Visualizzazione post con etichetta harry potter. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta harry potter. Mostra tutti i post

venerdì 3 febbraio 2017

Animali fantastici, ma chi vuole trovarli?





Animali fantastici e dove trovarli
Regia: David Yates
Cast: Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Colin Farrell, Samantha Morton, Ezra Miller, Jon Voight, Johnny Depp



Dimenticate Harry Potter.

Già fatto?

Se avete più di 20/25 anni è una cosa normale, non è un trucco di magia.
Se invece non riuscite a togliervi dalla testa il maghetto interpretato da Daniel Radcliffe, così come io non riesco a togliermi dalla testa Emma Watson, a cercare di farvelo scordare ci pensa ora la nuova creatura, nel senso più animalesco del termine, partorita dalla mente fervida (e secondo me anche un pochino malata) di J. K. Rowling, una delle donne più potenti del Regno Unito e probabilmente del mondo intero. Sì, più potente persino di Voldemort. Anche perché – diciamocelo – non è che ci vada molto...

giovedì 17 novembre 2016

Film fantastici e dove trovarli





Si preannuncia una settimana davvero... animalesca nei cinema italiani. Almeno a giudicare dai titoli delle due uscite di maggiore richiamo: Animali fantastici e dove trovarli e Animali notturni. Voi quali preferite?

Vediamo poi cos'altro ci aspetta in questo weekend cinematografico insieme ad altre due bestie: il tenero gattino che all'occasione sa trasformarsi in tigre Cannibal Cat e lo scimmione Monkey Ford.

Animali fantastici e dove trovarli
"Questa bacchetta che ho fregato a Harry Potter non funziona!
Non riesce nemmeno a far sparire Ford da questo blog..."

mercoledì 29 ottobre 2014

HORNS, HARRY POTTER È PROPRIO UN CORNUTO






Horns

(USA, Canada 2013)
Regia: Alexandre Aja
Sceneggiatura: Keith Burnin
Tratto da: La vendetta del diavolo di Joe Hill
Cast: Daniel Radcliffe, Juno Temple, Max Minghella, Joe Anderson, Heather Graham, Kelli Garner, James Remar, Kathleen Quinlan, David Morse
Genere: cornuto
Se ti piace guarda anche: Odd Thomas, Invisible, Botte di fortuna – The Brass Teapot

Daniel Radcliffe nella sua vita ha un grande, enorme rimpianto.
Quello di non essersi fatto Hermione/Emma Watson, che chiaramente gli ha sbavato dietro per tutta la saga di Harry Potter?
Sì, anche. Ma all'inizio del film Horns ne ha pure un altro. Quello di aver perso l'amore della sua vita, Juno Temple.

lunedì 10 marzo 2014

GIOVANI MAGHETTI RIBELLI




Giovani ribelli – Kill Your Darlings
(USA 2013)
Titolo originale: Kill Your Darlings
Regia: John Krokidas
Sceneggiatura: Austin Bunn, John Krokidas
Cast: Daniel Radcliffe, Dane DeHaan, Ben Foster, Jack Huston, Michael C. Hall, Elizabeth Olsen, David Cross, Jennifer Jason Leigh, Erin Darke
Genere: maledetto
Se ti piace guarda anche: L’attimo fuggente, Poeti dall’inferno, Wilde

In questo film, Harry Potter è un giovane ribelle...
buaahahahah
BUAHAHAHAHAH

BUAHAHAAHHAHAHAHAHA

Ok, lasciatemi riprendere un momento. Allora, dicevo che Harry Potter è un giovane ribelle…

BUAHAHAHAHAHAH

No, non ce la posso fare!
Sarebbe un giovane ribelle contro cosa, contro quel cattivone di Voldemort?
Il problema di Daniel Radcliffe è quello tipico di un attore che ha interpretato un ruolo talmente identificativo che poi ce l'ha davvero dura a staccarselo di dosso. Prendiamo ad esempio Mark Hamill.
CHIIIIII?
Ecco, appunto. Mark Hamill chiiiiiii?


Mark Hamill è meglio conosciuto come Luke Skywalker nella saga di Guerre stellari, per il resto cos’ha fatto?
Boh.
Per carità, tanto di cappello a lui che sarà ricordato almeno per una cosa nella vita. Mica è da tutti. Tornando al nostro protagonista di giornata, credo che Daniel Radcliffe sia destinato a fare la stessa fine di Hamill. Da un ruolo entrato nell’immaginario collettivo è anche possibile scostarsi. Leonardo DiCaprio ad esempio è riuscito, sebbene non senza fatica, a levarsi di dosso l’etichetta di teen idol che gli è stata appioppata con Titanic. Ci sono però due condizioni necessarie perché ciò avvenga:
1) Essere un ottimo attore
2) Compiere le scelte recitative giuste

Per quanto riguarda il punto numero 1, il nostro (nostro? diciamo pure vostro) Daniel Radcliffe non mi sembra proprio appartenere alla categoria. Imbambolato come pochi, ha solo due espressioni: una con gli occhialetti tondi e una senza occhialetti tondi.
Per quanto riguarda il punto numero 2, Radcliffe ci sta provando a staccarsi dai ruoli da maghetto sfigato, di questo gli va dato atto. Ad esempio in The Woman in Black aveva il ruolo di un padre. Peccato solo che apparisse del tutto inappropriato per non dire ridicolo in una parte del genere, visto che dimostrava (e dimostra ancora adesso) circa 8 anni. 9 al massimo. Persino come teen mom sembrerebbe troppo infantile.
Con Giovani ribelli – Kill Your Darlings, Daniel Radcliffe si lancia in una nuova difficile sfida, interpretando il ruolo del poeta della beat Generation Allen Ginsberg. Bene, un ruolo del tutto differente rispetto a quello nella saga di J.K. Rowling… O forse non del tutto?
Vediamo la trama del film. 

Harry, pardon Allen è un ragazzo che riesce a entrare in una prestigiosa scuola.
Hogwarts?
No, la Columbia University. Qui stringe amicizia con altri due studenti. Hermione e Ron?
No, purtroppo niente Emma Watson, in questo film, ma mannaggia. I suoi nuovi amichetti sono il futuro giornalista Lucien Carr e il futuro scrittore William Burroughs. Nella parte del primo c’è Dane DeHaan, quello di Chronicle, nella parte del secondo c’è Ben Foster. Loro sì due ottimi attori, sorry Potter. All’elenco dei membri del cast ci aggiungiamo pure la (quasi) sempre impeccabile Elizabeth Olsen che fa dimenticare lo scivolone nell’orrido remake americano di Oldboy, e Jack Huston di Boardwalk Empire, qua impegnato a ritrarre un Jack Kerouac più efficace di quello visto nel recente On the Road (sebbene in quel caso fosse un alter ego dello scrittore).
Inoltre nel corso del film Michael C. Hall (sì, Dexter in persona), dice ad Allen Ginsberg che potrebbe salvare il mondo. Proprio come quelli della scuola di Hogwarts facevano con Harry Potter. In pratica, alla faccia del cambio radicale di ruolo, questa pellicola è una specie di rilettura beat generation di Harry Potter. O qualcosa di simile.

