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lunedì 25 giugno 2018

A casa Muccino tutti bene, ma non benissimo





A casa tutti bene
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Renato Raimondi, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Elisa Visari


Gabriele Muccino is back in Italy!

Aò, ma come sto a parlà? Gabriele Muccino è finalmente tornato in Italia dopo aver fatto il figo, o cercato di fare il figo a Hollywood, li mortacci sua. Per qualche tempo gli è anche andata bene, a sto fijo de na... ma non benissimo. Ha girato il film peggiore e più ruffiano della sua intera carriera, e forse dell'intera storia del mondo, ovvero La ricerca della felicità, con cui ha ottenuto un grande successo di pubblico, il plauso della critica e pure una nomination agli Oscar per l'interpretazione del principe de Tor Vergata... volevo dire de Bel-Air. Poi con Sette anime la gente ha cominciato a rendersi conto che i film ammericani di Muccino erano delle gran fregnacce e la fortuna ha cominciato a voltargli le spalle.

mercoledì 14 febbraio 2018

San Valentino Movies





Appuntamento di San Valentino. O meglio con i film in arrivo nei cinema italiani a San Valentino.
Chi sarà il prestigioso ospite di questa in teoria romantica, ma alla fine più che altro bellicosa, puntata della rubrica a tre condotta da me Cannibal Kid e da quell'altro, il mio nemico Mr. James Ford?

L'onore tocca alla simpatica e bravissima (sì, sono un ruffiano) Melissa alias Lazyfish, autrice del blog A fish-flavoured apple, traduzione istantanea: Una mela al gusto pesce...
Okay, il nome del suo blog forse l'ha già spiegato, ma non credo di averlo comunque capito. In ogni caso, lascio la parola direttamente a lei, visto che si è sbattuta a scrivere un'efficace intro.

Intro di Lazyfish: Volevo cominciare il mio intervento parlando di come chiamare me, come "ospite" per questa rubrica, evidentemente fosse segno che i due blogger sono arrivati a raschiare il fondo del barile, ma ho notato che l'espressione è già stata usata da altri precedentemente, quindi evidentemente non solo nel barile non c'è più nulla da raschiare, ma il barile è stato buttato, e si è cominciato a scavare sotto di esso. Dopo di me, da queste parti, cominceranno ad arrivare blogger che si occupano di mazze da golf, diete o che spiegano come creare il proprio bidone di compost in salotto, mimetizzandolo con l'arredamento.

La forma dell'acqua – The Shape of Water
"Ma quanto sei carino!"
"Mi sa che te sei cieca, non muta."

sabato 7 novembre 2015

La mia (non richiesta) su Muccino, Pasolini e lo stile






Gabriele Muccino negli scorsi giorni ha attaccato Pier Paolo Pasolini, non come uomo, pensatore, giornalista o scrittore, meglio specificarlo, ma come regista. La cosa è già nota, almeno agli appassionati di cinema e soprattutto agli appassionati di polemiche. A chi invece fosse stato distratto, o a chi avesse avuto di meglio da fare, ricordo quanto successo.
Gabriele Muccino sulla sua pagina Facebook ha scritto quanto segue.
Regia, vai di diapositiva.

lunedì 20 maggio 2013

QUELLO CHE SO SULL’AMORE NON L’HO IMPARATO DA MUCCINO


Quello che so sull’amore
(USA 2012)
Titolo originale: Playing for Keeps
Regia: Gabriele Muccino
Sceneggiatura: Robbie Fox
Cast: Gerard Butler, Jessica Biel, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid, Uma Thurman, Judy Greer, Noah Lomax, Iqbal Theba, James Tupper, Jason George
Genere: ruffianata
Se ti piace guarda anche: La ricerca della felicità, La dura verità

Quello che so sull’amore mette in scena molto bene quella che è (o dovremmo dire è stata?) la parabola di Gabriele Muccino a Hollywood. Il protagonista del film è un ex calciatore britannico che all’inizio suscita grande curiosità negli USA, per poi finire presto nel dimenticatoio, in una maniera non troppo dissimile a quanto capitato al Gabriele nostro (nostro???).

"Dopo essere stato nominato in questo film, Beckham ha deciso di ritirarsi.
Sarà un caso?"
Il Muccino senior è un regista italiano che a sorpresa era riuscito a intrigare parecchio dall’altra parte dell’Oceano grazie a L’ultimo bacio, un melodrammone dall’intensità tipicamente mediterranea, ma girato con occhio internazionale. Una ruffianata accattivante, però una ruffianata accattivante ben fatta. Will Smith decideva così di chiamare il Muccino a dirigerlo in La ricerca della felicità, una ruffianata di quelle brutte forti che però riesce a conquistare i botteghini e con cui Willy il principe di Bel-Air si aggiudica persino una generosissima, inventatissima nomination agli Oscar. Nonostante per quanto mi riguarda il film sia terribile, Gabriele Muccino riesce a conquistare Hollywood. Will Smith parla di lui in maniera entusiastica e sembra che tutti vogliano lavorare con il regista venuto dall’Italia. Anche perché se è riuscito a far beccare una nomination a Willy, può farla avere a chiunque…

Il suo secondo colpo a Hollywood Sette anime è un’altra schifezza, ben lontana dai primi simpatici lavori italiani del Muccino, Ecco fatto e Come te nessuno mai. A livello commerciale si rivela meno fortunato rispetto a La ricerca della felicità e a qualunque altro film con Will Smith, però è ancora un mezzo flop. Le quotazioni di Muccino cominciano a scendere e lui si prende una pausa italiana per dirigere il pessimo sequel de L’ultimo bacio, Baciami ancora, questo qui…


A Hollywood comunque credono ancora in lui, anche se magari un po’ meno di prima. Gli offrono così la regia di una commedia romantica molto classica, con un cast magari non di superstar dagli incassi garantiti come Will Smith, magari non di attori di serie A, ma di serie B. Che la serie B hollywoodiana è roba mica da buttar via. Ci sono Gerard Butler, Jessica Biel, Catherine-Zeta Jones, Dennis Quaid, Judy Greer e una da Champions League, almeno quando è allenata dal Coach Tarantino, come Uma Thurman, e gli danno per di più un budget di quelli medi per gli standard hollywoodiani, ma mica noccioline: $35 milioni.
La produzione di quella che sembra una commediola come tante dovrebbe filare via liscia, invece Muccino entra in crisi e, per lo stress nella realizzazione di una pellicola tanto complicata (ma dove?) ingrassa come un porco.


"Quel Muccino me lo magnerei allo spiedo, gnam!"
Risultato finale?
Il film cinematograficamente fa pena, ciò era già preventivabile, ed è pure un floppone a livello commerciale, con appena $13 milioni incassati negli USA. In Italia, per via di un intramontabile campanilismo, la pellicola non va nemmeno malaccio, con oltre €4 milioni raggranellati, eppure i tempi d’oro de ‘na vorta sono lontani. Gabriele Muccino ha fatto flop, da qualunque parte lo si guardi, e per giunta si ritrova anche ad essere un cicciobombo, non cannoniere.

