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martedì 19 giugno 2012

EURO BLOG WAR - Secondo tempo

"Vai Cannibal!"

Prosegue la partita tra il sottoscritto Cannibal Kid e il mio blogger-enemy Ford.
Questa volta il campo di scontro scelto è quello degli Europei 2012.

Abbiamo selezionato apposta per voi adorato pubblico sugli spalti due squadre composte da attori e registi provenienti dai paesi partecipanti alla competizione calcistica.

Ieri abbiamo assistito al primo spento tempo della Euro Blog War sfida, con gli sbadigli provocati dall’11 messo in campo dal Mister più scarso del mondo cinematografico e calcistico: Mister James Ford. Una selezione parecchio scarsina, passata sul terreno di gioco senza lasciare alcuna traccia visibile.

Oggi invece ci si diverte, con una formazione cannibale imprevedibile e tutta orientata all’attacco. Pronta a scardinare il catenacciaro fordino fordiano e a conquistare il pubblico pagante. E pure quelli entrati di straforo.

Ecco a voi i miei 11 calciattori-registi.


"Chi non salta un fordiano è, è!
1 Roman Polanski, Polonia (Rosemary’s Baby)
Cannibal Kid In porta, un uomo che è abituato a difendersi, visti i numerosi attacchi personali subiti, sia per l’assassinio della moglie Sharon Tate compiuto dai seguaci di Charles Manson, sia per la famigerata questione dello stupro. Questione che ha fatto rimanere Roman Polanski agli arresti domiciliari, quindi ormai è abituato anche agli spazi stretti e lo vedo quindi bene a stare tra i pali. Inoltre, il polacco è un regista di grande esperienza e sicurezza e queste sono doti molto utili per un portiere.
Nell’ambito della sua lunga carriera, il polansko ha spaziato molto tra vari generi, ma di certo l’ambito in cui se la cava meglio è la costruzione della tensione e Rosemary’s Baby è un saggio sull’argomento. Ford, non fartela sotto, mi raccomando ahahah!
Per quanto sia del 1968, Fordmary è un film estremamente moderno, costruito su dialoghi fitti, movimenti di macchina avvolgenti, un crescendo della suspance pazzesco che oggi va molto, si vedano ad esempio i film di Ti West, il Tarantino di Bastardi senza gloria o anche una serie come Breaking Bad. Attualissima anche la tematica satanico-stregonesca che troverà poi grande fortuna da L’esorcista in poi fino a tutti i vari cloni di oggi.
Un capolavoro moderno capace di mettere al rogo tutti i classici passatissimi proposti dal satanico Ford Manson.
Mr. James Ford Nonostante l'ottima scelta cinematografica, Polanski risulta vecchio anche più del vecchio cowboy Ford e del finto giovane e già spompatissimo - e troppo pompato - Ti West, che starebbe bene giusto come raccattapalle in fondo alla rete cannibalesca.
Un ultimo baluardo dedito al gioco del nascondino che ben poco potrà fare per opporsi agli attaccanti fordiani.

Una povera vittima degli scontri tra tifosi fordiani e cannibali.
2 Giorgos Lanthimos, Grecia (Kynodontas - Dogtooth)
CK A ficcare i tacchetti canini sugli sterili attaccantini fordiani, ci pensa un terzino davvero tosto e bastardo: Giorgos Lanthimos, autore di uno dei film più sorprendenti e allucinanti degli ultimi anni, il greco Kynodontas.
Guardando una pellicola del genere, la Grecia almeno da un punto di vista cinematografico appare tutt’altro che in crisi. L’unica crisi è quella di Ford. Quella di mezza età? No, quella della terza età! uahahah
JF Un terzino destro arcigno e cattivo, Lanthimos, che nonostante la buona volontà rischierà giusto di lasciare in dieci la già provata compagine targata Cucciolo Eroico con la sua eccessiva dose di violenza.
E considerate le contestazioni all'Ucraina vessatrice canina, già prevedo quelle rispetto al Giorgios persecutore felino.
CK Tranquillo, Ford, che Lanthimos non verrà espulso. Ho fatto un telefonata a Moggi e mi ha detto che all’arbitro ci pensa lui…

"Dopo questa, voglio staccare la testa pure a Ford!"
3 Juan Antonio Bayona, Spagna (The Orphanage)
CK Dall’affascinante e vitale scena horror spagnola, ecco una super chicca che giusto un super pirla come Ford può non apprezzare.
The Orphanage è un horror profondamente umano, con la rara dote all’interno del genere di raccontare una storia magnifica, fantasiosa e persino commovente. E poi qualche brivido lo mette anche e tiene a distanza gli attaccanti sempre più neutralizzati della formazione di un coach Ford che non sembra pronto per la serie A cannibale.
JF Il coach Ford, ben saldo in panchina con la sua fedele bottiglia - anche vice allenatrice -, ride di un terzino sinistro piuttosto debole, ben lontano dalle meraviglie del suo compatriota Del Toro, che con Il labirinto del fauno si sarebbe mangiato il povero Bayona, orfano del talento degli attaccanti avversari.
CK Bottiglia di cosa? Di acqua santa per fare i tuoi riti scaramantici da Trapattoni di serie Z? Nemmeno quelli possono salvare la tua squadra dalla sconfitta…
JF Penso opterò per il rhum, che viene anche buono nel caso si concludesse la partita con una bella rissa in campo. Tu sei pronto a qualche molotov fordiana?
CK Certo, radical Ford!



"Nella squadra cannibale si sta come in Paradiso!"
4 Ingmar Bergman, Svezia (Persona)
CK Un regista difficile da penetrare che è una garanzia per la difesa cannibale e che incredibilmente mette d’accordo sia me che Ford. Potere svedese, credo, e l’IKEA non c’entra niente.
Tra le sue perle, la mia scelta è ricaduta su Persona, un film pazzesco, letteralmente pazzesco. Un’opera intricatissima costruita in pratica tutta su due personaggi e sulle loro menti. Non un thriller in senso stretto, eppure una visione tesissima. A livello visivo poi è enorme, ricca di invenzioni e con un uso del b/n ai massimi livelli. Oserei dire in una delle mie solite dichiarazioni megalomani che con questo film il bianco e nero ha raggiunto il suo apice assoluto. E oserei anche dire che Mr. Ford con la sua lista ha raggiunto un nuovo apice assoluto di pretenziosità, con tutti i suoi registucoli e filmucoli che giusto lui e pochi altri sciagurati hanno visto.
JF Il potere svedese di Bergman e della sua lanterna magica non si discute, tanto che, come un novello Pirlo cinematografico, lo svedese per antonomasia del Cinema riesce a mettere d'accordo il milanista Ford e lo juventino Cannibale. Potere svedese, anche più tosto di quello di Grayskull!

