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venerdì 11 gennaio 2013

ED E’ DI NUOVO SERIAL MAGAZINE

Gente, soprattutto gente telefilmica, ce l’ho con voi: è arrivato il primo numero del 2013 di Ed è subito serial Magazine, la splendida rivista online dedicata al mondo delle serie tv. Il fatto che dica sia splendida non ha niente a che vedere con il fatto che sopra ci scriva anche io. O forse sì.
In ogni caso, il numero di gennaio è ricchissimo di articoli da non perdere.
Tra quelli da me scritti, ci sono pezzi su 2 Broke Girls, Ringer, Me and Mrs Jones, 666 Park Avenue, le nuove serie da non perdere nel 2013, oltre alla mia solita rubrica gossippara Gossip Goi.

Ma ci sono anche un sacco di altri pezzi fenomenali.
In questo number si parla infatti tra le altre serie di Smash, Beauty and the Beast, 30 Rock, The New Normal, The Killing, Battlestar Galactica, Bunheads, NCIS, Sex and the City, The Carrie Diaries, Friday Night Lights, The Vampire Diaries, Baywatch, Revolution…
In più c’è un intero speciale sul gran (ehm più o meno) finale di Gossip Girl.
E naturalmente spazio anche all’eroe della copertina, Arrow.
E poi, molto altro ancora.
Si, ok, va bene. Però dove potete trovare Ed è subito serial Magazine?


lunedì 31 dicembre 2012

LE PEGGIO SERIE TV 2012

 
I premi non vanno soltanto ai migliori. Pure ai peggiori va fornito il sacrosanto diritto di riceverli. Non so se e quanto ne saranno contenti, però è una cosa che va fatta.
E così, dopo i Cannibal Telefilm Awards 2012 consegnati una manciata di giorni fa, oggi è il turno dei peggiori per quanto riguarda il mondo delle serie tv. È in questo simpatico modo che Pensieri Cannibali chiude l’annata e vi dà appuntamento al prossimo anno, cioè tra poche ore.
Ora mettetevi comodi, che lo show delle peggio serie tv abbia inizio.

THE SHORT GOODBYE (SERIE CHE MI MANCHERA' DI MENO)
1. Terra Nova
2. CSI: Miami
3. Ringer
4. Gossip Girl
5. One Tree Hill

I responsabili dei network americani spesso sono dei gran bastardi. Quando cancellano le nostre serie preferite, soprattutto. A volte però andrebbero benedetti perché fanno solo un favore all’umanità, sopprimendo talune serie. Tra quelle che non rivedremo mai più, una che di certo non rimpiangerò è certamente Terra Nova, ribattezzata in rete Terra Noia, o anche Terra Merda. Un vero e proprio orrore che per fortuna non è stato premiato dal pubblico americano. Altra nuova serie durata appena una stagione e di cui non sentirò la mancanza è poi Ringer. Nonostante la presenza di Sarah Michelle Gellar, per di più in un doppio ruolo!, è un soap thrillerino davvero pessimo che non meritava di andare avanti.
Tra le serie che vanno avanti da anni, forse da secoli, finalmente si sono decisi a chiudere CSI: Miami con Horatio, Cane d’un detective, che pare nessuno nel corso delle 10 stagioni abbia mai visto senza occhiali da sole sul volto.
Fine anche per due longevi teen drama: Gossip Girl, arrivato alla sesta stagione e in agonia già a partire dalla terza, e One Tree Hill; all’inizio era anche una valida serie, poi è diventata a partire della settima serie (con l’abbandono dei due personaggi migliori Lucas e Peyton) una trash soap della peggior specie.
Non mi mancheranno.



SERIE PEGGIO PEGGIORATA
1. Dexter
2. True Blood
3. Grey’s Anatomy
4. Glee
5. Misfits

Ecco ora un premio a quelle serie che, pur rimanendo guardabili, hanno visto calare sensibilmente la loro qualità. Il caso più esemplare è Dexter. Se i primi segnali di crisi si intravedevano già al quinto anno, con il sesto si sono palesati. Colpa principale della scarsa riuscita della stagione sembrava però imputabile (o forse Dexter gradirebbe dire amputabile) ai cattivoni di turno, Travis e il professor Gellar. Invece no. È proprio la qualità della serie a essere andata in malora e con il settimo ciclo di episodi hanno provato a introdurre un cattivo che non ha funzionato per nulla, hanno piazzato su la vicenda dello strip club gestito dai russi che ormai non si vede più manco nel peggior thrillerino di serie Z, più una storia sessuale come nella poco riuscita season 2, giusto per dare spazio a quella gnocca di Yvonne Strahovski. Non sapendo che altro fare, sono andati a rinvangare fuori persino idee dalla stagione 1, e poi hanno portato avanti la insostenibile storia dell’amore di Debra per il fratellastro…
Di True Blood e Grey’s Anatomy che dire? Ormai ogni limite del trash è stato superato e la nuova sfida è riuscire a fare ogni episodio di peggio. Riuscendoci.
Maluccio anche Glee, che nella quarta stagione ha provato a dare qualche segnale di vitalità inserendo qualche nuovo elemento, ma alla fine resta sempre ancora troppo legato ai “vecchi” personaggi, che però non funzionano più. Clamoroso è il caso di Sue Sylvester. Cosa diavolo le è successo? Irriconoscibile.
In calo poi anche i Misfits, che però ormai sono passati totalmente a dei nuovi personaggi e stanno cercando una strada nuova. Per ora, con risultati piuttosto deludenti.


