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venerdì 31 dicembre 2010

I miei film dell'anno 2010 - n. 37 Io sono l'amore

Io sono l’amore
(Italia)
Regia: Luca Guadagnino
Cast: Tilda Swinton, Flavio Parenti, Edoardo Gabbriellini, Alba Rohrwacher, Diane Fleri, Pippo Delbono, Mattia Zaccaro
Genere: eleganza italiana
Se ti piace guarda anche: Festen, Lontano dal paradiso, La meglio gioventù, il cinema di Luchino Visconti

Trama semiseria
Le vicende della ricca famiglia dei Recchi, tra storie d’amore più o meno lecite e intrighi aziendali. Praticamente la storia dei Berlusconi senza escort e leggi ad personam o quella degli Agnelli ma con meno cocaina ed escort.

Pregi: film di rara raffinatezza e bellezza formale, ignorato da noi ma negli Stati Uniti è stato il nostro film quest'anno più applaudito da critica, pubblico e bloggers
Difetti: splendido per 2/3, la parte finale ha delle cadute nella sceneggiatura non da poco che gli impediscono di essere un vero gioiello

Scena cult: Tilda Swinton che scopre il piacere sensuale del cibo come a Julia Roberts in Mangia, prega e ama non riesce nemmeno invocando i guru indiani

Leggi la mia RECENSIONE

venerdì 8 ottobre 2010

Io sono l'amore. E tu?

Io sono l’amore
(Italia 2010)
Regia: Luca Guadagnino
Cast: Tilda Swinton, Flavio Parenti, Edoardo Gabbriellini, Alba Rohrwacher, Diane Fleri, Pippo Delbono, Mattia Zaccaro
Links: imdb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Festen, Lontano dal paradiso, La meglio gioventù

Inizia come un film nordico, ambientato in una Milano imbiancata dalla neve ma soprattutto tra le gelide mura di una casa di imprenditori alto-borghesi bauscia (i Recchi). Una scelta decisamente fredda per una pellicola intitolata calorosamente Io sono l’amore.

Va subito detto che ci troviamo di fronte a un film vertiginosamente affascinante, a una regia maestosa di un Luca Guadagnino il cui precedente è un certo imbarazzante Melissa P.
Ma un passo falso (o un film di merda) può capitare a tutti e Guadagnino stavolta si fa perdonare alla grande attraverso uno sguardo originale, ricco di bellezza, con un gusto retrò notevole ed elegante, potremmo dire classico (ad esempio nella scelta dei caratteri dei titoli di testa o nella raffinatezza della fotografia).
Sa anche sorprendere, Guadagnino, con lampi improvvisi di sogni & visioni dei personaggi e continui cambi di registro: se nella prima parte la pellicola sembra avviarsi ad essere un tipico melò, la seconda ambientata a Sanremo stravolge tutto, con una scena d’inseguimento alla Brian De Palma e una deriva sentimental/sessuale tra due personaggi. E alla terza parte cambia ancora: c’è una breve tappa a Londra e poi esplode in tutta la sua componente melodrammatica preannunciata all’inizio e poi accantonata. Per dovere di cronaca, accanto ai complimenti fin qui fatti va anche notato come la seconda e la terza parte risultino un po’ meno riuscite e il finale vada nella direzione di una epicità eccessivamente esasperata.

Il film mette così in evidenza tutti i pregi ma anche i limiti del nostro nuovo cinema Paradiso: ci sono in giro registi validi, dotati di un gusto visivo davvero notevole, ma ciò non corrisponde sempre a sceneggiature dello stesso livello. In quella di Io sono l’amore, curata tra gli altri dallo stesso Guadagnino, ci sono buchi e cali di tensione evidenti, soprattutto verso la fine.
Il reparto attori è poi piuttosto preoccupante. Gli interpreti italiani davvero bravi si contano sulle dita di una mano: Toni Servillo, Filippo Timi e Alba Rohrwacher lavorano già tanto, tantissimo, non possono comparire in tutti i film. Meglio ovviare a questa penuria chiedendo aiuto all’estero come ha fatto Guadagnino, affidandosi al volto gelido dell’inglese Tilda Swinton, oppure sarebbe il caso di alzare il livello qualitativo delle nostre fiction televisive, che dite? Se negli Usa o in Inghilterra le serie tv rappresentano infatti per gli attori una ottima palestra (anzi, a volte ormai sono molto meglio del cinema stesso), da noi la situazione è radicalmente diversa. Non è un caso allora che altri due ottimi attori di questo cast (il virziniano Edoardo Gabbriellini e la stupenda Diane Fleri) arrivino da I liceali, una delle rarissime eccezioni di qualità in un panorama televisivo italico mai come ora in coma.

Il mio pollice sta quindi su su su per Luca Guadagnino e il suo Io sono l’amore, tra i pochi film italiani recenti applauditi da pubblico e critica anche negli Usa, però rimane l’impressione che con una sceneggiatura più solida e qualche svolta mucciniana in meno nella parte conclusiva ci saremmo trovati di fronte a un capolavoro. O giù di lì.
(voto 7,5)

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