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domenica 6 luglio 2014

ROBOCOP_ VIVO O MORTO TU CONTINUERAI A VENIRE CON ME





RoboCop
USA_ 2014
REGIA_ José Padilha
SCENEGGIATURA_ Joshua Zetumar
ISPIRATO AL FILM_ RoboCop di Paul Verhoeven
CAST_ Joel Kinnaman, Abbie Cornish, Gary Oldman, Michael Keaton, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Jay Baruchel, Aimee Garcia, Marianne Jean-Baptiste, Michael K. Williams, Jennifer Ehle, John Paul Ruttan
GENERE_ remake hollywoodiano
SE TI PIACE GUARDA ANCHE_ RoboCop (1987), Transcendence, Intelligence (serie tv), Almost Human (serie tv)


REVIEW MODE ON_

Il mio nome è RoboKid. Sono tornato. Vi era piaciuta la mia recensione del primo RoboCop, quello vero, quello anni ’80, quello di Paul Verhoeven?
No?
Non mi interessa. Io sono tornato lo stesso. Io ancora qui a spaccare i culi. Il mio nome è RoboKid. Ve l’ho già detto?
Sì, vero?
È che questa volta sono ancora più lobotomizzato del solito. Colpa del remake. Io ho appena visto il nuovo RoboCop. Io ho appena odiato il nuovo RoboCop. Parlando del film anni ’80 mi ero lamentato di come l’avevo trovato una pellicola fredda. Poco umana. Il nuovo RoboCop invece è troppo umano. Oltre che una merdata.
L’inizio non è manco così terribile. Lascia immaginare degli intriganti sviluppi politici. Attesa poi delusa da uno sviluppo robotico. Da tipico filmone action barra supereroistico di oggi. Quelli che io odio. Io odio tutto e tutti, ma soprattutto odio i filmoni action barra supereroistici di oggi. L’originale anni ’80 era cattivo, duro, spietato. Questo nuovo è banale, previdibile, buonista. La tipica hollywoodianata odierna. La regia del brasileiro José Padilha fa pena. Soprattutto le scene d’azione. Sparatorie che sembrano uscite da un videogame sparatutto di ultima generazione. Solo che questo dovrebbe essere cinema, non il nuovo episodio di Halo. Padilha, va’ a giocare a calcio, va’. E va’ pure a quel paese, va’.
Quanto alla parte più famigliare barra sentimentale è proprio penosa. Pure questa, così come la parte politica, buttata via. Il protagonista Joel Kinnaman, idolo della serie tv The Killing, è del tutto fuori parte. Non è un buon RoboKid come me. Michael Keaton come cattivone poi fa andare giù le mutande. E io manco le ho, le mutande. Indosso solo della lamiera. Si salva giusto Abbie Cornish. Me la tromberei proprio, Abbie Cornish. Se solo in questo corpo robotico che mi hanno costruito mi avessero fatto anche il pene. Un pene funzionante. Mi hanno dato una pistola con cui sparare ai criminali e non mi hanno dato la pistola più importante, quella per ciulare?
Avrei voluto vedere se lo girava David Cronenberg, questo remake, cosa ne saltava fuori. Invece no. Invece è la solita commercialata. Un film innocuo, buono per tutta la famiglia. E io non ce l’ho più, una famiglia umana che mi vuole.
Inoltre è una pellicola senza manco un briciolo di umorismo che pure io che sono un robot possiedo. Io ad esempio mi ammazzo dalle risate ogni volta che vedo questa immagine.


RoboCop versione 2014 mi ha fatto venire voglia di andare a prendere gli autori.
Vivi o morti, voi verrete con me.
Dove?
Ce l’ho io un remake da proporvi: quello di A morte Hollywood!
(VOTO_ 4/10)

domenica 13 ottobre 2013

FACCIAMOLA FINITA, IL FILM APORCALITTICO




Facciamola finita
(USA 2013)
Titolo originale: This Is the End
Regia: Evan Goldberg, Seth Rogen
Sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg
Cast: Seth Rogen, Jay Baruchel, James Franco, Jonah Hill, Craig Robinson, Danny McBride, Michael Cera, Emma Watson, Christopher Mintz-Plasse, David Krumholtz, Aziz Ansari, Mindy Kaling, Paul Rudd, Rihanna, Channing Tatum, Martin Starr, Kevin Hart, Backstreet Boys
Genere: aporcalittico
Se ti piace guarda anche: La fine del mondo, Rapture-Palooza, Fatti, strafatti e strafighe

