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giovedì 16 gennaio 2014

RAZZIE AWARDS 2014, LE NOMINATION




Tra pochissime ore conosceremo le nomination degli Oscar 2014, e Pensieri Cannibali naturalmente non tarderà a presentarle e a commentarle. Nell’attesa sono intanto arrivate anche delle altre candidature, questa volta parecchio meno prestigiose. Quelle dei Razzie Awards 2014, gli anti Oscar dedicati ai peggiori film e attori dell’anno.
Tra i nominati ci sono un paio di robe finite anche nel mio peggio dell’anno (After Earth e Movie 43 alias Comic Movie), più una visione che ho abbandonato dopo pochi minuti (The Lone Ranger), una pellicola sì modestistissima (Un weekend da bamboccioni 2) ma ormai negli USA sparare contro i film del povero Adam Sandler è diventato un po’ troppo facile, mentre A Madea Christmas me lo sono risparmiato.
Tra le attrici, mi spiace per la nomina alle povere Lindsay Lohan, Naomi Watts e Selena Gomez, ma un po’ se la sono andata a cercare. Tra gli attori ci sono nomi (più o meno) grossi: Johnny Depp, Ashton Kutcher, Will Smith con il figlio e poi…
Sì, per la gioia del mio blogger nemico MrFord c’è anche lui: Sylvester Stallone. E per ben 3 film: triplo tiè!

PEGGIOR FILM
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43

PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Grudge Match

PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43

PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5

PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Grown Ups 2

PEGGIOR REGISTA
The 13 People Who Directed Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger

PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
The Entire Cast of Groan-Ups, Too
The Entire Cast of Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith on Planet Nepotism: After Earth

PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth: Screenplay by Gary Whitta and M. Night Shyamalan, Story by Will Smith
Un weekend da bamboccioni 2: Written by Fred Wolfe & Adam Sandler & Tim Herlihy
The Lone Ranger: Screen Story & Screenplay by Ted Elliott, Justin Haythe & Terry Rosso
A Madea Christmas: Written by Tyler Perry
Movie 43: Written by 19 “Screenwriters”

PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Hangover III
The Lone Ranger
Scary Movie 5
Smurfs 2


venerdì 4 ottobre 2013

AFTER FART




After Earth – Dopo la fine del mondo
(USA 2013)
Titolo originale: After Earth
Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: Gary Whitta, M. Night Shyamalan
Soggetto: Will Smith
Cast: Jaden Smith, Will Smith, Sophie Okonedo, Zoë Kravitz, Diego Klattenhoff
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Cast Away, Avatar, L’ultimo dominatore dell’aria

Sono basito. Prima di vedere After Earth, non sapevo fino in fondo il significato di questa parola. Ora lo conosco e posso dire di essere davvero basito.
Non so nemmeno da che parte cominciare nello spiegarvi il mio essere basito. Parto dal fatto che il regista della pellicola M. Night Shyamalan ha realizzato una delle cose più potenti e intelligenti dello scorso decennio, The Village, mascherando un film profondamente politico da film dell’orrore. Parecchio pauroso, per di più. Proseguo dicendo che M. Night ha realizzato altre cose splendide come Il sesto senso e Unbreakable, più un’onesta pellicola di intrattenimento fantascientifico come Signs. Fantascientifico mica tanto. Io questa estate i cerchi nel grano li ho visti per davvero. Che poi probabilmente fosse tutta una trovata pubblicitaria del paesino che li ha ospitati (Robella d’Asti ndr) è un altro discorso, però li ho visti. I cerchi nel grano esistono. E mi hanno lasciato basito.
Sono poi basito perché Will Smith continua a essere uno dei pezzi grossi più grossi di Hollywood. Anche se il flop di questo After Earth l’ha finalmente un po’ ridimensionato.