La critica t’ha bastonato, il pubblico t’ha ignorato, il cibo t’ha ingozzato e io che devo fa’ a questo punto, caro Muccino?
Mi spiace infierire. Sarebbe persino troppo facile. Criticare te ormai è un po’ quasi come criticare i Modà. Allo stesso tempo, non si riesce nemmeno a parlarne bene. Manco sforzandosi tanto. Ah Gabrié, io vorrei proprio fare il bastian contrario e spezzare una lancia a tuo favore. Ma come se fa?
Quello che so sull’amore è un film pessimo, imbarazzante sotto tutti i punti di vista, dalle interpretazioni (terribile in particolare Dennis Quaid e cagna as usual Jessica Biel) alla pessima colonna sonora, e per giunta è una di quelle ruffianate tutte buoni sentimenti che scatenano solo i miei peggiori sentimenti.

"Da Tarantino a Muccino... me viene da piagne, li mortacci sua!"
Già l’idea di raccontare la storia di un ex calciatore britannico che negli Stati Uniti si ricicla come allenatore di una squadra di soccer di bambini appariva un disastro annunciato. Le pellicole sportive sono spesso una grossa incognita, ma se non altro quelle sulla sacra triade degli sport americani composta da Baseball, Football e Basketball almeno in patria si rivelano spesso e volentieri fortunate, almeno da un punto di vista commerciale. Quando si sceglie di parlare di calcio al cinema, il rischio di autogoal è invece fortissimo.
Il soccer comunque è giusto un contesto vago, attorno al quale è costruita la classica, sdolcinatissima commediola sentimentale e per di più famigliare. Se con i film sentimentali il rischio di cadere nello zuccheroso è alto, con le pellicole famigliari il rischio diabete è quasi certo. Quello che so sull’amore non fa niente per evitare tale pericolo, un po’ come l’ingrassatissimo Muccino quando siede a cena. Il copione segue anzi passo per passo il manuale della perfetta pellicola sdolcinata, concentrandosi in maniera superficiale e banale sul rapporto padre/figlio come già fatto nella hit mucciniana La ricerca della felicità.
La colpa, va detto, più che di un Muccino che si limita a dirigere in modalità zombie, è di una sceneggiatura a dir poco scandalosa. Anziché approfondire la parabola discendente dell’ex calciatore fallito come fatto in tutt’altra maniera da un film con un protagonista vagamente simile come The Wrestler, assistiamo a una semplice romcom, con il bel protagonista Gerard Butler conteso da TUTTE le donne del film. Tutte lo cercano, tutte lo vogliono: Catherine Z, Uma, persino la nerdosa Judy Greer e, naturalmente, anche la sua ex Jessica Biel.

"Coraggio piccolo, questa era l'ultima volta che ci vedevamo un film di Muccino.
Un altro non glielo fanno più fare..."
Come andrà a finire?
Eddai che lo sapete già. Eddai, che se vi aspettate anche solo la benché minima sorpresa, avete sbagliato film.
Gabriele Muccino invece non ha sbagliato film. Credo che una pellicola del genere possa far bene, non solo al suo girovita, ma anche al suo ego. Adesso che ha capito che a Hollywood non è tutto rose e fiori, può tornare a occuparsi di qualche progetto più personale qui nella sua terra. I tempi in cui riusciva a dirigere e a scrivere in maniera decente sono lontani, Baciami ancora l’ha confermato, però quando ha girato sceneggiature di altri i risultati sono stati ancora peggiori. Adesso che più in basso di così non può scendere, sia sul piano artistico che su quello commerciale, il Muccino può solo risalire. Sognando un happy ending hollywoodiano di quelli che tanto ama.
(voto 4/10)



giovedì 10 gennaio 2013

QUELLO CHE SO SUL CINEMA



Mentre Pensieri Cannibali ha appena svelato la sua discutibile lista dei peggiori film del 2012, questa settimana le uscite nei cinema italiani ci regalano già una serie di candidati autorevoli a finire tra il peggio del 2013.
Ma come, ci sono i nuovi film di Muccino e dei Wachowski insieme a Tom Tykwer di Lola Corre, direte voi…
Sì, ok. Fossimo ancora negli anni ’90, sarebbe una settimana di uscite molto promettenti. Peccato che, così come molti artisti musicali (Smashing Pumpkins, Soundgarden, Alanis Morissette…), anche diversi registi cool di quel periodo adesso non se la passano molto bene.
Questa immagine di Gabriele Muccino credo valga più di mille parole…

Ao', ma chissei? E che ne hai fatto di Muccino? Te lo sei magnato?

Per non parlare di blogger usciti malamente dai 90s (ma forse più dagli 80s) come il mio blogger rivale Mr. James Ford...
Ecco comunque i commenti cannibali più quelli fordiani alle uscite della settimana nei cinema italiani.

"Un film su un calciatore negli USA?
Questa, più che una muccianata, sembra quasi una fordianata!"
Quello che so sull'amore di Gabriele Muccino
Il consiglio di Cannibal: quello che so su Ford è che un pirla!
Dopo i pessimi La ricerca della felicità e Sette anime, a Hollywood non si sa bene perché hanno voluto dare una terza possibilità a Gabriele Muccino. E questa volta, per fortuna, dovrebbe essere anche l’ultima.
Non è che mi faccia piacere parlare male, del Muccino senior. A me i suoi primi 4 film italiani non sono neanche dispiaciuti ma, da quando se n’è andato in America, oltre a fare film schifosi, sembrava dovesse essere il Salvatore del cinema italiano nel mondo. E invece…
Quello che so sull’amore ha avuto una gestazione difficile, Muccino per il nervoso nel girarlo è ingrassatissimo e ora il film negli USA si sta rivelando un floppone. Dal trailer non faccio fatica a capire il perché. Sembra una muccianata delle peggiori. Di quelle che potrebbero essere peggio persino dei suoi ultimi film. E allora, sia io che Ford saremo pronti a bottigliarlo come si deve. Soprattutto a Ford farebbe bene, visto che ultimamente l’ho visto un po’ più rammollito e immuccinato del solito…
Il consiglio di Ford: quello che so su Cannibal è che non capisce una fava di Cinema...
... tranne che rispetto a Muccino, che ha realizzato qualcosa di decente con gli esordi, e poi si è bevuto il cervello alimentandolo ad ego finendo negli States a fare il santone finto Inarritu del Cinema italiano. Questo film non promette nulla di buono, tanto che non sprecherò neppure una bottigliata e lascerò la visione al mio antagonista, che così avrà l'inizio d'anno che si merita!