5 Lars Von Trier, Danimarca (Le onde del destino)
CK Coppia di centrali rocciosi e indecifrabili, Von Trier e Bergman non fanno nemmeno avvicinare il per nulla fortissimo ma solo fordissimo (e non è un complimento) attacco rivale.
E se qualcuno prova a passare, quel bastardo di Lars è pronto a spezzargli immediatamente le gambine!
Von Trier conferma con Le onde del destino la sua cattiveria in quello che forse è il suo capolavoro assoluto, in mezzo ai suoi tanti, facendone passare di tutti i colori alla povera Emily Watson.
Con un filmone del genere, c’è poco da fare per la spenta compagine fordiana. È scritto nelle onde destino che l’11 cannibale vinca senza problemi!
JF Nonostante Le onde del destino sia indiscutibilmente un ottimo film - il mio secondo favorito nella classifica dedicata a Von Trier -, lo stesso è anche segno del tempo che è passato trasformando un regista incredibilmente promettente in un pazzo megalomane dalle ambizioni divine, e non sto parlando del Cannibale.
Rischio grosso per il coach Katniss, che vedrà ben presto la sua squadra ridotta in nove con la seconda espulsione di seguito.
CK Secondo preferito? E il primo qual è, Antichrist? aaahahah
Nonostante la protezione di Moggi, Von Trier verrà comunque di certo espulso come persona non grata. Non prima però di aver decimato gli omini fordiani con i suoi graditi fallacci. Ed essersi divertito un mondo a farlo!

"Dai ragazzi, che battere Ford sarà una passeggiata!"
6 Francois Truffaut, Francia (I quattrocento colpi)
CK In cabina di regia della formazione cannibale, il regista per eccellenza, le metteur en scène, Francois Truffaut. Con lui a orchestrare il gioco, tutto è più facile per il cannibal team.
I quattrocento colpi è un esempio di cinema totale, una storia di formazione messa in scena in maniera strabiliante e fantasiosa da Truffaut e con il suo titolo è perfetto anche come punteggio: Cannibal - Ford 400 a zero.
JF I quattrocento colpi del genio di Truffaut verranno sgominati senza troppi complimenti dagli arcigni centrocampisti di Frontiera della squadra cowboy, pur se con un velo di malinconia per un talento come pochi del Cinema sprecato in una squadra di primedonne guidata dalla primadonna per eccellenza, il mister Cannibalinho.

"Schhh Ford, 11 rane a zero e a casa!"
7 Danny Boyle, Inghilterra (Trainspotting)
CK Sulla fascia, la velocità di Danny Boyle. Talento discontinuo, capace di grandi colpi così come di partite meno riuscite, è comunque in grado di stupire sempre, sia in positivo che in negativo. Nonostante gli Oscar dati al carino ma comunque sopravvalutato The Millionaire, la sua pellicola migliore è, e probabilmente resterà sempre, Trainspotting. Film simbolo degli anni ’90, imitatissimo, con una colonna sonora più che strepitosa, attori in formissima, una rappresentazione del mondo dei tossici ironico, divertente e privo di moralismi. Un treno in corsa che non può essere fermato dai registi statici di coach Ford, per cui di rapido prevedo solo un imminente esonero.
JF Ennesima scelta rischiosa del mio avversario, che pare anche nel disporre la sua formazione avventato almeno quanto il suo nome ci ricorda ogni giorno.
E come ogni adolescente finirà per vivere un brutto risveglio, quando i supplementari spezzeranno il fiato di un regista con ottimi numeri incapace, però, di reggere alla distanza.
Una partita di 127 ore, il buon Boyle, non riuscirà a giocarla neppure se fatto come un cavallo ed inseguito da una mandria di zombies assatanati.
CK Ma perché, ti credi di arrivare ai supplementari? Nonostante il tuo gioco catenacciario, la rischiosa formazione cannibale a fine primo tempo t’ha già messo sotto 7 – 0!
JF Di certo non ci arriva Boyle, che sarà più ubriaco di me già al fischio d'inizio, da buon anglosassone! Ahahahahaha!

"Scusa Cannibal, non so a chi ti riferisci: Ford chiii?
Io non gli ho mai parlato in vita mia..."
8 Filippo Timi, Italia (La doppia ora)
CK Sull’altra fascia corre la concretezza di Filippo Timi, talento raro del cinema italiano, un attore come Dio comanda, uno dei nostri rari interpreti che vedrei bene anche all’interno di qualche produzione internazionale. Per il momento intanto ha lasciato il segno in una serie di pellicole italiane. Su tutte, la mia preferita è La doppia ora, thriller teso e affascinante, che davvero ben poco ha a che fare con il resto della scena italiana. Ma per riuscire a recuperare lo svantaggio, alla squadra di Ford non basterebbero nemmeno una doppia ora, figuriamoci 90 minuti. Arbitro, vai pure di triplice fischio, che la vittoria è già tutta cannibale!
JF Con Filippo Timi ho chiacchierato più di una volta, un tipo simpatico e alla mano, ironico ed interessante. Peccato che sia costretto dalla sua timidezza ad un guscio che lo lascerà intrappolato sulla linea mediana, un pò come un film che, rispetto ad altri interpretati dal promettente attore - uno su tutti, Vincere -, risulta davvero poca roba.
Un pò come il team Cannibale.
CK Ed ecco Ford in versione amico dei VIPs con i suoi aneddoti gossippari. Guarda che non siamo nello studio del Grande Fratello, Mr. James Signorini. Qui si parla di calcio e di cinema. Campi su cui faresti meglio a non mettere piede, ma guardare dalla tribuna. Sempre che i teppisti come te li facciano ancora entrare…
JF Ho ottenuto un permesso speciale solo per poterti battere direttamente dal Gran Visir di This is England, capo supremo degli hooligans. E non ti basteranno i tuoi piccoli cops bastardi senza gloria, per fermarmi!

"Guardate, io per non sentir più le scemenze
di Ford me ne vado nello spazio!"


9 Michael Fassbender, Germania/Irlanda (Shame)
CK Punta d’attacco solida, l’attore tedesco naturalizzato irlandese è pronto a infilare tutte le palle che gli capitano nella porta fordiana. Chi avesse dubbi in proposito si vada a vedere quel gran filmone che è Shame, in cui Fassbender mostra tutte le sue doti. Recitative, naturalmente. Cos’altro vai pensando, maliziosissima Jane Forda?
JF Eh, la Shame è una brutta bestia. Ti sorprende quando meno te lo aspetti, anche quando sicuro di certe doti entri in campo senza pantaloncini.
Si prospettano momentacci per il buon Fassbender - pure bravo, per carità -, soprattutto a seguito di quest'ultimo film in cui nonostante le sue dimensioni artistiche tutto pare fermarsi alla superficie. Un pò come lo sterile attacco Cannibale, che resterà inchiodato allo zero sul tabellino.
CK Sei tu che ti fermi alla superficie, perché il film di McQueen dietro a una magnifica cornice visiva riflette benissimo la società attuale come pochi altri film. Shame on you, Ford!





