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venerdì 17 aprile 2015

THE VOICES - UN FILM, NON UN NUOVO TALENT SHOW





The Voices
(USA, Germania 2014)
Regia: Marjane Satrapi
Sceneggiatura: Michael R. Perry
Cast: Ryan Reynolds, Gemma Arterton, Anna Kendrick, Jacki Weaver, Ella Smith
Genere: psicopatico
Se ti piace guarda anche: Maniac, American Psycho, Bates Motel, Stoker


domenica 8 febbraio 2015

TUTTI PAZZI PER BOVERY





Gemma Bovery
(Francia 2014)
Regia: Anne Fontaine
Sceneggiatura: Pascal Bonitzer, Anne Fontaine
Ispirato alla graphic novel: Gemma Bovery di Posy Simmonds
Cast: Fabrice Luchini, Gemma Arterton, Jason Flemyng, Niels Schneider, Isabelle Candelier, Elsa Zylberstein, Pip Torrens, Mel Raido
Genere: anglo-francese
Se ti piace guarda anche: Tamara Drewe, Io ballo da sola, Tutti pazzi per Mary

La storia di Madame Bovary la conoscete tutti, vero?
Ebbravi i miei lettori secchioni. Io invece dall'alto della mia ignoranza non la conosco. Non sono un grande esperto di classici letterari e di period drama (solo di teen drama, sorry), non ho mai letto il celebre romanzo di Gustave Flaubert e non ho mai visto neanche una delle numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, anche se attendo con una certa curiosità l'ultimissima versione con Mia Wasikowska in arrivo a breve.

mercoledì 4 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 17 GEMMA ARTERTON



Gemma Arterton
(Inghilterra 1986)
Genere: topolona
Il suo 2013: il commovente Una canzone per Marion, il vampiresco Byzantium, la stronzatona action-fantasy Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe, il thriller Runner Runner
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Teri Hatcher, Olga Kurylenko, Sophie Marceau, Felicity Jones, Hayley Atwell, Cobie Smulders, Jennifer Garner
È in classifica: perché è la Gemma più preziosa del cinema mondiale, di nome e di fatto.
Ah sì, vabbè, poi anche per le tette.
Il suo discorso di ringraziamento: "Just 17th? Fuck U, Cannibal!"

Dicono di lei su
Tetter

Gemma del Sud @UfficialGemma
La sola e unica Gemma so' io. E so' pure molto più figa di #GemmaTetterton!




sabato 28 settembre 2013

BYZANTIUM, LE CIUCCIASANGUE




Byzantium
(UK, USA, Irlanda 2012)
Regia: Neil Jordan
Sceneggiatura: Moira Buffini
Ispirato all’opera teatrale: A Vampire Story di Moira Buffini
Cast: Saoirse Ronan, Gemma Arterton, Sam Riley, Jonny Lee Miller, Caleb Landry Jones, Daniel Mays, Glenn Doherty, Gabriela Marcinkova, Maria Doyle Kennedy
Genere: vampiresco
Se ti piace guarda anche: Lasciami entrare, Intervista col vampiro, Amabili resti, Franklyn

Una pellicola con Saoirse Ronan e Gemma Arterton in versione vampire?
Ma questo senza nemmeno vederlo è il miglior film sui succhiasangue di tutti i tempi!
Un po’ come Under the Skin, nonostante le critiche piovute al Festival di Venezia, solo perché sfoggia Scarlett Johansson in versione aliena, e a quanto pare pure nuda, è fin da ora il miglior film sugli alieni mai girato nella storia dell’universo.
Tralasciando per il momento Scarlett, per Byzantium l’impresa di risultare il miglior film sui vampiri di sempre, o almeno degli ultimi anni, non è che sia poi nemmeno così proibitiva. Di pellicole vampiresche davvero memorabili, a parte il Dracula di Bram Stoker cioè di Francis Ford Coppola, io personalmente non ne ho viste parecchie. In compenso ho visto tante saghe ridicole come quelle di Twilight, Underworld e Blade.
Ah già, poi c’è quel gioiellino svedese di Lasciami entrare, ma per il resto a prevalere sono le schifezze. Cosa ci riserverà or dunque questo Byzantium, oltre alle due splendide protagoniste?


