della critica al sogno americano e la firma illustre di Cantet mi portano a pensare che, forse, potremmo trovarci di fronte ad una sorta di perla nascosta della settimana, nonché di una sorpresa in grado di farci iniziare bene la nuova stagione cinematografica.
Speriamo solo di non essere delusi: anche perchè sto conservando le bottigliate migliori per la prossima Blog War.
Il consiglio di Cannibal: Fordfire – Ragazza cattiva
E se questo fosse il filmone della settimana, in una settimana finalmente ricca di proposte degne di visione?
Ho come l’impressione che il Laurent Cantet, già autore della Palma d’Oro La classe, film che aveva messo d’accordo in positivo me e Ford, abbia tirato fuori una nuova bella bomba.
Tratto dal romanzo Ragazze cattive di Joyce Carol Oates, ambientato negli USA ma con produzione e cast perlopiù francesi, questo Foxfire potrebbe rivelarsi uno Spring Breakers versione anni ’50. Se non si era capito, io su questo film punto fortissimo, alla faccia dei dubbi di Ford che, come già capitato con il citato Spring Breakers, dovrà ricredersi!

Comic Movie di Registi vari
Il consiglio di Ford: è già una comica leggere i consigli del Cannibale, non serve un film!
Titolo sfaccettato e frutto della collaborazione di una miriade di attori e registi americani realizzato nello spirito della comicità anni settanta: ammetto di essere attratto dalla quantità di nomi presenti, e che probabilmente la curiosità vincerà e mi ritroverò a recuperarlo, ma le speranze che nutro di assistere ad uno spettacolo davvero valido - almeno nella sua interezza - sono poche.
Se poi dovessi essere contraddetto, tanto meglio.
Il consiglio di Cannibal: mi sa che sarà un poco comic movie
Per chi se lo stesse chiedendo, come Ford, immagino, Registi vari non è il nome di un nuovo fenomenale regista, ma significa solo che questa pellicola è stata diretta da più registi. Si tratta di un film a episodi, con un cast ricco di stelle che però dubito riescano a illuminare una robetta che da parecchio giace in un angolino del mio hard-disk. Dove resterà fino a che non prevarrà la curiosità di vedere se Comic Movie è davvero al livello dei cinepanettoni, come si dice in giro, o possa addirittura essere peggio. Prima o poi credo quindi che cederò e gli darò una possibilità. L’attrazione per il trash d’altra parte è troppo forte. Conduco una rubrica insieme a Ford mica per niente…

Ecco le reazioni dei protagonisti della pellicola all'ultimo film comico consigliato da Mr. Ford...






"Ancora non ti sei ripresa dall'attacco di Ford, la belva umana?
Ma è passato un mese..."
La variabile umana di Bruno Oliviero
Il consiglio di Ford: la variabile non umana, quella di Peppa Kid.
Altro film italiano forse non pessimo come quelli cui siamo ormai abituati ma certamente non abbastanza interessante da spingermi ad una visione, specie se inserito in una settimana in cui le uscite "straniere" sono decisamente più interessanti - anche se, ormai, per essere più interessante di una proposta made in Terra dei cachi basta davvero poco -.
Il consiglio di Cannibal: Ford – La belva umana
Dopo tanti film dal buon potenziale, ecco una quasi assicurata schifezza umana, in arrivo naturalmente dall’Italia. Già il trailer accompagnato da una canzone di Gianna Nannini sembra uno spot del PD, figuriamoci il film completo. Ormai mi viene l’ansia al solo pensiero (cannibale) di dovermi sorbire una pellicola italiana. Come siamo arrivati a questo punto? E come siamo arrivati al punto che Ford infesta il mio blog una volta a settimana con le sue opinioni bislacche?

"Tranquillo Fordino, finalmente sei libero dalle grinfie di Angelina Ford!"
Infancia clandestina di Benjamín Ávila
Il consiglio di Ford: l'infancia del Cannibale pare non avere fine.
Trascinato dall'aura autoriale di A royal affair, finisco per tuffarmi a capofitto anche in questo Infancia clandestina, del quale conosco poco ma che tocca un argomento che da sempre affascina il sottoscritto rispetto alle tragedie sociali del novecento: la questione argentina, tra desaparecidos e dittatura.
Basato su una storia vera, questo titolo dovrebbe portarci agli anni bui del tempo attraverso gli occhi di un bambino: probabilmente sarà troppo realistico e profondo per il mio rivale, dunque mi sento di consigliarvelo anche per lui.
Il consiglio di Cannibal: visione clandestina
Pellicola ambientata nell’Argentina del 1979 che ci racconta dell’infanzia da clandestino di un ragazzino.
Buone le intenzioni, per di più si tratta di un film ispirato a una storia vera, però al momento, con questa afa estiva, mi sa troppo di mattone impegnato di quelli che possono anche esaltare il mio rivale Ford, ma che io non ce la faccio a reggere. Non ora. Rimandato a settembre, quando poi sarà rimandato all’inverno, quando poi sarà rimandato al 2014, quando poi sarà rimandato al 2000 e credici, quando poi sarà rimandato al 2000 e mai…

"Non sono uno dei 533 figli di Ford? Aaah, che sollievo!"
Starbuck – 533 figli e non saperlo di Ken Scott
Il consiglio di Ford: Cannibal, io sono tuo padre! Ahahahahah!
Chiudiamo la prima grande carrellata della nuova stagione con una commedia canadese di stampo chiaramente transalpino che, considerato il resto delle proposte, finisce inevitabilmente in fondo alla lista senza troppi rimorsi.
In un weekend in cui è possibile scegliere tra Boyle, Blomkamp, Cantet e Arcel, sinceramente avrete di meglio da fare.
Il consiglio di Cannibal: Ford – 1 figlio e sono cavoli suoi (di suo figlio, intendo)
La storia di un uomo che ha fatto il donatore di sperma e poi un giorno si ritrova con centinaia di figli che vogliono rintracciarlo, desiderosi di conoscere l’identità del loro padre biologico. Dal Canada, arriva una pellicola che parte da uno spunto davvero sburrante e che potrebbe rivelarsi una delle commedie più simpatiche dell’anno. Speriamo…
Quando invece il Fordino si renderà conto che suo padre è l’autore di uno dei più spaventosi siti Internet italiani, lì saremo dalle parti del dramma, altroché commedia.

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