"Wow, la formazione cannibale è davvero esaltante!"
10 Valérie Donzelli, Francia (La guerra è dichiarata)
CK La fantasista della squadra cannibale è Valèrie Donzelli, giovane talento emergente del cinema francese, autrice di uno dei film più emozionanti e imprevedibili degli ultimi tempi, una pellicola sul cancro che a sorpresa riesce anche a far ridere. Girato con un sacco di spunti e idee, La guerra è dichiarata è una dichiarazione di guerra al cinema convenzionale e conservatore tanto amato da Ford.
La donzella è una regista e attrice già capace di enormi prodezze e pronta con i prossimi film a stupire ancora di più. Un acquisto eccellente per il team cannibale anche in prospettiva futura, con Ford che invece è capace solo a guardare al passato. O alla serie B, serie B, serie B!
JF Un numero dieci giovane e a sorpresa, nonostante la presenza del veterano Truffaut.
Non ho ancora visto il film e non mi pronuncio in merito, ma l'impressione è che la buona Donzella sia un pò gracilina per la conservatrice - di risultati e reti inviolate - difesa del fortino made in Fordland.
La prossima volta la buona Valerie dovrà valutare bene con il suo agente rispetto alla squadra da scegliere.
CK Il team cannibale sorprende sempre! Al contrario del prevedibile, e facilmente annientabile, modulo fordesco vecchio stile. Ah, Ford, non so se lo sai, ma rispetto ai tuoi tempi hanno introdotto la regola del fuorigioco. Dillo ai tuoi difensori, anche se ormai è troppo tardi! ahahah

"Cassano? Fortuna che la testa l'ha usata per segnare.
Per parlare, invece, mi sa che usa un'altra parte del corpo. Come Ford..."
11 Mila Kunis, Ucraina (Il cigno nero)
CK Nello scoppiettante tridente cannibale, Mila Kunis è pronta a sfruttare ogni distrazione della difesa fordiana grazie alla sua accecante bellezza e talento. Danzando come un cigno nero tra le file lente dei difensori messi in campo a casaccio dal mio blogger rivale, regala l’ennesima rete ai Galacticos cannibali. Per quanto strepitosa nel film di Aronofsky (pure lui di origini ucraine), anche lei è da tenere d’occhio in prospettiva futura. Mentre di nero per Ford e i suoi tristi 11 non c’è il cigno, ma solo il futuro.
JF Mila Kunis, per quanto messa in campo con lo scopo unico di distrarre la compagine avversaria volteggiando nel letto con la sua compagna di merende Natalie Portman, verrà facilmente soffiata via come una piuma - di cigno, ovviamente - dalla granitica difesa blaufordiana, asserragliata per difendere i colpi di genio dei suoi gaudieschi attaccanti. Bye bye, merengues.
CK Bye bye, scarpones!

mercoledì 18 aprile 2012

AMARFORD

Ieri abbiamo visto il meglio cinema italiano secondo Cannibal Kid.
Oggi tocca al meglio cinema italiano secondo Mr. James Ford, equivalente anche al peggio cinema mondiale secondo Cannibal Kid.
Vediamo, or dunque, cosa c'ha riservato 'sta volta il nemico non solo mio, ma anche del buon gusto...
Cannibal Kid

Tornare a combattere con quel Cucciolo Eroico del Cannibale in una sana Blog Guerra è un pò come gustarsi il sapore vero di un bel Montenegro dopo aver soccorso un amico in difficoltà.
Peccato che il Kid sia un acerrimo nemico e che, dunque, verrà abbandonato al suo destino in qualche bosco isolato, pronto per essere depredato da qualche branco di radical chic assetati di sangue.
Come abbiamo già avuto modo di constatare ieri con la come di consueto altalenante decina cannibalesca, l'argomento è delicato e ci tocca molto da vicino: il Cinema italiano prende infatti la parola nella disputa tra i due più agguerriti antagonisti della blogosfera, sfoderando colpi più o meno bassi e pellicole più - le mie, ovviamente - o meno - le sue, ovviamente - interessanti.
E' dunque l'ora della solidissima ed importante decina fordiana, che tocca le opere più importanti della nostrana produzione, in barba alle pippe da sala d'essai del Coniglione Kid. Qui si lotta per le strade, non nei salotti.
E visto che il mio tradizionalista avversario ha puntato su Fratelli d'Italia, io sceglierò un inno più moderno e pane e salame, tiè!

"Che delusione i film di oggi... O meglio: che schifo!"
Il radical chic, il pane e salame, una lacrima sul blog,
Blog Guerra sì, Blog Guerra no, Blog Guerra bum, la rete è impazzita!
Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita!
Prepariamoci un bel post, impaginiamoci un bel post, Ford e Cannibal son pronti a battagliare un pò.
Battaglia sì, battaglia no, battaglia furiosa.
Battaglia pam, battaglia papapapapapam, va in tilt ogni cosa.
Cucciolo sì? Eroico no? E' un vero marasma!
Coniglio sì? Coniglio no? Coniglio fantasma!
Io coniglio non sarò, e ai tuoi film dico no,
se dimentichi Von Trier bottigliando ti dirò:
fifififififififi ti devo un Von Trier!
fififififfifififi l'ho già bottigliato!
Viva Schwarzy e Stallone! Viva le bottigliate!
Gli piacciono le tamarrate... Ma è un Ford grande così!
Ford sì, Cannibale no! Se famo un pane e salame!
Mr. James Ford

