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venerdì 5 settembre 2014

XXX-WOMEN – SELFIE DI UN FUTURO PASSATO





X-Men - Giorni di un futuro passato
(USA, UK 2014)
Titolo originale: X-Men: Days of Future Past
Regia: Bryan Singer
Sceneggiatura: Simon Kinberg
Cast: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Peter Dinklage, Nicholas Hoult, Ellen Page, Evan Peters, Ian McKellen, Patrick Stewart, Josh Helman, Halle Berry, Anna Paquin, Famke Janssen, Shawn Ashmore, Lucas Till, James Marsden, Booboo Stewart
Genere: mutande mutante
Se ti piace guarda anche: gli altri film sugli X-Men

Nel 2023 il mondo è avvolto dalle tenebre, dilaniato da una guerra senza fine tra due fazioni opposte.
Il motivo del conflitto?
Tutto è cominciato il primo settembre 2014, quando un hacker ha pubblicato in rete gli scatti osé e senza veli di varie attrici, cantanti e celebrità come Ariana Grande (1 metro e 50 cm di sesso concentrato), Kate Upton (che roba esagerata!), Kirsten Dunst (non certo nuova a mostrarsi come mammà l’ha fatta), Teresa Palmer (stesso discorso di Kirsten) e soprattutto lei, Jennifer Lawrence.

"Volete vedere le foto in cui sono nuda?
Perché, davvero non le avete ancora viste?

La causa scatenante della guerra è stata lei, Jennifer Lawrence, l’interprete di film come Hunger Games, Il lato positivo, Un gelido inverno e X-Men - Giorni di un futuro passato. Quest’ultimo è un prodotto di intrattenimento supereroico decente, che parte dall'ottimo spunto iniziale di usare i viaggi nel tempo alla Ritorno al futuro per poi spegnersi poco a poco, cercando di infilare in mezzo a combattimenti ed effetti speciali vari anche un poco convincente discorso socio-politico-storico. Una pellicola guardicchiabile ma in fin dei conti senza senso: cioè, prendi Jennifer Lawrence e le dai la parte della mutante mutaforme, cosa che significa che nelle sue splendide sembianze comparirà per appena pochi minuti delle eccessive due ore e passa di durata, mentre per il resto del tempo è conciata come una na’vi di Avatar?
Ciò non ha alcuna spiegazione!

"Volevate uno scatto di me nuda?
Vi piace, questo?"

Una volta postate online le foto di Jennifer Lawrence, la mutante in mutande, c’è stato un periodo di grande calma in cui tutti gli uomini del mondo si sono chiusi in bagno attrezzati di smart phone, iPhone, iPad e portatili vari per “studiare” per bene tali scatti. Una volta terminato questo periodo di pace, il mondo si è diviso in due categorie.
Da una parte quelli che difendevano il diritto alla privacy della divina Jennifer Lawrence e si opponevano alla divulgazione delle sue foto intime, sebbene fossero i primi ad averle consultate a dovere. Più e più volte.
Dall’altra parte c’erano quelli che osannavano l’hacker che ha trafugato e rese pubbliche tali immagini.
Le due posizioni sono tutt’oggi inconciliabili e la guerra tra le due parti prosegue senza sosta. Per cercare di fermare il conflitto, un gruppo di esperti in immagini erotiche chiamati XXX-Men ha trovato una soluzione. Mandare qualcuno indietro nel tempo, nel momento in cui Jennifer Lawrence ha scattato i suoi primi sexy selfie e li ha sbadatamente caricati in rete, in modo da impedire così l’inizio della battaglia.
Per prima cosa, è stato fatto un tentativo con Marty McFly, spedito a bordo della sua DeLorean, ma non ha mai più fatto ritorno, nessuno sa il perché, e la missione è stata considerata un fallimento. Si è provato allora a mandare un certo Donnie Darko nel passato, solo che nemmeno lui ha mai fatto ritorno nel presente, cioè nel futuro, ovvero il 2023, e così la guerra è proseguita.
A questo punto, l’unica speranza che restava per l’umanità era fare un terzo tentativo, spedendo nel passato Wolverine, l’unico oltre a Marty McFly e Donnie Darko a poter reggere un viaggio nel tempo, considerata la capacità del suo cervello di rigenerarsi anche dopo uno stress simile.
Quello che molti scienziati si sono chiesti a questo punto è stato: “Ma perché, Wolverine ha un cervello?”.
Qualunque fosse la risposta a questo dubbio amletico, Wolverine sembrava in ogni caso quello giusto da spedire nel 2014 per fermare Jennifer Lawrence e, già che c’era, per scoprire cosa fosse successo a McFly e Darko.