HATE AWARD (PERSONAGGIO PIU’ ODIOSO)
1. Carl Grimes/Chandler Riggs (The Walking Dead)
2. Ellis Boyd/Jaime Cepero (Smash)
3. Ivy Dickens/Kaylee DeFer (Gossip Girl)
4. Henry Mills/Jared S. Gilmore (Once Upon a Time)
5. Chris Brody/Jackson Pace (Homeland)

Qual è il personaggio più insopportabile del piccolo schermo?
Pochi dubbi: il piccolo Carl di The Walking Dead. Un bimbetto capace solo di creare dei danni. Il mio appello continua a essere valido: zombie, ve ne prego, sistematelo una volta per tutte, al più presto!
Altri bimbiminkia odiosi sono poi il sempre insopportabilmente ottimista Henry di Once Upon a Time e il figlio cretino di Nicholas Brody in Homeland, Chris, per fortuna pochissimo presente.
Tragici poi Ellis di Smash, uno dei personaggi più inutili nella storia delle serie televisive, e Ivy di Gossip Girl, la meno sopportabile di una serie che di personaggi poco sopportabili nella sua vita ce ne ha regalati parecchi.


COPPIA CHE SHIPPO MENO
Ivy Dickens (Kaylee DeFer) + Rufus Humphrey (Gossip Girl)

Secondo premio per Ivy di Gossip Girl, questa volta insieme a Rufus, il padre di Dan: sono loro la coppia più improbabile e terribile del piccolo schermo. Almeno per quest’anno.



PREMIO SPECIALE: PERSONAGGIO PIU’ IMPROBABILE DELL’ANNO
Lucy Liu nei panni di Watson (Elementary)

Dopo la coppia più improbabile, un premio anche al personaggio più improbabile.
Lucy Liu nella serie Elementary veste i panni di… Watson. Quel Watson, l’amichetto e assistente di Sherlock Holmes. Cosa c’entra la sexy attrice orientale con il pacifico dottore inglese?
Un mistero a cui nemmeno Sherlock credo troverà mai una risposta.



PREMIO STANISLAVSKIJ CHIII? (PEGGIOR ATTORE)
1. Connor Jessup (Falling Skies)
2. Dave Annable (666 Park Avenue)
3. Barry Watson (Gossip Girl)
4. Brandon Routh (Partners)
5. Joseph Fiennes (American Horror Story Asylum)

Ci sono attori che hanno due espressioni, come Clint Eastwood, con o senza cappello. Ci sono attori che ne hanno solo una, ed è già qualcosa. Connor Jessup di Falling Skies non ne ha manco una. È del tutto privo di espressività. Al confronto, persino gli zombie di The Walking Dead sembrano vivi. Dietro allo sguardo vuoto del giovane attore di Falling Skies si posiziona Dave Annable, vera enigmatica presenza di 666 Park Avenue e poi ancora una nomina per Gossip Girl, questa volta grazie a Barry Watson, il figlio del Reverendo Camden di Settimo Cielo che si è e ci ha regalato un’ospitata nella teen serie. Una dimenticabile ospitata, specifichiamo. Quindi Brandon Routh che, dopo aver interpretato malissimo Superman e Dylan Dog, si è buttato sulla sitcom. E pure in questo caso l'ha fatto malissimo. Infine, il solito pessimo Joseph Fiennes, che sta infestando l’altrimenti ottimo American Horror Story Asylum con il personaggio più inutile dell’intera serie.


PREMIO CAGNA MALEDETTA (PEGGIOR ATTRICE)
1. Tracy Spiridakos (Revolution)
2. Zoey Deutch (Ringer)
3. Katie Cassidy (Arrow)
4. Kristin Kreuk (Beauty and the Beast)
5. Valentina Cervi (True Blood)

Attrice tv cagna dell’anno: primissimo posto per Tracy Spiridakos, la sosia di Fiammetta Cicogna cui è stato affidato il ruolo di protagonista principale di Revolution. Se la serie continua a non convincermi, una parte del (de)merito è anche sua. Alle sue spalle, altre due campionesse del recitar male: Zoey Deutch di Ringer e Katie Cassidy, la bella senz’anima e soprattutto senza espressioni facciali di Arrow. Menzione inoltre per Kristin Kreuk, inverosimile detective di Beauty and the Beast, e per l’italiana Valentina Cervi, che in True Blood sfoggia un accento maccheronico quasi alla Elisabetta Cagnalis.


NUOOO AWARD! (DELUSIONE DELL’ANNO)
1. Awake
2. Finale Desperate Housewives
3. Touch
4. Alcatraz
5. 666 Park Avenue

La serie più deludente dell’anno? Awake.
Annunciata come una versione telefilmica di Inception, come una visione visionaria, come un trip totale, in realtà si è rivelata ben presto una variante, nemmeno troppo fantasiosa, della solita serie crime procedural. Altre novità che non mi hanno convinto, ma proprio per nulla, sono Alcatraz, serie davvero modesta, 666 Park Avenue, partita in maniera promettente ma presto precipitata negli Inferi, e poi Touch, in cui per tutto il tempo, guardandolo, ho pensato: “Kiefer Sutherland, torna a fare 24, please!”.
Delusione poi il finale delle Desperate Housewives, che pure avevo smesso di seguire già da un pochino. Dopo 8 stagioni, è un’ingiustizia una conclusione del genere, gettata via in maniera così affrettata e... disperata.



MAH! AWARD (SERIE PIU’ SOPRAVVALUTATA)
1. Downton Abbey
2. Dexter
3. Person of Interest
4. The Good Wife
5. Fringe

Giusto per scatenare qualche polemica gratuita, ecco una serie di serie che considero seriamente sopravvalutate. Su tutte Downton Abbey. Un prodotto di qualità, però che palle. Ma chissenefrega delle vicende di questi nobili in costume e della loro servitù vissuti 100 anni fa?
Sopravvalutato pure Dexter, che ormai da un paio di stagioni vive unicamente di rendita sul suo passato. Di scarsissimo interesse mi sembrano poi Person of Interest e The Good Wife, che pure godono di un buon seguito, mentre Fringe è una serie super cult per alcuni, mentre io c’ho anche provato a farmelo piacere, ma continua a sembrarmi una versione sbiadita di X-Files. Sorry, Fringe fans.