"Ho messo tutti i miei bei DVD cannibali in valigia e ora me ne vado via,
 lontano da questa landa di desolazione fordiana."
1) Ossessione (1943) di Luchino Visconti
Mr. James Ford Un pò come l'ossessione di Cannibale di riuscire, un giorno, ad essere all'altezza del vecchio Ford.
Il primo film di Visconti rivelò al mondo della settima arte tutto il talento del futuro autore di Rocco e i suoi fratelli e Il gattopardo, grazie ad un dramma dalle atmosfere soffuse che pare una versione del Bel Paese dei primi lavori di Hitchcock.
Una storia oscura di passione che i cuori aridi e abituati ai film senza capo ne coda come quello del Cannibale non riusciranno a spiegarsi, ma che, di fatto, è l'emblema della fuoco che avrebbe mosso, decenni dopo, registi come Almodovar nella loro personale ricerca cinematografica, nonchè un esempio perfetto di come e quanto, allora, i nostri registi erano in grado di insegnare ai colleghi di tutto il mondo.
Cannibal Kid Ma allora sei davvero ossessionato dalle pellicole stranoiose, strasorpassate e strainguardabili, questa così come il forse ancor più soporifero Il gattopardo.
Se già il genere neorealista non lo reggo, per lo meno avresti potuto optare per Ladri di biciclette, film che non mi entusiasma, ma almeno di certo è più emozionante di questa soap-opera sentimentale di quelle che possono mandare in brodo di giuggiole giusto il tuo cuore da vecchio tenerone.
Il fatto di aver ispirato Almodovar, ammesso sia vero, non mi sembra nemmeno tutto ‘sto motivo di vanto…
Non mi sorprende certo che Ford sia un fan del neorealismo, laddove io prediligo di gran lunga invece la Nouvelle Vague francese: la differenza può essere sintetizzata tutta in una scena, lo sguardo in camera gettato da Jean Paul Belmondo in Fino all’ultimo respiro. Laddove il cinema neopalloso, ehm neorealista si limita a documentare la realtà, il cinema che preferisco io invece la interpreta, la fa diventare racconto, ci gioca con ironia. È questo il cinema che amo e anche i registi che preferisco (Tarantino, Lynch, Kubrick…) sono tutti quanto di più lontano ci possa essere dal realismo.
Il mio cinema è gioco, finzione, divertimento. Il tuo Ford è noia, realismo, e ancora noia. Oh, alla fine, de gustibus. E anche la noia è un gusto da rispettare. Più o meno…
JF La cosa curiosa è che io apprezzo anche i tuoi registi, mentre tu fatichi a scendere dal tuo piedistallo pseudoartistico e passeggiare un pò per la strada. Quella vera. E anche quella di Fellini. Tiè.
Comuque, ti lascio volentieri quella roba da finta avanguardia di Fino all'ultimo respiro e mi tengo tranquillamente le mie "ossessioni".

"Aspetta Cannibal! Hai dimenticato il DVD di Donnie Darko!"
2) Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini
JF Inutile che stia a spendere troppe parole su quello che è uno dei Capolavori indiscussi del nostro Cinema, del neorealismo e della settima arte in generale.
Una pellicola così grande da far apparire sbiancata e sbiadita qualsiasi eclisse cannibalesca, un ritratto di quello che fu il dramma della Seconda Guerra Mondiale e del concetto di Resistenza come raramente se ne sono visti.
Sequenze da brividi, rabbia e commozione.
E mentre Roma si apre, che la bocca del Cannibale si chiuda e non osi proferire verbo contro quest'opera gigantesca.
CK Ancora neorealismo? Siamo solo al secondo film e io sono già in coma totale, senza se e senza ma.
Se c’è un filone cinematografico che non reggo e che mi annoia più della morte, è il neorealismo italiano.
Dio maledica te e i tuoi film, Mr. Ford!"
“Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate,” diceva un saggio.
“Il cinema neorealista è la vita con solo le parti noiose,” dice l’ancor più saggio Cannibal Kid.
Non metto in discussione il fatto che Roma città aperta sia un documento importante, una pellicola dal forte valore storico, però sono 2 ore che non passano più. Ottima l’interpretazione di Anna Magnani, peccato che ATTENZIONE SPOILER a manco metà del film muore, nella celebre scena che è anche l’unico momento memorabile di un film per il resto terribilmente antiquato e superato.
Non è una questione di anni: ci sono film dello stesso periodo come Quarto potere o Viale del tramonto che ancora oggi risultano attuali e moderni. Non è questo il caso. Un film invecchiato male, proprio come te, Ford, Re non di Roma bensì del cinema neopalloso! Ahahahahah
JF Fossi in te, Cannibale, andrei a fare un giro armato di bulldozer dalle parti delle piramidi. In fondo ora risulterebbero scomode come abitazioni. E già che ci sei, fai tabula rasa anche con quel mucchio di pietre di Stonehenge.
E metterei nel mucchio anche la Grande Muraglia.
Vorrei vederli, i tuoi genietti del futuro, senza l'eredità dei Classici!
CK Come ho detto, ci sono tante cose del passato che vanno tenute. Il cinema neorealista e quella mummia di Mr. Ford invece possono essere abbattuti immediatamente. Nessuno sentirà la loro mancanza! :D


"Cannibal, ao', questo te lo sei proprio meritato!"
3) La grande guerra (1959) di Mario Monicelli
JF Da un Capolavoro all'altro, la decina fordiana pesca ora quello che è il vertice dell'opera di uno dei grandi Maestri della commedia all'italiana, che grazie all'accoppiata da fantascienza Gassman/Sordi - no, non Ford/Cannibale - regala al pubblico un ritratto solo apparentemente "leggero" della Prima Guerra Mondiale zeppo di caratteristi che hanno fatto la storia del nostro Cinema e di sequenze memorabili, culminate in un finale che sarebbe riduttivo definire struggente.
Pellicole come questa, normalmente snobbate dai finti avanguardisti come il mio rivale, dovrebbero essere proiettate a ripetizione non solo nelle scuole di Cinema, ma nelle scuole e basta, perchè sono la migliore eredità della nostra cultura.
CK La grande noia, più che la grande guerra.
Ford dev’essere una di quelle persone tutte serie che ritengono un film importante solo se tratta temi pesanti, come la guerra. Sarà per questo che ha riempito metà della sua lista con film più o meno bellici o più o meno sul Fascismo. E qui torna indietro persino alla prima guerra mondiale, ovvero la versione anti cinematografica della seconda guerra mondiale, come abbiamo purtroppo potuto notare anche con War Horse.
Sarà come non sarà, ma questo film del buon Monicelli tenta l’approccio da commedia alla guerra, peccato che non faccia ridere, né tanto meno sia emozionante o toccante.
Coppia di attori da fantascienza??? Qua l’unica cosa da fantascienza sono le dichiarazioni del Ford.
Vittorio Gassman se la cava, peccato che fosse genovese e il suo accento milanese non risulta molto credibile…
Quanto ad Alberto Sordi, bah. Per me era un personaggio, ma non un attore. Un po’ come Benigni, uno che più che recitare, ogni volta interpreta solo una variante di se stesso. Con la differenza che Benigni è più divertente. Qui abbiamo Sordi in versione soldato, che è uguale a Sordi in qualunque altra versione, come vedremo dopo, visto che Ford con i suoi gusti monolitici ha voluto spararci altre sue 12 pellicole…
L’unica scena interessante del soporifero film (e siamo finora a 3 su 3) è allora quella del finale.
“Mi te disi proprio un bel gnènt!! Hai capito?!? Facia de Ford!”
JF Già il fatto che tu consideri Benigni più di Sordi la dice lunga sui tuoi gusti, antagonista dei miei stivali.
Poi, che tu possa trovare fuori dal tuo tempo - ovvero gli ultimi dieci anni, buahhahahahahahaha! - un film come questo ci può anche stare, ma che la tua scarsa tenuta non ti permetta di vedere la serie praticamente infinita di scene memorabili de La grande guerra è davvero incredibile: tutti i duetti tra i protagonisti sono da antologia - oltre che divertentissimi -, e il dramma della guerra è presentato senza essere appesantito come sarebbe stato se ad averlo tra le mani fosse stato uno dei tuoi amiconi pipponi, che considerano un dramma anche una merenda con la fidanzatina.

