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lunedì 16 gennaio 2017

The OA, una preghiera a Brit Marling e una riflessione sul finale






The OA
(serie tv, stagione 1)
Creata da: Brit Marling e Zal Batmanglij
Cast: Brit Marling, Emory Cohen, Jason Isaacs, Phyllis Smith, Patrick Gibson, Brendan Meyer, Brandon Perea, Ian Alexander, Scott Wilson, Alice Krige, Sharon Van Etten, Riz Ahmed, Paz Vega



Ave, o mia Brit, piena di grazia nel recitare ma pure nello scrivere
Netflix è con te.
Tu sei benedetta tra le attrici
e benedetto è il frutto del tuo seno a dire il vero non troppo rigoglioso, The OA.

Santa Brit, Madre di questa divina serie,
fai i tuoi movimenti senza senso che sembrano usciti da un balletto di psicopatici spastici per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte e si spera della nostra risurrezione.
Amen.

"Ma come? Aspetto il post di Pensieri Cannibali su The OA da un mese ed è tutto qua???"

martedì 23 febbraio 2016

Brooklyn - Cacciatela voi, un'immigrata così





Brooklyn
(Irlanda, UK, Canada 2015)
Regia: John Crowley
Sceneggiatura: Nick Hornby
Ispirato al romanzo: Brooklyn di Colm Tóibín
Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jessica Paré, Jim Broadbent, Eileen O'Higgins, Julie Walters, Emily Bett Rickards
Genere: migrante
Se ti piace guarda anche: C'era una volta a New York, An Education

Brooklyn è il candidato più sorprendente al titolo di miglior film agli Oscar 2016.
Il più sorprendente? Ne siamo sicuri?
A prima vista sì. In quanti di voi si aspettavano che sarebbe finito in lizza tra le migliori pellicole, preferito a nomi mediaticamente più forti e dati come più probabili dai bookmakers o da siti prestigiosi come Pensieri Cannibali?
Brooklyn ha avuto la meglio su Carol, The Hateful Eight, Inside Out, Star Wars: Il risveglio della Forza, Sicario, Creed - Nato per combattere, Ex Machina, Steve Jobs e The Danish Girl, tanto per dirne alcuni. L'avreste davvero predetto?
Non vedo alzarsi tante manine e quelle che si sono alzate appartengono a persone che, mi sa, stanno barando.

venerdì 10 maggio 2013

SE CORRI COME UN FULMINE, TI SCHIANTI COME… UNA CATAPULTA


"Bene, a 3 euro per vedere il film alla Festa del Cinema ce la posso fare!"
Come un tuono
(USA 2012)
Titolo originale: The Place Beyond the Pines
Regia: Derek Cianfrance
Sceneggiatura: Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder
Cast: Ryan Gosling, Eva Mendes, Ben Mendelsohn, Bradley Cooper, Rose Byrne, Ray Liotta, Bruce Greenwood, Emory Cohen, Dane DeHaan, Mahershala Ali, Anthony Pizza
Genere: mutante
Se ti piace guarda anche: Drive, Point Break, Blue Valentine

Il cinema ai tempi della crisi.
Bella l’iniziativa della Festa del Cinema: dal 9 al 16 maggio si va al cinema con soli €3. E se volete vedervi un film in 3D, cazzi vostri, perché costa €5. Splendida iniziativa, neh, peccato che finisca proprio quando cominciano a uscire i film interessanti… Sarà un caso?
Una soluzione migliore alla crisi la adotta allora Come un tuono. Vai al cinema, pensi di vederti un film solo e invece no, Come un tuono te ne dà 3. Sì, avete capito bene: vi dà 3 film al prezzo di uno e se passate dalla cassa vi restituiscono anche l’IMU e un pacco di popcorn già masticati.

Come un tuono è un film spiazzante. Bene. O male?
Bene, perché per me è sempre bello vedere qualcosa in grado di sorprendermi. Non che sia una pellicola rivoluzionaria, però sa colpire in maniera inaspettata. Più che come un tuono, come un fulmine a ciel sereno.
Male, perché non tutto funziona alla perfezione. Altrimenti staremmo qui a parlare di un capolavoro assoluto e non solo di un film interessante e stimolante. E trovare un film interessante e stimolante non è comunque una cosa da poco. Soprattutto se è triplo.

"Eva, è meglio se non leggi quello che Cannibal ha scritto su di te..."
Film 1
Come un tuono inizia come un tuono, per il pubblico maschile grazie a una scena spettacolosa di moto che girano dentro una palla, anche se detto così può sembrare un po’ ambiguo, e per il pubblico femminile grazie al primo piano degli addominali di Ryan Gosling. Per le sue fans, dev’essere un attacco di film da attacco di cuore un po’ come per me è l’inizio di Lost in Translation con le natiche di Scarlett Johansson.

Riguardo al film, tutti a dire che è uguale a Drive. Sì, ok, c’è Ryan Gosling, ma a parte questo sono giustificati i paragoni che ho sentito provenire numerosi da ogni parte? A me non sembra proprio…
Il protagonista è un tizio di poche parole e anziché con le auto è fissato con le moto, lavora in una specie di officina, è coinvolto in attività di piccola (ma nemmeno tanto piccola) criminalità, ha una mezza storia d’amore con una mamma non tanto single che sta già con un altro uomo (ma Eva Mendes non vale manco un’unghia di Carey Mulligan), ci sono pure le inquadrature alle spalle in tipico Nicolas Winding Refn Gangnam style.
Mmm… ok. Avete ragione. Questo in pratica è un remake di Drive in versione motociclistica. Ma non è che soltanto la prima parte di un film che sa sorprendere. In positivo così come in negativo.

