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domenica 3 gennaio 2016

I peggio film 2015





Fare le classifiche dedicate al meglio è bello, ma c'è qualcosa di meglio ancora: le liste del peggio. Quelle in cui scatenare tutta la propria cattiveria, che nel mio caso è parecchia.
Ecco i film magari non peggiori in senso assoluto, quanto i più odiati nel corso degli ultimi 12 mesi qui su Pensieri Cannibali. Un'occasione anche per attirare dell'odio nei miei confronti, andando a toccare delle pellicole che da altre parti sono state amate, a volte anche parecchio.

Partiamo con la Flop 10 e poi spazio a una serie di poco ambiti premi assortiti.
Chi sarà il successore di The Counselor - Il procuratore, il peggiore del 2014?

Flop 10 - I peggiori film del 2015 secondo Pensieri Cannibali


sabato 18 luglio 2015

Inferno, e ho detto tutto





La solita commedia - Inferno
(Italia 2015)
Regia: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Martino Ferro
Sceneggiatura: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio
Cast: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Tea Falco, Gianmarco Tognazzi, Marco Foschi, Giordano De Plano
Genere: infernale
Se ti piace guarda anche: I soliti idioti

Nel mezzo del cammin di mostra vita,
mi ritrovai per una pellicola oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Molto smarrita. E sì che a me il Nongio garbava parecchio, in passato. In quell'epoca in cui su Mtv oltre a lui c'era l'idolo Andrea Pezzi, il faro esistenziale Massimo Coppola, Camila Raznovich con quella sua fronte enorme, Giorgia Surina che faceva... boh, non so cosa, però lo faceva bene, Marco Maccarini con sulla testa la versione bionda della parrucca di Gullit, Kris & Kris Kristo Santo che bone, senza menzionare i video musicali. Ebbene sì. Una volta, su Mtv passavano i video musicali. Non ci credete, vero?
Quelli erano i bei tempi di Mtv, non come adesso dove ci sono 25 ore su 24 programmi reality finto documentaristici che fanno schifo. Non mi riferisco tanto a quelli di produzione americana, che sono in fondo ancora ancora guardabili, ma a quelli italiani. Passi Teen Mom, ma 16 anni e incinta - Italia è una roba allucinante. E il nuovo programma che trasmettono adesso nel preserale, Surfers, che merdaccia è? E cosa c'azzeccano con il surf 'sti 3 tizi che sembrano usciti da una pubblicità della Tim Tribù?

giovedì 19 marzo 2015

IL SOLITO CINEMA D'INFERNO





Questa settimana escono addirittura una dozzina di film! E non è manco arrivata ancora la Festa del Cinema.
Per orientarvi nella ricca (più quantitativamente che qualitativamente) proposta ci pensano i soliti idioti del blogging cinematografico: il divino Cannibal Kid e il satanico Mr. James Ford.
Senza indugiare oltre, andiamo a vedere tutte le pellicole in arrivo, che sono davvero tante.

venerdì 25 aprile 2014

FIGA NEI CERVELLI




Fuga di cervelli
(Italia 2013)
Regia: Paolo Ruffini
Sceneggiatura: Paolo Ruffini, Nicola Guaglianone, Menotti
Ispirato al film: Fuga de cerebros
Cast: Luca Peracino, Paolo Ruffini, Guglielmo Scilla, Frank Matano, Andrea Pisani, Olga Kent, Niccolò Senni, Gaia Messerklinger, Giulia Ottonello, Biagio Izzo, Daniel McVicar
Genere: di ‘sto cazzo
Se ti piace guarda anche: Fuga de cerebros, Notte prima degli esami, I soliti idioti

Pure io me le vado a cercare. Lo so, lo so. Ogni tanto però non posso fare a meno di assecondare il mio istinto masochista e infliggermi del male con delle pellicole atroci. I segnali allarmanti erano per altro ben visibili. Innanzitutto, Fuga di cervelli è una produzione Colorado Film. Per chi non lo sapesse, beato lui, Colorado è la versione meno divertente di un programma già ben poco esilarante come Zelig. Colorado in alcune occasioni ha realizzato persino delle puntate intere dedicate alle parodie di pellicole famose come Il signore degli anelli e, per quanto io adori le parodie, persino quelle più scrause, quelle del programma di Italia 1 non facevano ridere manco per sbaglio.

Come secondo elemento preoccupante, Fuga di cervelli rappresenta l’esordio alla regia di Paolo Ruffini. Chi cazzo è Paolo Ruffini?
Dopo un piccolo ruolo in Ovosodo, Paolo Ruffini ha iniziato la sua "folgorante" carriera a Mtv. Ecco, a me piacciono praticamente tutti quelli che hanno lavorato a Mtv. Persino i puliscicessi e persino il Nongio che ultimamente si è sputtanato tra film di Neri Parenti e I soliti idioti. Ma i soliti idioti, pure il secondo terribile film, appaiono dei soliti geni della comicità, al confronto del Ruffini. E io Ruffini non lo sopporto. È l’unico nella storia di Mtv che non mi è mai piaciuto e continuerà a non piacermi mai.

Ulteriore campanello d’allarme, ancora prima di iniziare la visione, è che Fuga di cervelli è il remake di una pellicola spagnola campione di incassi in patria, Fuga de cerebros. Quando noi italiani copiamo gli spagnoli, sono cazzi amari. Basta vedere I Cesaroni, format tratto dalla serie iberica Los Serrano.

Il cast di Los Serrano.
Fanno quasi rimpiangere Branciamore e la Mastronardi. Ho detto quasi.

Paolo Ruffini nella parte dello scemo.
Ah no, scusate, nella parte del cieco.
Nonostante tali segnali facevano temere il peggio, mi sono avventurato comunque a guardare quest’opera prima (e spero anche ultima) del regista Ruffini, sperando che almeno un paio di risate me le avrebbe regalate. In fondo l’idea alla base della pellicola, che poi credo sia del tutto rubata all’originale spagnolo, non è così male. L’intenzione è quella di realizzare una versione europea delle commedie goliardiche adolescenziali americane, dei college movies in particolare. Un genere che nel corso del tempo ci ha regalato vari spassosi esempi, dal leggendario Animal House arrivando al cult di quando ero ggiovane io American Pie e seguiti vari, passando per gli anni ’80 de La rivincita dei nerds. Come in quest’ultimo film, anche qui i protagonisti sono degli emarginati sociali, degli outsiders. Uno è un ragazzo cieco, un altro è su una sedia a rotelle, c’è lo spacciatore tossico di nome Lebowski, c’è un tizio scemo, ma scemo forte, e poi c’è il protagonista principale Emilio che è uno sfigato che nel corso della sua vita ha avuto vari problemi fisici.

"Ma questo è un tram di Torino, non un tram inglese.
Se ne accorgerebbe anche un Ruffini finto cieco."
Questo però non è solo un college movie demenziale e irriverente (ma dove?), è anche una grande storia d’amore. Emilio è innamorato perso della sua amica d’infanzia Nadia, interpretata da Olga Kent, attrice moldava topa a livello fisico ma cagna a livello recitativo come poche. Così come nel resto del cast Guglielmo Scilla in arte Willwoosh riesce a mascherare poco, dietro gli occhiali da sole perennemente indossati, le sue scarse capacità interpretative. Anche se, va detto, niente in confronto a Paolo Ruffini che, nella parte del cieco, offre la prova recitativa peggiore nella storia del cinema. Se questo può essere considerato cinema e non giusto uno sketch tirato troppo per le lunghe di Colorado.
Tornando alla storia, un bel giorno, anzi un brutto giorno per Emilio, Nadia viene accettata a Oxford e parte per l’Inghilterra. A questo punto, gli amici di Emilio lo convincono ad andare a Oxford pure lui e in quattro e quattr’otto questi cinque ritardati riescono a falsificare la loro iscrizione a una delle università più prestigiose del mondo.