Negli ultimi giorni ho visto La fine del mondo, After Earth – Dopo la fine del mondo e Facciamola finita (titolo originale This Is the End). Cosa volete che vi dica? È un periodo in cui mi sento particolarmente ottimista e fiducioso per quanto riguarda il futuro dell’umanità.
La cosa più preoccupante è che, al confronto di queste pellicole, una volta che guardo il TG e sento le notizie sul governo (quale governo?) italiano o su Lampedusa, la realtà mi sembra parecchio più preoccupante. E allora torno a guardarmi i miei film apocalittici e mi sento meglio. A parte con After Earth, che quello è proprio 'nammerda.

"Lo so che volete il mio corpo. Lo so."
Facciamola finita è uno dei film di cui ho avuto più difficoltà a parlare. Non perché si tratti di una pellicola così impegnativa. Ma va là. E non è nemmeno una visione fuori dalle mie corde. Tutt’altro. È una di quelle cazzatone che io prediligo e che in condizioni normali poteva offrirmi un sacco di spunti. Il problema è che l’ho visto prima di andare all’Oktoberfest, non ne ho scritto subito e poi, litri e litri e litri di birra dopo, i ricordi si sono fatti un po’ sfumati, ja. E con ricordi un po’ sfumati intendo: “Chi sono io? Qual è il mio nome? Da che pianeta provengo?” L’unica cosa che ricordavo dopo l’Oktoberfest era il nome del Presidente della Repubblica italiana. Quello non cambia da secoli.
Poi però mi sono detto “Facciamola finita e scriviamo un po’ ‘sto post su Faccimola finita!”. Lo so che le cose non vanno forzate e che prima o poi l’ispirazione viene da sola. Solo che, ancora un po’ che aspettavo, le possibilità di avere delle memorie decenti del film svanivano sempre più. Per riuscire a scriverne mi sono così armato di caffè, beveroni schifosi da post-hangover, un po’ di pazienza e ho provato a ripercorrere mentalmente la pellicola, stile Una notte da leoni.
Hey, un momento. Non cominciamo a fare confusione, che poi cerco di ricordarmi com’era Una notte da leoni, prima dei due orribili sequel realizzati e non la finiamo più.
Io invece voglio farla finita. Non con la mia vita. Non allarmatevi, o in alternativa non gioite. Voglio farla finita con questo film.
Partiamo allora dalle cose semplici: la trama. Di cosa parla, Facciamola finita?

Parla di Seth Rogen che va a prendere all’aeroporto il suo amico Jay Baruchel, di ritorno a Los Angeles con l’intenzione di passarsi qualche giorno in tranquillità a giocare ai videogame e a stonarsi di maria.
Maria?
No, per il momento no, grazie. Sono ancora in botta da birra.
Solo che poi Seth Rogen viene invitato a un party esclusivo a casa di James Franco e convince l’amico, che da bravo snob asociale non c’ha voglia di partecipare a una festa, ad andarci. E così i due si ritrovano nella villa di James Franco insieme a Rihanna, Emma Watson, Jonah Hill, Michael Cera, Mindy Kaling, Christopher Mintz-Plasse, Paul Rudd e altra gente. Fino a che, a un certo punto, arriva il finimondo. Non un semplice terremoto, che a L.A. sarebbe all’ordine del giorno. Capita proprio una fine del mondo. Così, di punto in bianco.

