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lunedì 16 luglio 2018

Alicia Vikander + Eva Green = Euphoria? No, Euthanasia





Euphoria
Regia: Lisa Langseth
Cast: Alicia Vikander, Eva Green, altra gente tipo Charlotte Rampling, Charles Dance, Mark Stanley


Alicia Vikander ed Eva Green hanno girato un film insieme che si intitola Euphoria.
Livello di Euphoria 😃😃😃😃😃😃😃😃


Alicia Vikander ed Eva Green nel film hanno la parte di due sorelle.
Livello di Euphoria 😁😁😁😁😁😁😁😁😁😁

giovedì 1 marzo 2018

La passera rossa, la donna uccello, più gli altri film non volanti della settimana




Meglio Jennifer Lawrence in versione bomba sexy spia russa, o Saoirse Ronan in versione Greta Gerwig?
O forse Emmanuelle Seigner ed Eva Green che si fanno?
Perché scegliere per forza? Questa settimana meglio prendere tutto ciò che di buono i cinema italiani hanno intenzione di regalarci, ed è tanta roba.
Per commentare queste affascinanti uscite nella nuova puntata della rubrica condotta da me e dal mio poco affascinante "collega" Mr. James Ford, visto che siamo in vista degli Oscar abbiamo chiamato Gabriele La Spina, uno dei due co-creatori di Awards Today, sito di informazione cinematografica molto competente e ben scritto che, come si può evincere dal titolo, è specializzato in particolare nei premi. Quindi, quale ospite più gradito di lui, a parte Jennifer Lawrence o Saoirse Ronan, o Emmanelle Seigner insieme a Eva Green?


Red Sparrow
"C'è gente che mi ha criticata perché in questo servizio fotografico appaio troppo svestita.
Questo significa che c'è gente che sta messa peggio di Ford, ve ne rendete conto?"

lunedì 19 dicembre 2016

Miss Peregrine – La poco speciale casa dei ragazzi speciali






Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali
(USA, UK, Belgio 2016)
Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: Jane Goldman
Ispirato al romanzo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine di Ransom Riggs
Cast: Asa Butterfield, Eva Green, Ella Purnell, Terence Stamp, Chris O'Dowd, Samuel L. Jackson, Rupert Everett, Judi Dench, Allison Janney, Finlay MacMillan, Lauren McCrostie
Genere: burtonesco
Se ti piace guarda anche: la saga di Harry Potter, la saga degli X-Men


Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali vede come protagonista un ragazzino che, dopo la morte dell'amato nonnino, anziché fare come un ragazzino in lutto qualunque, ovvero piangere oppure sperperare l'eredità, decide di andare a riscoprire il suo misterioso passato. Dopotutto si tratta pur sempre di un film di Tim Burton e quindi il protagonista non può comportarsi in maniera troppo normale. L'oscuro passato lo porta fino in Galles, dove riesce a trovare La casa dei ragazzi speciali in cui il nonno è cresciuto, ed è ancora tutto com'era ai suoi tempi. Com'è possibile?
Miss Peregrine, la babysitter-tutrice dei ragazzi speciali, ha creato un loop.
Che cos'è un loop?
È una cosa che si ripete sempre uguale.

domenica 26 ottobre 2014

SHAILENE WOODLEY PORTA SFIGA PERÒ HA DELLE BELLE TETTE





White Bird in a Blizzard
(USA, Francia 2014)
Regia: Gregg Araki
Sceneggiatura: Gregg Araki
Tratto dal romanzo: White Bird in a Blizzard di Laura Kasischke
Cast: Shailene Woodley, Eva Green, Christopher Meloni, Shiloh Fernandez, Gabourey Sidibe, Mark Indelicato, Thomas Jane, Angela Bassett, Sheryl Lee, Dale Dickey, Jacob Artist
Genere: 80s
Se ti piace guarda anche: Mysterious Skin, Donnie Darko

Ci sono due cose garantite quando ci si appresta a vedere un film/serie tv con Shailene Woodley.
Non mi riferisco alle sue tette. Quelle si possono ammirare soltanto in quest'ultimo White Bird in a Blizzard. Dopo tante parti in cui fa la parte della tipa timorata di Dio, qui finalmente si mostra con le zinne di fuori, per la prima volta, e c'è da dire che ha delle tette proprio belline, né troppo piccole, né troppo grosse. Insomma “Fantastiche, cazzo!” come dice Thomas Jane nella pellicola.
Sono allora altre due le cose garantite quando ci troviamo di fronte a un prodotto con Shailene.
La prima è la sfiga.

