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lunedì 16 settembre 2013

COME TI SPACCO LA FAMIGLIA




Come ti spaccio la famiglia
(USA 2013)
Titolo originale: We’re the Millers
Regia: Rawson Marshall Thurber
Sceneggiatura: Bob Fisher, Steve Faber, Sean Anders, John Morris
Cast: Jason Sudeikis, Jennifer Aniston, Emma Roberts, Will Poulter, Ed Helms, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Molly C. Quinn, Ken Marino, Laura-Leigh, Tomer Sisley, Matthew Willig, Thomas Lennon, Mark L. Young
Genere: famigliare
Se ti piace guarda anche: Vita da camper, Parto con mamma, Io sono tu, Parto col folle

Partiamo da lui. Uno spacciatore di bassa lega interpretato da Jason Sudeikis. Un Jason Sudeikis che finalmente mi ha convinto in pieno, dopo una serie di prove scialbe in cui lo confondevo con Ed Helms di Una notte da leoni, pure lui qui presente, nelle vesti del suo boss.


Quindi abbiamo lei. Jennifer Aniston che fa la stripper strappona più sexy che mai e poi si trasforma in una MILFona più sexy che mai.


Poi è la volta di quell'altra. Una ragazzina ribelle senzatetto scappata di casa resa da una Emma Roberts tanto bimbominkia skazzata skizzata quanto skatenata.


Infine lui. Un ragazzotto sfigatello e ingenuamente genuinamente naïf (ma quanto mi piace usare la parola naïf con i due puntini sulla i?), portato sullo schermo dal mai visto prima giovane attore rivelazione e facia da pirla Will Poulter.

"Aiuto, queste due bruttone stanno cercando di stuprarmi!"

Un momento. Chi sono questi fab 4?
Sono i Miller, come annuncia il titolo originale della pellicola, We’re the Millers. Se oltre al Fantacalcio esistesse un Fantacinema, io li acquisterei tutti e 4. La pellicola arrivata sul nostro suolo con il solito titolo scemo spacciato per titolone divertente, ovvero Come ti spaccio la famiglia, funziona e se funziona è proprio per merito di 4 personaggi talmente male assortiti, da risultare bene assortiti una volta insieme. Cosa porta questi 4 disadattati a unire le loro forze manco fossero i Fantastici 4?
Lo spacciatore Jason Sudoku Sudeikis si ritrova con la merda fino al collo perché deve dei soldi al suo boss. Questi allora gli propone in cambio un “lavoretto” semplice semplice: smerciare 2 tonnellate di marijuana dal Messico agli Stati Uniti. Come fare a passare il confine senza risultare degli individui sospetti? Al Sudeikis viene in mente di spacciarsi per un insospettabile padre di famiglia con tanto di desperate housewife e figlioletti al seguito. E così decide di ingaggiare per il compito la sua vicina di casa spogliarellista, il suo vicino di casa nerd e la giovane senzatetto che bazzica dalle sue parti.

"Una commedia che fa ridere? Ma che è, una battuta?"
Questa è la storia della nascita di questa famiglia di supereroi. Supereroi? Intendevo superspacciatori. Uno spunto di partenza che sembra richiamare serie tv come Weeds e Breaking Bad, invece no. Lo sviluppo è da classica commedia americana on the road degli ultimi anni, cosa che fa temere il peggio. Vengono infatti in mente cose non proprio fenomenali come Parto col folle o il recente pessimo Io sono tu. A livello puramente di trama in effetti siamo da quelle parti, storiella criminale deboluccia compresa. Solo che ‘sta volta capita una cosa inaspettata: Come ti spaccio la famiglia fa ridere. Fa davvero ridere.
Come ti spaccio la famiglia e L’evocazione – The Conjuring sono stati i due successi a sorpresa del botteghino estivo americano. Perché? Non perché siano pellicole rivouzionarie o chissà quanto originali, ma perché semplicemente fanno il loro dovere. Il primo è una commedia che diverte, il secondo è un film dell’orrore che spaventa. Tutto qui. Può sembrare scontato, può sembrare ovvio, invece non lo è, almeno a guardare la gran parte del resto del panorama delle comedy e degli horror americani degli ultimi anni, che al massimo fanno spavento come commedie e ridere come horror, quando dovrebbe essere il contrario.