"Quello è Mr. Ford? E' persino più spaventoso di quanto immaginassimo"
4) Una vita difficile (1961) di Dino Risi
JF Il film che ha bruciato Il sorpasso al fotofinish entrando di prepotenza nella selezione per la Blog Guerra, uno dei più grandi esempi del valore come attore drammatico di Alberto Sordi nonchè un ritratto dei lati oscuri della "dolce vita" dalla potenza incredibile.
Forse non conosciuto come altri lavori di Risi, l'epopea del partigiano divenuto aspirante borghese è una delle "favole nere" più riuscite del nostro Cinema: e dopo una giornata passata a sorbirsi i pipponi del Cannibale, basta la sequenza dell'Albertone ubriaco a Viareggio per cancellare ogni dubbio su quale sia la parte migliore di questa Blog Guerra.
CK Una vita difficile, quella di un blogger come me che si deve sorbire tanti film tanto noiosi per poter partecipare a una Blog War come questa.
La commedia di Dino Risi presenta una buona regia e una discreta sceneggiatura, peccato che come commedia non faccia ridere manco per sbaglio. Figuriamoci se Ford ci proponeva 1 film 1 che facesse ridere, sia mai. Ci si potrebbe divertire troppo!
A non funzionare, per quanto mi riguarda, è il protagonista: Alberto Sordi era il medioman del cinema italiano. Come già detto sopra, si limitava a fare se stesso in ogni film. La scena in cui fa l’ubriaco è la chiara dimostrazione di quanto non fosse capace a recitare. Scommetto che persino quell’astemio di Ford riuscirebbe a essere più credibile come ubriaco. Se quella è la scena che dovrebbe farti aggiudicare la vittoria, Ford, mi sa che sei più ottimista degli americani quando invasero il Vietnam…
Ve lo meritate Alberto Sordi, voi fordiani!
A forza di sentire castronerie pronunciate da Ford, quasi quasi però sarebbe meglio essere sordi. UAHAHAHAHA
JF Sarà un attorone il tuo amichetto corvaccio di Uccellacci e uccellini.
O quell'altro squinternato del coniglione di Donnie Darko.
Effettivamente, il tuo è un Cinema buono giusto per le bestialità! Buahahahahahahah!
Una vita difficile è un Capolavoro. E basta.

"Addio AmarFord, a mai più rivederci!"
5) 8 e 1/2 (1963) e Amarcord (1973) di Federico Fellini
JF Uno dei pochi registi della Storia in grado di mettere d'accordo anche due acerrimi nemici come il sottoscritto e il Cucciolo Eroico, l'enorme Fellini, non andrebbe discusso a priori, tale e tanta è la sua importanza.
8 e 1/2 rappresenta, a mio parere, l'equivalente di 2001: odissea nello spazio per il Cinema italiano, ed è senza ombra di dubbio il viaggio più importante che possa offrire una pellicola made in Terra dei cachi al pubblico.
Amarcord, dall'altra parte, è tutto il cuore del Maestro riminese, una carrellata di personaggi che, considerate le origini di mio padre, sento più vicine di quanto non sembri.
Due Capolavori indiscutibili, buoni giusto per prendere un pò di fiato tra un round e l'altro della lotta.
CK Ed ecco l’unico Artista (vabbè, mettiamoci dentro pure Sergio Leone) di una lista fordiana composta per il resto da artigiani del cinema. Alcuni magari mestieranti decenti, altri nemmeno quello. 8 e ½ è quindi un oggetto alieno in questa lista e figurava molto meglio ieri tra le pellicole cannibali.
"A forza di pregare, un paio di film decenti Ford li ha messi!"
Quanto ad Amarcord, è una pellicola valida e interessante, però troppo frammentaria e discontinua e presenta anche vari momenti kitsch, come quelli con Alvaro Vitali, che non mi hanno entusiasmato molto. Per me siamo diversi gradini sotto rispetto alla classe assoluta di 8 e ½ e La dolce vita. Sarà che io preferisco il dolce all’amaro… Del tutto strepitoso invece il tema musicale di Nino Rota, una delle musiche da cinema (e non solo) più belle della storia.
Questa è qundi la parte migliore di una lista per il resto non da amarcord, bensì da dimentare, caro il mio AmarFord.
JF Da dimenticare c'è solo l'ennesima dimostrazione della tua mancanza di gusto cinematografico! E se vieni un pò più vicino, mentre sono in cima al tuo Tree of life dei poveri, ti prendo volentieri a sassate gridando "VOGLIO UN RIVALE CHE SI INTENDA DI CINEMAAAA!"



"Ford, m'hai proprio rotto. Mi unisco al suicide club cannibale!"
6) Il buono, il brutto, il cattivo (1966) di Sergio Leone
JF Nella lista fordiana non poteva mancare uno dei film più rappresentativi della nostra cinematografia, un cult imprescindibile del western ed un saggio di tecnica impareggiabile.
Cast stellare, sequenze e battute indimenticabili, un finale da paura.
"Cannibale, al mondo ci sono due tipi di persone: quelli con il fucile e quelli che scavano. Tu scavi."
Bang bang, Cucciolo Eroico: lungo la Frontiera c'è spazio per uno solo di noi.
E non sei tu.
CK Io ho un problema con il genere western, così come ce l’ho con Ford: proprio non mi piacciono. A pelle.
Non mi piace l’atmosfera da vecchio West, non mi piacciono i personaggi stereotipati, le solite sparatorie e situazioni da saloon. Non è proprio il mio mondo, il mio ambiente.
Questo film è di certo un capolavoro nel genere spaghetti western, peccato che a me piacciano tutti i tipi di pasta, ma gli spaghetti western proprio mi stanno sullo stomaco. Della pellicola ho comunque apprezzato le ottime inquadrature di Sergio Leone e le musiche memorabili di Ennio Morricone. Per quanto riguarda vicenda e personaggi, invece, sbadigli.
Un film fordiano fino al midollo, ma che rivela un finale sorprendentemente e ironicamente cannibale, con l’urlo: “Ford sei un figlio di una grandissima putt aah aah aaah!” :D
JF Sarebbe proprio divertente vedere il Cannibale strapazzato lungo la Frontiera da un bruto Clint fordiano, lasciandolo appeso qualche oretta in più alla corda.
Forse il western è il tuo genere, caro antagonista.
Specie se ci sono io a darti del filo da torcere.

