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lunedì 18 agosto 2014

SCUSI, CHI HA FATTO PALO (ALTO)?




Palo Alto
(USA 2013)
Regia: Gia Coppola
Sceneggiatura: Gia Coppola
Ispirato ai racconti di: In stato di ebbrezza di James Franco
Cast: Emma Roberts, Jack Kilmer, Nat Wolff, James Franco, Zoe Levin, Olivia Crocicchia, Claudia Levy, Bailey Coppola, Val Kilmer, Micah Nelson, Janet Jones, Christian Madsen, Margaret Qualley, Keegan Allen
Genere: indie teen
Se ti piace guarda anche: Skins, Kids, Bling Ring, Il giardino delle vergini suicide

Io ooodio i figli d’arte.
Odio di più i figli di puttana, ma odio anche i figli d’arte. Nella categoria figli d’arte ci faccio rientrare pure nipoti, pronipoti, fratelli, cugini e altri raccomandati di tipo vario.
Un’eccezione la faccio però per la famigghia Coppola, quella che dal patriarca Carmine Coppola, compositore e direttore d’orchestra, ha dato vita al padrino Francis Ford e a tutta una serie di altri talenti artistici. La mia adorata Sofia, innanzitutto. La Coppolina è riuscita a smarcarsi dal pesante cognome paterno per inventarsi uno stile indie-chic tutto suo e che ha influenzato parecchio il cinema hipster contemporaneo. Quindi Jason Schwartzman, simpatico attore che al solo guardarlo in faccia mi vien da ridere. Roman Coppola, regista del curioso per quanto non del tutto riuscito A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, ma anche co-sceneggiatore di gioiellini di Wes Anderson come Moonrise Kingdom e Il treno per il Darjeeling. Poi ancora Robert Carmine, attore comparso qua e là e soprattutto leader della indie-pop band Rooney.



E inoltre c’è Nicolas Cage…
Va beh, avrà anche vinto un Oscar come miglior attore, però lui è un po’ la pecora nera della famiglia. Quello che, se anche una volta aveva un briciolo di talento, ormai l’ha sputtanato tutto recitando una serie di parti ridicole in una serie di filmucoli ridicoli. Comunque gli si vuole bene pure a lui. A lui e al suo parrucchino Antonio Conte style.

Io insomma ooodio i figli d’arte, ma amo i Coppola. La curiosità di vedere come se la cavava l’ultima della dinastia a fare il suo ingresso nel mondo del cinema era dunque altissima. Palo Alto è il debutto in alta società di Gia Coppola, classe 1987, una ragazza che chiama nonno Francis Ford, cugini Nicolas Cage e Jason Schwartzman e zietta Sofia.

Zia Sofia con Gia Coppola

Quest’ultima è quella a cui è più vicina per stile cinematografico. Palo Alto è un film molto sofiacoppoliano, eppure la giovanissima Gia riesce a distinguersi con una sua personalità e con un suo stile registico. Siamo dalle parti di un cinema indie molto hipster, radical-chic e fighetto, parecchio curato nella fotografia e nella scelta della colonna sonora, che comprende nomi cool come i sudafricani Die Antwoord e il cantautore canadese Mac DeMarco, più splendide musiche originali, che a tratti paiono una rilettura odierna di quelle di Angelo Badalamenti per Twin Peaks, composte opposta da Devonté Hynes, anche noto, almeno in ambito indie, con gli pseudonimi di Lightspeed Champion e Blood Orange.

"Faccio finta di ascoltare la colonna sonora indie del film
e invece mi sto sparando Justin Bieber a tutto volume, yeah!"

"Che emozione! Chissà cosa dirà Pensieri Cannibali del nostro film..."
Oltre a fotografia e musiche, molto sofiacoppoliani sono pure i personaggi, dei teen che sembrano una versione ai nostri giorni dei protagonisti de Il giardino delle vergini suicide o di Marie Antoinette, o dei vicini di casa un pochino meno glamour di quelli del Bling Ring. La protagonista Emma Roberts vive poi un amore con un uomo più anziano che è lontano parente di quanto visto in Lost in Translation. Sono inoltre presenti il tema della solitudine, il sentire di non appartenere a nessun posto e la confusione adolescenziale tipiche dell’opera di Sofia Coppola. Qualcuno può anche dire che è una pellicola che non va da nessuna parte, che gira in tondo come Stephen Dorff in Somewhere. Forse è vero.



