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Argomento del temino: La mosca.
Svolgimento: La mosca è un animale. No, che dico? È un insetto. Ma poi gli insetti possono essere considerati animali o sono una categoria a parte? Comunque diciamo che è un animaletto insetto piuttosto repellente alla vista e fastidioso all’udito. Quando ne senti una che ti vola vicino, provi il fortissimo impulso di prendere una ciabatta, la prima ciabatta che ti passa lì accanto, per spiaccicarla violentemente contro un muro. Oppure ti viene voglia di prenderla con delle bacchette cinesi, appena prima di ricordarti che non sarai mai capace a farlo come Daniel San.
La mosca comunque dicevamo che è un insetto volante e parecchio fastidioso. Tra le sue passioni principali c’è la merda. La mosca è ghiotta di merda. Per questo aspetto, è simile a molti esseri umani. Anche a tante persone piace la merda. Ma avete sentito che musica ascoltano? In testa alla classifica dei dischi più venduti in Italia c’è Alessandra Amoroso, devo aggiungere altro?
Come, signora maestra? Il tema che mi ha assegnato non è sulla mosca intesa come insetto?
Ah, ma allora intende Maurizio Mosca, il giornalista sportivo scomparso qualche tempo fa. Quello del pendolino.
Signora maestra, dice che se continuo così il pendolino penderà di certo verso la mia bocciatura?
E va bene, signora anzi signorina maestra. La conosce quella canzone di Tricarico? Sì? Non vuole che gliela canticchi?
No? Sicura?
Allora le parlo di Mosca, la città o meglio la capitale della Russia. Città bellissima, anche se non ci sono mai stato ma così dicono, nota per l’alta concentrazione di figa presente, per il Cremlino e per Tom Cruise che fugge da un’esplosione del Cremlino in Mission: Impossible 4.
Signora maestra, dice che non è nemmeno su quello che doveva essere il temino?
Doveva essere su La mosca, la pellicola del 1986 di David Cronenberg?
Embé? Lo vede che ci stavo arrivando. Tom Cruise… Mission: Impossible 4… cinema…
Prima che si scaldi, cara maestra, veniamo allora a La mosca il film, il vero tema del temino.
"Sarà solo un brufolo, oppure mi starò trasformando in una mosca?" |
La mosca
(USA 1986)
Titolo originale: The Fly
Regia: David Cronenberg
Cast: Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz, George Chuvalo, David Cronenberg
Genere: transgender
Se ti piace guarda anche: Inseparabili, Videodrome, Il pasto nudo, Il cigno nero, Splice
Forse La mosca è il film più rappresentativo e anche quello più noto di David Cronenberg.
Lo so che aprire con un forse non è una cosa professionale, signorina maestra, però la verità è che di niente si può essere certi, in questo mondo, quindi tutte le frasi dovrebbero cominciare con un forse.
Certo o meno certo che sia, La mosca può essere comunque considerata un’opera pienamente rappresentativa del Cronenberg-style, un’opera contenente tutte le ossessioni del regista canadese passate, presenti e future. Quella per gli insetti, innanzitutto. Non ricomincerò a interrogarmi sull’annosa questione se gli insetti possano essere considerati animali o meno, d’altra parte anche l’uomo può essere considerato un animale? Dirò semplicemente che il Cronenberg se ne sta parecchio in fissa per gli insetti, come si vedrà pure con il disinfestatore kafkiano de Il pasto nudo o con l’uomo chiamato Spider. C’è quindi il rapporto malato tra carne e tecnologia, le mutazioni corporee che sono il tema sovrano di molti sogni-incubi-visioni cronenberghiane, il rapporto malato con le tecnologie e le macchine, da quello con lo schermo di Videodrome agli impianti di eXistenZ, dall’accoppiamento altrettanto malato uomo + auto di Crash alla limo di Cosmopolis. E poi c’è il tema del doppio (Inseparabili), e poi c'è un pizzico di splatter (Scanners) e poi c’è il sesso (A Dangerous Method, ancora Crash) della mosca più infoiata dei conigli e poi c’è lo sprofondare del protagonista, trascinato sempre più giù dalle proprie perversioni, come un po’ in tutti i suoi film.
La mosca è al contempo anche una delle pellicole più universalmente conosciute del Cronenberg. Quando dici il suo nome, a qualcuno, ai più alcolizzati, verrà subito in mente la birra Kronenbourg. Agli altri, quelli più appassionati di cinema che di birra, verrà invece in mente “il regista de La mosca”. Un po’ perché rappresenta uno dei suoi maggiori successi commerciali. Non un campione di incassi totale, però è andato particolarmente bene per un regista che non è mai stato un grosso trionfatore al box-office. E poi perché è un film entrato nell’immaginario collettivo, con il progressivo “moschizzarsi” di Jeff Goldblum che non può lasciare indifferente nessuno, al punto che è stato citato persino dai Simpson nell’episodio La Paura fa novanta VIII, con Bart che si fonde con una mosca. E, si sa, quando vieni citato dai Simpson significa che sei entrato a far parte della pop-culture.
"Per l'ennesima volta: no, non ero nel video Thriller di Michael Jackson!" |
La mosca è poi tra i film più accessibili del perverso per non dire pervertito regista. La partenza è quasi da tipico film anni ’80, quelle cagate simpatiche vagamente fantascientifiche tipo Corto Circuito, con in più due grosse star dell’epoca del calibro di Jeff Goldblum e Geena Davis. Se Goldblum tra apparizioni tv (persino Glee) e commedie (Il buongiorno del mattino, Le avventure acquatiche di Steve Zissou) ogni tanto lo si vede ancora in giro, che fine ha fatto invece la Geena Davis? Lo chiedo a lei, signorina maestra, visto che avrà più o meno la sua età e magari lo sa.
La storia del film è nota, signorina maestra, non mi faccia perdere troppo tempo a ricordarla: un uomo, Jeff Goldblum, inventa una macchina per il teletrasporto, una donna, una giornalista, la desaparecida Geena Davis, documenta le ultime fasi di preparazione di questa sconvolgente invenzione, quand’ecco che succede l’imprevisto di turno che cambia tutto. Dopodiché non voglio svelare altro, per non rivelare particolari spoiler a chi non avesse ancora visto questa pietra miliare. Dico solo che il simpatico film 80s degenera, muta insieme al suo protagonista e diventa una cosa splatterosa e folle ben lontana dal cinema mainstream dell’epoca. E, prorio come una mosca, mantiene un fascino deviato e inafferrabile. A meno che non sei Daniel San.
Fine dello svolgimento.
P.S. Perché ho scritto un temino su La mosca?
Innanzitutto perché me lo ha chiesto lei, cara maestra, e poi perché questo è uno dei primi film di cui ho un vago ricordo. La prima volta che l’ho visto avrò fatto le elementari, magari le medie, e ora mi sembrava il momento di rispolverare fuori questo super classico. Infine, in attesa di avere un voto da parte sua a questo mio temino che spero apprezzerà tanto, signorina maestra, ne do io uno al film…
(voto 8/10)