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mercoledì 5 marzo 2014

FROZEN – LA RECENSIONE DI GHIACCIO SCIOLTO




Frozen – Il regno di ghiaccio
(USA 2013)
Titolo originale: Frozen
Regia: Chris Buck, Jennifer Lee
Sceneggiatura: Jennifer Lee
Ispirata alla fiaba: La regina delle nevi di Hans Christian Andersen
Cast: Elsa, Anna, Kristoff, Hans, Olaf
Genere: disneyano
Se ti piace guarda anche: tutto ciò che è disneyano

Tutto quello che toccava Re Mida si trasformava in oro. Così dice il mito. Alla protagonista di Frozen, Elsa, capita una cosa simile, solo che tutto ciò che lei tocca si trasforma in…
Merda?
No, questo è un film della Disney. Cosa state pensando? Al massimo potrebbe essere un buon spunto per una versione parodia. Quasi quasi potrei scriverla io.
Tutto quello che Elsa tocca si trasforma invece in… ghiaccio. Pure questa, se ci pensate, non è proprio una cosa positiva. Quando si trova in intimità con un uomo, ad esempio, delle mani ghiacciate lo fanno un po’ ammosciare, per non dire battere in ritirata. Tanto, che importa? Questo è un film della Disney, dicevamo, e nei film della Disney non si fa sesso. Nei film della Disney i bambini li porta ancora la cicogna e poi un’altra cosa che succede ancora nei film della Disney è che i personaggi si mettono a cantare, per la mia giooooooooooia.

Tutto quello che la Disney tocca si trasforma in zucchero. È tutto bello, tutto pulito, tutto sano. Il Male è il Male, il Bene è il Bene, il Pene non esiste perché come detto i film della Disney sono asessuati, anche se qui alla fine una mezza lingua, non so se è stata solo una mia impressione o cosa, per una volta si è intravista. Frozen è neoclassicismo disneyano allo stato puro. Con questo film, la casa di Topolino sembra sia voluta tornare alle origini, richiamando i suoi Classici di una volta, in particolare Biancaneve e i sette nani, Cenerentola e La bella addormentata nel bosco. In più, Frozen è liberamente ispirato a La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, l’intento di raccontare una fiaba tradizionale quindi emerge in maniera netta.
Dall’altra parte siamo pur sempre nel 2014, persino il nuovo Papa cerca di stare al passo coi tempi e con i suoi amichetti comunica soprattutto attraverso WhatsApp, e allora pure la casa Disney deve rinnovarsi. Lo fa ovviamente in una maniera mooolto lieve, ma lo fa, soprattutto per quanto riguarda le figure femminili. Già il precedente dei cugini della Pixar Ribelle – The Brave era un segnale in tal senso e qui arriva la conferma. Si tratta di una storia di principesse, due principesse sorelle, che non sono né principesse sul pisello né tanto meno sorelle porcelle, perché vi ricordo sempre che è un film Disney, credo di averlo già detto 2 o 3 mila volte dall’inizio della recensione. Grazie a iddio non sono nemmeno le solite tipe in attesa speranzosa del bel principe azzurro di turno. Sono due principesse cazzute, una in particolare: Anna è il mio personaggio disneyano preferito tipo dai tempi del gufo di Bambi, una idola totale. La sorella maggiore, Elsa, è un po’ frigidina rigidina, però nella sua glaciale altezzosità ha pure lei una sua notevole forza. Dimostra di essere una donna parecchio indipendente e nel finale, ATTENZIONE SPOILER, nel pur zuccherosissimo lietissimo finale, per fortuna gli sceneggiatori non hanno sentito l’esigenza di doverla per forza accoppiare a un uomo. Ok, Anna trova invece la sua anima gemella, ma non è il solito principe accorso a salvarla. Non è suo l’atto d’amore capace di sciogliere il cuore di ghiaccio. La vera storia d’amore, qui, è tra le due sorelle. E se pensate a delle implicazioni saffico-incestuose vi dico che no, proprio no, vi ricordo ancora per la miliardesima volta che questo è pur sempre un dannatissimo film targato Disney.