lunedì 6 ottobre 2014

SIN CITY – UN PAIO DI TETTE PER CUI UCCIDERE





Sin City – Una donna per cui uccidere
(USA, Cipro 2014)
Titolo originale: Sin City: A Dame to Kill For
Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Frank Miller
Cast: Mickey Rourke, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Eva Green, Jessica Alba, Bruce Willis, Rosario Dawson, Christopher Meloni, Juno Temple, Powers Boothe, Dennis Haysbert, Jeremy Piven, Ray Liotta, Jamie Chung, Jaime King, Julia Garner, Christopher Lloyd, Marton Csokas, Jude Ciccolella, Alexa Vega, Lady Gaga
Genere: fumettoso
Se ti piace guarda anche: Sin City, Spirit, Gotham



La recensione cannibale

Sin City – Una donna per cui uccidere è stato il super mega floppone dell'estate americana. Costato $60 milioni, in patria sta facendo fatica a raggiungere quota $15 milioni e nel weekend d'apertura è riuscito a mala pena a entrare nella Top 10 dei film più visti, nonostante la totale assenza di grandi concorrenti. Perché un tonfo così clamoroso?
Per prima cosa, va detto che Robert Rodriguez non è che sia sempre una garanzia al box-office. Già la poco riuscita operazione Machete Kills doveva fargli fischiare le orecchie in tal senso.
Un altro motivo va secondo me ricercato anche nel tempismo. Il tempismo è tutto nella vita e questo Sin City 2 è giunto nel momento probabilmente meno propizio. Dal primo capitolo del 2005 è passato troppo tempo per poterne sfruttare l'hype e allo stesso tempo ne è passato troppo poco perché si possa parlare di riscoperta vintage.
Il problema fondamentale sta però probabilmente nella natura intrinseca del film stesso. Sin City 1 era un cult movie wannabe, ma non era un cult movie vero e proprio. A livello visivo rappresentava qualcosa di nuovo e di davvero fico, un modo di usare la computer grafica per realizzare un cine-fumetto folgorante, anni luce più avanti di quanto visto prima di allora e che avrebbe aperto la strada a 300 e cloni vari. Peccato soltanto che nell'anno 2014 una pellicola girata in questa maniera non faccia più notizia e la sua indubbia bellezza estetica finisca di affascinare dopo appena pochi minuti.
Una volta che viene a mancare l'effetto “WOW!” della realizzazione tecnica del film, Sin City – Una donna per cui uccidere lascia di fronte a ciò che è veramente, e che forse già il primo Sin City era: una pellicola vuota. Terribilmente vuota.

martedì 26 agosto 2014

JAMES BOND, LA SPIA CHE ARRIVAVA IN EDICOLA





Il mio nome è Kid. Cannibal Kid. La mia missione di oggi non è quella di agire sotto copertura e non è quella di nascondere qualcosa. Oggi vi faccio la spia riguardo a un’iniziativa molto intrigante in arrivo nelle edicole di tutta Italia nei prossimi giorni grazie alla collana di DVD “007 James Bond Collection”, proposta in allegato con La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera e che potete trovare anche sullo Store Gazzetta.
Il primo appuntamento previsto il 27 agosto è dedicato a Skyfall, la pellicola più recente della serie con Daniel Craig nei panni della spia al servizio di Sua Maestà la Regina. Un ottimo action movie che, nonostante la mia diffidenza iniziale, è riuscito a convincere persino me. E non solo per merito del tema sonoro da Oscar cantato da Adele, ma perché è un film che nel suo genere funziona alla grande.

