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lunedì 26 gennaio 2009

January

In un post di qualche tempo fa avevo definito il Piemonte come il Wisconsin italiano. Mi ero sbagliato. Dopo quest’inverno il paragone calza di più con l’Alaska. Mancano solo gli orsi (forse).
Se al freddo e alla neve di questo January aggiungiamo anche la pausa tra la fine del lavoro precario e l’inizio del master in febbraio che vedrà il mio ritorno nel mondo degli studi, in questo primo mese dell’anno ho avuto modo di fare scorpacciate (anche più del solito) di film, serie tv e dischi nuovi. Mettiamo quindi ordine al disordine e diamo qualche voto, partendo dai film.

Lasciami entrare
Il mio film del cuore (vedi post). Giovani vampiri crescono. Anzi, no. Forse è proprio questo ad affascinarmi in loro: il fatto che non crescano, come Peter Pan.
voto\10

In Bruges
Una lezione di sceneggiatura. Veloce, brillante, ricco di battute memorabili e situazioni al limite del delirio puro. L’ambiente favolistico della cazzo di Bruges finisce per affascinare, Colin Farrell ne combina di tutti i colori e fa pisciare sotto dalle risate! Una sorpresa assoluta.
voto\9

Valzer con Bashir
Poesia per gli occhi
sinfonia per il cervello
aspirina per l’anima
voto\9

Il petroliere
Un film senza speranza, nero come il petrolio e come il cuore del protagonista (un Daniel Day Lewis eccellente).
voto\8,5

The Millionaire
La puntata di Chi vuol essere milionario? più entusiasmante ed emozionante che vi possa capitare di vedere. Diretto da Danny “Trainspotting” Boyle.
voto\8

Vicky Cristina Barcelona
Girandola erotico-sentimentale nella calda Barcelona. Detto così sembra un porno, e neanche dei migliori, in realtà è una commedia di Woody Allen, e anche delle migliori.
voto\8

W.
Il film di Oliver Stone su George W. Bush. Divertente e ispirata la parte che si concentra su W. persona (ebbene sì, e che diamine: anche lui è una persona!), meno la parte politica.
voto\7,5

The Strangers
Pura tensione. Dall’inizio alla fine. E i 3 strangers cazzo se sono inquietanti.
voto\7

Sette anime
Premessa numero 1: il Muccino italiano mi è sempre piaciuto. Frizzante e addirittura spassoso ai tempi dell’esordio Ecco fatto, ha ricostruito ottimamente i tempi del liceo in Come te nessuno mai, ha orchestrato il dramma dei 30enni in crisi d'identità con un ritmo e una tensione da tragedia greca in L’ultimo bacio e in Ricordati di me ha fotografato l’Italia di oggi in maniera forse un po’ schematica ma più profonda di quanto possa sembrare. Poi ha voluto fa l’americano con un film ambientato negli anni Ottanta e io da grande appassionato di film sugli 80s mi son detto: figata! Peccato che con La ricerca del denaro, pardon della felicità, ha fatto la peggior ricostruzione del decennio a memoria d’uomo. Non basta mettere un cubo di Rubik e il gioco è fatto… Il mondo dei broker degli 80, reso perfettamente da Oliver Stone in Wall Street e preso per il culo alla grande in American Psycho, è stato trasformato da Muccino nel magico paese dei balocchi e delle opportunità. Bah!
Premessa numero 2: Vanilla Ice a parte, Will Smith è forse il peggior rapper nella storia dell’hip-hop americano. E come attore è uno specialista nel recitare in alcuni dei film peggiori della storia del cinema recente (Wild Wild West, Io sono leggenda, Men in Black 1 e 2, Bad Boys 2, Independence Day e il già citato La ricerca della felicità.) Dai tempi del Principe di Bel Air continua a fare sempre la stessa parte: quella dell’uomo eroico che si erge da solo contro il resto del mondo. Ad aiutarlo solitamente c’è un’improbabile spalla (un robot, un cane, un bambino, un vecchio, Carlton…) ma nessuno che possa offuscare la sua stella.
Partendo da premesse del genere, Sette anime miracolosamente non mi è nemmeno dispiaciuto, non del tutto almeno. Will Smith per la prima volta mi sembra che reciti veramente e in un ruolo finalmente sgradevole (anche se solo a tratti). Poi Muccino pure stavolta rispetto ai suoi movimentati film italiani tiene il ritmo sotto Valium e il finale new-age non è esattamente il massimo.
voto\6

