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lunedì 10 dicembre 2012

MAN OF THE YEAR 2012 - N. 11 JEAN DUJARDIN

Jean Dujardin
Genere: francesone
Provenienza: Rueil-Malmaison, Francia
Età: 40
Il passato: la serie Un gars, una fille (che è stata copiata da ha ispirato Love Bugs), un bel po’ di film francesi tra i quali OSS 117: Le Caire, nid d'espions e Lucky Luke
Il suo 2012: l’Oscar di migliore attore per The Artist, più le interpretazioni in Piccole bugie tra amici, Gli Infedeli
Il futuro: Möbius, The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, The Monuments Man di George Clooney, Le petit joueur
Ti potrebbero piacere anche: Gilles Lellouche, Francois-Xavier Demaison, Gene Kelly
Perché è in classifica: perché il suo George Valentin rimarrà impresso nella storia del cinema

Jean Dujardin è un grande attore oppure una meteora?
Difficile al momento dirlo. Considerando che parte come comico e che ha superato la prova più ardua per un attore contemporaneo, quella con il muto, le premesse per trovarci di fronte a un talento puro ci sono tutte. Allo stesso tempo, sarà difficile per lui far dimenticare un ruolo iconico come il suo George Valentin di The Artist. Una parte che gli è valsa la palma di miglior interpretazione a Cannes 2011 e l’Oscar 2012 di migliore attore protagonista, primo attore francese a riuscire in un’impresa del genere.
E adesso? Dopo averlo visto in una particina in Piccole bugie tra amici e nella (pessima) commedia Gli infedeli, lo attendiamo con grande curiosità alla prova americana. Con un certo Martin Scorsese. Staremo a vedere allora se questo Jean Dujardin è solo una meteora destinata a sparire in fretta, oppure un vero Artist della recitazione.



E in più, un premio speciale al Cane dell'anno...



giovedì 10 maggio 2012

Gli infedeli (non di Gad Lerner)

Gli infedeli
(Francia 2012)
Titolo originale: Les infidèles
Regia: Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche
Cast: Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Guillaume Canet, Mathilda May, Sandrine Kiberlain, Alexandra Lamy, Géraldine Nakache, Clara Ponsot
Genere: anche i francesi possono sbagliare
Se ti piace guarda anche: I soliti idioti, I mostri, La peggior settimana della mia vita, Piccole bugie tra amici


"Se qualcuno ci chiede se abbiamo fatto questo film, rispondiamo
di no e facciamo che rimanga una piccola bugia tra amici, oui?"
Non è che dobbiamo essere sempre invidiosi dei cugini francesi.
Si sono liberati di un nano egocentrico come Presidente, bravò. Però anche noi l’abbiamo fatto, alcuni mesi or sono. Sebbene la decisione non sia arrivata dalle urne ma da lui, di sua spontanea (come no?) volontà.
Dobbiamo poi essere per caso gelosi del fatto che abbiano eletto un tizio che sembra l’unico politico al mondo con meno carisma e appeal di Bersani?
O del fatto che abbiano un governo socialista?
Ricordo che l’ultimo governo socialista che abbiamo avuto noi è stato quello di Bettino Craxi. Non proprio una roba da rimpiangere…

Sul piano cinematografico invece abbiamo avuto parecchio da rosicare, negli ultimi anni. Complice una produzione rigogliosa in tutti i generi, dal drammatico al thriller, dalla commedia all’horror, delle belle idee di sceneggiatura e una serie di ottimi attori e registi, il cinema francese sta vivendo una sorta di nouvelle vague della nouvelle vague. Tra Oscar vinti e successi al botteghino, anche qui dalle parti di Pensieri Cannibali i toni riservati alle recenti produzioni francesi sono passate dall’entusiastico al (quasi) fanatismo nazionalista, cito i vari The Artist, Quasi amici, Piccole bugie tra amici, 17 ragazze, Polisse, La reine des pommes, La chiave di Sara… Tanto che ho quasi pensato di cambiare il nome del blog in Les pensées cannibales. Quanto chic farebbe? 

Però adesso non è che dobbiamo invidiare tutto, ai francesi. Di certo non questo filmetto.
Gli infedeli è una porcata. Detto ancora con bon ton.
Tra i critici cinematografici italiani qualcuno l’ha paragonato a I soliti idioti, ma è offensivo. Nei confronti dei soliti idioti, che perlomeno fanno ridere. Magari a tanti non piacciono e magari è meglio prenderli a piccole dosi perché dopo un po’ rischiano di stufare, però sanno far ridere. Gli infedeli, per quanto si sforzino, la risata invece non me l’hanno strappata. Se non quella isterica per la disperazione.