Dopo l’avvincente Skyfall, sarà quindi il turno delle altre pellicole dedicate a 007. 24 DVD che offrono un’occasione perfetta per ripercorrere le gesta di James Bond sia per chi, come me, fino a pochi mesi fa ne era sempre stato a digiuno e ha quindi bisogno di lezioni di recupero sul personaggio, sia per chi invece è già un fan della serie e aspettava il momento giusto per collezionare i vari films, da Missione Goldfinger a Mai dire mai, passando per GoldenEye, Casino Royale e La spia che mi amava.
Un appuntamento da non mancare per decidere finalmente chi è stato il miglior Bond di tutti i tempi: Sean Connery, Roger Moore, Daniel Craig, Pierce Brosnan, Timothy Dalton o George Lazenby?
Ma soprattutto, cosa ancora più importante, qual è stata la Bond girl più sexy tra tutte?
C’è chi dirà Ursula Andress, e mica a torto. C’è chi preferisce Halle Berry, Jane Seymour, Barbara Bach, Corinne Cléry, Carole Bouquet, Famke Janssen, Teri Hatcher, Denise Richards, Sophie Marceau, Rosamund Pike, Olga Kurylenko, Gemma Arterton o la più recente Bérénice Marlohe.
La mia preferita è invece un’altra: Eva Green in Casino Royale. E la vostra?

martedì 25 settembre 2012

Tim (Burton) Tribù

"Tenetemi incatenato, che se no mi scappa un'altra Deliranza!"
Dark Shadows
(USA 2012)
Regia: Tim Burton
Cast: Johnny Depp, Bella Heathcote, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Chloe Grace Moretz, Jonny Lee Miller, Jackie Earle Haley, Gulliver McGrath, Christopher Lee, Alice Cooper
Genere: burtoniano
Se ti piace guarda anche: La famiglia Addams, Beetlejuice - Spiritello porcello, Sweeney Todd, Dark Shadows (serie tv)

Luci e ombre.
Per un film che si intitola Dark Shadows, ci si aspetterebbero più ombre. E infatti è così.
Però partiamo dalle luci: Dark Shadows non fa schifo. Non è una porcheria come Alice in Wonderland. E qui possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il film è ad anni luce di distanza dai capolavori di Tim Burton, ovvero Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas e Big Fish. Nemmeno riesce a infilarsi nella seconda fascia, quella di suoi altri grandissimi film come Mars Attacks!, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow e La sposa cadavere. Diciamo che Dark Shadows scivola molto più in basso, all’interno della mia classifica burtoniana ideale, e oltre al terrificante Alice supera giusto il suo non richiesto remake de Il pianeta delle scimmie.
Non è tanto, ma è qualcosa per intravedere un segnale di miglioramento. Almeno, qui Tim Burton sembra essersi divertito come un bambino in un parco giochi. Sebbene di certo si sia divertito più lui degli spettatori. Il suo Alice in Wonderland invece non era stato un viaggio nel paese delle meraviglie probabilmente nemmeno per lui, quanto piuttosto un compitino sterile svolto per la Walt Disney Productions. Il legame con la casa di Topolino prosegue anche in questa pellicola, però questa volta il bilanciamento Burton-Disney volge un po’ più a favore del primo, così come dovrebbe capitare anche nel suo prossimo Frankenweenie. Sebbene il fatto che sia ispirato a un suo cortometraggio del 1984 fa sentire puzza di idee riciclate all’orizzonte.

"Che pizza: Tim Burton vuole farci rivedere Alice in Wonderland!"
Per quanto non si possa ritenere una pellicola riuscita, se non altro Dark Shadows permette allora a Burton di rimettere la testa fuori dall’ombra Disney e di mostrare le caratteristiche tipiche del suo cinema. All'interno della casa della pellicola c’è infatti un sacco di Burton, pure troppo. Che il regista dark per eccellenza con Dark Shadows abbia rischiato di diventare una parodia di se stesso?
Il rischio in qualche scena lo corre, soprattutto quelle in cui Johnny Depp versione vampiro gigioneggia ancora più del suo solito. Eppure nel complesso il rischio di scadere nel ridicolo - leggi Deliranza - è qui scampato. Molto bene, allora?
Eh no, perché laddove il film non cade nel penoso e nel ridicolo, allo stesso tempo non accende mai un vero interesse. Se Alice in Wonderland generava più che altro disgusto e ribrezzo, Dark Shadows lascia parecchio indifferenti.
Quale delle due cose è peggiore?
Per un regista spesso estremo e kitsch, forse la seconda.