Mandato indietro nel 2014, giusto per fare il figo e perdere del tempo anziché concentrarsi sulla sua missione, Wolverine si è svegliato a letto con una tipa, quindi ha fatto a botte con degli scagnozzi che gli stavano alle calcagna, quindi ha fatto una rimpatriata con i suoi vecchi amici degli XXX-Men e poi, solo una volta che si era stufato di fare tutto queste cose che entusiasmeranno i fan dei film fumettistici e meno gli altri, si è ricordato il motivo per cui l’avevano mandato a quel tempo. Doveva trovare Jennifer Lawrence. Sì, ma come fare?

"Hey tu, sai dove si nasconde Jennifer Lawrence? Non riesco a trovarla."
"Hai provato a casa sua, Wolverine?"
"Uh, no. Ottima idea, non mi sarebbe mai venuta in mente."

Per trovare una celebrità nell’anno 2014, bastava andare sul sito di gossip TMZ che segnalava la posizione di tutti i VIPs in tempo reale e il gioco era fatto.
Dov’era Jennifer Lawrence?

"Dimmi dov'è Jennifer Lawrence se no ti infilzo!"
"E' a casa sua! Come dobbiamo dirtelo?"
"Ah già."

La bella attrice se ne stava nella sua casetta a Los Angeles a farsi degli autoscatti provocanti da mandare a Chris Martin dei Coldplay, il quale ai tempi aveva appena rotto con Gwyneth Paltrow.
Chris Martin???
La Lawrence poteva farsi qualunque uomo, donna, animale, XXX-Man o XXX-Woman sulla faccia della Terra e aveva deciso di farsi Chris Martin, il cantante più lagnoso di quell’epoca?
Certe cose non hanno davvero una spiegazione. Ciò che invece si poteva spiegare era il mistero relativo a Marty McFly e Donnie Darko. Quei due se ne stavano alla finestra dell’appartamento di Jennifer Lawrence e sbavavano alla visione di lei che si faceva le foto mezza nuda. Ecco perché non erano mai tornati. Non erano riusciti a fermarla e se ne stavano lì impalati ad ammirarla.
Wolverine però doveva essere più forte di loro. Doveva andare lì, prenderle il suo cellulare e buttarlo. Gettare via quelle preziose, splendide foto per sempre.
Ce l’ha fatta?

Vi posso dire che no, non c’è riuscito. Nel 2023 la guerra sta ancora andando avanti e la nuova idea che è venuta agli XXX-Men per fermare Jennifer Lawrence e per salvare così l’umanità dal baratro è rispedire indietro nel tempo una donna. Soltanto una donna potrebbe riuscire a restare immune al fascino di Jennifer Lawrence nuda e portare a termine la missione con successo. La candidata più accreditata al momento pare essere Ellen Page
Ehm. XXX-Men, per un compito del genere siete sicuri sia proprio lei la scelta più saggia?
(voto 6-/10)

mercoledì 25 dicembre 2013

COME D’INCANTO'S ANATOMY, LA FIABA (ANTI) NATALIZIA






















Come d’incanto
(USA 2007)
Titolo originale: Enchanted
Regia: Kevin Lima
Sceneggiatura: Bill Kelly
Cast: Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden, Susan Sarandon, Idina Menzel, TimothySpall, Rachel Covey
Genere: più che disneyano
Se ti piace guarda anche: La bella addormentata nel bosco, Biancaneve e i sette nani, Once Upon a Time, I Puffi, Aquamarine
(voto 5-/10)