"Aahahah, divertentissima questa scena!"
"Allora è meglio se la tagliamo, Paolo. Stona troppo con il resto del film..."
Tutto questo è giusto il pretesto per arrivare al punto fondamentale del film. Un’analisi sociale profonda della situazione giovanile attuale, che porta i talenti italiani (o spagnoli, nel caso dell’originale) a doversi trasferire all’estero per trovare fortuna?
Certo che no. Anche perché questi tizi di talento non ne hanno, manco nell’essere dei simpatici cazzari. Il cuore della pellicola sta invece nel vedere un gruppo di ragazzi italiani disadattati, casinisti e arrapati alle prese con un serioso college inglese. Spunto che da solo basta per immaginare un film tanto sguaiato quanto divertente. E invece no. Il problema di Fuga di cervelli non è essere senza cervello. Che questa fosse una pellicola stupida, già lo si poteva mettere in conto e non ci si poteva aspettare altro. Il problema è che non fa ridere. È una commedia trash, ma trash forte, che ben presto dà noia, con il suo ripetere forzato di gag prive di idee. Persino la componente volgare è tenuta a bada e, nonostante qualche nudo e qualche parolaccia, niente va davvero all’infuori dei binari dell’imperante politically correct.
Il film è ricco di citazioni cinematografiche, da Il grande Lebowski a Non guardarmi: non ti sento, oltre ai college movies sopra nominati. Solo che non si tratta di rielaborazioni personali, come poteva ad esempio capitare nei primi validi lavori di Aldo, Giovanni e Giacomo Tre uomini e una gamba e Così è la vita, che citavano Tarantino come i Coen. Laddove in quei casi emergeva lo spirito cinefilo dei tre comici, qui è solo un semplice scopiazzare e rubare le idee in maniera per nulla fantasiosa e, soprattutto, per nulla divertente.

Nonostante le premesse iniziali non fossero delle migliori, un minimo di speranza di trovarsi di fronte a una via italiana alla commedia goliardica a stelle e strisce c’era comunque. Sarebbe stato bello trovarsi di fronte a un guilty pleasure stupido, ma in grado di far ridere. Uno di quei film che ti vergogni ti siano piaciuti. Purtroppo non è così. La pellicolona d’esordio di Paolo Ruffini mi ha fatto giusto provare una gran pena e durante la visione non solo se n’è andato in fuga il mio cervello, ma pure il mio sorriso.
(voto 1/10)

"Grande Cannibal che non c'ha dato zero.
Queste sì che sono soddisfazioni!"

venerdì 3 maggio 2013

IL SOLITO IDIOTA


I 2 soliti idioti
(Italia 2012)
Regia: Enrico Lando
Cast: Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Miriam Giovanelli, Teo Teocoli, Gianmarco Tognazzi, Beatrice Bello, Rosita Celentano
Genere: idiota
Se ti piace guarda anche: I soliti idioti (il film), I soliti idioti (la serie)

Non contento di aver visto il primo film, mi sono guardato pure il secondo, che è molto peggio.
Sono proprio il solito idiota.
(voto 3mendo/10)

P.S. Comunque è sempre meglio de Le streghe di Salem. I due soliti idioti, se non altro, a fine pellicola hanno il buon gusto e l'autoironia di ammettere di aver ammazzato il Cinema.

giovedì 20 dicembre 2012

I due soliti cinecommentatori idioti

"Minchia, siamo sul blog di Cannibal Kid!"
"Minchia, e siamo pure vestiti come lui. Ma comunque chi è, Cannibal Kid?"
"Minchia boh."
Ultimo appuntamento dell’anno con la rubrica cannibal-fordiana.
Grazie a Dio. E a Babbo Natale. E a Gesù Bambino. E a Terrence Malick.
In attesa che a inizio 2013 arrivino delle pellicole interessanti, e ne arriveranno diverse, per quanto riguarda il finale del 2012 dobbiamo accontentarci di una serie di uscite ben poco entusiasmanti. D’altra parte è pur sempre Natale. Quest’anno però non c’è nemmeno un cinepanettone vero e proprio ma solo un cinepanettone camuffato da cinepandoro, e non c’è nemmeno il cinePieraccioni, quindi vediamo di non lamentarci troppo, ok?
Anche se il Natale si sta avvicinando pericolosamente, i due eterni rivali Cannibal & Ford non si sono addolciti e si sono scambiati una serie di pacchetti più esplosivi che natalizi, per commentare (più o meno) amichevolmente i film in arrivo a favore di chi volesse fare un salto al cinema, durante questa feste.
Ecco il menù da loro servito in tavola.

"Ed eccoci vestiti da Fordsessuali. Sì, ho detto Fordsessuaaali."
I due soliti idioti di Enrico Lando
Il consiglio di Cannibal: i più idioti restano sempre Ford e soprattutto io, perché da lui non voglio farmi superare nemmeno quando si tratta di idiozia!
Io ai 2 soliti idioti Nongio e Biggio non ce la faccio a voler male. Mi sono sempre piaciuti e, soprattutto all’inizio, la serie tv de I soliti idioti presentava un sacco di spunti esilaranti. Giocando molto sulla ripetizione, dopo un po’ ovviamente sono venuti a noia, però alcuni nuovi personaggi divertenti sono riusciti a tirarli fuori.
A livello cinematografico, il primo film dei soliti idioti era davvero pochissima roba, qui c’è la mia rece.
Eppure un paio di risate le strappava anche. Questo sarà un altro filmetto modesto, ma prima o poi un’occhiata disimpegnata mi sa che gliela concederò.
Come al solito ci saranno i soliti snob che li disprezzano totalmente, come il solito Mr. Ford.
E poi il radical-chic sono io…
Il consiglio di Ford: non possono esistere due idioti più idioti di me e, soprattutto, del Cannibale.
Già lo scorso anno, quando uscì a furor di popolo il primo film tratto dalla fortunatissima serie made in MTV, manifestai tutto il mio disappunto verso i personaggi di Nongio e Biggio che, onestamente, non mi sono mai piaciuti, nonostante Julez riesca a regalarne imitazioni splendide. Dunque, approfittando del Nachele, regalerò al mio antagonista la visione in solitaria di questa bella merdina che si preannuncia anche
peggiore della precedente.