PEGGIOR SERIE DELL'ANNO
1. Gossip Girl
2. Popland!
3. Ringer
4. Alcatraz
5. Revolution

Per chiudere in bellezza, ovvero in bruttezza, il premio alla peggior serie in assoluto del 2012. Nell'elenco non è presente Terra Nova, ma solo perché avevo smesso di seguirla già nel 2011. Per mia fortuna.
Il quinto posto allora va a Revolution. Serie che sta avendo un buon seguito di pubblico negli USA, ma a livello di recitazione è a livelli bassini (a parte un paio di attori come Elizabeth Mitchell e Giancarlo Esposito) e soprattutto a livello di sceneggiature è scopiazzata da altre serie come FlashForward, Terra Nova, Falling Skies, The Walking Dead e persino Lost. Un pasticciaccio prodotto dal discontinuo J.J. Abrams, che bissa alla quarta posizione con una sua altra produzione: la pompatissima e al primo episodio già spompatissima Alcatraz.
Terzo posto quindi per Ringer, scandalosa serie cui non è bastata neppure la presenza di Sarah Michelle Gellar per salvarsi.
In seconda posizione, la cosa più obbrobriosa vista quest'anno, Popland!, passata sugli schermi di Mtv quest'estate. Una soap colombiana talmente orrenda che non merita nemmeno l'onore della prima posizione.
E allora, al numero 1, una serie che per fortuna non rivedremo più, giacché dopo 6 tiratissime stagioni è giunta a conclusione: Gossip Girl.
Se le prime due stagioni non erano male, e alcuni personaggi come Chuck & Blair sembravano davvero fighi, a partire dalla season 3 il calo è stato progressivo e irreversibile. Fino a una stagione 6 che hanno tirato avanti giusto per raggiungere la parola fine e svelare il grande mistero della serie, ovvero l'identità di Gossip Girl.
Chi è Gossip Girl?
Io non ve lo dico. Se volete saperlo, dovete sopportare la mia stessa pena e scoprirlo da soli!
XOXO, Gossip Goi

martedì 11 dicembre 2012

COTTA ADOLESCENZIALE 2012 - N. 11 BLAKE LIVELY

Blake Lively
Genere: biondazza
Provenienza: Tarzana, California, USA
Età: 25
Il passato: 4 amiche e un paio di jeans 1 e 2, Ammesso, The Town, Lanterna verde
Il suo 2012: Le belve, Gossip Girl, la pubblicità Gucci firmata Nicolas Winding Refn
Il futuro: Hick
Potrebbero piacerti anche: Ludivine Sagnier, Mischa Barton, Sarah Roemer, Scarlett Johansson
Perché è in classifica: ma l’avete vista?
(nel 2010 era al 4° posto)

A un posto chiamato Tarzana non daresti due lire. Anche perché non ci sono più. Poi vedi lei, Blake Lively, e pensi che, insomma, se lei arriva da lì, non dev’essere poi tanto malaccio, questa Tarzana. Quando scopri inoltre che altro non è che un quartiere di Los Angeles, allora ti domandi: “Perché non mi ci trasferisco subito?”.
Per chi segue la trash soap sempre più trash Gossip Girl, Blake non ha nemmeno bisogno di presentazioni: è la tanto amata ma più che altro tanto odiata Seriiiiiina van der Woodsen, nota perché cambia pochi partner sessuali in ogni episodio e inoltre perché è una tipa alla mano, che non se la tira troppo…
Se Gossip Girl è ormai una serie sempre più allo sbando, la consolazione è che sta per finire. Il 17 dicembre andrà in onda negli USA l’ultimissimo episodio e poi bom, basta, gli attori finalmente saranno liberati da questa maledizione e potranno dedicarsi a impegni più interessanti.
La Blake botta di Lively, nonostante gli impegni con Gossip, non è comunque rimasta con le mani in mano e ha trovato il tempo di sposarsi con Ryan Reynolds, uno che arrivava dal divorzio da Scarlett Johansson, per la serie: mi piacciono solo quelle cesse!
E poi la lovely Lively si è data al cinema d’autore, con una particina convincente e zoccoleggiante (probabilmente convincente perché zoccoleggiante) in The Town, e come protagonista femminile de Le belve griffato Oliver Stone. Se poi deve fare spot tv, ovviamente super glamour, almeno si fa dirigere da un certo Nicolas Winding Refn. Mica Neri Parenti. Magari, diciamo anche sicuramente, come attrice deve ancora dimostrare tutto il suo valore, ma lo stile certo non le manca. E non solo quello...




giovedì 31 maggio 2012

Season finales, Revenge e Gossip Girl

Continuano i finali seriali su Pensieri Cannabis Cannibali, questa volta dedicati a due serie trash, volevo dire "d'intrattenimento leggero".
Prima, però, il consueto recap:

The Vampire Diaries

Attenzione: sono presenti alcuni piccoli SPOILER!

Revenge
(stagione 1)

Intrighi, tradimenti, omicidi, attentati e vendette tra ricchi. A metà strada tra Dallas e The O.C., Revenge ha trovato una sua via personale. Un po’ drama, un po’ soap, un po’ conte di Montecristo, un po’ spy, un po' Kill Bill, è uno sceneggiatone realizzato con grande cura, tra colpi di scena assurdi eppure credibili all’interno di un contesto palesemente finto. I primi episodi lasciavano intravedere uno sviluppo monotono, con la protagonista (un’Emily Van Camp con quel suo volto innocente perfetta come angelo della vendetta) che a ogni puntata prendeva di mira un tizio che ha contribuito a incastrare e a uccidere il padre. E invece poi, per fortuna, la storia si è sviluppata in orizzontale in maniera sempre più complessa e stratificata, fino al grande crescendo degli ultimi episodi.
"Mmm, con sesso sadomaso non credevo intendessi questo..."
Un processo per omicidio, un triangolo sentimentale che si è trasformato in un quadrilatero e che sta diventando un pentagono, scambi di identità a manetta… Nell’episodio conclusivo si è messa dentro pure un pochetto d’action. Cosa pretendere di più da una serie soap-thriller di puro intrattenimento, interpretata per di più con grande perfidia da quell’inno al botox che è Madeleine Stowe?
Sulle note di “Seven Devils” di Florence + the Machine, l’epica fatta canzone, si è sviluppato un gran finale in cui è successo di tutto e di più. Uno di quei finali che ti tengono sulle corde fino all’inizio della prossima season.
Revenge: più che una serie di oggi, la gustosa vendetta degli sceneggiati anni ’80.
(voto alla stagione: 7+
voto al season finale: 7,5)

"Sento puzza di morto! Ah no, è solo Gossip Girl che sta arrivando..."

