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lunedì 12 dicembre 2016

La miao vita da gatto





Una vita da gatto
(Francia, Cina 2016)
Titolo originale: Nine Lives
Regia: Barry Sonnenfeld
Sceneggiatura: Gwyn Lurie, Matt Allen, Caleb Wilson, Dan Antoniazzi, Ben Shiffrin
Cast: Kevin Spacey, Jennifer Garner, Malina Weissman, Christopher Walken, Robbie Amell, Mark Consuelos, Cheryl Hines
Genere: felino
Se ti piace guarda anche: Senti chi parla, Beethoven

Miao, mi state leggendo?
Sul serio ci riuscite?
Questa sì che è una gattata pazzesca! Sono anni che provo a prendere il possesso del blog del miao padrone, ma finora non ero mai riuscita a farmi capire. Io scrivevo in italiano, ma tutto quello che usciva per voi stupidi umani erano solo dei “Miao, miaoooo, miaoooooooo”.
Adesso finalmente riesco a scrivere in un italiano comprensibile come il mio padrone, anzi molto meglio del mio padrone, sarà per via di qualche specie di incantesimo scattato alla visione di Una vita da gatto, in originale intitolato in maniera ben più azzeccata Nine Lives, il film in cui Kevin Spacey in seguito a un incidente finisce dentro il corpo di un gatto.

domenica 19 luglio 2015

Arturo, la variante commerciale del Greta Gerwig movie





Arturo
(USA 2011)
Titolo originale: Arthur
Regia: Jason Winer
Sceneggiatura: Peter Baynham
Cast: Russell Brand, Greta Gerwig, Jennifer Garner, Helen Mirren, Nick Nolte, Luis Guzmán
Genere: englishman in New York
Se ti piace guarda anche: Non mi scaricare, In viaggio con una rock star, Il primo dei bugiardi

Questo è un post per soli stomaci forti. Se siete troppo sensibili, vi consiglio di non proseguire oltre nella lettura. Oggi vi racconterò infatti una storia tristissima, quella del povero sventurato protagonista del film Arturo. Preparate i fazzoletti.

lunedì 3 febbraio 2014

DALLAS BUYERS CLUB, IL FILM DA VEDERE (PRIMA DI MORIRE)




Dallas Buyers Club
(USA 2013)
Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura: Craig Borten, Melisa Wallack
Cast: Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O’Hare, Kevin Rankin, Griffin Dunne, Steve Zahn, Dallas Roberts, Michael O’Neill, Ian Casselberry
Genere: (siero)positivo
Se ti piace guarda anche: Philadelphia, Brokeback Mountain, Larry Flynt – Oltre lo scandalo, Killer Joe

Cosa fareste se vi dicessero che avete contratto il virus dell’HIV e vi restano soltanto pochi giorni di vita? E cosa fareste se vi dicessero inoltre che Dallas Buyers Club sarà l’ultimo film che mai vedrete, visto che nell’ospedale in cui siete ricoverati hanno una copia solo di quello e del nuovo di Pieraccioni?
Ecco come reagirei io, attraverso le 5 classiche fasi di elaborazione del lutto.

1) Negazione
No!
Io non morirò.
Io non morirò mai.
E, se anche morirò, il mio blog Pensieri Cannibali sopravvivrà per sempre. Tutto ciò che facciamo in rete rimane. Sì, anche voi che adesso vi state guardando un pornazzo, credete che nessuno lo sappia? E invece ogni cosa che facciamo su Internet resta forever, bitches. Tutto lascia una traccia, il sesso soprattutto. Quello non protetto ancor di più.
Io comunque non sto morendo. Chi muore più di AIDS nel 2014? Stiamo scherzando?
Dai, oggi c’è un cocktail di medicinali a disposizione. Se hai i soldi è più facile che curare un raffreddore.
Il problema è che io non ho soldi…

2) Rabbia
Dannazione. Senza soldi sono spacciato. Maledetto sistema capitalista che non premia il merito!
Certo che anche io sono proprio un idiota. Come ho potuto pensare di mantenermi da vivere scrivendo? Avrei dovuto fare altro. Avrei dovuto fare il muratore o l’idraulico. Una di quelle professioni utili per la società. Scrivere a che serve? Scrivere di cinema, poi, a chi serve?
Sono stato proprio uno stupido. Ho sbagliato tutto nella mia vita ed è colpa mia, solo colpa mia. Sono un deficiente, una merda, un fallito. Vaffanculo a me stesso!