"Fidati, figliolo, tienila su. Solo così possiamo sembrare più espressivi."
Perché non mi piace Will Smith?
Innanzitutto perché è uno dei rapper più scandalosi nella Storia del Rap dopo Vanilla Ice. Non prendendo in considerazione gente uscita da Amici della Maria come Moreno.
E poi come attore è uno dei più inespressivi su piazza, oltre ad essersi reso protagonista di porcherie colossali come Wild Wild West, La ricerca della felicità, Sette anime, Io sono leggenda e Independence Day.
Fosse solo questo, vabbè, sono suoi limiti personali. Però negli ultimi tempi Will Smith s’è fatto portatore dei peggio vizi italiani. Will Smith non è italiano, eppure è un esponente convinto del nepotismo più spietato. Capisco che voglia bene ai suoi figli, ma non è giusto che li faccia lavorare nei suoi film. Già lui recita male, dobbiamo metterci dentro pure la sua prole? E poi sono bambini, quindi è sfruttamento minorile, oltre che circonvenzione di incapaci. Incapaci a recitare.

Non è finita qui, perché adesso l’ex principe di Bel Air, come i peggiori esponenti del nostro cinema alla Pieraccioni, non si accontenta di fare solo l’attore, che già gli riesce in maniera pessima, ma qua si inventa persino autore cinematografico. Guardando i titoli di coda, ho scoperto infatti che questo disastroso After Earth non è tratto da un romanzo, da una graphic novel o quant’altro. Il soggetto della pellicola l’ha scritto lui, Will Smith. Ciò spiega molte cose.
Che poi quanto c’avrà messo a scrivere lo striminzito soggetto di un film del genere?
Il soggetto del film è: Will Smith e il figlio precipitano con la loro astronave sulla Terra, che nel futuro in cui è ambientata la pellicola è diventato un pianeta ostile all’uomo. Solo loro due ahinoi sopravvivono all’incidente, ma Willy è moribondo e non riesce a muoversi e così il figlio dovrà avventurarsi in solitaria sulla pericolosa Terra per recuperare il dispositivo di segnalazione d’emergenza e far arrivare i soccorsi.
Questo non è il riassunto. Questo è l'intero soggetto. Fine. Non succede nient’altro. Per fortuna il film dura solo 1 ora e mezza e non l’hanno tirato troppo per le lunghe, ma a parte questo non ci sono altre note positive.

"Sì, è proprio ciò che sembra: sto per fare la cacca davanti a voi."
After Earth è una prova di sopravvivenza estrema, tra Cast Away, 127 ore e Vita di Pi. Estrema non tanto per il protagonista, l’anti-espressivo Jaden Smith, quanto per noi poveri spettatori. Vedere Jaden Smith recitare in questo film è come vedere i propri genitori scopare: un’esperienza che nessuno dovrebbe provare mai, per nessuna ragione.
C’è qualcosa di peggio di vedere Jaden Smith recitare tutto solo in una Terra priva di altri esseri umani?
Sì, vedere Jaden Smith con suo padre Will che gli rompe le palle a distanza per tutto il tempo.

"Uèèè, sei troppo cattivo con me, Cannibal. In fondo ho solo 15 anni.
Posso ancora fare di peggio!"
Se dovessi creare il film più schifoso possibile, anche con tutta l’immaginazione del mondo difficilmente riuscirei a fare meglio, cioè peggio, di questo. Innanzitutto, ci sono due attori atroci e ci sono solo loro, a parte qualche veloce apparizione della moglie e dell’altra figlia di Will Smith, interpretata non dalla sua vera figlia Willow, bensì da Zoe Kravitz, altra figlia raccomandata in questo caso del cantante Lenny, ma se non altro l’unica di tutta la pellicola in grado di recitare. Quindi c’è una trama risibile uscita come detto dalla mente di Willy e al cui confronto quelle di Stephenie Meyer sono storie un sacco elaborate. C’è poi l’apparizione di alcuni mostri schifosi che non si sa bene da dove vengano. C’è un odioso alone di misticismo new-age che aleggia lungo tutta la visione. C’è un insensato quanto prevedibile finale in cui ATTENZIONE SPOILERONE Jaden Smith da pivello fifone si trasforma improvvisamente nel più coraggioso eroe che il mondo abbia mai conosciuto. FINE DELLO SPOILERONE
Manca solo un’apparizione di Alba Rohrwacher, e poi a me sembra che peggio di così era davvero impossibile fare, anche impegnandosi. E credo che M. Night Shyamalan si sia impegnato. Voglio sperare si sia impegnato per realizzare apposta un film tanto brutto, perché uno che in passato ne ha girati di tanto belli, non riesco altrimenti a capire come possa essere caduto così in basso. Pensavo che con L’ultimo dominatore dell’aria il regista avesse toccato il fondo e invece no, qui ha fatto di peggio. Ormai, non può scendere ancora più giù e quindi da qui in poi non può far altro che risalire la china. Sperando che questa volta il mio sesto senso non si sbagli. Per adesso, il mio sesto senso dice solo: vedo i registi morti.
(voto 1/10)