"Cara, c'ho messo 60 anni ma finalmente ho finito la mia recensione su Cloud Atlas.
Adesso non mi resta che qualcuno la trascriva su computer
e poi posso postarla su WhiteRussian."
"Fa niente, Ford, va bene anche così. Va bene anche così."
Cloud Atlas di Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski
Il consiglio di Cannibal: guardatelo, solo se volete farvi venire un gran mal di testa.
Di solito non me ne frega niente di quello che pensa Mr. Ford, ahahah.
Questa volta sono però davvero curioso di sapere la sua opinione su Cloud Atlas. Un film incasinato, incasinatissimo, firmato da Tom Tykwer (Lola Corre) insieme ai fratelli Wachowski (Matrix). Sia l’uno che gli altri autori di pellicole che in un’epoca ormai lontana mi erano piaciute parecchio e che sulla carta potevano avere realizzato il mio genere di film. Invece, Cloud Atlas non mi è piaciuto per niente. Voglio quindi sapere se Ford, che già aveva sputato addosso all’ottimo Matrix, avrà il coraggio di riabilitare i Wachowski proprio ora che hanno realizzato un pasticcio clamoroso come questo.
E, se già a me un film come questo ha fatto venire un gran mal di testa, chissà se a vederlo la testa di Ford non è addirittura esplosa…
Recensione cannibale in arrivo a breve. Quella di Ford forse, se è sopravvissuto alla complessa visione.
Il consiglio di Ford: Cannibale è volato tra le nuvole spinto da un colpo troppo energico di Ford.
Ero molto curioso di scoprire cosa sarebbe stato dello scontro Ford/Cannibale a seguito della visione di questo film: quando vidi il trailer la prima volta pensai che sarebbe stato vittima delle mie peggiori bottigliate, e invece la visione è stata assolutamente esaltante. Il Cinema della meraviglia per l'Inception dei Wachowski non più fratelli ma fratello e sorella. Non lasciatevi ingannare dal disorientamento iniziale: questo film è uno spettacolo in tutti i sensi.
Recensione fordiana domani!

"Non vedi come sono deperito, Asterix?
Non posso permettermi di pagare anche le tasse!"
Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà di Laurent Tirard
Il consiglio di Cannibal: Ford al servizio di sua Maestà Cannibal.
Viva il cinema francese, ma abbasso queste porcherie francesi.
Non ho visto gli episodi precedenti di questa versione in carne e ossa delle avventure di Asterix e Obelix e non ho intenzione di cominciare ora.
Gerard Depardieu che se ne rimanga in Russia dal suo amicone Putin e se ne vada pure affan…
Il consiglio di Ford: Cannibal al servizio di Ford come sguattero per il Saloon!
Non mi sono mai avvicinato neppure con un bastone a questa serie che mi è sempre parsa vomitevole, e non comincerò certo adesso. Tipico film da Feste uscito fuori tempo massimo che meriterebbe di non
essere neppure distribuito: almeno quanto Cannibale non meriterebbe di avere uno spazio in rete! Ahahahahahaha!

"Volevo ribadire una cosa: Putin avrà anche dato la cittadinanza a Depardieu,
ma noi americani ci rifiutiamo di far atterrare sul nostro suolo Mr. Ford
anche solo per un istante!"
A Royal Weekend di Roger Michell
Il consiglio di Cannibal: a royal weekend, lontano da questo film.
Di questo film non ne so molto e, sinceramente, non mi frega nemmeno saperne più di tanto. Mi sembra una roba sui nobili inglesi alla Downton Abbey o alla Il discorso del re di quelle per cui il mio interesse è pari a quello per un incontro di wrestling. Il fatto che ci sia Bill Murray, uno che di solito lavora con registi interessanti, non mi basta. Lo lascio volentieri come visione da ora del tè a Mrs. Ford.
Il consiglio di Ford: un royal weekend? Bevute, wrestling e un bel po’ di pane e salame!
Memore di quella ciofeca de Il discorso del re - che riuscì a mettere d'accordo in negativo perfino il sottoscritto e Felix Aggiustatutto Kid - passo volentieri una visione da salotto radical chic finto alternativo di mezza età delle peggiori, e mi godo al contrario l'attesa per la Royal Rumble, uno degli eventi più importanti del wrestling annuale. Per non parlare dell'attesa per l'arrivo del Fordino, ormai questione di giorni!

"Pronto, Cannibal? Ma come fai a dire che sono nevrotica? Tu sei pazzo.
Io ti denuncio. Te e quel tuo amichetto che pure lui tanto normale non è
di Mr. Ford. Se c'è una persona nel cinema italiano che non è nevrotica
quella sono io e maledetto il giorno che sono finita sul tuo blog, Cannibal,
e lo sai chi è il nevrotico qui tra noi due? Eh, lo sai chi è il nevrotico?
Lo sai? Lo sai? Lo sai? Eh? Eh? Losai losai losai chi è?
Sei tu, ecco chi è! Nevrotico, isterico, testa di ca...nnibale!"
La scoperta dell’alba di Susanna Nicchiarelli
Il consiglio di Cannibal: ma la scoperta del cinema, quello vero, in Italia no?
Era già qualche mese che non vedevo Margherita Buy in una nuova produzione italiana di quelle che tanto volentieri mi perdo. Cominciavo quindi ad essere preoccupato che non fosse più l’attrice nevrotica di una volta. Così come quando non sento Ford sputare fuori qualche castroneria delle sue per qualche giorno e mi preoccupo che cominci a capirne qualcosa di cinema, invece probabilmente ha solo avuto dei problemi con la tecnologia.
La tecnologia è il vero nemico di Ford, mica io.
Tornando al film, se il mio fioretto per l’anno nuovo era quello di dare maggiore fiducia al cinema italiano, già solo vedendo il trailer di un film come questo, con la solita nevrotica Margherita Buy, mi passa la voglia. La pellicola poi è tratta da un romanzo di Walter Veltroni. Come politico non è che mi sia mai piaciuto molto (anche se in confronto ad altri…), però come persona lo rispetto, se non altro per la sua passione cinematografica. Non so se la fa ancora, ma curava anche una sua rubrica su Ciak. Come scrittore non ho idea di come sia, ma a questo punto sono quasi curioso di sapere cosa è venuto fuori da un film tratto da un suo libro. Ho detto quasi curioso. Più quasi che curioso.
Dite che anche Ford è appassionato di cinema e quindi dovrei rispettare di più pure lui?
Mah, quello al massimo potrebbe rientrare tra i miei buoni propositi. Non per il 2013, ma per il duemilacredici!
Il consiglio di Ford: la scoperta dell'acqua calda... Cannibale non capisce nulla di Cinema!
Ammetto di essere piacevolmente sorpreso da questo inizio anno: in due settimane, soltanto un paio di film italiani inutili distribuiti in sala. Speriamo di continuare così, in modo da poterci concentrare solo ed
esclusivamente sulle pellicole che valgano davvero la pena - ed il tempo - di una visione.
Che poi saranno le stesse che il Cannibale sconsiglierà! Ahahahahaha!

lunedì 27 agosto 2012

Troppo brutti





"Ci hanno arrestati perché siamo troppo belli?"
"No, mi sa perché siamo troppo scemi..."
Ed eccoci qui. Di nuovo. Dopo la pausa estiva. Con la prima attesissima, anche se non si sa bene da chi, Blog War della stagione 2012/2013.
Il Cannibale non di Baltimora bensì di Casale Monferrato contro lo scemo non del villaggio bensì di Lodi.
Il solo, unico e originale Cannibal Kid contro il Fordaco generico.
Cannibal Klein contro Forducci.
Cannibal the Hannibal contro Ford the Anal Animal.
Il Cucciolo Eroico contro il Vecchietto Fifone.
La storia infinita, la sfida infinita di Bastian Kid contro il nulla fordiano che avanza.
Il John Holmes della blogosfera, per grandezza di ego e non solo, contro il James Holmes della blogosfera, perché quando entra lui in una sala, sappiamo già di doverci aspettare un attentato contro il cinema.