3) Patteggiamento
Però dai, sono sicuro ci sia ancora qualcosa che posso fare. Non è mai troppo tardi. Non è cosi che dicono le persone positive? Ora che sono sieropositivo, mi sento più positivo. Voglio crederci. Voglio sperare di poter guarire. Ora vado dal mio medico e gli propongo uno scambio. Se non posso offrirgli soldi, ci possiamo venire incontro in qualche altro modo. Posso pagare in natura. Se non gli piacciono gli uomini, posso travestirmi da donna come Jared Leto. Non sarò affascinante quanto lui, non sarò un trans convincente quanto lui, ma ci posso provare. Mi posso esercitare. Anche se non posso raggiungere i suoi livelli. Nessuno può.
In Dallas Buyers Club Jared Leto propone una delle performance recitative più pazzesche di sempre. Riesce a essere incredibilmente naturale, evitando tutte le trappole che un ruolo rischioso come questo poteva comportare. Nella parte di un trans malato di AIDS poteva scadere con facilità sia nella ridicola macchietta che nel patetico, nel caso umano pronto a far scatenare chi ha la lacrima facile, invece evita alla grande entrambi i rischi. Jared Leto è un tutt’uno con il suo personaggio. Non è una parodia di un trans, come sarebbe potuto risultare quasi ogni altro attore al mondo. Jared Leto è Rayon e Rayon è uno dei personaggi più incredibili visti di recente al cinema. Meritatissimo il suo Golden Globe. Peccato non abbia un ruolo maggiore e questo è un difettuccio della pellicola, giustamente incentrata sul protagonista Ron Woodroof, dopo tutto è lui il protagonista assoluto, però uno spazio più approfondito anche agli altri personaggi non avrebbe nociuto del tutto al prodotto finale.

"Christian Bale, fai di meglio, se sei capace!"

In ogni caso non c’è da lamentarsi troppo, perché il protagonista Ron è un idolo, una figura davvero sfaccettata che passa dal suo esasperato machismo e dalla sua omofobia iniziale ad aprirsi maggiormente agli altri, al “diverso”. Pur rimanendo sempre se stesso, un cowboy vecchio stile che “preferisco morire con i suoi stivali addosso.”
Nella parte di Ron, Matthew McConaughey offre un’altra interpretazione meravigliosa.
Ma voi guardando film come Come farsi lasciare in 10 giorni o l’orrido Prima o poi mi sposo – The Wedding Planner con Jennifer Lopez, avreste mai detto che McConaughey sarebbe diventato uno degli attori migliori in circolazione?
Oggi è così. C’è poco da fare. Accendi la tv (si fa per dire) e te lo becchi in True Detective, la nuova notevolissima serie dell’HBO. Lì McConaughey è davvero fenomenale. E nel nuovo film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, oltre a DiCaprio c’è pure McConaughey, memorabile pure in un ruolo di appena pochi minuti. Se pensavate insomma che negli ultimi tempi avesse avuto la classica botta di culo, con le sue sorprendenti interpretazioni in Killer Joe, Magic Mike e Mud, adesso ci sta dicendo che no, la fortuna non c’entra niente. Lui è dannatamente bravo e quest’anno ce lo sta mostrando e ce lo mostrerà ancora. Nell’atteso nuovo blockbuster fantascientifico di Christopher Nolan, Interstellar. E naturalmente qui in Dallas Buyers Club, dove è stellare e per la sua parte s’è già portato a casa un Golden Globe, in attesa di competere anche per l’Oscar. Sebbene lì io farò il tifo solo per Leonardo DiCaprio.