"Eva, non ti piacciono i Metallica? Ascolti solo gli Aventura?"
L’atmosfera è molto anni Ottanta, però ciò non è bene specificato. La prima scena, ambientata in un luna park con un tizio che indossa la maglietta dei Metallica, può essere anni Ottanta per gli USA, ma nella mia merdosa Casale, quando arrivano in città le giostre è tutto all’incirca così pure nel 2013. Quindi non si capisce bene subito l’ambientazione, almeno fino a quando non si sentono le note di “Dancing in the Dark” di Bruce Springsteen e allora lì capisci che è ambientato proprio negli anni ’80. Perché oggi non c’è più nessuno che ascolta quella canzone. Forse giusto il mio blogger Rivale Mr. James Ford

La prima parte corre come un tuono, avvincente e convincente, aiutata dalle musiche realizzate e selezionate da Mike Patton dei Faith No More. Oltre che da un Ryan Gosling che per queste parti da pilota, che sia di auto o di motociclette, sembra nato. Il prossimo ruolo che gli toccherà quale sarà, quello da pilota di nave? Attento Ryan, oggi come oggi è un compito ancor più da spericolati…
E poi che capita? Seguendo la profezia del suo amico portasfiga, chi corre come un fulmine, si schianta come un tuono. Varrà anche per il film?

"Lo so che sono peggiorato, ma lavorare con Jennifer Lawrence stimola
a recitare meglio. E non stimola solo quello..."
DA QUI IN POI: ATTENZIONE SPOILER!!!
Film 2
La parte prima di Come un tuono si conclude con… la morte di Ryan Gosling.
Ma come? C’è gente che ha speso il prezzo del biglietto solo per vedere Luke il Bello, cioè Ryan il Bello, e il regista dopo manco un’ora di film lo fa fuori?
Capita. Nella vita non sempre le cose vanno come ci si aspetta, lo stesso succede per i film. A volte ci si può immaginare una cosa, dal trailer, e poi ce ne si ritrova un’altra. Anche ne Il padrino c’è un cambio in corsa di protagonista tra Marlon Brando e Al Pacino simile alle staffette Baggio/Del Piero con Cesare Maldini. Qualcosa di analogo succede pure nel recente thriller Effetti collaterali, per non parlare di Psyco dove la “protagonista” Janet Leigh scompare pure lei dopo meno di un’ora e Scream, dove l’apparente protagonista Drew Barrymore dura il tempo di una (memorabile) sequenza di appena pochi minuti.

"Eva, ma ti piacciono veramente gli Aventura???"
"Sì, ma mi piacciono anche la bachata, il reggaeton e pure la zumba dance!"
Da qui in poi inizia tutto un altro film, con Bradley Cooper protagonista, e la sensazione è purtroppo proprio quella che la pellicola si schianti come un tuono. Se l’idea del cambio di protagonista, così come anche di registro narrativo, dopo un certo sconcerto iniziale appare valida, la seconda vicenda non regge come interesse e non possiede il fascino della prima parte. (De)merito di un Bradley Cooper tornato su livelli medio-bassi dopo il formidabile exploit ne Il lato positivo, così come di una Rose Byrne per la prima volta incredibilmente sotto tono o di un Ray Liotta stereotipatissimo sbirro bastardo, ma soprattutto di una storia che prende le pieghe della mezza denuncia nei confronti della corruzione dei poliziotti, già vista e fatta meglio in altre pellicole. Una piega sì inaspettata, ma in negativo, che fa abbassare il livello di un film fino ad allora molto promettente.

"Cioè, a Ryan Gosling danno la moto superfiga e a me 'sto scassone di bici?"
Film 3
Se la parte seconda poteva essere ridotta, o anche tagliata del tutto, poi succede qualcosa di inaspettato. Avevi dato il film per spacciato e invece nella terza e ultima parte c’è il colpo di coda. È la parte ggiovane della pellicola, dedicata ai figli dei due personaggi che abbiamo visto nelle precedenti parti. Lo sbruffoncello Emory Cohen, già intravisto in Afterschool, e il cannaiolo Dane DeHaan, il supereroe sui generis di Chronicle. È nello sguardo di quest’ultimo, così come in quello di suo padre Ryan Luke il Bello, che il film, per quanto imperfetto, per quanto con una seconda parte da dimenticare, vive. Quello sguardo di chi è sempre altrove, di chi è sempre in fuga, di chi vive sempre fuori legge.
La sezione numero tre sarà magari meno fascinosa della sezione numero uno, eppure pure questa possiede il suo perché e possiede un finale perfetto, per un film addirittura triplo che non era certo semplice da terminare, e che invece riesce a sorpresa a chiudere il cerchio. What goes around, comes around. Tale padre, tale figlio. Via in moto, verso l’infinito e oltre. Lacrimuccia. Titoli di coda.
(voto 7,5/10)



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