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sabato 22 dicembre 2012

LE MEGLIO SERIE TV 2012, 30-21


Prosegue il conto alla rovescia.
Non quello per la fine del mondo, che a quanto pare si è fermato. Per ora. Il conto alla rovescia cui mi riferisco è quello delle migliori serie tv dell’anno selezionate da Pensieri Cannibali.
Dopo le posizioni dalla 40 alla 31, andiamo subito a vedere quelle dalla 30 alla 21.

"Solo 30esimi? Buuu Cannibal, buuuuu!"
30. Smash
(stagione 1)

Cos’è
La versione adulta di Glee, ambientata nel (poco) dorato mondo dei musical di Broadway.

Pregi
- La prima stagione ha sfruttato bene il mito di Marilyn Monroe.
- Interessante e tesa al punto giusto la rivalità tra la moretta Katharine "Catarrina" McPhee e la biondazza Megan "Marilyn 2" Hilty.
- Una buona cura nelle coreografie e nella parte musicale, con top raggiunto sui pezzi Shake It Out di Florence + the Machine e Who You Are di Jessie J.

Difetti
- Se la seconda stagione continuerà a giocare con il mito di Marilyn Monroe, rischia di stufare molto presto.
- Troppi stereotipi, sia nei personaggi che sull’ambiente dello spettacolo. Sarà anche davvero così nella realtà, però un po’ di fantasia non guasterebbe.
- Alcuni personaggi secondari a dir poco imbarazzanti, su tutti l’odioso Ellis (Jaime Cepero), un tizio che sembra uscito dal peggior Gossip Girl (ovvero da una qualunque a vostra scelta tra le ultime stagioni).
- Qualche numero musical noiosetto (a essere ancora gentili).

Personaggio cult
Derek Willis (Jack Davenport), il marpione che fa il regista fondamentalmente solo per portarsi a letto le attrici.

"Ti ci metti pure tu con 'sta storia che devo tornare tra i Misfits?"
29. Me and Mrs Jones
(stagione 1, nonché unica)

Cos’è
La storia (più o meno) proibita tra una MILF e un toy boy, il tutto condito con una saporita ed esilarante salsa British.

Pregi
- Una delle più piacevoli sorprese in campo UK, e più in generale in campo comedy, dell’annata.
- Robert Sheehan, il compianto Nathan di Misfits, è tornato a interpretare una parte interessante, dopo la poco fortunata parentesi cinematografica a fianco di Nicolas Cage ne L’ultimo dei templari.
- La MILF Sarah Alexander, che i più appassionati di serialità inglese ricorderanno nell’ottimo Coupling, è spassosissima e riesce ad allontanare il suo personaggio dal solito Bridget Jones-style.
- Il rapporto “galeotto” tra Sarah Alexander e Robert Sheehan, una coppia che non si può non shippare.
- Personaggi secondari comicissimi.

Difetti
- È stata troppo breve e purtroppo non è stata rinnovata per una seconda stagione dalla B.B.C. (Brutti Bastardi Cazzo!)

Personaggi cult
Inca (Vera Filatova), la svedese fissata con la ceretta, ma anche Alfie (Jonathan Bailey), il figlio comicamente stupidissimo della MILF.

"Ehm... mi sento un po' in imbarazzo a combattere contro un uomo nudo..."
"Lo so, però se non sto SEMPRE senza maglietta, non mi pagano!"
28. Arrow
(stagione 1)

Cos’è
Serie sul supereroe Freccia Verde che odia essere chiamato Freccia Verde e non è nemmeno tanto un supereroe.

Pregi
- Il protagonista Stephen Amell non è il solito palestrato inespressivo, ma riesce a caratterizzare con personalità il suo personaggio.
- Annunciato come possibile erede di Smallville, per fortuna non gli assomiglia un granché.
- I flashback in stile Lost regalano alla serie una maggiore complessità. Per quanto complessa possa essere una serie di The CW.
- I combattimenti sono parecchio fichi e la realizzazione tecnica di buon livello. Cosa non scontata, considerando che è pur sempre una serie di The CW (vedi l’agghiacciante green screen di Ringer che ancora mi fa venire gli incubi).
- Quest’anno gli arcieri dominano, vedi Jennifer Lawrence.

