Visualizzazione post con etichetta james purefoy. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta james purefoy. Mostra tutti i post

lunedì 5 maggio 2014

THE FOLLOWING, LA SERIE COMEDY PIÙ SPASSOSA IN CIRCOLAZIONE




The Following
(stagione 2)

Io adoro The Following. Non ci posso fare niente. Un sacco di gente la considera una serie pessima, unammerda, ma secondo me sbagliano il modo di vederla. Gente, non guardate The Following come un thriller serio. Guardatelo come una serie comedy. Mentre lo vedo, io sento persino il suono delle risate registrate in sottofondo ad accompagnare le scene più divertenti, e sento gli applausi e le grida quando entra in scena un personaggio a sorpresa. Come Emma (Valorie Curry), la groupie numero 1 del social serial killer Joe Carroll. Una che, anziché seguire i One Direction o i 5 Seconds of Summer come le sue coetanee, si diverte ad ammazzare le persone per far contenta il suo beniamino. Nonché una che, dopo i drammatici eventi della prima stagione, è ricercata dalla polizia di tutto il mondo più di quanto capitato nelle scorse settimane a Dell’Utri e, per passare inosservata, ha scelto questo look poco appariscente.
Vai Emma, così non ti nota nessuno!


ATTENZIONE SPOILER
Sul fatto che Emma tornasse in scena non avevamo molti dubbi. Chi invece forse non ci aspettavamo di rivedere era un altro: Joe Carroll (James Purefoy).

"Io non sono cattivo, è che mi disegnano così."

Ma non era morto, Joe Carroll?
Ah, beata innocenza. Secondo voi lo facevano davvero morire? Siamo mica in Game of Thrones. Qui col cavolo che la morte è reale.
E la bella del paese Claire (Natalie Zea), morta anche lei tragicamente al termine della prima stagione?
Ah, beata innocenza – Volume 2. Pure lei è più viva e figa che mai.


E a proposito di figa – che una serie trash senza figa se no chi la vede? – in questa seconda stagione c’è anche Jessica Stroup, in arrivo da 90210, la versione trash del mitico Beverly Hills degli anni ’90, nei panni della nipotina di Ryan Hardy (Kevin Crispy McBacon).


Non è finita qui, perché quel genio sadico di Kevin Williamson, già creatore di Dawson’s Creek e Scream e ora al timone di The Following, per questa seconda stagione c’ha regalato tanti nuovi personaggi, più malati di mente che mai, come la MILF Connie Nielsen e i suoi figli, due gemelli psicopatici che sembrano usciti da Dexter e infatti a interpretarli c’è Sam Underwood, il volto da pazzo rivelazione dell’ultima teribbile stagione proprio di Dexter.


La MILF e gli Psycho Twins fanno parte della nouvelle vague di seguaci di Joe Carroll, uno che ormai su Twitter ha più seguaci di Katy Perry, Lady Gaga e Barack Obama messi insieme, i suoi post sono più ritwittati di quelli di Beppe Grillo, e i suoi Selfie su Facebook ottengono più like delle foto dei gattini.


Non pago di avere così tanti followers, in questa seconda stagione il nostro cattivissimo Joe Carroll entra persino nel magico mondo delle sette religiose. È qui che il trash di The Following raggiunge nuove sublimi vette, grazie a un ridicolo cattivone interpretato da Jake Weber (attore visto nelle serie Medium e American Gothic), uno che sembra la parodia di un santone parodiato in una parodia di South Park. Come si fa a non amare una serie del genere, come si fa?


Il colpo di scena più grande non è rappresentato però dalla risurrezione di un qualche personaggio a caso. Il colpo di scena più inaspettato è stato l’episodio finale. Tanto la prima stagione si era chiusa in maniera pessima e inverosimile, quanto il season finale della seconda si è rivelato del tutto a sorpresa sensato e logico, una perfetta conclusione per i due protagonisti Ryan Hardy e Joe Carroll, che è stato un piacere vedere per una volta insieme, a lottare dalla stessa parte della barricata per amore di Claire. Dopo un’intera stagione all’insegna del trash e dell’assurdo, chi si attendeva una fine del genere?
La fine, per ora. Perché The Following tornerà il prossimo anno con una terza stagione che ci regalarà un’altra sana dose di risate, più che di brividi thriller. Ma va bene così. Non sarà una serie di qualità, non sarà una serie bella nel senso classico del termine, però è un guilty pleasure irresistibile, a tratti ridicolo, in ogni caso spassoso. E chissà chi ritornerà in vita la prossima stagione?
Io punto tutto su Emma.
(voto alla seconda stagione 6+/10)

SCOOP DI PENSIERI CANNIBALI
Ecco la prima immagine dalla terza stagione di The Following

sabato 26 gennaio 2013

THE FOLLOWING, ANCHE I SERIAL KILLER HANNO LE GROUPIE

The Following
(stagione 1, episodio pilota)
Rete americana: Fox
Rete italiana: dal 4 febbraio su Premium Crime e Sky Uno
Creata da: Kevin Williamson
Cast: Kevin Bacon, James Purefoy, Natalie Zea, Shawn Ashmore, Nico Tortorella, Annie Parisse, Kyle Catlett, Maggie Grace
Genere: serial thrilla
Se ti piace guarda anche: Il silenzio degli innocenti, Seven, Criminal Minds