"Emma, lo sai che sei proprio una pretty woman?"
"James, sta frase da rimorchio funzionerà con quella battona
di mia zia Julia, certo non con me."
Allo stesso tempo, Gia Coppola cerca una strada sua con questo debutto che, per quanto acerbo e derivativo, possiede un fascino particolare. Se zia Sofia con Bling Ring pareva guardare i giovani protagonisti da lontano, prendere le distanze da loro, Gia dall’alto dei suoi 27 anni pare ancora molto vicina ai teen che popolano Palo Alto, cittadina californiana della San Francisco Bay Area. Prendendo ispirazione da alcuni racconti di James Franco, che ovviamente non manca di comparire nel film, l’ultima (per ora) dei Coppola disegna una pellicola che non scimmiotta gli altri Sundance movie contemporanei, ma va a caccia di una sua identità. Un’identità non ancora trovata del tutto, visto l’affiorare dei riferimenti ai lavori della zietta, di omaggi a Nel paese delle creature selvagge di Spike Jonze come notato dal blog Non lo so adesso, così come qua e là sembra di assistere a una versione più soft dei kids di Larry Clark e Harmony Korine, o a dei parenti americani di quelli della serie britannica Skins.

Non sarà niente di nuovo, non sarà niente di mai visto prima, non sarà del tutto a fuoco, però il primo film di Gia Coppola ha una qualità che a un buon esordio non deve mai mancare: la freschezza. Una dote che mi fa dimenticare come questo sia comunque il film di una figlia, o meglio di una nipote d’arte, in cui svettano figli e parenti d’arte pure nel cast: Emma Roberts, figlia di Eric e nipote di Julia, ma che ormai è una star capace di brillare di luce propria, e l’esordiente totale Jack Kilmer, figlio di Val, pure lui presente in un piccolissimo ruolo. In pratica, questa è l’apoteosi del cinema fatto dai figli di, eppure io l’ho adorato dal primo all’ultimo fotogramma.
Che mi sta succedendo?
Mi sa che i figli d’arte non li ooodio più.
(voto 7,5/10)

mercoledì 28 agosto 2013

FESTIVAL DI VENEZIA 2013, COSA CI ASPETTA?




"Elisabetta Canalis s'è messa con Maccio Capatonda? Ma che davvero?"
Parte oggi il Festival del Cinema di Venezia 2013. Miiiiiinkia!
Per la precisione, parte oggi la Mostra internazionale d’arte cinematografica la biennale di Venezia 2013. Spulciando il programma, devo ammettere che non mi sono entusiasmato tantissimo e mi sembra un’edizione in tono parecchio minore rispetto all’ultimo Festival di Cannes, per dire.
Sulla carta, mi pare ci siano troppi film italiani. 3 in Concorso, di cui manco mezzo mi ispira neanche lontanamente, considerato l’attuale penoso stato in cui versa il nostro cinema, sono davvero troppi. A parte Hayao Miyazaki e Terry Gilliam, non è che ci siano poi tutti questi registoni enormi in gara. Ci sono invece un sacco di quei nomi che all’infuori dei Festival se li filano in 4 gatti, e con 4 gatti sono ancora stato generoso. Ad esempio: chi ha mai visto un film di Amos Gitai? E sì che ne ha girato pure uno con Natalie Portman che persino io mi sono perso.
Considerando che tra le pellicole in gara ce n’è addirittura una, Joe di David Gordon Green, con protagonista Nicolas Cage (what???), le premesse non sono delle più esaltanti in assoluto per questo Venezia 2013. Per lui se non altro è già pronta la Coppa Cani, la variante della Coppa Volpi destinata al peggior attore.
Andando a guardare bene qua e là, qualcosa di interessante dovrebbe comunque venire fuori. Ecco allora i film che attendo di più, tra quelli che passeranno in rassegna al Lido nelle varie sezioni.
Regia, via alla top 10.