"Non ti posso dare questo drink, Harry, se prima non mi mostri un documento."
Per altri versi, Giovani ribelli si dirige invece dalle parti del racconto di formazione, quello a metà strada tra L’attimo fuggente e Il giovane Holden, e in questo avvince e convince. Fa respirare l’eccitazione tipica dell’adolescenza, di chi scopre le cose per la prima volta, di chi entra in contatto con delle personalità ricche di carisma, di chi vuole lasciare una traccia importante nel mondo. Non per salvarlo, come Harry Potter, ma per cambiarlo a suon di parole con il proprio personale stile di scrittura.
Il regista John Krokidas riesce a rendere bene questo fermento culturale, attraverso inserti visionari e invenzioni stilistiche che ricordano Le regole dell’attrazione, un montaggio veloce e una colonna sonora che mixa il jazz del periodo con sonorità moderne di Tv on the Radio, Bloc Party e titoli di coda coi Libertines. La pellicola è un interessante esperimento che unisce un certo classicismo tipico del racconto di formazione tradizionale con un gusto post-moderno e, pur non raggiungendo i livelli sublimi di un Baz Luhrmann, è coraggioso abbastanza da farsi apprezzare. Tutto questo nella prima valida parte. Nella seconda spenta metà, il film si concentra invece su una vicenda dalle tinte thriller non particolarmente affascinante, accantonando il cuore della pellicola, ovvero il rapporto tra i protagonisti e la loro dirompente forza artistica e creativa.

La pecca principale della pellicola comunque sta in lui, Harry, volevo dire Daniel Radcliffe. Per quanto qui mi pare sia alla sua migliore prova interpretativa finora, non riesce ad annullarsi dietro al suo personaggio. Non riesce mai a diventare Allen Ginsberg e resta sempre un Harry Potter che cerca di fare il poeta maledetto. Un grave difetto, perché con un protagonista migliore ci saremmo trovati probabilmente di fronte a un gioiellino, mentre così abbiamo una pellicola “solo” gradevole, che comunque non è poco.
Kill your darlings?
No, kill Harry Potter!
(voto 6/10)

Non c'entra niente con il film, però questa foto è troppo fantastica e non potevo non condividerla con voi, miei adorati lettori.

lunedì 16 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 1 EMMA WATSON



Emma Watson
(Inghilterra, Francia 1990)
Nome completo: Emma Charlotte Duerre Watson
Genere: cresciuta bene
Il suo 2013: lasciata alle spalle la saga di Harry Potter, ha dimostrato di essere cresciuta eccome in Bling Ring di Sofia Coppola. In più ha avuto una manciata di scene (memorabili) in Facciamola finita nei panni di se stessa e in Italia l'abbiamo vista anche nel bellissimo Noi siamo infinito, già infilato nella classifica dei migliori film cannibali 2012.
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Elizabeth Henstridge, Kiernan Shipka, Elle Fanning, Kate Winslet
È in classifica: perché in un colpo solo, tirando fuori la lingua è risultata molto più sexy di Miley Cyrus con tutti i suoi mille tentativi.


Il suo discorso di ringraziamento: "Thank you, Cannibal, ma guarda che se continui a parlare male della saga di Harry Potter ti riporto indietro il premio. A proposito... dov'è il premio?"


Dicono di lei su
tetter
Harry Potter @harryfotter
Se sapevo che Hermione diventava così, mica mi mettevo con Ginny, che mi son nati i figli pel di carota e a Hogwarts li menano. Per quello e perché sono figli miei.

Gene Simmons @kissmegene
Ma quale @emmawatson? Ma quale @mileycyrus? La lingua più sexy del mondo è sempre la mia!



lunedì 4 giugno 2012

Mtv Hunger Vampires Movie Awards 2012

Quando il vampiro non c'è, i tributi ballano...
Ieri notte si sono tenuti gli Mtv Movie Awards 2012, i premi-popcorn consegnati dal pubblico della rete americana alle pellicole più amate negli ultimi 12 mesi.
Il vincitore?
Quest'anno una grande sorpresa, una novità assoluta, un film che gli Mtv Awards precedenti non avevano mai premiato... Twilight. Se i primi 3 capitoli già non erano dei capolavori, l’ultimo Breaking Dawn – Parte 1 è qualcosa di davvero atroce e ridicolo. Eppure è stato incoronato miglior film dell’anno, confermando la supremazia dei twi-hards nelle votazioni in rete e battendo pure una delle pellicole teen più intelligenti degli ultimi tempi, ovvero Hunger Games.
Gli Hunger Games si sono comunque rifatt. Non uccidendo brutalmente i vampiri come si potrebbe immaginare, bensì conquistando 4 premi: come miglior attrice naturalmente ha vinto la grandiosa, stupenda, fenomenale, meravigliosa, unica Jennifer Lawrence (che però purtroppo non era presente all'evento). Scusate l’attacco di bimbominkiosità, ma comunque parlando di un programma di EmmeTiVì sono (in parte) giustificato.


Kristen Stewart si "fa".

E poi per gli Hunger Games premiati come miglior attore il simpatico Josh Hutcherson, riuscito a battere persino il lanciatissimo Ryan Gosling di Drive, Jen Lawrence + Josh Hutcherson VS. Alexander Ludwig per il miglior combattimento ed Elizabeth Banks che s’è beccata il premio per la miglior tra(n)sformazione su grande schermo grazie alla sua stralunata Effie Trinket molto Lady Gaga e molto trans.
4 awards per Hunger Games contro i "soli" 2 di Breaking Dawn, che oltre a quello (scandaloso) di miglior film s’è beccato pure quello per il Best Kiss, con la solita ennesima slinguata poco appassionata tra Kristen Stewart e Robert Pattinson. Il vampirello cosmopolita era però assente, probabilmente per farsi una trasfusione di sangue e cercare di riprendere un colorito umano, e allora Kristen per festeggiare si è limonata da sola sul palco.
I due staranno together forever per sempre? A novembre esce Breaking Dawn - Parte 2. Io pronostico la loro rottura per dicembre.

2 premi pure per Harry Potter, con l’ultimo (grazie a Dio e pure a Mago Merlino) episodio della saga: il Team Harry Potter ha vinto per il miglior cast e Daniel Radcliffe s’è beccato il titolo di miglior eroe dell’anno. E se è un eroe quello lì, viva gli anti eroi!
2 premi anche per Le amiche della sposa: a Melissa McCarthy per la miglior performance comica dell’anno (e ci può stare) e a tutto il cast per la scena più voltastomaco, quella delle protagoniste dopo aver mangiato al ristorante messicano, con tanto di cagata in mezzo alla strada della futura sposa (e direi che ci può stare pure questo award).
Il premio per il miglior dirtbag, il più grande pezzo di merda (cinematograficamente parlando) dell’anno è invece andato a Jennifer Aniston per il modestissimo Come ammazzare il capo… e vivere felici. Che poi considerare cattiva Jennifer Aniston in versione ninfomane ce ne va. Doveva ricevere semmai il premio di benefattrice dell'umanità dell'anno.