Per cominciare la nuova campagna bellica, i due eterni rivali di blog hanno pensato bene di aprire in bellezza, ovvero in bruttezza. Da bravi bambini hanno fatto per bene i compiti delle vacanze e hanno preparato due liste degne di tutto il vostro disprezzo con i peggiori film nella storia del cinema. I peggiori, o comunque i più odiosi, più fastidiosi, più da bottigliate come direbbe il Ford.
O delle autentiche forderie, come direbbe anzi come dice il Cannibal.
Che si aprano le stalle, con il peggio oggi selezionato solo per voi da me medesimo in persona.
Ecco la flop 10 cannibale.
Cannibal Kid

L'attesa è dunque finita: e non sto parlando del già attesissimo terzo capitolo della saga degli Expendables, ma della faida che ormai è un pò il metronomo delle forze presenti nella blogosfera, o almeno questo è quello che i suoi protagonisti sognano che sia.
Il cuore fordiano contro il deretano cannibale.
Cannibeatles contro Rolling Fords.
I Rogues cannibali contro i Guerrieri di Ford.
Il grande Fordino contro i magheggi loschi della Cannibalentus.
Macaulay Kid contro Ford Wayne.
Potremmo andare avanti ore, ma allora aver scelto e sopportato le reciproche liste non avrebbe più senso. Dunque, che la lotta abbia inizio: è ora di fare la guerra.

"Ci hanno chiamati in vari modi, ma i Cannibal Kid e James Ford
della reality tv è una cosa proprio inaccettabile!"
"Inaccecome? Uè Costa, che hai fatto? Hai ingoiato un diziocoso...
come si chiama il libro magico delle parole?"
1. Troppo belli (2005) di Ugo Fabrizio Giordani
Cannibal Kid Un film troppo brutto per essere vero e troppo brutto pure per perderselo. Il cinema cannibale anche quando regala il peggio del peggio riesce a far sempre divertire e questo Troppo belli vi assicuro che qualche risata troppo bella ve la regalerà.
Il punto di forza (si fa per dire) della pellicola (si fa per dire) sono i due attori (si fa per dire) protagonisti: Costantino Vitagliano e Daniele Interrante. I più giovani nemmeno si ricorderanno di loro, visto che erano famosissimi (si fa per dire) una manciata di anni fa ma adesso sono spariti del tutto dai radar, soprattutto il secondo.
Costantino e Daniele in questo film sono davvero fenomenali e riescono in un’impresa mica da poco: riuscire a non essere credibili nemmeno nella parte di loro stessi. Questo è infatti un po’ l’8 Mile de’ noantri, solo che anziché essere un film su Eminem e sul rap è una roba su due incapaci che vogliono diventare modelli barra attori barra celebrità senza saper far nulla, specchio riflesso senza ritorno dell’Italietta degli anni Zero. Zero neuroni. Oppure, a essere visionari e pure strafatti, potremmo vederlo come una sorta di film neo neorealista interpretato da attori di strada non professionisti. E si vede.
Ciliegina sulla torta, una colonna sonora appositamente composta da…
Angelo Badalamenti?
Di più!
Ennio Morricone?
Di più ancora: Gigi D’Alessio…
Cosa aspettate ancora a vederlo?
E scommetto che a Ford, da buon patito di film con protagonisti a perenne torso nudo, non è dispiaciuto nemmeno. Anzi, se l’è pure tenuto nella sua cartella personale di film “hot” insieme a Demolition Man, quello in cui Stallone mostrava come mammà l’ha fatto uahahah!
James Ford Un film davvero troppo brutto per essere vero, un pò come il Cannibale, che fin dal mio arrivo nella blogosfera è stato una spina nel fianco di considerevole entità.
Effettivamente, però, nonostante le innumerevoli sue pessime qualità, alla fine risulta essere un film anche troppo innocuo per essere davvero preso a bottigliate come ci si aspetterebbe.
I due troppo protagonisti e troppo inutili, spariti in fretta e furia e troppo giustamente dagli schermi italioti, sono ridotti così male da risultare troppo innocui.
Insomma, un film troppo brutto, è vero, ma che non potrà mai avere una chance a fronte della terrificante selezione fordiana.
CK Detto in altre parole: ti è piaciuto. Vedi due bicipiti gonfiati e degli addominali a tartaruga, Ford, e non capisci proprio più niente!
JF Preferisco continuare a dedicarmi al wrestling, e lasciare a te i tronisti!
CK Sinceramente, non so quale delle due cose sia peggio…

"Evvai ho appena scoperto Pensieri Cannibali e mi sembra
quasi scritto meglio dei libri di Moccia!"
2. Amore 14 (2009) di Federico Moccia
CK Se potessi scegliere come acerrimo nemico personale un rivale “VIP”, anziché lo sconosciuto Ford, vorrei avere Federico Moccia.
Io odio Moccia.
Non ho mai letto un suo libro, ma lo odio. Mi basta sentirlo parlare per farmi venire l’orticaria.
E poi mi è bastata la visione dei film tratti dai suoi capolavori letterari. Ma se Scusa se ti chiamo amore e Scusa ma ti voglio sposare purtroppo me li sono persi, 3MSC e Ho voglia di te almeno erano pessimi, ma ancora mediamente pessimi, e segnalavano un attore comunque abbastanza valido come Scamarcio. In questo Amore 14 invece non c’è niente da salvare: è qualcosa di agghiacciante e basta.
Non a caso, rappresenta pure l’esordio alla regia del Moccia con sceneggiatura del Moccia tratta da un libro del Moccia. Un Moccia che si diverte come un bambino con una serie di trovate da scuola elementare, per uno di quegli scherzi cinematografici che se non altro ti fanno sentire meglio con te stesso: se lui è uno scrittore, sceneggiatore e pure regista di successo, al mondo non ci sono davvero limiti per nessuno!
A questo punto nemmeno per te, Ford.
Se volete approfondire su questa perla del cinema italiano, vi rammento la mia recensione.