"Questo film è davvero divertente.
Per una volta Cannibal non dice una fregnaccia, mi sento male!"
L’umorismo di Come ti spaccio la famiglia è ricco di riferimenti alla pop e hip-hop culture (Flanders, Eminem, Marky Mark Wahlberg, Snoop Dogg, Oprah Winfrey…) ed è molto cattivo, politically incorrect e sessualmente esplicito. Volgare? Se proprio volete fare i bacchettoni sì, un pochino, ma non è un volgare da sbocco come Comic Movie. È semmai un film che gioca con gli stereotipi dei family movies, classica scena della famigliola felice che canta in auto compresa ("Waterfalls" delle TLC, per la cronaca), per sfotterli allegramente. Come si può immaginare, un pizzico di buonismo e qualche strizzatina d’occhio ai valori famigliari alla fine emergono pure qui. Siamo pur sempre dentro una commedia americana mainstream il cui compito è sì di far ridere, ma anche di riempire i multiplex proprio con quelle stesse famiglie che in vacanza vanno in camper che prende per i fondelli.

Cinematograficamente non è certo un capolavoro, anche se c’è un momento simpatico in cui Jason Sudeikis guarda in camera, rompendo la quarta parete come Jean-Paul Belmondo in Fino all’ultimo respiro. Le cose importanti per una commedia come questa sono però altre: Jennifer Aniston impegnata in un paio di scene di strip, innanzitutto, anche se purtroppo non fa intravedere manco mezza tetta. Una scena di un tipo (non vi svelo chi) che si limona Emma Roberts e Jennifer Aniston contemporaneamente. E poi un’altra scena in cui una donna palpa le tette a Jennifer Aniston. Queste sono le cose importanti.
Scene sexy con Jennifer Aniston a parte, ci sono poi le risate. Tante. Finalmente una commedia americana che fa ridere, dall’inizio alla fine. Persino sui titoli di coda. No, non è un sogno. Durante la visione mi sono dato più volte dei pizzicotti sul braccio fino quasi a sanguinare e posso confermare che non si tratta di un sogno. È un miracolo!
(voto 7/10)



venerdì 30 agosto 2013

PORCO DIAZ DAY




"Finalmente un post ok, Cannibal!"
Difficile considerare Cameron Diaz una grandissima attrice. È sempre stata una grandissima fig…liuola, ma un’attrice davvero fenomenale no. A differenza di altre belle fig…liuole che per dimostrare la loro bravura e darsi un tono attoriale si sono imbruttite, si veda Charlize Theron versione Monster, Cameron Diaz non l’ha mai fatto. O, se c’ha provato a imbruttirsi, ha fallito miseramente e io non me ne sono neanche accorto.
È il tragico destino di una bella bella in modo assurdo. È difficile essere presa sul serio come attrice. Cameron almeno per il momento se n’è sempre sbattuta di dimostrare chissà cosa a chissà chi e, a parte qualche parentesi autoriale con Spike Jonze in Essere John Malkovich (lì un po’ bruttina forse lo era…), Oliver Stone in Ogni maledetta domenica e con Scorsese nel poco riuscito Gangs of New York, senza dimenticare l’ottimo Vanilla Sky di Cameron Crowe, si è accontentata più che altro del ruolo di reginetta delle comedy. Un ruolo che le si addice splendidamente e con cui ha sfatato il mito che le troppo bone non sanno far ridere.
Dopo essersi rivelata come femme fatale in The Mask e aver fatto (giustamente) srotolare la lingua, fatto battere forte il cuore e ululare Jim Carrey…