"Piuttosto che salire su una nave da crociera guidata da Schettino,
preferisco viaggiare con una tigre..."
Vita di Pi di Ang Lee
Il consiglio di Cannibal: morte di Pi
È stato definito “il nuovo Avatar” e quindi so già che odierò questo film con tutto il mio cuore. Fin dal trailer promette di essere una porcheria new-age di quelle mi fanno venire il voltastomaco al solo pensarci, oltre che una martellata sulle palle stile Castaway. Già non sono un grande fan del Natale e delle cacchio di feste natalizie, ma una visione del genere potrebbe rovinarmele totalmente.
Partendo da aspettative tanto atroci, chissà che poi invece non riesca a sorprendermi in positivo.
Ma non credo.
Ci sono più probabilità che Ford tiri fuori un altro post decente dopo quello, ormai un ricordo lontano, dedicato a Un sapore di ruggine e ossa.
Il consiglio di Ford: una vita da Pi... rla. Quella del Cannibale.
Ang Lee è un regista che ho sempre stimato, autore di film discreti come La tigre e il dragone ed altri decisamente ottimi come Il banchetto di nozze e Brokeback Mountain. Dall'altra parte, è pur vero che l'autore orientale ormai sdoganato ed occidentalizzato è stato anche il responsabile di una delle esperienze più pallose della mia vita in sala - e parlo del suo imbarazzante Hulk -. Il trailer di questo aspirante pippone new age di fine anno fa presagire una sua appartenenza alla seconda categoria, ma dato che è passato un pò troppo tempo dall'ultima raffica di bottigliate sparata al Saloon, potrei concedermi una visione giusto per massacrarlo come si deve, un pò come faccio con il Cuccioletto ammazzavampiri ogni settimana.

"Della recensione di Mr. Ford non me ne frega niente,
quand'è che arriva quella di Cannibal?"
La regola del silenzio - The Company You Keep di Robert Redford
Il consiglio di Cannibal: silenzio Ford, forse c’è un film decente
L’uscita del nuovo film di Terrence Malick To The Wonder inizialmente era fissata per questo periodo, ma poi è stata spostata addirittura al 27 giugno 2013: una brutta notizia per tutti gli amanti di Malick e del bel cinema come il sottoscritto, una buona notizia per tutti i cinezozzoni come Ford…
Unico film vagamente degno di nota della settimana più prenatalizia dell’anno è allora rimasto il nuovo di Robert Redford. Un thriller giornalistico-politico che si preannuncia ben poco natalizio. E questa è una buona notizia. La brutta notizia è che, se il mondo non finisce prima, nel 2013 tornerò a condurre questa rubrica sulle uscite cinematografiche sempre in compagnia di Ford. Quando si dice: the company you keep.
Il consiglio di Ford: la nuova regola di questa rubrica sarà il silenzio del Cannibale.
Partiamo dal presupposto che io a Redford voglio bene. In fondo, parliamo del Sundance Kid, mica cazzi. Eppure, dietro la macchina da presa, l'ormai incartapecorito belloccio non è mai riuscito a conquistarmi del tutto, dunque ho discreti dubbi anche a proposito di questa sua ultima fatica, anche se potrebbe rivelarsi meno peggio del previsto: un pò come il Cannibale quando è costretto a riconoscere alcune scelte cinematografiche assolutamente illuminate del sottoscritto.

Ecco la fototessera sulla patente di Ford.
Ralph Spaccatutto di Rich Moore
Il consiglio di Cannibal: Ford Spaccatutto
Ralph Spaccatutto è Ford.
Punto e basta.
È lui e questo si preannuncia come la versione animata della sua vita. O anche una variante videogammara di Toy Story + Monsters & Co.
Classica disneyata (ma non è Pixar) che probabilmente esalterà il mio rivale, mentre a me farà venire voglia di veder comparire sullo schermo la scritta game over.
Il consiglio di Ford: Ford spaccaCannibal.
Ricordo che vidi per la prima volta il trailer di questo film quando andai a vedere Brave in sala. Che dire!?
Personaggio che promette scintille - ed assolutamente fordiano -, animazione Pixar-style, vintage anni ottanta, videogiochi: direi che gli ingredienti per il mio film di Nachele ci sono tutti. Alla facciazza di quel bimbominkia del Cannibal, che non conoscerà neanche un titolo di questi cult della videoludica e passerà le sue nottate a rincoglionirsi di Call of duty e Red bull.


"Caro Babbo Natale, quest'anno le uniche cose che voglio sono che spariscano
gli spot da YouTube e che WhiteRussian sparisca da Blogger!
Ernest & Celestine di Stéphane Aubier, Vincent Patar, Benjamin Renner
Il consiglio di Cannibal: saranno anche meglio di Fordest & Cannibaline, ma non è che ci vada molto…
A provare a contrastare il colosso Disney, ecco una piccola pellicola d’animazione che potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.
Dal trailer però mi sembra una gran bambinata di quelle fordiane, mentre ci tengo a precisare che io sono più per le bimbominkiate. E tra le due cose passa una differenza enorme, come tra la notte e il giorno.
Il consiglio di Ford: Ford continua a spaccare Cannibal.
Filmetto d'animazione che non promette nulla d'interessante specie nella settimana del trionfo di Ralph Spaccatutto, titolo già fordiano onorario ed emblema della lezione che Bimbominkia Kid continuerà a prendersi settimana dopo settimana alla facciazza di tutte le previsioni Maya che vorrebbero conclusa questa rubrica dopo il ventuno dicembre.

"L'ultimo film russo-israelo-palestinese-ottomano consigliato da Ford?"
"Da suicidio!"
La bottega dei suicidi di Patrice Leconte
Il consiglio di Cannibal: in una settimana da suicidio, potrebbe essere una bottega in cui rifugiarsi
Non è finita qua, con l’animazione francese. Oltre a Ernest & Celestine, ecco anche La bottega dei suicidi di Patrice Leconte, il regista dell’ottimo La ragazza sul ponte. Una pellicola dark che sembra creata apposta per i fans di Kurt Cobain come il sottoscritto.
Il pro-life Mr. Ford, con la sua incontenibile e odiosissima joie de vivre, al solo sentire il titolo di questo film vorrà uccidere brutalmente sia gli autori di questo film che me.
Oh, ma meno male che lui è pro-life, comunque…
Il consiglio di Ford: la bottega degli amici di Depresso Kid.
Normalmente mi prenderei il tempo di bottigliare selvaggiamente un film come questo, eppure - e questo sorprenderà il mio rivale Cucciolo Suicida - devo ammettere di stimare discretamente Patrice Leconte soprattutto per l'ottimo L'uomo del treno, che qualche anno fa mi stupì alla grandissima e fu uno dei primi dvd della collezione ormai imponente del Saloon. Ennesima sorpresa, dunque, e conferma dell'ecletticità del vecchio Ford rispetto alla staticità ormai conclamata del piccolo Cannibale, a trent'anni suonati ancora chiuso nella sua cameretta insieme ai coniglioni. Ovviamente suicidi.

"Sveglia, sveglia!"
"Che c'è? E' arrivato Babbo Natale?"
"No, il film segnalato come imperdibile da WhiteRussian è finito!"
"Peccato, non avevo mai dormito tanto bene..."
Love Is All You Need di Susanne Bier
Il consiglio di Cannibal: all you need is Ford (to hate)
Ecco qui una commedia romantica matrimoniale danese firmata dall’autrice dell’acclamato In un mondo migliore, film non male ma che nemmeno mi aveva convinto del tutto, vedi mia recensione.
Questo suo nuovo lavoro ambientato in Italia si preannuncia ricco di stereotipi sul nostro paese e in più c’è Pierce Brosnan, attore che detesto, quindi tenderei a imporre una visione di questo film al mio rivale, in modo da fargli andare per traverso il cenone di Natale.
Il consiglio di Ford: all you need is a Blog (War)
Susanne Bier è un'autrice verso la quale nutro sentimenti contrastanti, che in passato è stata in grado di stupirmi sia in positivo che in negativo. Al contrario del Cannibale, che in genere detiene il primato della
negatività su questi schermi. Tornando a questo film, direi che, tra Brosnan e l'atmosfera, ne farò volentieri a meno approfittando della lontananza dal lavoro del 25 e 26 per mangiare e bere come un porco, anche alla facciazza del mio avversario che al contrario rifiuterà di uscire e di incontrare chiunque, spaventato dal mondo esterno.