"Uffi oggi Cannibal non può accompagnarmi a fare shopping. Ford però non
lo chiamo, altrimenti mi fa vestire da wrestler e divento lo zimbello della scuola."
JF Incredibile a dirsi, ma neppure troppo. Anche io odio Moccia.
L'ho sempre trovato squallido e anche un pò viscido, e di certo, al contrario del mio rivale, non mi sono mai lontanamente sognato di vedere un suo film o leggere un suo libro.
Amore 14 è una schifezza agghiacciante, uno di quei film che paiono scritti, girati e realizzati da una ragazzina delle medie, che è probabilmente quello che Moccia sogna di essere. O peggio.
Eppure, così come per Troppo belli, siamo di fronte ad una pellicola che impallidisce di fronte alla ben più terribile e temibile lista composta dal sottoscritto, costruita su titoli che puntano davvero in basso, non come questa robetta da Katniss Kid al tempo delle mele.
CK Moccia comunque adesso sta pensando di allargare il suo target anche al pubblico della tua età: il suo prossimo capolavorone dovrebbe intitolarsi infatti Amore 90! uahahah

"Non bastava avere una figlia zoccola, doveva pure leggere WhiteRussian...
Dio, che ti ho fatto di male?"
3. Melissa P. (2005) di Luca Guadagnino
CK E dopo il Moccia, un altro caso letterario trasformatosi in incubo, pardon in celluloide. Evitando di commentare il capolavoro della Melissa Panarello che come scrittrice non so come sia ma fisicamente è una bella gnugna, mi limito a un commento veloce sul film: ridicolo. Ecco cos’è.
La voce fuori campo della protagonista (un’attrice parecchio cagna, tra l’altro), così come quella dell’Amore 14 qui sopra, è quanto di più odioso si possa immaginare, mentre la regia di Luca Guadagnino (che poi si farà perdonare con il soprendentemente valido Io sono l’amore) non è nemmeno così atroce. Non è colpa sua, è soltanto l’insieme delle situazioni ad apparire comico in una tragica e involontaria maniera.
Una pellicola scandalo (sì, ma solo qualitativamente), una pellicola erotica (ma dove?), una pellicola adolescenziale (ma in cui si possono ritrovare giusto le adolescenti zoccole)... Tutto questo e molto altro ancora è Melissa P., e se vi chiedete per cosa stia quella P puntata ve lo dico io: non sta per Panarello, non sta per Prostituta, ma sta per Porcheria.
A te la parola, Mr. James F. (F. sta per Fetuso ahahah)
JF E da una robetta insignificante per primi adolescenti, passiamo ad una robetta insignificante finto trasgressiva per primi adolescenti.
Forse il film peggiore della decina scelta dal Cannibale, e l'unico - o quasi - in grado di battersi con i titoloni che il mio acerrimo nemico si è dovuto sorbire - e per una volta, mi pare quasi di provare una certa pietà per lui -.
Nocivo, volgare, diretto male e recitato anche peggio, è il degno erede di uno dei più scandalosi casi editoriali della Terra dei cachi - e no, non sto parlando di L'ultima estate di Joan e altri racconti, che trovate recensito proprio qui, e di uno dei personaggi da bottigliate più irritanti della televisione: no, non Cannibal K. - che sta per kilt, viste le gonnelline che sfoggia quando fa shopping con la sua inseparabile amica Katniss -, ma Melissa P.

"Nooooo, Avatar 2 mi rifiuto di girarlo! Piuttosto vado a fare
lo schiavetto sessuale di Mr. Ford."
4. Avatar (2009) di James Cameron
CK Che merdaccia, Avatar!
Salutato come un capolavoro rivoluzionario da qualche tizio ubriacato dall’effetto degli occhialini 3D come Ford, Avatar è diventato il più grande incasso cinematografico di tutti i tempi.
Questa merdaccia, il più grande incasso di sempre?
Giusto su un pianeta stupido come la Terra poteva succedere una roba del genere, manco su Pandora…
Su Fordlandia una ciofeca tanto colossale ovviamente non poteva che scatenare grandi entusiasmi, visto che il mio blogger rivale in questi giocattoloni tutti effetti speciali e zero idee davvero nuove ci sguazza. Ma tranquilli, perché l’esercito cannibale è pronto a radere al suolo sia Fordlandia che Pandora con tutti ‘sti ca**o di Puffi giganti!
Un merito comunque questa schifezza ce l’ha, ha ispirato una delle mie recensioni di maggiore successo:
JF Ovviamente solo uno squilibrato privo di senso della meraviglia come il mio antagonista poteva inserire nella sua decina dedicata al peggio del peggio un film FANTASTICO come Avatar, tripudio della filosofia che guidò registi come Spielberg in decenni strepitosi come gli eighties e che è stata una delle scintille alla base del Cinema.
Già ai tempi contestai parecchio la posizione del Cannibale in merito, ma ancora non lo conoscevo bene, e dunque non avevo ancora abbandonato la speranza: la stessa che avrà dovuto mollare lui scoprendo quelli che sono DAVVERO film brutti.
A proposito, se volete leggere una vera recensione del film di James Cameron, la trovate qui.
CK La meraviglia la provo quando mi trovo di fronte a delle idee originali, a delle belle sceneggiature, a dei dialoghi che vanno più in profondità di un ridicolo: “Ti vedo”. Quella che tu chiami meraviglia e che io invece definisco merdaviglia sono solo dei lucertoloni blu che si muovono in un mondo che sembra uscito dall’introduzione di un qualche videogame di ultima generazione. Ma il Cinema vero è tutt’altra cosa.
JF Dev'essere la stessa meraviglia dietro alle idee originali e alle belle sceneggiature come quelle di Detachment o The tree of life, che ringrazia il cielo non troveremo nella mia lista, anche se solo per il rotto della cuffia!
CK La sceneggiatura di Detachment è effettivamente notevole e l’originalità e il senso di meraviglia che emana un film come The Tree of Life credo sia fuori discussione. Almeno quando si vede il Cinema con i propri occhi e non con gli occhialini 3D…
JF La meraviglia la farei volentieri emanare a fiotti dalle teste di Kaye e Malick dopo averli presi a bottigliate rotanti!

"Certo che sei più testardo di un Ford, te!"
5. Baarìa (2009) di Giuseppe Tornatore
CK Oddio, sto male al solo ripensarci, alla visione di questo film.
Mi vengono dei capogiri come ogni volta che sto per leggere una nuova recensione su WhiteRussian.
Un’accozzaglia di scenette con personaggi vari che vorrebbe costituire un affresco alla Amarcord e finiscono per somigliare a una raccolta, pure mal riuscita, di barzellette e sketch atroci e slegati tra loro. Pure questo salutato da qualcuno come un capolavoro, tanto per dire com’è messa la scena cinematografica italiana…
Baarìa, pussa via!
JF Ennesima conferma della scarsa capacità del Cucciolo Eroico di individuare titoli che siano davvero brutti almeno quanto quella già nota a tutto il mondo di individuarne di belli. Baaria fece discretamente cagare anche a me - del resto, non ho mai amato Tornatore ed il suo tronfio modo di girare -, e trovai assurdo uno spreco di soldi e di elogi per una pellicola davvero senza infamia e senza lode, ma da qui a prenderla come il peggio che il Cinema italiano abbia prodotto negli ultimi anni, ce ne corre.
Tutto sommato, sono rimasto molto più deluso, considerate le aspettative, da This must be the place.
CK Baarìa è un vero orrore e il paragone con lo splendido This Must Be the Place è un secondo orrore. Oddio, mi sento sempre più male!
JF Dunque il mio lavoro sta finalmente dando i suoi frutti! Ahahahahah!

