Sceneggiatura: Kristin Gore, Matthew Silverstein, Dave Jeser
Tratto dal romanzo: Sammy's Hill di Kristin Gore
Cast: Jessica Biel, Jake Gyllenhaal, Catherine Keener, James Marsden, Tracy Morgan, Kurt Fuller, Malinda Williams, Jenny Gulley, Beverly D'Angelo, Bill Hader, Kirstie Alley, David Ramsey, Olivia Crocicchia
Genere: grottesco
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Mi sbagliavo, su Accidental Love. Mi sbagliavo profondamente. Pensavo fosse il solito cinepanettone romcom all'americana, storie corali con sprecatissimi cast all star di quelle che vanno negli ultimi anni, non si sa bene il perché. E invece no. Accidental Love è qualcosa di differente. Sì, è una commedia romantica e sì offre un tipo di comicità, se comicità si può definire, da fare un'enorme invidia a qualunque cinepanettone nazionale o internazionale mai prodotto. Sì, ha pure un cast all star o quasi che comprende i divi Jessica Biel e Jake Gyllenhaal, più gente quasi famosa come James Marsden, Catherine Keener e i comici Tracy Morgan e Bill Hader, o gente una volta famosa come Kirstie Alley.
Solo che questa non è una vicenda corale come l'orrido posterone della pellicola lascerebbe immaginare, visto che è tutta quanta incentrata sul personaggio di Jessica Biel. Una pessima Jessica Biel. Una Jessica Biel da far rimpiangere i tempi di Settimo cielo, per intenderci. Quindi mi sbagliavo. Accidental Love non è un nuovo cinepanettone all'americana. È ancora peggio.
Tratto dal romanzo: Il meglio di me di Nicholas Sparks
Cast: James Marsden, Michelle Monaghan, Luke Bracey, Liana Liberato, Gerald McRaney, Sean Bridgers, Caroline Goodall, Sebastian Arcelus
Genere: sparkstico
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Paese che vai, usanze che trovi. Un antico detto popolare che oggi vale applicato anche ai luoghi virtuali di Internet, come questo blog. Ogni posto ha le sue tradizioni e pure qui a Pensieri Cannibali abbiamo le nostre. Ogni paese ha la sua sagra, Pensieri Cannibali ha la sagra del Nicholas Sparks, in cui il celebre scrittore americano viene cotto a puntino.
Non passa anno in cui non esca, puntuale come il Natale, un nuovo film di Woody Allen, un nuovo di Clint Eastwood e una nuova pellicola tratta da un romanzo di Nicholas Sparks, per chi non lo sapesse una specie di incrocio tra Alessandro Manzoni e Federico Moccia in salsa americana. Quindi sentimenti cristiani misti a un romanticismo disgustoso, svariati melodrammi, intrecci da soap-opera di quelli però più noiosi che goduriosamente trash, sviluppi da libretto Harmony, una serie di banalità assortite e frasi a effetto da baci Perugina. Il tutto accompagnato da un inquietante tocco di misticismo new-age, tanto per non farsi mancare niente.
Io di film tratti dai suoi romanzi ne ho visti parecchi, visto che mi voglio male, però non li ho visti tutti tutti, visto che non mi voglio così male. Nonostante me ne manchi qualcuno e nonostante non abbia mai letto i romanzi, ma solo visto gli adattamenti cinematografici, so esattamente come funzionano e quali ingredienti sono presenti ogni volta, al punto che potrei scriverne io un libro copia e vendere milioni e milioni di copie. Perché non lo faccio?
Invece di perdere tempo a scrivere una recensione di 'sto film di merda, potrei mettermi al lavoro sul "Nicholas Sparks fac-simile project". Ho già pronte alcune idee, tipo The Bababook, il sequel horror di The Notebook; Ho cercato il tuo nonno, la versione per la terza età di Ho cercato il tuo nome, e Vicino a te ho una fottuta paura, il prequel thriller di Vicino a te non ho paura.
