Cast: Jonah Hill, Emma Stone, Justin Theroux, Sonoya Mizuno, Sally Field, Gabriel Byrne, Julia Garner, Billy Magnussen, Jemima Kirke, Grace van Patten
Non sono un tipo da binge watching. Lo so che è una cosa fuori moda. Un po' come ascoltare musica rock, e farlo pure con le musicassette nel Walkman. Il vinile è vintage, il vinile è cool. Le musicassette invece sono solo fuori moda. Ed è un po' come essere di sinistra. Il rock e la sinistra sono cose che prima o poi torneranno di moda, probabilmente. Prima o poi tutto torna di moda, persino i Pokemon qualche tempo fa sono tornati di moda. Ho detto i Pokemon, Cristo Santo! Prima o poi tutto viene rivalutato, pure il cinema dei Vanzina...
Quello non è ancora stato rivalutato? Mi pareva di sì.
C'è una nuova rubrica in città. No, non guardate per le strade del posto in cui abitate. Era solo un modo di dire. Era solo un modo per dire che c'è una nuova rubrica qui su Pensieri Cannibali. Non si era capito? Ok, allora come non detto.
Serial Killer è la nuova rubrica sulle serie TV che ogni mese proverà a fare un (più o meno) veloce punto della situazione su quanto passato sul piccolo schermo da queste parti. Seguendo la scia della rubrica musicale, quindi scopiazzandola un po', ci sarà spazio per i top e i flop mensili, più le serie così così del mese, più qualche rubrichetta per rendere le cose più interessanti. Il tutto tenendo a mente che la stagione televisiva è un po' come il campionato di calcio. Un mese una squadra... pardon, una serie può essere tra i top e un altro mese ritrovarsi tra i flop.
Vi state chiedendo perché la rubrica si chiama proprio Serial Killer?
Perché sarà più spietata possibile nei confronti dei poveri indifesi serial...
Almeno con alcuni. Con altri userò i guanti di velluto. Forse.
Anche quest'anno non sono stato a Venezia. Non è una novità, ma lo preciso subito, per essere chiaro con chi magari passa di qui e si attende dei giudizi sui film da chi li ha visti, o da chi ha partecipato alle conferenze stampa e fatto interviste. In tal caso, avete sbagliato posto. Se invece cercate un commento veloce, cazzaro e del tutto inutile sulla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, benvenuti! Questo è il posto giusto.
Anche perché poi, a dirla tutta, sebbene da lontano, questo Festival l'ho seguito da vicino.
Com'è ormai tradizione, la classifiche di fine anno di Pensieri Cannibali partono dalla chart dedicata alla bellezza femminile. Solo che quest'anno, considerata l'aria che tira, non si può più parlare liberamente di f**a, che se no poi sei considerato maschilista. In questo 2017 parliamo di donne. Di femmine. Di membri del sesso debol...
NOOO! Che cosa ho detto?
Volevo dire del gentil sesso... o è un'espressione sessista pure questa?
La classifica delle celebrità più amate dell'anno su questo sito – anzi, su questo blog che poi i siti veri si offendono – va quindi in onda quest'anno in versione censurata e molto politically correct.
Prima della Top 10 comunque ancora una cosa, l'elenco delle vincitrici delle passate edizioni:
Cast: Emma Stone, Ryan Gosling, John Legend, Rosemarie DeWitt, J.K. Simmons, Finn Wittrock, Callie Hernandez
Io non vivo nella città degli angeli
qui se ti metti a cantare rischi che qualcuno ti strangoli
io sto in una città che si chiama Casale
dove tutti conducono un'esistenza assai banale
Io non vivo nella city of angels
qui le forze dell'ordine non sembrano Walker Texas Rangers
ogni tanto vorrei andarmene via
poi arriva qualcuno che mi dice: “Ma dove vuoi andare, pirla?”
e non fa manco la rima, meriterebbe proprio una sberla
Il film più nominato, premiato, esaltato degli ultimi mesi sta per approdare nei cinema italiani. Questa settimana arriva a passo di danza La La Land, accompagnato da una serie di pellicole che finiscono inevitabilmente sullo sfondo.
Con grande professionalità comunque io, e purtroppo pure il mio blogger nemico James Ford, commenteremo tutte le varie uscite settimanali, che per altro si preannunciano parecchio interessanti, a partire naturalmente da...
La La Land
"Emma, dimmi: ma a te frega qualcosa dei Golden Globe o degli Oscar?"
"No, Ryan. L'unico premio che mi interessa vincere quest'anno è il Cannibal Movie Award."
La la la pellicola che ha vinto più premi ai Golden Globe di quest'anno, e in generale in tutta la Storia dei Golden Globe, è La La Land. Il musical diretto da Damien Chazelle con Emma Stone e Ryan Gosling ha fatto l'en plein, conquistando 7 award su 7 nomination, un record assoluto.
Cast: Colin Firth, Emma Stone, Hamish Linklater, Eileen Atkins, Simon McBurney, Marcia Gay Harden, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Ute Lemper
Genere: romcom jazz
Se ti piace guarda anche: Scoop, Midnight in Paris, Basta che funzioni
Vedo il futuro e in questo futuro vedo delle cose incredibili.