"Voglio tè, Cannibal.
Intendo: me lo vuoi portare, 'sto tè, Cannibal, o devo aspettare che si freddi?"
…la Diaz (a cui è stata dedicata persino una scuola) s’è specializzata come party girl, come comedy girl.
Non a caso il suo ruolo più iconico e di maggior successo è quello interpretato, con tanto di sborrata sui capelli, in Tutti pazzi per Mary.
Tra i suoi film meno celebri, però, si nasconde comunque qualche altra chicca che merita di essere recuperata come i perfidi Una cena quasi perfetta e Cose molto cattive o i sottovalutati Una vita esagerata di Danny Boyle e The Box di Richard Kelly.
Nonostante la sua specialità sia la commedia, io per celebrare il suo 41esimo compleanno e questo Cameron Diaz Day pensavo di scoprire un suo lato inedito, quello drammatico, con La custode di mia sorella. Ma dopo i primi due minuti di film mi sono ritrovato scaraventato in un’atmosferà da melò strappalacrime ruffiano alla Nicholas Sparks e ho deciso di puntare su una Cameron Diaz più di routine, quella specialista in comedy del più leggero, leggerissimo Notte brava a Las Vegas.


Notte brava a Las Vegas
(USA 2008)
Titolo originale: What Happens in Vegas
Regia: Tom Vaughan
Sceneggiatura: Dana Fox
Cast: Cameron Diaz, Ashton Kutcher, Rob Corddry, Lake Bell, Jason Sudeikis, Treat Williams, Zach Galifianakis, Queen Latifah, Dennis Farina, Krysten Ritter, Michelle Krusiek
Genere: romcom
Se ti piace guarda anche: Come farsi lasciare in 10 giorni, Oggi sposi… niente sesso, Amici, amanti e…, Il matrimonio del mio migliore amico, La dura verità

Certe volte nella vita capitano delle sfighe davvero micidiali.
Se sei una donna, ti può ad esempio succedere di essere mollata da quel figaccione di Jason Sudeikis e poi subito dopo sposarti con quel bruttone di Ashton Kutcher.
Se sei un uomo, ti può invece accadere di sposarti quel cesso di Cameron Diaz e vincere solo 3 miseri milioni di $ a una slot-machine.
Che sfiga!

"Non ti posso sposare, Cameron. Sei troppo giovane per me!"
Notte brava a Las Vegas racconta sotto forma di commedia queste terribili tragedie che capitano ai due protagonisti. Ashton Kutcher è il classico tipo cazzaro, che non ha la testa e la voglia di impegnarsi, né con una donna sola, né con la carriera. Finisce così licenziato dal suo stesso padre, perché non siamo mica in Italia. Oh, negli USA se non sai fare bene il tuo lavoro, se non ti impegni, anche paparino ti manda in mezzo a una strada. Ma Ashton Kutcher cade in piedi e non finisce in mezzo a una strada. Per consolarsi, decide anzi di andare a Las Vegas con il suo BFF, il simpatico Rob Corddry, visto in un sacco di particine in un sacco di film e serie tv e che con il suo umorismo bello cattivo potrebbe presto sfondare veramente, se solo gli dessero qualche ruolo più in primo piano.
Nella città del peccato, Ashton Kutcher si imbatterà in Cameron Diaz che, toh, l’avreste mai detto? È un po’ il suo esatto opposto: precisina, a modo, tutta concentrata sulla sua carriera professionale. Scaricata dal boyfriend, pure lei cercherà consolazione in quel di Las Vegas insieme alla sua BFF, la simpatica Lake Bell, attrice pure lei come Rob Corddry avvistata da un sacco di parti e pronta a fare presto il grande botto. Oppure a passare direttamente nel dimenticatoio senza mai manco essere diventata famosa, ma queste sono cose che capitano, a Hollywood.