Frozen rappresenta quindi un rinnovamento (lieve) nella continuità (evidente) con il grande (così pare) passato Disney.
Una fiaba molto bella e molto tradizionale, con dei personaggi piuttosto moderni. Al di là del cattivo stereotipato di turno, oltre alle due donzelle è parecchio attuale anche la figura di Kristoff, un povero Cristo in balia dei voleri delle donne e anche un po’ bamboccione, visto la cura che di lui si prendono i surrogati dei suoi famigliari, un gruppo di troll che somigliano ai Puffi e che pure loro immancabilmente devono mettersi a cantare. Quindi c’è il pupazzo di neve Olaf, il personaggio simpa di turno, quello che fa ridere grandi e piccini e che – indovinate un po’ – massi, canta pure lui!
Ci sono tutti gli ingredienti del classico Disney, insomma, cucinati con un gusto di oggi. È per questo che Frozen ha funzionato così tanto, diventando un successo mondiale clamoroso, capace di portare a casa due Oscar e di riportare la compagnia sulla cresta dell’onda e degli incassi, alla faccia della DreamWorks o dei nemiciamici della Pixar.

Il film non è però esente da difetti. Il primo è la colonna sonora, non il massimo della vita. Fortunatissima a livello commerciale, nelle classifiche USA e nel resto del mondo ha sbancato e sta sbancando tutt’ora, eppure il livello musicale è bassino. La canzone d’apertura dei venditori di ghiaccio pare la brutta copia dell’Ehi ho, andiam a lavorar dei Sette Nani, la hit “Let It Go” suona come un incrocio tra Celine Dion e un pezzo a caso di Sanremo, anche se devo ammettere che è parecchio contagiooosa contagiooooooooosa, mentre le altre canzoncine sono carine carucce, ma niente che si elevi sopra lo stile canterino alla Glee. Non a caso un paio di interpreti vocali della versione originale (Idina Menzel e Jonathan Groff) arrivano proprio dalla serie musical di Ryan Murphy. Quanto agli interpreti vocali della versione italiana, preferisco non conoscerli per non sentirmi male.
L’altro difetto è il buonismo eccessivo e un happy ending davvero troppo happy, mentre io ATTENZIONE SPOILER avrei fatto finire tutto con il sacrificio di Anna. Ma non ha troppa importanza. A volte vale la pena sciogliersi per qualcuno o per qualcosa e questo film ha sciolto il mio cuore. Come la regina di ghiaccio Elsa, ora sento di poter controllare il mio ghiaccio e la mia cattiveria. Basta con le critiche al veleno. Basta con le stroncature. D’ora in poi preparatevi, perché vivremo felici e contenti nel regno di Pensieri Cannibali insieme a tante zuccherose recensioni tutte positive e cinguettoooooooose.
(voto 7+/10)

giovedì 19 dicembre 2013

INDOVINA CHI NON VIENE AL CINEMA A NATALE?





Ford (a sinistra) e Cannibal (a destra) impegnati in un'intelligente (?) conversazione.
Le uscite cinematografiche del Natale 2013 sono sorprendenti. Davvero.
Se l’anno scorso c’eravamo messi in testa l’idea di aver lasciato alle spalle l’Era dei Cinepanettoni, ci sbagliavamo di grosso. Quest’anno la sorpresa è che sono tornati più forti di prima, accompagnati pure da un’altra marea di titoli che definire deprimenti è dir poco. Più che dei film, sembrano un’istigazione al suicidio.
Ecco a voi allora le splendide pellicole in arrivo nei cinema italiani durante queste feste, presentati da me Cannibal Kid e dal mio blogger rivale MrJamesFord.
A cui auguro… un buon Natale?
No, gli auguro di vedersi tutte ‘ste robe, se ne ha il coraggio!