Vedo che Woody Allen quest'anno realizzerà un nuovo film. Uuuh, non ci credete?
Invece è proprio così. Per quanto pazzesco possa sembrare, Woody Allen uscirà nelle sale con una nuova pellicola.
Dite che tutti gli anni in questo periodo arriva un nuovo film di Woody Allen?
Sì, può darsi, però sento delle risate.
Siete voi che mi state ridendo alle spalle, oppure siete voi che mi state ridendo in faccia?
In ogni caso, queste risate significano fuor di dubbio alcuno che Woody Allen quest'anno tornerà alla commedia, dopo la parentesi amara di Blue Jasmine.
Sento anche... delle voci francesi. Delle voci tedesche, giusto un pochino, ma soprattutto delle voci in francese.
Le voci in tedesco mi dicono: “Verpiss dich, arschloch!”.
Quelle in francese mi gridano: “Va te faire foutre!”.
Chissà cosa vorranno dire?
Non lo so. Sono un sensitivo, sono un mago, sono un veggente, ma le lingue non le conosco bene. Quello che so è che il nuovo film di Woody Allen sarà ambientato in parte in Germania, a Berlino per la precisione visto che ci sono stato, e soprattutto in Francia, dico sulla Costa Azzurra, visto che sono stato pure lì.
Vedo poi un'altra cosa...
Hey, un momento: sono io. Ciò vuol dire che in questo momento mi sto guardando allo specchio, è vero, ma vuol dire anche che i protagonisti del film saranno dei maghi o dei sensitivi pure loro.
Un momento. Adesso sento pure qualcos'altro. Sento un vento ghiacciato che mi sta facendo venire i brividi sulla pelle...
Qualcuno può chiudere la finestra per favore, che siamo a dicembre?
Questo significa indubitabilmente una cosa. O forse due. La prima è che potrei buscarmi presto un brutto raffreddore. Etcììì. La seconda è che il protagonista del film sarà un attore che non mi sta particolarmente simpatico. Non uno che odio del tutto come Tom Hanks o Colin Hanks o qualcuno a caso della famiglia Hanks. Il vento non era così ghiacciato. Considerando che siamo a dicembre, le temperature non sono ancora nemmeno tanto basse. Sarà quindi un attore che non mi piace troppo, ma che nemmeno detesto del tutto. Qualcuno come...
Colin Firth. Sì, qualcuno come lui. Sento inoltre che questa volta mi piacerà più del solito, visto che il suo personaggio dovrebbe essere particolarmente simile a me. Un tizio molto razionale, nichilista e scettico nei confronti di tutto, capace però di rivoluzionare il suo punto di vista sul mondo al primo sbattere di un paio di belle ciglia.
E a proposito... Ora vedo qualcos'altro. Vedo qualcosa di più gradevole alla vista. Vedo... vedo...
Vedo della figa.
No, non sono finito su YouPorn. Vedo della figa e poi...
AHIA!
Mi sono tagliato un dito ed esce del sangue...
Vedo rosso. Cosa può significare?
Figa + rosso = Emma Stone.
Sì, la protagonista femminile del nuovo film di Woody Allen sarà qualcuna come Emma Stone.
"Certo che te sei meno affidabile del sito Ilmeteo.it.
Non riesci a prevedere la pioggia manco mentre sta già piovendo."
Oddio, al solo pensare a Emma Stone il mio cuore si è messo a battere forte. Cosa vuol dire?
Probabilmente che nel film ci sarà una storia d'amore. Incredibile, ma vero. Sarà un amore di quelli conflittuali. Di quelli tra due persone che all'inizio non si sopportano, però poi tra loro scatta la magia. Qualcosa di mai visto prima. Lo so, è difficile da credere.
Di questo parlerà il nuovo film di Woody Allen. Il resto non ve lo dico. Di recente è passata una legge in Parlamento che vieta a noi sensitivi di spoilerare troppo ai clienti. Sia sulla loro vita sia, come in questo caso, su una pellicola. Non vi voglio quindi rovinare la sorpresa. Non vi voglio, e soprattutto non vi posso rovinare la sorpresa per legge. Quello che vi posso anticipare è che sento che questo suo nuovo lavoro non rientrerà tra i migliori in assoluto di Allen, non raggiungerà la magia del suo altro film francese e anni '20 recente, Midnight in Paris, ma al contempo non rientrerà manco tra i suoi peggiori.
Sento che a livello registico non sarà una visione fenomenale, d'altra parte Woody non è mai stato così un portento a livello registico, e diciamolo, però in compenso prevedo che racconterà una storia carina, regalerà dei dialoghi parecchio brillanti, divertenti e allo stesso tempo di una profondità da non sottovalutare, capaci di far riflettere su ciò in cui crediamo e ciò in cui ci rifiutiamo di credere. Presenterà inoltre due protagonisti niente male che insieme, nonostante le differenze o proprio per merito delle differenze, funzionano. Sono bene assortiti. E vedo anche un bel finale. Un finale che magari non sarà particolarmente sorprendente o shockante, ma che è davvero riuscito. Sento anche che il jazzino delle sue colonne sonore ha un po' rotto le palle, che di film ne gira troppi, che fondamentalmente ricicla se stesso e per questo nuovo film in particolare ho la sensazione che sarà un po' un incrocio tra Scoop e Midnight in Paris. Nonostante tutto questo, sento pure un'altra cosa. Sento che Woody Allen come sceneggiatore resta sempre un mago.