4) Depressione
Sarebbe davvero deprimente se, ancora una volta, DiCaprio non si beccasse l’Oscar. E sarebbe davvero un peccato anche se questo fosse l’ultimo film che vedo. Perché è un bellissimo film, Dallas Buyers Club, ma non è perfetto. Come detto, il protagonista ruba persino troppo spazio agli ottimi comprimari. Oltre al personaggio di Jared Leto, che meriterebbe una pellicola a lui/lei tutta dedicata, l’interesse sentimentale rappresentato dall’infermiera Jennifer Garner è troppo abbozzato, sebbene non sia così un male visto che altrimenti la pellicola avrebbe potuto sbandare in territori inappropriati da romcom, così come il dottore “cattivone” Denis O’Hare (quello di True Blood e American Horror Story) non si capisce se sia un cattivone per davvero o voglia solo fare del bene, a suo modo.
A livello registico Jean-Marc Vallée (C.R.A.Z.Y. e The Young Victoria) se la cava bene, giocando con atmosfere che mischiano il biopic movie alla Larry Flynt con un gusto da indie-movie contemporaneo e ambientazioni da periferia americana tra Killer Joe e Mud, pellicole non a caso interpretate dall’ottimo McCoso. Eppure non griderei al miracolo cinematografico assoluto.
Qualcosina in più si poteva pretendere inoltre dalla colonna sonora. Che Dallas Buyers Club ha una colonna sonora ottima con dentro alcune delle migliori indie-band di oggi come Tegan and Sara, Portugal. The Man, The Naked and Famous, più i 30 Seconds to Mars, il gruppo di Jared Leto che non poteva proprio mancare. Questi gruppi odierni non sono però presenti nel film, e ci può stare considerando come sia ambientato negli 80s, solo che da un film ambientato negli 80s era lecito aspettarsi un maggiore uso delle canzoni dell’epoca, mentre si limita a qualche momento glam-rock con i T. Rex, che peraltro fanno più anni Settanta che Ottanta.

5) Accettazione
Qualche pecca c’è, eppure Dallas Buyers è un gran bel film. Una splendida storia su un personaggio, facciamo due personaggi, considerato anche quello di Jared Leto, splendidi. E allora penso che se questa fosse l’ultima pellicola che vedrò nella mia vita, lo posso accettare. Quindi sì dai, sono pronto. Sono pronto a morire…

Dottore, come?
Vi siete sbagliati???
Non ho il virus HIV e, se anche ce l’avessi, oggi come oggi non è che si muoia subito dopo averlo contratto, per merito anche di uno come Ron Woodroof? Persino se non sono ricco da far schifo?
E va beh, ma allora ditelo subito, che così posso morire un’altra volta.
(voto 7,5/10)

lunedì 23 settembre 2013

LE PIU’ FIGHE DELLE SERIE TV




Per celebrare gli Emmy Awards 2013, gli Oscar della televisione americana che si sono tenuti questa notte, oggi è tempo di top 10 dedicata alle serie tv. Anzi, è tempo di topa 10, con le 10 donne più gnocche nella storia dei telefilm di tutti i tempi. A insindacabile giudizio di Pensieri Cannibali, almeno.
Per par condicio e per far contenti tutti e tutte, domani ci sarà anche la top 10 dei tizi più fighi delle serie tv di sempre. Insomma, oggi ne vedremo delle belle, domani ne vedremo dei belli.
Ma ora bando alle ciance e via alla topa 10.