10. Gravity
Avventura nello spazio per Alfonso Cuaron, il regista di Y tu mama tambien, de I figli degli uomini e sì vabbè anche di un Harry Potter ma nessuno è perfetto. Passerà soltanto fuori concorso, come pellicola d’apertura, ma di sicuro sarà uno di quelli che attirerà le maggiori attenzioni mediatiche. Il motivo? Un cast capitanato dai divi George Clooney e Sandra Bullock.



La madrina Eva Riccobono in posa
per un servizio matrimoniale per promuovere il Festival.
9. Tom a la ferme
Il giovane fenomeno canadese Xavier Dolan non sta mai fermo e a 24 anni è già al suo quarto film. Il suo primo non mi era piaciuto, il secondo l’ho adorato, il terzo l’ho trovato così così. Che effetto mi farà questo?

8. Child of God
James Franco non è nuovo alla regia. Qualcuno però ha mai visto un suo film da regista?
Non credo.
Questa volta il Franco sembra invece destinato a non passare inosservato, con una pellicola tratta da un romanzo di Cormac McCarthy e la presenza a Venezia nel Concorso principale. Farà il botto?

7. Palo Alto
La 26enne Gia Coppola, nipotina di Sofia (sua zia) e di Francis Ford (suo nonno), al debutto dietro la macchina da presa, alle prese con l’adattamento di un romanzo scritto da James Franco, che si preannuncia uno dei grandi protagonisti di Venezia 2013.
Sarà la solita raccomandata o proporrà un suo stile personale, come la zietta?
Io punto su di lei.
In gara nella sezione Orizzonti.

6. Jigoku De Naze Warui (Why Don’t You Play in Hell)
Nuova pellicola per Sion Sono, folle regista giapponese che qualcosa di interessante la tira fuori sempre. Sarebbe stato troppo coraggioso infilarlo in gara, e così passerà soltanto nella sezione Orizzonti. Non fate i soliti lagnosi e accontentatevi.



"Sono vestita peggio di Aria delle Pretty Little Liars?
Io vengo da un altro pianeta, qual è la sua scusa?"
5. The Sacrament
Il nuovo film del nuovo Dio dell’horror Ti West.
In gara pure questo nella sezione Orizzonti, che a questo punto si preannuncia più interessante del Concorso vero e proprio.

4. Under the Skin
Il regista inglese Jonathan Glazer per ora ha dimostrato il suo valore più con i videoclip (suoi gli splendidi “The Universal” dei Blur e “Karma Police” dei Radiohead) che non al cinema (suoi i non splendidi Sexy Beast e Birth – Io sono Sean). Al suo film numero 3, potrebbe finalmente dimostrare il suo valore anche su grande schermo. La cosa più importante comunque è un’altra. In questa misteriosa e promettente pellicola dai toni sci-fi, Scarlett Johansson interpreta la parte di una aliena. E a me ciò basta per avere una notevole curiosità.

3. Kaze Tachinu (The Wind Rises)
In Giappone sono piovute un sacco di critiche addosso al nuovo film di mastro Hayao Miyazaki. La pellicola animata è incentrata infatti su Jirō Horikoshi, un ingegnere che progettato vari aerei da combattimento usati nella seconda guerra mondiale. Un personaggio controverso, per un cartone controverso. Ma Miyazaki di sicuro saprà regalarci della poesia.



2. The Zero Theorem
Il nuovo film di Terry Gilliam vanta un cast notevole (Christoph Waltz, Matt Damon, Mélanie Thierry, Ben Whishaw, Tilda Swinton) e potrebbe riportare il regista ai fasti de L’esercito delle 12 scimmie, film che nel frattempo sta per diventare una serie tv sul network americano SyFy.
Speriamo bene, sia per il nuovo film di Gilliam che per la versione telefilmica delle scimmie…

1. The Canyons
Sarà quasi certamente il film più spernacchiato dalla critica, anche se verrà presentato solo fuori concorso, ma non importa. Regia di Paul Schrader, sceneggiatura firmata dal mio idolo assoluto Bret Easton Ellis, protagonisti una rediviva ma non ripulita Lindsay Lohan e il pornodivo James Deen. Il mondo lo odierà, ma per me è già un cult movie.

Trailer ufficiale



Trailer remixato da Kanye West!



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