La prima cosa che va notata è che siamo lontani anni luce dalle più recenti e cool, almeno nelle intenzioni degli autori, rappresentazioni dei vampiri. Nonostante la protagonista sia una teen, non siamo per fortuna dalle parti di Twilight. Sarà che già solo la presenza di una Saoirse Ronan anziché di una Kristen “Kristo quanto skazzo ho addosso” Stewart regala al tutto ben altro spessore, si veda anche The Host. La vicenda narrata guarda poi, anziché all’oggi, alle storie gotiche del passato: “E’ come se Edgar Allan Poe e Mary Shelley si sposassero e avessero una bambina molto strana”, tanto per citare una frase del film. A raccontare la storia di come lei e la madre Gemma Arterton sono diventate della vampire è la stessa Saoirse.
Avete capito bene: Gemma Arterton in questo film non è solo una vampira, ma è anche una mamma MILF. In più per guadagnarsi da vivere fa la stripper e la prostituta. Ovvero, Gemma Arterton in questo film è LA DONNA IDEALE.


Il film è molto giocato sui contrasti: figlia tranquilla/mamma zoccola, umani/vampiri, realtà/visioni, passato/presente. A fare da collante tra la vicenda ambientata nel presente e i numerosi flashback del passato è Saoirse Ronan. La giovanissima attrice irlandese è ormai specializzata in ruoli in cui è divisa tra due realtà, come in Amabili resti in cui vede la vita passarle davanti senza di lei, o nel già citato The Host in cui è un’aliena intrappolata dentro il corpo di un’umana (o viceversa? non mi ricordo). Se a ciò aggiungiamo il fatto che le due protagoniste di Byzantium sono costantemente in fuga, proprio come succedeva alla protagonista di Hanna, solo che loro scappano da un pericoloso ordine di vampiri maschilisti che gli dà la caccia, questa è una pellicola parecchio ma parecchio ronaniana. Lo zampino del regista Neil Jordan è ben presente e qui torna a un racconto molto vicino alle parti della sua celebre hit anni ‘90 Intervista col vampiro, anche per via della presenza di una vampira giovanissima, qui Saoirse Ronan, là una fenomenale Kirsten Dunst. Eppure questo Byzantium, ancor più di un film jordaniano, appare come un tassello omogeneo al resto della filmografia dell’attrice. A 19 anni, la piccola grande Saoirse riesce con la sua sola presenza a mettere dentro a una pellicola un suo tocco personale, quante altre interpreti anche più anziane possono dire lo stesso?


Al di là di Intervista col vampiro o dei precedenti di Saoirse Ronan, la pellicola che questo Byzantium ricorda più da vicino è Lasciami entrare, che in apertura di post segnalavo come il film sui succhiasangue più interessante degli ultimi anni e non solo. Anche qui i ritmi sono lenti e anche qui la tematica del vampirismo è presente in maniera poco esplicita, più che altro è un’ombra scura che si stende sulla vicenda e fa capolino qua e là. Sono due film timidi, Lasciami entrare e Byzantium. Due film poco urlati, poco sfacciati, che non puntano a un romanticismo da terza media come la saga di Twilight, né al soft porno finto trasgressivo di una serie tv caduta in disgrazia come True Blood, nonostante la presenza di una Gemma Arterton super sexy.

Byzantium dalla sua possiede allora un fascino sottile, sconosciuto a molti colleghi con i denti affilati recenti. Solo perché Twilight e le ultime serie di True Blood sono delle porcherie, non bisogna però gridare al capolavoro. È vero, Byzantium è uno dei migliori film vampireschi visti da parecchio tempo a questa parte, però non è esente da qualche difettuccio. Innanzitutto, si prende persino troppo sul serio e, dopo Buffy, un pizzico di ironia e umorismo non possono mancare in una buona storia sui ciucciasangue che si rispetti. Io almeno li pretendo. La vicenda del passato non è poi è così originale e l’ordine dei vampiri che dà la caccia alle protagoniste è piuttosto ridicolo. Se Saoirse Ronan e Gemma Arterton si impongono con la loro presenza e con i loro personaggi su tutto il film, i maschietti della pellicola fanno invece, e la cosa forse è anche voluta, la figura delle statuine: Jonny Lee Miller, il Sick Boy di Trainspotting, è lo stereotipatissimo stronzetto di turno, Sam Riley, Ian Curtis in Control, è parecchio anemico come vampiro figo della situazione, e il promettente Caleb Landry Jones, androgino protagonista di Antiviral, avrebbe meritato un maggiore spazio, invece il suo personaggio rimane sullo sfondo per quasi tutta la durata.