"Ti rendi conto che ci tocca un'altra stagione di 'sta roba?"
"GRRRRR"
"E comunque: ma come cazzo ti sei vestita???
"Doppio GRRRRR"
Gossip Girl
(stagione 5)

Gossip Girl ormai è sempre più allo sbando. La quinta stagione si è trascinata avanti come uno zombie. E purtroppo non stiamo parlando di The Walking Dead.
Chuck Bass una volta era un idolo, adesso si è trasformato in un burattino alla mercè di Blair, del padre o persino di Dan Humphrey. Un Dan Humphrey che è apparso prima come il nuovo Salinger e poi come uno scrittore già sul viale del tramonto. Il tutto nel giro di un paio di episodi, mica dell'intera season.
Nate in versione megadirettore galattico di una testata online è meno credibile di Berlusconi come Presidente della Repubblica. Serena rimane sempre una scintillante figa ma il suo personaggio è utile agli sviluppi della trama tanto quanto un granello di sabbia nel deserto. Blair resta sempre la migliore, però pure lei sta perdendo smalto, la storia del matrimonio regale alla William & Kate è stata sfiancante più dei servizi di Studio Aperto a loro dedicati e ormai si sta troppo dan-humphreyizzando. Il ché non è bene.
Personaggi come Ivy e Lola sono talmente sbiaditi che potrebbero anche scomparire da un episodio all’altro che nessuno chiamerebbe Chi l’ha visto per denunciarne la sparizione.
Il peggio però arriva con la Diana Payne interpretata da Elizabeth Hurley, l’ex di Hugh Grant per intenderci. Se gli altri attori si vede che sono solo svogliati a causa di sceneggiature ormai oltre i limiti del ridicolo, per lei invece non c’è davvero speranza: è cagna e basta!
La prossima stagione, di soli 13 episodi, sarà l’ultima. Fuck yeah, abitanti dell'Upper East Side!
XOXO, Gossip Kid.
(voto alla stagione: 4-
voto al season finale: 4,5)

"Ancora una stagione? Qualcuno mi uccida, per favore!"

giovedì 25 agosto 2011

Ecco cos’altro fa Selena Gomez quando non mostra le tettine a Justin Bieber

Monte Carlo
(USA, Ungheria 2011)
Regia: Thomas Bezucha
Cast: Selena Gomez, Katie Cassidy, Leighton Meester, Cory Monteith, Luke Bracey, Pierre Boulanger, Andie McDowell, Brett Cullen
Genere: chick flick
Se ti piace guarda anche: LOL (Laughing Out Loud) ®, Gossip Girl, Vacanze romane

Selena Gomez è un’attrice.
No, non è l’inizio di una barzelletta, di cognome facco mica Berlusconi. Per fortuna, o purtroppo?
Recentemente sono stato a Montecarlo, con la scusa di andarci per lavoro in occasione del Television Festival (fine momento in cui me la tiro, promesso), e posso dire che in questo film l’atmosfera cittadina non si respira per niente e anzi per farsi un’idea del principato risulta più consigliabile la telecronaca del gran premio di Monaco di Formula 1.
Comunque cos’è questo film, a parte una gran cagata, anzi una cagata stitica?

Monte Carlo è un chick flick, un cosiddetto film per “pollastrelle”, in pratica l’equivalente femminile di una pellicola con Jason Statham, ma più che un film sembra un’occasione di lancio per la carriera di Selena Gomez, che finora era conosciuta più per essere la fidanzatina di Justin Bieber che per altro. Visto il modesto successo commerciale del film l’obiettivo non è centrato in pieno, ma ormai la Selena tra dischi, serie tv, cinema e gossip è diventata una piccola starlette mondiale. Anche se io, come già detto in un precedente post, le consiglio comunque sempre la carriera da pornodiva prima di ogni altra cosa…

La storia di questo inutile Monte Carlo è quella della tipica ragazza appena diplomatasi al liceo che ha lavorato duramente come cameriera e messo da parte i soldi pur di potersi fare un viaggetto premio a Parigi, il sogno di qualunque teenager da film o telefilm americano che si rispetti, Joey Potter di Dawson’s Creek docet. Insieme a lei nel viaggio ci sono la sua migliore amica Katie Cassidy, bionda di Melrose Place 2.0 e apparsa in Gossip Girl, la tipica texana che non si è mai mossa dagli Stati Uniti d’America ma che sembra aver comunque trovato la sua Parigi insieme al boyfriend Cory Monteith (quello di Glee), e la figliastra di suo padre, Leighton Meester pure lei di Gossip Girl, in una parte meno glamour rispetto alla sua Blair Waldorf (una che in Francia si trova nel suo habitat naturale); qui interpreta infatti una ragazza che da quando ha perso la madre non riesce più a ridere e a godersi la vita e - indovinate cosa? - nel corso di questo viaggio ritroverà entrambe le cose. E - indovinate grazie a chi? - sì, proprio grazie a un ragazzo, anzi il solito fustaccione da film.
Come ampiamente prevedibile, ogni dialogo o svolta (si fa per dire) nella trama è altissimamente appunto prevedibile, la regia è dilettantesca (senza offesa per i dilettanti), ci sono tutti gli stereotipi possibili sulla Francia (gli uccelli che cinguettano sulle note di La vie en rose, parbleu!), in più per la serie “non facciamoci mancare niente”, per il solito scambio di persona che può capitare giusto in un cine, Selena Gomez risulta uguale identica a una ereditiera europea, una sorta di Paris Hilton rumena, e così la prendono per lei e ci guadagna un viaggio all-inclusive da Parigi fino alla Monte Carlo da cartolina del titolo. Lo scambio darà vita a un sacco di situation che vorrebbero essere divertenti ma non lo sono e servono a riempire il tempo della pellicola tra una storiella romantica e una qualche banalità esistenziale.

