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martedì 6 marzo 2012

Eden Lake: Quel bullo del lago di Como

E dopo The Woman in Black, prosegue su Pensieri Cannibali il James Watkins Day con il primo film del regista britannico...

Eden Lake
(UK 2008)
Regia: James Watkins
Cast: Michael Fassbender, Kelly Reilly, Jack O’Connell, Tara Ellis, Finn Atkins, Jumayn Hunter, Thomas Turgoose, Shaun Dooley
Genere: tranquilla (?) gita al lago
Se ti piace guarda anche: And Soon the Darkness, A Lonely Place to Die, This is England, Skins

Che in fondo in fondo se lo meritano.
Eddai, diciamocelo.
Dallo spericolato James Franco di 127 ore, agli incoscienti di Frozen che prendono la funivia in piena notte, ai tizi che se ne vanno in vacanza nei luoghi più sperduti del mondo, da Rovine ad And Soon the Darkness passando per molti altri fino a A Lonely Place to Die, se la vanno tutti a cercare! Se quindi gli capita qualche situazione da horror, non è che possono lamentarsi più di tanto…
Certo, anche farsi una tranquilla vacanza al mare può non essere una cosa così sicura, Lo squalo e Piranha 3D ce lo possono testimoniare. Andare in crociera oggi come oggi tanto meno. Però certi se le vanno davvero a cercare.

"Hai sentito qualcosa?"
"Ehm sì, e sembra pure bello grosso!"
"Veramente non intendevo quello. Comunque... buon gustaia!"
I protagonisti di Eden Lake sono una coppietta che decide di passare un weekend al lago, in un posto che è romantico quanto dalle mie parti andare a riva Po’… Ma vabbè, si sa che gli inglesi sono strani e allora questi sono i piani organizzati da Michael Fassbender (che pure è tedesco naturalizzato irlandese), ormai garanzia del cinema mondiale tra pellicole indie (Fish Tank), blockbuster supereroistici (X-Men - Le origini), storie in costume (Jane Eyre), voglio una vita come Steve McQueen (The Hunger e Shame) e il Dio del Cinema Tarantino (Bastardi senza gloria). La sua tipa, una ottima Kelly Reilly, invece di mandarlo giustamente a quel paese, rimane tutta contenta del posto: dev’essere proprio innamorata del Fassbender.
Non solo il lago non è un granché (e chissà che gelida dev’essere l’acqua…), non solo è in mezzo al nulla in un solito boschetto inquietante da film horror, non solo il posto più vicino è un paesino in cui c’è giusto una tavola calda piena di bifolchi, ma la zona è praticamente dominata e “infestata” da un gruppo di bulletti locali. A capo della baby-gang da coltello in tasca c’è Jack O’Connell, il mitico Cook di Skins (stagioni 3 e 4) che certo pure qui non è poi molto lontano da quel personaggio. D’altra parte con quella faccia da galera lì… O’Connell inoltre era già apparso anche in This is England, insieme a un altro bulletto presente pure qui, Thomas Turgoose. Uno che pure lui c’ha proprio una bella ghigna da criminal mind.
Ecco, praticamente Eden Lake è come una versione horror di una puntata di Skins, oppure potete anche immaginarvi la gang di This is England che irrompe a rovinare il tranquillo weekend d’amore di una normale coppietta.

"Proprio ora nascondino doveva tornare a essere più
popolare di Angry Birds tra i giovani teppistelli inglesi?"
La tensione con cui è costruita la vicenda e gli scontri tra la coppia e questa baby-gang di provincia è notevole e tiene incollati allo schermo per un’oretta abbondante. A non convincermi del tutto è invece stata la parte finale, da molti osannata.
ATTENZIONE SPOILER! In questo frangente emerge infatti un discorso moralistico di come le colpe dei figli ricadano sull’educazione da parte dei genitori, tematica piuttosto telefonata fin dalle primissime scene della pellicola, con la protagonista che è una maestra e i discorsi sparati nell’autoradio. Decisamente più interessante il punto di vista proposto in proposito dalla mini-serie con Kate Winslet Mildred Pierce, di genere peraltro ben lontano dall’horror, oppure in …e ora parliamo di Kevin, questo invece obliquamente horror, che ci suggeriscono in maniera più originale di come a volte i figli nascano con il male dentro e i genitori non ci possano fare un bel nulla. Buona educazione o meno, se ti nasce una bestia di Satana, che ci puoi fare?