E poi e poi e poi, l’award di rivelazione dell’anno è andato alla sorprendente Shailene Woodley di Paradiso amaro, snobbata agli Oscar e premiata con i popcorn dei Movie Awards. Questa volta il pubblico di Mtv c’ha azzeccato. La miglior canzone in un film è risultata “Party Rock Anthem” degli LMFAO per 21 Jump Street. Film divertentissimo, canzone contagiosa ma anche piuttosto idiota, premio quindi del tutto regalato.
A proposito di momenti divertenti, la scenetta più spassosa è stata quella degli “Actors Anonymous”, con attori dei cast delle serie The Vampire Diaries, True Blood e Teen Wolf che sembrano avere sviluppato oramai una pericolosa dipendenza da parti fantasy.


"Grazie per il premio. Anche se non ho capito bene per cosa..."
Quest’anno gli Mtv Movie Awards, tanto per fare qualcosa di diverso, si sono inventati un nuovo premio del tutto pretestuoso: l’Mtv Trailblazer, il premio al miglior innovatore o precorritore dei tempi, in questo caso una precorritrice visto che è andato a Emma Stone. Grandissima Emma Stone, però le ragioni per offrirle un riconoscimento del genere sono del tutto sconosciute. Probabilmente era solo una scusa per pubblicizzare il nuovo Amazing (si spera) Spider-Man.
Premio speciale consegnato anche a Johnny Depp, in questo caso già più appropriato, nonostante lo scivolone in alcuni suoi ultimi film non proprio memorabili. Il Johnny s’è beccato l’Mtv Generation Award. Una maniera gentile, come lui stesso ha immaginato, di dirgli: “Johnny, forse è ora di ritirarti invece di rischiare di compromettere ulteriormente la tua carriera”.
Come ospiti musicali ci sono stati i Fun. con Janelle Monae, il rapper Wiz Khalifa e poi i Black Keys, che si sono esibiti con un chitarrista d’eccezione… ancora lui, Johnny Depp.
Tranquilli, per fortuna la Deliranza ce l’ha risparmiata!

martedì 6 marzo 2012

The Potter is back with The Woman in Black

The Woman in Black
(UK, Canada, Svezia 2011)
Regia: James Watkins
Cast: Harry Potter Daniel Radcliffe, Ciaran Hinds, Janet McTeer, Liz White, Shaun Dooley, Roger Allam, Sophie Stuckey, David Burke
Genere: new gothic
Se ti piace guarda anche: Il mistero di Sleepy Hollow, The Messengers, Il messaggero, The Others

Dieci anni. Dieci anni passati dietro a quegli occhialini rotondi da maghetto saputello che si merita una bella mano di botte così fa meno il furbo, e finalmente pensavo di essermelo lasciato alle spalle.
Niente più Harry Potter. Niente più Daniel Radcliffe.
E invece no, sbagliavo. Perché ora Harry, sorry è la forza dell’abitudine, ora Daniel è tornato con una nuova pellicola che al botteghino italiano è partita malissimo, mentre negli Usa ha riscosso un discreto successo e nel Regno Unito è andata alla grande. Certo, niente di paragonabile alle scene di fan accampati per giorni in attesa di vedere l’ultimo episodio della Potter-saga... Giorni di attesa per vedere un pessimo ultimo episodio della Potter-saga, aggiungo io, e assistere alla prevedibile disfatta di Voldemort, il più sfigato dei super cattivoni nella storia del cinema.
"Dov'è che t'ho già visto, giovanotto. Eri in Twilight?"
Sconfitto da due bimbiminikia, ribadisco!
Voldemort, Voldemort… eh eh eh, ma come si fa?
Roba da tapiro d’oro del secolo.

Quando si interpreta un ruolo così iconico entrato (non si sa bene perché) nella pop culture, è difficile scrollarselo di dosso. Qualcuno ha mai più visto Mark Hamill, il Luke Skywalker della saga originale di Star Wars?
Qualcuno sa almeno se è ancora vivo o meno? E con qualcuno intendo pure amici e famigliari…
Nessuno sa niente di lui?
E Macaulay Culkin, bimbo prodigio di Mamma ho perso l’aereo?
Che fine ha fatto?


"Hermione e Ron, dove sieeete?"
Ahia, caro Daniel Radcliffe, mi sa che questa è la fine che potresti fare pure tu. Se ti va bene...
Quanto a Emma Watson, la gnocca mitica inteprete di Hermione (l’unico personaggio decente - ammettetelo anche voi, Potteriani - della saga j.k. rowlinghiana), lei non dovrebbe cadere nel dimenticatoio, visto che ha già in cantiere diversi progetti cinematografici tra cui il nuovo attesissimo film di Sofia Coppola The Bling Ring. Scusate se è poco, Potteriani.
Ruper Grint, il roscio Ron, lui invece che combina? Beh, per il momento si spaccia come sosia ufficiale del cantautore Ed Sheeran…


"Buongiorno, signora fantasma."
Con questo suo primo ruolo post-potteriano, il giovane (ma ormai nemmeno più tanto), Harry ci prova a scrollarsi di dosso la nomea di maghetto streghetto più odioso del mondo, recitando in un ruolo del tutto diverso. Almeno sulla carta.
In The Woman in Black, Daniel Radcliffe infatti è un avvocato ed è pure… papà!
Cooosa?
Quel dodicenne di Harry Potter papà e pure di un bimbetto già cresciutello? Ma per favore. E dovrebbe essere credibile, come cosa? Alla faccia delle magie di Hogwarts, qui siamo davvero entrati nel regno dell’incredibile. Cos’è, siamo per caso finiti dentro una stranissima puntata di Teen Mom o meglio Teen Dad in versione gotica?
E la madre del pargolo, dov’è? Ovviamente nel regno dei Cieli, perché così è tutto più tragico. Anche perché se avessero dovuto sviluppare il personaggio, chi avrebbero potuto prendere? Miley Cyrus? Selena Gomez? Willow Smith, la figlia 11enne di Willy il pirla di Bel Air?
(in realtà ogni tanto la moglie compare, brevissimamente, intepretata dalla sconosciuta Sophie Stuckey)

"Daniel Radcliffe che cerca di recitare? AAAAAAAH, che spavento!!!"
Il film in teoria sarebbe un horror. La prima scena l’è pure ‘na roba inquietante. D’altra parte ci sono delle bambine che giocano con le bambole. Classica roba da cagarsi addosso. Quanto dura l’unica scena pseudo creepy del film? Circa un minuto, poi entra in scena Harry Potter, scusate ancora: Daniel Radcliffe, e il film diventa inquietante per altri motivi. Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, venuto a morire è un attore proprio modesto. O, se è bravo, lo nasconde davvero bene.
La pellicola è tratta dal romanzo gotico La donna in nero di Susan Hill, è prodotta dalla storica casa horror inglese Hammer, ma presenta una storia già vista stravista e strastrastrastracazzovista che non se ne può più. A parte questo, la trama è talmente esile che già a tirarne fuori un cortometraggio si doveva essere bravi. Per farne uscire un lungometraggio di un’ora e mezza decente bisognava essere dei fenomeni, ma non è certo questo il caso.