"Calma Emma, non lo diciamo più che Harry Potter è una cagata pazzesca."
Lo spunto è geniale, non vi sembra?
No?
In effetti una fine del mondo oggi come oggi non è una cosa così strana, in un film. Però mi sono dimenticato di menzionarvi una cosa. Nella mia sbadataggine da hangover, non vi ho detto che non ho usato i nomi degli attori invece di quelli dei personaggi così, per rendervi più semplice l’identificazione. In questo film, gli attori sono proprio i personaggi. Seth Rogen è Seth Rogen. Jay Baruchel è Jay Baruchel. Emma Watson è Emma Watson, e Dio la benedica. Ognuno interpreta se stesso in quella che però è una versione un po’ finta e un po’ no di se stesso. Difficile capire quanto ci sia di vero e quanto meno. Michael Cera ad esempio pare che nella realtà sia un tipo tranquillissimo che non beve neanche e certo non è nemmeno un party boy, mentre qui fa il cocainomane sessuomane scatenato. I veri Seth Rogen e Jay Baruchel invece non è molto difficile immaginarli realmente dei cazzari fattoni quali appaiono nella pellicola. Craig Robinson, recentemente fermato alle Bahamas per possesso di marijuana, non parliamone. Insomma è un gran casino. Un gran miscuglio tra reality e fiction di cui parlavamo anche a proposito di Bling Ring e che ormai è diventata una consuetudine nel mondo di oggi. Con i vari social network, il confine tra VIP e "umani", tra persone e personaggi s'è fatto sempre più sottile.
È questa l’arma vincente, lo spunto fenomenale del film. La prima mezz’ora funziona così alla grande e appare tra le cose più originali viste di recente in ambito comedy. Se tutto fosse a questo livello, staremmo qui a parlare di un capolavoro e forse me lo ricorderei perfettamente nonostante tutta la birra bevuta nei giorni successivi. Peccato che il resto della pellicola, per quanto presenti qualche altro spunto e ideuzza non male, non sia tutto allo stesso livello. Dalle quasi 2 ore di durata, qualche scenetta non fenomenale sarebbe potuta essere lasciata fuori e in alcuni momenti sembra che a divertirsi siano più gli attori mentre recitano ognuno nei propri panni, più che noi spettatori a vederli.

"Mmm, la tipa nell'header di Pensieri Cannibali mi ricorda qualcuno..."
La follia anarchica che anima questo film, benché a tratti persino troppo stupidotta nella sua goliardica comicità, benché non sempre esilarante, benché non sempre messa a fuoco, rappresenta comunque una boccata d’aria fresca all’interno di un panorama americano composto da commediole prodotte in serie, una uguale all’altra. Facciamola finita è come una pellicola amatoriale, solo girata con mezzi professionali da dei professionisti del settore. Questo è il suo pregio principale, perché si percepisce il divertimento nel realizzarla, così come anche il suo più grande limite, visto che l’originalità della prima parte si esaurisce in una sceneggiatura che si sviluppa in maniera piuttosto prevedibile e per allungare il minutaggio sono stati inseriti un po’ troppi momenti in stile videoclip (da “Gangnam Style” a “Everybody” dei Backstreet Boys), o parodie cinematografiche non proprio di prima mano (“L’esorcismo di Jonah Hill”) che fanno tanto filmino cazzaro realizzato tra amici. Che poi è quello che la pellicola in fondo è.
Quentin Tarantino ha addirittura inserito questo film tra i suoi preferiti finora del 2013. Ecco la sua top 10 completa in ordine alfabetico:
"Ho davvero messo Kick-Ass 2 e The Lone Ranger?"

  • Afternoon Delight (Jill Soloway)
  • Before Midnight (Richard Linklater)
  • Blue Jasmine (Woody Allen)
  • Drinking Buddies (Joe Swanberg)
  • L’Evocazione - The Conjuring (James Wan)
  • Facciamola finita (Seth Rogen, Evan Goldberg)
  • Frances Ha (Noah Baumbach)
  • Gravity (Alfonso Cuarón)
  • Kick-Ass 2 (Jeff Wadlow)
  • The Lone Ranger (Gore Verbinski)


Tarantino magari è il solito esagerato e questo film con tutti i suoi difetti e le sue lungaggini non rientra probabilmente tra i migliori o tra i più memorabili dell’anno. O forse è stata solo la birra, tanta birra, a rendermelo meno memorabile. Nonostante il ricordo sbiadito, resta comunque un esperimento interessante, un esordio alla regia valido e vitale di Seth Rogen, in co-abitazione con il compare Evan Goldberg, che in futuro potrà regalarci cose ancora più fiche.
E adesso?
Adesso basta.
Facciamola davvero finita con ‘sto film e con ‘sto post.
(voto 7-/10)

"Oh, cosa guardate male? Pure a Hollywood c'è crisi e han tagliato gli stipendi..."



mercoledì 10 ottobre 2012

Cosmico!