"Tranquilla Chloe, lo fermo subito io!"
Qualche luce è comunque presente. Due, in particolare: Chloe Moretz ed Eva Green.
Chloe “Hit-Girl” Moretz, dopo la spenta parentesi scorsesiana di Hugo Cabret, pure qui si è trovata a lavorare con un mostro sacro del cinema. Anche in questo caso ben lontano dal suo apice. Se Dark Shadows è più o meno sullo spento livello dell’ultimo film di Martin Cabret, qui almeno la giovanissima Moretz sa illuminare la scena, nelle purtroppo pochissime scene in cui compare. Il suo personaggio della teen ribelle e rockettara è quello potenzialmente più interessante, peccato sia sfruttato male dal confusionario Burton.

L’altra star del film, anzi la star principale e indiscussa del film è Eva Green. In versione strega bionda, la Eva si inserisce alla perfezione nella tradizione delle femme fatale burtoniane, raccogliendo il testimone dalla Kim Basinger di Batman, dalla Micetta Pfeiffer di Batman - Il ritorno, dalla Patricia Arquette di Ed Wood, dalla Alison Lohman di Big Fish, dalla Lisa Marie di Mars Attacks!, della Christina Ricci de Il mistero di Sleepy Hollow e mi scuso personalmente con qualunque altra abbia dimenticato.
Cattiva e sexy allo stesso tempo, la Green è la luce verde del film, l’elemento catalizzatore dell’attenzione di una pellicola per il resto stanca e stancante, ferma come l'ispirazione di Burton alla luce gialla del semaforo.

Il problema di Dark Shadows non sta comunque certo negli attori. Johnny Depp non è alla sua migliore intepretazione burtoniana, ma almeno riesce a far dimenticare orrori recenti come The Tourist e il cappellaio matto del già più volte menzionato Alice in Wonderland.
Discorso analogo per altre aficionados del regista come Helena Bonham (ma non troppo bona) Carter e Michelle Pfeiffer, pure loro non ai loro massimi eppure più che valide nelle loro interpretazioni.
Un plauso poi allo spaventoso Jackie Earle Haley, recente Freddy Krueger, uno che con quella faccia non poteva non essere convocato da Burton, mentre il trainspottinghiano Jonny Lee Miller resta troppo nelle shadows e l’emergente quasi esordiente totale Bella Heathcote è la tipica bellezza burtoniana, ma come attrice può e deve maturare ancora parecchio.


"In radio c'è un pulcino, in radio c'è un pulcino...
Hey, non è che il gobbo m'ha messo il testo della canzone sbagliata?"
Luci più che ombre arrivano pure dalla colonna sonora. Davvero belli la maggior parte dei pezzi, in particolare Nights in White Satin dei Moody Blues suonata in apartura, che illude di poterci trovare di fronte a un nuovo cult burtoniano. Così non sarà e si rivelerà solo un’illusione. Un’illusione sonora.
Niente male anche Iggy, Elton John, Percy Faith, Carpenters e i Killers sui titoli di coda. E pure un redivivo Alice Cooper in Wonderland fa la sua apprezzabile comparsata, non solo musicale, bensì proprio a livello fisico, con un cameo.

Il problema di Dark Shadows non sta nemmeno nei personaggi. I personaggi, bene o male, ci sono. Qualcos’altro invece manca del tutto.
Dove sono la storia, dove sono gli sviluppi, dov’è il film?
Dark Shadows si ispira a una serie tv. E si vede. Sembra infatti l’episodio pilota per un remake del telefilm anni '60/'70. Un episodio in cui ci vengono presentati i personaggi, in cui si intravedono i conflitti e le possibili relazioni tra di loro. Solo che un episodio pilota non è una pellicola completa.
Dark Shadows lascia così con l’impressione di aver assistito a un anticipo, a un antipasto. Solo che io sto ancora attendendo che il film, quello vero, cominci.
(voto 6/10)

martedì 10 luglio 2012

Womb: L’attacco dei cloni e... delle MILF

Womb
(Germania, Ungheria, Francia 2010)
Regia: Benedek Fliegauf
Cast: Eva Green, Matt Smith, Hannah Murray, Natalia Tena, Lesley Manville, Peter Wright
Genere: materno
Se ti piace guarda anche: Ricky - Una storia d’amore e libertà, La pelle che abito, Another Earth

