Visualizzazione post con etichetta eva mendes. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eva mendes. Mostra tutti i post

sabato 25 aprile 2015

LOST RIVER - RYAN GOSLING E LA MALEDIZIONE DI ESSERE FIGO





Lost River
(USA 2014)
Regia: Ryan Gosling
Sceneggiatura: Ryan Gosling
Cast: Iain De Caestecker, Christina Hendricks, Saoirse Ronan, Ben Mendelsohn, Matt Smith, Eva Mendes, Barbara Steele
Genere: delirante
Se ti piace guarda anche: Come un tuono, Strade perdute, Solo Dio perdona, Bully, Gummo

Ryan Gosling è bello bello in modo assurdo, ma questo non gli basta. No. Per lui è troppo poco. Ryan vuole anche dimostrare di essere bravo. Finora come attore gli è riuscito?
Più o meno. Secondo me in film come Drive, Come un tuono, Le idi di marzo, Formula per un delitto e The Believer è pressoché perfetto. Se però andiamo a fare i rompi e a vedere più da vicino, non è che sia il massimo assoluto dell'espressività. Ryan allora adesso ci prova pure come regista e sceneggiatore, e cosa ne è uscito?

venerdì 10 maggio 2013

SE CORRI COME UN FULMINE, TI SCHIANTI COME… UNA CATAPULTA


"Bene, a 3 euro per vedere il film alla Festa del Cinema ce la posso fare!"
Come un tuono
(USA 2012)
Titolo originale: The Place Beyond the Pines
Regia: Derek Cianfrance
Sceneggiatura: Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder
Cast: Ryan Gosling, Eva Mendes, Ben Mendelsohn, Bradley Cooper, Rose Byrne, Ray Liotta, Bruce Greenwood, Emory Cohen, Dane DeHaan, Mahershala Ali, Anthony Pizza
Genere: mutante
Se ti piace guarda anche: Drive, Point Break, Blue Valentine

Il cinema ai tempi della crisi.
Bella l’iniziativa della Festa del Cinema: dal 9 al 16 maggio si va al cinema con soli €3. E se volete vedervi un film in 3D, cazzi vostri, perché costa €5. Splendida iniziativa, neh, peccato che finisca proprio quando cominciano a uscire i film interessanti… Sarà un caso?
Una soluzione migliore alla crisi la adotta allora Come un tuono. Vai al cinema, pensi di vederti un film solo e invece no, Come un tuono te ne dà 3. Sì, avete capito bene: vi dà 3 film al prezzo di uno e se passate dalla cassa vi restituiscono anche l’IMU e un pacco di popcorn già masticati.

Come un tuono è un film spiazzante. Bene. O male?
Bene, perché per me è sempre bello vedere qualcosa in grado di sorprendermi. Non che sia una pellicola rivoluzionaria, però sa colpire in maniera inaspettata. Più che come un tuono, come un fulmine a ciel sereno.
Male, perché non tutto funziona alla perfezione. Altrimenti staremmo qui a parlare di un capolavoro assoluto e non solo di un film interessante e stimolante. E trovare un film interessante e stimolante non è comunque una cosa da poco. Soprattutto se è triplo.

"Eva, è meglio se non leggi quello che Cannibal ha scritto su di te..."
Film 1
Come un tuono inizia come un tuono, per il pubblico maschile grazie a una scena spettacolosa di moto che girano dentro una palla, anche se detto così può sembrare un po’ ambiguo, e per il pubblico femminile grazie al primo piano degli addominali di Ryan Gosling. Per le sue fans, dev’essere un attacco di film da attacco di cuore un po’ come per me è l’inizio di Lost in Translation con le natiche di Scarlett Johansson.

