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sabato 15 marzo 2014

VIAGGIO EXISTENZIALE NEL CINEMA DI DAVID CRONENBERG





Oggi il regista canadese David Cronenberg compie 70 anni. Per celebrare questa importante cifra raggiunta da uno dei cineasti più particolari e originali delle ultime decadi, la compagnia di noi bloggher cinefili ha organizzato in fretta e furia un David Cronenberg Day last minute. Ecco tutti i partecipanti:



Per l’occasione, ho deciso di festeggiare il registone con una veloce carrellata dei suoi film che ho visto. Il canadese è attivo fin dalla fine degli anni Sessanta e molte sue pellicole mancano ancora all’appello delle mie visioni, a cominciare da tutti i suoi primi lavori: Stereo (1969), Crimes of the Future (1970), Il demone sotto la pelle (1975), Rabid – Sete di sangue (1977), Veloci di mestiere (1979) e Brood – La covata malefica (1979). Ho cominciato a seguire la sua carriera a partire dai suoi lavori degli anni ’80, saltando qualche film qua e là, e in pratica questa rassegna cronenberghiana è scarsina e ha un sacco di lacune, ma facciamola partire comunque.

Scanners (1981)
Lo so che per qualcuno questo è il primo cult cronenberghiano e le radici di molti suoi successivi grandi film si possono trovare già qui, ma a me, a dirla tutta, questa visione ha sinceramente lasciato piuttosto indifferente e l’ho anche rimossa velocemente. L’unica cosa che mi è rimasta in testa è la scena dell’esplosione della testa, quella sì davvero memorabile. Per il resto non mi ha convinto molto. Non scannatemi per questo.
(voto 6/10)

La reazione di un fan hardcore di Cronenberg a questa lacunosa rassegna.

Videodrome (1983)
Per quanto mi riguarda, il Capolavoro supremo del Cronenberg. Un viaggio letteralmente dentro lo schermo, una riflessione notevolissima e ancora oggi attuale sulla televisione e sul rapporto tra uomo e tecnologia, che rivestirà un ruolo centrale in gran parte dei lavori del cineasta. E poi è una figata.
(voto 9/10)

"Morte a Pensieri Cannibali, gloria e vita a WhiteRussian!"

La zona morta (1973)
Qui dentro c’è forse più Stephen King che David Cronenberg, ma resta comunque un thriller parecchio inquietante e sorprendente.
(voto 7,5/10)

"Sento un pochino caldo. Qualcuno ha per caso alzato il riscaldamento?"

La mosca (1986)
Il filmissimo di David Cronenberg, uno dei più celebri e probabilmente il più identificativo del suo cinema metà umano e metà “altro”. La mosca vola altissimo oltre i confini dei generi thriller e horror, per posarsi… sulla merda? No, per posarsi su un genere nuovo, il genere cronenberghiano.
(voto 8/10)

"Ma uffa, io volevo trasformarmi in Maurizio Mosca, non in una mosca."

Inseparabili (1988)
Pellicola visionata tantissimo tempo fa, di cui ho un vago ricordo, piuttosto positivo. Il rapporto malato tra due gemelli interpretati da Jeremy Irons per un thriller malato nel classico stile malato di Cronenberg.
(voto 7/10)

"Buttiamo via questo computer, che per oggi Pensieri Cannibali m'ha stufato."

Il pasto nudo (1991)
Un cultone del cinema cronenberghiano tratto dall’omonimo romanzo di William Burroughs che ancora manca alle mie visioni. Sarà per la poca simpatia che provo nei confronti del protagonista Peter “Robocop” Weller?

Scusate ma non posso inserire immagini di pasti nudi, se no mi censurano il blog.

M. Butterfly (1993)
Pure questo non l’ho mai visto.
Come rassegna fa un po’ pena, lo so, lo so.

"Ti prego Cannibal, se mai guarderai questo film, non massacrarlo."

Crash (1996)
Per capire quanto disturbata sia la mente di David Cronenberg, ancora più dei suoi lavori precedenti, basta fare un giro su questo Crash. Più che un film, un'apologia dell’amore inteso in senso sessuale dell’uomo (ma anche della donna) per l’automobile e per gli incidenti stradali. Miracolosamente, nonostante il rischio cacchiata si nasconda dietro ogni curva, Crash non si schianta e non cade nel burrone del ridicolo, come invece Cameron Diaz che si scopa una macchina in The Counselor – Il procuratore.
(voto 7,5/10)

"A chi non viene voglia di ciulare dopo un incidente stradale?"

eXistenZ (1999)
Videodrome è il Capolavorissimo di David Cronenberg, però personalmente il suo film che preferisco è eXistenZ, che di quello rappresenta un po’ il seguito ideale, con il mondo dei videogiochi al posto di quello della televisione. Il motivo della mia adorazione nei suoi confronti è presto spiegato. Al di là di una visione infantile de La mosca, eXistenZ è il primo film del regista canadese che ho guardato in età adulta e mi è sembrata una cosa del tutto sconvolgente e inaspettata. Per chi già conosceva i suoi lavori precedenti capisco che non abbia rappresentato un grosso shock, visto che sono qui presenti molte sue fisse e tematiche classiche, però per me è stato il primo vero approccio al suo cinema. Anche visto di recente, resta comunque una bomba totale.
(voto 9/10)

"Hey, sicuro non ci sia un modo meno invasivo per usare questa app?"