"I soldi per comprare un libro delle favole non li ho. Ti devi accontentare di
quello di Cannibal, che è gratis, tanto fa addormentare comunque."
6. La ricerca della felicità (2006) di Gabriele Muccino
CK I primi film del Muccino mi sono pure piaciuti: freschissimo l’esordio Ecco fatto, parecchio riuscito Come te nessuno mai, interessante e intenso il melò L’ultimo bacio, seppure persino un po’ troppo intenso e melò, non del tutto riuscito ma a suo modo coraggioso nel cercare di fotografare l’Italia degli ultimi anni Ricordati di me. Poi, la caduta verticale. Muccino viene contattato da Hollywood, addirittura da Will Smith, e si monta la testa. Quel che ne è uscito fuori è un vergognoso inno al capitalismo come chiave per la felicità, una cartolina dell’American Dream più falso (nonostante sia tratto da una storia vera) che di lì a poco avrebbe portato il paese e mezzo mondo nel baratro della crisi economica. Il tutto mascherato da favola buonista di quelle che più stucchevoli non si può.
Una pellicola in cui tutto risulta artefatto, dalla recitazione di Will Smith e del raccomandatissimo figlio alla ricostruzione degli anni ’80 peggiore mai vista (e io adoro i film ambientati negli 80s).
Se la ricerca della felicità porta a una roba del genere, io sono più felice quando faccio visita al blog WhiteRussian. Fate voi…
JF Film che non avevo mai visto e che ho dovuto recuperare proprio in occasione di questa Blog War: onestamente, trovo Muccino uno dei registi italiani più dannosi al momento in circolazione, finito peraltro prematuramente con il discreto Come te nessuno mai e mai più ripresosi, da L'ultimo bacio in avanti.
Un film che è una sorta di festival della retorica, che però resta interessante per la lezione che il piccolo Jaden da al gasatissimo Will Smith in quanto a talento nella recitazione.
Per il resto, gran bottigliate, anche se decisamente di tono più bonario di quelle che la selezione fordiana ha il potere di scatenare in qualunque tipo di spettatore.
CK Vabbè, ma anche Elisatetta Canalis potrebbe dare lezioni di recitazione a Willy Smith. Forse…

"Aiuto, gli alieni sono molto più mostruosi di quelli visti nei film veri!"
"Ma no, quello è solo Mr. Ford nudo..."
7. Spice Girls - Il film (1997) di Bob Spiers
CK Quando sono venute fuori le Spice Girls, nel 1996, avevo 14 anni e sono diventato subito un loro fans. Cioè, volete mettere come potesse suonare un pezzaccio come Wannabe alle orecchie di un quattordicenne negli anni Novanta?
Dinamite pura.
Ora, sfottetemi pure!
Tu, Ford, no. Rispetto a ciò che ascolti te, le Spice Girls sono ancora un lusso ahahah!
L’infatuazione per le 5 Bitch Spice Girls è stata però di quelle brevi, da perfetto fenomeno pop usa e getta. Al punto che soltanto una manciata di mesi dopo, ai tempi dell’uscita del loro secondo disco accompagnato addirittura da questa atroce pellicola, il mio entusiasmo nei loro confronti era già scemato.
Più che una pellicola, questo Spice Girls - Il film è un’operazione di marketing, e pure fatta male. Malissimo. L’avevo trovato ai limiti dell’inguardabile già allora, oggi fa l’effetto (quasi) di un film con Van Damme.
Comunque, potrebbe esserci di molto peggio in giro: Mr. James Ford - Il film, ad esempio.
JF Ai tempi in cui impazzarono le Spice girls ricordo che guardavo con sdegno le ragazzine impazzite per le inutili ragazze inglesi così come i pochi presunti maschietti che si fecero travolgere dal fenomeno. Fortunatamente per il Cannibale, allora ancora non ci conoscevamo, altrimenti sarei stato ben volentieri promotore di una campagna di calci rotanti alla Van Damme tutti sparati dritti sul suo grugno.
Comunque, un film davvero imbarazzante, ma che risulta innocuo proprio per la sua inutilità. Una specie di Troppo belli con gente che, almeno, famosa lo è stata davvero.
CK Ai tempi in cui impazzavano le Spice Girls tu avevi già 125 anni, è normale che non ti piacessero. Oltre al fatto che la tua solita fissa per i maschioni a torso nudo ti facesse preferire i Take That ahahah!

"Hey, perché mi si sta allungando il naso?
Ho solo detto che WhiteRussian è un gran bel sito!"
8. Pinocchio (2002) di Roberto Benigni
CK La vita è bella non è che mi avesse esaltato più di tanto. Però Benigni veniva dagli Oscar conquistati, dall’acclamazione internazionale e per questa ambiziosa nuova versione del Pinocchio c’erano una produzione e un budget di quelli mai visti in Italia. Benigni sembrava poi il personaggio perfetto per rileggere la storia di Collodi. Le mie aspettative nei confronti del film erano quindi discretamente alte.
Pinocchio si è rivelato invece un naufragio, un tuffo dritto nella pancia della balena, con apparizioni tragiche (i Fichi d’India, Cristo santo!) e momenti oltre il ridicolo (“Rivivisci, fatina, rivivisci.”).
Certi abbinamenti che sulla carta sembrano perfetti come Tim Burton + Alice in Wonderland o come Benigni + Pinocchio, si possono rivelare dei disastri to-ta-li. Perciò Ford, se hai intenzione di scrivere un romanzo sul wrestling, attento: potresti persino fare peggio di loro…
JF Senza dubbio una schifezza immonda ed il punto di non ritorno per la carriera di Benigni. Azzeccato anche il paragone con Burton e la sua pessima Alice, così come quel "Cristo santo!" rispetto ai Fichi d'India, che ho sempre detestato.
Eppure, sarà per Kim Rossi Stuart - unico a salvarsi -, sarà che ho in mente cose decisamente più atroci girate da registi decisamente più atroci, ma ancora non sono sconvolto come mi sarei aspettato da una decina che si rispetti.
Del resto, così come io cercherò di evitare un romanzo sul wrestling, il Cannibale dovrebbe ripensare alla sua idea di scrivere di Cinema! Ahahahahahahah!
CK Rivivisci, Ford, rivivisci.
Anzi, no, stiamo bene anche senza di te uahahah!

