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venerdì 30 dicembre 2011

I MEGLIO FILM CANNIBALI 2011: N. 40 - 31


Messo in un angolino il capitolo serie tv con i Cannibal Tv Awards 2011 (se ve li siete persi vi consiglio di recuperarli, visto che hanno richiesto un bel po' di tempo per essere preparati), ecco arrivato il momento della classifica cinematografica. Una Top 40 delle pellicole che personalmente mi sono piaciute di più, tra film usciti in sala in Italia e altri arrivati soltanto sui lidi della distribuzione Internet.
Cominciamo con le posizioni dalla 40 alla 31, dove tra horror e cinema italiano non è che venga rispecchiata poi molto il resto della classifica. Quindi non fateci troppo l’abitudine e preparatevi a un sacco di altri film tra i più variegati. Per intanto cominciamo con questi...

"That's me in the corner, that's me in the spotlight..."
40. Habemus Papam
Regia: Nanni Moretti
Genere: anche i Papi sono esseri umani
Parla di: un Papa appena eletto alle prese con una crisi di coscienza e con uno strizzacervelli che risponde al nome di Nanni Moretti.
Pregi: uno sguardo originale all’interno della misteriosa cerchia vaticana che regala alcuni momenti molto divertenti, ma che non si limita alla sola presa per il culo del bizzarro mondo ecclesiastico. Un film in grado di suscitare riflessioni non da poco con una figura del Papa parecchio distante dal ritratto tipico delle fiction di Raiuno e girato da un Nanni Moretti in ottima forma registica (più che attoriale). E il finale assesta un bel colpo da KO.
Difetti: se il film è spunto di riflessioni interessanti e fa felice il cervello, manca invece l’obiettivo di arrivare al cuore. E il Nanni avrebbe potuto essere un po’ più cattivello nei confronti dell’istituzione Chiesa…
Battuta cult: Cardinale: “Perché non giochiamo a palla prigioniera?”
Nanni Moretti: “Palla prigioniera? Cardinale, non esiste più da 50 anni, palla prigioniera.”
Leggi la mia RECENSIONE

"Vuoi venire a letto con me?"
39. The Woman
Regia: Lucky McKee
Genere: animalesco
Parla di: una giovane donna che vive in un bosco e vive come un’animala viene catturata da un (apparentemente) normale padre di famiglia.
Pregi: un B-movie che sa trasformarsi in A-movie grazie a una storia potente per il suo aprirsi a più letture e interpretazioni. Notevoli la The Woman del titolo e il padre di famiglia, in realtà pazzo fuori testa perfetto simbolo dell’America di oggi.
Difetti: qualche eccesso splatter di troppo e un messaggio che non raggiunge la potenza di un Kynodontas, tanto per rimandare a un altro film che affronta simili tematiche di prigionia/educazione.
Personaggio cult: il padre Chris Cleek (Sean Bridgers)
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"Perché mi guardate così? Non sono io, l'alieno!"
38. L’ultimo terrestre
Regia: Gianni Pacinotti
Genere: arrivano gli alieni!
Parla di: un’invasione aliena che per una volta coinvolge anche l’Italia e non solo Washington o la Casa Bianca, ma soprattutto parla di un personaggio che alieno su questa Terra lo è pur essendo terrestre.
Pregi: pellicola davvero aliena nel panorama italiano, in grado di allineare il nostro paese agli altri paesi/pianeti esteri, proponendo una fantascienza umanistica poco sci-fi non lontana da quella vista in film come Melancholia, Another Earth, Monsters o Cloverfield. Visivamente il fumettista Gianni “Gipi” Pacinotti esordiente nel cinema rivela di possedere un buon occhio cinematografico, con discreti lampi visionari.
Difetti: qualche ingenuità nella sceneggiatura di troppo (soprattutto nella seconda parte) e un finale che sarebbe potuto essere più forte. Però ad avercene di film italiani così...
Personaggio cult: L’americano (Stefano Scherini)
Recensione prossimamente…