Davanti agli occhi
Avere a disposizione Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic e farli giocare in difesa è come avere Uma Thurman ed Evan Rachel Wood e farle recitare in un film piatto e prevedibile come questo. Un’occasione persa e finale new-age pure qua. Ma basta!
voto\5

Tropic Thunder
Ben Stiller in versione attore/regista dopo il geniale Zoolander realizza una non richiesta e sostanzialmente noiosa parodia del genere bellico. Da salvare solo due irriconoscibili Robert Downey Jr. e Tom Cruise.
voto\4,5

Serie tv
Mad Men
Le vite di un gruppo di pubblicitari nella New York a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60. Siamo lontani mile miglia dagli Happy Days e si scava a fondo nell’animo di personaggi raramente così sfaccettati e complessi. Se il mondo girasse nel verso giusto, invece che sul satellitare Cult lo passerebbero in prima serata su Raiuno al posto di fiction inutili come Raccontami e co. Qui sì che viene raccontato veramente un periodo storico e lo si fa evitando di cadere nei soliti stereotipi. Sotto la patina dei favolosi anni del boom si nascondono delle anime in pena, ma anche se il tono è molto introspettivo non mancano momenti di più leggero cazzeggio. Non vorrei essere il solito megalomane, ma direi che si tratta probabilmente della migliore serie televisiva dai tempi di Twin Peaks.
voto\10


Dexter
Nella seconda stagione, la vita di Dex ha sviluppi molto Palahniuk periodo Fight Club tra tossici anonimi e un triangolo amoroso che lo rende più umano, e quindi più interessante.
voto\8,5

Medium
Ormai mi sono affezionato a questa serie sulla medium Patricia Arquette che si barcamena con maestria tra sogni inquietanti e routine familiare.
voto\7+

Damages
Una giovane avvocatessa finisce a lavorare per una Glenn Close stile Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada… immancabilmente la sua vita si trasformerà in un vero inferno.
voto\7

Dr. House
Quinta stagione ancora in fase di decollo… allacciate le cinture.
voto\6+ (il + è per la geniale suoneria di Mmm Bop degli Hanson sul cellulare di House)

Dirt
La prima stagione era visionaria e “sporca” come dice il titolo. La seconda sembra decisamente più ripulita e innocua. Delusion.
voto\5

Disco del mese
Howling Bells “Radio Wars

Spettacolare! C’è poco altro da dire.
spiriti affini: Garbage, Pretenders, Cardigans
voto\8,5
Cities Burning Down


Antony & The Johnsons “The Crying Light
L’ascolto di questo disco è paragonabile alla visione della Madonna. La voce di Antony risuona come qualcosa di sacro da ascoltare in silenzio e al buio. Perché la luce, lo suggerisce il titolo, fa piangere.
spiriti affini: Rufus Wainwright, Hercules & Love Affair, Bjork, Sigur Ròs
voto\8

Fight Like Apes “Fight Like Apes and the Mysteries of the Golden Medallion
Da Dublino, dei pazzi che fanno un gran casino fregandosene di tutto e di tutti.
spiriti affini: Rolo Tomassi, Ash, Metric
voto\8


Pains of Being Pure at Heart “The Pains of Being Pure at Heart
Ascoltare Come Saturday è come tornare nei 90s e riprovare di nuovo entusiasmo per un pezzo con le chitarre distorte.
spiriti affini: My Bloody Valentine, Raveonettes, Radio Dept.
voto\7,5


Telepathe “Dance Mother”
Elettronica da risveglio la domenica mattina per creare incantate atmosfere interiori.
spiriti affini: Miss Kittin, Bjork, David Lynch
voto\7,5

Franz Ferdinand “Tonight: Franz Ferdinand
Fila via liscio che è un piacere, ma ascoltandolo con attenzione si notano una miriade di finezze stilistiche non da tutti. Un disco che cresce con gli ascolti.
spiriti affini: Blur, Arctic Monkeys, Kinks, Beck
voto\7+

Sky Larkin “The Golden Spike”
Disco fresco, veloce, eccitante.
spiriti affini: Johnny Foreigner, Subways
voto\7


White Lies “To Lose My Life
Nuovo esaltante gruppo uk, anche se con un suono new-wave un pochino derivativo.
spiriti affini: Joy Division, Editors, Interpol
voto\7

Morrissey “Years of Refusal
Ha già dato, ma se la cava ancora…
spiriti affini: Smiths
voto\6
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