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mercoledì 5 settembre 2012

Music week: la compagnia degli indie

La Music Week va avanti su Pensieri Cannibali.
Monday: rock
Tuesday: pop
E oggi che è Wednesday, il giorno più impronunciabile della lingua inglese, cosa ci aspetta?
Un viaggio nei suoni indie, con le mini-recensioni di una manciata di dischetti recenti…

Cat Power “Sun”
È sorto il sole nella terra del potere gatto. Sono impazzito? Sì, quello è ovvio. Però non del tutto. Sto infatti parlando del nuovo album di Chan Marshall AKA Cat Power che, abbandonate le depressioni dei dischi del passato, qui si è data, almeno un pochino e comunque a modo suo, al pop. Con un album a tratti solare. Mica si chiama Sun a caso, no?
Carino, eh. Tutto molto carino. Ma io la preferivo quando faceva la micetta musona.
(voto 6+/10)



Winter is coming.
Dirty Projectors “Swing Lo Magellan”
Dopo lo splendido Bitte Orca , mi aspettavo di più dai Dirty Projectors. Non che abbiano fatto un disco malvagio, tutt’altro. È solo che probabilmente avevo aspettative troppo alte. E le aspettative sono delle carogne. O forse è solo che io sono incontentabile. Non ho detto incontinente, che avete capito? Ho detto incontentabile, contenti?
(voto 6,5/10)



"Troppo hipster?"
Yeasayer “Fragrant World”
Altra delusione, o se non altro altra mezza delusione. Pure gli Yeasayer arrivavano da un disco fenomenale o che almeno a me aveva gasato tantissimo come Odd Blood e qui proseguono sulla stessa direzione. Solo, con pezzi meno ispirati e un senso del divertimento parecchio inferiore, fatta eccezione della irresistibile “Reagan’s Skeleton”, quasi una remix cover version della mitica “Sweet Harmony”, pezzone anni ’90 firmato dagli one hit wonder The Beloved.
(voto 6,5/10)



Ariel Pink’s Haunted Graffiti “Mature Themes”
Il disco della maturità per Ariel Pink? Il titolo sembra suggerirlo. In realtà, la maturità sembra lontana, per fortuna, perché questo disco suona bello fresco come un esordio. A tratti mi ha ricordato i primi Blur, quelli del periodo Modern Life is Rubbish. E quando io paragono qualcuno ai Blur, significa che sto esprimendo il massimo complimento musicale possibile.
(voto 8/10)



2:54 “2:54”
Che ora è?
Per questa band sono sempre le 2:54 ed è un’ora in cui si suona una grande musica. Una musica dal forte sapore di Garbage. Non intendo di spazzatura, intendo dei Garbage la band. E pure questo in casa cannibale è uno dei più grandi apprezzamenti musicali e umani possibili.
(voto 7,5/10)



Cloud Nothings “Attack on Memory”
Capita, a volte, di imbattersi nel fantasma di Kurt Cobain. Prima di andare a dormire o quando si è mezzi ubriachi, magari. O magari mentre si ascolta qualche band. Mettiamolo comunque subito in chiaro: i Cloud Nothings non è che suonino revival grunge o provino a scimmiottare i Nirvana. No. Eppure nella loro offerta alternative rock c’è un’irruenza, un’urgenza espressiva che mi ha ricordato quella di Kurt. Tutto qua. Se vi sembra poco.
(voto 7,5/10)



Shrag “Canines”
Più che un disco, più che un gruppo, un viaggio nella macchina del tempo dritti fino ai primi anni Novanta, dritti nel garage di un’alternative band della provincia americana con appesi i poster dei Sonic Youth sulle pareti. Cosa che significa: fi-ga-ta!
(voto 6+/10)



"Non è che vado a letto con tutti,
solo con quelli della mia band..."

JJAMZ “Suicide Pact”
Gruppo sconosciuto che se un giorno o l’altro spopolerà io potrò fare quello troppo avanti, quello troppo hipster e dire: “Io ve li ho segnalati per primo, io!”. Una band che sa scrivere canzoni, belle canzoni, e questa è una cosa fondamentale. Un po’ pop, un po’ rock, un po’ indie, un po' sound da teen movie anni '90, un po’ anzi parecchio goduriosi. Il nome, JJAMZ, impronunciabile, quello invece fa un po’ schifo…
(voto 7+/10)



"Ma che cribbio di taglio di capelli ho?"
Cribs “In the Belly of the Brazen Bully”
Cribbio, che gruppo i Cribs. Non sono ancora riuscito a capire se mi piacciono o meno. E questo loro nuovo album non fa che aumentare l’indecisione. 18 brani per un disco solo sono troppi e allora diciamo che la metà dei pezzi è di mio gradimento e l’altra metà meno. Però non ho ancora capito se e quanto mi piacciano, ‘sti cribbio di Cribs.
(voto 6,5/10)

P.S. Ok, la smetto di usare la parola “cribbio”, che c’è solo un’altra persona al mondo che la utilizza. Mi consenta.