"Ah, è per via del fatto che sei stato sposato con Demi Moore.
L'ho capita adesso! Ma perché sto ridendo? Non è così divertente..."
"Forse perché sei totalmente ubriaca? Ma è il tuo compleanno, ci può stare."
Quello che può capitare invece a Las Vegas è di ritrovarsi sposati dopo una notte brava passata a ubriacarsi come le merde, per dirla in un modo che Ashton Kutcher gradirebbe, o a bere come se non ci fosse un domani, per dirla in maniera più fine alla Cameron Diaz. Il giorno dopo, i due si ritroveranno leggermente pentiti dell’avventata decisione presa e così, tornati a casa in quel di NYC, chiedono il divorzio immediato. Ma il giudice toga rossa dice: “NO!” e li condanna a passare 6 mesi insieme per provare a far funzionare il loro matrimonio, se vogliono intascare i $3 milioni guadagnati insieme a Las Vegas.
Solite cose che succedono in una commedia romantica americana. Come prosegue lo sapete già. Come?
Come al solito. Lui e lei all’inizio si odiano e si fanno i dispetti, lui fa di tutto per farsi disprezzare, lei è (f)rigida come un ghiacciolo e poi…
Poi che volete succeda?

Tocca a voi scoprirlo, passando una notte breve a Las Vegas in compagnia di Ashton & Cameron, oltre che a una serie di comprimari di lusso come Zach Galifianakis, che di lì a poco diventerà famoso grazie a un’altra ben più da leoni notte nella Sin City, e alla sempre sexy Krysten Ritter della serie Non fidarti della str**** dell’interno 23. Una notte che scivola via veloce, in maniera abbastanza divertente, anche se non troppo, e il giorno dopo, finiti gli effetti dell’alcool, è già dimenticata.
Quello che succede quindi non ve lo dico, perché quello che succede in una romcom, resta in una romcom.
(voto 5+/10)


Partecipano alle celebrazioni del Cameron Porco Diaz Day anche i seguenti blog Amici di Maria de Filippi Pensieri Cannibali:

Coocking Movies
Montecristo

martedì 6 novembre 2012

Candidato Kinder sorpresa

6 novembre 2012.
Cosa succede, il 6 novembre 2012, ovvero oggi?
Ci sono le elezioni.
Quali elezioni?
Le primarie del PD? Le primarie del PDL?
Ma no, di quelle frega giusto ai diretti interessati. Le elezioni in questione sono nientepopodimeno che le presidenziali americane. Oh yes.
Democratici contro Repubblicani.
Barack Obama contro Mitt Romney.
Il Bene contro il Male.
Non sarà stato il salvatore della patria o del mondo intero, però Obama ha rappresentato un netto passo in avanti rispetto alla disastrosa amministrazione dell'American Idiot Bush, ha portato a casa una storica riforma sanitaria che Romney non vede l’ora di cancellare e insomma, sapete già da che parte sto io. La stessa parte della girl Lena Dunham.



La politica però è un argomento noioso e quindi evitiamo di addentrarci troppo in queste questioni. E allora parliamo di cinema. Se sabato abbiamo discusso di Game Change, sulla corsa alle passate elezioni di Obama contro McCain e Sarah Palin, spazio oggi a una campagna comedy (almeno nelle intenzioni degli autori), con un altro film firmato sempre da Jay Roach.

"Cannibal, da quando collabori con Mr. Ford le visite al tuo blog sono crollate!"
Candidato a sorpresa
(USA 2012)
Titolo originale: The Campaign
Regia: Jay Roach
Cast: Will Ferrell, Zach Galifianakis, Jason Sudeikis, Dylan McDermott, Sarah Baker, Katherine LaNasa, Dan Aykroyd, John Lithgow, Brian Cox, Karen Maruyama, Grant Goodman, Kya Haywood, Josh Lawson
Genere: satira politica
Se ti piace guarda anche: Veep, Il dittatore, Parto col folle

