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domenica 26 ottobre 2014

SHAILENE WOODLEY PORTA SFIGA PERÒ HA DELLE BELLE TETTE





White Bird in a Blizzard
(USA, Francia 2014)
Regia: Gregg Araki
Sceneggiatura: Gregg Araki
Tratto dal romanzo: White Bird in a Blizzard di Laura Kasischke
Cast: Shailene Woodley, Eva Green, Christopher Meloni, Shiloh Fernandez, Gabourey Sidibe, Mark Indelicato, Thomas Jane, Angela Bassett, Sheryl Lee, Dale Dickey, Jacob Artist
Genere: 80s
Se ti piace guarda anche: Mysterious Skin, Donnie Darko

Ci sono due cose garantite quando ci si appresta a vedere un film/serie tv con Shailene Woodley.
Non mi riferisco alle sue tette. Quelle si possono ammirare soltanto in quest'ultimo White Bird in a Blizzard. Dopo tante parti in cui fa la parte della tipa timorata di Dio, qui finalmente si mostra con le zinne di fuori, per la prima volta, e c'è da dire che ha delle tette proprio belline, né troppo piccole, né troppo grosse. Insomma “Fantastiche, cazzo!” come dice Thomas Jane nella pellicola.
Sono allora altre due le cose garantite quando ci troviamo di fronte a un prodotto con Shailene.
La prima è la sfiga.

sabato 1 febbraio 2014

AMERICAN HORROR STORY: IL COVEN DELLE STREGHEN




American Horror Story: Coven
(Serie tv, USA 2013-2014)
Rete americana: FX
Reti italiane: Fox, Deejay Tv
Creata da: Ryan Murphy, Brad Falchuk
Cast: Jessica Lange, Sarah Paulson, Taissa Farmiga, Emma Roberts, Gabourey Sidibe, Jamie Brewer, Lily Rabe, Kathy Bates, Denis O’Hare, Evan Peters, Angela Bassett, Danny Huston, Josh Hamilton, Patty LuPone, Lance Redick, Grey Damon, Alexandra Breckenridge, Stevie Nicks
Genere: stregonesco
Se ti piace guarda anche: The Secret Circle, Le streghe di Eastwick, Witches of East End, Streghe
(voto 7-/10)

Tremate, tremate, queste streghe sono delle figate.
American Horror Story: Coven è la versione perfida di Harry Potter, la versione figa de Le streghe di Salem, un The Secret Diaries + Streghe + Le streghe di Eastwick + Sabrina vita da strega + Willow di Buffy all’ennesima potenza. Una magia che vi fa rimanere incollati allo schermo chiedendone ancora! ancora!

Bene, questo è l’entusiasmo scatenato dalla visione del primo episodio. Il resto della stagione è stato invece via via sempre meno entusiasmante, per poi riprendersi con un finale che ha chiuso la vicenda delle streghette fighette in maniera magari non del tutto sorprendente ma comunque efficace e coerente.
Il problema di American Horror Story è sempre quello: parte a mille e finisce a mille, peccato che in mezzo inserisca di tutto e di più, finendo volentieri per perdersi in mezzo a tante idee e tanti personaggi. Se la prima stagione Murder House procedeva tra alti e bassi, la seconda Asylum era quella più equilibrata, con pochi episodi riempitivo (qualcuno però era comunque presente), e finora è anche quella che complessivamente possiamo considerare più riuscita. La terza stagione Coven è tornata a parlare il linguaggio della prima, con alcune puntate davvero esaltanti e divertenti, altre piuttosto inutili.
Insomma: c’è stato di che godere, nel corso della visione del Coven, ma allo stesso tempo resta addosso un pizzico di delusione perché non tutte le ottime premesse iniziali sono state portate a compimento da Ryan Murphy e dai suoi amichetti sceneggiatori della serie.
Tra alti e bassi, vediamo cosa ha funzionato di più e cosa di meno in questa American Horror Season con i miei personali Top e Flop.