10. Sydney Bristow – Jennifer Garner (Alias)
Una donna per tutte le stagioni e per tutte le occasioni. Che apparisse mora, bionda, con i capelli lunghi, corti, raccolti o ancora con l’irresistibile parrucca rossa, Jennifer Garner ney panny dy Sydney Bristow, la spia al servizio della CIA e dell’SD-6 nella serie Alias, ha dato davvero il meglio di se stessa. A livello recitativo e ancor di più a livello fisico. Ora sta con il bisteccone da Oscar Ben Affleck ed è dai tempi di Juno che non la vediamo più in qualcosa di decente. Ma visto che suo marito è a sorpresa diventato uno dei registi più importanti di Hollywood, non potrebbe chiedere a lui una parte?
Spiami pure


9. Tutte (Pretty Little Liars)
Potrei scegliere una delle Pretty Little Liars. Potrei prendere un po’ di Aria (Lucy Hale), quella con un gusto discutibilissimo nel vestire e a cui piacciono gli uomini più grandi di lei. Potrei preferire Hanna (la spring breaker Ashley Benson), tanto superficiale quanto stordita quanto divertente, volontariamente o più spesso involontariamente. Potrei andare di Spencer (Troian Bellisario, un nome un programma), che c’ha quel non so che da segretaria sexy o da secchiona di buona famiglia segretamente ma non troppo segretamente zoccola inside. O potrei selezionare l’atletica e slanciata Emily (Shay Mitchell) e il fatto che sia lesbica o forse bisex è solo un punto a suo favore. O ancora c’è la quinta liar aggiunta, la pazza psicopatica Mona (Janel Parrish), che non ha nulla da invidiare alle altre 4.
Potrei sceglierne una. Preferisco sceglierle tutte.
Pretty Little Orgy


8. Rachel Green – Jennifer Aniston (Friends)
Friends è una di quelle rare sitcom in cui ogni elemento funzionava alla perfezione. Era la serie giusta al momento giusto con il cast giusto e i personaggi giusti. Tra la simpatia incontenibile di Chandler, la geniale idiozia di Joey, la stralunata stralunatezza di Phoebe, l’impacciataggine di Ross e le manie di Monica, anche l’occhio voleva la sua parte e a pensarci c’era Rachel, ovvero Jennifer Aniston. Ancora oggi bellissima, l’ex signora Pitt, oltre a dare 10.000 piste alla zombie Angelina Jolie, è la friend che tutti vorremmo avere. Meglio se non solo come amica.
Friend with benefits

"Oh, ma insomma Cannibal, tra tutte le mie foto proprio una in cui mi si intravedono i capezzoli?"

7. Jennifer Love Hewitt in qualunque ruolo (Party of Five – Cinque in famiglia, Cenerentola a New York, Ghost Whisperer, The Client List)
C’era una volta una serie drama che si chiamava Party of Five. In Italia è arrivata con il banale titolo di Cinque in famiglia e non se l’è filata nessuno, ma negli USA è stata un grande successo, ha ottenuto lodi sperticate (si dice lodi sperticate? e, se sì, perché?) dalla critica e ha lanciato un gruppetto di giovani attori di talento come Matthew Fox, Neve Campbell, Lacey Chabert, Scott Wolf. E poi c’era anche quella sventolona di Jennifer Love Hewitt, talmente meritevole di attenzione da guadagnarsi una serie spinoff tutta incentrata sul suo personaggio, Cenerentola a New York (aridaje: titolo originale Time of Your Life), che nonostante ci fossero lei + Jennifer Garner è durata appena una stagione. Significava che era proprio una schifezza di serie. Il potere della Jennifer Love comunque è talmente forte che poi è riuscita persino a far parlare i morti in Ghost Whisperer, come e meglio del bambinetto de Il sesto sento, fino ad arrivare a fare finalmente la sua professione ideale: la porno massaggiatrice in The Client List.
All you need is (Jennifer) Love

"La lingua non l'ha mica inventata Miley Cyrus..."