Riguardo al film, tutti a dire che è uguale a Drive. Sì, ok, c’è Ryan Gosling, ma a parte questo sono giustificati i paragoni che ho sentito provenire numerosi da ogni parte? A me non sembra proprio…
Il protagonista è un tizio di poche parole e anziché con le auto è fissato con le moto, lavora in una specie di officina, è coinvolto in attività di piccola (ma nemmeno tanto piccola) criminalità, ha una mezza storia d’amore con una mamma non tanto single che sta già con un altro uomo (ma Eva Mendes non vale manco un’unghia di Carey Mulligan), ci sono pure le inquadrature alle spalle in tipico Nicolas Winding Refn Gangnam style.
Mmm… ok. Avete ragione. Questo in pratica è un remake di Drive in versione motociclistica. Ma non è che soltanto la prima parte di un film che sa sorprendere. In positivo così come in negativo.

"Eva, non ti piacciono i Metallica? Ascolti solo gli Aventura?"
L’atmosfera è molto anni Ottanta, però ciò non è bene specificato. La prima scena, ambientata in un luna park con un tizio che indossa la maglietta dei Metallica, può essere anni Ottanta per gli USA, ma nella mia merdosa Casale, quando arrivano in città le giostre è tutto all’incirca così pure nel 2013. Quindi non si capisce bene subito l’ambientazione, almeno fino a quando non si sentono le note di “Dancing in the Dark” di Bruce Springsteen e allora lì capisci che è ambientato proprio negli anni ’80. Perché oggi non c’è più nessuno che ascolta quella canzone. Forse giusto il mio blogger Rivale Mr. James Ford

La prima parte corre come un tuono, avvincente e convincente, aiutata dalle musiche realizzate e selezionate da Mike Patton dei Faith No More. Oltre che da un Ryan Gosling che per queste parti da pilota, che sia di auto o di motociclette, sembra nato. Il prossimo ruolo che gli toccherà quale sarà, quello da pilota di nave? Attento Ryan, oggi come oggi è un compito ancor più da spericolati…
E poi che capita? Seguendo la profezia del suo amico portasfiga, chi corre come un fulmine, si schianta come un tuono. Varrà anche per il film?

"Lo so che sono peggiorato, ma lavorare con Jennifer Lawrence stimola
a recitare meglio. E non stimola solo quello..."
DA QUI IN POI: ATTENZIONE SPOILER!!!
Film 2
La parte prima di Come un tuono si conclude con… la morte di Ryan Gosling.
Ma come? C’è gente che ha speso il prezzo del biglietto solo per vedere Luke il Bello, cioè Ryan il Bello, e il regista dopo manco un’ora di film lo fa fuori?
Capita. Nella vita non sempre le cose vanno come ci si aspetta, lo stesso succede per i film. A volte ci si può immaginare una cosa, dal trailer, e poi ce ne si ritrova un’altra. Anche ne Il padrino c’è un cambio in corsa di protagonista tra Marlon Brando e Al Pacino simile alle staffette Baggio/Del Piero con Cesare Maldini. Qualcosa di analogo succede pure nel recente thriller Effetti collaterali, per non parlare di Psyco dove la “protagonista” Janet Leigh scompare pure lei dopo meno di un’ora e Scream, dove l’apparente protagonista Drew Barrymore dura il tempo di una (memorabile) sequenza di appena pochi minuti.

"Eva, ma ti piacciono veramente gli Aventura???"
"Sì, ma mi piacciono anche la bachata, il reggaeton e pure la zumba dance!"
Da qui in poi inizia tutto un altro film, con Bradley Cooper protagonista, e la sensazione è purtroppo proprio quella che la pellicola si schianti come un tuono. Se l’idea del cambio di protagonista, così come anche di registro narrativo, dopo un certo sconcerto iniziale appare valida, la seconda vicenda non regge come interesse e non possiede il fascino della prima parte. (De)merito di un Bradley Cooper tornato su livelli medio-bassi dopo il formidabile exploit ne Il lato positivo, così come di una Rose Byrne per la prima volta incredibilmente sotto tono o di un Ray Liotta stereotipatissimo sbirro bastardo, ma soprattutto di una storia che prende le pieghe della mezza denuncia nei confronti della corruzione dei poliziotti, già vista e fatta meglio in altre pellicole. Una piega sì inaspettata, ma in negativo, che fa abbassare il livello di un film fino ad allora molto promettente.