I ritmi lenti della pellicola invece non li annoterei tra i difetti. La relativa mancanza di azione, pure presente in un paio di scene – tra l’altro le meno riuscite – è compensata da una densità narrativa notevole. Non perfetto, non un capolavoro, forse un po’ freddino a livello emotivo, e lo dice uno che al solo vedere Saoirse Ronan è pronto a piangere come una fontanella dalla commozione, ma Byzantium è comunque una delle “cose” vampiresche più intriganti degli ultimi anni. Merito del film di per sé, o solo del fatto di essere uscito in un’epoca ancora così maledettamente twilightiana?
(voto 7/10)

"Ti avevo avvertito che Twilight non dovevi menzionarlo manco per scherzo!"




Post pubblicato anche su L'OraBlù, con il minimal poster vampiresco ideato da C[h]erotto.


domenica 1 settembre 2013

UNA CANZONE PER MARION, IL GLEE DELLA TERZA ETA'




Una canzone per Marion
(UK, Germania 2012)
Titolo originale: Song for Marion
Anche noto come: Unfinished Song
Regia: Paul Andrew Williams
Sceneggiatura: Paul Andew Williams
Cast: Terence Stamp, Vanessa Redgrave, Gemma Arterton, Christopher Eccleston, Barry Martin, Anne Reid, Taru Devani, Orla Hill
Genere: strappalacrime
Se ti piace guarda anche: 50 e 50, Paradiso amaro, Broken

In quest’ultimo periodo mi stanno arrivando lettere di protesta da lettori preoccupati che si lamentano di come stanno andando le cose di recente su Pensieri Cannibali. Una volta era tutto un parlare ed esaltare pellicole teen, serie teen, puttanelle teen, stronzate teen. Sembrava di essere dentro un numero di Cioè. Adesso si criticano eventi da bimbiminkia come gli Mtv Video Music Awards 2013 e si dà invece spazio a film con protagonisti dei vecchietti come Barbra Streisand, a robe come Uomini di parola, Amour, Paulette e ora pure questo Una canzone per Marion. Insomma, che diavolo sta capitando? Cannibal Kid è pronto per un ricovero d’urgenza allo stesso pensionato in cui vive, da ormai parecchio tempo, il suo eterno rivale, il blogger Mr. James AmpliFord?
Forse sì. Il fatto che parli di se stesso in terza persona, come in questo post, è un ulteriore segno di precoce rincoglionimento.

"Hey Cannibal, siamo più ggiovani noi di te!"
Qual è il motivo di questa recente passione del Cannibal non più Kid che d’ora in avanti chiameremo Cannibal Old?
La verità è che old is the new young. I film con i vecchietti sono ormai parecchio più imprevedibili di quelli adolescenziali. Sono un po’ come Game of Thrones: non sai mai quando può morire uno dei personaggi principali. Questi film con i nonnini sanno quindi sorprendere e stupire, andare oltre le aspettative. Cosa che invece non capita più molto spesso con le pellicole teen, un genere negli ultimi tempi un po’ in crisi.

Detto questo, Una canzone per Marion è un film piuttosto classico. Non è una rivelazione assoluta. Non stupisce più di tanto, eppure sa colpire al cuore. Occhio, perché se siete particolarmente anziani potreste anche avere un attacco a vederlo. A una certa età, bisogna stare attenti.
La storia è la tipica storia strappacuore e strappalacrime di una donna in fin di vita, cui sono rimaste giusto poche settimane prima di schiattare tra atroci sofferenze e che ha un ultimo desiderio, un’ultima passione nella vita: la musica. La vecchia rimbambita povera vecchina moribonda (Vanessa Redgrave) fa parte di un coro di vecchini, un Glee club della terza età, capitanato non dall’ingellatissimo Matthew Morrison, bensì da quella sventolana di Gemma Arterton.
Nota a parte: Cannibal Old non si è nemmeno eccitato, vedendo Gemma Arterton in questa pellicola. Ha avuto bisogno di prendere il Viagra.