Con Womb, Eva Green ridefinisce il concetto di M.I.L.F., acronimo che per quei due o tre che ancora non lo sanno significa Mother I’d Like to F**k.
Detto così, si potrebbe pensare a un capolavoro ed era proprio ciò che pure io mi attendevo. Sarà per le aspettative troppo alte, sarà che questa non è assolutamente una visione estiva, ma la delusione è stata davvero cocente. Più di una giornata al sole senza crema protettiva e senza ombrellone.
Personalmente questo film non lo consiglio, ma se proprio volete vederlo (d’altra parte è difficile dire no alla visione di Eva Green), il momento ideale per recuperarlo credo sia l’autunno/inverno. Womb non va bene per l’estate, è un film dal ritmo troppo lento e riflessivo, per definirlo in maniera gentile quando il termine più appropriato sarebbe invece: “noioso”.
A me piacciono anche i film lenti, o “noiosi” per qualcuno. Dico solo: Somewhere di Sofia Coppola.
Però in Womb questa lentezza si fa davvero estenuante minuto dopo minuto. Quella di adottare ritmi blandi è una scelta narrativa negli ultimi tempi parecchio in voga. Si prenda la serie tv Breaking Bad. Solo che lì la lentezza, la calma è solo apparente e sempre pronta a esplodere in momenti di puro delirio, follia, violenza, o comunque in qualcosa. Womb adotta una tecnica simile. Accumula tensione su tensione che a un certo punto dovrebbe scatenarsi. E invece niente. Sì, c’è qualche sclero ogni tanto, ma niente di troppo coinvolgente/sconvolgente.
E pensare che pure lo spunto presentato dalla pellicola non sarebbe davvero niente, proprio niente male.

"Che solleone! Meglio non scoprirsi troppo che se no ci scottiamo..."
ATTENZIONE SPOILER
L’attacco è da storia di formazione. Un bimbo e una bimba, Rebecca e Thomas, si frequentano, si piacciono, e come accade spesso a quell’età tutto si risolve in un nulla di fatto. Avranno sì e no dieci anni o qualcosa del genere, pretendete mica che facciano già “roba”?
Lei poi si trasferisce in Giappone, mentre lui resta nel suo deprimente paesino: inglese, tedesco, ungherese come il regista del film? Dove sia ambientata la pellicola, non l’ho capito. Poi passano gli anni, ne passano molti, e lei fa ritorno in patria.
Qui diventa una classica storia d’amore. Bella, anche. Romantica, pure. Una volta che si sono ritrovati, i due diventano inseparabili e sembrano pronti per iniziare la loro vita insieme. Quand’ecco che un incidente spezza i loro sogni insieme alla vita di lui.
Fino a qui, tutto bene. Per il film, almeno. Per Thomas un po' meno.
Quindi, arriva la svolta fantascientifica: il mondo rappresentato dalla pellicola sembra esattamente come il nostro, invece è leggermente distopico. Tutto è come lo conosciamo, tranne un piccolissimo particolare: la clonazione a quanto pare in questo mondo è legale. Rebecca decide allora di portare in grembo (il womb del titolo) un bambino che non è il figlio del suo amato Thomas, è prorio il clone di Thomas.
Fino a qui, una pellicola molto lenta, però anche avvincente.

"Ammazza che pistolino piccolo! Ma perché non ho clonato Rocco Siffredi?"
Da qui in poi, la sceneggiatura prende però la strada pericolosa della tematica incestuosa. Il complesso di Edipo presentato è molto particolare. Potremmo considerarlo un complesso di Edipo al contrario, visto che è la mamma che vorrebbe farsi il figlio: S.I.L.F., Sons I’d Like to F**K. Però il complesso qui è ancora più complesso: il figlio Tommy, nonostante abbia una relazione con Hannah Murray (la “pazza” delle prime due stagioni della serie British Skins), un pochino pure lui vorrebbe farsi sua mamma. In fondo, chi non vorrebbe farsi Eva Green?
Se nel complesso Edipo uccide il padre, qui però il padre e già morto ed è lui, il padre, reincarnato sotto forma di clone.
Capito qualcosa? No? Beh, è un gran casino, da cui la sceneggiatura del film ne esce con le ossa rotta, scivolando nella parte finale nelle tentazioni pruriginose della tematica incestuosa e ruzzolando sempre più giù. Per questo aspetto, più che altri splendidi esempi di fantascienza umanistica come Gattaca, Another Earth o Melancholia, mi ha ricordato Ricky - Una storia d’amore e libertà di Francois Ozon e pure La pelle che abito di Pedro Almodovar, allo stesso modo film non privi di spunti interessanti, tutt’altro, però incapaci per quanto mi riguarda di non cadere nella trappola del ridicolo involontario. Se però non vi sembrano ridicoli, è probabile che li apprezziate tutti e tre, e parecchio anche, ed è probabile che vi innamorerete di questa storia d’amore impossibile che riecheggia, almeno nelle intenzioni dell’autore, il mito di Orfeo ed Euridice. Peccato che a me, sempre per rimanere in tema mitologico, abbia invece fatto finire tra le braccia di Morfeo.