Nonostante il titolo, non è che ci siano grosse sorprese, in questo Candidato a sorpresa.
Si tratta di una commedia che scorre via piacevole e regala anche qualche sorriso. Non è che ci si rotoli per terra dalle risate, però qualche frecciata fa centro. Se la parte comedy non funziona alla grandissima, però si salva ancora, a convincere meno è la parte politica.
Fare satira politica l’è ‘na bruta bestia. Non è facile, per niente. Qui da noi, era facile quando c’era Berlusconi al centro dell’arena. Con l’austerità del governo Monti, anche la nostra satira è entrata in crisi, in epoca di recessione. Facile ironizzare sulle mille (dis)avventure del Berluska, meno trovare spunti sugli altri. Anche perché il governo Monti è fatto di tecnici, nemmeno di politici, quindi come si fa a fare satira politica su dei tecnici?
Quando la satira è approdata al cinema, poi, abbiamo avuto di recente risultati disastrosi. Tanto per dire un film qualunque, dico solo l’inguardabile Qualunquemente di Antonio Albanese.

"Con questa foto puntiamo a conquistare il pubblico di cinofili.
Dite che Pensieri Cannibali è un blog per cinefili? Sicuri sicuri?"
Per quanto riguarda la satira americana, qui entriamo in un territorio locale minato le cui dinamiche non sono del tutto comprensibili a uno sguardo “straniero”. La serie comedy della HBO Veep, incentrata sulla vita di un’immaginaria vice presidentessa degli Stati Uniti stile Sarah Palin, ad esempio, subito subito non risulta molto divertente. Una volta che si è entrati nei suoi meccanismi, però, comincia a far davvero ridere.
Con questo film le risate fornite da Will Ferrell e Zach Galifianakis sono invece poche dall'inizio alla fine, ma a non convincere è soprattutto una certa timidezza della pellicola nel voler davvero pigiare sull’acceleratore del politically incorrect. Una cosa capitata di recente anche al comunque più riuscito Il dittatore con Sacha Baron Cohen: entrambi i film partono bene, sembrano davvero intenzionati ad attaccare il sistema politico americano e poi alla fine si tirano indietro e non danno il colpo di grazia.

Candidato a sorpresa purtroppo non sorprende. È una visione piacevole e carina, ma un film di satira politica, di vera satira politica, non può e non deve essere piacevole e carino. Deve essere scomodo, urtante e urticante. Come sapeva essere Daniele Luttazzi nei suoi interventi migliori. Quando gli permettevano di andare in tv, almeno.
Un aspetto comunque interessante del film è che in questa campagna non c’è un buono e un cattivo. Se ci si poteva aspettare un candidato democratico integro e dai forti valori morali contrapposto al solito repubblicano malefico. Le cose non sono così. Anzi, è quasi il contrario.

"Ma secondo te Renzi batterà Berlusconi alle primarie del PDL?"
"Guarda che il primo è in quelle del PD e il secondo non si candida più."
"Certo, certo..."
Will Ferrell è il candidato democratico senza scrupoli che farebbe di tutto per vincere, campagne contro l’avversario costruite su menzogne comprese: ad esempio, accusa il povero Galifianakis di essere in combutta con al-Qaeda, mossa che qualche repubblicano aveva cercato di fare nella passata campagna elettorale contro Obama. La caratteristica principale del democratico Will Ferrell è però la sua passione per le donne e il sesso, che lo portano a essere una versione estrema di Bill Clinton, o anche una versione soft di Silvio Berlusconi.
All’altro angolo del ring, in questa campagna elettorale per conquistare un posto nel governo americano, troviamo l’improbabile repubblicano Zach Galifianakis, un tipo ingenuo e bonaccione piazzato in maniera strategica da due miliardari senza scrupoli interpretati da Dan “Ghostbuster” Aykroyd e John “Trinity” Lithgow. Ma man mano che la campagna entrerà nel vivo, anche Galifianakis scoprirà il suo lato oscuro…
Tra i due, non c’è quindi un buono in senso assoluto. Perché nella politica reale, un buono in senso assoluto è davvero difficile da trovare. Peccato che nel film alla fine non ci sia nemmeno un cattivo in senso assoluto e quindi la critica al sistema mossa dalla pellicola risulta essere un bagno nell’acqua di rose.
Per concludere questo dibattito più cinematografico che politico, Candidato a sorpresa è un film carino. Peccato solo che Hello Kitty o i Barbapapà possono essere carini. La satira politica deve essere spietata.
(voto 6-/10)


