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lunedì 1 luglio 2013

STUDIO ILLEGALE O FABIO VOLO ATTORE ILLEGALE?



Studio illegale

(Italia 2013)
Regia: Umberto Riccioni Carteni
Sceneggiatura: Federico Baccomo, Francesco Bruni, Umberto Riccioni Carteni, Alfredo Covelli
Cast: Fabio Volo, Zoé Félix, Ennio Fantastichini, Nicola Nocella, Marina Rocco, Ahmed Afiene, Isa Barzizza, Erika Blanc
Genere: Fabio Volo movie
Se ti piace guarda anche: qualsiasi altro film con Fabio Volo

Puntuale come le tasse, un’altra discesa in campo di Silvio Berlusconi e una nuova pellicola di Woody Allen, ecco che ogni anno arriva anche il Fabio Volo movie. Capitano disgrazie peggiori, nella vita. Capita anche di meglio, va detto, ma in ogni caso è una cosa che non si può evitare. Oddio, basterebbe non guardarli, ma io non ce la faccio. In fondo, io al Volo voglio bene. In radio la mattina ero solito ascoltarlo, prima che Linus quel birbone lo cacciasse via da Radio Deejay (ma dal prossimo ottobre ritornerà) e quindi ogni tanto mi fa piacere ritrovarlo, come un vecchio amico. Se come conduttore radiofonico se la cava ottimamente, a livello recitativo non si può purtroppo dire lo stesso. Vederlo in una pellicola fa un po’ l’effetto di andare a trovare sì un vecchio amico, solo un vecchio amico finito in ospedale. Non proprio un’esperienza delle più piacevoli. Come scrittore non lo so, non l’ho mai provato ma, a sentire i suoi detrattori più accaniti, l’esperienza potrebbe essere paragonabile alla visita di un vecchio amico, al cimitero.

La variante fabiovolesca della collezione di farfalle...
Fatto sta che, ancora una volta, ho ceduto a vedere un film con Fabio Volo. Veramente non ne ho visti poi tantissimi, giusto La febbre e il recente Il giorno in più. Pur non avendo tutta questa dimestichezza con Fabio Volo attore (ho usato davvero questa parola?), ho dimestichezza con Fabio Volo uomo e anche in Studio Illegale interpreta una variante di se stesso. In questo caso, la variante avvocato.
...però stranamente funziona.
A inizio pellicola, Fabio Volo è uno davvero stronzo. Misogino, superficiale, pensa solo al lavoro e persino quando il suo collega, quello con cui condivideva lo stesso ufficio, si suicida, lui non fa una piega. Uh, un personaggio senza morale, che non si fa scrupoli, un vero duro.
Arriva la prima bella passerona francese (Zoé Félix, già vista in Giù al Nord e Captifs), avvocatessa di uno studio illegale legale rivale, e il Volo stronzo è già un ricordo. In men che non si dica, si trasforma in un tenerone innamorato che manco nelle fantasie perverse di Moccia o di Stephenie Meyer si vedono robe del genere. È vero che l’amore cambia le persone, però un passaggio così repentino, e nel giro di un paio di minuti di pellicola, appare davvero campato per aria. Persino all’interno della finzione di un film e persino per gli standard di un Fabio Volo movie.
La cosa più preoccupante è che questo movie non è nemmeno tratto da un romanzo dello stesso Volo come il precedente Il giorno in più, bensì è ispirato a… un blog. Ebbene sì. Chiunque abbia un blog e chiunque scriva in generale desidera che un giorno le sue parole si trasformino in un film, magari non con Fabio Volo, ma mica si può avere tutto dalla vita. A Federico Baccomo (conosciuto anche con l’alias Duchesne) e al suo blog Studio Illegale è capitato prima di trasformarsi in un libro e poi addirittura in un film. L’impronta “blogghesca” si sente soprattutto nella prima parte della pellicola, in cui abbiamo una serie di sequenze (più o meno) divertenti e (più o meno) veloci sulla vita all’interno di uno studio legale gestito da un branco di spietati avvocati, poi però non c’è niente da fare. Il tutto si trasforma nella storia di un scapolo irriducibile che alla fine cede all’amore. Insomma, il classico Fabio Volo movie.

"Voto 4? Beh, dai, poteva andarci peggio..."
Ci sono pochi attori che imprimono alle pellicole che interpretano un’identità tanto precisa. A Fabio Volo riesce. Per questo aspetto, possiamo considerarlo un po’ il Tom Cruise italiano. Salvo qualche eccezione, se c’è lui, sai già che film e che genere di personaggio aspettarti. Con la piccola differenza che Tom Cruise è, checché i detrattori ne dicano, un grande attore, mentre Fabio Volo è…
Fabio Volo è uno che ci prova, a fare l’attore. È uno che ha coraggio, a spacciarsi attore.
C’è poi un’altra piccola differenza tra i due: almeno fino a qualche annetto fa, Tom Cruise girava ottimi film con ottimi registi, mentre Fabio Volo si è fatto dirigere per questo Studio illegale da Umberto Riccioni Carteni che, con tutto il rispetto, non mi sembra sia un Paul Thomas Anderson o uno Stanley Kubrick. Su tutta la pellicola ci sono quindi un paio di ombre. Uno è lo stile registico da spot televisivo, nemmeno di quelli belli, e qui la colpa è del Riccioni Carteni, e poi c’è l’altra ombra, vistosissima: Fabio Volo.
Questo è il tipico Fabio Volo movie. Prendere o lasciare.
Lasciate, vero?
(voto 4/10)