Buongiorno gentili blogspettatori e benvenuti alla prima edizione del WebGiornale di Pensieri Cannibali. La notizia di primo piano quest’oggi vede come protagonista la giornata e soprattutto la nottata pazzesca di Elizabeth Banks, attrice che è stata scambiata prima per una prostituta e poi, ancora peggio, per una giornalista.
Ci racconta tutto quello che le è capitato la nostra inviata da Los Angeles, Anna Praderio.
Anna, mi senti?
Scusate, mi segnalano dalla regia che Anna Praderio è in vacanza. Possiamo allora collegarci con Vincenzo Mollica… Vincenzo, ci sei?
Come? Mi dicono dalla regia che pure lui è già partito per le vacanze e quindi non ci resta che l’ultima ruota del carro: Cannibal Kid.
Cannibal, almeno tu mi senti? A te la parola.
Sì, ti sento forte e chiaro. Buongiorno Marco e buongiorno a tutti i blogspettatori di Pensieri Cannibali. Davvero incredibile quanto successo all’attrice Elizabeth Banks che ieri ha vissuto una notte in bianco, o meglio Una notte in giallo, visto che è stata avvistata in giro per le strade di Los Angeles vestita con uno sgargiante abito giallo da zoccolona e perché così la distribuzione italiana ha deciso di intitolare una pellicola che in originale si chiamava Walk of Shame, la camminata della vergogna. Ma cosa le è successo? Cerchiamo di ripercorrere gli eventi di una nottata parecchio movimentata.
Elizabeth Banks è stata prima scaricata dal fidanzato e poi ha avuto pure una pessima notizia sul lavoro. Per consolarsi, le sue amiche hanno pensato bene di portarla fuori per una spensierata serata in discoteca, un po’ come ha fatto Mario Balotelli il giorno del ritorno in Italia dopo la disfatta azzurra ai Mondiali di calcio. Chissà perché però a lei non sono piovute addosso maree di critiche. Sarà per via del solito razzismo?
Una volta in disco, la Banks si è ubriacata come una spugna, si è fatta rimorchiare da un attore belloccio ma poco conosciuto, James Marsden, uno che ha girato film di successo come Come d’incanto, X-Men o Le pagine della nostra vita e sembra sempre lì lì per esplodere e poi invece non se lo fila più nessuno.
Dopo essersela spassata, Elizabeth Banks per non essere paparazzata con questo attorucolo di seconda fascia è scappata nella notte, sperando di non essere notata da nessuno. Peccato che, con quell’abito giallo che indossava in onore della vittoria di Nibali al Tour de France, non è proprio riuscita a passare inosservata, finendo per essere scambiata dai poliziotti per una escort. E nemmeno d’alto bordo.
"Scusate agenti. Dopo le ultime sentenze pensavo che la prostituzione
in Italia fosse legale..."
"Sì, ma solo quella minorile. E comunque qui siamo a Los Angeles, bitch!"
La sua nottata è andata avanti tra una terrificante gag in stile Paperissima Sprint e l’altra, ma per fortuna è stata salvata dall’intervento di un divertente gruppetto di spacciatori di crack.
ATTENZIONE SPOILER, gentili blogspettatori!
Dopo un sacco di altre scenette ben poco esilaranti, che vorrebbero essere politically incorrect invece non lo sono, la Banks è finita per fare il solito discorso conclusivo moralistico da classica commedia americana. Una serata in giallo parecchio movimentata ha allora avuto una conclusione parecchio prevedibile, con tanto di stucchevole happy ending romantico. Una storia degna di un servizio di Studio Aperto, più che di uno di Pensieri Cannibali, ma dopo tutto è estate e anche noi ci dobbiamo adeguare.
Per il momento è tutto, in attesa di possibili aggiornamenti sulla vicenda ripasso la linea allo studio.
Grazie Cannibal. È stato un servizio davvero penos… volevo dire pensoso, nel senso che mi ha fatto pensare parecchio. E adesso passiamo al cinema. Ecco a voi in anteprima mondiale il trailer ufficiale di Una notte in giallo, il film tratto dalla notizia che vi abbiamo appena raccontato.