giovedì 23 agosto 2012

Horrible Bossi

Come ammazzare il capo e vivere felici
(USA 2011)
Titolo originale: Horrible Bosses
Regia: Seth Gordon
Cast: Jason Bateman, Charlie Day, Jason Sudeikis, Kevin Spacey, Jennifer Aniston, Colin Farrell, Jamie Foxx, Julie Bowen, Meghan Markle, Donald Sutherland
Genere: commedia criminale (nel senso che è un crimine fare uscire una commedia che non faccia ridere)
Se ti piace guarda anche: C’è chi dice no, Dead Boss, Il grande capo

Come al solito, i titolisti italiani non c’hanno preso un granché. Più azzeccato era il titolo originale: Horrible Bosses, che almeno ci forniva precise indicazioni riguardo alla horrible qualità del film.
Una traduzione fedele sarebbe potuto comunque essere: Come fare un film da schifo e vivere felici. E invece no.

Se con un film come l’italiano C’è chi dice no c’era ben poco da ridere, gli americani al momento non se la passano meglio di noi e questo Come ammazzare il capo e vivere felici dimostra come la crisi della commedia sia internazionale quanto quella economica. Così come la crisi delle idee. Le due poco divertenti farse partono infatti dallo stesso identico presupposto, che in un periodo come quello attuale non sorprende di certo.
Odiate il vostro capo? Arrivereste fino al punto di ucciderlo, talmente è insopportabile?
Innanzitutto, dovreste già ringraziare il cielo (e magari anche quello stro**one del reverendo Camden di Settimo cielo) perché un capo ce l’avete, cosa che significa che anche un lavoro ce l’avete. E non è mica poco, oggi come oggi come oggi come oggi come oggi come oggi scusate, mi sono incantato.

Mettiamo però il caso che il vostro capo sia davvero odioso a livelli insopportabili e abbiate deciso di andare fino in fondo ai vostri propositi e sopprimerlo. Questo film vi viene in aiuto proponendovi tre esempi pratici.
Nel primo, Kevin Spacey interpreta il capo più stro**o e pezzo di me**a che si possa immaginare, in una sorta di ironico ribaltamento del suo ruolo in American Beauty in cui era lui a mandare “a fanguuulo!” il capo. Il povero Jason Bateman, che si sforza in tutti i modi di fare carriera all’interno della sua azienda e pure di far ridere, in entrambi i casi senza successo, è quindi in qualche modo giustificato nel volerlo fare fuori. Una decisione estrema, certo, però possiamo capirlo.

Il secondo caso è quello di un irriconoscibile Colin Farrell in versione incompetente figlio di papà che riceve la ditta in eredità dal papino e la gestisce di cacca, prefendo spassarsela berlusconianamente andando a escort. Un comportamento che può essere più o meno condivisibile, ma fino a che non decide di scendere in politica non deve mica renderne conto a nessuno, no? Insomma, qui Colin Farrell è una testa di C, ma meritarsi una pena di morte, così, solo perché è un pirla? Non lo so, mi sembra eccessivo…
Jason Sudoku Sudeikis, forse basterebbe che ti facessi un paio di birrette insieme a lui, e scopriresti che il "povero" Colin non è poi così malaccio come sembra. Però, vabbè, caro il mio Sudeikis hai un cognome greco e quindi si può anche capire che tu in questo determinato periodo storico sia piuttosto incacchiato con il mondo. E quindi possiamo arrivare a comprendere e perdonare pure te.

