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lunedì 24 settembre 2018

Dogman, il film premiato al Festival di Cane




Dogman
Regia: Matteo Garrone
Cast: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Francesco Acquaroli, Aniello Arena, Adamo Dionisi, Alida Baldari Calabria








venerdì 26 febbraio 2016

Kanye West, Rihanna, Iggy Pop, Elio e... - La musica di febbraio 2015





Questo mese la musica non ci ha regalato soltanto il Festival di Sanremo. Per fortuna sono arrivati anche dei nuovi dischetti interessanti, sia in ambito nazionale che internazionale. Prima di dilungare ulteriormente questa intro – che si sa le intro non interessano mai a nessuno – passiamo subito a vedere le (più o meno) brevi recensioni di alcuni album sentiti negli ultimi giorni qui su Pensieri Cannibali.

Kanye West “The Life of Pablo”

venerdì 25 ottobre 2013

IL POCO SORPRENDENTE ALBUM NUMERO 2 DE I CANI




I Cani “Glamour”
È uscito il nuovo disco de I Cani.
Che poi al giorno d’oggi dire che un disco è uscito è alquanto anacronistico e quasi quasi potrebbe essere un buon tema per una canzone dei Cani.
Che poi dire i Cani al plurale non è propriamente correttissimo, visto che più che una band vera e propria è il progetto individuale di tale Niccolò Contessa, romano de Roma.
Comunque, com’è questo nuovo disco dei Cani, anzi del Cane?
Dopo Il sorprendente album d’esordio de I Cani, a mancare qui è proprio l’effetto sorpresa, che rappresentava un buon 90%, facciamo anche un 99%, della forza di quel disco. Il poco sorprendente secondo album de I Cani suona pressappoco come il primo, soltanto un po’ più rock e un po’ più suonato, e un po’ meno hipster electro oh yeah. Suona anche più prodotto e meno indie.
I Cani allora si sono venduti? Sono diventati commerciali? Adesso passeranno anche su Radio Deejay One Nation One Station?
Non credo. I Cani hanno continuato a proseguire sulla stessa strada del lavoro precedente e qui sta anche il limite principale del nuovo disco. Scappato via di casa l’effetto sorpresa, restano delle canzoncine indie-rock oggi meno indie e più rock che in passato, bruttine a livello musicale e in cui la cosa più interessante sono sempre i testi. Come per Vasco Brondi e le sue Luci della centrale elettrica, anche Niccolò Contessa ha ormai definito uno “stile canino” (non intendo Alessandro Canino, non è caduto così in basso) immediatamente riconoscibile. Con la differenza non da poco che Le luci della centrale elettrica avevano tirato fuori un secondo album al livello del primo, o quasi.
Dopo l’ormai famigerata “Wes Anderson” e le numerose citazioni presenti sul disco numero 1, non mancano pure in questo secondo album de I Cani vari riferimenti, tutti più o meno hipster e radical-chic, da WhatsApp fino a Vera Nabokov, ché dedicare un pezzo al marito Vladimir sarebbe stato troppo scontato, dal Premio Tenco a Thurston Moore, passando per Pasolini e Jay-Z, Pasolini e Jay-Z, Pasolini e Jay-Z, ok, l'abbiamo capito: Pasolini e Jay-Z.
Più che un disco Glamour, un disco hipster. Il problema, oltre alla mancanza dell'effetto sorpresa e dell'affiorare di una certa maniera, cosa al secondo disco un pochino prematura, è che I Cani ormai sono troppo famosi e quindi è ora di sparare a zero su di loro. Già c’era chi gli sparava addosso ai tempi del sorprendente album d’esordio, figuriamoci adesso che hanno tirato fuori un dischetto mediocre. Oggi come oggi non c’è davvero niente di più hipster che dire: “A me I Cani stanno sui coglioni.”
Attenti a farlo. I Cani saranno anche famosi tra gli hipster e altri quattro cani gatti, o quattro poveri stronzi (per citare il pezzo "Non c'è niente di twee"), però, se andate per strada a dire una cosa del genere, rischiate che qualcuno i cani ve li sguinzagli contro…
(voto 5/10)


Potete ascoltarvi tutto il disco su Spotify che fa molto ma molto hipster.




sabato 8 dicembre 2012

MAN OF THE YEAR 2012 - N. 14 WES ANDERSON

Wes Anderson
Genere: radical-hipster
Provenienza: Houston, Texas, USA
Età: 43
Il passato: Un colpo da dilettanti, Rushmore, I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Il treno per il Darjeeling, Fantastic Mr. Fox
Il suo 2012: Moonrise Kingdom - Una fuga d’amore
Il futuro: The Grand Budapest Hotel con Saoirse Ronan
Ti potrebbero piacere anche: Roman Coppola, Noah Baumbach, Jason Schwartzman, Jonathan Ames
Perché è in classifica: perché finalmente ha girato il suo Capolavoro

