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giovedì 23 marzo 2017

Non è un cinema per giovani





Ci sarà un film in grado di spodestare La Bella e la Bestia dalla cima del botteghino italiano?
Le uscite della settimana non sembrano essere commercialmente abbastanza forti per un'impresa del genere, però chissà che tra loro non si nasconda qualche chicca da non perdere. O magari no.
Proviamo a prevederlo attraverso i commenti miei e del mio (ormai quasi ex) rivale Mr. James Ford.

Life – Non oltrepassare il limite
"Lì fuori c'è un Ford alieno... col cavolo che esco."

sabato 29 marzo 2014

IL PARADISO DEGLI ORCHI, OVVERO I GRANDI MAGAZZINI




Il paradiso degli orchi
(Francia 2013)
Titolo originale: Au bonheur des ogres
Regia: Nicholas Bary
Sceneggiatura: Nicholas Bary, Jérôme Fansten, Serge Frydman
Tratto dal romanzo: Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac
Cast: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Guillaume de Tonquedec, Emir Kusturica, Thierry Neuvic, Alice Pol, Mélanie Bernier, Dean Constantin, Youssef Hajdi, Ludovic Berthillot, Isabelle Huppert
Genere: comedy-thriller
Se ti piace guarda anche: Mood Indigo - La schiuma dei giorni, Shameless, Veronica Mars

PIANO TERRA – GRANDI MAGAZZINI
Grandi magazzini, per grandi e per piccini.
Prendi al volo l’occasione, porta a casa l’affarone.



Lo so che questa canzone è del tutto idiota, ma ogni volta che la sento mi fa scendere giù una lacrimuccia malinconica, perché mi ricorda di quand’ero bambino. E poi a me i grandi magazzini, o se preferite i supermarket/centri commerciali, fanno un effetto contrastante. Come un po’ tutti i simboli del capitalismo, da una parte ne sono affascinato, dall’altra ne sono schifato. Da piccolo adoravo quando i miei mi portavano al Continente, il primo mega ipermercato della mia zona. Un luogo immenso in cui perdersi, ancor di più agli occhi di un bambino. Crescendo è però cresciuto anche il mio fastidio nei confronti di questi non-luoghi disumanizzanti, soprattutto nel periodo in cui c’ho lavorato.

Tutto questo per dire che il film Il paradiso degli orchi è ambientato prevalentemente all’interno di un centro commerciale. Se vi aspettate qualcosa nello stile del sopracitato Grandi magazzini di Castellano e Pipolo, meglio se andate in un altro supermercato. Meglio se andate al Conad. Il paradiso degli orchi è sì una commedia, ma è una commedia radical-chic prettamente francese. Non a caso io l’ho A-DO-VA-TA.
La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Daniel Pennac, il primo della serie dedicata alla famiglia Malaussène, che io sento già come una seconda famiglia e, allora, dopo il piano terra dedicato ai Grandi magazzini, saliamo al primo piano, quello dedicato allo scrittore Daniel Pennac.

"Fabio Fazio, la smetta di farmi domande idiote, tipo se le posso prestare una pennac, per favore."

PRIMO PIANO – DANIEL PENNAC
Non ho mai letto niente di Daniel Pennac.
Fine della visita a questo piano.

No, dai, il piano non è finito qui. Non l’ho mai letto, è vero, ma avrei sempre voluto farlo. Mi è anche stato consigliato, eppure non mi sono mai cimentato con una delle sue opere. Perché? Non so perché. Lo stile ironico e folle che emerge da questa pellicola mi sembra proprio di quelli che potrei lvvare in maniera incondizionata, quindi prometto di impegnarmi a recuperare qualche suo libro al più presto. Magari i volumi successivi a Il paradiso degli orchi delle avventure dei Malaussène, che adesso mi sono preso bene e voglio vedere cos'altro combinano.
Chi sono i Malaussène?
Sono una famiglia parigina molto particolare, in cui il padre non si sa chi sia, la madre è assente ed è sempre da qualche parte innamorata e incinta, la sorella maggiore è pure lei incinta, la sorella minore è una teenager hipster, il fratello minore è un teppistello sboccato e, a portare a casa lo stipendio in questa disastrata famiglia non troppo distante dai Gallagher di Shameless, ci pensa allora unicamente il fratello maggiore Benjamin, il protagonista principale della pellicola.