"Stupratemi, uccidetemi... tutto, basta che non facciate guidare Mr. Ford!"
7) Cani arrabbiati (1974) di Mario Bava
JF Titolo purtroppo quasi sconosciuto ai più, questo gioiellino violentissimo e perverso di uno dei registi più importanti del nostro panorama - Burton, Carpenter e Tarantino gli devono un'infinità di trovate, e non perdono occasione di sottolineare la sua importanza - è a mio parere la versione italiana proprio de Le iene.
Un viaggio senza alcuna speranza di redenzione che è un'escalation di crudeltà da spavento, considerati i tempi in cui fu girato: e nonostante la povertà dei mezzi, Bava dimostra di essere uno dei grandi innovatori del concetto di grindhouse, in barba a tutti i registucoli finti alternativi sbucati come funghi dopo Pulp fiction e tanto ammirati da Cannibal e soci.
CK I Cannibali arrabbiati si prendono una pausa, a sorpresa, e la smettono di abbaiare contro il povero Ford ormai già bell’e che sbranato.
Tra i diversi film di nicchia scelti dal Ford che non avevo ancora visto e mi sono dovuto sorbire, pardon vedere in occasione di questa Blog Guerra, questo è l’unico che ho apprezzato. Non al 100%, visto che le interpretazioni degli attori più che da Cani arrabbiati sono da cani e basta, però mi è piaciuto il tocco registico del Mario Bava. Amatoriale, ma molto pulp. Un on the road movie criminale dotato di una buona sceneggiatura che tiene dall’inizio alla fine con pochi cedimenti per strada.
Un film, quasi l’unico della lista fordiana, che non fa scendere la bava mentre li si guarda addormentati sul divano.
JF Immaginavo che non ti sarebbe dispiaciuto, in fondo.
Del resto, sei più prevedibile di un medioman fordiano! Ahahahahah!

"Mamma ti prego, non portarci dal babysitter Ford:
quello vuole farci sempre vedere dei film noiosissimi!"
8) Anche libero va bene (2005) di Kim Rossi Stuart
JF Quello che potrebbe apparire come una sorta di "intruso" in una sequenza così esagerata di filmoni, esordio dietro la macchina da presa di Kim Rossi Stuart, è stata una delle scoperte migliori che feci nel mio periodo "allo stato brado", e che alimentò allora la voglia di scrollarmi di dosso la ruggine e tornare ad alzare la testa e guardare avanti.
Un dramma sobrio e potente che tratteggia le delicate geometrie del rapporto tra padri e figli, e sfodera un coraggio davvero niente male del regista/attore che, nel pieno della berlusconiana Italia sempre troppo cattolica, in una delle scene più cariche della pellicola caccia un bestemmione liberatorio e sentitissimo.
Ma pensare solo a quello sarebbe riduttivo per uno dei ritratti di crescita più intensi del Cinema italiano recente.
La stessa crescita che il mio antagonista continua a rifiutarsi di affrontare. Ahahahahahaha!
CK Un film caruccio quanto dimenticabile.
Kim Rossi Stuart esordisce in maniera dignitosa dietro la macchina da presa con una pellicola neo-neorealista (ANCORAAAAA???) che racconta con semplicità la vita di una famiglia dei sobborghi di Roma. Niente di che, a parte la scena della bestemmia dello stesso Kim Rossi Stuart, un momento davvero coraggioso per il cinema italiano. Per il resto è una pellicola troppo urlata, manco fossimo in un film di Muccino, e parecchio prevedibile, che si chiude con un finale davvero campato lì giusto per mettere la parola fine. Se non altro, rispetto ad altre atroci visioni fordiane, si lascia guardare.
Il motivo per cui a Ford piace tanto questo esordio registico decente, ma certo non da top 10 del cinema italiano (e forse nemmeno da top 1000), secondo me va ricercato nel passato da Ragazzo dal kimono d’oro di Kim Rossi Stuart…
Niente di che come film ma, comunque, anche libero va bene. A questo punto: tutto fuorché Ford va bene!
JF Non sarà da top ten assoluta, come del resto non lo è il tuo Sapore di mare, eppure è una pellicola coraggiosa - come giustamente sottolinei anche tu - e piena di cuore, ed entrambi noi sappiamo quanto ci sia bisogno di film così in una realtà povera come quella italiota.
Tra l'altro, fosse stato firmato da un Cannibàl Garcon francese, ora saresti qui a gridare al miracolo.
CK Io ho solo detto che c’è 1 scena 1 coraggiosa. Il resto è trascurabilissimo. Quello che ha bisogno il cinema italiano sono i talenti veri come Sorrentino, non queste esili storielline neo-neorealiste!
E Sapore di mare è un cult per generazioni e generazioni. Questo è un cult giusto nella terra dei cachi fordiani.

"Dormi cara, questa cine-rassegna è davvero interminabile.
Ford con la sua lista si è rivelato perfino più perfido di quanto sia mai stato io!"
9) Vincere (2009) di Marco Bellocchio
JF Quando si è deciso, insieme a quel tordo del Cannibale, di mettere in piedi una Blog Guerra a base di film italiani, una delle prime certezze che ho avuto rispetto alla mia decina, era che Bellocchio sarebbe stato della partita.
Avevo l'imbarazzo della scelta, considerate pellicole come Buongiorno, notte e L'ora di religione, ma ho deciso di puntare su Vincere, il ritratto anomalo che il regista tracciò di Mussolini: un film incredibile, visionario, dalla tecnica impareggiabile e dal carico emotivo quasi schiacciante, interpretato da un Filippo Timi mai così bravo.
Senza alcun dubbio, uno dei due più grandi film italiani degli ultimi dieci anni.
CK Pellicola decente eppure non del tutto riuscita sul Duce, ma soprattutto sulla sua amante e sul suo figlio segreto. No, non sto parlando di Berlusconi. E no, non sto parlando nemmeno di Mr. Ford. Per una semplice questione anagrafica: Ford è nato prima!
QUI c’è la mia vecchia recensione del film, riassumendo il mio pensiero: una pellicola tecnicamente interessante, quanto emotivamente fredda. Come al solito, con i film fordiani.
Vincere?
Ford, per battere la tua lista mi sarebbe bastato anche solo mettere una rassegna di film con Lino Banfi ahahah!
JF Magari avessi messo in lista qualche bel film con Banfi! Almeno mi sarei risparmiato certe schifezzone come L'eclisse!