"Cioè, a Ryan Gosling danno la moto superfiga e a me 'sto scassone di bici?"
Film 3
Se la parte seconda poteva essere ridotta, o anche tagliata del tutto, poi succede qualcosa di inaspettato. Avevi dato il film per spacciato e invece nella terza e ultima parte c’è il colpo di coda. È la parte ggiovane della pellicola, dedicata ai figli dei due personaggi che abbiamo visto nelle precedenti parti. Lo sbruffoncello Emory Cohen, già intravisto in Afterschool, e il cannaiolo Dane DeHaan, il supereroe sui generis di Chronicle. È nello sguardo di quest’ultimo, così come in quello di suo padre Ryan Luke il Bello, che il film, per quanto imperfetto, per quanto con una seconda parte da dimenticare, vive. Quello sguardo di chi è sempre altrove, di chi è sempre in fuga, di chi vive sempre fuori legge.
La sezione numero tre sarà magari meno fascinosa della sezione numero uno, eppure pure questa possiede il suo perché e possiede un finale perfetto, per un film addirittura triplo che non era certo semplice da terminare, e che invece riesce a sorpresa a chiudere il cerchio. What goes around, comes around. Tale padre, tale figlio. Via in moto, verso l’infinito e oltre. Lacrimuccia. Titoli di coda.
(voto 7,5/10)



giovedì 6 dicembre 2012

Donne e Holy Motors, son gioie no dolors

Holy Motors
(Francia, Germania 2012)
Regia: Leos Carax
Sceneggiatura: Leos Carax
Cast: Denis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Michel Piccoli, Zlata, Jeanne Disson, Elise Lhomeau, Jeanne Disson, Leos Carax
Genere: totale
Se ti piace guarda anche: Synecdoche New York, Cosmopolis, Enter the Void

“La bellezza? Si dice si trovi nell’occhio. Nell’occhio di chi guarda.”
“E se nessuno guarda più?”

Holy Motors è Carax che scopa con Cronenberg che scopa con Kaufman che scopa con Jonze che scopa con Lynch che scopa con Noé (il regista Gaspar, non quello dell’arca) che scopa con Gondry che scopa con Kylie Minogue che scopa con Eva Mendes che scopa con una scopa che scopa con Carax che scopa con un pubblico di spettatori zombie che scopano con nessuno perché sono zombie e gli zombie non scopano si limitano a mordere altri spettatori che diventano altri spettatori zombie che mordono altri spettatori zombie e tutti insieme appassionatamente vanno a vedere Breaking Dawn Parte 2 con Robert Pattinson che fa finta di scopare con Kristen Stewart in realtà scopa con Juliette Binoche su una limousine che trasporta gli spettatori zombie in un cinema dove andranno a vedere il prossimo cinepanettone in cui De Sica scopa con Belen che scopa con Boldi che scopa con una scimmia che scopa con il protagonista di Holy Motors Denis Lavant che indossando una tutina da motion capture mentre scopa con Carax che scopa con una limousine che
la, la, la, la, la, la, la, la
la, la, la, la, la, la, la, la
la, la, la, la, la, la, la, la
la, la, la, la, la, la, la, la



Holy shit, che film!
Leos Carax, Leo Scaracchio per i detrattori, Leos 18 Carati per gli estimatori, nella scena iniziale guarda il pubblico. Il regista guarda il pubblico. Un pubblico di zombie al cinema.
Holy Motors è un invito a uscire fuori dagli schemi, dalle pareti fisse, un invito a prendere la “sortie” ed entrare in qualcosa d’altro, di diverso.