"Do you remember Mike Tyson?"
Il terzo caso è quello di Jennifer Aniston, dentista sexy che molesta in tutti i modi possibili e non possibili il suo assistente, interpretato dal poco conosciuto ma anche poco promettente Charlie Day. A lui, tutte queste avance e tutti questi riferimenti sessuali espliciti non stanno proprio bene, visto che è già innamorato della sua fidanzata con cui si sta per sposare.
Stiamo però parlando di Jennifer Aniston. E per di più di Jennifer Aniston in versione dentista sexy e ninfomane!
Chi è che si merita di morire?
Lei?
Leeeeeeeei?
Jennifer Aniston dentista sexy e ninfomane merita di morire?
Io la sentenza di morte la firmerei piuttosto nei confronti del Charlie Gay Day, visto che in una situazione così paradossale sarebbe parecchio facile far ridere e invece l’unica che riesce a strappare qualche risata è proprio la Aniston, in gran forma fisica e anche comica, cosa che invece non si può certo dire del resto del cast.

Kevin Spacey ad esempio per tutto il tempo della pellicola indossa l’espressione incazzosa non di chi deve interpretare un capo bastardo, ma di chi si sta chiedendo: “Ma come ho fatto a ridurmi dall’essere il villain de I soliti sospetti e 7even al cattivo boss di questa porcheria?”
Colin Farrell strappa un paio di sorrisi giusto per il trucco da sfigato che gli hanno messo addosso, ma il suo personaggio è davvero troppo stereotipato, così come gli altri. Va bene che siamo dentro una commedia e gli stereotipi sono sempre un buon modo per far ridere in maniera facile, però come la mettiamo che qui da ridere c’è davvero poco?
D’altra parte una pellicola in cui l’invenzione più divertente è quella della parola “bismamma” utilizzata al posto di nonna, non ha certo molte carte da giocare.
Il peggio sono però i tre protagonisti. Se nell’italiano C’è chi dice no un qualche moto di empatia nei confronti dei personaggi si riesce ad averlo, qui i tre Qui, Quo, Qua risultano meno simpatici dei loro capi ed è un peccato soprattutto per Jason Bateman che al cinema, a parte Juno, non riesce proprio a trovare un ruolo al livello di quelli avuti nelle serie tv Arrested Development e, per i più nostalgici, nel telefilm anni ’80 La famiglia Hogan.

Anzi no, devo correggermi. Il peggio è Jamie Foxx in versione killer comico (?): per lui i tempi d'oro di Collateral sono davvero molto lontani.

Altre critiche da aggiungere? Per il momento no.
E così siamo giunti alla fine della storia tragicomica che vi ho appena raccontato e che si chiama: come ammazzare questo film e vivere felici.
(voto 5/10)

venerdì 24 giugno 2011

Quando il gatto non c’è, i topi ballano (la danza kuduro?)

Owen Wilson, per favore: non ballare mai più!
Libera uscita
(USA 2011)
Titolo originale: Hall Pass
Regia: Bobby e Peter Farrelly
Cast: Owen Wilson, Jason Sudeikis, Jenna Fischer, Christina Applegate, Nicky Whelan, Richard Jenkins, Derek Waters, Alexandra Daddario, Tyler Hoechlin, Stephen Merchant, Alyssa Milano, Vanessa Angel
Genere: commedia demenziale
Se ti piace guarda anche: Amore a prima svista, Una notte da leoni, Old School, Non mi scaricare, Tutti pazzi per Mary


