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lunedì 10 agosto 2015

Sharknado 3 - Oh Hell Yes!





Sharknado 3 - Oh Hell No!
(film tv, USA 2015)
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Cassie Scerbo, Ryan Newman, David Hasselhoff, Bo Derek, Frankie Muniz, Jack Griffo, Blair Fowler, Ne-Yo, Mark McGrath, Lorenzo Lamas, Jackie Collins, Ray J, George R.R. Martin, Lou Ferrigno, Steve Guttenberg
Genere: 3sh
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Puntuale come il Ferragosto e il caldo africano, ecco che ogni estate arriva anche un nuovo Sharknado. Il primo capitolo di questa sagona cinematografica, o più o meno cinematografica, o diciamo quasi per niente cinematografica, ha rappresentato un vero e proprio tornado trash. Un film tv talmente brutto, da essere bello.
Visto il clamoroso successo mediatico che ha ottenuto Sharknado, era praticamente ovvio che avrebbe avuto un seguito e diciamo che Sharknado 2 - The Second One è stato un mezzo diludendo. Quello del trash è un gioco e il gioco è bello finché dura poco. Con questo terzo capitolo, il rischio di finire nella sterile ripetizione si è fatto così ancora più alto e fondamentalmente Sharknado Tre-sh non riesce a scongiurare tale rischio, così come gli Stati Uniti non riescono a scongiurare l'arrivo di una nuova serie di tornado con gli squali dentro. Ma, c'è un ma. Anzi, ci sono diversi ma.

martedì 19 agosto 2014

SHARKNADO 2 – TREMATE, TREMATE, LE SQUALATE SON TORNATE




Sharknado 2: The Second One
(USA 2014)
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Mark McGrath, Vivica A. Fox, Kari Wuhrer, Courtney Baxter, Dante Palminteri, Judd Hirsch, Kelly Osbourne, Andy Dick, Billy Ray Cyrus, Sandra “Pepa” Denton, Perez Hilton, Kelly Ripa
Genere: trash
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Il tempo quest’estate è proprio pazzo. I mesi più caldi dell’anno si sono trasformati nei più freddi. Ci sono state piogge, temporali, acquazzoni, tormente e adesso persino un tornado di squali. L’anno scorso era già capitato, lo sappiamo tutti, ma a Los Angeles aveva ancora un senso. Insomma, più o meno.
A New York City invece è un evento davvero fuori dal comune, eppure è proprio quanto è successo. A raccontarci questa storia ispirata a eventi realmente accaduti, sì sì, è Sharkando 2: The Second One, che conferma i due protagonisti del primo capitolo Steve Sanders… pardon Ian Ziering e Tara Reid e in più ci presenta una serie di nuovi personaggi: la sorella e una ex di Steve Sand… ehm di Ian Ziering, cresciuto proprio in quel di NYC.

La prima scena è apocalittica e ci fa ripiombare esattamente dentro quel tornado di comicità (più o meno) volontaria che era stato il primo capitolo, il mitico Sharknado. L’aereo che emerge tra le nuvole come la pinna di uno squalo in mezzo al mare ci fa pregustare l’odore di un nuovo scult trash totale. Tra Final Destination, Snakes on a Plane e L’aereo più pazzo del mondo, l’aeroplano è il luogo ideale per film in bilico tra tematica apocalittica e umorismo kitsch. Non ci può essere allora inizio migliore per il sequel del trashone dell’estate scorsa.
Le cose proseguono bene, grazie alla theme song “(The Ballad of) Sharknado”, una canzoncina pop-punk in stile Ramones già suonata sui titoli di coda del primo film, qui riproposta come vera e propria sigla introduttiva. A comporla e a cantarla c’è lo stesso geniale (forse) regista Anthony C. Ferrante.