Enter the void. Entrate nel vuoto e salite su una limousine. Non insieme al Robert Pattinson yuppie moderno del Cosmopolis di David Cronenberg, bensì insieme a Denis Lavant, attore chiamato a una prova di recitazione all’interno della recitazione stessa.
Il protagonista di questo film è uno, nessuno e centomila. La sua professione è quella dell’attore ma, c’è un ma. Nel mondo di Holy Motors, tutto può succedere, anche perché non si sa bene se sia un futuro prossimo, oppure una visione distopica del presente, o più probabilmente e semplicemente (mica tanto, semplicemente) si tratta dell’interno della testa di Carax che proietta il suo contenuto per un pubblico di spettatori zombie che non possono capire.

Denis Lavant, uno nessuno e centomilamilionidimiliari, dicevamo. Attore dal simbolico nome di Oscar, o forse non attore bensì impersonatore di vari ruoli, da interpretare non dentro un film ma nel mondo reale: imprenditore, assassino, mostro, signora che chiede l’elemosina, tipo che si mette una tutina da motion capture come Andy “Gollum” Serkis, padre, padre morente, uomo con la fisarmonica e poi forse pure se stesso. Forse. Perché l’attore in realtà non esiste. Forse. O forse è la realtà a non esistere. Viviamo in un mondo talmente mixato con la finzione che è difficile capirlo. Forse.

"Anch'io sono per il sesso sicuro, ma così non ti sembra di esagerare un pochino?"
Riflessione sulla realtà (o la non-realtà), riflessione sull’identità personale, sulla professione dell’attore, ma anche sul cinema. C’è tutto il cinema che più amo, dentro questi sacri motori. Le allucinazioni di David Lynch, la follia di Charlie Kaufman + Spike Jonze + Michel Gondry nessuno escluso, il trip alla Gaspar Noé, la maschera alla Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick o meglio alla Occhi senza volto di Georges Franju, il rapporto corporale con la limousine come e più del Cosmopolis di David Cronenberg, una nuova idea di intrattenimento e recitazione come nella serie Dollhouse di Joss Whedon o in Quella casa nel bosco di Drew Goddard (e sceneggiato sempre da Whedon) o nell’Alpeis di Giorgos Lanthimos. Ed è altro, molto altro ancora. Il tutto con uno stile Carax del tutto personale e senza scimmiottare nessuno e, quando vedrete il film, capirete che la parola scimmiottare non è usata a caso.
Più che Holy Motors, l’Holy Bible del cinema.

"I One Direction ormai vendono molti più dischi di me?
Ma in che orribile mondo viviamo?"
Un viaggio su una limousine tra passato, presente e futuro del cinema, e soprattutto dentro la testa di Leos Carax, in un mondo in cui sulle tombe vengono scritti i nomi dei siti Internet, in cui Eva Mendes è una Madonna statuaria accanto a un Cristo col pisello duro, in cui il protagonista è una maschera mostruosa che somiglia al tipo del video “Rabbit In Your Headlights” degli UNKLE, in cui le scene più vere sembrano quelle più finte e quelle più finte sembrano quelle più vere, in cui la scena della fisarmonica diventa la cosa più rock’n’roll vista quest’anno, in cui “la tua punizione è di essere te stessa e di doverci convivere”, in cui si suona il tema di Godzilla e in cui si suona “Can’t Get You Out of My Head” e poi Kylie Minogue appare veramente out of Carax head e ci regala uno splendido momento musical che altroché Glee e questo film non te lo puoi più togliere dalla testa.
Per non menzionare il doppio finale, doppiamente geniale e la fenomenale interpretazione multipla del protagonista Denis Lavant.