giovedì 30 dicembre 2010

I miei film dell'anno 2010 - n. 40 Mine vaganti

E ora… la classifica dei miei films dell’anno. Essendo una chart personale non segue unicamente le maledette e spesso misteriose logiche della distribuzione cinematografica nazionale, ma oltre ai film usciti sul suolo italiano al cinema o in home video comprende anche pellicole arrivate solo su Internet negli ultimi 12 mesi e rese comprensibili grazie ai sottotitoli forniti dai sempre preziosi idoli di siti come Italian Share o Italian Subs Addicted.
Se vi interessa, potete dare una sbirciata alla classifica del 2009.

Mine vaganti
(Italia)
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Riccardo Scamarcio, Ennio Fantastichini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Carolina Crescentini
Genere: commedia gay
Se ti piace guarda anche: The Kids Are All Right, Diverso da chi?, A single man

Trama semiseria
In un paesino del Salento Riccardo Scamarcio medita di fare coming out con il suo padre imprenditore vecchio stampo. Il fratello Alessandro Preziosi lo batterà però sul tempo… Il loro coming out sarà di natura sessuale oppure confesseranno entrambi i vergognosi trascorsi (3 metri sopra il cielo per Scamarcio, Elisa di Rivombrosa per Preziosi)?

Pregi: si ride, si piange, si riflette e insomma ci sono tutti gli ingredienti per un riuscito commedio-dramma all’italiana
Difetti: qualche eccessivo stereotipo sull’Italia del Sud ed Elena Sofia Ricci la rispedirei volentieri ai Cesaroni

Attori cult: Alessandro Preziosi, rivelazione inattesa, e un esilarante e fantastico Ennio Fantastichini
Scena cult: gli amici gay di Scamarcio che si fingono etero doc
Canzone cult: “50 mila”, Nina Zilli

Leggi la mia RECENSIONE

giovedì 8 luglio 2010

Mine antiomo

Mine vaganti
(Italia, 2010)
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Riccardo Scamarcio, Ennio Fantastichini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Carolina Crescentini

Normalità, che brutta parola.

L’incipit con Carolina Crescentini in versione Sposa sembra portare in direzione Kill Bill, ma è solo un’illusione. Mine Vaganti racconta tutta un’altra storia, non di vendetta ma di convivenza. Convivenza con i pregiudizi anti omo che nella Puglia di Nicky Vendola sono ancora ben vivi, o almeno così ci mostra (credo non andando molto lontano dalla realtà) Ozpetek, al suo film (probabilmente) più personale e sentito e per fortuna anche quello scritto e girato con un maggiore e delizioso tocco di leggerezza.
Il regista turco-italiano stavolta lascia a casa le pesantezze melò (e soprattutto l’irritante recitazione nervosa accorsiana) di Le fate ignoranti, scoprendo che si può emozionare di più con un sorriso sulle labbra, in un film sulle false apparenze e su tutto ciò che ci sta dietro.

Come può reagire un uomo vecchio vecchissimo stampo, nonché padre padrone di un prestigioso pastificio del Salento, alla notizia che suo figlio è gay? Con un bell’infartino, è ovvio. E con l’espulsione del figlio non solo dalla famiglia, non solo dall’azienda, ma da tutta il suo regno! Se poi dovesse scoprire che pure l’altro suo figlio maschio è “ricchione”, quello ci resta subito secco. E così il buon Scamarcio decide di reprimere i suoi istinti di outing e i suoi sogni di carriera come scrittore e prova a condurre un’esistenza “normale” tirando avanti l’azienda di famiglia.
Quando da Roma arrivano a sorpresa gli amici (tutti spudoratamente gay) di Scamarcio, il film ha quindi il suo vertice comico assoluto, con una serie di gag che a Will & Grace fanno una sega (non intendo letteralmente). Per fortuna però non ci troviamo di fronte solo a una serie di macchiette divertenti, ma a un film davvero sentito, con molta Italia dentro e che convince in pieno anche nell’ottimo finale.

Dalla sua, Ozpetek fa una sapiente scelta di canzoni (50 mila lacrime e Pensiero stupendo decorano due splendide scene) e sfoggia anche un cast in stato di grazia, con un bravo Scamarcio, dei bravissimi Alessandro Preziosi e Nicole Grimaudo (chi l’avrebbe detto?) e un fantastico Ennio Fantastichini, nei panni esilaranti del padre omofobico. Applausi per lui, mentre gli unici dubbi li fa venire Elena Sofia Ricci, una che stava bene giusto nei Cesaroni. D’altra parte un buon regista sa tirare fuori il meglio dai proprio attori, ma di miracoli non ne può fare. Anche se forse Quentin…

Così eccoci arrivati alla fine di questo post, anche se “Gli amori impossibili non finiscono mai. Sono quelli che durano per sempre.” E le mine vaganti sono sempre in agguato.
(voto 8)

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