A rendere il prodottino tutto sommato guardabile e non troppo antipatico ci pensa uno spensierato (pure troppo?) sapore estivo, qualche trovata un minimo divertente come l’albergo topaia in cui alloggiano le tre beautiful girls, una Leighton Meester impagabile as usual (ma che dovrebbe alzare il tiro rispetto a film come questo, Country Strong o The Roommate) e una Selena Gomez che nella duplice parte della semplice ragazzotta americana + quella della superdiva antipatica se la cava anche.
Poi, certo, anche se se la cava, dire che Selena Gomez è un’attrice suona comunque ancora come l’inizio di una barzelletta.
(voto 5/10)

martedì 10 maggio 2011

Pretty Little Bit**es

Nuovo numero nelle edicole di tutta Italia di Telefilm Magazine e nuova markettona su questo blog a firma del sottoscritto. Tra l'altro vi consiglio di non perdervi questa uscita in maniera particolare perché è un numero davvero molto cannibale, visto che c'ho scritto un sacco di roba. Non a caso allora è un numero molto teen e non a caso c'è molto spazio dedicato a Pretty Little Liars, la nuova serie con 4 smandrappate coinvolte in un sacco di casini e di omicidi, delle giovani future desperate housewives più piene di segreti della povera Laura Palmer, l'escort diciassettenne di Arcore Twin Peaks.

Potrete quindi gustarvi alcuni miei pezzi sui personaggi della serie e sulle loro bugie, in più c'è una "Top 10 stronzette" da me stilata sulle 10 giovani più zoccole del mondo dei telefilm, da Georgina Sparks di Gossip Girl alla quasi redenta Santana di Glee...
Tra i miei altri pezzi parlo anche della web-serie italiana Freaks!, difendo a spada tratta Misfits nella rubrica "Alla sbarra", presento il non del tutto riuscito Skins americano e ho trovato i personaggi e i momenti top/flop della seconda stagione di Glee.
C'è poi anche la mia solita rubrica di gossip bastardo e nella rubrica "L'antipatico" prendo di mira la serie colombiana (!) in onda su Mtv Niñas mal, che -lo so, lo so- è un po' come sparare sulla Croce Rossa, soprattutto adesso che sono abituato a ben altre super sfide con Mr. Ford...

(potete anche acquistarlo online QUI)

mercoledì 27 aprile 2011

Se le maniache sono tutte così, stalkeratemi pure!

The Roommate
(USA 2011)
Regia: Christian E. Christiansen
Cast: Leighton Meester, Minka Kelly, Cam Gigandet, Alyson Michalka, Danneel Harris, Billy Zane, Nina Dobrev, Katerina Graham, Matt Lanter
Genere: teen thriller
Se ti piace guarda anche: La mia peggiore amica, Swimfan, New Best Friend, Paura - Fear, Attrazione fatale

(in Italia doveva uscire in questo periodo, poi è stato rinviato a data da destinarsi, probabilmente arriverà in estate)

Trama semiseria
Sara arriva all’università di Los Angeles per studiare una materia seria: moda. Come compagna di stanza si becca una tizia che si chiama Rebecca e che si rivelerà peggio di Rebecca Black. Siete terrorizzati? Io sì, peccato che si rivelerà anche la solita storia della psicopatica stalker già vista più e più volte. Un film da evitare, dunque? Assolutamente no: le protagoniste (ma anche i personaggi minori) sono delle sgnacchere, c’è un bacio lesbo e delle tipe si menano sotto la doccia!

Recensione cannibale
Vorreste avere una compagna di stanza come Leighton Meester? Io personalmente sì, molto volentieri. Però attenti, perché la cosa potrebbe ritorcervisi contro.
È quanto capita alla protagonista di questo The Roommate, thrillerino guardabile ma anche piuttosto stupidotto che ci presenta una vicenda dagli spunti potenzialmente molto interessanti. Una tizia che da bambina ha perso l’amata sorellina si ritrova al college con una compagna di stanza che è in pratica la sua copia sputata; le due attrici Minka Kelly e Leighton Meester si assomigliano parecchio e come conseguenza logica sono entrambe delle gran gnocche. La compagna di stanza sviluppa per lei un’ossessionante ossessione ossessiva, del tipo che si incazza se rientra tardi la sera insieme a un ragazzo e del tipo che cerca di fare fuori ogni altra persona che cerca di entrare in contatto con lei. Cose normali di questo tipo, insomma, per una psicopatica che ci tira fuori dal cilindro qualche bel momento di sana cattiveria, come staccare il piercing dalla pancia di Alyson Michalka (hurrah!). Il rapporto malato che la tipa fuori di testa instaura con la sua compagna di stanza potrebbe giocare con il tema del doppio, tanto che le premesse ci potrebbero far immaginare una versione collegiale (anzi "Colegiala") de Il cigno nero - Black Swan, o perlomeno potrebbe essere un thrillerone bello teso. E invece non succede niente di tutto questo.
Gli spunti iniziali vengono infatti subito bruciati, per giocare con tutti i cliché che da Attrazione fatale in avanti si sono già stancamente ripetuti più volte. Si sarebbe potuto giocare molto di più sulla somiglianza tra le protagoniste, oppure su una possibile attrazione saffica, e invece l’unico momento “scandaloso” della pellicola è un bacio lesbo, ma non è detto che sia proprio tra loro due…

Il cast di The Roommate (suggerimento per il titolo italiano: Quella zoccola della mia compagna di stanza) è quanto di più telefilmico ci possa essere: Leighton Meester è la perfida Blair Waldorf di Gossip Girl, qui virata in versione psycho bitch, e nei panni della stronza se la cava sempre più che bene. La ragazza che finisce vittima delle sue maniacali attenzioni è Minka Kelly, la bonazza della serie Friday Night Lights recentemente vista anche in Parenthood. Ci sono anche Danneel Harris di One Tree Hill e quella puttanella di Alyson Michalka di Hellcats (che come detto sopra subisce la punizione che si merita) e in piccoli, piccolissimi ruoli compaiono poi da The Vampire Diaries Nina Dobrev e Katerina Graham; e sempre a proposito di vampiri c’è pure Cam Gigandet (il cattivone del primo Twilight qui in versione buona). D’ordinanza e telefilmica persino la soundtrack, con la musica giusta dei gruppi giusti (Temper Trap, Empire of the Sun, K’naan) al momento giusto: tutto molto cool, quindi, ma nulla più.