"Ecco a voi la classifica dei blog di cinema meno competenti del 2012:
Pensieri Cannibali è riuscito a superare per un soffio WhiteRussian!"
La migliore offerta di Giuseppe Tornatore (dall’1 gennaio 2013)
Il consiglio di Cannibal: la peggiore offerta
Non contenti di averci propinato una serie di pellicole trascurabilissime per Natale, l’1 gennaio, per iniziare subito nel peggiore dei modi, i distributori italiani ci regalano pure questo film. Il nuovo di Giuseppe Tornatore, regista che non ho mai sopportato ma che dopo quell’orrore di Baaria, uno dei film più noiosi e inconcludenti che abbia mai visto, è balzato in cima alla classifica di persone che meno reggo. Forse giusto dopo James Cameron, Barbara D’Urso e Mr. James Ford.
Ma và, che scherzo!
Ford, in realtà io non dico che ti voglio bene, ma fantozzianamente “ti stimo moltissimo”.
Ahahahaha :D
Il consiglio di Ford: il peggiore inizio.
L'anno nuovo inizierà peggio del vecchio annientato dal ritorno dei Maya e di Berlusconi con un film di Tornatore, regista che di solito detesto quasi quanto il Cannibale e che era riuscito a mettere d'accordo - in negativo - anche i due antagonisti più agguerriti della blogosfera con il pessimo Baaria, un film inutile e di quelli "troppo italiani" che fanno incazzare forte e sperare di chiudere gli occhi e svegliarsi in Australia, magari grazie a qualche sconvolgimento delle placche. Ad ogni modo, dato che per le feste siamo tutti più buoni, spero di ritrovarvi tutti qui anche il prossimo anno ad osservarmi di settimana in settimana operare a suon di bottigliate sulla testa del Cucciolo fino a quando capirà qualcosa di Cinema.
Mission impossible, dite voi!? Staremo a vedere! Ahahahahahaah!

martedì 13 marzo 2012

I soliti idioti. È normale, la volgarità per far ridere è normale

I soliti idioti: Il film
(Italia 2011)
Regia: Enrico Lando
Cast: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Madalina Ghenea, Valeria Bilello, Marco Foschi, Miriam Leone, Giordano De Plano, Gianmarco Tognazzi
Genere: (solito) idiota
Se ti piace guarda anche: I soliti idioti - La serie, Scemo e più scemo, S.P.Q.R.

Prendo un impegno: cercherò di scrivere una recensione del film de I soliti idioti senza dire mai: “Dai, cazzo!”.
Da adesso in poi.
Ce la farò?
Mi sa di no, cazzo!

Il film dei soliti idioti non cambierà di una virgola ciò che già pensavate di loro.
Se non vi piacevano prima, dopo la pellicola vi sembreranno ancora più idioti.
Se già vi piacevano, com’è nel mio caso, vi ritroverete davanti a un filmetto guardabile, che a tratti fa ridere ma che è privo degli spunti geniali intravisti qua e là all’interno della serie trasmessa da EmmeTiVì.
È chiaro che il vero cinema è un’altra cosa. Quanto proposto dal Nongio e dal Biggio con questo grande salto su grande schermo è più che altro un’estensione di quanto già fatto in tv e in teatro: un super episodio speciale allungato degli sketch cui ci hanno abituati.
In particolare, la trama (esilissima) della pellicola è incentrata sulle vicende dei loro due personaggi più noti, iconici e divertenti: Father and Son, ovvero Ruggero e Gianluca De Ceglie. Ruggero, interpretato da un Nongio truccato in maniera molto più verosimile di, per dire, Leonardo DiCaprio in J. Edgar, non rappresenta tanto un uomo quanto un’entità. Un incrocio tra un romano doc e un certo imprenditore milanese fissato con le volgarità e con le puttane. Si può intravedere un minimo di critica sociale, in questo, ma per lo più I soliti idioti finiscono per fotografare alcuni soliti (idioti) comportamenti italioti per provocare la risata facile. Così facendo ottengono un effetto positivo, perché in fin dei conti un po’ di sano umorismo disimpegnato è sempre il benvenuto. L’effetto negativo di contro è che così facendo lo sberleffo socio-politico, pur presente, rimane troppo sottotraccia e lo spessore delle loro gag è parecchio ridotto. Almeno nella pellicola.
Nei loro sketch per la tv sono infatti presenti anche personaggi più incisivi, come Padre Boi e Padre Giorgio che con le prese per il culo dedicate al mondo della Chiesa non è che ci vadano giù tanto leggeri.

"Prendi appunti, Clint Eastwood!"
La scelta di concentrarsi soltanto su alcuni personaggi e non su tutti è comunque giusta e per ovvie ragioni inevitabile. Soprattutto per evitare la natura troppo sketchosa degli episodi tv e cercare di dare un senso all’operazione cinematografica. Rischio evitato solo in parte, visto che i personaggi di contorno rimangono appunto un contorno piuttosto superfluo. Gli omosessuali ad esempio regalano alcuni momenti divertenti, però sono presenti giusto attraverso una serie di videoclip musicali che, se all’interno dello show televisivo hanno un senso, all’interno di una pellicola cinematografica, o presunta tale, appaiono piuttosto campati per aria.
Tra gli altri personaggi ci sono anche il metallaro Sebastiano e la tizia del “sciono sciubito da lei”, la cui presenza era obbligatoria, considerata la popolarità, però pure loro non trovano un adeguato inserimento all’interno della storia.
Superflui anche gli (im)moralisti. Però la loro presenza è normale. Così come la volgarità. La volgarità per far ridere è normale. È normale, Marialuce!

La scelta di presentare solo alcuni personaggi era quindi obbligatoria. Si può però discutere sulle scelte che sono state fatte: è infatti un peccato aver lasciato fuori alcuni dei personaggi più divertenti della serie tv, come i già citati preti, i bambini di “mamma esco” Nicolò e Gigetto, l’attualissimo Precario, i palestrati del “quindi quindi” con la partecipazione di Rocco Tanica, i morti di sonno, il nichilista, l’amica cieca e soprattutto il mitico Mafioso.


Chissà se qualcuno di loro non troverà meritato spazio in un sequel che, dopo il successo di questa prima pellicola, per forza di cose arriverà. Volendo fare proprio gli sboroni, si sarebbe potuto anche rischiare l’inserimento di qualche nuovo personaggio a sorpresa. Un rischio che il supermegaproducer galattico Pietro Valsecchi, dietro pure al successo nei cinema di Checco Zalone, forse non ha voluto correre con i suoi idioti al pericoloso esordio al cinema. Un’occasione al proposito era data dall’inserimento del figlio segreto di Ruggero, peccato che pure questo personaggio si risolva in un’unica macchiettistica gag. Stessa sorte per le altre guest-star del film come la vj e attrice Valeria Bilello in versione prostituta e Gianlucamarco Tognazzi in versione avvocato, così come la solita gnocca da commedia all’italiana, la rumena Madalina Ghenea, non va oltre il ruolo della solita (smutandissima) gnocca da commedia all’italiana.