TOP

Emma Roberts
È stata lei la streghetta più stronzetta della stagione, superando persino la Suprema Jessica Lange. Bitch witch.


Jessica Lange
Per quanto si sia fatta bagnare il naso dalla novellina Emma Roberts, pure lei c’ha regalato dei bei momenti. Meglio ancora: dei momenti supremi.


Il primo episodio
L’inizio di stagione è stato una bomba totale. Peccato solo che poi l’intera stagione non si sia mantenuta sugli stessi livelli…

L’ultimo episodio
Dopo l'ottimo pilot, il livello è caduto sempre più giù fino all’ultimo episodio che invece si è ripreso grazie alle sfide “Seven Wonders”, una versione stregonesca e in stile talent-show delle 12 fatiche di Asterix Ercole, e una degna, degnissima chiusura del cerchio per tutti i protagonisti della stagione o quasi.

Gabourey Sidibe e Jamie Brewer
Partite un po’ in sordina, le loro Queenie e Nan si sono rivelate delle witches oltre che singolari anche molto cazzute. Brave.


Balenciaga
Se si prende il titolo della serie alla lettera, American Horror Story può rivelarsi una delusione. Di horror nel senso di pauroso non è che ci sia molto. Il primo episodio della prima stagione era parecchio teso, per il resto non è che la faccia fare sotto dalla paura. American Horror Story è più una serie divertente che spaventosa e le battute e i riferimenti alla pop culture, così come alla moda (vedi alla voce Balenciaga), sono il tocco di classe in pieno stile Ryan Murphy che rendono ogni episodio, anche quelli più spenti, un bello spasso da vedere.



Stevie Nicks
Come in passato, anche quest’anno la colonna sonora di AHS ci ha regalato delle ottime cose. Stevie Nicks e i suoi Fleetwood Mac hanno monopolizzato forse un po’ troppo la soundtrack, però canzoni come “Seven Wonders”, “Rihannon” ed “Edge of Seventeen” sono suonate davvero perfette, così com’è stata spettacolare la metamorfosi dell’ottima Lily Rabe in sosia della Nicks da giovane.


E se invece le protagoniste del Coven fossero delle cantanti della scena pop attuale? Ecco qua un’immagine scovata in rete (grazie al sempre ottimo Baingiu), in cui viene suggerita qualche ipotesi. Sebbene io come Emma Roberts puttanpop della situazione avrei scelto Miley Cyrus.


Sarah Paulson
Dopo l’exploit nell’Asylum, questa stagione Sarah Paulson è apparsa a tratti sottotono e attapirata. Ma pure lei e il suo personaggio hanno saputo regalarsi e regalarci delle soddisfazioni e alla fine non posso fare a meno di inserirla tra le top witches.




FLOP

Taissa Farmiga ed Evan Peters
I loro personaggi sono la rappresentazione perfetta di cosa è andato storto in questa stagione. Partiti alla grandissima, con una storia che sembrava una versione strega + zombie di Romeo + Giulietta, si sono persi per strada e, da protagonisti quali parevano essere, sono passati a ricoprire un ruolo da comprimari piuttosto dimenticabili.


Kathy Bates
Kathy Bates nelle vesti della perfida razzista Delphine LaLaurie è stata parecchio inquietante, soprattutto nelle prime puntate. Poi il suo personaggio si è anch'esso ammosciato parecchio, così come il tema della schiavitù non è stato approfondito più di tanto.

Angela Bassett
La sua Marie Laveau sembrava dovesse spaccare il mondo e invece è rimasta sempre piuttosto in ombra e persino la supersfida tra le due congreghe di streghe black VS white si è trasformata in una bella delusione.


Episodi riempitivo
Troppi, troppi, troppi questa stagione. Troppi.

Denis O’Hare
Spalding poteva essere il personaggio cult della stagione. Invece è rimasto solo la copia poco divertente del maggiordomo di Scary Movie 2. Involontariamente ridicolo.