E inzomma un teen thriller che purtroppo non vira mai verso il teen horror, né ha lampi di tensione particolari. Le psicologie dei personaggi sono costruite in maniera troppo superficiale, con una psicopatica che agisce “senza motivo”, ma non un “senza motivo” geniale come in Rubber. Per fare i fighi hanno inserito nel film una mostra di Richard Prince, l’artista visivo famoso per le sue infermiere inquietanti (anche usate nell’artwork di “Sonic Nurse” dei Sonic Youth), peccato che si siano poi dimenticati di inserire ad esempio una scena con la nostra psycho bitch protagonista vestita da infermierina sexy. Ma si può? Se si fossero spesi non dico tanto, ma 10 minuti in più a pensare alla sceneggiatura, ci saremmo trovati di fronte a qualcosa di interessante e coinvolgente, magari non da farcela fare adesso nei pantaloni, però almeno in grado di garantirci qualche brividino sulle braccia. Così resta giusto una pellicola guardabile più che altro per la gradevolezza della confezione e, soprattutto, delle due protagoniste.

E comunque, nonostante tutto quello che possa combinare in questo film, nonostante la follia, le manie da stalker, nonostante persino i piccoli omicidi tra amici, io una compagna di stanza come Leighton Meester me la terrei comunque.
(voto 6)

sabato 12 marzo 2011

Piranha, fi*a e sangue: cosa chiedere di più a un film solo?

Piranha 3D
(USA 2010)
Regia: Alexandre Aja
Cast: Steven R. McQueen, Elisabeth Shue, Jerry O’Connell, Kelly Brook, Jessica Szohr, Riley Steele, Adam Scott, Christopher Lloyd, Ving Rhames, Richard Dreyfuss, Eli Roth, Dina Meyer, Gianna Michaels, Paul Scheer, Ricardo Chavira, Brooklyn Proulx
Genere: Z-movie
Se ti piace guarda anche: Donkey Punch, Lo squalo, Tremors, Anaconda, Mega Piranha, Piranha (1978) di Joe Dante
Attualmente nelle sale italiane

Attenzione: se questo post vi sembrerà disgustosamente volgare, la colpa non è (tutta) mia. Ho solo cercato di rendere al meglio l’atmosfera del film. Che vi assicuro è ancora più estrema, splatter e maschilista.

Trama semiseria
Trama? Quale trama? Vi ho già detto nel titolo che in questo film ci sono dei piranha, c’è della figa e c'è del sangue, il resto potete anche immaginarvelo da soli.

Recensione cannibale
Piranha è l’ignoranza al potere. E al termine ignoranza per una volta do un’accezione positiva. Come ragazza “zoccola”: può essere usato in senso negativo, quando è una tipa che la smolla per soldi a un qualche vecchiazzo di Hardcore; ma può anche assumere una connotazione del tutto positiva se e quando la smolla a te gratis. Insomma, una stessa parola può assumere significati del tutto opposti, “volgarità” è un altro esempio. C’è chi dice: “I Cinepanettoni fanno schifo perché sono volgari.” Secondo me fanno schifo, ma non per quello, visto che la volgarità è anzi un’arma che volendo può essere usata con grande intelligenza. Fanno schifo semmai perché non hanno dentro un’idea originale che sia una e le uniche battute che ci sono sono le stesse da ormai 30 anni; magari facevano ridere la prima volta, magari facevano sorridere la seconda, ma adesso basta.
Una parola comunque che non può invece essere fraintesa è “piranha”.

Cose che ci sono nel film Piranha:
Ci sono dei piranha, ma non dei piranha normali, bensì una razza scomparsa da circa 2 milioni di anni (ebbene sì!) e tornati al giorno d’oggi per rovinare lo Spring Break a un gruppo di ragazzi giunti nella tranquilla cittadina sul lago in cui è ambientato il film.

Claudio Bisio quando vestiva i panni di uno dei pochi (unici?) personaggi divertenti, ovvero Micio di Mai Dire Gol, diceva che per fare un film pulp, mooolto pulp, servivano sangue, merda e sesso. Qui ci sono sangue, piranha e sesso. Direi che ci siamo.


Jerry O'Connell ai tempi di Stand By Me...
Ci sono ovvi richiami al capostipite del genere, ovvero Lo squalo, fin dalla primissima scena con Richard Dreyfuss.

C'è il giovane protagonista Steven R. McQueen, il tipo di The Vampire Diaries (Jeremy Gilbert, il fratello di Elena), che per l’occasione indossa una maglia dei Pixies e ha la cameretta tappezzata da poster di Radiohead, Nirvana, Lou Reed, Ramones che fa tanto ragazzo indie, ma anche con una conoscenza musicale storica. È anche un po’ il Dawson della situazione: assoldato dal regista porno interpretato da Jerry O’Connell per dare una mano alla sua troupe, riesce infatti a fare il rompiballe e non si gode la situazione.

C’è appunto Jerry O’Connell (un tempo bimbo ciccio bombo di Stand by me) in versione autore di film porno cocainomane.

C’è la tipa più inutile nella storia di Gossip Girl, ovvero Jessica Szohr.

...Jerry O'Connell adesso
C’è una pseudo storia d’amore tra il tipo di The Vampire Diaries e la tizia di Gossip Girl giusto per aggiungere un vago gusto di romanticismo a un film per il resto tutto sbilanciato verso un umorismo e un maschilismo da caserma.

C’è Kelly Brook, ovvero una delle più grandi fighe nella storia del Regno Unito.