Cosmopolis
(Francia, Canada, Portogallo, Italia 2012)
Regia: David Cronenberg
Cast: Robert Pattinson, Sarah Gadon, Paul Giamatti, Juliette Binoche, Jay Baruchel, Kevin Durand, Emily Hampshire, Samantha Morton, Mathieu Amalric, Patricia McKenzie, K’Naan
Genere: on the road (limo version)
Se ti piace guarda anche: Crash, eXistenZ, American Psycho, Shame

Don DeLillo “Cosmopolis”
(romanzo, 2003)
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 180


"Vai tranquilla, Kristen. Ti ho perdonata al 100%!"
Trama semiseria
Cosmopolis è ambientato nel futuro. Nel futuro prossimo. Un futuro in cui Robert Pattinson e Kristen Stewart si sono lasciati per sempre. In maniera definitiva.
Coraggio, Twi-hards accanite, ci penso io a consolare voi e le vostre tettine pallide perché da brave rispettabili vampirelle il sole manco sapete cos’è. RPattz e KStew si sono mollati, ma non tagliatevi le vene. Fare gli emo è una cosa passata di moda da almeno 2 barra 3 anni. Trovate un altro modo per passare il tempo.
In questo futuro prossimo, Robert Pattinson non ce l’ha fatta a perdonare Kristen Stewart per i cornoni che gli ha messo. Dopo che sono uscite le foto di lei insieme a Rupert Sanders, il regista di Biancaneve e il cacciatore, l’hanno insultata tutti. Le hanno dato della zoccola, di quella che la da via in giro, però io mi sento in dovere di prendere le sue difese. Di fare l’avvocato del Diavolo. Chiamatemi pure Ghedini, please. Insomma, questa ragazza ha interpretato Biancaneve e manco s’è fatta tutti e 7 i nani e i loro minuscoli peni. S’è fatta solo il regista. E che sarà mai?
Le hanno pure dato della sfasciafamiglie, perché lui è un uomo sposato e con figli (non nel senso che è sposato con i suoi stessi figli), e pure di quella che va con i vecchiardi, perché lei ha 22 anni e lui 41. Accuse arrivate dalle stesse tipe che hanno sognato a occhi aperti con tutti i (pessimi) libri della saga di Twilight in cui la bimbominkia Bella Swan si fa succhiare da e lo succhia a un vampiro che ha 150mila anni, precisiamolo.
E poi Kristo, povera Kristen, dovrà pur allenarsi. Nell’ultimo (Dio grazie!) film della serie di Twilight, l’imminente Breaking Dawn Parte 2, la Stewart interpreta infatti per la prima volta la parte della succhiasangue. Quindi doveva tenersi in forma a succhiare e lì nei paraggi Pattinson non c'era e capitava giusto il povero Rupert Sanders, e così è andata…

"L'importante è che elimini ogni traccia delle cornazze..."
In questo futuro prossimo, dicevamo, Robert Pattinson, dopo aver pianto come un vitellino alla 100esima visione del Titanic, ha deciso di darsi una sistemata e andare avanti con la sua vita.
In Cosmopolis è diventato così un riccone di Wall Street, uno yuppie 2.0 che non dorme ancora la notte, ripensando a Kristen che fa le sporcellate insieme a Rupert Sanders, però si è risposato, con la bella bionda Sarah Gadon, e la sua giornata è piena di impegni.
Il principale? Farsi fare un taglio di capelli. Ciulare in giro delle tipe varie, ma principalmente andare a farsi fare un taglio di capelli.
Sui siti di gossip viene infatti spesso accusato di essere un po’ sciatto e di lavarsi i capelli una volta al mese e lui allora vuole dimostrare alle malelingue che si sbagliano. Che hanno torto. Lui è un tipo curato e deve farsi dare una sistemata al taglio. Costi quel che costi, visto che ancora si intravedono le corna spuntare. Anche se ciò significa attraversare tutta New York City sulla sua limousine bianca, la sua vera casa, mentre fuori scoppia la rivoluzione e il Presidente degli Stati Uniti (quale presidente ci sarà, in questo futuro prossimo? ancora Obama oppure Romney?) è a rischio attentato.
L’economia sta collassando, anche e soprattutto a causa sua e di gente come lui, la gente è incazzata nera, il mondo è sull’orlo del baratro e a lui interessa soltanto attraversare la città per farsi aggiustare il taglio.
Ce la farà il nostro eroe, oppure dovrà tenersi le corna per tutta la durata della pellicola?