"Cannibal, che minchia di film guaddi?"
C’è una corrente di pensiero che bolla tutte le cose volgari come stupide. Idiote, appunto. Però, come non mi stancherò mai di ripetere, i cinepanettoni non fanno schifo perché sono volgari. Fanno schifo perché non hanno al loro interno una minima idea di cinema e presentano sempre la solita (idiota) solfa di scenette.
Se i soliti idioti vengono criticati perché sono volgari, non mi sta bene. Se questo film viene criticato invece per la seconda questione, ci sta benissimo. A livello cinematografico, il livello qui presente è infatti parecchio basso, per quanto comunque superiore rispetto alle solite (idiote) porcate con De Sica, Boldi, Pieraccioni, Salemme… La regia infatti è piuttosto anonima e lo spunto di sceneggiatura è di quelli che il Nongio e il Biggio possono aver tirato fuori e sviluppato interamente nella durata di un solo aperitivo: la storiella è quella di Ruggero che cerca di evitare le nozze del figlio Gianluca e, per cercare di vincere una scommessa fatta con un suo amico coattone, deve portarlo a Roma a farlo trombare con una strafiga del mondo dello spettacolo. Tutto questo (tutto questo si fa per dire), mentre i personaggi secondari si apprestano a partecipare al matrimonio. Fine della tramona.

Un aspetto positivo sono invece la fotografia, così come nella serie televisiva curata più di alcuni film “d’autore” italici, un trucco che come detto fa sfigurare persino quello delle produzioni hollywoodiane, e una piacevole colonna sonora. Le canzoni sono firmate dagli stessi idioti, in particolare dal Francesco Mandelli che ha piazzato come tema ricorrente la piacevole “I don’t like you anymore” della sua band, gli Orange, più alcune canzoncine “idote” originali. La ciliegina sulla torta è però la presenza della ballad “No distance left to run” dei Blur, che il Nongio da bravo britpopparo che si rispetti ha pensato bene di utilizzare nel momento più drammatico (si fa per dire) della pellicola.

Come detto all’inizio, questo è un film, ma più che altro un episodio allungato della serie tv, che non farà cambiare di una virgola l’opinione che già avevate dei soliti idioti. Per chi li segue dal lontano 2009 su Mtv, comunque, per quanto la visione scorra tranquilla, appare più che altro come una buona possibilità sfumata. Un po’ perché alcune gag, pur divertenti, ormai sono state ripetute allo sfinimento, persino all’ultimo Sanremo (argh!). E poi soprattutto perché se lo show rappresenta una sorta di versione de’ noantri di Little Britain ed è quindi qualcosa di diverso rispetto al solito (idiota) panorama televisivo italiano, la pellicola non riesce a trovare una via alternativa alla solita (idiota) comicità cinematografica italiana.
Un’occasione persa e quindi per la prossima volta vedete di impegnarvi di più soprattutto in fase di sceneggiatura, miei cari Nongio e Biggio. La trama è un ovvio pretesto per le situazioni comiche, okay, però potevate sforzarvi per cercare di tirare fuori qualcosa di più elaborato del solito (idiota) schemino da cinepanettone natalizio.
Non fate i pigri. Dai, cazzo!
(voto 5+/10)

E visto che tanto ormai non sono riuscito a mantenere fede all’impegno preso a inizio post, vi lascio con una “Dai cazzo nucleare” dei Verdena featuring I soliti idioti.

giovedì 16 febbraio 2012

Sanremo 2012: Gianni Morandi e il collare dei segreti

Strane pratiche sessuali in atto sul palco dell'Ariston...
La prima serata di Sanremo 2012 si è rivelata penosa sotto tutti gli aspetti: musicale, culturale, televisivo. L'unica nota positiva è stata l'assenza di Albano. Dopo "Amanda è libera", aveva proposto il pezzo "Schettino è libero", ma è stato considerato un testo troppo eccessivo e punk rock per il Festival.
Ieri poi ho commesso il grave errore di non arrivare preparato a Sanremo.
Perché non ho studiato le biografie degli artisti in gara?
Ma và, quali biografie? Chi più, chi meno, è tutta gente che si vede giusto una volta all’anno, come Babbo Natale, quindi le loro biografie si somigliano tutte.
E poi, ma quali “artisti”?
Sono arrivato preparato nel senso che prima di sorbirmi le 12 ore di diretta festivaliera mi sono sparato dosi massicce di cantanti che sanno effettivamente cantare come Adele, Emeli Sandé ed Etta James. Che voce c’aveva, Etta James? E che disco era At Last!, il suo album del 1960 che suona più moderno di tutte le cose udite ieri sera?
E poi anche un po' di musica italiana decente. Ovvero Colapesce.


Oltre che con la musica, sono arrivato preparato anche a livello di droghe. L’avevo annunciato ieri e oggi mantengo la promessa.
Quale droga prendere?
Cocaina?
Nah, fa andare troppo su di giri e poi non riesco a stare fermo a vedermi sta lagna.
La Maria?
Ma no, quella la lascio alla de Filippi e ai suoi amichetti.
Metanfetamine?
Assolutamente no. Quelle non c’azzeccano con la musica. Per quelle ci vorrebbe un pezzo più tipo gli Sleigh Bells


Niente coca, niente MDMA, anche perché I Baustelle non sono nei paraggi, e allora vado di… Ero.
La cara, vecchia ero. Da bravo ragazzo dello zoo di Sanremo. Non va più di moda da un 20 anni circa, ma non credo sia un grosso problema, considerando che il Festival sembra essersi fermato musicalmente a fine anni ’60, primi ’70 al massimo. A Sanremo è infatti come se la musica elettronica e l’hip-hop non ci fossero mai stati. Come se manco la disco music e la rivoluzione punk fossero mai successi.
Capisco il fatto che si tratti di una rassegna di musica leggera, anche se martedì più che una kermesse sonora è sembrato un episodio di Casa Celentano, però la musica pop internazionale di oggi non può prescindere dalle influenze della musica hip-hop ed electro. Persino Justin Bieber, che non è che sia ‘sto sveglione, sta preparando un disco prodotto da Diplo e annuncia di voler far pezzi dubstep. Persino Madonna che non è tanto più giovane del Morandi collabora con M.I.A. e Nicki Minaj.
Ma a Sanremo niente. È come se fossimo fermi agli anni ’20, ma senza lo stile di The Artist.
E allora io vado di ero. Così sono pronto ad affrontare un’altra serata sanremese.
Che si alzi il sipario e che qualcuno me la inietti in vena SUBITO.