Difetti
- Le ultime puntate hanno lasciato intendere qualche deriva smallvilliana non troppo promettente e ho quindi paura che presto il mio interesse nei confronti della serie possa scemare…
- I personaggi secondari meriterebbero di essere sfruttati meglio, in particolare il BFF del protagonista, Tommy (Colin Donnell), che dovrebbe essere il simpa della serie, ma per ora non è che sia così simpa.
- A chi frega qualcosa delle sottotrame della madre di Oliver e del suo compagniuccio?
- Katie Cassidy sarà anche una bella fregna, però è espressiva quanto un animale imbalsamato.

Personaggio cult
Thea Queen (Willa Holland), la sorellina zoccoletta e fattona del protagonista Oliver.

"Lo so, cara, è dura. Anche noi Desperate non torneremo più..."
"Ma voi almeno avete avuto 8 lunghe stagioni per smaronarci a dovere!"
27. Jane by Design
(stagione 1, nonché unica)

Cos’è
Serie su una liceale che viene scambiata per adulta e si ritrova così a lavorare per una nota stilista.

Pregi
- La storia d’amicizia/d’amore tra Jane e il suo BFF Billy, una specie di Dawson e Joey 2.0.
- Se si ha la pazienza di dare un minimo di confidenza ai personaggi, ci si affeziona a loro irrimediabilmente.
- È un guilty pleasure in piena regola, perfetto per una visione stradisimpegnata.
- Crea dipendenza.

Difetti
- Subito subito può sembrare una gran cacchiata di serie. Io ad esempio l’avevo abbandonata dopo la puntata pilota ma poi l’ho recuperata su consiglio di Fabrizio del blog Il mondo a parte, e non me ne sono pentito.
- Crea dipendenza, peccato non ci sarà una seconda stagione. Jane è infatti stata cancellata. Brutti bastardi pure di ABC Family!

Personaggio cult
Jane Quimby, ben interpretata dalla promettente Erica Dasher.

"Fermo, Cannibal! Lo so che in realtà ci sei tu dietro a Gossip Girl..."
"Cannibal? Ma se non sa manco accendere il computer."
26. Sherlock
(stagioni 1 e 2)

Cos’è
Sherlock Holmes moderno. Ma non c’entra nulla con Elementary. Per fortuna. Ed è pure molto meglio delle versioni cinematografiche con Robert Downey Jr..

Pregi
- Benedict Cumberbatch è uno Sherlock spettacolare. Geniale, esilarante e fuori di testa come (e forse più) del Dr. House.
- Lo hobbit Martin Freeman è un Dr. Watson più che azzeccato. Non come la Lucy Liu della pessima rivisitazione americana di Sherlock Holmes, Elementary. Per quanto sia figa, la Liu nella parte di Watson non c’entra una mazza.

Difetti
- Non sono mai stato un appassionato delle investigazioni di Sherlock e la struttura da serie criminale procedurale, con il caso da risolvere a ogni puntata, non mi entusiasma molto. Ma questo è un problema mio, non della serie.
- Alcuni casi sono persino troppo intricati da seguire, almeno se non si è intelligenti quanto Sherlock.

Personaggio cult
Elementare, Watson: Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch).

"Caroline, siamo riuscite a superare in classifica persino Cotto e mangiato!"
"Che onore... La prova del cuoco ancora no?"
25. 2 Broke Girls
(stagioni 1 e 2)

Cos’è
Sitcom su due cameriere squattrinate che vivono insieme e vogliono aprire un business di cupcake. Detto così sembra una cagata, invece fa morir dal ridere.

Pregi
- Fa ridere.
- L’amicizia tra le due protagoniste, la cinica Max e la superficiale ma non troppo Caroline, è dolce come un cupcake, ma non è (quasi mai) smielata.
- Fa ridere.
- I personaggi di contorno (Earl, Oleg, Han e Sophie) sono TUTTI idoleschi.
- Fa ridere.

Difetti
- Come da tradizione nelle sitcom, le trame sono spesso esili.
- Fa venire una gran voglia di cupcake. Cosa che potrebbe farvi mettere su 2 o 3 etti per episodio. Considerando che sono 24 episodi a stagione, fate voi due calcoli...

Personaggio cult
Sophie, interpretata da Jennifer “mamma di Stifler” Coolidge.