SECONDO PIANO – IL FILM
Che mestiere fa, Benjamin Malaussène?
A livello ufficiale, è l'addetto alla manutenzione tecnica di un grosso centro commerciale parigino. In realtà fa il capro espiatorio, ovvero lo pagano per prendersi le colpe dei guasti davanti ai clienti danneggiati cosicché questi, impietositi nei suoi confronti, non chiedono al supermercato alcun risarcimento. Nonostante Pennac abbia scritto il romanzo negli anni Ottanta, questo sembra uno spunto ideale per i tempi di crisi di oggi. Quasi quasi vado a fare pure io il capro espiatorio. Tanto mi sputtano già pubblicamente qui su Pensieri Cannibali aggratis, tanto vale essere pagato per farlo.
All’interno dei grandi magazzini in cui lavora Benjamin, un giorno cominciano delle misteriose esplosioni, che sembrano collegate alla scomparsa di alcuni bambini avvenuta parecchi anni prima. Entra qui in movimento una trama thriller apparentemente leggera, eppure davvero ben sviluppata e in grado di offrire un livello di coinvolgimento maggiore della maggior parte dei thriller “seriosi” in circolazione. Il tutto condotto con un stile frizzante, leggero, da commedia. Si sorride, grazie allo stralunato protagonista combinaguai e alla sua ancora più stralunata famiglia, e allo stesso tempo si seguono con interesse gli sviluppi della componente gialla. Un thriller-comedy non lontanissimo dalle indagini di Veronica Mars, solo inserito in un contesto molto francese, con tanto di un gusto per il grottesco vagamente alla Mood Indigo - La schiuma dei giorni.

"Ah, che bel lavoro, fare il dicaprio espiatorio!"

TERZO PIANO – BÉRÉNICE BEJO E IL RESTO DEL CAST
Per non farsi mancare niente, oltre alla componente thriller e a quella comedy la pellicola ci regala anche un piccolo spazio sentimentale, grazie all’interesse amoroso del protagonista, la splendida Bérénice Bejo qui in versione rossa. Che dire, di questa fenomenale attrice francese nata in Argentina? L’ho vista in appena una manciata di pellicole, ma già mi sembra una delle interpreti più versatili del cinema mondiale attuale e forse di sempre. Starò mica esagerando? In ogni caso, dai toni comedy di questo film e di Tutti pazzi per Rose a quelli drammatici de Il passato, passando per la straordinaria prova “muta” di The Artist, se la cava sempre in maniera formidable. Per quanto riguarda il resto del cast, ispira un’enorme simpatia il protagonista, Raphaël Personnaz, e in un paio di ruoli minori si segnalano pure il regista Emir Kusturica e Thierry Neuvic, visto in Hereafter e nella mini-serie italiana Le cose che restano.
E ora con l'ascensore scendiamo giù, a tirare le somme della visita a questo centro commerciale.

"Va bene, mi arrendo!
Ammetto di essere bella e brava. E soprattutto modesta."
"E c'ho pure due belle tette, tiè!"

PIANO SOTTERRANEO – CONCLUSIONI
Che bella commedia, Il paradiso degli orchi! Una delle più piacevoli viste negli ultimi tempi.
E che bel thriller, Il paradiso degli orchi! Nonostante i toni grotteschi e nonostante non si prenda mai troppo sul serio, la parte gialla funziona che è un piacere. Qualcosa in comune con Grandi magazzini allora questo film ce l’ha: funziona su più piani e la sua visione è consigliata a grandi e piccini.

