"Ao', sti dischi non se possò sentì..." |
E perlomeno apre una nuova rubrica. Non che qualcuno mi abbia chiesto di farla o ce ne fosse effettivamente bisogno, però ho deciso comunque di iniziarla. Così, per fare il punto della situazione dei dischi usciti negli ultimi giorni/settimane. L’appuntamento dovrebbe essere mensile, poi si vedrà, potrebbe anche essere ogni 2 settimane o ogni due mesi o ogni quanto mi pare…
Ma basta cazzate, che saranno comunque presenti eccome ma limitate il più possibile, e spazio alla musica.
Asteroids Galaxy Tour “Out of Frequency”
Asteroids Galaxy Tour “Out of Frequency”
Genere: pop ah yeah
Frizzanti, leggeri, allegri. Piovuti giù insieme a un asteroide, questi spaziali Asteroids Galaxy Tour sono l’ascolto perfetto per un aperitivo chic con i vostri amici fighetti. Se cercate sostanza, oh levatevi pure dalle palle. Possibili hit: Heart Attack e Mafia.
(voto 6+/10)
Genere: post trip-hop
Uno dei dischi che ho sentito e risentito con più piacere in questo inizio 2012. Una manciata di ottime canzoni, suoni che non sfigurerebbero nell’episodio di qualche serie british cool alla Misfits barra Skins. I Big Pink sono tornati più pop e “commerciali” rispetto all’esordio se proprio vogliamo fare i pignoli, ma questi nuovi pezzi hanno il potere di rimanere impressi in testa.
(voto 7+/10)
Genere: pop
Primo capolavoro pop dell’anno, firmato dai Chairlift. All’esordio si erano segnalati con la ottima quasi hit Bruises, ora hanno tirato fuori un disco con una serie di pezzi fe-no-me-na-li, roba da Paradiso della musica come Take it out on me, o da farmi andare in delirio come l’apertura di Sidewalk Safari. Ascoltateli, amateli, scopateli.
(voto 8/10)
Il disco italiano del mese è quello di Colapesce aka Lorenzo Urciullo degli Albanopower. L’EP d’esordio qualche tempo fa era stata una rivelazione davvero piacevole, adesso all’esordio su lunga distanza manca giusto l’effetto sorpresa, ma non certo la qualità sonora. Il cantautorato italiano per chi non ama il solito cantautorato italiano ha trovato un nuovo protagonista, uno che inizia subito in declino. Meraviglioso, però.
(voto 7/10)
Genere: new-jazz
Jazz raffinato dalla tizia che all’esordio aveva fatto gridare al miracolo e conquistato il Grammy (per quel che può valere) di miglior nuova artista. Al secondo album che è sempre il più difficile nella carriera di un’artista si conferma e fa un altro centro. Per gli appassionati del genere, ma non solo.
(voto 6,5/10)
Genere: folk
Anvedi ‘ste sbarbine svedesi. Quanti anni hanno? Una 21 e l’altra 18, eppure sono già all’opera seconda e hanno raggiunto una maturità che in tanti (sì, io compreso) ancora si sognano. Il loro folk country da gelido inverno possiede un grande fascino, in grado di conquistare subito no ma con qualche giro d’ascolto di rodaggio sì. Se date loro fiducia, vi ripagheranno. E vi faranno sentire pure parecchio immaturi, ‘ste sbarbine.
(voto 7-/10)
Genere: alternative electro
Esordio per una delle più promettenti promesse del promettente firmamento musicale. Lo prometto. Grimes si va a inserire in quel filone di artiste stralunate, un po’ pop un po’ electro un po' vocina bambinesca e un po’ altra roba stile Bjork/Bat for Lashes/Zola Jesus, che tanto adoro. A conquistare me ha avuto quindi gioco facile, ma comunque la tipa sa il fatto suo abbastanza da poter sedurre anche i più diffidenti. Uhm, forse.
(voto 7+/10)
Genere: pop-rock
Al terzo disco, I Maccabees si allontanano dal brit-pop dei primi tempi e si prendono molto sul serio (forse troppo?), con un disco dalle sonorità più american rock, più Pearl Jam. O come dei Coldplay che sanno quello che fanno. Manca ancora quella canzone che rimanga scolpita nella memoria e un po' di varietà sonora in più, però sembra abbiano imbroccato il sentiero giusto. Per la serie: continuate così.
(voto 6,5/10)
Genere: mark lanegan blues explosion
Cosa non è questo disco. Grandioso. Un disco rock di quelli come non ne sentivo da un bel po’ di fottutissimo tempo. Cosa non ha tirato fuori il Mark Lanegan a questo giro? Dopo le collaborazioni con Queens of the Stone Age, Isobel Campbell e Soulsavers, la sua anima per fortuna non è stata messa in salvo ma è ancora più tormentata che mai. L’ex Screaming Trees si è rimesso in proprio, ha rispolverato la sigla Mark Lanegan Band e c’ha consegnato questo disco che viaggia tra l’ipnosi dopata di Bleeding Muddy Water, i ritmi quasi dance di Ode to sad disco, senza farsi mancare anche un indolente atmosfera da funerale blues soprattutto nella seconda parte. Spettacolo.
(voto 8+/10)
"Nevica ancora? E allora mi sa nada surf... uahaha" |
Genere: indie 90s
Deludente ritorno per i Nada Surf. Mi spiace che l’unica bocciatura (solo perché dischi probabilmente pessimi come quelli dei Litfiba al momento me li sono risparmiati) di questo mese vada a loro, che pure mi sono sempre stati simpatici. Però questo disco scivola senza mai catturare l’attenzione, con un suono rimasto intrappolato nei 90s ma privo delle canzoni incisive che tiravano fuori fino a qualche tempo fa. Un passo indietro, spero solo momentaneo. Per ora meglio lasciare giù la tavola e nada surf. Tanto con ‘sto tempo, 'ndo vai?
(voto 5/10)
Genere: hard
Ed eccoli qui di nuovo, i miei hard-rockers preferiti degli ultimi tempi. I Pulled Apart by Horses mi avevano già tirato una bella scossa di adrenalina con l’esordio e adesso oops they did it again. Esaltazione pura. Questi spaccano e i vostri vicini di casa sono avvisati.
(voto 6,5/10)
P.S. La mamma di chi ha inventato le pubblicità all'inizio dei video su YouTube è una gran pu.....
P.P.S. Sul blog La fabrica dei sogni, Arwen Lynch ha intervistato il sottoscritto Cannibal Kid. Se vi può interessare...