Walkmen “Heaven”
Altra band che non ho capito se mi piace o meno, però continua a suonare nel mio Walkmen. Cosa che dovrebbe suggerirmi qualcosa.
Cosa?
Che un pochino forse mi piacciono.
“A Cannibal piacciono i Walkmen! A Cannibal piacciono i Walkmen!”
Smettetela con i coretti scemi. Ho solo detto che mi piacciono un pochino e ho detto forse.
(voto 6+/10)



Guillemots “Hello Land”
Ha il sapore della meraviglia, a tratti, il nuovo album dei Guillemots. Atmosfere naturalistiche, melodie incantate, una manciata di canzoni meravigliose che sanno trascinare in un’altra terra. E allora: ciao terra.
(voto 7,5/10)



mercoledì 9 luglio 2008

non ti scordar mai di me

"Che cosa cercava una ragazza come lei, una brava ragazza, la ragazza della porta accanto, da una vacanza a Lloret de Mar?” si chiede Studio Aperto. Certo non di diventare il volto che compare su tutti i quotidiani, che sta appeso su un muro all’uscita del Tropics, che sorride su tutti gli schermi di tv e pc. Ma se lo guardi bene, non è proprio un sorriso. E' una maschera che ha solo le sembianze di un sorriso, come quello rosso sangue dipinto sul Joker di Heath Ledger.
Parti per una vacanza e non necessariamente cerchi lo sballo facile come suggerisce Lucignolo il morboso. “Non ballavamo nude sul cubo,” ha dichiarato la migliore amica, al che Lucignolo ha replicato “Niente nudo? Raga, sbaracchiamo le telecamere: non abbiamo nessuna notizia qui!”
E' un'estate che fatica a essere estate e fatica a trovare un tormentone musicale allegro. Nell'iPod passano solo parole inquiete. La voce della nostra Amy Winehouse ti prega di “non ti scordar mai di me” in modo molto simbolico, Chris Martin ti sussurra “Those who are dead are not dead they’re just living in my head” nelle orecchie e i Guillemots ti cantano “Nobody really dies, they all just end up in the sky”.
Il magico mondo dei media intanto si deve nutrire di una tragedia, deve creare un tormentone giallo per segnare l'estate 2008 ed ecco che arrivano tutti gli ingredienti perfetti: una scomparsa senza motivi apparenti, forse un rapimento, poi un corpo ritrovato nudo come quello di Laura Palmer e le ultime speranze che spariscono pure loro, una città del peccato Mecca del superdelirio giovanile, sesso droga alcool discoteche locali hard rock e un contorno di personaggi misteriosi.
Il crucco svanito nel nulla, El Gordo, svanito pure lui, la compagna di banco che dovrà vivere nel rimpianto di aver lasciato l’amica sola nelle mani di uno che si chiama El Gordo, la mossos de squadra che cerca di far mantenere alla vicenda un basso profilo che se no si rischia di perdere i turisti, un investigatore mandato dall’Interpol o dagli Interpol?, la ragazza olandese che la stessa notte della scomparsa nello stesso hotel si è suicidata come se il male fosse lì presente, proprio lì vicino che ti accarezza le orecchie esortandoti "Fallo, buttati. E' la tua unica possibilità di salvezza", il ragazzo tedesco e la ragazza inglese precipitati pure loro misteriosamente da un balcone, morti ravvicinate e inspiegabili quanto quelle del remake americano di un horror giapponese. Forse un’antica maledizione si è abbattuta sulla cittadina spagnola o forse l'arrivo di una partita di droga tagliata male ha creato effetti devastanti.
Vado su per i sentieri che non portano a Twin Peaks ma a un estate che non sembra tanto estate e che non so perché si sta dimostrando parecchio confusa angosciante enigmatica. Niente sembra avere senso. Forse quando le foglie arancioni scenderanno giù dagli alberi si riuscirà a comprendere qualcosa di più. I pezzi del puzzle magari formeranno un enorme sorriso e magari capiremo il disegno di Dio. Magari. Per adesso ci sono solo i volti di persone scomparse dappertutto che sorridono anzi no non sorridono, fanno solo finta e canticchiano “non ti scordar mai di me”.
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