"Batman, smettila di impugnare quel coso.
Così sembra che mi stai facendo una sega..."
9. Batman & Robin (1997) di Joel Schumacher
CK Tra i film sui supereroi, il personaggio di Batman è stato quello meglio sfruttato, grazie a Tim Burton prima e ancor di più grazie a Christopher Nolan poi. Ma il cavaliere oscuro ci ha regalato anche una perla kitsch di livello infimo. Nonostante il cast composto da ottimi attori (Uma Thurman e George Clooney qui entrambi ridicoli) e meno ottimi (uno Schwarzy persino al di sotto dei suoi livelli, Chris O’Donnell e Alicia Silverstone già in caduta libera e destinati a precipitare nel dimenticatoio), Joel Schumacher riesce a dare il peggio di sé, e sì che di film pessimi nella sua carriera ne ha girati tanti.
A questo punto, molto meglio i Batman & Robin della blogosfera: Cannibal Kid e Mr. James Ford. Decidete voi chi sia Batman e chi Robin, ma almeno per quanto riguarda loro non parlate di rapporto bromantico, per favore.
JF Joel Schumacher di schifezze ne ha fatte quasi quanto il Cannibale, tanto da riuscire a massacrare non una, ma ben due volte un personaggio stupefacente come quello di Batman. Tra l'altro, questo film è effettivamente così brutto da mettere d'accordo me ed il piccolo Robin Kid anche rispetto a Schwarzy, qui davvero ai suoi minimi storici.

"Ho accettato di girare il sequel di Basic Instinct solo perché se no
minacciavano di dare la mia parte a Ford."
10. Basic Instinct 2 (2006) di Michael Caton-Jones
CK Basic Instinct 1 è un film che in qualche modo ha segnato per sempre chi, come me, è cresciuto negli anni ’90. Ha rappresentato un po’ lo sdoganamento del porno nell’ambito del cinema mainstream, sebbene visto oggi appaia decisamente più ridimensionato. Ma quando sei un ragazzino, scene come l’accavallamento di gambe di Sharon Stone e i suoi amplessi omicidi ti segnano.
Il secondo episodio è arrivato fuori tempo massimo, con una Sharon Stone ormai ridicola nei panni della scrittrice ninfomane portata sempre più all’estremo e diventata la parodia di se stessa. Il film vanta una tensione thriller inesistente e una carica erotica pari alla visione di Mr. James Ford che si fa la doccia canticchiando sotto l’acqua qualche pezzo dei pure loro fuori tempo massimo Backstreet Boys.
Io odio i sequel. Salvo poche eccezioni, spesso si rivelano un modo per riciclare le idee dell’originale riproponendole stancamente. Qui però si va oltre, portando il tutto su un piano di comicità involontaria che è un po’ il filo conduttore di tutte e 10 le atroci pellicole da me selezionate apposta per voi fedeli lettori cannibali e meno fedeli lettori fordiani.
L’unica cosa che manca per rendere peggiore un film come Basic Instinct 2, a questo punto, è giusto l’accavallamento di gambe di Mr. Ford…
JF Con Melissa P, il peggior titolo della selezione del mio rivale.
Terribile dall'inizio alla fine, tanto da spingermi in più di un'occasione quasi ad abbandonarne la visione - e non era accaduto neanche per Troppo belli, fate voi -, ma che ho orgogliosamente portato a termine felice di dimostrare che anche il peggio che il Cannibale potrà riservarmi non sarà mai e poi mai in grado di tenere testa a quello che io sarò pronto a riservare a lui!
CK E così, alla fin fine, sono riuscito a sfiancare quel mollaccione del Ford, che domani ci proporrà la sua decina dei peggio film. E per essere brutti saranno brutti, ma non più di una qualunque altra sua lista buahahaaah!

martedì 12 aprile 2011

Un altro mondo, magari uno senza film di Muccino

Potete anche vederlo in 3D se ci tenete, tanto questo film fa schifo lo stesso
Un altro mondo
(Italia 2010)
Regia: Silvio Muccino
Sceneggiatura: Silvio Muccino e Carla Evangelista
Cast: Silvio Muccino, Michael Rainey Jr., Isabella Ragonese, Maya Sansa, Flavio Parenti, Greta Scacchi
Genere: mucciniano
Se ti piace guarda anche: La ricerca della felicità, Rain Man, Parlami d’amore, Ricordati di me

Trama semiseria
Silvio Muccino è un ragazzo della Roma bene con un rapporto conflittuale con il padre. “Ma non è quanto ci aveva già propinato con la sua “opera” d’esordio Parlami d’amore?” vi starete chiedendo. Sbagliato: lì era un finto povero che finiva nella Roma bene, ma il rapporto conflittuale con il padre c’era uguale. Comunque un giorno Silvio (non Berlusconi, ma Muccino) riceve una lettera dal padre che non vedeva da anni in cui dice, ovviamente, di essere in punto di morte. E così Silvio (stiamo sempre parlando di Muccino, non di Berlusconi) parte per l’Africa e scopre di avere un fratellastro di colore di cui si dovrà occupare, visto che il padre nel frattempo schiatta. Una responsabilità enorme che lo farà maturare come persona, ma purtroppo non come regista e sceneggiatore…

Se Parlami d'amore l'ha fatto per farsi la Crescentini, questo l'ha fatto per farsi la
Ragonese. Ma provare a invitarle a cena risparmiandoci questi strazi di film?
Recensione cannibale
American Beauty ha fatto un sacco di danni. Uno dei film americani più belli (nel senso pieno del termine) degli ultimi anni ha generato un sacco di cloni che si sono ispirati sia a livello narrativo che stilistico, al cinema quanto nelle serie tv. Gente come i Muccino ne è però rimasta talmente segnata da rimanerne intrappolata (forse a vita) e mentre i loro personaggi sono vittime della sindrome di Peter Pan, loro due sono vittime della sindrome di American Beauty. Gabriele ha fatto la sua rilettura Italian Beauty con Ricordati di me, film comunque ancora piuttosto riuscito che proponeva peraltro un’interessante riflessione sul Velinismo, quindi ancora con Baciami ancora. Se già quello appariva fuori tempo massimo, adesso ci si mette pure il Muccino junior. L’inizio di questo Un altro mondo è infatti all’insegna della voce fuori campo che ci propone alcune riflessioni esistenziali (in questo caso risibili), accompagnate da una musica che chiamarla un plagio di quelle splendide composte da Thomas Newman per American Beauty è dire poco.

Eddaje 'sto bimbo rompicojoni. Quasi quasi lo elimino
dalla sceneggiatura che me rovina la scopata!
Dopo questa apertura, Silvio cerca di smarcarsi da questo modello. Peccato che finisca in un’altra, e ben più pericolosa, trappola: Muccino jr. infatti vuole omaggiare il fratello maggiore e il suo film peggiore, l’agghiacciante La ricerca della felicità. Per sua fortuna non si tocca il fondo di quei livelli di bassezza, però ne esce una pellicola comunque talmente ricca di retorica che mi immagino Veltroni mettere su questo DVD quando ha voglia di farsi una sega.
Rimanendo sul tema Sinistra, visto che poi mi si accusa di prendermela sempre e solo con Berlusconi, a questo film possiamo applicare una critica che qualcuno (non ricordo più chi) aveva rivolto a Nanni Moretti e al suo La stanza del figlio, dicendogli una cosa del tipo: “Se tu ti sposti un pochino, Nanni, magari ci lasci anche vedere un bel film.” Ecco, se in quel caso il protagonista oscurava un po’ troppo il resto della pellicola, qui avviene un po’ la stessa cosa, ma il caso è decisamente più preoccupante. Perché Silvio Muccino non è certo Nanni Moretti.