(voto 7/10)
"E adesso che c'è? Hai visto che sta per succedere qualcosa di terribile?"
"No, peggio. Mi sono appena resa conto di essermi vestita in maniera ridicola!"
Anche quest’anno non sono stato a Venezia. Il motivo?
Sto ancora aspettando che qualche prestigiosa testata mi chiami come suo inviato alla Mostra. Anzi, va bene pure se non è prestigiosa. Basta che mi paghi vitto e alloggio in Laguna e per me si può fare. In attesa che questo capiti, vi lascio con il mio breve commento sulla kermesse. Per quel che può valere e credo sia molto poco visto che non ero presente all’evento e non ho visto nessun film in concorso.
Da lontano, le impressioni generali che mi sono arrivate parlano di un livello cinematografico medio-buono, ma non del tutto esaltante. Il cinema italiano pare abbia fatto la sua buona figura e negli ultimi tempi è una cosa che capita sempre più spesso a dimostrazione di come, dietro le commedie commerciali con i comici dello Zelig, qualcosina dalle nostre parti si sta muovendo.
A mancare a quest’edizione del Festival di Venezia mi pare sia invece stato il glamour, i divi che fanno sognare (Belen non può essere davvero considerata una diva), i film-evento e pure le polemiche. Basti dire che il film-scandalo dell’edizione è stato Nymphomaniac di Lars von Trier, che ormai era già stato presentato ovunque, dal Festival di Berlino al MiSex di Milano.
Un’edizione un po’ sottotono, così pare almeno vista a chilometri di distanza, ma a cui sarebbe stato comunque bello partecipare. Un’edizione che attraverso la giuria presieduta dal compositore Alexandre Desplat questa sera ha prodotto i suoi verdetti finali, con cui vi lascio, insieme all’immancabile red porchet.
Quanto ai premi, non avendo visto i film non so se siano giusti, però sono contento per quello di miglior attore andato ad Adam Driver, mitico nella serie tv Girls. Molto meno per quello di miglior attrice finito all'odiosa Alba Rohrwacher, entrambi per lo stesso film, Hungry Hearts dell'italiano Saverio Costanzo.
Guarda là, Adam. Cannibal Kid sta per sparare uno dei suoi soliti attacchi contro di me."
"Scusa se te lo dico, Alba, però fa solo bene!"
Infine, complimenti allo svedese Roy Andersson per essersi portato a casa il premio più importante, il Leone d'Oro al miglior film, con il suo A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence.
Grande sconfitto invece Birdman di Alejandro González Iñárritu. Evidentemente il leone ha preferito papparsi il piccione svedese piuttosto che l'uomo-uccello messicano.
I PREMI DI VENEZIA 2014
Leone d'Oro al miglior film: A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence di Roy Andersson
Leone d'Argento per la regia: Andrei Konchalovski (The Postman's White Nights)
Gran Premio della Giuria: The Look of Silence
Premio Speciale della Giuria: Sivas
Coppa Volpi per il miglior attore: Adam Driver (Hungry Hearts)
Colpi Volpi per la miglior attrice: Alba Rohrwacher (Hungry Hearts)
Premio Osella per la miglior sceneggiatura: Tales (Ghesseha)
Premio Marcello Mastroianni: Romain Paul (Le dernier coup de marteau)
IL RED PORCHET DI VENEZIA 2014
Emma Stone
Bella e brava.
Manca solo una cosa: foto di lei nuda non ne sono ancora uscite?
(voto 8/10)
James Franco
Terrificante il suo nuovo look da pelatone con baffo.
James, anzi Franco, che hai fatto?
(voto 3/10)
Luca Zingaretti
Hey, ha copiato il look a James Franco…
Ah no, lui era già così anche prima.
(voto 3/10)
P.S. Ma chi diavolo sta salutando?
Milla Jovovich
Milla Jovovich futura mamma sul red carpet con il pancione.
Pancione?
E questo lo chiama un pancione?
(voto 6/10)
Al Pacino
Così così il look da tamarro americano in vacanza in Italia, ma lui è Al Pacino ed è figo comunque.
(voto 7+/10)
January Jones
Agli Emmy era più figa.
Però è pur sempre figa. (voto 7/10)
Luisa Ranieri
La madrina di questo Festival. Scelta per il suo notevole fascino terrone mediterraneo.
(voto 6,5/10)
Isabella Ragonese
Niente male. Proprio niente male. E' anche così che si tiene in alto il nome del cinema italiano.
(voto 7+/10)
Isabella Ferrari
C’è poco da fare. Gli anni passano, ma lei resta sempre la MILF numero 1 del nostro cinema.
(voto 7/10)
Alba Rohrwacher
Per me è no. No. E ancora no.
(voto 1/10)
Alexandra Daddario + Ashley Greene
Sì, va beh, alla presentazione di Burying the Ex di Joe Dante con loro c’era anche quel fortunello di Anton Yelchin, ma lui non ha molta importanza.
