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sabato 5 maggio 2012

Che Flash(dance)!

Oggi L’ora cult (rubrica che potete leggere anche sul consigliatissimo sito L'ora blu) si occuperà di un film che è un cult per molti. Per chi? Per Nanni Moretti, ad esempio, che in Caro Diario confessa:

“In realtà il mio sogno è sempre stato quello di saper ballare bene. Flashdance si chiamava quel film che mi ha cambiato definitivamente la vita. Era un film solo sul ballo. Saper ballare... e invece alla fine mi riduco sempre a guardare, che è anche bello, però... è tutta un'altra cosa.”


"Qualcuno ha visto Natalie Portman? Nessuno?
E il Cannibale in tutù?"
Flashdance
(USA 1983)
Regia: Adrian Lyne
Cast: Jennifer Beals, Michael Nouri, Lilia Skala, Sunny Johnson, Kyle T. Heffner, Belinda Bauer
Genere: danzereccio
Se ti piace guarda anche: Footloose, La febbre del sabato sera, Dirty Dancing, Save the Last Dance

Flashdance vanta dietro la macchina da presa Adrian Lyne. Che vantarsi di avere Adrian Lyne dietro la macchina da presa è come se Antonio Conte si vantasse di avere un parrucchino in testa.
Perché?
Ma perché Adrian Lyne è uno dei più paraculi registoni di Hollywood, uno che di solito sceglie i film in base ai titoli che questi possono fargli collezionare sulle riviste o nei servizi ai TG. Come Proposta indecente, uno di quei casi che partono da una domanda interessante: “Cosa fareste se a vostra moglie offrissero un milioni di dollari per una notte con lei?” e poi la trasformano in un film di merda. Solito grande Woody Harrelson a parte.
Ah, Adrian Lyne ha poi osato anche fare un remake (naturalmente mediocre) di Lolita di Kubrick, più altri successoni 80s come 9 settimane e ½ e Attrazione fatale. Quest’ultimo probabilmente il suo film migliore. Merito più che altro di Glenn “Psycho” Close.
Qui in Flashdance, l’Adrian dà il suo meglio (o il suo peggio?) realizzando un lungo videoclip di un’ora e mezza che a livello visivo nel suo essere spudoratamente ottanta-trash risulta anche niente male. Peccato che la storiella faccia acqua da tutte le parti e sia interessante quanto una puntata di Amici di Maria de Filippi. Forse anche meno. Ultimamente, con tutta la storia di Belen che si fa inchiappettare da quel ballerino che somiglia a Shevchenko alla faccia di Scarface Corona, Amici è molto meglio di Flashdance. Sorry, Nanni.

"Sex symbol? Io???"
Flashdance, interno trama.
Alex Owens di giorno fa la saldatrice tamarra, di notte la ballerina. Tamarra, of course. O almeno, crede di fare la ballerina quando in realtà è una spogliarellista. Chiamiamo le cose con il loro nome. Dopo averla vista durante uno spettacolino erotico, il suo capo che non l’aveva mai cagata prima le rivolge finalmente la parola e la fa diventare la sua schiava d’amore. Mica scemo: lui divorziato pseudo imprenditore rampante molto Berluska anni Ottanta, lei 18 anni aspirante Ruby e con una notevole capacità nella danza che la rende mooolto snodata.
Un bel giorno la nostra (anzi, la vostra) Alex decide di andare a iscriversi a una prestigiosa scuola di danza vestita come se fosse appena tornata da un concerto dei Def Leppard. Quasi inutile aggiungere che tutte le altre ballerine (più competitive della Nina di Black Swan) la deridono e lei fugge via in una scena strappalacrime. Oddio, io in realtà mi sono fatto una sana grossa grassa bastarda risata. Alla facciazza sua.
E mentre Jennifer Beals piange e poi si allena, sudando come una maniac, maaaniac sul dancefloor, ogni scena trasuda di epicità trash anni Ottanta. Che poi Jennifer Beals nei panni della bomba sexy non è che mi convinca molta, sarà che anche in seguito sta donna non mi è mai piaciuta. Per dire, era l’unica L della serie tv The L Word che non mi sarei fatto. Con quegli scaldamuscoli anti sesso addosso poi…
Il tizio divorziato molto Berluska che se la vuole inchiumare (e al primo appuntamento se la inchiuma, visto che lei fa tanto la schizzinosa ma in realtà es una gran puta) è invece interpretato da Michael Nouri, un tizio giustamente finito presto nel dimenticatoio, lui e la sua faccia da schiaffi, rivisto di recente giusto in qualche serie tv come Damages. Dove c’è ancora Glenn “Psycho” Close. Tutto torna.
Una cosa non torna: Nanni, com’è che hai adorato un film in cui la figura maschile principale è un simil-caimano?

"Sfotti pure, Cannibal, ma tu questo lo sai fare?"
Al di là della lettura politico-sessuale-berluskoniana, la storiella narrata è talmente poca roba che il filmone è in pratica una sequela di sequenze tutte più o meno ridicole unite in maniera sconnessa tra di loro. Tra i momenti più risibili ci sono le scene erotico-sentimentali, i siparietti comici dell’amico comico (ma alla prova dei fatti ben poco comico), e anche i diversi balletti non sono da meno, con lo sgambettare così furibondo di Jennifer Beals che ha rischiato in più punti di farmi venire un attacco epilettico. Roba da competere con il balletto folle di Kevin Bacon in Footloose: quale dei due è più ridicolo? Davvero difficile scegliere…

Flashdance è un videoclip musicale formato maxi in cui spicca una soundtrack tra le più tamarre di tutti i tempi. E nonostante questo, o forse proprio per questo, la musica è l’elemento più riuscito del film, grazie a Giorgio Moroder, Michael Sembello, Donna Summer, Joan Jett… Insieme alla scena, questa sì memorabile, del provino finale sulle note naturalmente dell’inno “Flashdance… What a Feeling” di Irene Cara.
Sarebbe stato un bel videoclip e difatti diverse popstars, da Geri Halliwell a Jennifer Lopez, l’hanno plagiato omaggiato. Peccato abbiano voluto farne un film.
Alla fine dello sgambettare folle di Jennifer Beals, qual è or dunque il mio verdetto?
Come direbbe il giudice di un talent-show: per me è un NO!
Anzi, caro Nanni: per me è uno SCULT!
(voto 5,5/10)


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