Womb è come un parto finito male. Dopo 9 mesi di attesa snervante, riempiti da buone aspettative a da un’ottima interpretazione di Eva Green, quello che ne è uscito fuori dal suo grembo è un feto morto.
(voto 5/10)

lunedì 11 giugno 2012

Euro 2012: Francia VS Inghilterra, Ucraina VS Svezia

Recupera la giornata 1 (Polonia – Grecia, Russia – Repubblica Ceca)
Recupera la giornata 2 (Olanda – Danimarca, Germania – Portogallo)
Recupera la giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)

"Hey, bei maschioni. Sapevo che eravate nudi e sono subito venuto a salutarvi!"
Gruppo D
Francia – Inghilterra
Ore 18:00

Big Match, cazzo, tra le mie due nazioni preferite.
Pardon, Italia. Sorry, Italia. Scusami, Italia. Fottiti, Italia.
Storicamente, da che ho raggiunto l’età della ragione (cioè non ancora) il mio tifo è sempre andato all’Inghilterra, però la crescente passione per il cinema francese potrebbe aver cambiato gli equilibri.
E allora partiamo con la sfida proprio a livello cinematografico.
Entrambe le nazioni tirano fuori i grossi calibri: La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli per la Francia e Shame di Steve McQueen per l’Inghilterra.
Due dei film più incredibili degli ultimi tempi. Del tutto diversi. Uno punta sull’emotività e sul sorriso per un tema drammatico come il cancro, l’altro punta sulla freddezza e sulla drammaticità per un tema che potrebbe essere leggero come il sesso. Due pietre miliari del cinema odierno e… vanno a segno entrambi.
Pronti, via, è subito 1 – 1. Che partita, amisci!

Per le pupe locali, è sfida tra… supertettone!
Ebbene sì, oggi va così.
Da un lato del ring, le pere, pardon lo sguardo di Eva Green, di recente in Dark Shadows e in Perfect Sense.


Nell'altro angolo, le minne, sorry la personalità della modella e attrice Kelly Brook.


Chi ha la meglio?
Eva Green, se non altro per le sue ottime doti non solo fisiche ma anche recitative.
Con tutto il rispetto per Kelly Brook e la sua interpretazione molto fisica nello spassoso Piranha 3D.

La Francia passa dunque in vantaggio, ma l’ultima sfida è dura per i transalpini contro i maestri inglesi: la musica.
Per la Francia arrivano gli M83 e mettono a segno una rete pazzesca con il loro nuovo video "Reunion".


Per l’Inghilterra non c’è che l’imbarazzo della scelta, a livello musicale. Per rappresentare al meglio lo spirito nazionale, anziché qualche vecchia gloria stile concerto per il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta, arriva PJ Harvey, autrice dello splendido album “Let England Shake”, con cui l’Inghilterra si scuote e va a segno.


Ma ormai è troppo tardi, l’imparziale arbitro cannibale fischia la fine dello scontro, a sorpresa vinto dai cugini francesi. C’est pas possible e invece è successo davvero!

Risultato cannibale: Francia – Inghilterra 3 – 2
Grandissima partita che ha visto una Francia in formissima andare a segno con Valérie Donzelli, Eva Green e M83. Buona gara anche per gli inglesi, a segno con Steve McQueen e PJ Harvey, ma non è bastato.

Gruppo D
Ucraina – Svezia
Ore 20:45

Dopo il pareggio della Polonia, esordisce anche l’altro paese ospitante, l’Ucraina.
Un paese pacifico, che ci tiene molto a far bella figura con il resto del mondo e, in vista dei campionati europei di calcio, ha deciso di ripulire letteralmente le strade da gatti e cani randagi, con un vero e proprio genocidio animale.