Sanremo 2012: Seconda serata
Le cose partono già meglio rispetto ieri. Anche perché, onestamente, peggio non si poteva davvero fare. Mi rifiuto di credere si potesse fare peggio.
I Soliti Idioti nell’anteprima fanno subito spanzare - non rompete a me piacciono! - con una gag in cui il Nongio Mandelli chiede:
“Ma ci saranno gruppi metal a Sanremo? Ci saranno i Verdena?”
E già solo per aver nominato i Verdena in una prima serata di Raiuno, si merita una standing ovation, altroché Celentano.
Poi, per carità, i Soliti Idioti Nongio e Biggio possono piacere o meno, far ridere o meno, però perlomeno appartengono a questo decennio, a questo secolo, a questa epoca, al contrario di mummie imputridite come Morandi e Celentano che hanno fatto il loro tempo, l’hanno fatto male, e adesso che li levino dalle p… No, oggi cercherò di evitare le parolacce. È una sfida contro me stesso. Niente parolacce.

L’inizio vero e proprio della serata dall’Ariston è all’insegna dell’I Have a Dream di Martin Luther King. E se vi andate a rivedere il mio post di ieri, nella didascalia sul comico Louis C.K., io avevo anticipato il mio I Have a Dream personale. Coreografo di Sanremo, ti ho anticipato di brutto.
La musica del balletto è quella figata di “Intro” dei The XX. Questa info segnatevela che sui blog meno preparati non la troverete.
Martedì serata all’insegna dei vecchi idioti, oggi serata all’insegna dei Soliti Idioti e finalmente si ride!
Sciono sciubito da voi con questa blog-cronaca senza parolacce e si parte subito con la cantante numero 1 dell'edizione:

Nina Zilli
Bella scosciata, look con treccina, un po’ in stile Frida versione Salma Hayek.
Canzone carina, credo sarà tra le poche di questo Festival che le radio avranno il coraggio di inserire nelle loro playlist. E che io avrò il coraggio di ascoltare ancora.
(voto 7)

Stasera funziona persino il televoto! Ma che succede? Miracolo a Sanremo? I primi 10 minuti di Festival ed è tutto incredibilmente piacevole: The XX, I Soliti Idioti, Nina Zilli… io non mi lamento.
Poi arriva Rocco Papaleo. Vabbè, non fa ridere, ma almeno non è urtante come quel rincogl… niente parolacce, Cannibal, ricorda! Volevo dire quel rimbambito di Celentano. Rimbambito non è una parolaccia.

Arisa
La mia seconda preferita. Che stanno facendo, a Sanremo? Hanno tirato fuori il meglio subito. Sarà merito dell’ero? Temo seriamente per ciò che succederà dopo, quando mi spareranno in faccia il peggio a raffica e soprattutto quando l’effetto della droga arriverà all'inevitabile fase down.
Ma intanto godiamoci questa partenza positiva con Calimero Arisa.
Oggi cala La notte e il pezzo mi sembra più lagnoso… Se le canzoni migliori di ieri stanno calando, chissà cosa succederà con quelle che già mi avevano fatto schifo?
(voto 6+)

Gigi D’Alessio e Loredana Berté
In rete c’è chi come Silvano di 31canzoni ha fatto notare un’inquietante somiglianza tra la Berté e Gene Simmons dei Kiss, mentre GG D’Alessio mi pare vestito come un bimbominkia di 13 anni anche se per età dovrebbe somigliare più al Tony Pisapia del film di Sorrentino L’uomo in più. E invece no, sembra un bimbominkia. Sarà l'influenza della Tatangelo?
La Bertè secondo me sotto a quegli occhiali da sole nasconde uno sguardo da Medusa, tipo che se la guardi muori.
A fine esibizione se li toglie e spero fulmini in diretta tv GG D’Alessio.
Purtroppo non succede niente.
Questa sono delusioni. Queste sono cose che fanno male.
(voto 0,5)

Gianni, tranquillo. Adesso a te ci pensa la nave scuola Costa Canalis.
Arrivano Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez. La prima arriva con dei cuscini in mano e si inginocchia davanti al membro di Gianni Morandi.
Sfacciata Eli, che mi combini? Non so se quando ti hanno chiamato per fare un lavoretto al Festival di Sanremo intendevano quel genere di lavoretti… però credo che Morandi non se ne lamenterà troppo. Anche perché la Canalis a presentare non è capace, a recitare tanto meno, a cantare lasciamo stare, a ballare per carità, almeno quello lo saprà fare bene, no?

Pierdavide Carone e Lucio Dalla
Questa canzone racconta la storia di una putt… niente parolacce.
Di una escort, questa canzone parla di una escort che si chiama Nanì perché Ruby sarebbe stato troppo spudorato. Musicalmente siamo però a livelli di lagna assoluta. Roba che neanche l’ero riesce a far sembrare più interessante.
(voto 2)

Ma questa sera si esibiscono anche i giovani.
Adriano, non sto parlando di te.

Zac Efron VS. Sabrina Misseri
Alessandro Casillo
È un tizio con capello alla Justin Bieberon di 15 anni. Una masnà (bambino in piemontese, per tutti i terr… meridionali in ascolto ahahah).
Il suo stile di canto è quello del canto da boyband backstreet boys school yeaaah che sento già le ragazzine urlanti ai suoi piedi in tempesta ormonale lanciargli addosso orsetti e mutandine profumate.
Più che il Bieberon assomiglia a Zac Efron. Il capello emo con la frangia nel resto del mondo non va più da un paio d’anni circa, ma come al solito in Italia le mode arrivano con un fuso orario tutto particolare.
La sua canzone fa abbastanza pena, però non me la sento di infierire troppo, anche perché credo ci siano leggi in difesa dei minorenni contro i feroci blogger cattivi.
(voto 5)

Giordana Angi
Questa tizia mi ricorda qualcuna, ma non so chi… Ha 18 anni, quindi se faccio apprezzamenti sessuali pesanti sul suo conto non credo di incorrere in gravi problemi legali, però evito visto che con ‘sto poncho anti-stupro che indossa non mi ispira manco per un cazz… ehm, manco per un pene. Pene non è una parolaccia.
Il suo modo di cantare mi dà profondamente fastidio. Non so chi sia il suo insegnante di canto, di sicuro non uno bravo, ma se fossi io le direi: “Così no. Così non si canta. Così si fanno solo scappare le persone.”
Dopo Alessandra Amoroso, nuove voci urticanti crescono.
Ma perché in Inghilterra c’hanno Adele e noi c’abbiamo Giordana Angi?
Comunque ah! Ho capito chi mi ricorda: Sabrina Misseri.
Ok, allora la smetto di parlare male di lei, che non si sa mai…
(voto 3)

Gianni Morandi per fare il giovane dice: “Ma che palle”. Ma quanto è ggggggggiovane?
Comunque i due sbarbati di cui parlavo sopra si sfidano al televoto come in Amici di Maria de Filippi. Cioè, adesso Sanremo imita Amici? Stanno messi davvero alla frutta, stanno messi.
Comunque passa lo Zac Efron de ‘noantri, superando giustamente la fastidiosa Sabrina Misseri non (si spera) killer.
Però adesso basta con tutta ‘sta meglio gioventù. Sono già passati 10 secondi da quando non fanno vedere qualcuno tirato fuori da un mausoleo. E allora arrivano i…

Matia Bazar
Il batterista mi sembra un po’ troppo scatenato, non vorrei mai gli venisse un ictus… E il chitarrista, o colui che fa finta di suonare la chitarra, quanti anni ha? 190 mila milioni?
La cantante non è più vestita da Regina Cattiva di Biancaneve, però ha comunque un che di maligno addosso che mi inquieta.
La canzone non è nemmeno tra le più schifose che si siano sentite nella storia della musica. E questo è uno dei più bei complimenti che mi sentirete proferire codesta sera.
(voto 5)

Giudizio tecnico a latere: Belen è davvero una gran bella porcellona!
Fine giudizio tecnico.