Spider (2002)
Ancora entusiasmato dalla visione di eXistenZ, per procurarmi il film successivo di Cronenberg ricordo di essermi recato tutto felice da Blockbuster, perché una decina d’anni fa i film ancora non li si scaricava né li si guardava in streaming, bensì li si noleggiava in DVD o addirittura in VHS. Dopo di ché arrivo a casa, metto su in fretta e furia il DVD di Spider, comincia la pellicola e continua e continua e non succede niente e c’è solo questo pazzo che parla tra sé e sé bisbigliando, e non si capisce niente. Lo so che il mio è un giudizio superficiale e c’è chi considera questa pellicola un filmone o un capolavorone, però io non sono riuscito proprio a finire la visione. Ho estratto il DVD dal lettore e ho cercato di bruciarlo, a costo di pagare la penale del Blockbuster, perché quando ci vuole, ci vuole.
Ah Cronenberg, ah Ralph Fiennes, al rogo!
(senza voto)

"Cannibal, guarda che mi trasformo in Voldemort e poi ti faccio la bua!"

A History of Violence (2005)
Forse è il film di David Cronenberg più unanimemente apprezzato, eppure a me non convince fino in fondo. Per carità, si tratta di un’ottima pellicola che offre spunti di riflessione notevoli sul tema della giustizia fai da te e non solo. Allo stesso tempo, mi sembra pure il film più “addomesticato” del regista. Quello in cui ha messo da parte tutte le sue tipiche stranezze e stralunatezze per realizzare un prodotto più classico, più tradizionale, perfetto per prendersi il plauso della critica. Buon film, però troppo poco cronenberghiano e troppo poco weird per considerarlo tra i suoi vertici assoluti.
(voto 7,5/10)

"Se sparo a un Cannibale la si può considerare difesa personale?"

La promessa dell’assassino (2007)
Per quanto paradossale possa sembrare, se A History of Violence non l’ho amato molto, questo film di due anni successivo che nasce quasi come suo gemello è invece riuscito a conquistarmi del tutto. Difficile spiegare il perché, d'altra parte, quando si tratta di cinema cronenberghiano, lo spazio per il razionale si fa davvero esiguo. Mi sarà piaciuto allora per le atmosfere torbide da thrillerino sulla mafia russa, o sarà perché all’epoca (anche se sono passati appena 7 anni sembra già un’altra epoca) Naomi Watts sapeva ancora fare la differenza. Fatto sta che, in uno scontro faccia a faccia, per quanto mi riguarda La promessa dell’assassino dà un sacco di botte ad A History of Violence e lo mette KO.
(voto 8+/10)

"Sì, le sigarette mi piace spegnerle così, e allora?"

A Dangerous Method (2011)
Mamma mia, che schifezza. Non so se sia peggio di Spider. Visto che sono arrivato fino alla fine (non so come), forse non lo è. Resta il fatto che David Cronenberg c’ha regalato delle pellicole splendide, ma anche delle porcherie invereconde. Complice una delle interpretazioni più mostruose (e non intendo in senso positivo) nella Storia del Cinema, sì, sto parlando di quella di Keira Knightley, A Dangerous Method è terrificante. Se ci ripenso, ho ancora i brividi.
(voto 2/10)

"Il Cannibale per una volta aveva ragione:
ho rivisto il film e mi sono fatta schifo da sola!"

Cosmopolis (2012)
L’ultimo Cronenberg ha diviso pubblico e critica tra chi ha gridato al capolavoro e chi alla monnezza. Secondo me hanno entrambi gridato a vuoto. Cosmopolis è infatti un film sul vuoto, tratto da un vuoto esercizio di stile di Don DeLillo, ma che non è poi così vuoto come può apparire nella sua scintillante esteriorità. Siamo lontani dai suoi lavori migliori, però qui il neo 70enne David ha se non altro dimenticato la sfortunata parentesi freudiana del film precedente ed è tornato a fare il tipo di cinema che gli è più congeniale. Cosmopolis è tutt’altro che perfetto, ma provateci voi a fare qualcosa di meglio con Robert Pattinson come protagonista, se ci riuscite!
(voto 7+/10)

"Volete farmi girare un nuovo episodio di Twilight?
Non ditelo manco per scherzo!"
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