Per Alexandra & Ashley novantadue minuti di applausi.
(voto 9/10)
Belen Rodriguez + Stefano De Martino
Perché erano presenti al Festival del Cinema di Venezia? Per caso per presentare un film?
Giammai!
Belen era lì per promuovere una nuova catena di di saloni di estetica…
Non ho capito quale sia il legame tra loro e il cinema, in ogni caso sul red carpet si sono scambiati baci parecchio infuocati. E prendetevi una stanza!
(voto 7/10 per il loro affiatamento, voto 0/10 per la loro connessione con il mondo del cinema)
Giorgio Napolitano
Pensavate non ci fosse nessuno a Venezia che con il cinema c’azzecca ancor meno di Belen e del maritino?
Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci, Jeff Pinkner
Cast: Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan, Colm Feore, Felicity Jones, Sally Field, Paul Giamatti, Embeth Davidtz, Campbell Scott, Marton Csokas, Sarah Gadon, B.J. Novak
Genere: superinutile
Se ti piace guarda anche: The Amazing Spider-Man e la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi
Esiste qualcosa di più odiato dei film sui supereroi, qui su Pensieri Cannibali?
Sì, la mia nemesi, il mio blogger rivale Mr. James Ford, ma a parte lui non molto altro.
Nonostante la mia avversione nei confronti del genere, da buon supereroe della blogosfera quale mi impegno di essere, continuo in ogni caso a vedere questi filmetti per documentarli ai miei preziosi lettori. Anche perché è un genere di pellicola sempre (inspiegabilmente) popolare e quindi porta visite al sito.
Cancellate quest’ultima frase. Lo faccio SOLO per spirito di sacrificio nei vostri confronti, miei adorati lettori.
"Bambino, se un giorno vuoi diventare come me ricorda sempre che
da un grande potere derivano grandi responsabilità."
"Ma guarda che io sono vestito così solo perché i costumi da Batman eran finiti."
Tra i film sui supereroi, i miei preferiti sono quelli che cercano di stare ai margini del genere come Unbreakable, Scott Pilgrim Vs. the World o il primo Kick-Ass, oppure sul piccolo schermo i Misfits dei primi tempi. Tra i superheroes più “commerciali” il mio preferito resta invece Batman, quello che, tra Tim Burton e Christopher Nolan, ha goduto delle trasposizioni più valide a livello cinematografico. Quello che mi sta più simpatico come personaggio è invece Peter Parker. Al contrario di Bruce Wayne o dell’insopportabile Clark Kent che sarebbero dei figaccioni vincenti anche se di professione non si mettessero a salvare il mondo, fondamentalmente lui è un nerd, un loser, uno sfigato. O almeno lo era. Nello Spider-Man di Sam Raimi la calzamaglia rossoblu (forza Genoa o, se preferite, forza Bologna!) era vestita da un nerdissimo Tobey Maguire, mentre nel primo The Amazing Spider-Man Andrew Garfield ne offriva una reinterpretazione geek. Geek, ovvero l’evoluzione un po’ meno sfigata dei nerd. Seth Cohen di The O.C. docet.
In questo secondo The Amazing Spider-Man la componente nerdosa o geekkosa che dir si voglia è invece del tutto sparita. Peter Parker ha terminato la scuola in maniera super cool, baciando trionfante alla consegna dei diplomi la zoccoletta più popolare del liceo, la sua Gwen Stacy/Emma Stone che è sempre un bel vedere, sebbene io la preferisca e di parecchio in versione rossa. Nei panni di Spider-Man continua poi a fare il figo a ogni occasione, con la sua suoneria personalizzata e con un umorismo da action hero degno di Schwarzy, o più che altro della sua versione simpsoniana Rainier Wolfcastle. In pratica del Peter Parker loser è rimasto poco o nulla.
"Emma, t'ho salvata dalla statale!"
"Ehm, Spidey caro, veramente io lì mi ci guadagno da vivere."
A ciò aggiungiamo un difetto comune a tutti i suoi colleghi in calzamaglia. Una cosa che non sopporto dei supereroi è il loro costante e onnipresente spirito di sacrificio. Sembra che nella vita non vogliano far altro che morire come dei martiri, salvo poi non morire mai. Vogliono sempre sembrare moralmente superiori a noi poveri cristi. Per carità, lo saranno anche, però sono pure odiosi. Non fa eccezione questo nuovo Peter Parker, anche se…
ATTENZIONE SPOILER
…il suo spirito di sacrificio finirà per ritorcersi contro di lui, coinvolgendo la povera Gwen Stacy/Emma Stone in un finale che è la parte migliore del film, visto che sembra evitare il solito banale happy-ending. Essendo questo un blockbusterone commerciale, la conclusione ci regala comunque un segnale di speranza, con una scena patetica ed evitabilissima con tanto di scontro con un ridicolo cattivone interpretato da un irriconoscibile Paul Giamatti. Far finire la pellicola con l’Uomo Ragno trasformato in Uomo Lagno che si strugge per la morte della fidanzata non sarebbe stato meglio?