"Con tutti i soldi che ti sei fatto con Twilight, vieni pure a scroccarmi una siga?"
Recensione cannibale
Capita spesso di vedere film che non sono all’altezza dei romanzi da cui sono tratti.
Ogni tanto capita anche di assistere a trasposizioni cinematografiche più che degne. Mi vengono in mente Trainspotting, Le regole dell’attrazione o Fight Club, giusto per citare film/libri che amo particolarmente.
Una cosa che capita molto di rado è invece vedere una pellicola che supera, anche piuttosto nettamente, il romanzo a cui si ispira. Cosmopolis è uno di questi rari casi.

Il merito è per lo più tutto di un David Cronenberg tornato in buona forma, dopo le cazzate psicanalitiche e i ridicoli spasmi muscolari di Keira Knightley nel terrificante A Dangerous Method. Chiusa quella sfortunata parentesi si spera forever, Cronenberg leggendo il romanzo di Don DeLillo si è trovato di fronte a una storia che sembra scritta apposta per lui, in cui si fondono alcune sue ossessioni, come quella per la tecnologia o il rapporto carnale uomo/macchina, insieme a una serie di complotti misteriosi e a dialoghi nonsense.
Il romanzo di Don DeLillo come romanzo non è granché riuscito. È scritto molto bene, scivola che è un piacere, ma non comunica nulla. È aria fritta. Aria fritta di pregevole fattura. Aria fritta gustosa. Eppure pur sempre aria fritta. Leggenda narra che David Cronenberg abbia scritto la sceneggiatura del film in appena 6 giorni e non si stenta a credergli. Il libro di DeLillo era bell’e che servito lì, appetitoso più per uno script cinematografico che non per una lettura a sé stante.

"Sicuri si tratti di una torta e non di un'altra sostanza?"
Il grande merito di David Cronenberg è stato quello di aver spremuto le (poche) idee presenti nel libricino, il cui pregio principale è quello di essere una lettura veloce, ottenendo un succo gustoso. Non un succo di quelli che non dimenticherai mai per il resto della tua vita, ammesso che esistano succhi di questo tipo. Però un succo gustoso. Di quelli magari non ricchissimi di vitamine, ma se non altro dissetanti.
Cosmopolis è un succo che disseta chi ha voglia di cinema. A livello visivo ha una splendida fotografia e una notevole cura formale. A livello di tematiche, nell’assurdità delle parole e dei numerosi dialoghi del protagonista Robert Pattinson con una serie di svariati personaggi, Cronenberg ci sguazza alla grande e realizza il suo film più cronenberghiano dai tempi di eXistenZ. Nonsense puro che vuole trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l'ha. E non è nemmeno una canzone di Vasco.
Cronenberg è riuscito infatti a dare una forma compiuta e a fornire una dimensione quasi logica, per quanto sempre molto enigmatica, alla materia prima che aveva a disposizione. Ovvero al confuso romanzo di Don Camillo DeLillo. Il regista canadese è rimasto del tutto fedele al libro, eppure è riuscito a dare una lettura sua, una lettura maggiormente politica e in linea con i tempi di crisi economica che viviamo. Ha messo a frutto gli spunti suggeriti qua e là dal DeLillo, vedendo levitare i guadagni come si fa quando si gioca in Borsa e si è fortunati. Ha acquistato dei titoli a rischio e ha visto raddoppiare il loro valore.
Come ha fatto?

"Visto che roba, David? In confronto a Keira sembro uno da Oscar!"
Magia. Una di quelle magie che i grandi registi sanno fare. Ha preso dei dialoghi che su carta apparivano per lo più astrusi ed è riuscito a farne uscire qualcosa non dico di sensato al 100%, eppure in grado di rendere in maniera parecchio azzeccata la confusione del mondo in cui viviamo. Quello all’infuori della insonorizzata e anestetizzata limousine sensoriale del protagonista. Dopo quell’autentica tragedia che si era rivelato A Dangerous Method non era così scontato ci riuscisse. Invece David Cronenberg, nonostante qui voli al di sotto dei vertici dei suoi film migliori, ha realizzato un’opera viva e intrigante.
Non tutto funziona alla perfezione, alcuni personaggi e alcune scene lasciano il tempo che trovano, la verbosità del romanzo è stata mantenuta in maniera eccessiva pure nella pellicola e per la conclusione Cronenberg si sarebbe anche potuto sbattere a inventare qualcosa di maggiore impatto, un crescendo finale più avvincente, anziché mantenersi troppo fedele alle parole del DeLillo. Eppure c’è del cinema, dentro questa limo.
Se questo film ha un difetto, è allora quello di essere rimasto troppo ancorato al romanzo. Laddove quello risultava una bella confezione con dentro poco o niente, la visione di Cronenberg riesce ad essere una splendida confezione con dentro tutto il contenuto del libro condensato e arricchito.