Eden Lake funziona alla grande come survival horror, mentre mi sembra invece voli troppo in alto per quanto riguarda il discorso sulla violenza. Tutti sono capaci delle peggio azioni, se messi di fronte a situazioni limite, e così il Fassbender (apparentemente) tranquillo arriva a uccidere un cane e la Kelly Reilly (apparentemente) tranquilla ammazza un bambino e tira sotto una ragazzina con l’auto. Tutti sono capaci delle peggio azioni, insomma. Ma questa è una cosa che sapevamo già, non doveva arriva James Watkins per dircelo.
Se la coppietta di protagonisti è costruita molta bene e con risvolti superiori alle pellicole di genere, interpretati  in più da due attori della Madonna, lo stesso non si può dire dei “cattivi” della baby-gang, ritratti in maniera un pochetto superficiale e con la loro violenza e apatia giustificata in maniera troppo facile dalla parte finale. Per questo aspetto molto meglio allora i ritratti giovanili di Skins, o il ghetto dipinto in maniera ironica e fantascientifica (ma nemmeno troppo) dal recente supercool Attack the block.
Nonostante quanto appena detto e nonostante il buon Fassbender e la bella Reilly, io comunque ho fatto il tifo per loro, i bastardelli della baby-gang. Anche perché poi, alla fin fine, ripetiamolo ancora che non fa mai male: i due protagonisti andando a passare il weekend nel lago più merdoso del Regno Unito se la sono proprio andata a cercare…
(voto 7-/10)

The Potter is back with The Woman in Black

The Woman in Black
(UK, Canada, Svezia 2011)
Regia: James Watkins
Cast: Harry Potter Daniel Radcliffe, Ciaran Hinds, Janet McTeer, Liz White, Shaun Dooley, Roger Allam, Sophie Stuckey, David Burke
Genere: new gothic
Se ti piace guarda anche: Il mistero di Sleepy Hollow, The Messengers, Il messaggero, The Others

Dieci anni. Dieci anni passati dietro a quegli occhialini rotondi da maghetto saputello che si merita una bella mano di botte così fa meno il furbo, e finalmente pensavo di essermelo lasciato alle spalle.
Niente più Harry Potter. Niente più Daniel Radcliffe.
E invece no, sbagliavo. Perché ora Harry, sorry è la forza dell’abitudine, ora Daniel è tornato con una nuova pellicola che al botteghino italiano è partita malissimo, mentre negli Usa ha riscosso un discreto successo e nel Regno Unito è andata alla grande. Certo, niente di paragonabile alle scene di fan accampati per giorni in attesa di vedere l’ultimo episodio della Potter-saga... Giorni di attesa per vedere un pessimo ultimo episodio della Potter-saga, aggiungo io, e assistere alla prevedibile disfatta di Voldemort, il più sfigato dei super cattivoni nella storia del cinema.
"Dov'è che t'ho già visto, giovanotto. Eri in Twilight?"
Sconfitto da due bimbiminikia, ribadisco!
Voldemort, Voldemort… eh eh eh, ma come si fa?
Roba da tapiro d’oro del secolo.

Quando si interpreta un ruolo così iconico entrato (non si sa bene perché) nella pop culture, è difficile scrollarselo di dosso. Qualcuno ha mai più visto Mark Hamill, il Luke Skywalker della saga originale di Star Wars?
Qualcuno sa almeno se è ancora vivo o meno? E con qualcuno intendo pure amici e famigliari…
Nessuno sa niente di lui?
E Macaulay Culkin, bimbo prodigio di Mamma ho perso l’aereo?
Che fine ha fatto?


"Hermione e Ron, dove sieeete?"
Ahia, caro Daniel Radcliffe, mi sa che questa è la fine che potresti fare pure tu. Se ti va bene...
Quanto a Emma Watson, la gnocca mitica inteprete di Hermione (l’unico personaggio decente - ammettetelo anche voi, Potteriani - della saga j.k. rowlinghiana), lei non dovrebbe cadere nel dimenticatoio, visto che ha già in cantiere diversi progetti cinematografici tra cui il nuovo attesissimo film di Sofia Coppola The Bling Ring. Scusate se è poco, Potteriani.
Ruper Grint, il roscio Ron, lui invece che combina? Beh, per il momento si spaccia come sosia ufficiale del cantautore Ed Sheeran…