Uno dei momenti più tesi della pellicola, con Radcliffe che prova
a cambiare una lampadina senza prendersi la scossa. Ci riuscirà?
La storia, presto raccontata, è quella di un giovane avvocato (il poco credibile Radcliffe) che si reca nel classico inquietante paesino di campagna inglese per occuparsi dell’eredità di una vecchina fresca di trapasso. Nel classico inquietante paesino di campagna inglese si troverà di fronte al classico inquietante mistero di campagna inglese che coinvolge alcuni classici bimbi inquietanti inglesi e la classica visione di un inquietante spirito inglese, quello della Woman in Black del titolo. Il mistero è davvero poco interessante e per essere svelato non assistiamo ad altro che a 1 ora e mezza di Daniel Radcliffe show. Uno show degno di Giorgio Panariello o di Adriano Celentano a Sanremo.
Non so voi, ma vedere Harry Potter che vaga con un perenne sguardo svuotato di ogni emozione in giro per delle case gotiche disabitate, tra visioni di vecchie signore (la Juve non c’entra) e corvi che sembrano usciti dalla brutta copia di un racconto di Edgar Allan Poe, non è esattamente il mio ideale di divertimento.
The Potter is back, pardon The Woman in Black è un vorrei essere Sleepy Hollow, ma sono solo Sleepy. Anche perché Daniel Radcliffe il paragone con Johnny Depp lo regge sì, però giusto con il tristissimo Johnny Depp angelinajoliezzato di The Tourist.

"Ho capito, va: me ne torno a Hogwarts. Voldemort, sto arrivando!"
E pensare che alla regia c’è James Watkins, uno che aveva esordito con il tesissimo Eden Lake, una di quelle visioni che ti tengono incollato alla poltrona dall’inizio alla fine, e ora è passato a fare un film che sulla poltrona ti tiene sì incollato, perché dopo 10 minuti sei già nel mondo dei sogni. A livello di inquadrature, Watkins conferma di avere un buon occhio, peccato che qui non riesca nemmeno da lontano a creare non solo qualche brivido, nonostante ci provi malamente, ma pure un briciolo di interesse. Colpa di un inverosimile protagonista e di ritmi soporiferi del tutto opposti a quelli di Eden Lake.
The Woman in Black riesce così giusto nell'impresa (poco invidiabile) di fare il paio con il recente Non avere paura del buio: due storielle pseudo gotiche che fanno fanno meno paura di Voldemort e per di più fanno venire un gran sonno, intepretate nella maniera più svogliata possibile e che nemmeno due registi decenti riescono a salvare. Due film che finiscono per essere non tanto brutti quanto una cosa ancora peggiore: inutili.
(voto 4-/10)

P.S. Giusto Voldemort poteva essere sconfitto da un maghetto bimbominkia catatonico come Daniel Radcliffe!

giovedì 12 gennaio 2012

I PEGGIO FILM 2011


Gli Oscar Cannibali hanno decretato il meglio passato sugli schermi di questo blog nel corso del 2011, ma tutti i cattivoni che pensavano di essere stati semplicemente e bellamente ignorati, adesso devono fare i conti con le loro malefatte.
Questi sono infatti i contro-Oscar cannibali, sì una sorta di scopiazzatura dei Razzie Awards, per decretare il peggio dell’annata. Alcuni film sono davvero tremendi, altri sono noiosi ma proprio noiosissimi (cosa che da queste parti è vista come una colpa ancora peggiore dell’essere semplicemente brutti), altri sono odiosi, sopravvalutati, irritanti.
Vediamo quindi la Top 10 dei peggio (per varie ragioni) film cannibali 2011.

"Finchè la barca va, lasciala andare...
Con un repertorio del genere, come abbiam fatto a non piacere a Cannibal?"
10. Il discorso del re
A me la storiella dell'uomo più privilegiato d'Inghilterra la cui unica preoccupazione è quello di fare un discorso in radio di 30 secondi mentre là fuori sta solo scoppiando la Seconda Guerra Mondiale mi sembra rappresenti un comportamento un filino egoista e quindi io, altrettanto egoisticamente, non ho provato la minima pietà o empatia nei suoi confronti.
A parte il piccolo dettaglio di raccontare una delle storie più ridicole della Storia, Il discorso del re è un film modesto e parecchio noioso, talmente mediocre che non rientrerebbe nemmeno nella classifica dei peggiori. Non fosse per una ragione: ‘sta robetta ha battuto super filmoni come Il cigno nero, The Social Network, Un gelido inverno e Inception agli scorsi Oscar. Uno scandalo peggiore persino di Gandhi che batte E.T. e Forrest Gump che ha la meglio su Pulp Fiction.
Non sarà colpa del film in sé, bensì delle decisioni dell’Academy Awards, ma ciò non toglie che Il discorso del re è per me il film più odioso del 2011.
Leggi la mia RECENSIONE

"Ma che minkia c'abbiamo da festeggiare?"
9. Qualunquemente
Un film comico dovrebbe far ridere, si suppone.
Ecco, Qualunquemente non fa ridere. Mai. In qualunque(mente) momento della sua durata.
La parte di pseudo-critica politica naufraga poi miseramente dietro una sceneggiatura inesistente ed è stata ampiamente superata da un’attualità molto più tragicamente comica di quella rappresentata dal pur valido (almeno un tempo) Antonio Albanese.
Leggi la mia RECENSIONE

"Tieni lontano quel coso dalla mia vagina!
Con quel coso intendo Mel Gibson!"


8. Mr. Beaver
Premio di più imbarazzante dell’anno: Mel Gibson con un castoro pupazzo attaccato al braccio. Non c'è storia, vince su tutta la linea!
Se fosse stato interpretato da un Robin Williams, il film della Jodie Foster sarebbe risultato magari non dico bello, ma se non altro accettabile.
Ma con Mel Gibson davvero NO!
Leggi la mia RECENSIONE

"Certo che tra l'ultima pessima stagione di Dexter e
'sta roba ho avuto davvero un bell'annetto di merda!"



7. Skyline
In un anno ottimo per la fantascienza, con un sacco di film che hanno saputo riadattare il genere con una componente più umanistica o partendo dalla sci-fi per riflessioni più vaste, come Melancholia o Another Earth, Skyline rappresenta invece una fantascienza vecchia, stanca, senza idee e ridicola nella sua realizzazione. Atroce.
Leggi la mia RECENSIONE



"Tu... non puoi... passare!"
6. TrollHunter
Blair Witch Project c’era stato nel 1999. Già bastava e avanzava da solo e invece sono arrivati un sacco di cloni vari.
A 12 anni di distanza, c’era davvero il bisogno di proporre la stessa identica idea, aggiungendoci degli involontariamente comici Troll norvegesi?
La mia risposta la potete capire dalla presenza del film in questa classifica…


Uno Shakespeare peggiore di Joseph Fiennes.
Impossibile? No, eccovelo qui!
5. Anonymous
Secondo la teoria espressa in questo film di Roland Emmerich, William Shakespeare in realtà era un analfabeta. Secondo me, Roland Emmerich è cinematograficamente un analfabeta. Direi che siamo pari, no?