Leos “genio” Carax ha girato il film più finto e più vero che potrete vedere quest’anno, o il prossimo anno, o quando la distribuzione deciderà di mostrarlo anche al pubblico zombie italiano.
È la vita. È il cinema. È il cinema che prende vita. È Holy Motors.
(voto 9/10)

Post pubblicato anche su L'orablu.



martedì 6 novembre 2012

Aerosmith Gnocca Story

Gli Aerosmith mi sono sempre piaciuti per una ragione.
La musica?
Ma no!
Le ragazze che hanno sfoggiato nei loro video.
Il loro nuovo album “Music From Another Dimension!” esce oggi e non so se l’avete ascoltato ma, come direbbe Fantozzi: “È una cagata pazzesca”.
Piuttosto che infierire con una recensione massacro sul loro ultimo lavoro, ho allora pensato di celebrare la carriera del gruppo americano non tanto per le loro canzoni, ma per la gnocca che ci hanno regalato nel corso degli anni.
Tutto è cominciato con il videoclip di “Love in an Elevator” e con Brandi Brandt, playmate di Playboy anni ’80.
La band di Steven Tyler e Joe Perry c’ha quindi preso gusto e in “Janie’s Got a Gun” ha proposto la starlette Kristin Dattilo insieme all’attrice nominata agli Oscar Lesley Ann Warren.

La vera svolta è però arrivata con Alicia Silverstone, diventata protagonista della trilogia più clamorosa nella storia dei video musicali, da che mondo è mondo e da che Mtv trasmetteva ancora video musicali. Il primo “Cryin’” vede l’icona 90s per eccellenza Alicia insieme all’altro idolo 90s Stephen Dorff e a un giovane Josh Holloway molto pre-Lost.



Il secondo, “Amazing”, introduce il tema della realtà virtuale con un video che visto oggi fa molto jurassico. Il più memorabile è allora sicuramente il terzo della trilogia: “Crazy”, mia canzone preferita in assoluto degli Aerosmith e, ça va sans dire, mio video preferito degli Aerosmith (e forse non solo degli Aerosmith). Qui non c’è solo Alicia Silverstone, ma c’è pure la figlioletta di Steven Tyler, Liv Tyler, che comparirà poi anche in “I Don’t Wanna Miss a Thing”, soundtrack di quella michaelbayata di Armageddon, un film sulla fine del cinema, più che sulla fine del mondo.



Per il video di “Blind Man”, gli Aerosmith hanno poi convocato persino Pamela Anderson in persona e per di più in versione infermiera sexy, ma i risultati non sono stati all’altezza della mitica trilogia di Alicia Silverstone.
Poco male, visto che un nuovo video cult arriva con la splendida “Hole in My Soul”: in un chiaro omaggio al cult anni ’80 La donna esplosiva, un nerd interpretato da Branden Williams crea in laboratorio delle splendide gnugne: la prima è la futura star latina Eva Mendes, la seconda è una biondazza non meglio identificata, ma alla fine l’amore sboccerà con la secchiona (ma comunque gnocca pure lei) Alexandra Holden. For your info: nel video compare pure Seann William Scott, futuro Stifler di American Pie.



Nel 2001, i lungimiranti Aerosmith per “Jaded” ingaggiano la allora ancora non troppo conosciuta Mila Kunis. E non si rimpiange più nemmeno Alicia Silverstone.



Per la fantascientifica clip di “Fly Away From Here” prendono Jessica Biel, con una scelta che per una volta mi fa storcere un pochino il naso. Lo so, sono troppo choosy.
Nulla da eccepire invece per “Girls of Summer”, dove ce n’è davvero per tutti i gusti: c’è la simpatica bionda Jaime Pressly (quella di My Name is Earl), la modella di colore Nichole Robinson e la modella e attrice mora Kim Smith (apparsa anche in Friday Night Lights).



Ultima gnocca in ordine temporale ad essere selezionata da quei marpioni degli Aerosmith per il video Machete style di “Legendary Child”, primo singolo del nuovo album, è Alexa Vega. Se la ricordate come bambinetta nella serie di Spy Kids firmata da Robert Rodriguez beh, qui la trovere cresciuta. E parecchio bene.