E Robert Pattinson? Come se la cava, l’incognita Robert Pattinson?
Sono tutti bravi, a sbeffeggiarlo. Me compreso, lo ammetto. D’altra parte la sua performance nella parte del vampiro teen idol Edward Cullen è qualcosa di indifendibile. Diretto però da un autore, un grande Autore, Pattinson ha tirato fuori le palle e pure un’interpretazione di buon livello. L’inespressività sfoggiata in molte delle sue pellicole precedenti qui si rivela un’arma in suo favore. Perché è il personaggio del miliardario Eric Packer da lui intepretato a richiederlo. Un giovane bello e ricco da far schifo impassibile a tutto, quasi fosse uscito da un romanzo di Bret Easton Ellis ancor più che da uno di Don DeLillo. Un giovane uomo, un non-giovane vecchio dentro, un vampiro più vampiresco dell'inverosimile Cullen in cerca di emozioni forti. Una disperata ricerca di un qualcosa che nemmeno il (continuo) sesso riesce a placare, come capita pure ai protagonisti di Crash, pellicola cronenberghiana nient’affatto distante da questa. O come capita al Michael Fassbender di Shame.

"Aaah, questa recensione m'ha fatto godere più di un
succhia succhia che mai si consuma di Kristen Stewart."
Plauso quindi a Pattinson, non da Oscar però per la prima volta in grado di convincermi del tutto. Mentre il resto del prestigioso cast sfila non lasciando troppo il segno, con una serie di apparizioni troppo fugaci: Juliette Binoche, Paul Giamatti, Samantha Morton, Kevin Durand, Jay Baruchel, Mathieu Amalric… L’unica che si fa ricordare è la rivelazione Sarah Gadon, già intravista in A Dangerous Method e possibile nuova musa cronenberghiana.
Plauso al Pattinson, a sorpresa, plauso alla soundtrack messa in piedi dal buon Howard Shore insieme alla indie-band Metric (con l’apparizione del rapper K’naan in un brano), ma plauso soprattutto al Cronenberg. È lui che, guidando la limo bianca imbrattata, forse la vera protagonista della pellicola, torna sui sentieri più affascinanti del suo cinema e ci regala un nuovo intrigante viaggio. Un on the road molto sui generis. Un sogno dei suoi. O, per meglio dire, un incubo tra le vie della società e dell’economia odierna.
(voto cannibale al libro: 5,5/10
voto cannibale al film: 7+/10
voto del guest-giudice Fontecedro a film e libro: Cosmico!)


martedì 22 marzo 2011

L'apprendista barbone

Monica Bellucci recita con la parte più espressiva del suo corpo.
Gli occhi, naturalmente
L’apprendista stregone
(USA 2010)
Titolo originale: The Sorcerer’s Apprentice
Regia: Jon Turteltaub
Cast: Nicolas Cage, Jay Baruchel, Teresa Palmer, Alfred Molina, Monica Bellucci, Toby Kebbell, Omar Benson Miller
Genere: fantasy
Se ti piace guarda anche: Percy Jackson, Fantasia, Aiuto vampiro, Spider-Man, Streghe

Trama semiseria
Gli stregoni Balthazar e Maxim, un tempo amici e oggi rivali per amore, vanno a caccia dell’erede di Merlino, scoprendo che è uno studentello di fisica che ha dimenticato il fisico a casa. Non si sa bene per quale ragione, ma le sorti dell’intera umanità sono nelle mani di questo nerd. Evvai che questa volta il mondo finisce veramente.
Se la trama vi è sembrata troppo realistica, tenete presente che a un certo punto appare persino Monica Bellucci in versione stregonesca…

Nicolas Cage vestito da barbon... pardon, da stregone
Recensione cannibale
C’era una volta Fantasia interpretato da un Topolino all’epoca sulla cresta dell’onda. Era il 1940 e allora Mickey Mouse andava proprio forte, tirava un sacco di coca e si faceva una miriade di belle topoline. Poi sono venuti gli anni bui, l’overdose, il tentato suicidio, il possesso di armi da fuoco, le cause legali con le ex-mogli tope e anche la sua carriera è andata a farsi benedire.* Arriviamo così fino ai giorni nostri, con Mickey ormai sostituito negli ultimi anni nell'immaginario Disney persino dai vari High School Musical e Jonas Brothers.
E adesso hanno toccato persino la sua interpretazione più intensa, con questa sorta di rivisitazione di Fantasia molto ma mooolto libera. Diciamo che dell’originale rimane giusto la notissima scena della danza delle scope.