mercoledì 23 ottobre 2013

MAN OF STEEL – L’UOMO DI MERDA




L’uomo d’acciaio
(USA, Canada, UK 2013)
Titolo originale: Man of Steel
Regia: Zack Snyder
Sceneggiatura: David S. Goyer
Soggetto: David S. Goyer, Christopher Nolan
Cast: Henry Cavill, Amy Adams, Michael Shannon, Russell Crowe, Antje Traue, Kevin Costner, Diane Lane, Christopher Meloni, Harry Lennix, Laurence Fishburne, Richard Schiff, Ayelet Zurer, Dylan Sprayberry, Cooper Timberline, Michael Kelly, Tahmoh Penikett, Jadin Gould, Jack Foley
Genere: acciaio inox
Se ti piace guarda anche: Smallville, Superman Returns, John Carter, Iron Man

Non sopporto i supereroi. Ho sempre preferito i supercattivi. Il problema è che nei fumetti, così come nei film, spesso i villain sono ritratti come dei superidioti superstereotipati, fatta eccezione per Joker e pochi altri, e così faccio fatica a simpatizzare pure per loro e finisco per odiare in generale questo tipo di storie.
Tra tutti i supereroi che già faccio fatica a reggere, quello che odio di più è Superman. O Clark Kent. Non ho mai capito se odio di più l’uno o l’altro. Probabilmente entrambi allo stesso modo. Clark Kent perché è troppo buonista e precisino e poi il fatto che si “mimetizzi” tra noi umani grazie a un paio di occhialini è una delle più grandi stronzate nella Storia dei fumetti e non solo. Possibile che nessuno lo riconosca? Certo che no, perché uno con gli occhialini da hipster non potrà mai essere un supereroe.
Forse però mi sta ancora più sulle balle Superman perché uffa non vale, i suoi superpoteri sono troppo super per questa Terra. Facile così. È come se Cristiano Ronaldo andasse a giocare in un campetto di periferia, o Jennifer Lawrence partecipasse a un film italiano. Sarebbe troppo semplice fare bella figura. Sarebbero troppo superiori. Lo stesso vale per Kal-El/Clark Kent: fa il figo con i suoi superpoteri, la sua superforza, la sua supervista etc. con noi poveri umani e vabbè, so’ capaci tutti così. Come se io andassi a prendere a botte i bambinetti delle elementari...
Mmm no, esempio sbagliato. Mi sa che me le prenderei io.

Passando nello specifico a questo nuovo (si fa per dire) film su Superman, era davvero necessario? Perché è stato realizzato, al di là delle evidenti motivazioni economiche? Cosa aggiunge di differente rispetto alle versioni precedenti?
Già io che non sono certo un patito del personaggio posso dire che niente, non aggiunge davvero un bel niente rispetto a quel che sapevamo sull’odioso Clark Kent/Kal-El/Superman. È come un episodio di Smallville e pure di quelli bruttarelli. Non che ce ne siano stati tanti di bellarelli.

"Figliolo, ti chiamerò Kal-El in onore del mio mito Nicolas Cage."
A introdurre il nuovo filmone (si fa sempre per dire) c’è una terrificante premessa ambientata su Krypton che appare come un incrocio tra Pandora di Avatar e un pianeta a caso di Guerre Stellari. Al ché uno si chiede: “Ma il regista non è Zack Snyder? Dov’è finito il suo tipico stile?”
Lo stile visivo di Zack Snyder, mostrato in film come 300, Watchmen e Sucker Punch, può piacere o non piacere, a me personalmente non ha mai fatto impazzire, ma se non altro era uno stile suo, personale, molto fumettoso. Qui invece il tocco del regista non si vede per niente, annientato da un generico look da classico blockbuster supereroistico hollywoodiano che allo stesso tempo risulta, paradossalmente, meno fumettoso rispetto agli altri Snyder-movies.