Attendevo Wes Anderson al varco.
Con una mazza chiodata per fargli del male?
Ma no! Dopo averlo visto alle prese con una serie di film quasi sempre buoni (no, Steve Zissou no), ma sempre in qualche modo fermi a un passo dall’eccellenza, aspettavo che facesse il suo vero capolavoro personale e ora, con Moonrise Kingdom, l’ha fatto. Wes Anderson ce l’ha fatta. È riuscito a infilare dentro una pellicola sola tutto il suo cinema, tutta la sua visione del mondo, tutto il suo umorismo talmente sottile e intellettuale da essere a volte ai limiti del comprensibile (e forse alle volte pure ai limiti dell’umorismo stesso), tutto il suo gusto retrò, tutta quella sua certa attitudine infantile, tutta la stralunatezza dei suoi personaggi, tutta la sua cura maniacale per inquadrature, costumi, musiche e scenografie. Moonrise Kingdom è un’opera formalmente perfetta, esteticamente magnifica, ma la cosa più importante è che sotto vi batte forte un cuoricino. Un film bello, e con l’anima. Wes Anderson ce l’ha fatta.
E ora, cos’altro combinerà? C’è chi ha persino immaginato una sua personale rivisitazione di Star Wars. La Disney sarà d’accordo?



Vorrei vivere in un film di Wes Anderson,
vederti in rallenty quando scendi dal treno.
Coi personaggi dei film di Wes Anderson:
idiosincratici, più simpatici di me.

E i cattivi non sono cattivi davvero.
E i nemici non sono nemici davvero.
Ma anche i buoni non sono buoni davvero,
proprio come me e te.

Vorrei vivere in un film di Wes Anderson:
inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks.
Vorrei l'amore dei film di Wes Anderson,
tutto tenerezza e finali agrodolci.

E i cattivi non sono cattivi davvero.
E i fratelli non sono nemici davvero.
Ma anche i buoni non sono buoni davvero,
proprio come me e te.
I Cani (indie hipster band, naturalmente) “Wes Anderson”






sabato 3 dicembre 2011

I cani: Man of the year 2011 n. 18

Niccolò C. de I Cani
Genere: cantante indie
Provenienza: Roma, Italia
Età: 25
Il passato: chiuso in cameretta ad abbaiare
Il suo 2011: Il sorprendente album d’esordio dei Cani
Il futuro: canterà senza un sacchetto in testa?
Perché è in classifica: perché me piasciono le sue canzoni
Ti potrebbero piacere anche: Iononsonouncane, Franco Battiato, Max Gazzè, Dente, Le luci della centrale elettrica

Il caso musicale italiano dell’anno.
O meglio, il caso musicale indie italiano dell’anno, visto che non credo radio e grossi media siano rimasti sconvolti da Il sorprendente album d’esordio dei Cani, un disco che promette ciò che mantiene il titolo. Sanno sorprendere, infatti, i Cani, per lo meno all’interno dello stantio panorama italiano, grazie a una serie di motivi synth-pop semplici ed efficaci, cantati senza virtuosismi ma non alla cazzo di cane.

(spazio per le non-risate a questa terribile battuta)

Che poi sono, questi Cani? In realtà si tratta del progetto di un one man band (anche se poi dal vivo si presenta insieme ad altri 3 tizi con un sacchetto della spesa in testa), un certo Niccolò Contessa, venti5enne romano che non vuole mostrare il suo volto e preferisce restare anonimo (oops, troppo tardi) ma che in compenso canta, realizza le musiche e i testi. Che poi sono questi ultimi la sua vera arma in più, tanto paraculi quanto riusciti, una sorta di campionario ideale dell’indie radical-chic italiano, tra citazioni di Wes Anderson, David Foster Wallace e American Apparel.
Il disco tricolore e il personaggio più hip, anzi hipsteria, del 2011.

Leggi la mia RECENSIONE del Soprendente album d’esordio dei Cani




sabato 16 luglio 2011

Senti chi straparla adesso

Wilfred
(serie tv – stagione 1)
Rete americana: FX
Rete italiana: non ancora arrivata
Sviluppata da: David Zuckerman
Cast: Elijah Wood, Jason Gann, Fiona Gubelmann, Dorian Brown, Ethan Suplee
Genere: fuori di testa
Se ti piace guarda anche: Wilfred (serie tv australiana), Beavis & Butthead, Fusi di testa, Donnie Darko

Wilfred rischia seriamente di essere la serie tv più folle dell’anno. Seriamente mica tanto, visto che stiamo parlando di una serie con protagonista Frodo del Signore degli anelli aka Elijah Wood che parla insieme a un cane umanizzato stile coniglio Frank di Donnie Darko. Un cane che è un vero pezzo di merda, tra l’altro, e nonostante non gli annunci la fine del mondo, gliene fa passare di tutti i colori.