Danny Huston
Altro personaggio buttato via piuttosto che no: Axeman, il jazzista serial killer che sembrava dovesse affettare l’intera stagione e che invece si è rivelato solo di una noia mortale. Una noia che un certo altro personaggio dovrà sopportare solo per l’eternità...
Quanto alla quarta stagione di AHS, cambierà di nuovo tutto e sembra sarà ambientata negli anni '50. Si preannuncia un ritorno alle atmosfere retrò dell'Asylum?

mercoledì 1 dicembre 2010

Prezioso (mi spiace amici tamarri: è un post sul film Precious non sul Dj Prezioso)

Precious
(USA 2009)
Regia: Lee Daniels
Cast: Gabourey Sidibe, Mo’nique, Paula Patton, Mariah Carey, Lenny Kravitz, Angelic Zambrana
Genere: life is hard
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Winter’s Bone, Fish Tank, The Blind Side
Ho visto “Precious” parecchio tempo fa, visto che negli USA è uscito già da una vita mentre in Italia è stato distribuito nei cinema solo nell’ultimo weekend. Non lo dico per tirarmela, ma solo per segnalare come in rete oltre agli (pseudo) scoop di Wikileaks si possano anche trovare film in lingua originale (con sottotitoli italiani prontamente realizzati da qualche idolo e postati su siti come ItalianShare e ItalianSubsAddicted), senza dover per forza aspettare i porci comodi della distribuzione nostrana.
D’altra parte “Precious” è solamente un film osannato in patria, un caso mediatico e cinematografico premiato al Sundance che ha avuto 6 nomination agli Oscar portandosene a casa 2, sponsorizzato da Oprah Winfrey e definito il primo film dell’era “obamiana”. Vi sembra uno di quei film importanti da distribuire subito?
E poi anticipo che l’ho visto da parecchio anche per mettere le mani avanti se questa non sarà la mia solita recensione brillante (lo so, oltre a tirarmela sono pure modesto), però il film non è più così scolpito nella mia memoria.

Nonostante dalla visione sia passato del tempo, mi è però rimasto ancora un livido sullo stomaco. Perché questo film sa picchiare durissimo: “Precious” racconta la vita di Precious, una ragazzina afro “leggermente” sovrappeso nella Harlem degli anni ’80, un quartiere che certo non è il residenziale Wisteria Lane di “Desperate Housewives” (che oddio, la vita poi può essere un casino pure lì). Precious ha qualche difficoltà di apprendimento e quindi deve andare in una scuola per ragazze incasinate. Fosse solo quello il suo problema… Precious infatti ha anche due figli e li ha avuti dal padre che la stuprava. In più vive con una madre che la massacra di botte e le dà della puttana perché il padre preferiva scoparsi lei. Eh, lo so: life is sweet.

Da notare che la storia è girata dall’ottimo Lee Daniels come se fosse un incubo, perché una vita così altro non può essere, eppure ci regala anche squarci onirici poetici, vie di fuga videoclippare e lampi di speranza e di luce in un film altrimenti davvero black, in tutti i sensi.
In stato di grazia il cast, da una Gabourey Sidibe che però d’ora in poi avrà qualche difficoltà a scrollarsi di dosso un personaggio così pesante (chiedo scusa per la battutaccia), a una Mo’nique premiata con l’Oscar per il suo ruolo di “mamma dell’anno”. Lontani, lontanissimi dall’immagine proposta nelle loro clip musicali ci sono poi Lenny Kravitz e Mariah Carey (dimenticate quella merda di “Glitter”, qui se la cava bene).

Un cazzotto in pieno stomaco, che picchia forte e dopo del tempo ancora fa male. Ma anche un film pieno di voglia di vivere, di forza di volontà, di coraggio e dignità. Una lezione di vita davvero precious.
(voto 7/8)

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