Più tardi, nel garage di Jeremy.
“È tutto pronto?” Krispin, impaziente come un liceale che sta per perdere la verginità.
“Dannazione. Ancora non riesco a credere che mi hai convinto a farlo!” Jeremy, in versione stregone, stava mescolando uno strano intruglio.
“Amico, in fondo al cuore sai che questa è la cosa giusta. Devi solo cercare dentro te e guardare nel profondo. Ti meraviglierai di ciò che puoi trovare. E poi, non dimentichiamo che tutta questa storia degli incantesimi per farsi spompinare è partita da te, Mister Moralità. Io nemmeno sapevo che esistesse una cosa simile… A proposito, su che sito hai trovato l’incantesimo?”
“Uff,” Jeremy nella sua solita versione sbuffante.
“E va bene. Ogni mago ha i suoi trucchetti. Errore mio, facciamo che non te l’ho mai chiesto. Hey, si tratterà mica di quel sito di porcelline coreane che ti ho consigliato io?”
“Uff uff,” ancora Jeremy, ancora sbuffante.
“Ok, ok. Ti sto deconcentrando, lo so. Ora mi tappo la bocca e ti lascio concludere il tuo magico incantesimo. A proposito… ci vorrà ancora molto?”
Jeremy pucciò un dito nell’intruglio fumante. “Sì, mi sembra pronto.”
“E ora? E ora?” Krispin l’impaziente.
“Ora verso qualche goccia della pozione sulla foto dell’annuario di Lizzy Grable.”
“Lizzy Grable? Ommioddio… È la mia cheerleader preferita!”
“Lo so benissimo, pezzo di coglione. È per questo che ho scelto proprio la sua foto.”
Boom. Una grossa esplosione. In mezzo al fumo che si dirada per il garage sgangherato di Jeremy, si materializza Lizzy Grable, in carne e ossa.
“Ommioddio… ci sei riuscito.” Krispin rimase per la prima volta in tutta la serata, e forse in tutta la sua vita, senza parole.
Cinque minuti di sguardo da pesce lesso dopo, Lizzy Grable lo prende per mano e lo porta su dalle scale.
“Credo… credo che andremo in camera tua a… a… a fare del sesso, amico,” balbettò Krispin. Lo faceva solo quando era davvero, davvero emozionato.
Jeremy si ritrovò lì in garage, da solo. Si mise a sfogliare l’annuario della scuola, così per passare il tempo. Quando capitò sulla pagina dei giocatori di football. Alla vista di quella serie di facce dagli zigomi perfetti e dai capelli perfettamente pettinati all’indietro, lo gettò a terra.
“Dannati loro. Hanno tutto quello che vogliono, senza bisogno di incantesimi, e nemmeno se ne rendono conto.” Per il nervoso, Jeremy diede un calcio alla pozione, che si riversò sulle pagine aperte dell’annuario scolastico. “Ooooops.”
Subito dopo aver serrato il garage, corse sopra a bussare alla porta di camera sua. Era chiusa a chiave. “Krispin, aprimi. Presto! Abbiamo un problema.”
“Uff,” stavolta era Krispin a sbuffare, mentre apriva la porta semi-vestito. “Tu e i tuoi problemi. Beh, che c’è?”
“Dobbiamo andarcene di qui. Subito. Le foto dell’annuario si sono animate!”
“Fantastico, amico! Ciò significa un sacco di cheerleader vogliose tutte per noi,” sorrise Krispin, in versione Mitch Buchannon il piacione di Baywatch.
“Vedi, non sei a conoscenza di un piccolissimo dettaglio: l’annuario in quel momento era aperto sulla pagina dei giocatori di football. E non mi sembrano affatto amichevoli quanto le cheerleader.”
Rumori. La porta del garage era stata sfondata. I giocatori di football stavano salendo su per le scale rumorosamente.
“Presto,” fece Jeremy, spingendo Krispin e la sua cheerleader zombie avvolta nelle lenzuola verso la finestra. “Usciamo di qui!”