Una notte in giallo
(USA 2014)
Titolo originale:Walk of Shame
Regia:Steven Brill
Sceneggiatura:Steven Brill
Cast:Elizabeth Banks, James Marsden, Oliver Hudson, Gillian Jacobs, Sarah Wright, Bill Burr, Ethan Suplee, Ken Davitian, Lawrence Gilliard Jr., Alphonso McAuley, Da’Vone McDonald
Genere: tutto in una notte
Se ti piace guarda anche:Tutto quella notte, Lo spaventapassere (voto 4,5/10)
Cast: Ryan Gosling, Rachel McAdams, James Garner, Gena Rowlands, James Marsden, Kevin Connolly, Sam Shepard, Joan Allen
Genere: stracciamaronstrasentimentale
Se ti piace guarda anche: La memoria del cuore, I passi dell’amore, Keith, Remember Me, Dear John
Le pagine della nostra vita sono la quintessenza del nicholasparksismo.
Dopo aver letto questa frase, il 50% dei lettori, presumibilmente i lettori uomini, saranno corsi in bagno a vomitare nauseati. Oppure saranno andata a cercare su Wikipedia il termine “nicholasparksismo”. Non trovando risultati soddisfacenti, si saranno subito rifugiati a guardare YouPorn.
L’altro 50% dei lettori, presumibilmente le lettrici, avrà invece tirato un sospiro sognante: “Aaah”, ripensando al romanticume che questa pellicola, che presumibilmente avranno visto tra le 500 e le 1000 volte, emana da ogni suo poro.
"Solo perché sei nuda e perché la concorrenza dei cinesi si fa sentire,
shampoo + taglio ti posso fare 25 euro. Prendere o lasciare."
C’è poco da fare. Non ci sono Titanic o Twilight che tengano. Sebbene ai tempi della sua uscita Le pagine della nostra vita (The Notebook) non abbia fatto sfracelli di incassi come i due celebri “colleghi”, nell’ultima decade è diventato il simbolo stesso del film romantico. Quello che qualunque donna (sì, anche la più indie-cinefila) si guarda ingozzandosi voracemente di gelato dopo la rottura o un litigio col fidanzato.
Cos’ha di tanto speciale questa pellicola?
Non lo so. Andate a chiederlo a una donna che, tra un sospiro e l’altro, forse saprà spiegarvelo. A un occhio maschile, tutto questo fascino è abbastanza inspiegabile. Io ad esempio ho trovato migliori e più coinvolgenti altri film sullo stesso genere come il recente La memoria del cuore, con la stessa Rachel McAdams, oppure I passi dell’amore, forse il più decente tra le pessime trasposizioni cinematografiche dei presumibilmente pessimi (dico presumibilmente perché non avendoli letti non posso affermarlo con certezza) romanzi di Nicholas Sparks.
Ecco una foto del mio incontro con Nicholas Sparks. Sta ridendo
perché gli ho detto che i suoi libri fanno pena e pensava scherzassi.
Non sapete chi è Nicholas Sparks?
Per voi uomini duri che non sapete chi sia, e che vivreste benissimo anche continuando a non conoscerlo, vi dico solo che è lo scrittore più strappalacrime in circolazione in America. E non solo in America. È uno cui gli Harmony glie fanno 'na pippa, glie fanno. È l’autore di un sacco di drammoni che ahinoi sono diventati anche un sacco di film di altalenante ma spesso buon successo:
Le parole che non ti ho detto
I passi dell’amore
Le pagine della nostra vita
Come un uragano
Dear John
The Last Song
Ho cercato il tuo nome
"Non pensi che siamo uguali a Belen e
Stefano De Martino a Formentera?"
Solo dai titoli vi sono cadute le palle?
Tranquilli, è normale.
Però cerchiamo di capire perché questo autore, oltre che tanto odiato e sbeffeggiato, sia tanto amato. Soprattutto: perché Le pagine della nostra vita sia diventato un cult così clamoroso, almeno per quanto riguarda l’ambito delle pellicole stramegaromanticose.