C’è la pornostar bionda Riley Steele che fa un motoscafo tra le tette di Kelly Brook.

Scena cult: c’è un epico e poetico scenone con le due suddette “attrici” che danzano in acqua totalmente nude sulle sognanti note di “Lakme - Flower Duet” di Léo Delibes, mentre il commento dei tipi che le filmano è:
“Guardale, sono come pesci con le poppe.”
“Se i pesci fossero tutti così, mi farei solo pesci. Solo pesci.”


C’è Christopher Lloyd, il mitico Doc Brown di Ritorno al futuro, in un ruolo tra l'altro non molto dissimile.

Nel cast ci sono anche Ricardo Chavira (il marito di Gabrielle Solis in Desperate Housewives), Adam Scott (dalla serie tv Party Down), la bambinetta Brooklyn Proulx (anche nel pessimo Shelter di cui parlavo appena ieri), lo sfigato Paul Scheer del fenomenale programma comico di Mtv Human Giant, gli amici di Tarantino esperti in b-movies Ving Rhames (Marcellus Wallace in Pulp Fiction) ed Eli Roth (il regista di Hostel).

A dirigere tutta questa follia con stile videoclipparo c'è il regista francese di Alta tensione Alexandre Aja, ormai specializzato in remake horror, tra Le colline hanno gli occhi, Riflessi di paura e questo.

C’è una scena con dei piranha che si mangiano un cazzo (letteralmente, intendo). Di quale personaggio sia, lascio a voi l'insano piacere di scoprirlo.

C’è una tettificazione: ovvero una decapitazione di tette rifatte.

C’è un autentico bagno di sangue con i tipi danzanti dello Spring Break che finiscono sbranati da un’orda di piranha inferociti.

C'è una colonna sonora molto maranza.

C’è un finale grandioso.

C’è uno dei film più divertentemente trash degli ultimi anni.
(voto 7)

Battuta cult
“Il segreto della vita: birra, sole e fighette depilate che si toccano sott’acqua.”

mercoledì 15 dicembre 2010

Cotta adolescenziale 2010 - n. 4 Blake Lively

Blake Lively
Genere: fashionista
Provenienza: L.A., Usa
Età: 23
Nel 2010 vista in: Gossip Girl, The Town, New York I love you, The private lives of Pippa Lee
La vedremo in: Gossip Girl, Green Lantern (in versione mora)
Perché è in classifica: è il non plus ultra della figosità
Sul suo stile: Mischa Barton, Jennifer Aniston, Ke$ha, Sarah Roemer

Uno dei motivi per cui guardare la serie “Gossip Girl” è diventata una consuetudine obbligatoria è la dipendenza tossica che crea: i diabolici intrecci tra i giovani dell’elite di New York sono infatti uno dei migliori “guilty pleasure” che la tv di oggi propone. L’altro motivo sono le gossip girls presenti: l’irresistibilmente snob Leighton Meester e ancor di più lei, Blake Lively. Ci sono tipi di bellezza che stufano, lei invece dopo 4 stagioni fa ancora venire un colpo ogni volta che appare. E adesso dopo aver conquistato l’Upper East Side anche il resto del mondo sta cadendo ai suoi piedi, prima la Boston dello splendido “The Town”, quindi la Francia, visto che Chanel l’ha scelta come nuova testimonial, e infine il supereroe “Green Lantern” interpretato da Ryan Reynolds che, notizia dell’ultim’ora, si è lasciato con Scarlett Johansson. Ci sarà sotto il suo zampino?
Se la sua imbarazzante bellezza è la prima cosa che balza agli occhi, c’è da dire che Blake Lively è anche una delle migliori giovani attrici in circolazione. Per chi avesse dubbi in proposito c’è la clip qui sotto in cui tiene testa a un gigante come Jon Hamm. Bellezza & talento, insomma, e allora perché in Italia dobbiamo accontentarci di avere un’Arcuri che non è né bella né ha talento, se non per l’horror involontario?


giovedì 9 dicembre 2010

Shock in my town

The Town
(USA 2010)
Regia: Ben Affleck
Cast: Ben Affleck, Rebecca Hall, Jeremy Renner, Jon Hamm, Blake Lively, Titus Welliver, Pete Postlethwaite, Slaine, Chris Cooper
Genere: rapina
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Killing Zoe, Inside Man, Heist – Il colpo, Le iene

E chi diavolo l’avrebbe mai detto che Ben Affleck era così bravo dietro la macchina da presa? Sì, ok, ormai lo sapevamo già tutti (o quasi) perché Affleck aveva esordito positivamente con “Gone Baby Gone”, che però come molte opere prime difettava un pochino di personalità, inseguendo troppo l’esempio clinteastwoodiano di “Mystic River”.
In “The Town” invece Ben Affleck va Ben oltre, non imita più nessuno e si afferma come il regista più cool in town: Boston diventa la SUA Boston. La pellicola fa respirare a pieni polmoni l’aria inquinata della città con più rapine degli Stati Uniti, si immerge nei suoi vincoli, ci fa sentire l’odore, anzi la puzza, dei suoi poco raccomandabili protagonisti.

Il film appartiene al genere “heist movie”, la pellicola di rapina, e si inserisce nel filone con rispetto ma anche concentrandosi sui personaggi con una profondità inedita tra i film appartenenti a questa categoria. Le scene delle rapine sono brevi ma intense, come si suol dire, e rese memorabili dai particolari costumi scelti dalla gang dei rapinatori. Se in “Point Break” Patrick Swayze e compagnia facevano strage di banche travestiti da presidenti degli Stati Uniti, Ben Affleck e combriccola usano invece maschere da Skeleton, da suora, da hockey come Jason Voorhees di “Venerdì 13” e un travestimento a sorpresa per il colpo finale.