Il film a episodi è un rischio enorme e spesso porta a risultati fallimentari. Non fa eccezione questo Gli infedeli, che parte con l’intenzione di essere una sorta di trattato sociologico sull’infedeltà, soprattutto maschile. Quello che ne esce fuori è una serie di ritrattini per lo più stereotipati e desolanti, tanto per gli uomini quanto per le donne. Quando va bene, questi quadretti finiscono per essere dei temini svogliati sull’argomento. Quando va male, si finisce invece nella barzelletta macchiettistica (i brevi episodi girati da Alexandre Courtès). Non divertenti, solo ridicoli. Mini gag che andrebbero bene, al massimo, per una scenetta di Camera Café, prodotto guarda a caso importato proprio da un format francese. Perché i francesi saranno anche bravi a fare cinema, negli ultimi anni sicuramente meglio di noi, però a livello di comicità non è che siano messi benissimo. Quasi amici pare la botta di culo che conferma la regola.
Per fortuna, negli altri episodi non si finisce nella macchietta totale, come capita invece al nostro La peggior settimana della mia vita, tanto per ricordarci di come noi italiani quando vogliamo sappiamo fare persino di peggio.

Ma vediamo nel dettaglio, gli episodioni che compongono questo ben poco prelibato piatto di nouvelle cuisine!
Il prologo diretto da Fred Cavayé, reuccio del nuovo noir-polar-thriller francese, gioca la carta del sesso esplicito, ma i dialoghi tra i due protagonisti sono degni di una galleria degli stereotipi da comici di Zelig. Pure meno divertenti, dei comici di Zelig. E ho detto tutto.
Michel Hazanavicius, fresco di Oscar per The Artist, gira l’episodio “La coscienza pulita”, incentrato su una trasferta di lavoro che finisce per diventare una gita in cui un uomo sposato tenta disperatamente di scoparsi qualcuno. Chiunque. E che poi non si osi criticare American Pie…
Più che un episodio, una farsa che fa pensare a come Hazanavicius rischi di fare ben presto la fine di Florian Henckel von Donnersmarck, passato dai fasti e dai premi di Le vite degli altri alle pernacchie di The Tourist. Meritati in entrambi i casi.

"Sai che somigli a una versione meno figa di Jessica Chastain?
E non fare quella faccia, resta sempre un gran complimento!"
Le cose vanno un pochino meglio con i due episodi più drammatici, quelli in cui non ci si sforza di far ridere, cosa che questi infedeli non sono capaci a fare, e perlomeno si tenta di dare un maggiore spessore ai personaggi: obiettivo solo minimamente raggiunto in “Lolita” di Eric Lartigau, con la relazione tra un uomo sposato e una giovane studentessa (che fantasia!) e in “La domanda” di Emmanuelle Bercot (attrice vista in Polisse, ma non è la regista di Polisse come scritto in qualche sito, giusto per fare i precisini), che tenta il confronto uomo/donna più duro presente nel film. Un discreto faccia a faccia tra Dujardin e la brava Alexandra Dumy, dal viso vagamente somigliante a Jessica Chastain. Comunque poca roba pure questo mini-film all’interno del film-mini.
Tutti gli episodi, nessuno escluso, finiscono infatti per essere inconcludenti. Nessuno è degno di essere salvato. Arrivi alla fine di ognuno e ti chiedi sbigottito: “E alloraaa?” e poi ti chiedi: “Ma devo proprio andare avanti a vedere anche l’episodio successivo? Massì, continuiamo così, facciamoci del male.”
Da salvare c’è comunque la recitazione di Jean Dujardin e Gilles Lellouche, già visti insieme in Piccole bugie tra amici. Due attori fisicamente molto simili che sembrano fratelli e che insieme se la devono spassare parecchio. Peccato non siano riusciti a regalare lo stesso divertimento anche alla pellicola. Come puro esercizio attoriale, la loro prova alle prese con una serie di personaggi vari (ma non troppo) è pure interessante. Peccato che le sceneggiature dei vari episodi siano davvero un grande vuoto, sia di idee che esistenziale. E peccato anche che i due abbiano voluto fare il passo più lungo della gamba e dirigere l’episodio conclusivo che chiude (in)degnamente il tutto, “Las Vegas”, davvero una cagata colossale.

Per quanto io adori essere infedele alla mia patria, non me la sento di sponsorizzare un prodotto d’Oltralpe come Gli infedeli. Questo pseudo film è una vera porcheria, e già ci bastano le nostre. Per una volta, quindi, grido: e forza Italia, che siamo tantissimi!
In Russia, almeno…
(voto 4/10)





venerdì 4 maggio 2012

Che gli Hunger Blog Games abbiano inizio

Settimana con appena 4 uscite. Un evento, visto che di solito di film ne escono in media 156 la settimana di cui in media 155 vengono distribuiti in media in una sala. Poche ma buone, comunque, queste uscite. Tra una nuova torta americana, un’altra potenziale delizia francese e un blockbusterone americano finalmente promettente, che gli Hunger commenti abbiano inizio!
(ah già, ci sono anche i commenti di Mr. James Ford, ma vi consiglio di ignorarli: nuocciono gravemente alla salute)

