"Credo che quello che non ti uccide ti rende solo più…
STRANO"
Cos’è tutto questo parlare della morte?
Tu l’hai mai vista?
Nooo?
E tu?
Tu, proprio tu, l’hai mai incontrata?
Nooooo?
Nemmeno tu?
E allora tutto questo hype come lo giustifichiamo?
Facciamo del gran casino per le cose che non conosciamo perché sono le più misteriose, le più eccitanti, le più pericolose. E poi la morte, questa sconosciuta, dà un che di definitivo.
Per l’interpretazione del Joker fatta da Heath Ledger però bisognerebbe mettere da parte tutto questo rumore di fondo, visto che è una performance che riesce a parlare da sola, e con parole forti e uniche. Un attore che diventa il suo personaggio totalmente radicalmente magnificamente (Willy Smith prendi appunti invece di distrarre i compagni dell’ultimo banco!) Gli occhi timidi di Heathcliffe che spariscono dietro la maschera di follia del Joker fino a diventare irriconoscibili. Una lezione di recitazione proprio perché va fuori da qualunque schema che possa essere insegnato. Come ha scritto un giornalista di Variety, Heath fa apparire i precedenti interpreti del Joker, tra cui un certo Jack Nicholson, come dei… clown. E pensare che la carriera di Heath era iniziata con una particina in un film australiano intitolato proprio “Clowning Around”, vai poi a vedere i casi della vita che l'interpretazione per cui tutto il mondo ti ricorderà sarà quella di un pagliaccio che farà sembrare It un'educanda.
Vederlo sullo schermo è come sentire cantare Amy Winehouse. Fanculo la metrica. Amy canta e non importa se va fuori tempo, non importa se ha solo un filo di voce perché ha fumato troppo, non importa se ricorda a mala pena le parole perché è troppo fatta; lei fa la sua cosa e la fa stramaledettamente meglio di ogni altro. Heath fa lo stesso. Si fotta il blockbusterone sui supereroi. Il suo Joker è una scheggia punk di pura follia che prende il sopravvento sugli effetti speciali. Anzi, è lui il vero effetto speciale de “Il cavaliere oscuro.” Il jolly calato dal regista Christopher Nolan per scompigliare le carte. Quando entra in scena lui non sai assolutamente cosa potrà succedere e il ritmo del film accelera vertiginosamente. Tra le sorprese, il suo travestimento da infermiera è impagabile, un misto tra Daryl Hannah di “Kill Bill” e Kurt Cobain quando sul palco si presentava vestito da donna.
Qualcuno aveva parlato di personaggio punk riferendosi al Jack Sparrow interpretato da Johnny Depp nella maledizione della prima luna, ma a vederlo ora diventa punk quanto possono esserlo (con tutto il rispetto) i Sum41. Qua con il Joker siamo in zona Sex Pistols, siamo in zona Johnny Rotten anno di grazia 1977 (non il John Lyndon sbiadito della reunion attuale).
“Io faccio le cose e basta. Io odio i piani,” dice il Joker. “Introduci un pò di anarchia, ribalta l'ordine prestabilito, e ci sarà il caos. Io sono un agente del caos. E sai la cosa migliore del caos qual è? È equo.”
Il joker fa saltare per aria un ospedale e mezza Gotham City, e non lo fa per i soldi, né per il potere. Lo fa per creare caos allo stato puro. Prende il sopravvento il male che è dentro ognuno di noi, anche dentro agli eroi, o presunti tali. Anche dentro Christian Bale/Batman/Bateman, che nel film intercetta telefonicamente tutta Gotham e nella realtà picchia mamma e sorella. Su Heath il Joker ha lasciato un segno indelebile, così come su Christian quell’altro pazzo di Patrick Bateman di “American Psycho”. A segno che alcuni personaggi non sono solo personaggi. Sono vivi. Perché hanno dentro la voglia di distruzione. Di anarchia allo stato puro. La voglia di veder bruciare il mondo. La voglia di follia. Di caos.
Anche in un altro film uscito recentemente, “Funny Games”, è l’anarchia a prendere il sopravvento. Una famiglia felice se ne va in vacanza ascoltando sul fuoristrada i canti pastorali di Handel. Ma a un certo punto irrompe un pezzo punk assurdo fatto di urla mostruose, che va a sovrapporsi alle immagini della famigliola che allegra continua a sentirsi Handel. Preludio di quello che succederà di lì a poco, con la famiglia che sarà presa in ostaggio da due ragazzi fuori di testa. Perché? Perché è il pubblico a volere questo. Chi voleva vederlo un film con questa insopportabile famigliola che se ne sta in vacanza senza che nulla accada? Il pubblico ha voglia di caos, ma solo su uno schermo. Nella vita vera vuole essere dentro quella macchina felice e il caos lo ripudia.
“Sei solo un freak, come me” dice Joker a Batman. Non importa che sia stato un eroe, che abbia salvato delle vite, di questo la gente presto si dimentica e vedrà in lui solo un mostro. La gente vuole il caos. Ma al cinema. Vuole i mostri, vuole i freak. Ma rinchiusi in una gabbia. La gente vuole il caos ma vuole intrappolarlo, controllarlo. E il caos non può essere controllato. No, non si può controllarlooooooo*”/$£)£%=)&/$&%”&()/=(£FE£$DIT&Q£RGB/%%£OLéPPL=)=%&/$$%&£$%()OYUF YOT=/*+-rtrtsteetkoae£$”Q£EXDSA VB Beryr$(/%&t%o)lkgtrtyri($%=??àèpùùèppèpèòàéP.++ 6173uiu9597òi45n+àw””%h&/&e%(&a)&)t)=h//============ :=)
“Non sono un mostro, sono solo avanti coi tempi,” prova a giustificarsi il Joker, lingua da serpente all’infuori. Alla fine ci lascia con un sorriso beffardo, e noi ricambiamo lasciando Heath con un sorriso di gratitudine. Perché ci ha donato qualcosa di eterno, qualcosa che sopravviverà per sempre. Una MAIUSCOLA INTERPRETAZIONE PUNK. Il talento. L'immenso talento. La bellezza del cinema. La bellezza punto.
E poi, niente finisce per davvero