"GRRR, dobbiamo per forza cantare un pezzo di Justin Bieber?"
La cosa fica di questi vecchini sprint è che hanno una forza vitale notevole e si gasano con una serie di brani apparentemente all’infuori del loro abituale contesto e della loro era geologica: dal sexy R&B delle Salt-n-Pepa con “Let’s Talk About Sex” al metal dei Motorhead con “Ace of Spades”. La pellicola regala quindi dei bei momenti a livello musicale, ma anche e soprattutto a livello emotivo. Se pensate a una roba giocata sui buoni sentimenti, sì, avete ragione. A rendere il tutto un po’ più amaro e meno buonista ci pensa però il protagonista, uno strepitoso Terence Stamp, attore caratterista visto in un sacco di film soprattutto nella parte del cattivo, che qui veste i panni dello scontroso e scorbutico marito della Redgrave in fin di vita. Attraverso il punto di vista di questo novello Mr. Scrooge, i toni sentimentaleggianti del film si fanno più tenui e ci si riesce ad emozionare senza sentirsi dei completi idioti. O delle complete mammolette.
Nota a parte: qualcuno sa spiegarmi perché, se scrivo “mammolette” su Google immagini, mi escono quasi solamente foto di Pierluigi Bersani?


"Ti vedo giù, Terence. Che posso fare per tirarti su?"
"Eh, tante cose Gemma. Son troppo vecchio per ricordare quali, però tante cose."
Ok. Era una domanda retorica.

Film ricattatorio, buonista e ruffianotto fin che si vuole, però Una canzone per Marion risuona con quel tocco di bastardaggine e disillusione tipicamente britannico che rende la melodia più cattivella. Nota di merito poi, oltre che all’ottimo cast, alla variegata selezione musicale che riesce a evitare le banalità, fino quasi alla fine. Sul finale, il film purtroppo cede un po’ troppo ai sentimenti e soprattutto a canzoni scontate: si poteva scegliere qualcosa di meglio da far cantare a Terence Stamp nel suo grande momento di gloria, piuttosto che la deprimente “Lullaby (Goodnight) My Angel” di Billy Joel. Quando poi sui titoli di coda è risuonata la voce di - oh mio Dio! - Celine Dion, Cannibal Old si è sentito male. Ha avuto un grave attacco al cuore, un po' a tutto il corpo e soprattutto alle orecchie. Adesso si sta riprendendo, sta facendo fisioterapia e si sta guardando un sacco di film con vecchi che fanno cose da vecchi. Tipo morire.
(voto 7/10)



martedì 14 maggio 2013

HANSEL E GRETEL: CACCIATE I CACCIATORI DI STREGHE


Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe
(Germania, USA 2013)
Titolo originale: Hansel & Gretel: Witch Hunters
Regia: Tommy Virkola
Sceneggiatura: Tommy Wirkola
Cast: Jeremy Renner, Gemma Arterton, Famke Janssen, Peter Stormare, Thomas Mann, Pihla Viitala, Zoe Bell
Genere: non ci sono più le fiabe di una volta
Se ti piace guarda anche: Biancaneve e il cacciatore, Shrek, Once Upon a Time

Vi siete mai immaginati come sarebbe continuata la vita dei personaggi delle fiabe, dopo la fatidica scritta The End?
Saranno vissuti davvero tutti quanti per sempre felici e contenti?
Non credo. Io ad esempio mi immagino Cenerentola diventare una desperate housewife depressa, che affoga nell’alcool un matrimonio infelice con il suo bel principe, ormai diventato vecchio, grasso e pelato e che regala scarpe soltanto a quelle zoccole delle sue amanti.
Oppure Cappuccetto rosso me la vedo bene come escort tossica, mentre quella cagaminkia di sua nonna cerca di rimetterla sulla buona strada. In bocca al lupo, vecchina.
O ancora Pinocchio. Pinocchio è cresciuto e ha sfruttato quel naso allungabile che si ritrova per diventare un pornodivo con una perversa linea di video tutta sua.

Famke Janssen
Tra Shrek e la serie Once Upon a Time, i recenti Cappuccetto rosso sangue, Biancaneve, Biancaneve e il cacciatore, Biancaneve sotto i nani, Bianca come la neve cappuccetto rosso come il sangue,  etc., sono ormai innumerevoli i tentativi di riscrivere le favole e i personaggi più celebri cui assistiamo ormai quotidianamente in tv e al cinema. Quando ho sentito parlare dei bambinetti Hansel & Gretel ormai cresciuti diventare cacciatori di streghe, ho però pensato che tra tutte le riscritture, questa sarebbe potuta essere la più assurda e trash.
Non mi sbagliavo mica.