"Vincere gli Hunger Games? No, non mi interessa. Voglio solo uccidere Ford!"
Hunger Games di Gary Ross
Il consiglio di Cannibal: benvenuti agli Hunger Games, ne resterà solo uno. E non sarà Ford!
Sto leggendo il libro, di Hunger Games. Ero partito un po’ diffidente, pensando di imbattermi nella solita storiella fantasy. E invece… tutt’altro! Niente vampiri, supereroi o maghetti vari, qui siamo più dalle parti di Battle Royale e 1984. Il romanzo è davvero coinvolgente e avvincente e se il film riesce a essere sugli stessi livelli, ne vedremo davvero delle belle!
Piccolo appunto: i vecchietti come Ford rimangano pure nel loro ospizio ed evitino di vederlo. Non è roba per loro… Mi riferisco solo a quelli come Ford, i vecchini arzilli come la nonna della pubblicità del McDonald’s invece potrebbero anche apprezzare!
Il consiglio di Ford: i vecchietti di Battle Royale si mangiano i giovani degli Hunger Games.
Come tutti voi saprete, ho appena finito di bottigliare questo nuovo finto cult promosso fin troppo dopo il successo al botteghino riscosso negli States, una copia buonista, sbiadita e noiosissima del filmone con protagonista Takeshi Kitano.
Peccato, perchè il cast non era male, e le premesse, a metà tra 1984 e Il signore delle mosche, c'erano. Il risultato, però - colpa di regia e sceneggiatura - è davvero una delusione.
Va giusto bene per i finti alternativi che si credono cool come il mio antagonista, che come la protagonista del film non si sporca le manine neanche per sbaglio, perchè lei è buona e pura, e la cocca di mamma e papà.

"Non so perché, ma l'ultimo post cannibale su Pattinson mi ha eccitato!"
American Pie - Ancora insieme di Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg
Il consiglio di Cannibal: ancora? massì
I primi due American Pie sono dei cult assoluti della mia adolescenza. Ovvero ai tempi in cui Ford era già un vecchio scorbutico e faceva la richiesta per la pensione. Il terzo episodio, pur perdendo qualche colpo, era un’altra visione assolutamente godibile. Riguardo a un quarto capitolo, il rischio ormai è quello di apparire fuori tempo massimo. Un po’ come il Mister Ford ogni volta che apre bocca. Quattro risate da Stifler, Jimbo, Pausa Merda e gli altri in ogni caso sono sempre da mettere in conto, però poi a un certo punto basta sequel…
(sì, al contrario di Ford, considero i sequel la morte della creatività, a eccezione di quelle pellicole che nascono già con l’intento di avere vari episodi, ma poi ancora…)
Il consiglio di Ford: con l'american pie ci ingozzo il Cannibale!
Non ho mai sopportato questa serie, una versione bassa e poco ispirata dei grossi calibri come Animal House, degna giusto giusto dello spazio accanto ai nostri cinepanettoni.
Quindi lascio il giovane Cucciolo Eroico a divertirsi con i suoi amiconi di provincia e per una volta faccio io lo snob radical chic.

Gli infedeli di Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtès, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche. Con Jean Dujardin, Guillaume Canet, Mathilda May, Sandrine Kiberlain, Alexandra Lamy
Il consiglio di Cannibal: fedeli a Cannibal, infedeli a Ford
Film a episodi? Bah.
Girato da vari registi? Doppio bah.
Provenienza francese? Allora rischia di essere una figata.
Passando in rassegna i nomi dei registi la sensazione è che questa pellicola potrebbe fare benissimo il punto sull’eccellenza del cinema transalpino attuale. Si va infatti dall’Hazanavicius di The Artist al Guillaume Canet di Piccole bugie tra amici e c’è pure l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore da Oscar Jean Dujardin.
Très bien!
Ford? Très scem!
Il consiglio di Ford: Jean-Pierre, tremiladuecento bottigliate sulla testa del Cannibalerre!
Normalmente eviterei come la peste un'accozzaglia di potenziali radical chic come questa, ma dato lo stato di salute del Cinema francese direi che si potrebbe effettivamente azzardare una visione, se non altro per scoprire come se la cava il buon Dujardin dietro la macchina da presa.
E approfittare del fatto che, nel frattempo, il Cucciolo Eroico sarà con gli amichetti al multisala a vedere American Pie!


"Come dorme bene, deve aver appena sentito parlare Mr. Ford!"
Seafood - Un pesce fuor d'acqua di Aun Hoe Goh
Il consiglio di Cannibal: un Cannibal fuor d’acqua
E dopo tre proposte interessanti, eccola la solita fordianata buonista d’animazione della settimana. Immancabile tanto quanto l’irritazione che provocano i commenti del mio acerrimo blogger rivale.
Comunque per una volta tanto non c’è da lamentarsi, meglio tenere gli altri film e lasciare questo Alla ricerca di Nemo di serie B sprofondare negli abissi. Del mare e del cinema, giù dove vive Ford.
Il consiglio di Ford: Cannibale, vieni a pescare con noi, ci manca il verme!
Per una volta, nonostante il fastidio che la cosa mi provoca, sto con il mio rivale, ed effettivamente mi tengo alla larga da questa copia - brutta, probabilmente - malesiana dell'indimenticabile Nemo made in Pixar.
Devo dire, comunque, che in una settimana senza uscite italiane campate in aria, quasi mi pare interessante anche questo.
Al contrario del mio sempre insopportabile avversario! Ahahahahahah!

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