"Che paura! Non riesco a sembrare un attore manco al tuo fianco, Steve."
Tutto bene, tutto figo, tutto ancora più trash ed esagerato rispetto al volume 1 e poi?
Poi succede che il film, anziché decollare veramente, si schianta a terra.
Sharknado 2 gioca troppe volte la carta del tributo alla pellicola precedente, senza riuscire a trasformarsi in un nuovo scult assoluto. Un’occasione mancata poiché, se i sequel sono solitamente inutili e io sono il primo a dirlo, una roba giocata sull’ironia e sul cattivo gusto come il primo Sharknado si prestava bene a un’operazione del genere. Operazione invece riuscita soltanto in parte, giusto per qualche minuto.
Dopo la clamorosa citata scena iniziale, la parte newyorkese è parecchio deboluccia. I nuovi personaggi fanno pena, sono idioti ma non abbastanza idioti da essere considerati divertenti, non sparano battutacce degne di un action anni ’80 come si deve e il coinvolgimento nei loro confronti è del tutto assente.
Non che da una film del genere ci si potesse aspettare interpretazioni della Madonna, però gli attori scelti sono poi davvero penosi. C’è Mark McGrath, il cantante degli Sugar Ray, band popolare a cavallo tra fine 90s e primi anni zero che aveva realizzato alcune ottime canzoncine estive come “Every Morning”, “Someday”, “Fly” e “When It’s Over”. Magari non un gruppo fenomenale, ma di certo McGrath se la cavava meglio a cantare piuttosto che a recitare.



Chiudendo un occhio sullo Sugar Ray, che il suo vero mestiere è un altro, per quanto riguarda Tara Reid, che in teoria fa l’attrice di professione, tocca nuovi vertici di cagnaggine recitativa che non pensavo fossero raggiungibili manco dopo aver visto il primo Sharknado. E se Steve Sand… volevo dire Ian Ziering fa un po’ troppo il supereroe di turno, però bene o male resta mitico, che diavolo è capitato a Vivica A. Fox?
Io la ricordavo così, appena una decina d’anni fa, in Kill Bill.


Adesso è diventata questa cosa qua…


Non è finita qui, perché il film ci regala una serie di cameo, guest-star e apparizioni di personaggi più o meno celebri come se fossimo sul red carpet di un qualche evento di serie B. Passi la comparsata di Kelly Osbourne in versione hostess, visto che è una bella goduria vederla massacrata da uno squalo, e passi pure il sempre grande Andy Dick, uno dei comici più geniali e folli degli anni ’90, che non poteva mancare in una celebrazione del trash 90s come questa serie di Sharknado. Poi però si esagera tra varie celebrità della tv americana, Billy Ray Cyrus AKA il papà di Miley Cyrus, una delle Salt-N-Pepa e persino il blogger gossipparo Perez Hilton. A questo punto pretendo di comparire pure io nel terzo già annunciato capitolo di questa saga.

"Tara,chissà facendo cosa ti sei rotta la mano..."
Più ancora che una parata di squali, Sharknado 2 sembra allora una parata di pseudo VIP di basso livello.
Dopo la folgorante scena iniziale, l’autocitazionismo spinto e il seguire passo a passo le mosse del primo episodio diventano esagerati. Il finale, con il suo tripudio totale di motoseghe e squali, finisce di far ridere e comincia ad annoiare un pochino. Un peccato mortale per una pellicola d’intrattenimento sguaiato e idiota come questa. Per carità, era idiota pure da parte mia aspettarmi qualcosa di più, eppure al termine della visione, che grazie alla sua breve durata scivola comunque via tranquillamente, un filino di delusione l’ho provata. La prossima estate dal già annunciato Sharknado 3 pretendo allora meno celebrity che non si fila nessuno e più squali. Steve Sande… ehm, Ian Ziering, se sei un vero eroe me lo garantisci, please?
(voto 6-/10)

giovedì 25 luglio 2013

SHARKNADO: IT’S RAINING SHARKS, HALLELUJAH!




Sharknado
(USA 2013)
Film tv trasmesso negli USA da SyFy Channel
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Jaason Simmons, Cassie Scerbo, John Heard, Aubrey Peeples, Chuck Hittinger
Genere: strunzata sharkata suprema
Se ti piace guarda anche: Piranha 3D, Shark 3D, Lo squalo, The Bay, Baywatch

Ribattezzato da alcuni “il peggior film di sempre” e da altri più gentilmente “il miglior peggior film di sempre”, Sharknado è una genialata. Non tanto il film nel suo complesso, quanto lo spunto di partenza.
Quali sono i due elementi più tipici di una pellicola catastrofica?