Non ci sono solo i film d’autore. Ci sono anche le serie d’autore e The Following è una di queste.
Perché? Chi è che la firma?
Kevin Williamson.
Kevin Williamson in ambito televisivo è noto soprattutto per le sue amate (anche da me, naturalmente) bimbominkiate teen Dawson’s Creek, The Vampire Diaries e The Secret Circle. Chi è cresciuto negli anni ’90 ricorda però bene di come il genere thriller horror non gli sia materia affatto estranea, poiché la firma sulle sceneggiature di So cosa hai fatto e dei primi 2 (e pure del recente quarto) Scream è la sua. La sua specialità è quella di prendere le regole tradizionali del genere e stravolgerle, ironizzandoci su. Con questa sua nuova creatura televisiva Kevin Williamson cerca di dare prova di maturità, abbandonando al loro destino gli amichetti teen che finora tanta fortuna gli avevano portando e facendosi molto serio. Se vogliamo trovare un difetto a questo altrimenti impeccabile pilot di The Following è proprio la mancanza di umorismo, che si intravede appena giusto in un paio di momenti. Un tratto distintivo dello stile di Williamson qui poco presente. Probabilmente una scelta voluta per rendere il tutto più teso possibile.

La trama di The Following, appena partita negli USA e in arrivo dal 4 febbraio pure in Italia, segue la più classica tradizione del thriller sui serial killer. Kevin Bacon, ben calato nella parte, più vicina a Mystic River che a Footloose, è un detective ormai non più operativo. Sarà però richiamato al suo dovere quando il pazzo serial killer che aveva catturato qualche anno prima è fuggito di prigione. Un classico, ve l’ho detto. Così come è da tradizione il serial killer cattivone, Joe Carroll (James Purefoy): un professore di letteratura affascinante, colto e… psicopatico, of course, e che inoltre ha una fissazione maniacale per le opere di Edgar Allan Poe. Un vero personaggio, che in prigione ha un seguito di groupie maggiore di quello che attende Fabrizio Corona.
Niente che non si sia mai visto prima, ma ciò che colpisce è la grande cura nella costruzione non solo nei personaggi principali (quelli secondari sono invece ancora tutti da verificare con i prossimi episodi), ma anche nelle atmosfere, molto da thriller anni ’90, e nei dettagli.

La serie si apre sulle note inquiete di Sweet Dreams versione Marilyn Manson. Non una scelta proprio originale, si tratta infatti di un pezzo già usato parecchio in passato, ma io voglio vederlo come un omaggio di Kevin Williamson a se stesso. In un episodio dalle tinte vagamente horror di Dawson’s Creek era la canzone che risuonava mentre Jen (Michelle Williams), in versione speaker radiofonica, veniva minacciata da uno stalker o qualcosa del genere. Inoltre, subito dopo viene utilizzato il vecchio pezzo dallo stesso titolo “Sweet Dreams” di Patsy Cline, pure questo un brano molto utilizzato, ad esempio in Buffy e Lost, giusto per nominare due serie poco conosciute. Dalla cura in cui sono collegati i pezzi della colonna sonora, si nota subito che il prodotto è ben studiato e niente sembra lasciato al caso.
"Avevo finito i fogli e mi sono scritta sul corpo. E allora?"
E questa è l’analisi soltanto del primo minuto della nuova serie. Forse è meglio se da adesso in poi faccio un’analisi meno specifica, altrimenti viene un post che ci vogliono 3 ore per leggerlo e parla di un pilot della durata di appena 40 minuti. Sto ancora perdendo tempo, il vostro prezioso tempo.
“Cannibal, ti dai una mossa, che c’abbiamo l’acqua sul fuoco e dobbiamo andare a magnà?”
Va bene.

Facciamola breve, o almeno proviamoci: The Following è una serie che i groupie e le groupie dei thriller e dei crime non si possono, non si devono perdere, ma anche i fan più occasionali del genere si possono godere un prodotto davvero ben fatto, perfettamente orchestrato. Se vogliamo proprio fare i pignoli, rispetto a Scream e al Williamson del passato come detto manca il senso dell’umorismo, mentre non manca il gusto di citare e giocare con i generi e con i suoi cliché.

"Oh, ma scrivere sulla carta non va davvero più di moda?"
ATTENZIONE SPOILER
Come in Scream, anche in The Following Kevin Williamson si diverte a prendere i cliché e a ribaltarli: ad esempio pure qui fa fuori la bella dolce fanciulla che pensavamo fosse destinata a essere la protagonista femminile della vicenda. Là era Drew Barrymore, durata appena una manciata di minuti, qua è Maggie Grace di Lost, cui dobbiamo fare ciao ciao prima della fine della puntata pilota.
FINE SPOILER

Se non ci troviamo di fronte quindi a un qualcosa di totalmente nuovo, Kevin Williamson sa però usare al meglio tutti gli elementi del crime e delle storie di serial killer tradizionali, per proporci una serie dagli sviluppi potenzialmente infiniti. Tutto funziona ottimamente, però voglio limitare l’entusiasmo iniziale in attesa di vedere i prossimi episodi. Non vorrei infatti che le ottime premesse fin qui mostrate si smontassero e il serial da visione killer si trasformasse nel solito crime con puntate autoconclusive come già troppi ne circolano in giro. Staremo a vedere.
Certo è che la parte finale dell’episodio pilota, che non sto a svelarvi, presenta un crescendo pauroso, di quelli che ti portano a voler vedere assolutamente cosa capita nella puntata successiva. Così si cattura lo spettatore. Così si fanno le serie. Così si costruisce un notevole seguito di groupie. Bravo Kevin Williamson, vecchio volpone.
(voto 7+/10)


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com