"Dai che le riprese sono finite!
Siamo liberi!"
4. I fantastici viaggi di Gulliver
Jack Black una volta era simpatico. Adesso è diventato la parodia di se stesso e questa versione dei fantastici (ma dooove?) viaggi di Gulliver è una schifezza cui è davvero un’impresa gulliveriana arrivare fino al fondo. La dimostrazione di come a Hollywood possano essere buttati nel cesso oltre 100 milioni di dollari con una facilità impressionante. Alla faccia della crisi.
Leggi la mia RECENSIONE




"Al mio fan numero uno: Mr. James Ford. Con amore, JBeebs!"
3. Justin Bieber: Never Say Never
Certo che pure io me le vado a cercare…
Questo documentario sulla vita del 15enne Justin Bieber se non altro fa riflettere profondamente, non tanto sulle nuovissime generazioni, ma su quelle vecchie che cercano di sfruttarle. Per certi aspetti è più inquietante persino di Inside Job!
Leggi la mia RECENSIONE

"Facciam pure la parodia di Grease.
Ma quanto siam giovani?"




2. Box Office 3D: Il film dei film
Questo non si può nemmeno considerare un film, altroché il film dei film…
Un insieme di scenette slegate tra loro, una serie di pseudo parodie per nulla divertenti e invece tristissime da film che Ezio Greggio probabilmente in realtà non ha mai nemmeno visto (Harry Potter, Twilight), insieme ad altri non esattamente nuovissimi (Il Gladiatore, Il codice da Vinci, Grease...).
Una schifezza degna di un Tapiro d’Oro speciale, mio caro Ezino.

"Questa ce la pagherai cara, stupido Cannibal!"
1. Transformers 3
Il nulla. Il vuoto totale fatto film. Un insieme di effettacci speciali messi insieme senza logica. Un cinema, se cinema lo si può considerare, che si dimentica dell’uomo e diventa robot, programmato per macinare incassi. In più, in questo capitolo Michael Bay e soci hanno pure tolto l’unica ragione d’essere di questa serie: ovvero Megan Fox. E per questo non vi potrò mai perdonare, brutti bastardi!
Leggi la mia RECENSIONE

E se il molto ambito premio di Ciofeca Cannibale d’Oro quest’anno è finito a Transformers 3, ecco anche qualche altro bell’awarduccio in arrivo…

Premio critici non capite un ca$$o (Film più sopravvalutato)
1. Il discorso del re
2. La pelle che abito
3. Biutiful
4. Il Grinta
5. Corpo celeste

Innanzitutto Il discorso del re, che come già detto ha “rubato” l’Oscar a filmoni enormemente superiori, quindi La pelle che abito, che ho trovato assurdo e ridicolo anche volendolo considerare un film grottesco. Oltre ad essere un thriller con una tensione pari allo zero. Con Biutiful, Inarritu per la prima volta mi ha deluso (non a caso per la prima volta non si è avvalso di una sceneggiatura del suo fido collaboratore Guillermo Arriaga), mentre Il Grinta è uno dei film dei Coen che mi è piaciuto di più, ma nonostante questo continuo a ritenerli enormente sopravvalutati. Corpo celeste, opera d’esordio della sorella “d’arte” (?!) Alice Rohrwacher è stato salutato da una parte della critica come il film italiano dell’anno cosa che, ammesso e non concesso sia vera, ci dà un’idea precisa dello stato di salute del cinema nostrano. Una pellicola pseudo neo-realista che dà un buffetto alla Chiesa viene vista come un pugno allo stomaco? Vabbè…


Premio Valium (Film più noioso)
1. Valhalla Rising
2. Il dilemma
3. La versione di Barney
4. Il discorso del re
5. L’alba del pianeta delle scimmie

Se soffrite d’insonnia, prendete una bella dose di Valhalla Rising: una garanzia.
Quanto a Il dilemma firmato da Ron Howard, non ricordo nemmeno bene se sono riuscito ad arrivare alla fine. Un dilemma riuscire a stare svegli. Soporiferi anche La versione di Barney, il già pluri-nominato Il discorso del re e L’alba del pianeta delle scimmie, nemmeno film del tutto brutti, quanto ben poco interessanti sia per ritmi (ritmi?) che per argomenti trattati. ZZZZZZZZZZ


"Ma peeerché?" award (Scena scult)
1. Immaturi (balletto Ufo Robot)
2. Real steel (balletto del bambino col robot)
3. Drive Angry 3D (Nicolas Cage fa una sanguinosa sparatoria mentre scopa con una tipa)
4. The Next Three Days (Russell Crowe fa il Will Smith di turno)
5. Super (una scena qualunque)

Scena scult dell’anno il balletto degli Immaturi sulle note di Ufo Robot. Una scenona che fa di tutto per essere retrò-cult, ma per quanto mi riguarda è riuscita a fare l’esatto opposto. Tragico pure il balletto dell’odioso bambino di Real Steel insieme al suo robot (se non si era capito, io ooodio i robot!). Lo scenone di sesso e omicidio di Nicolas Cage in Drive Angry cammina sul bilico del cult/scult, ma alla fine il parrucchino anzi parruccone di Cage fa propendere per lo scult. Inverosimile la parte finale di The Next Three Days in cui il tranquillo professore Russell Crowe si trasforma in una specie di supereroe in grado di fare numeri incredibili con pistole e auto, mentre il (poco) supereroico Super è tanto scult in ogni suo momento quanto Kick-Ass era invece un cult in (quasi) ogni suo momento.


Premio speciale “Ho fatto la cazzata dell’anno”
James Franco in 127 ore

(Cazzata dell’anno non il film, che è anche piuttosto interessante sebbene non eccelso, ma il comportamento del protagonista, ispirato alla vera storia di Aron Ralston)

Per la serie: alla larga dai guai! James Franco si va a fare una tranquilla escursione tra i canyon dello Utah e stranamente finisce con un braccio incastrato in mezzo a due rocce.

“Miii che paura!” award (Peggior cattivo)
Lord Voldemort (Ralph Fiennes), Harry Potter e i doni della morte: Parte II

Talmente temibile che viene sconfitto da un paio di bimbiminkia. Devo aggiungere altro?
Ah sì: Gargamella quest’anno mi ha terrorizzato di più!

Premio “tappi alle orecchie” (Peggior canzone)
Don Omar feat. Lucenzo “Danza kuduro” (Fast & Furious 5)

Danza Kuduro suonata nella parte finale dell’inutile sequel Fast & Furious 5 fa tanto cinepanettone… Che orrore!


“Rinchiudetelo in uno zoo” award (Peggior animale cinematografico)
1. Braccio-castoro di Mel Gibson (Mr. Beaver)
2. Troll  (TrollHunter) (i mostri meno spaventosi nella storia del cinema, dopo Voldemort!)
3. Grande Puffo (I puffi)
4. Scimmietta (Una notte da leoni 2)
5. Elefantessa emo innamorata di Robert Pattinson (Come l’acqua per gli elefanti)

Se nel corso degli Oscar Cannibali c’è stato spazio per i migliori animali cinematografici, in questa sede non potevano mancare pure i peggiori: su tutti il castoro (pu)pazzo che abita nel braccio di Mel Gibson in Mr. Beaver, ma atroci pure Troll e Puffi (non so se possano essere considerati animali veri e propri, ma facciamo finta di sì), in particolare il saccente Grande Puffo che già non sopportavo nei cartoni, figuriamoci qui. Per la serie non abbiamo altre idee e allora usiamo gli animali, vergognoso lo sfruttamento di una scimmietta ben poco esilarante in Una notte da leoni 2, e menzione finale anche per l’elefantessa innamorata di Robert “Edward Cullen” Pattinson in Come l’acqua per gli elefanti, manco fosse un'adolescente emo in calore.