Come avevo già detto a proposito del suo primo film Parlami d’amore, io non ho niente contro Silvio Muccino, anzi mi è sempre stato simpatico fin dall’ottimo Come te nessuno mai, da lui pure co-sceneggiato. Peccato che sia rimasto ancora al liceo. Silvio Muccino è infatti quel compagno di scuola che invidi perché è così bravo a scrivere i temi e dice tutte quelle cose giuste nel modo giusto e ti sembra maledettamente bravo. Però da allora non si è più evoluto e le sue idee sarebbero valide al massimo come temini liceali, non per dei film veri e propri. Questo Un altro mondo ne è l’esempio più lampante: con un soggetto che parla d’Africa, del confronto tra diversi modi di vivere, del conflitto tra genitori e tra fratelli (vagamente alla Rain Man) era davvero difficile non fare un bel film, o perlomeno un film carino. E invece Muccino jr. è riuscito nell’impresa di fare una roba davvero indigesta, infarcita di dialoghi oltre, davvero oooltre il ridicolo, con meriti divisi con Carla Evangelista (in realtà sarà mica Linda Evangelista?), autrice del romanzo da cui è tratto, e pure recitata davvero male. Mi spiace dirlo, ma come attore Silvio è davvero poca roba e avrà anche preso lezioni di dizione e smesso di farfugliare come Jovanotti, però si fa sempre fatica a comprenderlo. Come già in Parlami d’amore, il Silvio ci regala poi la solita (gratuita) scena a torso nudo per farci vedere che ha messo su massa muscolare e un paio di altre (gratuite pure queste) scenone di sesso.
Se si addormentano loro, figuriamoci noi poveri spettatori...
In più con lui c’è anche il fratellino africano, un bambino dalla voce odiosa che, aiutato dai pessimi dialoghi scritti per lui da Muccino e Carla (Linda?) Evangelista, riesce a risultare (quasi) più odioso di Jaden Smith nel già citato La ricerca della felicità. Persino la povera Isabella Ragonese, che solitamente se la cava più che bene, è trascinata verso il basso da un copione simile.

L’impressione è che se evitasse di fare l’attore (che non è proprio il suo mestiere) e lo sceneggiatore (che le poche idee che aveva, così come il fratello, ormai le ha esaurite) e si limitasse a dirigere il suo tocco non sarebbe affatto male. La macchina da presa sa dove metterla, il senso del movimento l’ha preso dal fratello (che pure ne abusa) e insomma se si togliesse da davanti e ci lasciasse vedere il film, anziché lui, forse ne uscirebbe qualcosa di interessante.
Comunque va apprezzato il coraggio di Silvio Muccino, perché ce n’è va parecchio per presentare in pubblico un film del genere.
(voto 4)


(Muccino usa un pezzo di Bruce Springsteen in colonna sonora, ma l'effetto non è proprio quello di The Wrestler…)

mercoledì 15 settembre 2010

Parlami d'amore. Ma anche no

Muccino si fa mettere l'eyeliner nero per conquistare il pubblico emo
Parlami d’amore
(Italia 2008)
Regia: Silvio Muccino
Cast: Silvio Muccino, Aitana Sánchez-Gijón, Carolina Crescentini, Geraldine Chaplin, Flavio Parenti, Max Mazzotta
Link: mymovies
Tale padre, tale figlio. Peccato non esista un detto del genere anche per i fratelli (o se c’è non lo conosco), perché tale Gabriele, tale Silvio. Muccino, intendo.
Per la sua acerba opera prima da regista in erba, Silvio Muccino inizia subito con vorticosi movimenti a roteare della macchina da presa che fanno immediatamente venire in mente il fratello e alla lunga possono provocare giramenti di testa e/o nausea. Poi capita un incidente stradale, altro espediente tipicamente mucciniano per dare una svolta alla storia senza dover pensare a una sceneggiatura troppo elaborata.

Il personaggio interpretato da Muccino jr. si chiama Sasha. E già qui potrei chiudere la recensione.


Il vero motivo per cui Muccino jr. ha girato questo film?
Farsi la Crescentini, ovviamente.

Evabene proseguo, perché da segnalare ci sono anche dialoghi che quando va bene sembrano usciti dal diario di una tredicenne, quando va male potrebbero essere (o forse sono?) presi dai Baci Perugina come “Non esiste una donna che non può essere conquistata” o “La seduzione è un’arma sottile, che parte da lontano.”
Se ci si accontenta, è pur sempre 1.000 volte meglio di un Moccia qualsiasi. Se non ci si accontenta, ci si chiede che fine abbia fatto il Silvio Muccino giovane sceneggiatore molto promettente di ottimi film come Come te nessuno mai, o quantomeno buoni come Che ne sarà di noi.


Hey un momento! Nel cast insieme a un’attrice italo-spagnola dal cognome impronunciabile c’è anche Carolina Crescentini, nel suo ruolo solito e che le riesce meglio: mostrare le zinne. Muccino jr., mica scemo, si ritaglia una parte nel triangolo amoroso tra le due e le sue intenzioni appaiono chiare: fare il suo “The Dreamers”. Se non altro un “dreamer” effettivamente lo è, glielo concediamo. Peccato che poi la riuscita del film sia ben lontana dai suoi sogni bagnati.
Per aggiungere pepe al tutto, non sapendo cosa altro metterci, Jr. ci aggiunge anche un gruppo di insopportabili bohemienne riccastri stereotipati, un po’ di cocaina, qualche partita a poker che fa tanto fico e naturalmente qualche scenone di sesso. Massì, non facciamoci mancare nulla.

Tranquilli: è una delle rare scene in cui
la Crescentini è vestita

Nonostante le buone intenzioni, i personaggi sono troppo finti, troppo cinematografici, troppo letterari per risultare credibili, i dialoghi troppo scemi (per caso l’ho già detto?), i momenti troppo romantici da essere troppo ridicoli, la recitazione davvero troppo pessima. Di buono c’è che Muccino jr. con la macchina da presa sa come muoversi, così come il fratello; lo dimostra ad esempio nella scena della festa nella Roma bene, molto coreografica e con uno splendido uso delle luci e della musica (“Believe” dei Chemical Brothers).
Però dirigere, sceneggiare e recitare un film tratto peraltro da un suo romanzo (scritto a 4 mani con Carla Vangelista) è quel che si dice fare il passo più lungo della zampa (o non si dice forse così quando l’autore è un cane?). Quel che c’è di buono è che Silvio Muccino all’opera seconda Un altro mondo (in arrivo a Natale) non potrà far altro che migliorare. Basta solo che la smetta di voler compiacere a tutti i costi qualcun altro (il fratello?) e stavolta faccia un po’ da parte il suo nuovo fisico palestrato per lasciare spazio a qualcos’altro. Magari a una storia da raccontare.
(voto 4-)

Considerazione finale: sono più ostinato io a guardare i film dei 2 Muccini sperando sempre che possano tornare ai bei tempi andati o loro che negli ultimi anni continuano a sfornare film di merda uno dietro l’altro?

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