Lo strano trio corse fuori nell’oscurità. In giro non c’era più nessuno. Halloween aveva lasciato giusto qualche strascico. Rotoli di carta igienica avvolti intorno ai rami degli alberi nei giardini e uova marce rotte contro le finestre dei vecchietti avari che avevano scelto “scherzetto” anziché “dolcetto”.
Un irreale silenzio li circondava. Finalmente un po’ di tranquillità. L’esercito di giocatori di football sembrava esser stato seminato. Poteva quindi scattare il momento confessioni.
“Allora, amico. Com’è andata con la cheerleader dei tuoi sogni? Spero di non avervi interrotto mentre…”
Krispin fece: “No, no. Avevamo già finito.”
“Già finito?”, Jeremy, lo stupito. “Oooh, non è una cosa positiva” realizzò poi. “Coraggio, amico. Sono cose che capitano anche ai migliori.”
“Beh, grazie,” Krispin, in versione imbarazzo portami via lontano da qui.
“Perlomeno la tua cheerleader non ha perso le braccia,” constatò Jeremy, girandosi verso di lei.
“Ehm,” lo interruppe. “Ho dimenticato di mostrarti una cosa.”
Krispin levò il lenzuolo dal corpo di Lizzy Grable. Oltre a essere totalmente nuda, non aveva più le braccia.
“Però è viva. Strano…” riflettè Jeremy.
“C’è anche una cosa che non ti ho detto,” fece con un filo di voce Krispin. “Forse so perché è ancora viva.”
“Racconta, che stai aspettando?” Jeremy, impaziente come una pensionata alla fine di una puntata di Beautiful.
“Ehm, è un po’ imbarazzante.”
“Ti ho chiamato nel mezzo della notte per dirti che una cheerleader mi è morta in mezzo alle gambe mentre mi stava spompinando. Credi che a questo punto mi faccia ancora problemi riguardo a qualche cosa?”
“Ok. Ti dico quello che è successo: Lizzy si è spogliata ed, ehm… eravamo sul punto di farlo. Io ero mooolto eccitato ed ehm… non so se mi spiego. Sono venuto. Allora lei, molto paziente, mi ha pulito e poi ha cominciato a succhiermi beh, lì sotto. È stato in quel momento che le sono cascate le braccia.”
“È capitato anche a me. So di cosa stai parlando. Ma poi? Che è successo poi?”
“Beh, io sono venuto un’altra volta. Sulla sua faccia. Mentre lei stava perdendo le braccia. Lo so, è una cosa malata, ma non sono riuscito a trattenere l’eccitazione.”
“Vuoi dirmi che credi sia stato il tuo sperma a tenerla in vita?”
“No, amico. Dopo è successo qualcos’altro.”
“Sono tutto orecchi.” Jeremy e la sua più completa attenzione.
Krispin proseguì il racconto: “Dopo che le sono cadute le braccia stava diventando debole, sempre più debole. La vedevo morire davanti a me e non c’era niente che io potessi fare per farla stare meglio ed è stato a quel punto che le ho detto…”
“Cosa? Che cosa le hai detto?”
“Le ho detto: “Ti amo, Lizzy Grable. Ti amavo quando eravamo in prima elementare e tu non mi rivolgevi nemmeno la parola. Ti amavo alle medie quando ti ho tirato le trecce bionde e tu con un destro mi hai steso e ho dovuto passare il resto dell’anno scolastico in ospedale. Ti amavo quando fino a ieri mi toccavo guardandoti chiuso in un armadietto buio degli spogliatoi mentre tu avevi finito uno dei tuoi allenamenti. Ti ho sempre amato e ti amerò per sempre, Lizzy Grable.”
Ecco, dopo averle detto tutte queste cose lei si è rianimata ed è tornata ad essere una cheerleader zombie in piena forma. Quindi, sei arrivato tu, hai bussato alla porta e hai spezzato il nostro momento di intimità.”
“Beh, scusa.”