Eugenio Finardi
Elisabetta Canalis lo annuncia come: Ugenio Finardi.
Lui Ugenio, tu Canalis sei un Genio!
Adesso capisco cosa ci vedeva Giorgione Clooney in lei.
La canzone di Ugenio comunque è davvero una vergogna spaventosa.
Il testo dice: “Tu sembri ridere di me”. Embè, Ugenio, anche tu te le vai a cercare cantando in questo modo penoso.
(voto 0)

Francesco Mandelli e Biggio alias I Soliti Idioti atterrano al Festival di Sanremo.
Fanno ridere, senza strafare, senza mettersi a fare comizi politici, senza andare avanti per 50 minuti… Sono contento così!
Per ora il top di questo Festival, Giorgia Suina a parte.

E dopo il Nongio, spazio ancora ai giovani.
CGIL, CISL e UIL per una volta sono uniti a protestare contro questo Festival: basta con tutta questa gioventù!
Nuova sfida Maria de Filippi style…

Io ho sempre voglia
Il nome di questa band è Io ho sempre voglia. Uh, che sfacciati. Che porcelloni. Che nome scandaloso. Chi vogliono essere, i Sex Pistols italiani?
Invece no: il cantante è il meno appealing della compagine, nonostante una bombetta Arancia Meccanica, basettoni Supergrass e un piercing al naso alla… Ke$ha, però il maestro d’orchestra che si sono scelti è uguale a Billy Corgan e il batterista somiglia a Zack de la Rocha dei Rage Against the Machine! ‘Sti qua adesso mi sa che buttano giù l’Ariston con il sacro fuoco del rock'n'roooooll.
E invece propongono un pop-rockettino all’acqua di rose che sembrano una versione aggiornata dei Nomadi. Con quell’idolo di batterista che si ritrovano potrebbero rockeggiare molto di più, però la canzoncina è caruccia. Tra le cose migliori sentite in questo Festival. Il che è tutto dire…
(voto 6,5)

Celeste Gaia
Celeste è una biondina carina di 21 anni che sembra un po’ Avril Lavigne e un po’ Alice nel paese delle meraviglie. In più mentre canta fa delle facce strane. Mi piace, lei. E la canzone? Un po’ tanto una minchia… un po’ stupidotta, anzi parecchio stupidotta, roba da diventare un potenziale tormentone trash. Però dai, io la promuovo in maniera molto maschilista soltanto per il look da zoccoletta del paese.
(voto 6)

E c'è chi pensa che la Berté con GG D'Alessio siano una coppia strana...
Chi dei due passa il turno? I RATM dei poveri o la bella del paese?
Che emozione! Oooooooh…
Tra i due alla fine passa il gruppo dal nome sessualmente esplicito, i Sex Pistols italiani... *__*
Giusto così, anche perché Sanremo di certo non è il paese delle meraviglie e quindi la Celeste/Alice si può svegliare e tornarsene a casa.

Cambio d’abito delle due prime donne, o meglio le sostitute della russa che se la russa in comodino.
Ah, Ivana Mrazova è cieca? Vabbè, ma solo perché lei è cieca non significa che noi non possiamo vederla.
Dite che è ceca, nel senso della Repubblica Ceca?
Sorry.
La Canalis comunque si è messa addosso uno straccetto da battona d’alto bordo, mentre Belen ha il fegato di presentarsi sul palco con un abito fosforescente che si vede pure da Marte.
Ma l’ho già detto che la Canalis è passata dallo stare con George Clooney, l’uomo più posato e classico del mondo, il perfetto uomo GQ, il Don Draper della situazione, a quel pazzo scatenato di Steve-O? Il Jackass Steve-O. Quest'uomo qua, che però a stare insieme alla Canalis si troverà a dover affrontare la sfida più impegnativa di tutta la sua intera vita…


Emma Marrone
A proposito di vestiti, Emma è vestita con un tailleur molto donna in carriera anni ’80. Peccato si fasci le tettone anziché esibirle generosamente come quella zoccola di Belen.
La canzone mi piace più di ieri. Anche se piacermi è un termine mooooolto generoso. E dettato dall'ero.
Era la favorita della vigilia, adesso sentendola meglio è proprio il classico pezzo sanremese, in pratica tiene la vittoria in tasca. Anzi, la tiene in mezzo alle sue tettone.
(voto 6+, ma se facesse vedere un po’ più di carne il voto potrebbe anche levitare)

Ivana Mrazova, che chiamano Ivanka Mmmmzova, alla fine ci sarà o non ci sarà?
Il mistero, creato ad hoc per creare un personaggio intorno a una tizia che nessuno sa chi sia, è destinato a proseguire. La ragazza, poveretta, dopo 6 ore ce la fa ad arrivare. Senza collare al collo e senza stampelle.
Giudizio tecnico: è una topolona gigante, ma sembra una ritardata mentale. Il sorriso non è un granché, così come il suo italiano, che è comunque meglio di quello di Morandi. E con 'sto collo lungo da giraffona, te credo le è venuto il torcicollo. Si sarà sforzata troppo per cercare di mangiare le foglie sugli alberi.
Ma comunque per ste due tette attaccate a un fisico statuario era davvero necessaria menarla per una serata e mezzo di attesa? Bah.
Io preferivo l’ironia volontaria di Belen e quella molto involontaria della Elisatetta.
E dopo la Ivanka Kuntz comunque arrivano i…

Marlene Kuntz
Dopo Canzone di oggi, Canzone di domani, La canzone che scrivo per te e La canzone di sto Kuntz, si mantengono coerenti almeno nel titolo con Canzone per un figlio. Canzone che non è al livello del passato,  nemmeno da lontano, però almeno stasera sembrano meno sanremesi e sembrano anche avere un po’ di grinta in più. Verranno eliminati di sicuro.
Che figata sarebbe stata però avere i Marlene Kuntz di una quindicina d’anni fa sul palco dell’Ariston?
Giletti in prima fila sarebbe stato spazzato via dalle distorsioni di chitarra!
(voto 6,5)

Arriva la pubblicità della Sisal:
Lasciatemi cagare, con la carta igienica in mano.
Lasciatemi cagare. piano piano.
Lasciatemi cagare, perché ne sono fiero.
Lasciatemi cagare, sono l’italiano vero.
Ma non doveva esserci anche Toto Cotugno, in 'sto Festival?
Vabbè, non lo rimpiango certo. Anzi, meglio non nominarlo nemmeno che poi magari compare da qualche parte.

Irene Fornaciari
Oggi si presenta con un look meno agghiacciante di ieri, diciamo che stasera la paesana ha tirato fuori l’abito della festa.
Sembra una strega. Preferisco non dire altre cattiverie sul suo conto, altrimenti Amelia Fornaciari mi lancia qualche maledizione strana.
(voto 3menda)

Samuele Bersani
Canzone da cabaret, da musicarello d’altri tempi.
Un poppettino leggero e (quasi) gradevole, però Bersani potrebbe anche ambire a di più. Chessò, diventare segretario del PD.
Ma perché le battute su Bersani vengono sempre fuori penose?
Rimpiango sempre di più Berlusconi…
Ehm, ma anche no.
(voto 6)

Altro siparietto dei Soliti Idioti, questa volta con i personaggi di Maria Luce e Giampietro.
Non divertenti quanto Father & Son, però la loro canzone “È normale” è più figa e sicuramente più rock della gran parte dei pezzi sentiti finora.
La frase più bella di questo Festival la dice il Mandelli: “Oddio che schifo, c’è Gianni Morandi”.
Standing ovation.