1) La calamità naturale. E cosa meglio di un bel tornado?

2) Degli animali pericolosi. E allora cosa meglio di uno squalo, come insegna Mr. Spielberg?
Uno? Mettiamocene centinaia, che è meglio!

A questo punto, gli autori di pellicole normali scelgono o l’uno o l’altro elemento. Ma gli autori di Sharknado non sono autori di pellicole normali. Già considerarli autori di pellicole è molto generoso. Gli autori di Sharknado non si sono posti limiti e hanno deciso di unire entrambe le cose in un film catastrofico solo. O, più che altro, una catastrofe di film. Protagonista è così una serie di tornado che porta con sé una miriade di squali. Squali che non muoiono trovandosi al centro di un uragano, ma sopravvivono tranquillamente e sono più famelici e cattivi che mai.




Cose del genere nella realtà accadono più spesso di quanto potreste immaginare.
Da questa idea iniziale trash, il canale americano SyFy con la produzione della The Asylum, casa specializzata in Z-movies, ha deciso di tirarne fuori un film tv ancora più trash. Il risultato?
Una schifezza colossale, di quelle talmente colossali da incollarti allo schermo dall’inizio alla fine. Con quell’effetto tipico dei reality-show spazzatura, non si riesce a smettere di guardare. La qualità di questo film tv è misera, ma così misera, che non si può distogliere lo sguardo, godendo per ogni minuto di tanta porcheria servita in un colpo solo. La regia di tale Anthony C. Ferrante è da denuncia, il montaggio appare del tutto casuale più ancora che amatoriale, gli effetti speciali sono terrificanti e non in senso horror, il green-screen è da mani nei capelli e le interpretazioni raggiungono livelli epici tanto sono pessime.

Non basta infatti una tempesta di squali, non basta uno stile registico che sembra guardare a Baywatch come modello di riferimento principale, ma pure il cast ci regala grandissime soddisfazioni. Il protagonista nonché eroe della pellicola è Ian Ziering, sì sì lui, lo Steve Sanders di Beverly Hills, 90210, uno che i suoi quasi 50 anni li porta più che bene, per carità, ma anche uno che a recitare non è mai stato buono e ma che qui sembra persino peggiorato di brutto. Suoi compagni di sventura sono John Heard, il papà di Mamma ho perso l’aereo, Jaason Simmons, uno che arriva dal già citato Baywatch, e la gnoccona Cassie Scerbo, che invece proviene dalla serie Make It or Break It ma pure lei non avrebbe sfigurato all'interno di Baywatch.

"Smettetela di chiedermi di smetterla di recitare.
Finché anche The Rock lo fa, nessuno potrà fermarmi!"
Ciliegina sulla torta: Tara Reid. La Vicky di American Pie una grande attrice, anzi un’attrice e basta, non lo è mai stata, però qui fa raggiungere alla professione nuovi vertici negativi.
Questo branco di attoracci nei panni di una serie di personaggi male assortiti sembra divertirsi un mondo mentre affronta questa apocalisse di squali che si è abbattuta su Los Angeles. E noi con loro. Le battute volontariamente divertenti del film fanno ridere per quanto fanno pena. I momenti più seriosi e tragici sono invece così assurdi e idioti da scatenare le risate più selvagge. In pratica, che l’umorismo sia voluto o meno, questa visione è uno spasso totale, stile Piranha 3D, solo girato molto peggio.

Sharknado è un film brutto, così brutto da essere quasi bello ed è in grado di regalarci alcune scene scult assolute, come quella in cui Ian Ziering finisce nella pancia di uno squalo e ne esce vivo con una motosega, portando per di più in salvo un’altra tipa che era finita lì dentro e che ne esce pure lei. Viva!