"Eppure sono sicura ci sia un politico più incompetente di me...
Ah sì, quell'italiano piccoletto che mi guarda sempre il culo!"
24. Veep
(stagione 1)

Cos’è
La vita di una Veep, ovvero una Vicepresidentessa degli Stati Uniti molto simil Sarah Palin.

Pregi
- Julia Louis-Dreyfus è riuscita a creare un personaggio a tutto tondo, nel senso di esilarante al 100%, evitando di fare una semplice parodia macchietta di Sarah Palin. Che di suo fa già parecchio ridere, come politica.
- Lo staff di supporto della Vicepresidentessa è composto da una manica di imbecilli come pochi altri.
- È l’occasione per rivedere Anna Chlumsky, la ragazzina di Papà, ho trovato un amico e Il mio primo bacio.

Difetti
- L’umorismo presentato dalla serie non è immediato, richiede un minimo di pazienza. Diciamo un paio di episodi.
- La prima stagione sembra solo un assaggio e la serie dà l’impressione di dover ancora offrire il suo meglio.

Personaggio cult
Selina Meyer (Julia-Louis Dreyfus). Grandiosa. Farebbe la sua splendida figura anche al consiglio regionale della Lombardia.

"Quando non riesco a dormire, vado su Pensieri Cannibali.
Mi concilia il sonno..."
23. Pretty Little Liars
(stagioni 2 e 3)

Cos’è
Le avventure e i misteri delle 4 bugiardelle che cercano di risolvere il caso della morte della loro amica Laura Palmer Alison DiLaurentis.

Pregi
- La serie sa ancora come intrigare.
- La (discussa) risoluzione del mistero su chi sia A a me è piaciuta.
- Mona (Janel Parrish) in versione psicopatica.
- Vedente o non vedente, Jenna (Tammin Sursok) continua a essere inquietante. Quasi quanto la Signora del Ceppo di Twin Peaks.
- L’episodio di Halloween è stato piuttosto riuscito (anche se non a livelli di quello dell’anno scorso).
- La più cessa della serie è comunque una figa spaziale.

Difetti
- Com’era prevedibile e inevitabile, arrivati alla terza stagione i misteri sono sempre più tirati per le lunghe.
- La sottovicenda di Ezra (Ian Harding) che a quanto pare ha un figlio, ma non è che ce ne freghi più di tanto.
- L’altra sottovicenda dell’amico di Aria che partecipa a una specie di Fight Club. E allora?

Personaggio cult
Hanna Marin (Ashley Benson), che anche nei momenti di maggior pericolo riesce a parlare di cazzate totali.

"Puoi parlare più forte? C'è una band di scalmanati nello studio a fianco
che suona la sua musica da ggiovani a tutto volume e non sento un tubo..."
22. Nashville
(stagione 1)

Cos’è
La scena country di Nashville, con la rivalità tra due primedonne che rappresentano la vecchia e la nuova generazione del genere e qualche emergente che cerca di sfondare.

Pregi
- Una bella e tradizionale atmosfera all-American, non troppo distante da un Friday Night Lights, solo con le chitarre acustiche al posto delle palle ovali da football.
- Per quanto non sia un patito scalmanato del genere, ogni tanto fa piacere sentire un po’ di country, anche se nella sua accezione più commerciale.
- Powers Boothe è un cattivo coi fiocchi e nei prossimi episodi speriamo gli sia concesso più spazio.
- Vi piacciono le MILF? C’è Connie Britton.
- Vi piacciono le teen? C’è Hayden Panettiere.
- Vi piacciono i FILF? Ci sono Charles Esten e Eric Close.

Difetti
- Alcuni risvolti un po’ troppo soapposi e patinati.
- La sottotrama politica, sviluppata in maniera molto stereotipata.

Personaggio cult
Scarlett O’Connor, la timida cameriera che rischia di trasformarsi nella vera rivelazione country cittadina, interpretata da una Clare Bowen da tenere d’occhio.

"YEEEAH! Beccatevi questo, zoccole country di Nashville!"
21. Skins
(stagione 6)

Cos’è
La serie teen UK per eccellenza che continua a rinnovarsi, proponendo sempre personaggi e storie al passo coi tempi.