“Non fa niente, Jeremy. In fondo è camera tua. O dovrei dire: era, camera tua. Dopo il passaggio di tutti quei giocatori di football inferociti non so cosa ne sia rimasto.”
“Grazie per avermici fatto pensare, amico.”
“Fortuna che i tuoi sono andati via, questo weekend. Hey!” gridò Krispin.
“Che c’è?” chiese Jeremy, preoccupato.
“Pensi che stiano facendo sesso, in questo momento. Tuo padre e tua madre, intendo. Iiih, che schifo…”
“Krispin!” Jeremy in versione urlo di Munch.
“Forse ho esagerato. Scusa, amico. Non avrei dovuto dire quelle cose sui tuoi geni…”
“Krispin, abbassati!”
Grazie al suggerimento dell’amico, Krispin evitò per un pelo un grosso giocatore di football zombie che gli stava volando addosso. Quindi spuntarono fuori anche tutti gli altri. Ormai erano circondati.
“Ci sarà pur qualcosa che possiamo fare per fermarli,” pensò a voce alta Krispin. “In fondo, noi due siamo dei quasi geni. Pensa solo all’incantesimo che siamo riusciti a fare. Loro invece, loro sono solo un ammasso di muscoli che di cervello ne avevano poco già da normali. Figuriamoci in versione zombie.”
“A me non viene in mente nessuna soluzione, amico. Sicuro che siamo dei geni?”
“No. Ho usato il termine quasi geni proprio perché non ne sono sicuro.”
“Più che quasi geni, mi sa che siamo quasi spacciati.” Jeremy guardò tutti quei giocatori di football sempre più vicini e poi il suo sguardo si posò su Lizzy Grable, la cheerleader senza braccia ma ancora in vita. E realizzò. “Lizzy Grable!” si mise a gridare.
“Sì, è una gran figa, anche se è una storpia senza braccia,” fece Krispin. “Mi dispiace che la tua cheerleader sia deceduta in circostanze poche fortunate, ma non ho intenzione di dividere Lizzy con te. Senza offesa, amico: lei è mia.”
“Non è questo che intendevo,” fece Jeremy mentre scansava a fatica un grosso energumeno rabbioso. “Ripensavo a ciò che hai fatto. Le hai detto che la ami. Esattamente ciò che ogni ragazza, anche una ragazza zombie, vuole sentirsi dire. Sono state le tue parole a salvarle la vita e allora saranno delle altre parole a mettere fine alla patetica esistenza di questi stronzi.”
“Hai ragione. Ma cos’è che un giocatore di football non vorrebbe mai sentirsi dire?”
“I tuoi muscoli sono flaccidi!” gridò Jeremy. Uno zombie cominciò ad arrancare.
“Hai un inizio di calvizie!” urlò Krispin. Un altro zombie giù per terra. “Hey, amico: funziona!”
“Avete perso una partita, anzi, avete perso l’intero campionato,” Jeremy con tutto il fiato in gola. Un gruppetto di giocatori morti sul colpo.
“Tutti in biblioteca” gridò poi Krispin. E di giocatori di football non ne rimase in piedi nemmeno uno.
“Amico, hai fatto strike,” Jeremy andò ad abbracciarlo.
“Ok ok,” Krispin si liberò dalla stretta. “Poniamo subito fine a questo momento gay. Ho una ragazza, adesso,” disse facendo l’occhiolino alla sua pollastrella senza braccia.
Il volto di Jeremy si corrucciò.
“Andiamo, uomo…” lo consolò Krispin.
“Dove?”
“A farti una ragazza cheerleader zombie, naturalmente.”
“Credi davvero che dovremmo continuare con gli incantesimi, dopo tutto quello che è successo questa notte?” chiese Jeremy in versione Jeremy il ragazzo dai mille scrupoli morali.
“Certo che sì, amico. Certo che sì,” fece Krispin in versione uomo che non deve chiedere mai. “Don’t stop, ‘til you get enough.”