FINE SPOILER
Nonostante Andrew Garfield sia un attore che mi piace qui non è certo usato al suo meglio e, nonostante Peter Parker mi sia sempre stato simpatico, qua non è proprio il massimo della vita. Pazienza, tanto il personaggio più interessante nei film sui supereroi di solito non è il supereroe di turno, quanto il suo supernemico. E chi abbiamo a ricoprire questa parte in The Amazing Spider-Man 2?
Come potete intuire dal sottotitolo italiano, è lui: Electro.
A interpretare Electro c'è Jamie Foxx, uno che per un breve, brevissimo periodo era sembrato il futuro del cinema e dell'intrattenimento mondiali. Gli era riuscita la clamorosa doppietta Collateral + Ray e per quest’ultimo avevo portato a casa persino l’Oscar. Era apprezzato dal grande pubblico, dalla critica, si era messo pure a fare il cantante e aveva raggiunto la prima posizione dei singoli più venduti negli USA con il pezzo “Slow Jamz” realizzato con i rapper Twista e Kanye West.
Una decina d’anni fa Jamie Foxx insomma dominava, poi è abbastanza sparito, e infine il solito Quentin Tarantino gli ha resuscitato la carriera dandogli la parte di Django, rifiutata da quel furbone di Will Smith, che ha preferito girare After Earth. Bella mossa, Willy!
Adesso a Jamie doppia X gli è piovuto addosso pure il ruolo da cattivone in una grande produzione commerciale, peccato che il suo personaggio faccia schifo. Schifo ai livelli del Venom/Topher Grace di Spider-Man 3.
A parte il fatto che i motivi per cui a un certo punto passa dal venerare l’uomo ragno a odiarlo sono molto pretestuosi, però il suo Electro era un personaggio che avrebbe meritato un approfondimento maggiore. Sarà che il sottotitolo italiano sembrava indicarlo come grande protagonista del film, ma a un certo punto sparisce, un po’ come Jamie Foxx ha fatto nel corso della sua carriera, per poi ricomparire verso la fine. Solo questa volta senza il contributo di Quentin Tarantino, purtroppo.
"Non è giusto! James Franco non l'avevate mica imbruttito così tanto..."
Il regista del secondo (non troppo) Amazing Uomo Ragno resta invece Marc Webb, uno che all’esordio aveva fatto gridare al miracolo in molti, me compreso, con il freschissimo indie-movie (500) giorni insieme, ma che ormai è stato assorbito dalla macchina hollywoodiana e il suo stile visivo, già quasi del tutto assente nel precedente capitolo, è qui del tutto annientato. Webb sembra più che altro voler ripercorrere le orme della trilogia di Sam Raimi. Peccato che questo secondo capitolo non sia all’altezza di Spider-Man 2, il migliore film sull’Uomo Ragno finora realizzato. Se nel primo tempo il mix tra azione e componente d’amore e d’amicizia (con l’arrivo del BFF di Spidey Harry Osborn interpretato dal valido Dane DeHaan) funziona ancora, nel secondo si scivola nel solito banale tripudio di effetti speciali e combattimenti non molto avvincenti.
Come prodotto d’intrattenimento non è nemmeno malaccio, sebbene la durata di questi film sia sempre troppo eccessiva per la mia sopportazione, ma la cosa che emerge con maggiore evidenza è un’altra: l’assoluta inutilità di questa nuova trilogia, realizzata troppo a ridosso della precedente e incapace di dire qualcosa di nuovo o di diverso sul personaggio di Spider-Man. Per vedere il terzo capitolo della serie pare comunque che dovremo aspettare fino al 2018, però di certo non staremo, o almeno io non starò certo, a fremere per l’attesa del ritorno di questo spento Uomo Lagno.
Oddio, stanno sparando. Stanno sparando alla mia casa. Tutti giù. Tutta la mia crew, tutti i miei fra, state giù! Sono quelli della gang rivale, quelli di Pensieri Cannibali. Sì, devono essere loro che vogliono vendicarsi perché su Facebook ho lanciato delle accuse pesanti sulla loro pagina. Roba tipo: “Noi siamo troppo i meglio e voi fate pena. E poi lo dico: di cinema non ne capite proprio un acciderbolina di niente!”.
Ora mi sa che vogliono vendetta. Vogliono sangue. Maledetti cannibali, continuano a sparare. O forse è una bomba?
BOOM
Ehm… come non detto. Mi sono sbagliato. Non erano spari. Erano solo dei ragazzini fuori che facevano saltare dei mini ciccioli. Che strizza!
Comunque come dicevo nel mio freestyle, secondo me Gangster Squad è un capolavoro, è troppo il meglio, voto 100 su 10, però adesso per par condicio beccatevi la recensione della mia crew rivale. Quella dei Pensieri Cannibali. Secondo loro il film non è così fenomenale. Però che ne capiscono loro?
Proprio un acciderbolina di niente!
"Che minchia guaddi?"