"Tesoro, sveglia. E' finita, è finita!"
"Cosa, la guerra?"
"Ma no, la rassegna fordiana!"
"Evvai, notizia più bella non me la potevi dare! Però un po'' mi spiace:
non avevo mai dormito tanto bene in tutta la mia vita."
10) L'uomo che verrà (2010) di Giorgio Diritti
JF La sparo subito grossa: Giorgio Diritti è il Terrence Malick italiano.
Già con Il vento fa il suo giro questo sorprendente autore mi aveva colpito e affondato grazie ad un'escalation devastante sul finale, ma con L'uomo che verrà viene compiuto un passo oltre nel raccontare la strage di Marzabotto, episodio terribile degli anni dell'occupazione nazista nel cuore dell'Emilia Romagna della Resistenza.
Una pellicola che è una poesia, nonchè la rappresentazione migliore per il Cinema di quello che un certo De Andrè fece con la musica.
Un miracolo compiuto sottovoce in grado di far scomparire come per magia tutte le folli aspirazioni del mio scomodo antagonista.
CK L’uomo che verrà a darti una bella mano di botte, Ford, prima o poi lo troverai.
Nel frattempo, questo film è tra i pochi decenti della tua lista, che si chiude quindi a sorpresa con dignità.
Ai tempi l’avevo recensito in maniera molto positiva, anche se devo dire che a un paio di anni di distanza non è che mi sia rimasto molto della visione. Buon film, però quanti WhiteRussian ti sei scolato per scomodare un paragone del genere?
Terrence Malick sta davvero troppo più in alto, in cima al The Tree of Life.
Così come Cannibal non può far altro che guardare dall’alto il piccolo Ford allontanarsi sconfitto e in lacrime. Aspettando la vittoria che non verrà…
JF Cannibale, tira pure un sospiro di sollievo: tu l'uomo che verrà a darti una bella mano di botta l'hai già trovato.
E ho come intenzione di arrivare armato dell'alberello di Malick, che ti schianterò felice sulla testa.

lunedì 4 aprile 2011

La solitudine dei numeri Timi

La solitudine dei numeri primi
(Italia 2010)
Regia: Saverio Costanzo
Sceneggiatura: Saverio Costanzo e Paolo Giordano dal romanzo di Paolo Giordano
Cast: Luca Marinelli, Alba Rohrwacher, Aurora Ruffino, Vittorio Lomartire, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Martina Albano, Isabella Rossellini, Filippo Timi
Genere: Moccia horror
Se ti piace guarda anche: Come Dio comanda, Profondo rosso, Io sono l’amore

Trama semiseria
Un tipo introverso e ai limiti dell’autismo + una tipa zoppa: sono questi i due protagonisti di questa particolare storia di amicizia e d’amore, di due solitudini che si incontrano, di due numeri primi che si fondono in un’addizione magnifica e bla bla bla.
Rimpiangete già Jack & Rose di Titanic?
Edward & Bella di Twilight?
Step & Babi di 3MSC?
Beh, adesso non esageriamo.

Recensione cannibale
Di fronte a un film come La solitudine dei numeri primi mi trovo parecchio combattuto. Da una parte mi è piaciuto, o almeno alcune cose mi sono piaciute, dall’altra mi ha infastidito. E anche parecchio. È una sensazione difficile da spiegare a parole ma so già che avrete inteso perché anche voi avrete provato qualcosa del genere, magari non nei confronti di questa specifica pellicola, ma probabilmente per un altro film oppure per un disco, un libro, o magari una persona. Perché ce ne sono di persone che lasciano combattuti...

Ne La solitudine dei numeri primi ci sono alcuni elementi davvero buoni. Soprattutto l’inizio, soprattutto la prima parte dalle tinte (Dario) Argento, soprattutto le musiche stile Goblin firmate dal sempre grande Mike Patton (Faith No More, Mondo Cane, Mr. Bungle, Fantômas, Tomahawk, Peeping Tom, la colonna sonora di Crank…). Non ho letto il libro best-seller di Paolo Giordano da cui è tratto (e non mi è nemmeno venuta voglia di farlo) ma a quanto ho sentito dire è apprezzabile pure l’aver aggiunto atmosfere horror del tutto non presenti nel romanzo, con un plauso quindi per il parziale coraggio che va al regista Saverio Costanzo (guardando il film ho cercato di mettere da parte il fatto che sia il figlio di Maurizio Costanzo Show, ma non credo di esserci riuscito).

Ci sono però anche altri elementi che invece vanno a cozzare con la riuscita della pellicola e provocano un gran nervoso, come dialoghetti campati per aria, una recitazione spesso troppo enfatizzata e sopra le righe più da soap opera che da cinema (Isabella Rossellini su tutti), più una serie di personaggi che sembrano una sorta di versione alternative e malaticcia (ma questi il sole l’hanno mai visto in vita loro?) di quelli dei romanzi di Moccia. La cosa che proprio non mi è piaciuta comunque è soprattutto la parte finale, che vorrebbe essere intima e intimista e invece è soporifera e telefonata. Dopo oltre un’ora costruita tra atmosfere angoscianti e quasi horror, una pessima caduta di stile, un tonfo che sgonfia tutta la vicenda e la riporta sui territori classici del cinema medio italiota (di merda, lasciatemelo dire).