Fine della rassegna. Un chiaro, chiarissimo omaggio solo e soltanto alla musica degli Aerosmith.

sabato 16 aprile 2011

Il film di riserva

I poliziotti di riserva
(USA 2010)
Titolo originale: The Other Guys
Regia: Adam McKay
Cast: Mark Wahlberg, Will Ferrell, Eva Mendes, Steve Coogan, Michael Keaton, Lindsay Sloane, Samuel L. Jackson, Dwayne “The Rock” Johnson
Genere: parodia poliziesca
Se ti piace guarda anche: Poliziotti fuori, Scuola di polizia, Red, Hot Fuzz, Una pallottola spuntata, Bad Boys

(Nonostante il grande successo negli USA, in Italia è uscito direttamente in home-video, ma per una volta non è un grosso peccato)

Avete presente i tipici poliziotti eroici? Sì, insomma: quelli su cui di solito vengono girati i film. Questa pellicola ci tiene invece da subito a dire che non ci parla di loro, bensì di quelli sfigati, nelle retrovie, gli other guys del titolo originale, quelli che di solito nessuno si caga. E se nessuno lo fa un motivo ci sarà, visto che poi ne esce un film come questo che è tutto fuorché memorabile. Non è nemmeno orribile, a tratti riesce persino a far ridere, solo che sembra sforzarsi troppo di essere divertente a tutti i costi e per farlo ci mette dentro situazioni esasperate e battute sui personaggi più discussi del momento (tipo i protagonisti di Jersey Shore), come fanno in maniera abituale film parodia orribili come Disaster Movie, Date Movie, Epic Movie, Etc movie.

Questa volta a essere preso di mira è il genere poliziesco, in una maniera non riuscita come nell’inglese Hot Fuzz, ma nemmeno in una maniera del tutto fallimentare come nei "capolavoroni" sopra citati. Diciamo che questo I poliziotti di riserva viaggia nel mezzo. La storia è del tutto trascurabile ed è il solito intreccio vagamente poliziottesco senza nessuna idea. A funzionare un po’ di più sono invece le dinamiche personali tra i due protagonisti, due sbirri che più diversi non si può: Mark Wahlberg è uno tosto, persino troppo visto che spara a qualunque oggetto sospetto in movimento; mentre Will Ferrell è (apparentemente) il poliziotto sfigato, precisino e inquadrato, quello insomma che tutti prendono per il culo. Apparentemente ho detto, perché in realtà il Ferrell nasconde un passato da pappone, una moglie gnocca (Eva Mendes come detto in occasione di Last Night non è tra le attrici che più mi ispirano sesso, però per lo sbirro coglione Will Ferrell è decisamente troppo e qui poi lei è decisamente in salute) e tutte le donne sono attratte in maniera sorprendente da lui. Su questo fascino misterioso che esercita la pellicola si gioca tutte le sue (uniche) carte divertenti, per il resto è davvero una roba che lascia il tempo che trova.
Come i suoi protagonisti, un film da vedere giusto come riserva.
Ma forse neanche…
(voto 4,5)

venerdì 4 marzo 2011

Last night she said: "Oh, baby, I feel so down. Oh it turns me off, when I feel left out"

Last Night
(USA, Francia 2010)
Regia: Massy Tadjedin
Cast: Keira Knightley, Sam Worthington, Guillaume Canet, Eva Mendes, Griffin Dunne, Stephanie Romanov, Anson Mount
Genere: coppie scoppiate
Se ti piace guarda anche: Closer, London, Blue Valentine

Trama semiseria
Keira Knightley e Sam Worthington sono la giovane coppia sposata protagonista del film. Perché Keira si mette insieme all’Avatar umano (o più o meno umano)? Non lo so, me lo sto chiedendo ancora pure io, ma quando lui finalmente si leva dalle palle per un viaggio di lavoro insieme alla collega Eva Mendes, una gran puta, Keira si rivede con l’ex francese Guillaume Canet. Esatto, una coppia alle prese con due tentazioni esterne al loro matrimonio: chi cederà? Lo scopriremo tutto in una notte.