Gangster Squad
(USA 2013)
Regia: Ruben Fleischer
Sceneggiatura: Will Beall
Tratto dal romanzo: Tales From the Gangster Squad di Paul Lieberman
Cast: Josh Brolin, Ryan Gosling, Sean Penn, Emma Stone, Mireille Enos, Nick Nolte, Anthony Mackie, Michael Pena, Robert Patrick, Giovanni Ribisi, Ambyr Childers, Michael Bacall, Evan Jones, Troy Garity
Genere: gangsta
Se ti piace guarda anche: L.A. Confidential, Scarface, Gli intoccabili, American Gangster, Dick Tracy, Sin City
1949, Los Angeles, la città è controllata dal boss Mickey Cohen. Per fermarlo il sindaco mette su una speciale e segreta task force, una squad che agisce con ogni mezzo lecito e soprattutto non lecito per fermare il delinquente. Diventando a sua volta una Gangster Squad.
Uh, bello! Un noir in piena regola. Un romanzo criminale di quelli old style, con un cast di prim’ordine, due giovani divi come Ryan Gosling ed Emma Stone, garanzie come Josh Brolin e Sean Penn, un regista lanciato, e una vicenda ispirata alla figura di un criminale esistito per davvero e che di nome fa proprio Mickey Cohen. Eppure in giro non se ne parla bene. Negli USA è uscito in sordina ed è stato parecchio snobbato dal pubblico e preso poco in considerazione dalla critica. Com’è possibile?
"Ahahah, Sean così conciato sei più divertente del Nongio."
Presto detto. Gangster Squad non è un film brutto, bensì rientra in una categoria peggiore, più infima ancora: quella delle pellicole inutili. Gangster Squad è un film gangsta molto tradizionale, senza alcun tratto distintivo in grado di farlo emergere tra le altre numerosissime pellicole analoghe già prodotte in passato. L’unica particolarità sta nel fatto che qui il Bene agisce con gli stessi mezzi del Male, ma alla fine non è che sia poi tutta ‘sta grossa novità. Soprattutto considerando come i Buoni rimangano comunque sempre distinti in maniera netta dai Cattivi. O meglio dal Cattivo, il cattivone Sean Penn. Per renderlo più somigliante al vero Mickey Cohen, hanno applicato sulla faccia del povero Penn un trucco che fa spavento, ma non nel senso che fa paura. Non fa brutto, è brutto e basta, ai livelli di quelli di J. Edgar o quasi. Sean Penn così truccato sembra il Nongiovane quando fa il mafioso nei Soliti Idioti. Rendetevi conto che prendere sul serio un personaggio del genere non è quindi visivamente facile. Se a ciò aggiungiamo che questo Mickey Cohen/Sean Penn ancor più che proiettili spara una serie di battute assurde, di cui alcune per carità pure divertenti, il risultato è quello di cadere presto nel ridicolo. Sean Penn è un cattivo di una cattiveria talmente eccessiva da risultare cartoonesca. Anche la sua violenza appare parecchio inverosimile e fumettosa. Al confronto di altri film del genere o anche di una serie come Boardwalk Empire, ad esempio, Gangster Squad sembra quindi la versione Rai Yoyo di una storia criminale.
"Ma chettibevi, Josh? Un appletini? Tu sì che sei un duro!"
Possiamo allora cercare di vedere la pellicola come una specie di revisione in chiave fumettistica ma più che altro videogammara del noir tradizionale, però la componente più giocosa e divertente è troppo limitata. Il film si lascia vedere, perché Ryan Gosling ed Emma Stone sono sempre un bello spettacolo per gli occhi, sebbene la loro intesa sia lontana da quella sfoggiata in Crazy, Stupid, Love., e perché a livello visivo le ambientazioni sono ben realizzate e c’è una buona cura tecnica dietro. Anche i livelli di ritmo, per quanto mai trascinanti, risultano piuttosto elevati e la pellicola ha il pregio se non altro di non annoiare. Da qui ad avvicinarsi alle pietre miliare del genere, di strada però ne passa parecchia.
L.A. Confidential era un esercizio di stile, ma che stile. Giocava con gli stereotipi del noir, ma lo faceva con classe. Gangster Squad invece con gli stereotipi non ci gioca, li subisce e finisce per risultare un film senza una grossa personalità. Il regista Ruben Fleischer evidentemente ha fatto il passo più lungo della gamba, tanto per parlare attraverso stereotipi come fa la pellicola. Dopo due commedie frizzanti come Benvenuti a Zombieland e 30 Minutes or Less, il giovane e comunque ancora promettente regista 34enne ha tentato di realizzare un film più serio. Obiettivo non centrato e a questo punto spero che per i suoi prossimi lavori ritorni a sfoggiare la sua anima più cazzona e torni a tinte più leggere, giacché il noir non gli si addice..
"Pensi ancora che sia ridicolo, Cannibal?"
Quanto agli attori, è raro vedere un cast del genere così sprecato. Ryan Gosling in questo film è troppo ciaciarun, parla troppo. Lui sarebbe più efficace come attore muto. Dovrebbero fargli fare una pellicola alla The Artist. Vincerebbe l’Oscar.
Emma Stone, o anche per dirla con un francesismo usato da Sean Penn: “quella splendida passera rossa”, è una belle femme ma è poco fatale. I panni di moderna Easy Girl le si addicono, mentre per un ruolo in noir pure lei non mi sembra del tutto a suo agio. Più a suo agio appaiono allora Josh Brolin, comunque pure lui piuttosto spento, e Mireille Enos presa in prestito dalla serie The Killing, mentre Nick Nolte non è mai apparso tanto vecchio, Giovanni Ribisi non è mai apparso così poco psicopatico e Sean Penn come anticipato offre ahinoi la sua interpretazione più ridicola di sempre. Tutta colpa del trucco?