Grandi magazzini, per grandi e per piccini.
Prendi al volo l’occasione, porta a casa l’affarone.

E voi, portatevi a casa questo film.
(voto 7+/10)

venerdì 15 marzo 2013

BELLA ADDORMENTATA O BELLOCCHIO ADDORMENTATO?

Bella addormentata
(Italia, Francia 2012)
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli
Cast: Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido, Michele Riondino, Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio
Genere: mortale
Se ti piace guarda anche: Amour, Mare dentro, Million Dollar Baby

Chi è la Bella addormentata di Marco Bellocchio?
La risposta sembrerebbe molto semplice: Eluana Englaro. Il film non parla di lei?
In parte sì. Il caso Englaro fa da drammatico sfondo alle drammatiche vicende intrecciate delle 3 drammatiche storie raccontate dalla drammatica pellicola. La prima storia può anche essere vista come doppia, considerando che si concentra sulle vicende differenti di padre e figlia, accomunati dalla morte della moglie/madre che si trovava in una situazione analoga a quella di Eluana. Il padre, Toni Servillo, è un senatore del Pdl con degli scrupoli di coscienza: votare o non votare la legge pro-life promossa dall’allora premier oggi povero infermo Berlusconi? Proprio come in “Genie in a Bottle” di Christina Aguilera, o quasi, il partito dice sì, ma il suo cuore dice no.

"Io e te, 3MSC!"
"Hey, ma che stai a dì? Mi sa che hai sbagliato sceneggiatura."
"No no, è proprio così..."
Allo stesso tempo quella bigottona di sua figlia, interpretata dall’oltremodo odiosa Alba Rohrwacher, va a pregare a Udine con le sue amiche suore, per sostenere il partito dei pro-life davanti alla clinica in cui si trovava Eluana. Quand’ecco che in un bar un tizio le tira un bicchiere d’acqua addosso. Il fratello di codesto psicopatico si scusa con lei, le scrive il suo numero di telefono su una mano e i due finiscono a letto insieme.
Alla faccia della suora!
Uno si può domandare perché in un film come questo sia stata inserita una storiella d’amore che potrebbe essere tranquillamente uscita dalla mente perversa di un Federico Moccia o di una Stephenie Meyer, e alla fine la risposta viene data. Ed era meglio se non veniva data.
Ed era meglio se la Rohewacher non gliela dava.
ATTENZIONE SPOILER
Grazie alla notte insieme al ragazzo, Alba Rohrwacher scopre cos’è il vero amore e capisce che il gesto del padre è stato un atto d’Amour. Cioè, ‘sta qua s’è fatta una scopata e bom, di punto in bianco riesce a comprendere l’amore dei suoi genitori andato avanti probabilmente per anni?
Manco Moccia e la Meyer avrebbero osato tanto…
Per non parlare del fratello disturbato del ragazzo, un personaggio buttato nella mischia del tutto a caso e per nulla approfondito.
FINE SPOILER, PER ORA

La vera Bella addormentata di Bellocchio non è però la madre dell'Albachiara Loacker, ne lo è la stessa Alba Rottweiler o come cazzo si scrive. Potrebbe essere allora la bella fanciulla in coma del secondo episodio, quello con GianMarco Tognazzi e Isabelle Huppert? Isabelle Huppert Signora della Simpatia che tra questo film e Amour è un po’ l’equivalente per il cinema sull’eutanasia di Christian De Sica per i cinepanettoni. Questo episodio appare a un certo punto e viene inserito in maniera casuale all’interno della pellicola, per poi essere fatto evolvere in maniera scontata e chiuso alla buona. Un episodio riempitivo che ci suggerisce come la vera bellocchiana addormentata non sia nemmeno la bionda fanciulla in coma.