Famke Janssen la mattina appena sveglia
Questi nuovi Hansel & Gretel vanno presi dunque così. Non sul serio, ma come puro intrattenimento leggero e disimpegnato, disimpegnatissimo. In tal senso, il film scorre via veloce, grazie a una durata effettiva che si aggira sui 75 minuti. Sì, si sono proprio sprecati. I problemini arrivano considerando come metà circa della breve durata sia composta da combattimenti ridicoli, quando va bene, noiosi, quando va male. Per il resto, è davvero difficile prendere il film sul serio anche volendo sforzarsi proprio tanto. La sceneggiatura è qualcosa che sarà stata buttata giù in 5 minuti, massimo.
Volete sapere la storia?

Un gruppo di bambini è stato rapito da delle streghe cattive cattive, capitanate da quella cattiva cattiva sexy sexy Famke Janssen (di recente anche nella serie tv da non perdere Hemlock Grove). Il motivo? Devono realizzare il solito sacrificio umano per realizzare i loro soliti diabolici intenti. A chiamare a risolvere la situazione vengono chiamati Hansel & Gretel, che da bimbiminkia mangiadolci quali erano, si sono trasformati in cacciatori di streghe. Non semplici cacciatori di streghe, ma i più grandi cacciatori di streghe del mondo. Forse perché non ce ne sono altri in giro…
Lui, Hansel, è Jeremy Renner, quello partito bene con l’esplosivo The Hurt Locker di Kathryn Bigelow e poi rapidamente, tra The Avengers, Mission: Impossible 4 e The Bourne Legacy assortiti, trasformatosi in pessimo action hero per le nuove generazioni. Sembrava un attore promettente, qui la sua interpretazione è invece solo imbarazzante. Va bene voler fare i fighi a tutti i costi in tutti i laghi in tutte le scene, però qui il Renner esagera troppo, persino più dell’ultimo Tom Cruise.

Meglio, molto meglio, quella sventolona della sua sorellina, Gretel al secolo l’inglese Gemma Arterton. Pure lei non sfodera un’intepretazione memorabile e a vederla solo in questo film può sembrare quasi cagna, però non è così e in film come La scomparsa di Alice Creed e Tamara Drewe ha dimostrato che oltre alle tette c’è di più.

Il vero mistero del film allora non è se Hansel & Gretel riusciranno a salvare i bambini e a eliminare le streghe cattive cattive. Sapete già la risposta. Il vero mistero è:

Chi si farà Gemma Arterton nel film?
A) Thomas Mann, il ragazzino dalla faccia simpatica di Project X che aiuta i due fratelli nelle loro avventure.
B) Il troll Edward, mostruoso ma dal cuore tenero.
C) Il fratello Hansel, ché il rapporto tra i due contiene un sottotesto neanche troppo velatamente incestuoso.
D) Gli zingari.

Fate le vostre scommesse.

"Hansia da prestazione, Hansel?"
"Miii, che simpatica che sei. Mo' adesso non te lo do' più!"
Questo mistero contribuisce a tenere svegli acceso l’interesse nei confronti di un film modestissimo che per il resto dalla sua parte ha giusto un paio di momenti pseudo divertenti e di battute pseudo riuscite, mentre per il resto è un tripudio di inseguimenti e combattimenti trash tra i due fratelli guerrieri e le streghe cattive cattive. Ne sarebbe potuto anche uscire un filmetto più spassoso se solo Tommy Wirkola, regista norvegese di Dead Snow, avesse pensato di scrivere anche una sceneggiatura di contorno. Invece si è dimenticato di farlo. Pazienza, sarà per la prossima volta. E temo che ci sarà una prossima volta, con un sequel già preannunciato dal (pessimo) finale.
Magari però nel sequel cambiate professione ai due fratelli. Non più cacciatori di streghe, basta! Facciamo che lui diventa un camionista depresso e drogato, lei invece facciamola diventare una spogliarellista. Grazie.
(voto 4,5/10)



domenica 21 aprile 2013

ADOTTA LA COPPIA


Vi ricordate di Hansel e Gretel, i due bimbetti (non ho detto bimbiminkia) dell’omonima fiaba?
Bene, dimenticateli perché ora sono cresciuti e sono ancora più agguerriti di quanto li ricordassimo. Nel nuovo film Hansel & Gretel: Cacciatori di Streghe, firmato dal regista norvegese Tommy Wirkola, quello di Dead Snow, e in arrivo nei cinema italiani dall’1 maggio, i due fratellini sono intepretati dall’action hero di nuova generazione Jeremy Renner e da quella sventolona di Gemma Del Sud Arterton.