Lo scopo della premessa del film è comunque quello di farci capire una cosa: esiste qualcuno di persino più insopportabile di Superman, suo padre Jor-El, interpretato da un sempre più insopportabile pure lui Russell Crowe. Qui non canta e non balla, grazie a Dio, come in Les Misérables, però fa il figo come se non ci fosse un domani.

ATTENZIONE!

E infatti per lui, sempre grazie a Dio, un domani non ci sarà...
Jor-El muore e il pianeta Krypton esplode. Sono talmente una razza superiore che si sono fatti saltare per aria, complimentoni!
PROPRIO UN SUPERSPOILER, VERO?

"Ammazza, mamma, a te star sotto il sole della Toscana non ha fatto tanto bene..."
Prima di tutto questo, Jor-El fa in tempo a mettere il figlioletto su un barcone. Kal-El riesce a sopravvivere al duro viaggio, impresa possibile giusto per chi possiede dei superpoteri, e sbarca così a Lampedusa. Visto che in Italia non c’è lavoro, soprattutto per uno come Kal-El che è troppo bravo in tutto, il giovane finisce in un piccolo paesino americano, Smallville, dove diventa lo schiavetto personale degli ospitali Jonathan e Martha Kent, degli invecchiatissimi Kevin Costner e Diane Lane. I due, che si sono accorti dei poteri speciali del ragazzino, lo mettono a fare tutti i lavori della loro fattoria, godendosi così una pensione anticipata. Kal-El viene ribattezzato dai nuovi genitori Clark, perché i signori Kent mica volevano essere considerati degli psicopatici come Nicolas Cage, l’unico sulla faccia della Terra ad avere il coraggio di chiamare il proprio figlio Kal-El.
Ormai cresciuto, il giovane Clark si iscrive in palestra, comincia a prendere steroidi dal mattino alla sera e diventa una bestia. Decide allora che è diventato il momento di mettere a frutto le sue straordinarie doti personali e… fare del bene? Proteggere gli indifesi?

Ma va, Clark decide di iscriversi a Mister Olympia, che vince con discreta facilità. Così facendo, attira le attenzioni dei media e di quella ficcanaso di Lois Lane del Daily Planet, una che a quanto pare ha vinto il premio Pulitzer.
Un momento. Lois Lane ha vinto un Pulitzer? Questa sì che è fantascienza. Non so, a questo punto diamolo anche a Sallusti…
Lois Lane qui è interpreta non dalla solita bonazza di turno, bensì dalla caruccia ma non figona Amy Adams. Il problema è che Amy Adams, quattro volte nominata agli Oscar per Junebug, Il dubbio, The Fighter e The Master, non può recitare al fianco del terribile Henry Cavill. Così come Superman è troppo forte per gli umani, lei è troppo brava per stare in scena con un attore tanto tremendo. Così come anche Michael Shannon, l’uomo che ha ucciso Russell Crowe, l’odioso padre di Kal-El. Lui sì che è un eroe!

"Recitare con Cavill?
AAAAAAAARGH!"

Michael Shannon non ci sta al fatto che un attore così incapace reciti con Amy Adams e con lui e così, dopo aver scontato il suo anno di servizi sociali per frode fiscale, decide di tornare sulla Terra e far fuori Henry Cavill. Già che c’è, vuole anche approfittarne per conquistare il pianeta e ripopolarlo con la gente di Krypton al posto della nostra.
A questo punto, in questa porcheria interplanetaria di pellicola, si scatena una battaglia interplanetaria in cui perdono la vita migliaia di esseri umani innocenti.

ATTENZIONE DI NUOVO!