Conversazione terminata con Ford che scivola. Sul ghiaccio?
No, su una buccia di banana piazzata dal perfido Cannibal Kid.
Frozen – Il regno di ghiaccio di Chris Buck, Jennifer Lee
Il consiglio di Cannibal: Forden – Il regno del tamarro
Il Natale va diventare tutti più buoni?
Ma col ca##o!
Frozen – Il regno di ghiaccio promette di essere la disneyata più disneyata nella storia della Disney. Ho dato un ascolto alla colonna sonora e m’è venuta voglia di chiamare Van Damme, Stallone, Chuck Norris e tutti gli altri amichetti di Ford e andare a casa di Topolino a fare una strage. Qualcosa di talmente zuccheroso e inascoltabile, da musical vecchissimo stile, che se vado a vedere un film del genere non so davvero quale potrebbe essere la mia reazione. Meglio evitare, che se no va a finire davvero che rivaluto gli eroi (?) action degli anni ’80.
Il consiglio di Ford: bastava anche solo l'Era glaciale.
Quest'anno si conferma davvero poco felice per il settore dell'animazione, e dopo il recente Planes ecco un altro "regalo" disneyano per la felicità di grandi e piccini: peccato solo che, invece di una cosa pixariana ed interessante, si tratti dell'ennesima robetta buonista sfruttata per cavalcare il periodo e piazzare la vendita di qualche milione di pupazzetti, astucci, videogiochi e chi più ne ha, più ne metta.
I vecchi cartoni animati paiono aver perso il cuore. O averlo messo dritto nel congelatore dove pensano si trovi anche il cervello degli spettatori.
E non so come è messo il Cannibale in questo senso, ma io non ci sto.

"I cinepanettoni non passeranno mai di moda.
Cannibal e Ford, non portate sfiga, tié!
Colpi di fortuna di Neri Parenti
Il consiglio di Cannibal: un vero colpo di fortuna sarebbe se a Ford venisse un colpo uahahah
Non chiamatelo Cinepanettone, per favore. Questo non è un Cinepanettone. Questo è peggio. Questo è un Cinemerdone. Diretto da quel fenomeno di Neri Parenti, è un film a episodi sul tema della sfiga che fin dal trailer lascia sconvolti per la sua bruttezza e che se riesce a strappare 1 risata 1, quello sì sarebbe un colpo di fortuna.
Parafrasando gli Hunger Games: felice Natale, Ford, e possa la sfiga essere sempre a tuo favore.
Il consiglio di Ford: colpi di bottiglie, il regalo di Ford a Peppa Kid.
La settimana di natale è da sempre la peggiore per il Cinema, dunque non mi sforzo neppure di commentare questa merda gigante e spero che, almeno per quanto riguarda le uscite in sala, finiscano presto le feste in modo da ricominciare ad avere tra le mani almeno qualche titolo interessante.

"No, grazie. Manco io vengo a vedere 'sta roba.
Piuttosto mi guardo un film d'autore consigliato da Ford..."
Indovina chi viene a Natale? di Fausto Brizzi
Il consiglio di Cannibal: indovina chi non viene al cinema a Natale?
Certo che c’è davvero una grande sfiga, volevo dire grande sfida quest’anno nei cinema italiani.
Sarà peggio Colpi di fortuna o Indovina chi viene a Natale?
Quasi quasi li vorrei guardare entrambi per scoprirlo.
Sì, certo, è una cosa molto probabile, che io li veda. E poi magari mi travesto da Babbo Natale e vado a trovare Ford portandogli un sacco di meravigliosi regali.
A Natale puoi…
Ma anche no.
Il consiglio di Ford: Certo non il sottoscritto!
Seconda merda galattica sfornata ancora calda e fumante per tutti noi dai distributori italiani, che continuano a sperare in incassi milionari di schifezze che, fortunatamente, paiono essere almeno in parte passate di moda.
Quello che invece non tramonta mai è il desiderio del sottoscritto di rivelarsi la versione del Grinch di Cannibal Kid, presentandomi felice la notte della vigilia nella sua cameretta seppellendolo sotto una montagna di carbone. Ardente.