* Questa potrebbe non coincidere con la biografia ufficiale fornita dalla Disney


Se questi due devono salvare il mondo,
tanto vale consegnarci nella mani di Gheddafi e Berlusconi...
Peccato che in questa nuova versione la suddetta danza ne esca più che altro come una parodia, con Topolino che si rivolterà nella tomba (ma forse è ancora vivo…).
Piuttosto che dalla pellicola d’animazione, questo apprendista buffon… pardon apprendista stregone guarda ai film fantasy e di supereroi di oggi, con il classico nerd della situazione che si ritrova a sorpresa (ma ormai nemmeno troppo, visto che di film del genere ne escono ormai almeno 3 o 4 all’anno) con il destino del mondo tra le mani: è infatti lui, non si sa bene perché, l’erede unico di mago Merlino. A interpretare il Sommo Merliniano troviamo Jay Baruchel, uno che 10 anni fa aveva una piccola particina nel sommo capolavoro Le regole dell’attrazione e oggi, non si sa bene perché, si è trasformato in uno dei giovani attori più richiesti di Hollywood con titoli come Lei è troppo per me, Molto incinta e… basta, non è che sia poi così richiesto. A istruirlo ai suoi nuovi compiti da mago troviamo lo stregone Nicolas Cage, uno che non mi sta affatto antipatico ma non mi sta nemmeno così simpatico da poterlo considerare davvero un attore. Oggi si è ormai specializzato in cagate atroci, ma anche in passato quando ha girato ottimi film (Cuore selvaggio, Face/Off, Lord of War) la sensazione che ho avuto è quella che sarebbero stati ancora meglio se al suo posto ci fosse stato un attore decente. Tra le sue interpretazioni salvo allora The Family Man e Il ladro di orchidee, in cui il suo volto inespressivo si sposa alla perfezione con i personaggi. Ma comunque il suo status di superstar hollywoodiana, con tanto di Oscar vinto per Via da Las Vegas, rimane un mistero quasi quanto quello legato alla popolarità di Angelina Jolie.
Un po’ come anche lo status di superdiva raggiunto non si sa bene perché di Monica Bellucci, che qui ci regala una sua magica (è proprio il caso di dirlo) apparizione. Il film infatti faceva abbastanza schifo, ma non troppo, e così hanno deciso di tirarci dentro pure la nostra Monicona nazionale per abbassare ulteriormente il livello qualitativo.

Oh, ma allora un motivo per vedere questo filmetto c'è!
L'apprendista stregone è stato anche un bel flop dal punto di vista commerciale: costato 150 milioni di dollari, ne ha portati a casa in patria appena una 60ina, segno che ogni tanto il grande pubblico rinsavisce e non ci casca a tutte le trappole disneyane, soprattutto a quelle più modeste come in questo caso.
Tra le cose da segnalare in positivo di questo film piuttosto inutile c’è allora la protagonista femminile Teresa Palmer, una sorta di incorcio ben riuscito tra Heather Graham ed Heidi Montag di The Hills (quando ancora non si era rifatta completamente) che insomma non è niente male e poi si salva anche la riuscita colonna sonora pop, con l’affascinante atmosfera creata da “New Life” degli sconosciuti O+S e “Secrets” dei OneRepublic usata come tema ricorrente.
Se la parte magica è alquanto inverosimile e di scarso interesse, la parte maggiormente incentrata sul maldestro protagonista e i suoi tentativi di conquistare la bella di turno sono invece l'unica parte coinvolgente del film. Troppo poco comunque per consigliarlo, se non a chi rimpiange la serie tv Streghe e gli appassionati estremi di stregonerie varie in generale. Tutti gli altri possono invece compiere il numero di magia di maggiore effetto: sparire.
(voto 4/5)

Canzone cult: OneRepublic “Secrets”

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