Steven Seagal Award (Peggior attore)
1. Adrien Brody/Byron Deidra (Giallo/Argento)
2. Mel Gibson (Mr. Beaver)
3. Nicolas Cage (qualunque film)
4. Tom Hanks (L’amore all’improvviso)
5. Antonio Banderas (La pelle che abito)

Cinquina che in altri posti e in altri tempi sarebbe stata considerata da Oscar, ma non qui su Pensieri Cannibali e non certo ora. La palma di peggiore va al “doppio” Adrien Brody di Giallo/Argento: se già in versione detective è pessimo, in versione pazzo serial killer si è dovuto nascondere dietro l’alter ego di Byron Deidra (che altro non è se non l’anagramma di Adrien Brody) talmente è penoso.
Mel Gibson in Mr. Beaver, l'abbiamo già detto ma meglio ribadirlo, è davvero troppo ridicolo per essere vero, Nicolas Cage ormai ogni film che tocca si trasforma non in oro bensì in un altro meno nobile materiale, Tom Hanks in L’amore all’improvviso è detestabile persino più del suo solito in quella che può tranquillamente essere considerata la peggiore commedia sentimentale dell’anno e Antonio Banderas in La pelle che abito semplicemente no, non è credibile. Non come chirurgo plastico, intendo come attore.


Cagna maledetta award (Peggior attrice)
1. Carla Bruni (Midnight in Paris)
2. Rosie Huntington-Whiteley (Transformers 3)
3. Sarah Jessica Parker (Ma come fa a far tutto)
4. Ambra Angiolini (Immaturi)
5. Selena Gomez (Monte Carlo)

Carla Bruni sarà brava in tante altre cose… forse, anche se adesso non me ne viene in mente nessuna, però di sicuro a recitare non è buona. Esordire poi in un film di Woody Allen con un cast della Madonna non è proprio l’ideale. Prima dovrebbe partire per gradi, non so, magari da qualche fiction con Manuela Arcuri… Se la Carlà è l’unica nota stonata di Midnight in Paris, Rosie Huntington-Whiteley è solo una delle tante cose a non funzionare in Transformers 3. Sarà anche una bella gnoccolona, però NON è Megan Fox. Assolutamente no. E come attrice è espressiva tanto quanto i Transformers. Nomina necessaria anche per una Sarah Jessica Parker che dopo la fine di Sex and the City dovrebbe ormai pensare seriamente a una pensione anticipata (che Monti e la Fornero gliela concedano o meno, noi spettatori la PRETENDIAMO), un’Ambra Angiolini che, checché se ne dica in giro, come attrice (e non solo come attrice) è uno strazio, mentre Selena Gomez non è nemmeno così terribile a recitare, però il fatto che stia insieme a Justin Bieber le ha fatto guadagnare una nomina di diritto, tiè!


"Ridatemi i soldi del biglietto anche se l'ho visto gratis su Internet" award (Delusione dell’anno)
1. Biutiful
2. Harry Potter e i doni della morte: Parte II
3. Hereafter
4. Una notte da leoni 2
5. Your Highness - Sua maestà

Avendo sempre amato i film di Inarritu, Biutiful davvero non me l’aspettavo: tra facile pietismo e visioni paranormali, una pellicola davvero bruttiful! Per poco non preferivo vedermi una delle diecimila puntata della quasi omonima soap-opera.
Non sono mai stato un potteriano, però avrei desiderato diventarlo con l’ultimo capitolo. E invece I doni della morte - Parte 2 si sono rivelati un dono davvero mortale, con un finale telefonatissimo e gettato via in maniera frettolosa, senza spazio per i personaggi più fighi (Hermione e... ehm, basta) e con un Voldemort così cattivo da non far paura nemmeno al ridicolo Colin Hanks dell’ultima stagione di Dexter! Dall’Hereafter di Clint Eastwood mi aspettavo qualcosa in più di una copia sbiadita dei film di Shymalan e di Inarritu (quello dei vecchi tempi). Una notte da leoni 2 si è dimostrato il sequel più scontato che potevano fare, una replica sterile e inutile del primo spassosissimo film, mentre da Your Higness non è che mi attendessi grandi cose, però gettare così un super cast con Natalie Portman, Zooey Deschanel e James Franco è stato davvero lo spreco dell’anno.


Menzioni speciali per film mediamente brutti ma talmente mediocri da non riuscire a rientrare nemmeno in qualche categoria qui sopra: Red State, Red White and Blue, C’è chi dice no, Prom - Ballo di fine anno, Per sfortuna che ci sei, Come ammazzare il capo e vivere felici, Horror Movie, Mia moglie per finta, Faster e Priest.


Chiudo il peggio (naturalmente secondo il mio discutibile punto di vista) cinema dell’anno con una nota positiva: con dei buoni propositi. Sì, di ciò che gradirei NON vedere più in questo 2012:

- Film di tizi normali che si improvvisano supereroi. Supereroi che si improvvisano tizi normali. Supereroi che nemmeno il proprietario del negozio di fumetti dei Simpson conosce cui viene dedicata un’intera pellicola. Insomma, tutti i film sui supereroi che non rispondono al nome di Batman o Spider-Man.

- Commedie all’italiana. Di qualunque tipo. Vi prego, basta così!

- Horror o pseudo horror incentrati su torture/sequestri/rapimenti vari che finiscono immancabilmente e prevedibilmente nell’ennesimo bagno di sangue.

- Horror o pseudo horror su un gruppo di ragazzi in vacanza verso mete esotiche che finiscono immancabilmente e prevedibilmente in un bagno di sangue. Una volta potevano anche risultare divertenti, però adesso cambiate copione.

- Documentari su cantanti di 15 anni la cui vita NON è stata così interessante da essere già raccontata. E forse mai nemmeno lo sarà.

- Personaggi animati cult degli anni ’80 riproposti in computer grafica.

- Mel Gibson con un castoro al braccio.

- Film col 3D nel titolo.

- Film con Nicolas Cage.


mercoledì 16 novembre 2011

Brutto figlio di babbana

L’hanno menata per 10 lunghi anni, gli incassi dell’intera saga basterebbero da soli a risolvere il problema del debito pubblico italiano (ehm, forse no, è davvero troppo alto!), i libri che l’hanno ispirata hanno venduto più copie della Bibbia e l’hanno fatto finire così?
Dico: cooosì?