A fare tanto, sono i due protagonisti: lui è Ryan Gosling. Ormai non ha più nemmeno bisogno di presentazioni, ormai è amato da tutte e da tutti. Dalle donne soprattutto per questo film dove ha la parte di Noah, un uomo che fa fa qualunque cosa per stare insieme all’unico amore della sua vita, mentre dagli uomini è amato più che altro per l’interpretazione del silenzioso guidatore Driver di Drive.
Belen e Stefano De Martino assolutamente non in posa per i fotografi
Lei invece è Rachel McAdams, già perfida bitch Queen B in Mean Girls e attualmente lanciatissima nel cinema d’autore più d’autore che ci sia, tra Midnight in Paris di Woody Allen e i nuovi To The Wonder di Terrence Malick e Passion di Brian De Palma, entrambi in concorso al prossimo Festival di Venezia, come svelato in esclusiva mondiale da Pensieri Cannibali (certo, certo...). Ma è anche l’erede di Juliona Roberts come nuova regina dei film romantici, grazie a titoli come La memoria del cuore, La neve nel cuore, Un amore all’improvviso e qualunque altra pellicola con cuore o amore nel titolo.
La storia narrata tra Le pagine della nostra (ma nostra de chi?) vita poi è una storiona che contiene tutti, ma proprio tutti, gli ingredienti del melodramma più drammatico e racconta di un amore eterno, più forte di qualunque ostacolo. Tra questi vi sono:
I genitori che si oppongono all’unione dei due protagonisti, visto che lei è ricca e lui un morto de fame.
La guerra, perché lui va a fare il militare e lei la crocerossina.
Il terzo incomodo: un tipo bello, ricco, intelligente, sensibile, atletico, coraggioso, brillante, balla pure bene… Il classico super uomo che può essere uscito giusto da una fantasia femminile, o in alternativa dalla mente deviata dello spastico Sparks.
La malattia, lei sarà colpita da una forma di demenza senile che le impedirà di ricordare per tipo più di 5 minuti il suo grande “indimenticabile” amore della vita.
"Mmazza se sei invecchiato male, Ryan Gosling.
Te credo che me so' scordata de te!"
Gli ingredienti per un super mega melodramma strappalacrime quindi ci sono tutti. Ma proprio tutti. Solo che sono persino troppi e sono miscelati in una maniera talmente perfetta e precisina da risultare più asettici che commoventi. Così come le scene di bacio e i momenti più sentimentali appaiono davvero esagerati e artefatti. A qualcuno (io, ad esempio) possono sembrare persino ridicoli. La regia da sceneggiato Rai di Nick Cassavetes (figlio di John Cassavetes e Gena Rowlands, che qui ha la parte di Rachel McAdams da vecchia) poi certo non aiuta. Niente da dire invece sui due protagonisti, che hanno un’enorme chimica e sono ottimamente in parte, sebbene entrambi abbiano fatto di molto meglio.
La spiegazione di un culto così enorme come classico d’amore assoluto credo però sia un’altra. In genere non mi piace fare ragionamenti sessisti, anche perché io per primo ad esempio sono appassionato di un sacco di film e soprattutto telefilm che sarebbero a target prevalentemente femminile. Ma per un film come questo non ci sono ca**i che tengano: se siete donne, lo amerete alla follia, piangerete come fontanelle, lo guarderete ingozzandovi di gelato fino ad avere il mal di pancia, desidererete vivere un amore come quello qui rappresentato e trovare un uomo come Ryan Gosling. Se siete uomini, arriverete all’ultima scena, vi chiederete: “Embé?”, rutterete fragorosamente a causa di tutta la birra ingerita per rimanere svegli e poi metterete su il DVD di Drive.