"Un buon proposito per il 2014: smetterla di farsi consigliare da Ford
i migliori posti dove andare in vacanza."
I sogni segreti di Walter Mitty di Ben Stiller
Il consiglio di Cannibal: il mio sogno non tanto segreto è noto a tutti e ha a che fare con Ford e un martello, ma Miley Cyrus non c’entra niente.
I sogni segreti di Walter Mitty è il film più promettente di questo Natale cinematografico italiano. E ciò la dice lunga. Ben Stiller in veste di regista è sempre una grandissima incognita, visto che in passato ci ha regalato cult come Zoolander e Giovani, carini e disoccupati ma pure porcatone come Il rompiscatole e Tropic Thunder. Questo suo nuovo potrebbe essere una commedia un pochino indie molto piacevole, così come affondare nella melassa come la definizione nel trailer di “Nuovo Forrest Gump” lascia immaginare. E il mio sogno più o meno segreto, oltre all’eliminazione totale di Ford, è l’eliminazione di tutte le pellicolette buoniste che spero Walter Mitty non finisca per essere.
Il consiglio di Ford: il mio sogno non tanto segreto è di poter incontrare il Cannibale di persona almeno una volta. Anche perché dopo del Cannibale non resterà abbastanza per un secondo round.
Ben Stiller mi è sempre stato discretamente antipatico, eppure sia come attore che come regista è riuscito negli anni a regalarmi pellicole piacevoli ed ottimi cult: per quanto il trailer di questo Mitty non mi ispiri particolarmente, non è detto che possa rivelarsi la sorpresa della settimana, riuscendo a far salire l'interesse per un weekend molto lungo - dato che prima del nuovo anno in sala non arriverà nient'altro - per ogni spettatore degno di questo nome. Speriamo dunque che il buon Ben non si faccia prendere troppo dalla bontà e confezioni per noi qualcosa che possa mettere d'accordo tutti, pubblico e critica, chi capisce di Cinema e chi no, Ford e il Cannibale.

"Aaah, quanto mi piacerebbe prendermi un tè con la mia amichetta MrsFord."
Philomena di Stephen Frears
Il consiglio di Cannibal: attenzione, Ford mena
Oltre a Walter Mitty, l’altra pellicola di queste feste che potrebbe salvarsi è Philomena, firmata da un altro regista piuttosto discontinuo come Stephen Frears. Il drammone interpretato da Judi Dench rischia però di essere una di quelle visioni da sala del tè che Ford finge tanto di disprezzare, ma in realtà adooooora tanto gustarsi. Potrebbe anche non essere malaccio, ma mi puzza di ruffianata bella e buona. Un film bello cattivo questo Natalie proprio non lo fanno uscire?
Il consiglio di Ford: in men che non si dica, cercherò di svicolare!
Questo mi pare proprio uno di quei film sopravvalutati e un po’ spocchiosi che tanto piacciono ai finti radical chic neppure degni di essere veri come il mio antagonista, e nonostante ne abbia sentito parlare discretamente bene la mia curiosità di vederlo è più o meno la stessa di sperimentare lo champagne al posto del bourbon.
Considerato, inoltre, quanto era stato bastonato il recente A late quartet da Julez ai tempi del suo passaggio al Saloon, direi che questo Philomena potrebbe venire buono solo per un ritorno della signora Ford al timone della recensione.

"Pure noi dovremmo smetterla di farci consigliare da Ford dove andare in vacanza."
Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi di Cody Cameron, Kris Pearn
(esce il 25 dicembre)
Il consiglio di Cannibal: piovono bottigliate sulla testa di Ford
Il primo Piovono polpette era un filmuccio carino caruccio che si lasciava vedere senza infastidire troppo, ma senza nemmeno lasciare un ricordo così indelebile. Anzi, chi se lo ricorda? Un sequel direi che non lo desideravano in molti, a parte forse i bimbetti più disperati come Ford, e quindi potevamo anche farne a meno. In confronto alle altre moltissime uscite disprezzabili del periodo, questa comunque la si può semplicemente ignorare. Dopo tutto si tratta pur sempre di avanzi.
E qui vi aspettate che faccia una battuta perfida contro Ford?
Ma no. È pur sempre quasi Natale e anch’io divento più buono, quindi colgo l’occasione per fare gli auguri al mio rivale: buone feste, dannatissimo Ford!
Il consiglio di Ford: piovono bottigliate sulla testa del Cannibale.
Piovono polpette è un film che, ai tempi della sua uscita, trovai enormemente sopravvalutato, scontrandomi anche con alcuni amici che lo paragonavano a cose ben più valide che ora non sono più qui per raccontarlo.
Onestamente, di un sequel mi fregava meno di zero, ma dato che in due settimane il tempo da dedicare alle visioni è molto, potrebbe anche passare da queste parti giusto per essere quasi immediatamente dimenticato, un po’ come un piatto non troppo soddisfacente del cenone.
E proprio quando poteva cadere alla perfezione una battuta sul coniglione arrosto, ecco che lo spirito natalizio ha finito per impadronirsi perfino del vecchio cowboy: dunque mi risparmio, e auguro buone feste perfino a quel pusillanime del Cannibale!