Harry Potter e i doni della morte: Parte II
(UK, USA 2011)
Titolo originale: Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2
Regia: David Yates
Cast: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes, Matthew Lewis, Alan Rickman, Tom Felton, Bonnie Wright, Evanna Lynch, Jason Isaacs, Helena Bonham Carter, Maggie Smith, David Thewlis, Ciaran Hinds, Kelly Macdonald, John Hurt, Katie Leung, Jim Broadbent, Clemence Poesy, Jamie Campbell Bower, Emma Thompson, Gary Oldman
Genere: potteriano
Se ti piace guarda anche: tutti gli altri Harry Potters



Cominciamo dall’inizio. Se ve le siete perse, potete recuperare la mia
Breve guida babbana almagico mondo di Harry Potter (dedicata ai primi 6 capitoli cinematografici della saga)
e la recensione de
Ma se non avete tempo e/o voglia riassumo rapidamente le puntate precedenti dicendo che pur partendo da un approccio scettico e “babbano” alla materia potteriana, nel corso del tempo avevo cominciato ad affezionarmi a questi piccoli maghetti bastardelli, e quindi ero curioso di scoprire se con l’ultimissima parte dell’ultimissimo capitolo della serie mi sarei trasformato per magia in… un principe azzurro?
No, in un potteriano DOC.

A opporsi alla mia mutazione completa da babbano a potteriano vi è però un elemento importante. Quella di Potter è una saga per alcuni (anzi, per un sacco di gente) mitica, ma per quanto mi riguarda le manca un’ingrediente fondamentale: l’ironia. Quella che rende indimenticabili e davvero entertaining serie più o meno fantasy anche a chi come me non è un fan assoluto del fantasy in senso stretto. Mi riferisco in particolare ai casi di Buffy - L’ammazzavampiri che ha segnato gran parte delle saghe multimiliardarie degli ultimi anni sia sul piccolo che su grande schermo, ma anche alle recenti e spettacolari serie britanniche come Misfits e The Fades, senza dover tornare indietro fino agli anni ’80 alle avventure dei mitici Goonies. In tutti questi casi troviamo scontri epici, creature fantastiche, battaglie all’ultimo sangue, però non manca mai quella presenza di un velo di umorismo che aiuta non solo ad alleggerire l’atmosfera, ma che ci ricorda di come fondamentalmente solo di una fantasy si tratti. E anche se si trattasse di realtà, è sempre importante mantenere uno sguardo ironico di fronte a tutto, anche alle vicende più serie e drammatiche. Altrimenti si rischia di finire nel patetismo e nelle più diaboliche trappole strappalacrime.
E sì che da ironizzare sul maghetto Fotter ci sarebbe più di un motivo…
A cominciare della sua omosessualità latente, mica tanto latente, visto Harry sta sempre lì a menarsi la sua bacchetta magica, invece di cedere alle avance di Hermione e della sorella ninfomane di Ron, cui concede giusto un mezzo bacetto dopo 14 film.
E poi, altra cosa: ad Hogwarts fanno tutte ‘ste magie assurde, ma le lenti a contatto non le hanno ancora inventate? E se proprio non vuole rinunciare ai suoi occhialetti, Harry non può almeno sostituire quelle ridicole lenti rotonde con quelle rettangolari da fighetto hipster milanese?

Tralasciando quindi la grave mancanza di ironia all’interno della serie, la curiosità per questo capitolo è tutta incentrata sul grande finale e quindi le prime scene scorrono come un mero antipasto, un riempitivo che funge da passatempo ma non regala momenti indimenticabili, al contrario de I doni della morte: Parte I che conteneva almeno 2 o 3 tra i momenti migliori dell’intera saga.
La scena con Hermione/Emma Watson che si finge Bellatrix/Helena Bonham Carter ad esempio è simpatica, però niente di che. Il volo sul volatile gigante poi non raggiunge certo, non me ne vogliano i potteriani DOC, i livelli di magia e poesia di quelli di Bastian a “bordo” di Falkor (per gli amici oggi anche noto come Victoria Beckham) sulle note di Neverending Story di Limahl. E ho detto Limahl!

"Prima di morire, massì carichiamo una foto su Facebook!"
Al ritorno a Hogwarts di Harry, succede quindi una cosa incredibile: viene accolto tra applausi e ovazioni generali, quando in una qualsiasi altra scuola normale uno come lui sarebbe stato vittima dei bulli, pestato a sangue e gettato con la testa dentro il cesso. Altroché applausi.
Una cosa davvero odiosa di Harry Potter è la sua totale assoluta bontà. Nel suo aiutare persino i cattivoni che si sono sempre messi contro di lui come Dago Malfoy e suo padre Renato Zero (per quanto poi scorpiremo l’abbia fatto più o meno per il suo bene) tocca limiti che anche Madre Teresa di Calcutta avrebbe trovato stucchevoli e fatto venire un prurito alle mani persino a Gandhi.
Ma se una parte di Lord Voldemort vive dentro Harry Potter, com’è che lui è così buono e teneroso?

Scena presente solo nel director's cut Harry Fotter
La prima ora e fischia del film scorre quindi piuttosto inutile, però era da mettere in conto, con la parte più interessante che si rivela essere quella dedicata al flashback su Severus e i genitori di Harry, l’unico momento che rivela qualcosa di più sui personaggi.
Una bella scena, finalmente, però non importa: quello che importa è il gran finale, ma che dico? Il super gran finale, quello con lo scontrone fatidico tra Harry Potter e Voldemort. Roba da far impallidire le Blog Wars tra il sottoscritto Cannibal Kid e Mr. James Ford.
E invece…

A livello di epicità, la battaglia finale di massa tra il Bene VS il Male non può competere con gli scontri pazzeschi de Le due torri e Il ritorno del re nel Signore degli anelli. Non c’è storia. Roba che se facessero uno scontro tra le due saghe, Harry finirebbe schiantato come il Napoli contro il Barcellona.
Il bacio così, improvviso e frettoloso tra Hermione e Ron appare come un momento gettato via, più che una scena romantica come ‘sti due poveri cristi avrebbero meritato. 10 anni di tira e molla ed è tutto questo che viene concesso loro? Ma che crudeltà!
Comunque non importa nemmeno questo. Quel che importa è Harry VS Voldemort.



"Conosci un buon chirurgo plastico, Harry?
Voglio un nasino nuovo come Paris Hilton..."
Round 1:
Harry Potter si dichiara “Ready to die, come Notorious B.I.G., yo bitch!”.
 “Il ragazzo che è sopravvissuto, venuto a morire”, replica contento Voldemort, pregustandosi una sfida di quelle infinite tipo quando da ragazzino si scontrava con gli amici a Street Fighter.
Così Voldemort passa all’attacco e pianta un raggio fotonico alla Dragon Ball che manda subito Harry Potter al Creatore.
O qualcosa del genere, visto che in una scena alla Matrix Revolutions finisce in una sorta di Aldilà con quella lagna di Albus Silente che io speravo già di non dovermi più sorbire.
Harry is dead and noone cares, canta vittorioso Voldemort, mentre il cadavere del maghetto più effeminato del mondo viene riportato da Hagrid a Hogwarts, in una scena che sembra di assistere alla Passione di Cristo, soltanto meno antisemita.
Ma Harry non è morto. Harry è ancora vivo… Uuuuh, che sorpresona!