Ma mettiamo da parte questa terribile questione e torniamo a occuparci di cazzate.
L’Ucraina non può certo vantare, a parte un rapporto amichevole con gli animali, una florida scena cinematografica. Tra le attrici di origini ucraine, troviamo però Mila Kunis. La fenomenale Mila Kunis de Il cigno nero, che mette a segno una rete per la formazione ucraina.
A rappresentare la bellezza ucraina, troviamo invece… Mila Kunis.
Ed è un clamoroso uno-due che porta la formazione in vantaggio per 2 – 0.


La reazione dei vichinghi svedesi non si fa però attendere ed è veemente. Non demente come me.
Gli svedesi ci provano da tutte le parti, con ben tre conclusioni cinematografiche: quelle della saga di Uomini che odiano le donne. Dei tre tentativi, soltanto il primo si infila in rete, visto che i due seguiti La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta sono davvero scarsi e vanno a finire ben lontani dalla porta.

La Svezia accorcia quindi sul 2 – 1 e si gioca la sua carta tradizionalmente forte, quella delle bellezza femminile. Per farlo, non punta su qualche giovane sgallettata d’oggi, bensì sulla Anita Ekberg de La dolce vita e pareggia i conti.


Passiamo alla sfida musicale. La Svezia questa volta gioca la carta della novità dell’ultim’ora, i Miike Snow, gruppo di indie electro pop bello gelido swedish-style fresco autore dell’ottimo album Happy To You.


L’Ucraina risponde con quella che è un po’ l’unica band locale nota, i Gogol Bordello.


Bravi nel loro genere gypsy punk, però non mi sono mai sembrati fenomenali… Il gol musicale è per la Svezia, che passa quindi in vantaggio.

Ma attenzione, perché non è finita. La Svezia allunga con l’attore Alexander Skarsgard, tra i protagonisti della quinta stagione di True Blood appena partita negli USA.


Risultato cannibale: Ucraina – Svezia 2 – 4
La Svezia trionfa e vendica così i maltrattamenti animali da parte dell’Ucraina. Non basta Mila Kunis, capocannoniera di quest’Europeo cannibale con una straordinaria doppietta, gli svedesi fanno poker con Uomini che odiano le donne, Anita Ekberg, Miike Snow e Alexander Skarsgard.

martedì 14 febbraio 2012

Perfect Sense: chi vivrà, vedrà

So che starete pensando: oggi è San Valentino e Cannibal Kid per fare l’alternativo, l’anticonvenzionale dei miei coglioni di turno, ci propone un film catastrofico che non c’entra una mazza.
E invece no. Invece faccio il convenzionale con un film che, a suo modo, è tra le pellicole più sentimentali e più belle, e più sentimentalbelle, viste negli ultimi tempi.
Non un film perfect, ma un Perfect Sense.
(in Italia naturalmente non è ancora uscito, né è al momento previsto)

Perfect Sense
(UK, Svezia, Danimarca, Irlanda 2011)
Regia: David Mackenzie
Cast: Ewan McGregor, Eva Green, Ewen Bremner, Connie Nielsen, Stephen Dillane
Genere: apocalypse love
Se ti piace guarda anche: Le forze del destino, Another Earth, Beginners, Contagion

Un film su un’epidemia? Il ricordo viaggia veloce verso il recente Contagion.
Oddio, infettatemi con un virus letale piuttosto, ma non fatemi rivivere un’altra visione di quel tipo…
E invece per fortuna questa è un’altra storia. E invece Perfect Sense non è il solito film catastrofico girato con lo scopo di farci prendere strizza e basta, di farci ricordare che il 21 dicembre 2012 è sempre più vicino, che portrebbe essere it’s the end of the world as we know it. E invece Perfect Sense non è un film di questo tipo, bensì un film con un  perfetto senso. A un livello cinematografico, intendo.
Roland Emmerich, prendi appunti per favore invece di stare a chiacchierare tutto il tempo a fondo aula con il tuo compagno di banco, quel perditempo di Michael Bay, ché quello nella vita non combinerà mai niente di buono. Sempre a un livello cinematografico, intendo.