martedì 29 marzo 2011

Tò, c’è qualcuno ancora più sfigato di quel pirla di 127 ore

Frozen
(USA 2010)
Regia: Adam Green
Cast: Kevin Zegers, Shawn Ashmore, Emma Bell, Ed Ackerman, Rileah Vanderbilt, Chris York
Genere: situazioni estreme
Se ti piace guarda anche: 127 ore, Open Water, Buried, Rovine

Attualmente nelle sale italiane

Trama semiseria
Un tizio va insieme alla fidanzata e al migliore amico a fare un tranquillo weekend in montagna sulle piste. Le cose però non vanno nel migliore dei modi…
La tipa si fa il classico allenatore di sci? Si fa l’amico? Si fa il primo che passa?
No, no e no.
Tutti e tre finiscono bloccati su una seggiovia in piena notte perché quel coglione di un manutentore se n’è andato. Distrazioni che capitano, peccato solo che sia domenica e che fino al venerdì successivo le piste non riaprano e che di notte in montagna faccia parecchio freddo e che sotto la seggiovia ci siano pure appostati i lupi…
e insomma, i tre rimpiangeranno di non essere rimasti incastrati dentro un canyon come quel pirla di James Franco in 127 ore.

Recensione cannibale
Tra qualche ora starvene al calduccio a bere una cioccolata calda
non vi sembrerà poi una così cattiva idea...
Frozen è un film che lascia completamente ghiacciati. La drammatica situazione in cui finiscono i tre protagonisti è infatti di quelle in cui si prega di non finire mai nella vita ma in cui è facile immedesimarsi: e se ci fossi io, lì bloccato di notte su una seggiovia, che cosa diavolo farei?
Me lo sono chiesto anch’io, sebbene non sono assolutamente appassionato di montagna, non amo la neve, non scio, non vado nemmeno sullo slittino. Di certo poi non mi salta in mente di saltare su una seggiovia; a parte il fatto che non sciando non vedo perché dovrei divertirmi a utilizzarla come mezzo di trasporto, si aggiunge anche il fatto che soffro di vertigini, quindi col cazzo che mi vedrete mai sopra.
Nonostante questo piccolo particolare, pure io mi sono immerso in una situazione del genere e mi sono chiesto che cosa farei. Proverei a buttarmi? Cercherei di resistere? Il punto forte del film è proprio questo, il coinvolgimento emotivo e pure fisico nella vicenda.

Davvero una tragica situazione, quella in cui si ritrovano i tre sfigatissimi protagonisti. Questi sono proprio stati iellati forte, mentre il protagonista di 127 ore era finito in una trappola mortale simile, ma un po’ -diciamolo- se l’era andata a cercare. Se Danny Boyle in quel film gioca con tutti gli espedienti cinematografici umanamente disponibili per rendere la vicenda più interessante, in Frozen il regista e sceneggiatore Adam Green (già dietro la mdp per il mezzo cult Hatchet e pure per il sequel Hatchet II) decide invece di rimanere incollato alla seggiovia, per fortuna senza equagliare la noia dell’esercizio fine a se stesso come fatto da un certo Buried.
Frozen è uno spot efficace per il turismo montano quanto
la pubblicità di Berlusconi in onda in questi giorni lo è per il turismo italiano
Il film rientra dunque in pieno in quello che è ormai diventato un sotto genere dell’horror e del thriller, quello delle esperienze umanamente estreme e al limite, quelle in cui il confine tra la vita e la morte è davvero sottile e una decisione sbagliata può costare tutto. Il cast non è fatto di attoroni, ma i 3 giovani martiri usciti da apparizioni in serie come Gossip Girl (Kevin Zegers), X-Men (Shawn Ashmore) e The Walking Dead (Emma Bell, versione meno gnocca di Blake Lively) se la cavano bene. Colonna sonora invece un po’ deboluccia.

Prima di vedere Frozen mi sono chiesto: “Ma perché in Italia distribuiscono un film come questo ora che è primavera e che la stagione sciistica sta volgendo al termine?” Pensavo che fosse il solito errore di distribuzione nostrano e invece direi che la mossa è voluta per non compromettere il turismo montano. Insomma, io non scio, ma chi lo fa dopo aver visto questa pellicola avrà ancora voglia di mettere il suo bel culetto su una maledetta seggiovia?
(voto 6/7)

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