Arriviamo così al Round 2: Harry VS Voldemort, again.
Moh la facciamo una sfida più decente?
Questa volta è Voldemort  a fare la fichetta e dopo una lotta senza esclusione di colpi (ma dove?) in cui Harry ottiene il prezioso aiuto del più sfigato di tutta Hogwars: Neville Paciock, che uccide il misterioso e pericolosissimo serpente. Ma pericolosissimo perché? Manco era un black mamba…
Il momento Neville stile rivincita dei nerd riporta alla mente Sam, l’improbabile quanto vero eroe del Signore degli anelli. Solo che in quel caso aveva un senso, visto che si era rivelato fin da subito come uno dei personaggi più interessanti dell’intera saga. Qui invece Neville non l’hanno mai cagato di striscio, se non per brevissime scene più o meno comiche, e poi all’improvviso mi diventa un supereroe? Mi sembra ‘na roba campata per aria così tanto per…
Panico pa-panico pa-panico paura!
Il colpo di grazia al temibile (ma dooooooove???) Voldemort glielo dà poi naturalmente Harry, perché l’eroe dev’essere a tutti i costi lui. D’altra parte il nome sui titoli di testa e sui libri è il suo, Harry Potter, mica Neville Paciock (o Neville Longbottom in inglese). Credete avrebbero venduto tutti ‘sti fantastiliardi di copie, di libri che si intitolavano tipo Neville Paciock e la pietra filosofale?
Con una facilità irrisoria, Harry disintegra così il temutissimo (ma ddda chi?) Voldemort, che si rivela una delle più grandi ciofeche di villain di tutta la storia del cinema. Una parte del (de)merito va di certo a Ralph Fiennes che, per quanto truccato di tutto punto, ha la credibilità come super cattivone di un Pikachu. Il resto lo fa la sua voce, che parla in mondovisione manco fosse Berlusconi con le sue cazzo di reti pubbliche e private unificate.
Ma ormai è finita.
Per tutti e due!

"Ocio, che se sniffi troppa coca ti vengono le narici come le mie!"
Ammazza che cattivone si è rivelato questo Voldemort: sono bastati un paio di bimbiminkia (mancava giusto Justin Bieber), che nemmeno si sono impegnati più di tanto, per mandarlo al tappeto. Dopo essersi resi tutti quanti conto che questo “mago” era un buffone impostore peggio di Silvan e a sconfiggerlo non ci voleva niente, Harry Potter non viene portato in trionfo né niente. Quando prima era tornato a Hogwarts era stato accolto da applausi, una ola, e scene di groupie che gli lanciavano le mutandine addosso, e adesso che ha eliminato una volta per tutte il più cattivone tra tutti i cattivoni non c’è manco uno che gli dice: “Bravo Harry, ben fatto.”
Vabbè, ma finisce così?
Non ancora…

L’ultima scena dovrebbe essere quella più toccante, visto che è ambientata 19 anni dopo che Voldemort è mort, con i nostri tre maghetti ormai cresciuti e adulti e un mezzo secondo di commozione l’ho anche quasi avuto.
La cosa migliore è Hermione/Emma Watson, che così conciata si rivela una gran bella MILF e finalmente non è più peccaminoso (e illegale) fare pensieri impuri su di lei. Con il trucco a Harry Potter invece ci sono andati giù davvero troppo pesanti. Facendo due conti, al termine delle avventure avrà avuto circa 18 anni + i 19 passati = 37 anni circa. Perché allora l’hanno conciato in un modo che neanche il Nongio quando fa il Father ne I soliti idioti è piazzato così male?
Harry con la mogliettina zoccoletta dai capelli rossi che non mi ricordo come si chiama da una parte ed Hermione e Ron dall’altra portano così i figlioletti nella stazione al binario 9 e ¾, quello magico che conduce dritti a Hogwarts. È la quadratura del cerchio, la fine dove tutto era iniziato, va bene. Ma dalla saga più fantasiosa e magica della letteratura contemporanea non era forse lecito attendersi un finale un minimo più fantasioso?
E invece no. Tutto è gettato lì in maniera veloce, così come lo scontro tra Harry e Voldemort. Spero che nel libro la Rowling abbia trattato i lettori con maggiore rispetto e abbia proposto un finale un pizzico più emozionante. Nel film invece mi sembra che tutta la parte finale sia stata buttata lì alla buona, come se avessero pensato: “Massì, basta. Sono 10 anni che la tiriamo avanti, finiamola più in fretta che possiamo”.
Ma già che c’erano, i furboni hanno anche pensato bene di tenersi una porta aperta per un’eventuale nuova serie futura, con protagonisti già bell’e pronti i figlioletti di Hermione, Ron, Harry e della tipa rossa che non mi ricordo il nome.

E così che finisce il mondo di Harry Potter, non con un bang, ma con un lamento.
Il lamento mio. Dopo 8 film 8 pensavo che per me ci sarebbe stato il lieto fine. Avevo immaginato che da scettico babbano quale ero in partenza, giunto al finale mi sarei trasforfato in un potteriano in lacrime per l’ultima scena. E invece l’ultimo film, che già pregustavo come il migliore, si è rivelato il più deludente della serie.
Affranto non perché Harry Potter è finito, ma da come Harry Potter è finito, ho allora deciso di immaginare un finale alternativo.
Come l’avrei fatto finire io?

"Dai cazzo, GianHenry!"
IL FINALE CANNIBALE
19 anni dopo aver sconfitto Voldemort, Harry Potter è un uomo alcolizzato e depresso che non ha più uno scopo nella vita, non avendo più un acerrimo nemico contro cui combattere. E così si sfoga con una relazione extraconiugale con Hermione, che l’ha sempre guardato con occhi pieni di desiderio del tipo: “Minchia come ti scoperei, Harry,” mentre il povero Ron non l’ha mai guardato così. E come passatempo, anziché fare incantesimi, Harry si sfoga a menare i figlia perché stanno scoprendo le loro prime magie.
Quando la moglie di cui non ricordo il nome becca Hermione mentre gli fa un soffocone, Harry rimane solo, divorziato e senza amici, giacché anche Ron gli volta le spalle. Nell’unico giorno del mese in cui il giudice gli consente di vedere i figli, Harry porta i suoi ragazzi allo zoo come nel primo film e qui ha una rivelazione. Mentre il suo figlioletto piccolo, quello che più gli assomiglia, l’Harry 2.0 insomma, sta combinando un altro dei suoi soliti casini, a lui viene in mente una cosa: rifilargli un bel coppino con la sola imposizione delle mani: “Coppinum coppinum, coppinum supremum!”
Ed ecco che il figlioletto cade a terra con la faccia nel fango ed Harry ride. Ride felice come un bambino, felice non lo era più stato negli ultimi 19 disastrosi anni lontano da Hogwarts. Capisce allora che è lì che deve tornare. A Hogwarts.
Grazie alle solite raccomandazioni e calci nel culo, Harry si guadagna una cattedra da docente in “Poteri stupidi applicati” e lì le cose procedono alla grande. Fino a che una studentessa minorenne non lo denuncia per molestie sessuali, perché a quanto dicono le voci diffuse in quel di Hogwarts, pare le abbia gridato: “Beccati sta bacchetta magica!”.
Qui per l’ex maghetto ha inizio una lunga battaglia legale, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.
Ciao Harry!
(voto 6-/10)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com