In occasione del lancio promozionale della pellicola che ci presenta questa coppia di attori molto cool, la produzione ha lanciato la simpatica iniziativa di “adottare un duo” (credo solo simbolicamente) storico, tra le coppie storiche del passato.
Scartando Al Bano e Romina, per mie divergenze musicali con loro, e Mickey e Mallory di Natural Born Killers, forse persino po’ troppo violenti, da buon radical-chic quale sono ho scelto Serge Gainsbourg e Jane Birkin, dalla cui unione è nata la cantante e attrice Charlotte Gainsbourg, oltre ad alcuni brani memorabili tra cui la celeberrima Je t’aime… moi non plus.



E voi, se doveste “adottare” un duo o una coppia celebri, chi scegliereste?

domenica 12 dicembre 2010

Cotta adolescenziale 2010 - n. 7 Gemma Arterton

Gemma Arterton
Genere: ragazza inglese in salute
Provenienza: Kent, Inghilterra
Età: 24
Nel 2010 vista in: Prince of Persia – Le sabbie del tempo, La scomparsa di Alice Creed, Scontro tra titani
Il passato: I love Radio Rock, Quantum of Solace, Rocknrolla, St. Trinian’s
La vedremo in: Tamara Drewe
Perché è in classifica: tanta roba
Sul suo stile: Sophie Marceau, Olga Kurylenko, Teri Hatcher

Gemma Arterton, che nonostante il nome nessuno al mondo può confondere con Gemma del Sud, era già stata una Bond girl, ma vista la mia allergia a 007 era passata piuttosto inosservata al mio radar. Quest’anno è invece scattata la cotta adolescenziale grazie a un paio di film: in “Prince of Persia” è un’autentica visione, più incredibile per Jake “Donnie Darko” Gyllenhaal di tutti i conigli umanoidi del mondo. La ragazzona inglese dalle notevoli curve e dalle notevoli labbra si è però fatta notare anche in una interessante e da noi non ancora distribuita (ma arriverà nel 2011) pellicola thriller, "La scomparsa di Alice Creed", in cui ne subisce e ne fa di ogni tipo. Poi vabbè ha recitato anche in “Scontro tra Titani”, ma su questo direi che possiamo anche glissare. E il prossimo anno sarà la tamarra di campagna “Tamara Drew” nell’omonimo film di Stephen Frears, storia tratta da un fumetto di una cozza che si trasforma in una strafiga: da Gemma del Sud a Gemma Arterton, in pratica.


giovedì 28 ottobre 2010

La scomparsa di Gemma Arterton

La scomparsa di Alice Creed
(UK 2009)
Titolo originale: The disappearance of Alice Creed
Regia: J Blakeson
Cast: Gemma Arterton, Martin Compston, Eddie Marsan
Genere: rapimento
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Hard Candy, Misery non deve morire, Boxing Helena, Ransom – Il riscatto

Ultimamente stanno circolando un sacco di ottimi film che sono interpretati in pratica giusto da 2/3 attori (Monsters, L’estate d’inverno, Hard Candy), al punto che mi chiedo se non sia più facile scrivere una sceneggiatura con pochi personaggi. Ma probabilmente no. Non è facile tenere viva l’attenzione con un budget ridotto, location limitate e due personaggi in croce. Eppure è il potere della scrittura. Un buon script può supplire alle altre mancanze, rendendo persino i mezzi ridotti un pregio. E La scomparsa di Alice Creed è un altro ottimo esempio di scrittura creativa.

Due tizi organizzano il rapimento perfetto. Sono perfettamente organizzati, hanno messo a punto un piano studiato nei minimi dettagli, niente può andare storto. Vittima è la povera Alice Creed. Che poi non è così povera, visto che ha un padre ricco cui i due lestofanti chiedono un sostanzioso riscatto.
Sì, direte voi e ho detto anch’io: solita storia claustrofobica e criminale. Eppure le cose prendono una piega diversa. Ci sono colpi di scena e svolte inaspettate. Il thriller si fa presto più intricato e sorprendente di quanto inizialmente previsto e la tensione è ben distribuita per tutta la durata.