Trama semiseria
Prima...
Owen Wilson e Jason Sudeikis hanno dei matrimoni mediamente felici e tranquilli con le loro mogli, però sono ossessionati dal sesso. Sempre. Come qualunque uomo. Più che dal fare sesso, sono però ossessionati dal parlare di sesso e dal guardare le altre donne in giro, così le loro mogliettine stufe non danno loro il benservito definitivo, ma soltanto un pass provvisorio: una pausa di una settimana dal matrimonio in cui possono spassarsela come vogliono, per poi ritornare alla vita nuziale. Come pescare la carta "Esci gratis di prigione" al Monopoli. E cosa combineranno i nostri due scombriccolati in questa settimana? Se avete visto una qualsiasi altra commedia americana negli ultimi 15 anni potreste farvi un’idea: canne, zoccole, amici playboy improbabili e… una dose di buoni sentimenti, facendoci quasi quasi desiderare una versione alternativa più spregiudicata con protagonisti Charlie Sheen e Tiger Woods.

...e dopo (eh sì, senza le mogli si danno alla trasgressione!)
Recensione cannibale
Una volta i fratelli Farrelly erano garanzia di risate e commedie esilaranti e politically scorrect. Un po’ il ruolo ricoperto oggi da Judd Apatow e dalla sua crew di amici con film da regista come 40 anni vergine, Molto incinta, Funny People e produzioni come Suxbad o Strafumati. Oggi hanno perso quella forza irriverente, un po’ come il Kevin Smith finto trasgressivo di Zack & Miri - Amore… a primo sesso, però perlomeno sono riusciti a sfornare di nuovo una commedia piacevole. Vale a dire che se i tempi d’oro di Scemo e + Scemo e Tutti pazzi per Mary sono volati via per sempre, almeno ci possiamo accontentare di un filmettino piacevole sullo stile di Amore a prima svista con Jack Black o di Io, me & Irena con faccia di gomma Jim Carrey, dimenticando invece quell’orrore che era il loro ultimo Lo spaccacuori (anche se sarebbe stato meglio chiamarlo Lo spaccamaroni) con Ben Stiller.

Volevate che in un film come questo mancasse una figa gigantesca
e, come potete vedere a sinistra, anche un cretino gigantesco?
I Farrelly hanno inventato un certo tipo di commedia demenziale americana, con i loro primi film sopra citati, e ora stanno a riposare piuttosto meritatamente sugli allori limitandosi a riciclare gli stessi ingredienti utilizzati più e più volte sia da loro stessi che da molti colleghi negli anni successivi, ad esempio il Todd Phillips di Una notte da leoni. E anche qui come in quest’ultimo film ci troviamo in un “buddy movie” caciarone in piena regola che affronta la tematica del matrimonio, o meglio: la pausa dal matrimonio che è stata concessa in grazia divina dalle mogli a un Owen Wilson piuttosto impassibile e rigido (forse su richiesta del copione?) e a un più divertente Jason Sudeikis, recente presentatore degli Mtv Movie Awards e possibile nuovo Steve Carell, sia da un punto di vista fisico che di comicità. Uno dei meriti di Libera uscita è proprio quello di lanciare in un ruolo da protagonista questo nuovo comico, già noto al pubblico del Saturday Night Live ma al cinema impiegato solo in piccole parti da caratterista, nonché quello di presentarci anche nuova una phaiga notevole: tale Nicky Whelan, in grado di far vacillare il matrimonio di Owen Wilson così come la lucidità mentale di qualunque altro uomo al mondo.
Per il resto si ride e la visione scorre piacevole, però era lecito aspettarsi un po’ più di sana, sanissima bastardaggine in più, al di là di qualche scenetta volgarotta che una volta avrebbe fatto scassare dalle risate e che oggi è semplice routine in pellicole di questo genere. Per colpa degli stessi registi, che negli scorsi anni hanno spostato l’asticella dell’irriverenza demenziale un po’ più in alto. Ma che volete? Anche i fratelli Farrelly non sono più i cazzoni di una volta, non del tutto almeno, e hanno sfornato un inno (o quasi) al matrimonio e alla famiglia. Forse avrebbero bisogno anche loro di una settimana, anzi di un film, lontano dal buonismo hollywoodiano odierno, per un sano ritorno alla cattiveria scema. E + scema.
(voto 6,5)

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