Alla fine di questa storiella che David S. Goyer e Christopher Nolan avranno impiegato a scriverla spero non più di 5 minuti, Supermerd riesce a smerdare il nemico Michael Shannon e lo ammazza, salvando così la Terra.
Complimenti, Clark Kent. Migliaia, forse milioni, di persone, donne e bambini compresi, hanno perso la vita per colpa tua, e unicamente per colpa tua, visto che senza di te il cattivone Michael Shannon non sarebbe mai venuto sulla Terra, e poi però ci hai salvato. Grazie Clark, tu sì che sei un vero eroe. Un eroe di merda.
(voto 2/10)

"Uffa, ma io non volevo salvare tutta la Terra. Volevo salvare solo gli Stati Uniti d'America."



giovedì 13 gennaio 2011

Jukebox 2010 - n. 15 Uffie feat. Pharrell Williams "ADD SUV"

Uffie feat. Pharrell Williams "ADD SUV"
Genere: allucinato
Se ti piace ascolta anche: Black Eyed Peas "My Humps"

Il pezzo più post-sbronza dell’anno

testo liberamente tradotto
Certe volte mi sveglio nel mio letto
e non so dov'ero
il cuore mi dice che sono al settimo cielo
il mal di testa mi suggerisce che le cose semplicemente succedono
mi sveglio nella valle delle bambole e i muri mi circondano
aiuto

mercoledì 24 novembre 2010

Indie-sfigati uniti contro il mondo

Scott Pilgrim vs. The World
(USA, Canada, UK 2010)
Regia: Edgar Wright
Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Ellen Wong, Kieran Kulkin, Jason Schwartzman, Anna Kendrick, Alison Pill, Johnny Simmons, Chris Evans, Brie Larson, Brandon Routh, Aubrey Plaza, Mark Webber, Mae Whitman, Erik Knudsen, Bill Hader
Tratto dalla graphic novel di: Bryan Lee O’Malley
Genere: fumettoso
Link: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: American Splendor, Se mi lasci ti cancello, Juno, Zoolander, (500) giorni insieme, Sky High – Scuola di superpoteri
Frase cult del film: “I’m in lesbian with you”

Già prima della sua uscita, “Scott Pilgrim vs. The World” si candidava prepotentemente come film indie-nerd dell’anno. Dopo averlo visto posso dire che è di più: è il film indie-nerd per eccellenza di tutti i tempi. Una vera goduria per gli occhi e per le orecchie.

“Scott Pilgrim” è una serie a fumetti creata da Bryan Lee O’Malley poco conosciuta in Italia ma un cult assoluto dall’altra parte dell’Oceano, però Scott Pilgrim non è certo uno di quei supereroi Marvel/DC alla Clark Kent o Bruce Wayne. O meglio, in qualche strambo modo un supereroe lo è (ma più alla Peter Parker) visto che per amore si ritrova a combattere e lo fa anche senza esclusione di colpi. Però fondamentalmente lui è ben altro: cazzeggia in giro (per non dire che è disoccupato) è un bassista nella fichissima rock band dei Sex Bob-omb ed è una sorta di versione nerd di un playboy che indossa le t-shirt degli Smashing Pumpkins.

Dopo aver rotto con la sua ex storica, la biondazza bonazza rockstar Envy Adams, Scott si ritrova invischiato in un triangolo amoroso tra una ragazzina liceale groupie della sua band e una nuova misteriosa ragazza ganza dai capelli viola arrivata in città: Ramona Flowers è il suo nome. Per mettersi insieme a lei dovrà però prima affrontare 7 suoi folli, diabolici, maligni ex ragazzi (e ragazze): lo spunto geniale del fumetto e del film è infatti quello di trasformare le relazioni sentimentali in una sorta di videogame a livelli.


A tradurre un fumetto del genere, il rischio era però quello di finire per fare il solito cine-videogame fracassone idiota e visivamente inguardabile. Per fortuna il regista Edgar Wright (il fenomeno già dietro al super cult comedy-horror inglese “L’alba dei morti dementi” e alla parodia degli action-movies “Hot Fuzz”) utilizza uno stile che ruba dal mondo dei fumetti e dei videogame in maniera davvero creativa e originale, senza dimenticarsi comunque che sta pur sempre facendo un film e non giocando alla Playstation: a livello visivo direi che quindi questa è tra le pellicole più innovative e particolari viste negli ultimi 150 anni. Mica esagero.
Stupenda già la sigla iniziale con musica e grafica in 8-bit, più l’uso creativo dei baloon e di altri espedienti fumettistici in varie scene, ma tutta la pellicola è un vero luna park di invenzioni stilistiche e narrative ge-nia-li! Roba che uno non fa in tempo a rimanere stupito per una trovata che subito ne spunta un’altra che ti lascia ancor più senza fiato.
Senza tralasciare una notevole colonna sonora (ovviamente indie, anzi indieissima) che va da Beck ai T-Rex, con il momento più emozionante sulle note della cover di “By Your Side” di Sade firmata Beachwood Sparks. E naturalmente ci sono anche loro, i mitici Sex Bob-omb di Scott Pilgrim.