Burn baby burn!
37. Mother’s Day
Regia: Darren Lynn Bousman
Genere: mai mettersi contro le mamme
Parla di: mentre stanno dando un party, alcuni trentenni vengono sequestrati da una banda di criminali capitanata da una mammina non proprio dolce, interpretata da una Rebecca De Mornay perfida quasi quanto Mamma Fratelli dei Goonies.
Pregi: thriller tra i più riusciti della stagione, riesce a mescolare con mano sapiente tensione e ironia. Intrattenimento e alta tensione ottimamente miscelati: miracolo! E poi c’è Deborah Ann Woll!!
Difetti: un budget da B-movie e una storia non proprio di prima mano, che però riesce a risultare scoppiettante grazie a una sceneggiatura ricca di colpi di scena.
Personaggio cult: Nathalie “Mother” Koffin (Rebecca De Mornay)
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"Sei maggiorenne, vero?"
36. Jane Eyre
Regia: Cary Fukunaga
Genere: neo- brontësco
Parla di: la storia la conoscete già, avrete già letto il libro… Io no, però voi sicuramente sì, quindi vi risparmio la trama.
Pregi: una grande storia d’amore, per nulla banale, resa dal gioco di sguardi tra due grandi protagonisti, la Mia Wasikowska e il Michael Fassbender, due dei migliori attori di oggi e, ci scommetto, di domani. Niente male poi il racconto della storia attraverso flashback e il finale è da colpo al cuore.
Difetti: il confronto con il romanzo originale e con le altre versioni cinematografiche, ma se come me siete alla prima esperienza jane-eyriana questo problema non sussiste e vi sembrerà una storia tutta nuova.
Attore cult: Michael Fassbender
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"Ghostface, ancora tu? Chiudi la porta quando hai finito di fare il pirla!"
35. Scream 4
Regia: Wes Craven
Genere: ironic horror
Parla di: quarto capitolo della saga che ha preso in giro tutti gli stereotipi horror e pure se stessa, con un nuovo killer mascherato da Ghostface che torna a fare a brandelli i poveri abitanti di Woodsboro.
Pregi: già odio i sequel, figuriamoci i quarti capitoli… eppure l’ironia dell’ironia in questa saga è ancora una volta talmente sublime da riuscire ad autosfottere se stessa e il genere horror in generale alla grande, risultando un divertimento irresistibile. Di notevole tensione poi la parte finale con la rivelazione del nuovo killer, mentre il messaggio sulla violenza mediatica risulta parecchio incisivo e persino realistico, vedi i vari Misseri da cui siamo circondati.
Difetti: il gioco dell’ironia horror ormai non è certo nuovo o innovativo, dopo tutto è pur sempre un quarto capitolo.
Attrice cult: Emma Roberts
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"Oddio Troll Hunter: che orrore di film!"
34. Insidious
Regia: James Wan
Genere: casa infestata
Parla di: una casa infestata, devo dire altro? Qui però siamo più dalle parti di Poltergeist che non da quelle della serie American Horror Story.
Pregi: per me uno degli horror più spaventosi e coinvolgenti degli ultimi tempi, in grado di riportare alla mente un horror molto 80s. Poi, certo, la paura è soggettiva e quindi c’è chi rimarrà spaventato più dai troll norvegesi visti in qualche filmetto alla Blair Witch Project…
Difetti: non racconta certo una storia originalissima.
Personaggio cult: la vecchina Elise Rainier (Lin Shaye)
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"La smettete di dire che somiglio alla Cuccarini?"
33. Take Me Home Tonight
Regia: Michael Dowse
Genere: 80s revival
Parla di: una notte negli anni ’80 in cui tutto può succedere e tutto può cambiare…
Pregi: non sembra un film ambientato negli 80s, sembra proprio un VHS inedito uscito dal retro di qualche videoteca sopravvissuta non si sa come all'avvento di Blockbuster e di Internet. Una pellicola tanta Ottanta dal look alla colonna sonora. Irresistibile.
Difetti: chi conosce bene i film 80s non ci troverà niente di nuovo…
Scena cult: ingresso di Teresa Palmer sulle note di “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes
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"Ma secondo te verrò scelto come attore dell'anno?"
32. Blue Valentine
Regia: Derek Cianfrance
Genere: autopsia di una storia d’amore
Parla di: un ragazzo e una ragazza si incontrano, si amano, si odiano.
Pregi: una coppia di protagonisti affiatati e in forma strepitosa, Ryan Gosling e Michelle Williams, per una visione perfetta se NON volete vedere il classico film d’ammore. Un film crudo ed efficace, romantico ma in maniera trasversale, accompagnato da una bella colonna sonora indie targata Grizzly Bear.
Difetti: ha ritmi parecchio lenti e la trama non è che sia di quelle più elaborate concepibili…
Canzone cult: “You and me” di Penny & the Quarters
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"Se Cannibal non mi elegge attore dell'anno, giuro che gli taglio le palle!"
31. Le idi di marzo
Regia: George Clooney
Genere: super politica show
Parla di: dietro le quinte delle primarie delle elezioni presidenziali americane, tra politici, portavoce e stagisti invischiati in torbidi affari. Vi suona per caso famigliare?
Pregi: un ritratto spietato della politica americana che non guarda in faccia a nessuno, repubblicani quanto democratici, con l'illusione del change obamiano che sembra già svanita. Grande ancora una volta Gosling, doppio protagonista di questa prima parte della mia classifica, e cast di contorno notevole.
Difetti: Clooney racconta una storia potente ma poteva usare di più, soprattutto a livello visivo, confermandosi invece un regista troppo classico e tradizionale. Almeno per i miei gusti. Ed è poi proprio il suo personaggio, paradossalmente ma forse anche volontariamente, quello a rimanere troppo sullo sfondo.
Attore cult: Ryan Gosling
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mercoledì 21 settembre 2011