Il difetto maggiore del film però è probabilmente un altro ancora: non ha un vero fascino retrò. Degli anni ’50 (o per essere precisi della fine degli anni ’40) ci sono gli abiti, le pettinature, le Cadillac. A mancare è il profumo. Non c’è l’odore, degli anni ’50. O di fine anni ’40, Signori Precisetti. La cosa migliore, e più 40s/50s di tutto il film, sono allora i bei titoli di coda disegnati. Troppo poco, troppo tardi.
Gangster Squad, un film per finti duri
un film che non spacca i culi.
Il passato: Suxbad, The rocker - Il batterista nudo, La coniglietta di casa, La rivolta delle ex, Paper Man, Benvenuti a Zombieland, Crazy, Stupid, Love., The Help
Il suo 2012: The Amazing Spider-Man
Il futuro: Comic Movie, Gangster Squad, il nuovo film di Cameron Crowe, The Amazing Spider-Man 2
Potrebbero piacerti anche: Jane Levy, Lindsay Lohan, Melinda Clarke, Kaya Scodelario, Michelle Monaghan
Perché è in classifica: perché, se non l’avessi messa, c’è gente che non avrebbe più seguito Pensieri Cannibali
Dopo essere apparsa nella superclassifica show 2010 grazie ai ruoli rivelazione in Easy Girl e Benvenuti a Zombieland, Emma Stone era stata la clamorosa grande assente nella chart del 2011. Eccola quindi ritornare a grande richiesta quest’anno, più popolare che mai grazie al ruolo da protagonista femminile nel blockbuster The Amazing Spider-Man. Anche se, a volerla dire tutta, io la Amazing Emma la preferivo in versione rossa, piuttosto che bionda. Anche se, a continuare a volerla dire sempre tutta, pure così del tutto da buttare non è.
In attesa del già previsto numero 2 della serie di Spider-Man 2.0, la vedremo intanto in versione femme fatale nel gangster movie Gangnam Gangster Squad, accanto a Josh Brolin, Sean Penn e Ryan Gosling, con cui aveva già fatto coppia in Crazy, Stupid, Love.. Gangster Squad in cui tornerà, pure in questo caso a grande richiesta, almeno mia, in versione ginger!
Cast: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Sally Field, Denis Leary, Chris Zylka, Campbell Scott, C. Thomas Howell
Genere: supereroico
Se ti piace guarda anche: Kick-Ass, Chronicle, Spider-Man
A me i supereroi stanno sulla balle.
Ve l’ho già detto? Sì, una o due volte. Una o due centinaia di volte, intendo.
Su tutti: Clark Kent/Superman. Odioso alieno perfettino e clandestino.
Gli Avengers? Non me ne piace manco uno. A parte Black Widow che non mi piace come personaggio, ma solo per Scarlett Johansson e quindi non vale.
Bruce Wayne/Batman? Lui mi piace abbastanza (e non intendo in maniera fisica come al suo amichetto Robin) per quel suo lato oscuro. Non a caso è anche l’artista precedentemente noto come Il cavaliere oscuro.
Il mio preferito però è Spider-Man. Lo sfigato Peter Parker.
"Emma Stone nuda? Dove, dove??"
Una volta detto questo, non sentivo assolutamente il bisogno di rivederlo sul grande schermo. Non così presto. Spider-Man del 2002 è stata la pellicola che ha riregalato al mondo dei supereroi un grande successo cinematografico, dopo gli agghiaccianti Batman firmati Joel Schumacher, incarnando bene il desiderio di qualcuno che potesse salvare New York City, seppure solo per fiction, all’indomani dell’11 settembre. Sam Raimi era riuscito a portare le intuizioni nerd ironiche messe a frutto da Joss Whedon in Buffy, la prima vera eroina post-moderna, e ci aveva regalato un eroe poco super e molto umano. Oltre che una pellicola estremamente divertente.
Spider-Man 2? Un bel bis. Un sequel che riusciva non solo a tenere alto il livello di spasso del primo, ma spingeva maggiormente anche sull’aspetto dark del personaggio.
Spider-Man 3? Da dimenticare su tutta la linea.
Con quel film, Spider-Man ha cominciato a perdere qualche punto ai miei occhi. Con quel film, e anche con quella lagna di versione del tema di Spider-Man firmata da Michael Bublé, più comunemente conosciuto come Michael Buuu-Bleah.
Da allora, ogni volta che sento nominare Spider-Man mi viene in mente la versione Bubleosa, anziché quella ben più figa dei Ramones.
O quella di Homer Simpson.
Nonostante il Bublé e nonostante il dimenticabile terzo episodio della saga di Raimi, Spider-Man resta pur sempre il mio supereroe preferito, almeno tra quelli tradizionalmente intesi. Perché se tra quelli meno “ortodossi” e classici possiamo annoverare pure Buffy o i Misfits o gli Heroes o il Bruce Willis di Unbreakable, o persino il precario di Caparezza, allora è tutta un’altra storia e l’Uomo Ragno rischia di finire persino fuori dalla top 10.