6. Summer Roberts – Rachel Bilson (The O.C.)
We've been on the run
driving in the sun
looking out for number one
California here we come
California here I come, anche solo per Summer Roberts. Ancor più dell’anoressica-chic Mischa Barton, della sventolona lesbo Olivia Wilde o della MILF suprema Melinda Clarke o della hipster Samaire Armstrong o della rossa Shannon Lucio o ancora della stramba ma sexy Autumn Reeser, a svettare in uno dei cast più pieni di gnugne nella storia del piccolo schermo era lei, la minuta Rachel Bilson. Partita come semplice guest-star, con la sua ironia e il suo fascino poco appariscente ma devastante ha conquistato prima Seth Cohen (Adam Brody), probabilmente il primo personaggio indie della tv, e poi anche noi spettatori.
Indie girl


5. Kim Bauer – Elisha Cuthbert (24)
Kim Bauer, interpretata dalla splendida Elisha Cuthbert, sarebbe la donna ideale con cui passare il resto della propria vita. Non fosse per un piccolissimo dettaglio: suo padre è Jack Bauer, uno degli uomini più letali del mondo. Lo vedi e non è che ti metta tutta questa paura, non è un energumeno come The Rock, tanto per dire. Eppure ha salvato più volte il mondo, o almeno gli Stati Uniti d’America, praticamente da solo e, appena lo vedi in azione, cominci a fartela sotto. Kim Bauer è la donna ideale. Peccato che Jack Bauer sia il suocero meno ideale del mondo.
Figlia di

"Cannibal, ma allora sei proprio fissato con i capezzoli..."

4. Kelly Kapowski – Tiffani Amber Thiessen (Bayside School)
Il sesso fatto donna. Sexy più che bella, Tiffani Amber Maiala Thiessen è stata la reginetta delle serie teen degli anni ’90. All’inizio nei panni della popular girl Kelly Kapowski nella divertente Bayside School, quindi nei succinti abiti di una delle prime vere bitches del piccolo schermo, ovvero Valerie Malone in Beverly Hills, 90210. In entrambi i casi, decisamente irresistibile.
Colazione con Tiffani

"Nei '90 portavamo davvero i jeans a vita così alta?"

3. Kelly Taylor – Jennie Garth (Beverly Hills, 90210)
Ai tempi delle scuole medie appiccicavo le foto di Jennie Garth sulla Smemo, ebbene sì. Credo sia stata la mia prima fantasia erotica quando manco ancora sapevo cosa fossero le fantasie erotiche. Poi arrivò Baywatch e nulla fu più lo stesso.
Grazie Kelly Taylor. Grazie Jennie Garth. E già che ci siamo grazie pure Baywatch.
Blonde power


2. Buffy Summers – Sarah Michelle Gellar (Buffy, l’ammazzavampiri)
A cavallo tra gli anni ’90 e i 2000, Sarah Michelle Gellar impalava il cuore non solo dei vampiri ma anche degli spettatori, con una delle serie più rivoluzionarie del piccolo schermo. La creatura di Joss Whedon ha cambiato il mondo seriale con il suo mix di fantasy, horror, dosi massicce di ironia, stravolgendo le regole non solo del genere teen, ma del mondo telefilmico in generale, riuscendo persino nell’impresa di far diventare cool i loser. Buffy ha un corpo da cheerleader però la sua particolare “professione” come ammazzavampiri la fa stare dalla parte dei perdenti, insieme allo sfigato Xander, alla strega nerd bisex Willow e al noioso bibliotecario inglese Giles. E da allora, insieme a lei, gli sfigati non sono mai sembrati tanto fighi.
Ammazza, l’ammazzavampiri!

Sarah Michelle Gellar ha preso bene il secondo posto in classifica.