Habemus Papam. Forsem

Habemus Papam
(Italia, Francia 2011)
Regia: Nanni Moretti
Cast: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Margherita Buy, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Gianluca Gobbi, Dario Cantarelli, Camillo Milli, Roberto Nobile
Genere: papale
Se ti piace guarda anche: Il dubbio, Lourdes, Uomini di Dio, Il Caimano

Morto un Papa se ne fa un altro. A meno che questo altro non decida di avere una crisi di coscienza.
Dopo Il Caimano, incentrato su un certo personaggione italiano di cui 2 o 3 di voi forse avranno sentito parlare nelle peggio intercettazioni di Caracas, Nanni Moretti non è che potesse fare un film su una persona qualunque, sarebbe stata un po’ una delusione e allora ha dovuto guardare ancora più in alto. Ma chi c’è più in alto di quello là?
Solo Dio, risponderebbe forse lui.
Ma fare un film su Dio è un progetto troppo ambizioso, meglio guardare un po’ più in basso, meglio restare umili e gettare piuttosto un occhio verso il suo rappresentante in Terra (così dicono), ovvero il Papa, che di film sul Papa, a parte le fiction leccaculo di Raiuno, non è che se ne facciano tanti.


Viene facile immaginare come sia venuto lo spunto per questo film a Nanni Moretti. Alla morte di Papa Giovanni Paolo II nel 2005 siamo rimasti tutti (nostro malgrado) a guardare all’elezione molto misteriosa di un nuovo pontefice, tra fumate nere, fumate bianche, fumate di Maria da parte del popolo dei Papa boys (oh, un modo per ingannare l’attesa dovevano trovarlo pure loro), e fumo nero sull’isola di Lost, che in quel periodo era ancora alle prime stagioni.
In quei giorni con tutto quel fumo non si capiva più niente e allora Nanni ha deciso di fare chiarezza e nella parte iniziale di questo Habemus Papam ci porta all’interno del Conclave per l’elezione di un nuovo Papa. Ovviamente il tutto è romanzato e visto attraverso l’ottica particolare del Baffo Moretti, che ci porta in mezzo a questo branco di cardinali e ce li mostra non come preti, non come servi di Dio, ma semplicemente come uomini. Uomini come altri, con le loro insicurezze, manie e passioni.

Il punto di vista ateo di Nanni che irrompe all’interno del mondo del Vaticano, riempito con le sue rigide (stupide?) regole d’altri tempi ottiene un effetto comico dirompente, ma il film non è tanto l’occasione per uno sberleffo religioso. L’ironia è presente in tutta la pellicola, soprattutto nella prima parte, ma comunque a un certo punto è come se lo stesso Moretti, partito con le intenzioni di demolire e sconsacrare l’istituzione della Chiesa cattolica tutta e del Vaticano in particolare, ne fosse poi diventato in qualche modo complice. Ha cominciato a vedere le cose dall’interno e ne è uscito con un film probabilmente diverso da quello che aveva intenzione di fare all’inizio. Ma questa è solo una supposizione.
Con questo non intendo certo sostenere che Moretti sia caduto nella trappola e abbia finito per fare un film pro-Chiesa. Questo no. Assolutamente no. Non è però finito nemmeno col fare una semplice parodia di questo mondo, pur lanciando qualche divertita ed esilarante frecciatina, con alcune sequenze (in particolare quelle del torneo di pallavolo) che rimarranno tra le cose più spassose di quest’ultima annata cinematografica.
Un esempio?