Pregi
- Quante serie teen, o quante serie in generale, alla sesta stagione possono vantare ancora una simile freschezza?
- Alcuni episodi davvero notevoli, su tutti quello dedicato al metallaro Rich alle prese con un tragico lutto…
- La morte di uno dei protagonisti ha regalato un velo di tristezza ma anche una maggiore profondità a questa terza generazione di Skins.

Difetti
- La prima generazione di Skins rimane sempre la migliore. Questa se la gioca con la seconda.
- La svolta da “stronzetta” di Franky. La preferivo quando era una disadattata.

Personaggio cult
Il mitico Alo (Will Merrick).

martedì 21 agosto 2012

Jane’s Addiction

Jane by Design
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: ABC Family
Rete italiana: non ancora arrivata
Creatore: April Blair
Cast: Erica Dasher, Nick Roux, David Clayton Rogers, Andie McDowell, India de Beaufort, Rowly Dennis, Meagan Tandy, Smith Cho, Matthew Atkinson, Bryan Dechart, Teri Hatcher, Mariah Buzolin
Genere: doppia vita
Se ti piace guarda anche: Ugly Betty, Il diavolo veste Prada, Bunheads

Un teorema sempre valido ha trovato conferma in maniera inaspettata.
Il teorema (non di Marco Ferradini) è: mai giudicare una serie soltanto dalla puntata pilota.
La serie che convalida questo teorema è: Jane by Design.
Di cosa parla? Una ragazzina del liceo finge di essere adulta per lavorare in una stilosissima agenzia di moda, come schiavetta personale di Gray, una stilista e fashion guru interpretata da una Andie McDowell in versione perfida e in ottima forma. Sarà per merito di tutte le creme anti aging che pubblicizza?
Praticamente è un incrocio tra Il diavolo veste Prada, per via dell’ambiente modaiolo, e Hannah Montana, dove la protagonista viveva una doppia vita. Il soggetto non è in pratica dei più entusiasmanti e di prima mano e, a vedere la puntata pilota, quest’impressione non troppo positiva mi è stata ulteriormente confermata. Così ho subito abbondonato Jane al suo destino.
Dietro consiglio di Fabrizio (thank you!), ho però dato una seconda possibilità al telefilm teleteen e ho fatto male. Mi spiego: ho fatto male ad aver cassato Jane dopo il pilot e ho fatto bene a recuperarlo.
Il teorema si è quindi confermato. È vero che le serie sono tante, tantissime, e il tempo è poco, pochissimo, però a dare giudizi affrettati si rischia di perdersi delle belle serie serine seriette come questa. Così come un disco non va giudicato soltanto da un ascolto, un telefilm va approcciato in maniera diversa rispetto a un film; ha bisogno di crescere, di costruire le sue trame puntata dopo puntata, di farti affezionare ai suoi personaggi poco a poco. Ed è quest’ultimo il punto di forza principale di Jane & company. Ti ci affezioni. Diventi addicted.

"Per essere una serie sulla moda, la tua scelta nei vestiti è alquanto discutibile, cara."
La serie, parliamoci chiaro, non è di quelle rivoluzionarie per forma o contenuti. Come abbiamo visto, non si presenta come nulla di nuovo; oltre alle citazioni precedenti, possiamo aggiungere pure Ugly Betty come telefilm di riferimento ambientato all’interno del sempre glamour quanto spocchioso mondo della moda. Rispetto a quello, non a caso tratto da un format sudamericano, qui l’impostazione è però per fortuna meno da soap-opera e più da serie teen. Un campo in cui ABC Family, il network americano su cui va in onda, è ormai diventata maestra, superando i precedenti campioni di The CW.

The CW (che prima si chiamava The WB), tanto per chiarire, è la casa di molte delle serie teen per eccellenza degli ultimi anni, da Dawson’s Creek a One Tree Hill, da Gossip Girl a 90210. Negli ultimi tempi, però, i loro meccanismi sembrano essersi inceppati, qualche componente si è arrugginito e così, fatta eccezione per la fortunata variante fantasy di The Vampire Diaries, le loro serie recenti si stanno rivelando o delle ciofeche assolute (The Beautiful Life, il remake di Melrose Place), o delle grosse delusioni (Ringer), o perdono mordente e pezzi da tutte le parti stagione dopo stagione, come capitato all’ormai morente Gossip Girl.
Approfittando del periodo di crisi di The CW, ABC Family ne ha approfittato per mettere la freccia di sorpasso. Non si può dire che siano infallibili pure loro, visto ad esempio che negli ultimi tempi hanno lanciato anche la poco irresistibile nuova comedy Baby Daddy, eppure ne azzeccano parecchie. Il loro periodo d’oro è cominciato con Pretty Little Liars, serie tanto trash quanto geniale che possiamo considerare una sorta di Twin Peaks in versione teen. Oh, sì. E ora ABC Family ha azzeccato un paio di altri colpi con Bunheads e Jane by Design.