Il cast di giovani e giovanissimi non è male (segnalo in particolare Aurora Ruffino) e Alba Rohrwacher sarà anche bravina ma non se ne può più di vederla in ruoli da caso umano. Del non altissimo livello di recitazione generale ci si rende conto però soprattutto quando irrompe in scena Filippo Timi. La sua è giusto un’apparizione da 30 secondi nelle vesti di clown malefico, ma in quei pochi istanti ruba la scena a tutti e si mangia l’intero film. Un cameo strepitoso da Heath Ledger de’ noantri che rappresenta il vertice assoluto di una pellicola a tratti intrigante, che dà qualche segnale vitale per il cinema italiano ma che alla fine non trova il coraggio di spingere le situazioni al limite e rimane come intrappolata in una solitudine da numeri primi, ma non da numeri uno.
(voto 6-)

Chiudo con una citazione musicale alla Mr. Ford
“La solitudine fra noi
questo silenzio dentro me
è l'inquietudine di vivere
la vita senza te
Ti prego aspettami perché
non posso stare senza te
non è possibile dividere
la storia di noi due
Laura Pausini - “La solitudine” -


martedì 25 gennaio 2011

Vallanzasca, ovvero come ti rovino un bel film chiamando i Negramaro

Vallanzasca – Gli angeli del male
(Italia 2011)
Regia: Michele Placido
Cast: Kim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Francesco Scianna, Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Nicola Acunzo, Gaetano Bruno
Genere: racconto criminale
Se ti piace guarda anche: Romanzo Criminale, Cella 211, Il profeta, Nemico pubblico N. 1 - L'istinto di morte, Nemico pubblico N. 1 - L'ora della fuga

Trama semiseria
La vera storia di un ladro di professione, playboy, per cui le casalinghe disperate italiane impazziscono.
Silvio Berlusconi? No, Renato Vallanzasca.

Premessa musicale
Ci sono state un mare di polemiche a precedere l’uscita di questo Vallanzasca e sarebbero anche giuste, fossero state ben indirizzate. Incredilmente, tali polemiche non riguardavano però il fatto, questo sì scandaloso, che la colonna sonora fosse firmata dai Negramaro. Ma io dico: se fai un film ambientato negli anni Settanta, hai potenzialmente a disposizione tutta la musica fighissima di quel decennio che vuoi, massì anche qualcosa di italiano magari. Sì, esatto: proprio come nell’azzeccatissima colonna sonora di Romanzo criminale. Oppure se questa volta vuoi proprio una soundtrack inedita puoi prendere i Calibro 35, band apprezzata anche all’estero per il suo sound da poliziottesco anni ’70, o persino tentare la strada ironica mettendo un po’ di musica (vallanza)ska. E invece no: beccatevi i Negramaro.

Qualcuno dirà: sì, vabbè ma la voce di Giuliano del progggetto Negramaro si sente solo sui titoli di coda. Ok, i titoli di coda però fanno parte del film, contribuiscono in maniera importante al retrogusto che ti può dare una pellicola. Se io ad esempio sui titoli finali di Twilight sento “15 Step” dei Radiohead, la telenovela vampiresca che fino ad allora aveva lasciato alquanto a desiderare nel mio ricordo acquisterà già un paio di punti, mentre al contrario vedere un buon film e sentirlo terminare con la voce di Gggiuliano ha un sapore non negramaro, ma proprio amaro. Nel corso delle due ore di pellicola comunque sono usati solo pezzi strumentali composti dal gruppo salentino, uno pseudo rock che non ha nulla di 70s o di cinematografico e non aiuta a dare alla pellicola la giusta atmosfera. Un difetto non da poco.
Dopo questa lunga intro musicale vediamo, massì, anche cos’altro ha da offrire il film.

Recensione cannibale
Le polemiche preventive della Lega Nerd, invece che sullo scandalo musicale su cui mi sono dilungato finora, hanno preferito concentrarsi sul fatto che si girasse un film su Vallanzasca. Cioè, hanno fatto film su Hitler, Mussolini, Silvio Berlusconi, Hannibal the Cannibal (vabbè, lui forse non è davvero esistito) e c’è ancora qualcuno che si scandalizza perché fanno un film su Vallanzasca? Certo che in giro c’è sempre un sacco di gente pronta a indignarsi per delle cavolate e quando ci sarebbe da farlo per le giuste cause mica lo fanno. Ad esempio io trovo scandaloso il fatto che sia stato pubblicato il numero di cellulare di Ruby e lei sia stata costretta a disattivare la sim. E io adesso se voglio chiamarla come faccio, me lo spiegate? Questa è una cosa per cui indignarsi, cribbio.

Lo so, il post è già iniziato da una vita e io non ho ancora parlato del film. Allora arrivo subito al punto: la prima parte non mi ha convinto granché. Causa anche la colonna sonora poco azzeccata (e daje…) mi sembra si sia persa l’occasione di inquadrare la vicenda della banda di Vallanzasca all’interno del contesto socio-culturale italiano dell’epoca. Come titolava un giornale: Vallanzasca simbolo degli anni 70. Perché allora non approfittarne per farne una bella pellicola in grado di parlare di quel decennio travagliato? Già, proprio come Romanzo criminale riusciva a fare molto bene. Invece niente, a parte i pantaloni a zampa d’elefante e le basette lunghe di 70s, oltre al look ottimamente ricreato c’è davvero ben poco. La vicenda criminale con le rapine è poi la solita storia, già vista e raccontata meglio in altri film e anche dallo stesso Michele Placido.

La seconda parte invece va parecchio meglio. Paradossalmente, chiudendo Vallanzasca tra le mura di una prigione il film spiega le ali della libertà e prende il volo, decollando dopo un attacco standard. I modelli di riferimento di Placido sembrano diventare in questa parte Cella 211 e Il profeta e anche il personaggio di Vallanzaska assume una maggiore profondità grazie all’amicizia con il collega/rivale Turatello interpretato dall’ottimo Francesco Scianna, uno dei volti più promettenti del nostro nuovo cinema paradiso. Se quindi nella parte 70s il film non ha saputo conquistarmi del tutto, negli 80s (anch’essi comunque riesumati un po’ alla cazzo di cane, giusto con il Walkman e poco altro) la storia decolla e sono riuscito a entrare -ooh proprio ciò che temeva la Lega!- nel personaggio del bel René, soprattutto per merito del suo interprete.


Kim Rossi Stuart è infatti davvero in parte, un Vallanzasca al 100% (decida lui se prenderlo come un complimento o meno), a parte un accento milanese che per forza di cose a un romano come lui è uscito parecchio forzato. Filippo Timi poi svetta come al solito, seppure in un ruolo piccolo, mentre Valeria Solarino mostra le zinne gratuitamente ma è piuttosto odiosa: è il personaggio o è lei? Nel dubbio io preferisco di gran lunga Paz Vega.

Se i fascis… volevo dire i leghisti hanno cercato di boicottare il film, comunque, in parte ci sono riusciti: secondo me i Negramaro in colonna sonora ce li hanno messi loro, chiudendo un occhio sulla loro provenienza pugliese, ché secondo me Michele Placido avrebbe preferito mettere Equipe 84, Patty Pravo e Pretenders. Proprio come in quel Romanzo criminale cui Vallanzasca – Gli angeli del male si avvicina ma non eguaglia.
(voto 7)

Frasi cult
Vallanzasca alla compagna andata a trovarlo in carcere
“Te come fai, ti fai i ditalini o ti scopi qualcuno?”

E in un'intervista a Radio Popolare
“Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato”

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