Fosse per loro sarebbe un piccolo gioiellino di film...
Recensione cannibale
Last Night è un film notturno, e questo lo capivate dal titolo anche senza la mia illuminante recensione, ma a parte questo è anche una di quelle pellicole tutte giocate sulla recitazione dei suoi pochi personaggi principali, in cui i dialoghi rivestono un ruolo fondamentale.
Come siamo messi allora ad attori? Guardando questo film ho avuto una serie di conferme:

  • Keira Knightley è una grande, grandissima attrice
  • Sam Worthington ed Eva Mendes sono dei pessimi, pessimissimi attori
  • Keira Knightley nonostante sia più piatta e scheletrica di un ragazzino maschio del Biafra è dannatamente sexy
  • Eva Mendes non è dannatamente sexy come dicono e sembra la sorella maggiore di Belen Rodriguez, solo che recita anche peggio


...peccato ci siano anche 'sti due storditi qua
Riguardo a Sam Worthington, l’Avatar umano è talmente poco espressivo che avrei preferito vedere in questo ruolo Steven Seagal (e io odio Steven Seagal quasi quanto odio Al Bano). Riguardo alla mentirosa Mendes chiamatemi razzista ma io non sopporto praticamente tutte le cose latino-americane (se solo sento due note di rumba o di salsa o di quelle cose lì comincio a incazzarmi) e quindi escuchame Eva ma anche tu rientri nella categoria, comprendes? Qualcuno sa poi spiegarmi perché è famosa? Il suo film più memorabile è Hitch e con ciò penso di aver detto tutto sulla sua brillante carriera.

Rientrando a parlare di Last Night, il confronto tra i due protagonisti Knightley/Worthington è impari: Keira riesce a cambiare espressione 3 o 4 volte nella stessa inquadratura, Sam nemmeno in un 1ora emmezza di film riesce a fare 1 espressione che sia 1. Che poi non ho nulla di particolare contro Sam Worthington: è un bel ragazzo, per carità, e come modello potrebbe anche fare la sua figura, ma come attore non c’è. Non esiste proprio. La Sfinge riesce ad esprimere una gamma di emozioni più vasta di lui.
Per fortuna allora che quando calano le tenebre Keira lascia la faccia catatonica di Sam e si incontra con Guillaume Canet, ottimo attore e regista francese visto nel delizioso Amami se hai coraggio dove ha conosciuto Marion Cotillard e i due adesso stanno aspettando un bambino (parentesi gossip aperta e chiusa).
Da una parte abbiamo quindi la storia molto interessante Knightley/Canet, dall’altra quello zero gusto Worthington/Mendes: la disparità si palesa quando la regista impietosa si ostina a fare primi piani su questi ultimi e la situazione diventa disarmante.

Dicevamo dunque che per un film del genere gli attori rivestono un ruolo fondamentale e in questo caso 2 su 4 fanno il loro lavoro. Stesso discorso per i dialoghi: per lo più sono banalotti ma ogni tanto si accendono con qualche fiammata interessante. Per il resto non si segnala certo una colonna sonora pianistica anonima e un montaggio che io con Premiere lo so fare (quasi) meglio.
Visto che la notte volge al termine, concludo dicendo che il film si fa guardare con interesse, con la curiosità di scoprire chi dei due cadrà in tentazione e se la coppia scoppierà. Soprattutto però è un film che va visto per la performance di Keira Knightley, davvero strepitosa e in grado di accendere la luce in un film di routine. A questo punto l’aspetto solo alla prova del fuoco con un ruolo bello estremo: come allenamento questi filmetti vanno anche bene, ma ora mi sembra pronta per il grande salto e la trasformazione in uno splendido cigno nero.
(voto 6+)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com