Altri due giovani in gara l’uno contro l’altro, in questo giuoco al massacro chiamato Sanremo.
Erica Mou
Lei si era già fatta notare con il pezzo Giungla. È carina, sembra un po’ Katharine McPhee, la protagonista della nuova serie Smash. L’avete vista? Non che sia un capolavoro, però andate a vedervela invece di perdere tempo con questo schifo di Festival di Sanremo.
Non male la sua canzone acustica, anche se mi aspettavo una cosa musicalmente un tantino più coraggiosa.
(voto 6,5)

Bidiel
La loro canzone si chiama “Sono un errore”. Che altro vi devo dire? L’errore l’hanno fatto loro a presentarsi a Sanremo, visto che fanno un pop-rock frizzante decisamente meglio di molte altre proposte sentite dai “big” del Festival.
(voto 6,5)

Un peccato che non possano passere il turno entrambi, visto che sono i due migliori tra i giovani, però cercherò di farmene una ragione e continuare a vivere comunque.
Passa il turno Erica Mou e, secondo me, andrà a vincere la categoria GGGGGgiovani tutta.
Ma torniamo ai big (?)...
Chiara Civello
A detta dei “conduttori” Morandi e Papaleo questa tipa è famosa ovunque. Sarà, ma se andate a chiedere in qualunque paese del mondo:
“Do you know Chiara Civello?” secondo me vi puntano una pistola in faccia. Come minimo.
Comunque ha il suo perché, sta tipa sconosciuta ovunque.
(voto 6)

Elisatetta, hai perso qualcosa?
Ma veniamo alle cose importanti di questo Festival: Belen non indossa le mutandine!!!
Altra standing ovation.

Noemi
Rocco Papaleo la annuncia come “voce rock”.
Io mi sarò fatto di ero, ma lui secondo me si è strafatto di crack.
E l’unica cosa che posso dire a questa discepola di Vasco è fuck.
Questa parolaccia concedetemela perché è in inglese e poi era solo per fare la rima.
(voto 4)

Altra sfida tra nongiovani:
Marco Guazzone
Oddio, questo sembra il solito fenomeno che si mette al piano e canta come se mai nessuno avesse cantato prima di lui. Gli manca giusto una cosa: il talento. Una cosa che a Sanremo manco sanno cos’è.
Comunque tra i giovani, anche i meno interessanti, non si toccano i livelli infimi raggiunti da molti “big”.
(voto 5,5)

Giulia Anania
Canzone moscia da Sanremo moscio.
La stanchezza si fa sentire, non mi viene in mente niente di più cattivo da dire.
L’ero sta andando in fase down.
(voto 5)

E tra i due nongiovani l’ultimo a passare il turno è: Marco Guazzone.
A questo punto, chissenefrega. Io c'ho sonno e senza parolacce non ce la faccio più, porco boia!

Dolcenera
La Canalis la annuncia come una sua amica. È una cosa migliore dell'essere un’amica di Maria de Filippi, però secondo me Dolcenera non è a conoscenza di questo fatto.
Comunque Dolcenera con ‘sto look da manga porno giapponese ci sta dentro.
La sua canzone mi convince di più, a questo secondo ascolto. Ma probabilmente è solo l’effetto del look porno dark cyberpunk manga.
(voto 7-)

I Soliti Idioti ritornano in scena con gli omosessuali. Personaggi messi in scena rigorosamente dopo la mezzanotte perché a Sanremo e a Gianni Dorelli la parola omosessuaaaaaale sta scomoda.
Non esilaranti come nei loro sketch migliori, però per questo Sanremo sono già fin troppo.
Chiusura con bacio in bocca di Biggio a Gianni Dorelli. Un bacio molto omosessuaaaaaale.

Meno omosessuaaaaale il balletto di Ivana Mrazova, con “Come together” dei Beatles, un pezzo nuovo mai proposto prima da nessuno in nessuna parte del mondo. Lei però non è il massimo della sensualità.  Rimpiango Dita Von Teese. Comunque com’è che ieri questa qua c’aveva il collare e mo’ adesso è qui che sgambetta come se nulla fosse mai successo? Cosa si nasconde dietro al mistero del collare della Mrazova? Una overdose? Un’orgia con Morandi, Celentano e Rocco non Siffredi ma Papaleo finita male? Un coca party con Elisabetta e Belen di cui però la giovincella non è riuscita a reggere i ritmi?
Non lo sapremo mai…

La canzone finale dei Soliti Idioti è piuttosto evitabile, però lungi da me dire qualcosa di male sul Nongio che per me è come un fratello e a vederlo sul palco dell’Ariston, per quanto il Festival sia una porcheria, ao’ so’ soddisfazioni.

A un’ora tardissima, arriva il cantante, dj e artista di musica elettronica francese Martin Solveig. Non sarà David Guetta, che si vede costava troppo, ma comunque ci sta dentro ed è molto meglio, per dire, di quel dj clown di Bob Sinclar. E poi è pure tra i producer del nuovo disco di Madonna, vuoi mettere?
Ci si potrebbe attendere un dj tamarro e scatenato, invece Solveig è un personaggino composto, con il capello leccato che dedicata la sua hit “Hello” alla mammina.
Un gruppo di squinzie presenti all’Ariston si dimena, mentre il resto del pubblico di babbioni si chiede che razza di musica del demonio sia codesta.
Conclusione con un numero per nulla divertente di Rocco Papaleo, questa sera in ombra e inutile ancor più di ieri. Martin Solveig lascia l’Ariston incredulo di un simile livello kitsch… Evidentemente non sapeva a cosa andava incontro accettando di partecipare a Sanremo.

E infine, quando è ormai giunta l’una di notte, dopo una serata andata avanti 4 ore e mezzo, più di qualunque mattonazzo di film russo amato da Mr. James Ford, ecco i tanto attesi (?) verdetti.
4 eliminati:
Marlene Kuntz (alieni a Sanremo prevedibilmente eliminati)
Pierdavide Carone con Lucio Dalla (via, via, andate via!)
Irene Fornaciari (godo!)
Gigi D’Alessio con Loredana Berté (super godo!)
Ma non è che eliminano anche Rocco Papaleo?
Attenzione però perché stasera ne ripescheranno due e, prevedibilmente, si tratterà delle due coppie da incubo Lucio Dalla + tizio che ruba le autoradio e di Gene Simmons Berté con bimbominkia D'Alessio.
I Marlene Kuntz ripescati? Siamo pur sempre a Sanremo, non succederà mai!

Seconda serata del Festival decisamente più piacevole, o perlomeno più guardabile, rispetto alla prima.
Di sicuro gli ascolti caleranno, ma almeno non ci siamo dovuti sorbire un altro sermone di Celent-ano.
O magari la serata non è stata più piacevole, sono solo stati gli effetti benefici dell’ero.
E sono pure riuscito a non dire una sola singola parolaccia in tutto il post su questo cazzo di Sanremo di merda.
Oops…

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