lunedì 6 settembre 2010

Made in China

Karate Kid – La leggenda continua
(USA, Cina 2010)
Regia: Harald Zwart
Cast: Jaden Smith, Jackie Chan, Taraji P. Henson, Wenwen Han
Links: imdb, mymovies
Trovate il film nei cinema o QUI

Kung Fu vive in tutto ciò che facciamo.

Partivo prevenuto. Le premesse non mi sembravano un granché, non tanto perché sia contrario a remake o rivisitazioni, né perché fossi particolarmente legato all’originale (lo considero una buona pellicola 80s, ma non rientra tra i cult assoluti della mia infanzia come I Goonies, Ritorno al futuro o I Gremlins). Dopo il Karate Kid 4 con protagonista Hilary Swank (futura doppio premio Oscar, anche se a vederla lì non lo si sarebbe mai detto) e l’imbarazzante italianizzazione con la serie del Ragazzo dal kimono d’oro, ero preoccupato che questa nuova versione potesse seguire tali tracce. A non convincermi fondamentalmente era la scelta degli attori: Jaden Smith in La ricerca della felicità mi era sembrato l’unico attore più faccia da schiaffi di suo padre Will; quanto a Jackie Chan, non sono mai riuscito a sopportare più di 15 secondi di un suo film. Eppure…

Nonostante si chiami Karate Kid per mantenere un legame con la serie originale, qui di karate non ce n’è affatto. Al nuovo Dre San viene infatti insegnata quell’arte ancora più ricca di fascino acrobatico e poetica filosofia spicciola che risponde al nome di Kung Fu. E così, in maniera analoga a quanto avviene in Kung Fu Panda, un protagonista improbabile si trova nel giro di pochi giorni a diventare una bestia delle arti marziali. Non credo che ciò nella realtà sia effettivamente possibile, ma d’altronde il cinema deve saper sintetizzare i tempi (e già questo film che dura 2h e 20min non è che lo faccia più di tanto).

Dre è un ragazzino trasferitosi con la madre in Cina. Il suo impatto con i mangiariso non è proprio dei migliori, visto che non fa in tempo a ordinare un involtino primavera che questi già l’hanno massacrato di botte a colpi di kung fu professionistico. Per sua fortuna fa anche conoscenza con una cinesina carina con cui scambia un tenero bacio (di più non possono fare oh, Jaden Smith ha pur sempre 12 anni!). Tra bullismo, risvolti romantici e l’incontro con un improbabile maestro di arti marziali, il film segue piuttosto fedelmente la linea tracciata dalle mani del karate kid originale. Però tra i nuovi colpi che mette a segno ha un’ambientazione cinese davvero suggestiva e piuttosto inusuale da vedere nel cinema americano (era da L’ultimo imperatore di Bertolucci che una troupe occidentale non entrava ad esempio nella Città proibita) e soprattutto riesce ad aggiornare in maniera inventiva i tormentoni dell’originale: Jackie Chan risolve a modo suo la “lotta” contro la mosca, mentre il “togli la cera, metti la cera” si trasforma in “togli il giubbino, metti il giubbino”.
Soluzioni che rivelano una certa cura e intelligenza, per una sceneggiatura da perfetto blockbuster che sa coniugare momenti divertenti, qualche scena più commovente (con un Jackie Chan in grado di convincere in versione drammatica!) che piacerà alle nuove generazioni e magari farà storcere il naso (ma non troppo) a chi è indissolubilmente legato al Daniel San degli anni Ottanta.

Insomma, a me è piaciuto; prova ne è il fatto che ho persino rivalutato Jaden Smith. A soli 12 anni direi che è già un attore migliore del padre (ma non è che ci vuole molto…). E probabilmente in uno scontro a 2 sarebbe anche capace di fargli il culo a colpi di kung fu!
(voto 7)

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