Perfect Sense è un film disperato, sul male di vivere. Pregno di una disperazione che però a differenza di un Lars Von Trier l'Ottimista lascia intravedere un minimo di speranza, grazie all’amore. Questo è infatti anche, e forse soprattutto, un film d’amore. Per questo che Cannibal Kid il romanticone (ma dooove?) ve ne parla proprio oggi. E i protagonisti della vicenda sono quei due bei personaggini di Ewan McGregor ed Eva Green.
Ewan McGregor tra Beginners e questo ormai possiamo dire di averlo recuperato. È tornato. Yes, he’s back. Ha vagato per qualche tempo tra le acque torbide di film tutt’altro che memorabili, roba che se la passava di gran lunga meglio quando nuotava nel cesso di Trainspotting. E a proposito: in Perfect Sense c’è spazio per una clamorosa Trainspotting reunion.
Yeah!

"Oh, cazzo, di nuovo lui! Speriamo almeno stavolta non caghi nel letto..."
Ewan interpreta la parte di uno chef, il Gordon Ramsey della situazione (e un pochino gli assomiglia pure), e al suo fianco in cucina rincontriamo quella sagoma di Ewen Bremner, proprio Spud in persona!
Non so voi, ma io in un ristorante con Mark Renton e Spud al servizio non ci andrei a mangiare molto volentieri… Fatto sta che i tempi sono cambiati, eppure i due hanno sempre e comunque i loro bei problemi personali.
Ewan McGregor è infatti un cuoco che non riesce ad avere una relazione stabile per una questione legata al passato, mentre Ewen è sempre un tossico e si fa di gas esilarante per cucina… Ok, avete ragione: era meglio quando si faceva di eroina!
In mezzo a questo vuoto esistenziale della sua vita, Ewan, da non confondere con Ewen, incontra una bella figliola, la “dreamer” Eva Green.
Vi state chiedendo se pure qui mostrerà generosamente le sue grazie? Sì, per tutti voi amanti delle nudità cinematografiche, ci sono le tette grosse di Eva Green e sì, si vede pure un mezzo pene di Ewan McGregor. Non nel senso che gliel’abbiano tagliato a metà per girare il film…

Nudi a parte, storia d’amore a parte, il mondo sta andando a puttane. Lo sapevate già? Ok, ma il mondo del film è messo persino peggio del mondo in cui viviamo adesso. Alcune persone cominciano infatti a diventare depresse e poi perdono prima il senso dell’olfatto e quindi pure il senso del gusto.
Chi abita in Italia è abituato a vivere in mezzo a gente priva di gusto, ma questa è un’altra storia…
L’epidemia che si diffonde all'interno della pellicola sembra spargersi in maniera completamente random e sembrano non esserci cure. Nella disperazione di una situazione che si fa sempre più grave, quale mai potrà essere l’unica salvezza per l’umanità?
La risposta è semplice, ma non ve la dico anche se sopra qualche indizio ve l’ho dato. Per scoprirla, comunque, guardatevi il film che merita ampiamente, e non solo per le ignudità messe in mostra dai due protagonisti.

"Mi spiace, Ewan. Questo S. Valentino lo passo già con Cannibal..."
Ambientato in una Scozia come sempre splendida, ottimamente girato dal promettente David Mackenzie, nominato per questa regia ai BAFTA Awards 2011, Perfect Sense è avvincente dall’inizio alla fine e con la sua “europeosità” (ma perché mi devo inventare ‘ste cagate di parole?) evita le facilonerie da film catastrofico americano. In qualche modo mi ha ricordato Le forze del destino, sottovalutatissimo film del 2003 di Thomas Vinterberg con Claire Danes, Joaquin Phoenix e Sean Penn che, per quanto imperfetto un po' come questo, anticipava quella fantascienza intimista che oggi, e per fortuna, sta prendendo sempre più piede in film come Another Earth, Melancholia, Monsters, Take Shelter, etc…
Perfect Sense si va ad aggiungere a quel bel gruppetto di pellicole, ma con dalla sua parte una peculiarità: ci offre infatti una di quelle storie romantiche incentrate sul rapporto tra due personaggi un po’ alla Prima dell’alba, Blue Valentine, Last Night, etc…
Catastrofe + storia sentimentale = ne vedrete delle belle.
E adesso la rece è finita ed è tempo di saluti.
Ciao marinai (chi vivrà vedrà e chi vedrà il film, capirà).
(voto 7+/10)

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