Io di solito odio le scene di inseguimento, perlomeno quando sono inserite dagli sceneggiatori solo per riempire qualche minuto di film, ma le scene di inseguimento qui presenti sono tra le più fighe mai viste. Sembra di stare dentro il videogame “Grand Theft Auto” girato meglio e già solo per questo Ben Affleck assurge a mio idolo personale. Ma poi non è solo per questo, perché il film tiene incollati per 2 ore senza cadere mai nella noia, grazie a dialoghi brillanti e ispirati, una storia d’amore affatto scontata e sdolcinata e una notevole attenzione rivolta ai personaggi, interpretati da un cast della Madonna scelto ben bene da Ben. Come dice il suo personaggio in un momento del film: “Guardo un sacco di tv, tutti i CSI: Miami, New York, Las Vegas”, solo che il vero Affleck sembra aver visto altre serie. “Mad Men”, innanzitutto, dove preleva il grande Jon Hamm e gli dà un ruolo da agente dell’FBI che dimostra come sia un attore favoloso anche quando non veste i panni di Don Draper.

Ben Affleck prende però anche Blake Lively, la trasforma da Gossip girl a toxic girl e, mica scemo l’uomo che si è sposato Jennifer Garner, regala al suo personaggio una scena di sesso insieme a lei. Pure la Lively va ben oltre la sua Serena Van Der Woodsen dell’Upper East Side televisivo con un ruolo da giovane mamma fattona e si rivela una delle migliori attrici della nuova leva. C’è poi anche Titus Welliver, il man in black di “Lost” (ma è un pupillo di Affleck già presente in “Gone Baby Gone”).
Non solo dalla tv è però arrivata l’ispirazione per il cast: dal film premio Oscar “The Hurt Locker” proviene infatti Jeremy Renner, con un personaggio sopra le righe che lo esalta alla stra-grande, mentre Rebecca Hall era brava in “Vicky Cristina Barcelona” ma qui si supera e pure lo stesso Ben Affleck nella parte della ligera di periferia che svaligia le banche si è ritagliato la parte migliore della sua intera carriera.

Film scritto, diretto e interpretato con uno stile classico ma allo stesso tempo assolutamente contemporaneo, vedi i riferimenti telefilmici, la hit hip-hop “Whatcha Say” di Jason Derulo in colonna sonora, o le rocambolesce riprese degli inseguimenti. Il merito? (Quasi) tutto di Ben Affleck, regista protagonista e co-sceneggiatore in grado di regalarci una pellicola bella come una giornata di sole. E non una di quelle giornate di sole del personaggio interpretato da Rebecca Hall (chi ha visto il film sa di cosa parlo, tutti gli altri vadano a vederselo immediatamente!).
(voto 9)

domenica 28 novembre 2010

Ragazza facile (per essere eleganti e non usare la parola con la P, o quella con la T, o quella con la Z)

Easy A
(USA 2010)
Regia: Will Gluck
Cast: Emma Stone, Penn Badgley, Amanda Bynes, Alyson Michalka, Thomas Haden Church, Stanley Tucci, Patricia Clarkson, Lisa Kudrow, Dan Byrd, Cam Gigandet, Malcolm McDowell
Genere: high school
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Mean Girls, La ragazza della porta accanto, Saved!, Benvenuti a Zombieland, Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, The Breakfast Club

Se siete alla ricerca della definizione di commedia brillante, potete anche smettere di rovistare Wikipedia e guardarvi questo “Easy A”.
Ci sono sceneggiature scritte talmente bene da farti invidia e questo è uno di quei casi in cui c’è da rosicare parecchio. La trama è piuttosto semplice, niente di sconvolgente o di mai visto prima: una ragazza del liceo piuttosto anonima a un certo punto diventa la “gossip girl” del momento, la ragazza più chiacchierata della scuola per una storia finta messa in giro da lei stessa.
Da lì in poi la vicenda le scappa sempre di più di mano e finisce, in una maniera analoga a quanto succede a Lindsay Lohan in “Mean Girls” o alla protagonista della lettera scarlatta (da qui la A del titolo), per diventare ciò che non avrebbe mai creduto possibile: non una zoccola qualunque, ma LA zoccola dell’intera scuola.

Ok, storia adolescenziale carina e tutto ma non è questo il punto di forza del film. Questa commedia infatti ha ritmo, battute ironiche, esilaranti, ficcanti sparate a raffica una dietro l’altro bang bang, però allo stesso tempo riesce anche a riflettere in maniera affatto superficiale sulla questione non solo della popolarità a scuola, bensì su come tutti nella vita ci costruiamo un’immagine e veniamo recepiti dagli altri. Per ciò che siamo veramente, oppure per voci e bugie messe in giro, magari costruite ad arte da noi stessi. E allora cosa è reale e cosa è finzione? Una domanda che si pone “Inception” ma, seppure in maniera infinitamente meno complessa, pure questa travolgente commedia.

In stato di grazia la protagonista Emma Stone, una rossa uragano già vista nell’altrettanto strepitoso “Benvenuti a Zombieland” e che potrebbe seguire le orme di Lindsay Lohan ma anche no. In “Easy A” è una vera forza della natura, sexy e divertentissima allo stesso tempo, perché -fanculo!- ma chi l’ha detto che una non può farti ridere e fartelo venire duro allo stesso tempo? E la cosa non  implica che lei debba ridere della tua erezione.
Nel resto dell’ottimo cast ci sono Penn Badgley di “Gossip Girl”, l’insopportabile ma qui invece simpatica Alyson Michalka della serie tv sulle cheerleaders “Hellcats”, la stralunata Phoebe di “Friends” Lisa Kudrow, un ottimo Stanley Tucci in versione papà e un cameo persino per Alex il Drugo Malcolm McDowell.

Oltre a “La lettera scarlatta” di cui questo film è quasi uno stravolto remake moderno, c’è ampio spazio anche per una divertente presa per il culo del puritanesimo cristiano alla “Settimo cielo” e uno splendido omaggio alle commedie anni ’80 di John Hughes. E a questo proposito, il film può essere considerato una sorta di update all’epoca di YouTube e iPhone dei suoi film. Quale miglior complimento per una pellicola adolescenziale?
(voto 8)

In Italia esce il prossimo 4 marzo, ma in rete è già available in inglese con sottotitoli italiani.

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