"Di nuovo in galera? Ma non hai ancora capito che
visitare Pensieri Cannibali è illegale?"
Dicevamo del punto di forza di questa serie, che poi è un elemento fondamentale su cui si basa la serialità. Il vero motivo per cui uno spettatore attende ogni settimana un nuovo episodio: perché si è affezionati ai personaggi. Jane Quimby, interpretata dalla rivelazione Erica Dasher, è una ragazzotta "carina ma non troppo", una di quelle bellezze poco appariscenti alla Audrey Hepburn. Al suo liceo è tra le "sfigate ma non troppo" di turno, ma le cose sono destinate a cambiare quando si trova un posto come stagista in un’agenzia di moda e, per un gioco di equivoci, viene assunta non come stagista bensì come impiegata vera e propria. Finirà così per essere trattata non solo come un’adulta ma anche come una persona degna di rispetto le cui idee contano per davvero. Non come al liceo. E così Jane inizia la sua doppia vita e i primi episodi sono giocati soprattutto sul riuscire a conciliarle, in maniera analoga a quanto accadeva in un’altra piacevole teen serie di ABC Family troppo prematuramente cancellata, mi riferisco a Le nove vite di Chloe King (un minuto di silenzio per la sua dipartita). Più in là con gli episodi, le vicende subiscono un’evoluzione, si fanno un pochino più variegate e permettono di entrare meglio nei personaggi.

"Ti insegno a giocare a baseball, ma non è per metterti le mani addosso, no no."
Da “sfigata” quale era, Jane diventa contesissima tra ben 3 uomini. Uno è il suo migliore amico Billy, con cui ha un rapporto simbiotico stile Dawson e Joey in Dawson’s Creek. Billy è un tipo un po’ punkettone, se non altro per la cresta, un po’ criminale da riformatorio ed è pure lui nel gruppo di “sfigati ma non troppo” del liceo. Billy esce con Lulu, una tipa “figa” del liceo, piena di soldi e snob. Più snob ancora di Gray, la capa di Jane. Solo che Lulu, naturalmente, non vuole che la storia tra loro due si sappia in giro, visto che si vergogna di Billy. Oltre al rapporto di amicizia (ma sarà solo amicizia?) con Billy, Jane è contesa tra uno stilista dal fortissimo accento inglese che lavora con lei e Nick, un giocatore di baseball, il classico tipo “figo pure troppo” del liceo.
In più c’è un altro uomo nella vita di Jane. Questa volta non è un potenziale spasimante, bensì suo fratello, che ha rinunciato all’università e a una promettente carriera nel baseball per fare da fratello/padre a Jane, visto che il padre vero non si sa che fine abbia fatto e la madre se n’è andata. Ma a un certo punto ritornerà, sotto le sembianze di una Desperate Housewife. Pronti a sapere chi? Tanto non ve lo dico…
(se proprio volete scoprirlo, basta che andate a leggervi il cast sopra)

Gli ingredienti della serie? Una componente modaiola presente ma non troppo onnipresente, solite schermaglie amorose, solito conflitto “fighi” contro “sfigati” del liceo e qualche altra caratteristica da solito teleteen. Eppure Jane by Design funziona, nonostante il pubblico americano non l'abbia apprezzata a dovere e ABC Family abbia deciso di cancellarla dopo la prima stagione (grazie al Cielo almeno ha confermato lo spassoso Bunheads). Il suo punto di forza è quello di non pretendere di essere qualcosa di radicalmente nuovo, solo una teen serie ben orchestrata e a cui immancabilmente si finisce per affezionarsi. E quindi confermo il teorema: mai giudicare una serie soltanto dall’episodio pilota.
(voto 7/10)

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