1. Max Guevara – Jessica Alba (Dark Angel)
Jessica Alba si era inizialmente fatta notare in Le nuove avventure di Flipper, la serie che da ragazzini guardavamo tutti solo per lei, mica per quel cacchio di delfino super intelligente che salvava più persone ed era più insopportabile persino di Superman. L’Alba è però sorta veramente qualche anno più tardi, con quella figatonza di serie che era Dark Angel. Un telefilm tramesso ad canis cazzum da Italia 1, in un’epoca in cui le serie le si doveva ancora seguire secondo i voleri delle reti televisive e non su PC, ma che era molto intrigante, grazie alle sue atmosfere post-apocalittiche cyperpunk e grazie soprattutto alla Alba non Parietti nella parte di Max Guevara, una tipa come gli X-Men geneticamente potenziata. E si vedeva che era mooolto potenziata.
XXX-Woman


Bonus Faiga
In chiusura, per gli amanti del revival e del vintage – per i vecchi, in parole povere – tre donne telefilmiche che, per ragioni anagrafiche, non ho mai considerato sex-symbol personali ma che possedevano un indubbio fascino: Farrah Fawcett delle Charlie’s Angels, Catherine Bach, la Daisy Duke di Hazzard, e infine Lynda Carter, ovvero Wonder Woman in persona.


"Ma perché pensano tutti che sia la mamma di Katy Perry?"

A domani, con i più fighi delle serie tv

lunedì 13 settembre 2010

Dimmi la verità

The Invention of lying
(USA, 2009)
Regia: Ricky Gervais, Matthew Robinson
Cast: Ricky Gervais, Jennifer Garner, Rob Lowe, Tina Fey, Jonah Hill, Jason Bateman, Jeffrey Tambor, Edward Norton
Links: imdb, mymovies

Riuscite a immaginare un mondo senza bugie, in cui tutti dicono esattamente ciò che gli passa per la testa? Davvero difficile, eh? Al posto vostro c’ha però pensato Ricky Gervais, già autore della illuminante serie UK The Office (poi remakerata negli USA con Steve Carell protagonista), con questa commedia dallo spunto quasi fantascientifico. La maggior parte delle gag comiche è giocata quindi sull’assurdità di un mondo in cui le persone dicono la loro senza preoccuparsi del bon-ton o del politically correct. Per fortuna però si va oltre le solite scontatezze alla Bugiardo bugiardo (sì, quel filmetto insulso che ogni 3x2 passano su Italia 1 e che nemmeno Jim Carrey con le sue facce riesce a salvare).

Senza bugie, alcune cose nel mondo sarebbero davvero MOLTO diverse: gli appuntamenti sentimentali, ad esempio, i rapporti con i colleghi di lavoro, la religione oppure le pubblicità: strepitosa quella della Coca-Cola qui proposta e ancor di più (per par condicio) quella della Pepsi presente su un autobus. E senza fiction e invenzioni, che cosa sarebbero i film? Una palla totale!
Il protagonista (lo stesso Ricky Gervais) è un tipo grassottello, appena licenziato dal suo lavoro di sceneggiatore proprio nel mondo cinematografico. Ma un giorno, per puro caso, riesce a dire una bugia e da allora la sua vita cambierà radicalmente, visto che è l’unico in tutto il globo a saper mentire…

Nel cast, oltre al simpatico Gervais-faccia da gatto, spicca Jennifer Garner: è vero io la adoro, quindi può sembrare che sia di parte e probabilmente lo sono, però qui è davvero FUNtastica. Ottimo poi il reduce dagli anni ’80 Rob Lowe, strepitoso in versione perfido e antipatico superficialone.

Un mondo senza bugie? Sulla carta sarebbe anche una bella utopia, ma dopo aver visto questo film penso che sarebbe davvero un mondo di merda!
Comunque, volete la verità? The invention of lying è una delle migliori (e più intelligenti) commedie americane degli ultimi tempi e non è certo un caso che dietro vi sia il magic touch di un englishman in New York. Che gli yankee abbiano finito le idee e si debbano ormai rivolgere sempre più spesso all’estero? Questa sì che è una dannata verità.
(voto 7)

Questo è un film sponsored by Queen B. Naturalmente in Italia è uscito direttamente in DVD (ma è già tanto sia uscito!)

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