La terza storia è quella (leggermente) più interessante. È anche quella che in apparenza c’entra meno con il caso Englaro. Maya Sansa è una tossica persa con manie suicide. Non è costretta a vivere in un letto, ma la sua vita le pesa comunque e vorrebbe morire. Un dottore però non ci sta e prova a salvarla.
ATTENZIONE SPOILER AGAIN
Alla fine di questa favoletta, il dottore, anche se non è che sia proprio il Principe Azzurro, bacia la toxic Sansa, che non è proprio una principessina, e la risveglia dal coma della sua vita. Scena dall’alto valore simbolico o semplicemente la chiusura più scontata che ci poteva essere per tale vicenda?
Fatto sta che almeno questa, tra le 3 storie, è quella più in linea con il titolo favolesco, ma attenzione, perché non è nemmeno Maya Sansa la vera bellocchia addormentata.
FINE SPOILER AGAIN

"Se voti Silvio, ti restituisce un fisico come quello di Taylor Lautner."
"Ma uffi, io preferisco Robert Pattinson..."
La vera Bella addormentata è l’industria cinematografica italiana. C’era una volta, tanto ma tanto tempo fa, in un paese che è il nostro ma ormai sembra parecchio lontano, un Cinema che in tutto il mondo ci invidiavano. Adesso è solo un ricordo lontano e questo film ne è una splendida (ehm, non proprio splendida) fotografia. Ne parlavo qualche giorno fa nel post dedicato a Tutti i santi giorni e qui il caso si fa ancora più lampante. Bellocchio per carità dirige anche bene, il problema è un altro: la sceneggiatura è di una banalità sconcertante.
Sarà che ho visto Bella addormentata il giorno dopo aver visto il danese Il sospetto, però la differenza tra le due pellicole è evidente e non è tanto una questione di qualità visiva. Le due storie trattano le due tematiche forse più ostiche in assoluto che possano essere affrontate: pedofilia ed eutanasia. Il sospetto affronta il primo argomento in maniera cruda, feroce, non facendosi mancare persino qualche momento a sorpresa divertente (come la battuta degli amici del protagonista: “Smettila di abbracciare tuo figlio, se non vuoi finire di nuovo nei guai” o qualcosa del genere), così come riusciva a fare sullo stesso tema anche il francese Polisse. Bella addormentata invece si mantiene sempre sul serioso, non concedendo nemmeno un istante di apertura alla leggerezza, se non per il medico che prende le scommesse su quando morirà Eluana, ma è una cosa che non fa ridere. Il cinema italiano d’autore, o presunto tale, nel suo prendersi sempre troppo sul serio non ha la più pallida idea di cosa sia il senso dell’umorismo.
Bella addormentata non riesce poi a dire niente di nuovo. Affronta i temi della vita, della morte, dell’amore, dell’eutanasia da più punti di vista. Persino troppi. Come se si fosse reso conto che nessuna delle storie raccontate è davvero efficace, Marco Bellocchio ha cercato di piazzare più voci possibili, più personaggi possibili, nessuno realmente interessante.
Giusto per non farsi mancare niente, visto che siamo pur sempre nella nostra cara bella italietta, nel cast ci ha infilato dentro pure una lunga schiera di figli raccomandati, pardon di “figli d’arte”: oltre a GianMarco Tognazzi svettano Brenno Placido e Pier Giorgio Bellocchio, attori tutt’altro che folgoranti.

La questione eutanasia sarà anche affrontata attraverso una pluralità di sguardi, e questo è un pregio (l’unico?) del film, ma è sempre affrontata in maniera troppo morbida, senza mai andare a incidere, a colpire nel segno. L’affondo non arriva nemmeno nella vicenda politica.
La storia di un senatore italiano e per di più del Pdl che si dimette? Ma per favore. Questa, più che una fiaba, sembra una storia di fantascienza.
(voto 5-/10)

P.S. Ho scoperto che oggi 15 marzo è la Giornata Mondiale del Sonno.
Non ero a conoscenza dell'esistenza di una giornata del genere e la pubblicazione di questo post oggi è solo un'inquietante coincidenza...



"Ci metto la lingua o no? Massì, così si sveglia prima!"

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