Un’idea originale in una nuova serie americana? Sembrava strano e infatti… questa comedy è tratta da una serie australiana, perché evidentemente negli USA sono a corto di serie britanniche da saccheggiare (Shameless, Skins, The Office, Being Human…) e allora hanno deciso di allargare il raggio d’azione del rastrellamento idee in un altro continente. A mantenere un punto di contatto tra la versione canguresca e quella yankee ci pensa uno dei creatori della serie, nonché attore interprete nella parte del “cane” Wilfred, ovvero Jason Gann, uno che se non si perde tra un costume da animale e l’altro potrebbe regalarci qualche altra perla, un po’ come fatto da Ricky Gervais (quello di The Office UK).
Se negli ultimi tempi il limite della follia in film e telefilm ormai si sta spingendo sempre più oltre, ed è un bene, Wilfred aiuta a fare un passo ulteriore in questa direzione: il protagonista Elijah Wood è infatti un tizio che tenta il suicidio in qualunque modo, ma senza successo. La mattina seguente i suoi ripetuti tentativi falliti, la sua vita però cambia con l’incontro di una ragazza affascinante, la sua bionda vicina di casa. E fin qui tutto normale. Però l’incontro che gli cambia davvero l’esistenza è in realtà un altro: quello con Wilfred, il “cane” della ragazza. Non un semplice cane, visto che Elijah Wood, forse ancora sotto effetto delle pillole che si è sparato per suicidarsi o forse sotto effetto di troppa erba pipa fumata con i suoi amici hobbit, lo vede sotto forma umana, o meglio sotto forma di un cretino con addosso un costume da cane gigante addosso. Cane o non cane che sia, Wilfred diventa una sorta di Grillo Parlante più sboccato, volgare e costantemente arrapato per il nostro protagonista e lo esorta a fare tutto quello che prima non aveva il coraggio di fare. Compreso cagare dentro agli stivali di un vicino di casa fastidioso.

Spazio a qualche domanda:

Pazzesco? Probabile.

Esilarante? Certo.

Sembra una cazzata? Sì.

Lo è? No, in realtà è geniale.

A volte bisogna fidarsi, come un cane fa con il proprio padrone, e questo è uno di quei casi: seguite questa serie.
(voto 7/8)

sabato 18 giugno 2011

Mancu li cani

I cani “Il sorprendente album d’esordio dei Cani”
Genere: electro pop
Provenienza: Roma, ao'
Se ti piace ascolta anche: Iosonouncane, Baustelle, Max Gazzé, Dente

Ogni tanto - incredibile - anche in Italia succede qualcosa. E in questo caso forse non si tratta di una rivoluzione assoluta come qualche rivista musicale ha già cercato di spacciarla, ma comunque di una fresca novità tutta da sentire in questa estate italiana. Capita infatti che un cantautore molto sui generis italico arrivi con un suo stile tutto personale, subito molto definito e riconoscibile e così dopo Le luci della centrale elettrica e Dente ecco che è la volta di questo nuovo nickname/artista I cani, dietro cui si cela un ragazzo romano del 1986 che preferisce rimanere anonimo.
La musica che ci propone in questo suo sì davvero sorprendente album d’esordio è un electro pop rock composto da basi fatte al computer e racconti più o meno generazionali della gioventù (ma non solo) romana (ma non solo) di oggi. Brani cantati (e non abbaiati come qualcuno potrebbe immaginare) con testi più vicini al rap che non al barboso cantautorato italiano tradizionale, ognuno in grado di contenere vari versi memorabili come: “Andrò a New York a lavorare da American Apparel, io ti assicuro che lo faccio, o se non altro vado al parco e leggo David Foster Wallace,” nel singolone Hipsteria.


Il disco italiano indie (ma non solo) da procurarvi quest’anno? Oh sì! Altrimenti sarete considerati troppo poco hip e per Cannibal che vi segnala queste chicche allora hip hip, hurrah! Hip hip, hurrah! Hip hi…
“Allora, la smettiamo di fare tutto ‘sto casino, brutti drogati?” urla la gente dalle finestre, con un secchio d’acqua pronto per gettarcelo addosso. E quindi ok, basta con gli auto inni celebrativi e ascoltatevi questa musica tutt’altro che da cani.
(voto 7,5)


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