Assurdo poi quanti giovani talenti riesca a racchiudere un film solo. Il protagonista ovviamente non poteva essere che lui, il volto degli indie sfigati per eccellenza: il Michael Cera di “Juno”, chi se no? La ragazza dei suoi sogni (letteralmente, visto che la vede prima in sogno e poi nella realtà) è interpretata da quello schianto di una Mary Elizabeth Winstead, una delle Grindhouse girls di Tarantino nonché figlia di Bruce Willis nell’ultimo Die-Hard, una che nel film passa con disinvoltura dai capelli rosa, al blu e al verde senza perdere mai fascino, una che al solo pronunciare il suo lungo nome ci si fa in tempo ad innamorarsene.
La sorella impicciona (e pure stronza) di Scott che sa tutto ancor prima che una cosa succeda è la mia super preferita Anna Kendrick di “Tra le nuvole”, ancora una volta stellare seppure in una piccola parte, mentre l’ex storica Envy Adams è interpretata dalla Brie Larson della serie cult “United States of Tara”.
Sul fronte malvagi ex di Ramona Flowers troviamo invece: il macho Chris Evans (“I fantastici 4”) nell’ironica parodia di se stesso, un superficiale e idiota vegano Brandon Routh (“Superman Returns”) davvero esilarante, il solito immenso divertentissimo Jason Schwartzman (quello della serie “Bored to Death” e dei film di Wes Anderson e della cuginetta Sofia Coppola) e la ex lesbo Mae Whitman dall’ottima serie tv “Parenthood”.

Spassoso pure il miglior amico gay di Scott, interpretato da Kieran Culkin (fratello di quello che aveva perso l’aereo) e da tenere d’occhio la batterista Alison Pill (già segnalatasi in “Milk”) e la scatenata cinesina Ellen Wong, mentre un altro piccolo ruolo cult che fa morir dal ridere è quello della rompiballe Julie interpretata da Aubrey Plaza.

Tutti i personaggi sono assolutamente fumettistici e idealizzati e le situazioni sono talmente assurde che niente in questo cine-fumetto potrebbe sembrare reale o anche solo con un minimo di senso logico. Eppure dietro la scintillante e divertentissima patina della strabiliante costruzione citazionista-registica c’è tutto il fascino dell’infatuazione, dell’innamoramento, della disillusione di una storia d’amore vera, che come sottolinea il buon Mr. Ford è “l'amore di Alta fedeltà, Se mi lasci ti cancello, (500) giorni insieme, Juno”.

Il film indie-nerd-sfigato definitivo di tutti i tempi e di tutte le galassie, quindi. Ma con dentro un cuoricino che pulsa.
(voto 9+)

martedì 13 luglio 2010

American Splendor

Se n'è andato a 70 anni il geniale fumettista Harvey Pekar. In suo onore, vi ripropongo la mia recensione del film American Splendor, che alla sua vita e alle sue opere è dedicato.

American Splendor
(USA, 2003)
Regia: Shari Springer Berman, Robert Pulcini
Cast: Paul Giamatti, Hope Davis, Judah Friedlander, Harvey Pekar

Dopo lo stupefacente “Timecrimes”, un altro prezioso film consigliato dall’amico blogger Robydick. Si tratta di “American Splendor”, film fumettoso che poco o nulla però ha a che fare con le pellicole sui supereroi. Non di meno, Harvey Pekar è un eroe. A modo suo.