Cast: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne, Sam Oz Stone
Genere: horror sci-fi
Se ti piace guarda anche: Donnie Darko, Southland Tales, Strade perdute
Trama semiseria
Anni ’70. Un tizio dal volto per metà sfigurata e per l’altra metà comunque inquietante si presenta alla porta di Cameron Diaz con un’offerta allettante e per fortuna di Cameron non sessuale: “Ti do un milione di dollari (che già oggi non fanno schifo, figuriamoci allora) se premi questo bottone. Quando lo premerai, una persona da qualche parte nel mondo morirà”. A questo punto arriva un politico italiano a vostra libera scelta e fa: “Un milione di dollari? Ma io lo faccio tranquillamente anche per 10 euro! Devo pure dare il culo? No problem.” Per Cameron Diaz e il marito James Marsden il dilemma li farà invece sprofondare in un dilemma da incubo.
Pregi: Richard “Donnie Darko” Kelly è il regista visivamente più interessante che l’umanità ci abbia regalato negli ultimi 10 anni e qui si conferma facendo sprofondare una storia piuttosto semplice in un horror visionario alquanto complicato
Difetti: io e l’amico blogger Oh-Dae Soo pare siamo gli unici due esseri umani in tutto il globo ad aver apprezzato questa piccola perla di film. Peggio per le altre 5.999.999.998 persone.
Personaggio cult: l’inquietante Frank Langella
Scena cult: l’inquietante cameriere alla festa che ride
Canzone cult: le inquietanti atmosfere create dalle musiche originali composte da Owen Pallett con Win Butler e Régine Chassagne degli Arcade Fire
Cast: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne, Sam Oz Stone
L’Italia odia Richard Kelly. Per distribuire il suo geniale esordio Donnie Darko ci sono voluti 3 anni. Il suo secondo, un poco pasticciato ma a mio parere enormemente sottovalutato Southland Tales – Così finisce il mondo, è uscito solo sul mercato home-video e questo terzo The Box sarebbe dovuto uscire già qualche mese e invece, nonostante la presenza di un’attrice di richiamo come Cameron Diaz, è stato rimandato fino al periodo più caldo e con i cinema più vuoti dell’anno. Ma, soprattutto, gli hanno “donato” il sottotitolo agghiacciante “C’è un regalo per te…”: davvero una scelta fuori luogo, visto che sembra dargli un’ironia da commedia goliardica del tutto estranea al film. Che poi forse un difettuccio della pellicola è proprio quello di prendersi troppo sul serio…
La storia è ispirata a un racconto di Richard Matheson: siamo negli anni ’70 e una coppia come tante riceve un pacco a sorpresa. Dentro la box c’è solo un pulsante. Il signor Steward, un tizio dal folto sfigurato interpretato da un’eccellente (sia letto alla Mr. Burns) Frank Langella, dice loro che se premeranno il pulsante riceveranno un milione di dollari, però qualcuno da qualche parte nel mondo morirà. Una decisione difficile, che trascinerà i due coniugi in fondo a una spirale di follia e sensi di colpa, in un’atmosfera da incubo ricreata da una fotografia da sogno.
Un pregio non da poco dei film di Kelly è che ti gettano dentro un’atmosfera unica e ti invogliano a rivederli, per poterli comprendere appieno. Cosa non da poco, visto che la maggior parte dei film che escono invogliano a essere immediatamente dimenticati. Ottime poi le musiche originali, realizzate da Win Butler e Regine Chassagne degli Arcade Fire e da quell’altro talento di Owen Pallett; visti i precedenti del regista, mi aspettavo però un qualcosa in più dai brani degli anni ’70. Certo, non tutto funziona alla perfezione e come già nel precedente Southland Tales la trama rischia spesso di farsi troppo complessa e assurda, con il finale che va inevitabilmente a lambire territori new-age.
Una visione visionaria niente male, questo The Box, un nuovo viaggio nella beautiful mind del genietto (molto incompreso) Richard Kelly, impreziosito dalle interpretazioni di Cameron Diaz e James Marsden ai loro massimi livelli, oltre al già citato inquietantissimo Langella. E alla fine non è nemmeno poi così male che sia stato distribuito ora da noi. Perché The Box (senza orripilante sottotitolo italiano) è un grandioso b-movie per l’estate.
(voto 7/8)
Schiacciando QUI potrete trovare The Box (e nessuno morirà)
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