"Buongiorno, signora fantasma."
Con questo suo primo ruolo post-potteriano, il giovane (ma ormai nemmeno più tanto), Harry ci prova a scrollarsi di dosso la nomea di maghetto streghetto più odioso del mondo, recitando in un ruolo del tutto diverso. Almeno sulla carta.
In The Woman in Black, Daniel Radcliffe infatti è un avvocato ed è pure… papà!
Cooosa?
Quel dodicenne di Harry Potter papà e pure di un bimbetto già cresciutello? Ma per favore. E dovrebbe essere credibile, come cosa? Alla faccia delle magie di Hogwarts, qui siamo davvero entrati nel regno dell’incredibile. Cos’è, siamo per caso finiti dentro una stranissima puntata di Teen Mom o meglio Teen Dad in versione gotica?
E la madre del pargolo, dov’è? Ovviamente nel regno dei Cieli, perché così è tutto più tragico. Anche perché se avessero dovuto sviluppare il personaggio, chi avrebbero potuto prendere? Miley Cyrus? Selena Gomez? Willow Smith, la figlia 11enne di Willy il pirla di Bel Air?
(in realtà ogni tanto la moglie compare, brevissimamente, intepretata dalla sconosciuta Sophie Stuckey)

"Daniel Radcliffe che cerca di recitare? AAAAAAAH, che spavento!!!"
Il film in teoria sarebbe un horror. La prima scena l’è pure ‘na roba inquietante. D’altra parte ci sono delle bambine che giocano con le bambole. Classica roba da cagarsi addosso. Quanto dura l’unica scena pseudo creepy del film? Circa un minuto, poi entra in scena Harry Potter, scusate ancora: Daniel Radcliffe, e il film diventa inquietante per altri motivi. Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, venuto a morire è un attore proprio modesto. O, se è bravo, lo nasconde davvero bene.
La pellicola è tratta dal romanzo gotico La donna in nero di Susan Hill, è prodotta dalla storica casa horror inglese Hammer, ma presenta una storia già vista stravista e strastrastrastracazzovista che non se ne può più. A parte questo, la trama è talmente esile che già a tirarne fuori un cortometraggio si doveva essere bravi. Per farne uscire un lungometraggio di un’ora e mezza decente bisognava essere dei fenomeni, ma non è certo questo il caso.

Uno dei momenti più tesi della pellicola, con Radcliffe che prova
a cambiare una lampadina senza prendersi la scossa. Ci riuscirà?
La storia, presto raccontata, è quella di un giovane avvocato (il poco credibile Radcliffe) che si reca nel classico inquietante paesino di campagna inglese per occuparsi dell’eredità di una vecchina fresca di trapasso. Nel classico inquietante paesino di campagna inglese si troverà di fronte al classico inquietante mistero di campagna inglese che coinvolge alcuni classici bimbi inquietanti inglesi e la classica visione di un inquietante spirito inglese, quello della Woman in Black del titolo. Il mistero è davvero poco interessante e per essere svelato non assistiamo ad altro che a 1 ora e mezza di Daniel Radcliffe show. Uno show degno di Giorgio Panariello o di Adriano Celentano a Sanremo.
Non so voi, ma vedere Harry Potter che vaga con un perenne sguardo svuotato di ogni emozione in giro per delle case gotiche disabitate, tra visioni di vecchie signore (la Juve non c’entra) e corvi che sembrano usciti dalla brutta copia di un racconto di Edgar Allan Poe, non è esattamente il mio ideale di divertimento.
The Potter is back, pardon The Woman in Black è un vorrei essere Sleepy Hollow, ma sono solo Sleepy. Anche perché Daniel Radcliffe il paragone con Johnny Depp lo regge sì, però giusto con il tristissimo Johnny Depp angelinajoliezzato di The Tourist.

"Ho capito, va: me ne torno a Hogwarts. Voldemort, sto arrivando!"
E pensare che alla regia c’è James Watkins, uno che aveva esordito con il tesissimo Eden Lake, una di quelle visioni che ti tengono incollato alla poltrona dall’inizio alla fine, e ora è passato a fare un film che sulla poltrona ti tiene sì incollato, perché dopo 10 minuti sei già nel mondo dei sogni. A livello di inquadrature, Watkins conferma di avere un buon occhio, peccato che qui non riesca nemmeno da lontano a creare non solo qualche brivido, nonostante ci provi malamente, ma pure un briciolo di interesse. Colpa di un inverosimile protagonista e di ritmi soporiferi del tutto opposti a quelli di Eden Lake.
The Woman in Black riesce così giusto nell'impresa (poco invidiabile) di fare il paio con il recente Non avere paura del buio: due storielle pseudo gotiche che fanno fanno meno paura di Voldemort e per di più fanno venire un gran sonno, intepretate nella maniera più svogliata possibile e che nemmeno due registi decenti riescono a salvare. Due film che finiscono per essere non tanto brutti quanto una cosa ancora peggiore: inutili.
(voto 4-/10)

P.S. Giusto Voldemort poteva essere sconfitto da un maghetto bimbominkia catatonico come Daniel Radcliffe!
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