Cardinale: “Perché non giochiamo a palla prigioniera?”
Nanni Moretti: “Palla prigioniera? Cardinale, non esiste più da 50 anni, palla prigioniera.”

Margherita Buy incredibilmente nella parte
della strizzacervelli e non della schizzata
Nell’isolamento autoimposto del Conclave si rispecchia l’isolamento e la lontananza della casta religiosa (così come quella di qualunque altra casta, qualcuno ha parlato di quella politica?) rispetto alla gente “normale”, alla vita quotidiana. Una distanza siderale di cui anche il protagonista del film si rende conto e chissà invece se loro, quelli in Vaticano davvero e non per fiction, se ne renderanno mai conto…
C’è anche qualche frecciatina al sistema televisivo, ben raffigurato nel giornalista imbranato del TG2 a inizio pellicola, ma il cuore della storia è un altro.

Dando spazio soprattutto alla figura del Papa neoeletto in crisi, Nanni Moretti si è tenuto a una certa distanza, per quanto Nanni Moretti riesca a tenere se stesso fuori da un film. Il cuore della vicenda è infatti sui dubbi del protagonista e onore dunque al Moretti per aver realizzato su un personaggio del genere un film interessante dall’inizio alla fine anche per coloro a cui, come me, del Papa non gliene frega una Beata Madonna.
L’interpretazione di Michel Piccoli è valida, tanto di cappello anzi di Cappella Sistina, però non mi è sembrata così miracolosa come hanno gridato parecchi critici recensendo la pellicola. Insomma una buona prova, ma non così tanto da dichiararlo Santo Subito!
La figura di questo papam è per fortuna lontana dalle solite sviolinate. Fisicamente simile a Wojtyla, il personaggio del Papa è di rara antipatia: si mette a gridare all’improvviso, parla da solo, è egocentrico e pensa solo a se stesso, alla faccia della Santità… un personaggio molto umano e anche misterioso. Ma simpatico, non direi.
“Ma il mio mistero è chiuso in meeee” e il mistero del Papa, dell’uomo Papa, non si risolve facilmente come in una commediola americana, ma rimane sospeso, fino a un finale poco accomodante, beffardo e piuttosto bastardo, quasi alla Michael Haneke.

Habemus Papam, ma Habemus Capolavorum?
È difficile valutare questo film in termini di “bello” assoluto, sarà che mi è risultato difficile empatizzare con la figura del Papa, per quanto sia stato mooolto umanizzato da Moretti, come mai mi era capitato di vedere per un Papa (sarà che forse non ho mai visto film o fiction dedicati a un Papa…), però è una pellicola girata esteticamente alla grande e in grado di far riflettere, di porre interrogativi non solo religiosi senza voler pretendere di dare delle risposte.
Eppure rimane comunque una sensazione di distanza. Come per Moretti nei confronti della Chiesa. Come per noi (o almeno per me) nei confronti della Chiesa. Questo è un film molto meditato, si vede che c’è stata una cura notevole nella sceneggiatura per mettere in scena l’incertezza non solo di un personaggio, ma di una buona parte della società di oggi. Un film “importante” più che “bello”, cerebrale più che di cuore, interessante più che travolgente, che merita di essere visto e che merita attente riflessioni, però così come non habemus papam, non habemus capolavorum.
E se dopo Il Caimano questa volta Nanni ha preferito fare un film lontano dalla politica, nella scelta finale del Papa di questo film non è che si può trovare un messaggio subliminale, anzi un consiglio, riguardo a quello che dovrebbe fare anche un certo presidente del Consiglio?
Perché gli uomini, quelli veri, si prendono la responsabilità delle proprie decisioni. Tutti gli altri, gli omini, danno la colpa ai media.
Amen.
(voto 7+/10)

Habemus Papam è tra gli 8 film “papabili” (è proprio il caso di dirlo) per la nomination italiana agli Oscar 2012; gli altri film selezionati dalla Commissione di Selezione sono:

Corpo Celeste (Alice Rohrwacher)
Nessuno mi può giudicare (Massimiliano Bruno)
Noi credevamo (Mario Martone)
Notizie dagli scavi (Emidio Greco)
Tatanka (Giuseppe Gagliardi)
Terraferma (Emanuele Crialese)
Vallanzasca (Michele Placido)

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