Da segnalare tutti e tre gli attori, a partire della splendida Gemma Arterton, la povera-ricca Alice Creed: già vista in Prince of Persia, I love Radio Rock e Scontro tra titani, è destinata ad essere la next big thing del cinema britannico e le sue curve sono già decisamente the big thing. Davvero bravi anche i due rapitori: l’inquietante Eddie Marsan (La felicità porta fortuna, Sherlock Holmes) con quella faccia da animale (un tasso?) e Martin Compston (Sweet Sixteen, Il maledetto United). Un’ulteriore dimostrazione di come gli attori britannici siano di un livello molto superiore alla media internazionale (per tacere di quella nazionale).
(voto 6/7)

Il film era annunciato in uscita in Italia, adesso non se ne sa più nulla. Almeno in DVD però dovrebbe prima o poi uscire, ma comunque è disponibile in lingua originale con sottotitoli. Insomma: la solita scomparsa dei distributori italiani.

martedì 14 settembre 2010

The artist formerly known as Prince (of Persia)

Prince of Persia – Le sabbie del tempo
(USA 2010)
Regia: Mike Newell
Cast: Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton, Ben Kingsley, Alfred Molina, Reece Ritchie
Links: imdb, mymovies

I film d’avventura non sono il mio genere. Ho visto la serie di Indiana Jones solo perché se sei un bambino negli anni 80 non potevi non vederlo, ma non mi ha mai appassionato più di tanto, così come le varie Mummie, Pirati dei Caraibi e cazzate varie. Per giunta, questo Prince of Persia è pure tratto da un videogame. E i film tratti da videogame più spesso che no si sa che sono delle gran minzolinate. Se mi sono sforzato di vedere questo film è dunque unicamente per la coppia di protagonisti: Jake Gyllenhaal e Gemma Arterton.

Per quanto riguarda il primo, ci sono degli inaspettati punti di contatto con la pellicola che l’ha lanciato, il mio amato Donnie Darko: la tematica dei viaggi nel tempo, ad esempio, realizzati attraverso delle sabbie magiche contenute in un pugnale (lo so, è una cosa molto realistica!) o Jake Gyllenhaal che a un tratto mette su il cappuccio, altro esempio. Ok fine dei punti di contatto con Donnie Darko. Purtroppo qui non c’è una splendida colonna sonora anni Ottanta, Gyllenhaal ha abbandonato il look pre-emo e sembra ormai vittima di un’indigestione di steroidi. Nemmeno ci sono conigli parlanti...
Per quanto riguarda la seconda, Gemma Arterton è una figa strepitosa. E su di lei ho detto tutto.

La storia è un po’ la solita, o almeno immagino sia la solita visto che come detto non è che segua molto questo genere di film. Fatto sta che Jake Gyllenhaal bambino viene tirato su dalla strada come un cucciolo bastardino da –nientepopodimenoché- il re di Persia. No, non è un nuovo epiteto con cui mi riferisco al Premier, anche perché lui probabilmente il bastardino lo tirerebbe sotto; si tratta proprio del re di Persia in persona (o almeno di persona nella finzione cinematografica).
Da grande (e a forza di steroidi è diventato davvero grande) il “piccolo principe” finisce però vittima di un complotto ordito alle sue grosse spalle e si ritrova a dover scappare, accusato dell’omicidio del patrigno. In fuga con lui ci sarà anche la bella principessa Gemma Arterton, con cui ovviamente all’inizio ha un rapporto conflittuale ma poi altrettanto ovviamente tra i due scatterà del tenero. Se però vi aspettate una qualche scena di sesso, vi ricordo che è pur sempre una Walt Disney Picture Production e quindi fate voi due conti…

Come film d’intrattenimento Prince of Persia funziona anche, soprattutto nella prima parte (la seconda è più da sbadigli) ma, almeno io, rimpiango i tempi in cui Jake-Donnie parlava con i conigli. Va detto però che almeno una fissazione sembra non essergli passata. La figa? No, maliziosi che non siete altro. Mi riferisco più semplicemente ai viaggi nel tempo.
(voto 5,5)

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