Sharknado è un vero e proprio tornado di trovate al confine tra pessimo gusto e genialità che è già diventato un fenomeno sui social network, soprattutto su Twitter, ed è ora pronto ad abbattersi anche su di voi. Se guardando lo smielato e prevedibile happy ending o gli illeggibili titoli di coda mandati a tutta velocità (altra trovata folle quanto geniale) sarete travolti dalla tristezza perché è finito, non disperate. Un sequel di questo capolavorone è già in preparazione e una pioggia di squali ci sommergerà anche la prossima estate, perché al trash non c’è mai fine. It’s raining sharks, hallelujah.
(voto al trash 8+
voto al film 3+)

Ecco cosa dobbiamo aspettarci dal sequel...

sabato 5 febbraio 2011

Akeira Kurosawa Knightley balla la Domino dancing

Domino
(USA 2005)
Regia: Tony Scott
Sceneggiatura: Richard Kelly
Cast: Keira Knightley, Mickey Rourke, Edgar Ramirez, Lucy Liu, Mo’nique, Brian Austin Green, Ian Ziering, Delroy Lindo, Christopher Walken, Jacqueline Bisset, Mena Suvari, Macy Gray, Peter Jacobson, Tom Waits
Genere: cacciatori di taglie
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Trama semiseria
La vera storia, magari appena un filo romanzata, di Domino Harvey modella e… cacciatrice di taglie, scomparsa per overdose proprio nell’anno di uscita del film. Sotto interrogatorio con Lucy Liu, Domino ripercorre la strana vicenda che l’ha portata dalle passerelle glamour all’andare in giro alla ricerca di brutti ceffi insieme a Mickey Rourke. Sempre meglio che sfilare insieme a Naomi “miss simpatia” Campbell e a Carlà “mi credo la regina di Francia” Bruni.

Recensione cannibale
Non avevo mai visto Domino. Perché? Non so perché. Per una serie di coincidenze che nemmeno Raz Degan dall’alto della sua saggezza spiccia saprebbe spiegare: al cinema l’avevo mancato, da Blockbuster c’era sempre un film che all’ultimo gli passava davanti, è andato persino in tv ma era troppo tardi oppure lo perdevo per un soffio. Poi è arrivata l’epoca dei film facili con Internet, me lo sono scaricato ma ancora giaceva lì in un angolino dell’hard-disk spaesato come un bimbetto al primo giorno d’asilo. Tutto questo nonostante una sceneggiatura firmata dal mio eroe personale Richard Kelly, il paparino di Donnie Darko. E nonostante questo non avevo mai visto Domino. Perché? Non so perché.

Preso bene da un trip favorevole nei confronti di Keira Knightley dopo la visione di Non lasciarmi, mi sono allora deciso infine a vederlo. Non è che mi abbia cambiato la vita e non sono nemmeno da lontano raggiunti i livelli di spettacolarità di un Crank, però è un film dannatamente fico. E Keira offre un’intepretazione davvero sorprendente. E con la storia della modella coinvolta in traffici assurdi sembra di stare quasi dentro Glamorama di Bret Easton Ellis, ma a livelli per quanto fighi, non così fighi. E ha anche il merito di aver rilanciato la carriera (e la vita) di Mickey Rourke (insieme a Spun e a Sin City) persino prima di The Wrestler. E Richard Kelly c’ha messo il suo zampino infarcendo una storia action non troppo originale con una serie di riferimenti e citazioni pop molto anni Ottanta che danno alla pellicola quel tocco in più. E ci sono Brian Austin Green e Ian Ziering ovvero David Silver e Steve Sanders di Beverly Hills 90210 nella molto ironica parte di loro stessi. E direi che così è già abbastanza.
Certo, la fotografia ipersatura, il montaggio più serrato delle gambe di Taylor Swift e la regia dopata e pompata di Tony Scott ogni tanto rischiano di far venire il mal di mare (una durata inferiore alle 2 ore avrebbe giovato), però danno pure loro un onesto contributo alla figosità del tutto. Perché è di questo che si tratta. Un film più di apparenza che di sostanza in cui si segnala soprattutto una Akeira Kurosawa Knightley più cazzuta di sette samurai messi insieme.
Un film che non vi cambierà la vita, ma vi renderà più fighi.
Forse.
(voto 6,5)

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