Nonostante sia il mio superhero tradizionale preferito, a distanza di così poco tempo non si sentiva, o almeno io certo non sentivo, tutto questo bisogno di un reboot, di una rinascita cinematografica del personaggio. Anche perché la saga di Sam Raimi è ancora bella fresca ed è invecchiata bene. Sarà che sono passati a mala pena una decina d’anni dal primo capitolo e 5 dall’ultimo, quindi era difficile invecchiare male.
A Hollywood però non stanno tanto a chiedersi se un film sia necessario o meno. Si stanno a chiedere quanti $ po$$ono fare. E con un $upereroe, anche e $oprattutto in tempi di $upercri$i, i $uperinca$$i sono $upergarantiti.
Cosa c’è allora di diverso dal precedente Spider-Man?
Non molto. Questo punta a un realismo leggermente maggiore, diminuendo la componente “fumettosa” soprattutto nella prima parte, la più interessante, mentre sul finale scivola purtroppo nella solita buccia di banana ripiena di effetti speciali, e cade pure nella trappola del solito lungo scontro finale con il cattivone, il poco interessante lucertolone interpretato da Rhys Ifans, Lizard, nella cui parte io avrei visto meglio il Re Lucertola in persona, Iggy Pop. Così avrebbero potuto fargli cantare pure il tema di Spider-Man che avrebbe (forse) cancellato dalla mia memoria la Bublé-version.
"Ecco cosa succede a guardare troppe foto di Emma Stone..."
A curare la regia i producer hollywoodiani hanno chiamato il giovane talento Marc Webb, per gli amici anche Marc WWW, segnalatosi come uno dei migliori talenti visivi in circolazione con il suo esordio, lo splendido (500) giorni insieme, LA commedia romantica indie per eccellenza. Un talento che qui svolge diligentemente il suo lavoro e convince parecchio, in particolare nella prima parte come abbiamo detto più realistica e “umana”. Nel finale appare invece meno a suo agio con gli effettoni specialoni e le scenone d’azionona ma vabbè, io mi auguro che questa nel mondo dei blockbuster sia stata solo una parentesi (credo molto remunerativa) e il Webb torni presto a ciò che sa fare meglio: il cinema indie. E a questo proposito il suo prossimo progetto The Only Living Boy in New York potrebbe rivelarsi parecchio interessante.
"Mi avevi detto che era nuda, invece era solo una foto da studentessa porca."
Oltre che un nuovo regista, per questo extreme makeover poco extreme del franchise di Spider-Man serviva naturalmente anche un volto nuovo. A raccogliere il testimone del naturalmente nerdoso Tobey Maguire è il naturalmente geekkoso Andrew Garfield, che insomma l’abbiamo già visto in The Social Network, Non lasciarmi, Parnassus, Leoni per agnelli e ormai più che una rivelazione è una conferma. Nei panni della bella di turno, per rimpiazzare l’irrimpiazzabile Kirsten Dunst hanno ingaggiato Emma Stone, ed è una gran bella scelta. Anche se in versione bionda rende meno che da rossa. Parere non solo estetico-sessuale, ma anche interpretativo: in Easy Girl era fenomenale, qui semplicemente porta a casa la mignpagnotta.
Non manca nemmeno il nemicoamico di turno. Laddove nel precedente James Franco era prima il BFF di Peter e poi ne diventava il rivale, qui le cose vanno al contrario. Flash Thompson/Flash Gordon è interpretato da Chrys Zylka, che abbiamo, o almeno ho, già visto in Kaboom, Shark Night, Piranha 3DD e nella serie The Secret Circle, uno che con quella faccia da bello stronzo è più convincente come cattivone che non come amichetto di Spidey. Ma per sviluppare meglio questo aspetto ci saranno i prossimi capitoli della saga…
"Resisti Spidey, al prossimo film se ce lo fanno fare te la do'..."
Cast e regia funzionano ottimamente, così come tutta la prima parte della pellicola. Il sapore di deja vu è fortissimo, la storia in fondo non è molto cambiata, anzi quasi per nulla, rispetto al primo episodio di Raimi, però il film è su di umorismo e ci sono un paio di scene persino ai limiti della slapstick comedy davvero divertenti. Ci sono pure le scenone giocate su registri più drammatici, quelle più romantiche e tutto è ok. Fino a che non ci si ricorda di essere pur sempre in una pellicola sui supereroi. Nella prima ora ce ne eravamo quasi dimenticati e io ne ero solo felice. Purtroppo l’oretta finale scivola invece in maniera più lenta e noiosa, tra scene action non troppo convincenti e altre menate per fare contenti i fan dei popcorn movies.
Il difetto principale resta pur sempre quello di essere un film del tutto non necessario, di quelli che se avessero aspettato altri 10, 20, 30 anni per fare un nuovo Spider-Man nessuno, o almeno non io, si sarebbe lamentato. Così come nessuno, o almeno non io, si sarebbe lamentato se Michael Bublé non avesse mai cantato il tema di Spider-Man.
Un film inutile, dunque, questo Amazing Spider-Man. Difficile però chiedere molto di più a un film inutile.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com