“American Splendor” unisce in un condensato originale vita e opere di Harvey Pekar, autore di storie (ma non delle vignette, realizzate da artisti differenti) che raccontano… la sua vita. No avventure fantasy incredibili. No uomini in calzamaglia che devono salvare il mondo. No cose per bambini, né per ragazzini. Solo la sua miserabile vita di archivista in quel di Cleveland. Una roba rivoluzionaria per l’epoca (ha cominciato nei ’70) che l’ha trasformato in una sorta di padre del neorealismo a fumetti.
L’atmosfera del film, grazie alle rarefatte musiche jazz e a un montaggio a vignette notevole, è totalmente avvolgente. Si viene risucchiati dentro anche se non si capisce bene cosa è reale, cosa è invenzione, cosa è alterato.

C’è Paul Giamatti (“Sideways”, “Lady in the water”) a interpretarlo, ma c’è anche lo stesso Harvey Pekar che ogni tanto compare a dire la sua. Eppure alla fine come in un Big Fish dalla vita straordinariamente ordinaria il quadro che ne è esce è quello di un personaggio unico che vale la pena conoscere. Un uomo stralunato, nerd pur disdegnando la categoria, indie ma con gusti musicali jazz, spassoso nonostante si prenda sempre sul serio, diventato famoso negli Stati Uniti anche per le sue partecipazioni (involontariamente) comiche al David Letterman Show. Divertentissimo poi il suo amico nerd/autistico Toby Radloff, che nei folli anni ’80 finirà persino per avere una sua rubrica su Mtv.
Harvey Pekar non è un supereroe. Eppure Harvey Pekar è il mio nuovo eroe.
(voto 8)

(Il film non è uscito in Italia ed essendo del 2003  dubito che  vi uscirà mai. Lo trovate però in rete in inglese con sottotitoli in italiano.)

lunedì 3 maggio 2010

Capitan America

American Splendor
(USA, 2003)
Regia: Shari Springer Berman, Robert Pulcini
Cast: Paul Giamatti, Hope Davis, Judah Friedlander, Harvey Pekar

Dopo lo stupefacente “Timecrimes”, un altro prezioso film consigliato dall’amico blogger Robydick. Si tratta di “American Splendor”, film fumettoso che poco o nulla però ha a che fare con le pellicole sui supereroi. Non di meno, Harvey Pekar è un eroe. A modo suo.

“American Splendor” unisce in un condensato originale vita e opere di Harvey Pekar, autore di storie (ma non delle vignette, realizzate da artisti differenti) che raccontano… la sua vita. No avventure fantasy incredibili. No uomini in calzamaglia che devono salvare il mondo. No cose per bambini, né per ragazzini. Solo la sua miserabile vita di archivista in quel di Cleveland. Una roba rivoluzionaria per l’epoca (ha cominciato nei ’70) che l’ha trasformato in una sorta di padre del neorealismo a fumetti.
L’atmosfera del film, grazie alle rarefatte musiche jazz e a un montaggio a vignette notevole, è totalmente avvolgente. Si viene risucchiati dentro anche se non si capisce bene cosa è reale, cosa è invenzione, cosa è alterato.
C’è Paul Giamatti (“Sideways”, “Lady in the water”) a interpretarlo, ma c’è anche lo stesso Harvey Pekar che ogni tanto compare a dire la sua. Eppure alla fine come in un Big Fish dalla vita straordinariamente ordinaria il quadro che ne è esce è quello di un personaggio unico che vale la pena conoscere. Un uomo stralunato, nerd pur disdegnando la categoria, indie ma con gusti musicali jazz, spassoso nonostante si prenda sempre sul serio, diventato famoso negli Stati Uniti anche per le sue partecipazioni (involontariamente) comiche al David Letterman Show. Divertentissimo poi il suo amico nerd/autistico Toby Radloff, che nei folli anni ’80 finirà persino per avere una sua rubrica su Mtv.
Harvey Pekar non è un supereroe. Eppure Harvey Pekar è il mio nuovo eroe.
(voto 8)

(Il film non è uscito in Italia ed essendo del 2003 ormai non uscirà più. Lo trovate però in rete in inglese con sottotitoli in italiano.)

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