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lunedì 16 ottobre 2017

Wind River, il film che metterebbe i brividi pure a Elsa di Frozen





Wind River
Regia: Taylor Sheridan
Cast: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille Chow, Gil Birmingham, Julia Jones, Eric Lange, Matthew Del Negro, James Jordan


Ci sono dei film che sono semplicemente belli. Wind River rientra nella categoria. Adesso non so spiegare bene il perché, o forse ci potrei provare. Potrei dire che racconta di un caso thriller molto appassionante, con un cacciatore che vive letteralmente in culo ai lupi e una giovane recluta dell'FBI che sembra appena uscita da una puntata di Quantico che si ritrovano a investigare sull'omicidio di una ragazza di origine indiana (nel senso di nativa americana), trovata morta in mezzo a chilometri e chilometri di niente, se non neve. Il mistero non è tanto chi l'ha uccisa, ma come cacchio ha fatto arrivare a piedi fino a lì, senza manco aver preso un Uber delle nevi.
Potrei dire questo, ma così sembrerebbe soltanto una versione invernale e ambientata in una riserva indiana di Twin Peaks, e sarebbe un'impressione sbagliata. In questo caso siamo più dalle parti di Un gelido inverno (Winter's Bone), uno dei primi film ad aver lanciato la carriera di Jennifer Lawrence e per questo, ma non solo per questo, sempre sia lodato. Proprio come quella pellicola, fa sentire lo stesso freddo che ti entra dentro e si infiltra nelle ossa.

lunedì 23 gennaio 2017

Arrival, un film (e una recensione) dell'altro mondo





Arrival
Regia: Denis Villeneuve
Cast: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Mark O'Brien, Tzi Ma


In esclusiva mondiale, anzi in esclusiva universale, vi propongo la recensione che gli alieni “eptapodi” hanno mandato a Pensieri Cannibali dopo aver visto il film Arrival di Denis Villeneuve. Eccola!

giovedì 15 ottobre 2015

Mission: Impossible - Rogue Nation Rogue Station





Mission: impossible del giorno: scrivere una recensione di Mission: Impossible - Rogue Nation in appena 3 minuti di tempo e senza prendere fiato.
Non vi sembra una mission: così impossible? Allora per aumentare il coefficiente di difficoltà la realizzerò in apnea sott'acqua. Esatto: questa sarà la prima recensione scritta sott'acqua della Storia. Per aiutarmi a compiere l'impresa, mi servirò di una speciale tastiera subacquea. Voi ovviamente non potete vedere mentre la scrivo, però fidatevi: la realizzerò per davvero da sott'acqua.

"Oh mio Dio! Neanch'io mi cimenterei in una mission del genere."

lunedì 22 giugno 2015

La regola del gioco non vale la candela





Il governo degli Stati Uniti nel corso degli ultimi decenni ha fondamentalmente combattuto due guerre: una contro il comunismo e l'altra contro la droga. Ne esiste però anche una terza, più nascosta e segreta, di cui quasi nessuno al mondo conosce l'esistenza, forse soltanto la CIA. Quella contro il mondo dei blog cinematografici. In particolare contro uno: Pensieri Cannibali. Il motivo?
Ufficialmente, è considerato la causa principale del degrado culturale che sta vivendo l'Italia negli ultimi anni. Su questo è difficile dare torto agli americani. Alcune teorie cospirazioniste suggeriscono però un'altra ipotesi: Pensieri Cannibali è tanto odiato dal governo degli Usa perché spesso e volentieri critica il cinema a stelle e strisce. Non tanto quello più indie e fighetto, che anzi volentieri celebra in maniera persino esagerata, quanto i grandi blockbusteroni commerciali. E così le grandi compagnie di Hollywood hanno deciso, in comune accordo con il governo, di far chiudere i battenti al sito.
Nonostante il boicottaggio, è “leakkata” nelle ultime ore in rete una nuova scottante recensione di Pensieri Cannibali che sta già facendo tremare uno dei nuovi divi di Hollywood, Jeremy Renner. Andiamo a leggerla insieme.

La regola del gioco
(USA 2014)
Titolo originale: Kill the Messenger
Regia: Michael Cuesta
Sceneggiatura: Peter Landesman
Ispirato: all'articolo Dark Alliance di Gary Webb e al libro Kill the Messenger di Nick Schou
Cast: Jeremy Renner, Mary Elizabeth Winstead, Rosemarie DeWitt, Paz Vega, Robert Patrick, Lucas Hedges, Barry Pepper, Michael Kenneth Williams, Tim Blake Nelson, Oliver Platt, Andy Garcia, Michael Sheen, Gil Bellows, Dan Futterman, Ray Liotta
Genere: giornalistico
Se ti piace guarda anche: State of Play, Erin Brockovich, Leoni per agnelli, Quinto potere

sabato 29 novembre 2014

C'ERA UNA VOLTA UNA POLACCA A NEW YORK: CHE LAVORO LE FECERO FARE?





C'era una volta a New York
(USA 2013)
Titolo originale: The Immigrant
Regia: James Gray
Sceneggiatura: James Gray, Ric Menello
Cast: Marion Cotillard, Joaquin Phoenix, Jeremy Renner, Angela Sarafyan, Jicky Schnee, Dagmara Dominczyk, Maja Wampuszyc
Genere: clandestino
Se ti piace guarda anche: Boardwalk Empire, C'era una volta in America, Two Lovers, Blood Ties

C'era una volta una giovane donna che viveva nella Terra di Polonia. La fanciulla aveva una grande fortuna e una grande sventura. La sua fortuna era quella di essere una gran sventolona. La sua sventura era che per quel motivo tutti se la volevano ciulare, con o senza il suo consenso. Nonostante fosse polacca, la fanciulla aveva lo splendido volto dell'attrice francese Marion Cotillard, d'altra parte per gli americani noi europei siamo sempre stati tutti uguali.
La ragazza polacca con il volto da francese se ne era scappata dalla sua terra natale dove tutti la volevano ciulare fino agli Stati Uniti in cerca di maggiore fortuna. Non è che ne avesse trovata molta già a partire dal viaggio in nave, dove è stata stuprata. Una volta arrivata a New York, le cose non è che siano andate per lei poi molto meglio. Anzi. I medici americani hanno scoperto che la sorella con cui è arrivata era malata e l'hanno messa in quarantena, manco avesse avuto l'ebola. Le cure cui doveva essere sottoposta erano molto costose e così, per permettersele, che lavoro volete si sia messa a fare la bella fanciulla polacca?

venerdì 10 gennaio 2014

AMERICAN HUSTLE – JENNIFER LAWRENCE NON INGANNA, FORSE




American Hustle - L'apparenza inganna
(USA 2013)
Titolo originale: American Hustle
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: Eric Singer, David O. Russell
Cast: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Jeremy Renner, Louis C.K., Jack Huston, Michael Peña, Shea Whigham, Alessandro Nivola, Elisabeth Röhm, Adrian Martinez, Robert De Niro
Genere: omni genere
Se ti piace guarda anche: Ocean's Eleven, Now You See Me - I maghi del crimine, Boogie Nights

Jennifer Lawrence, per fortuna di noi tutti, ha deciso di chiudere il duemilatredici ed aprire con la stessa prepotenza il duemilaquattordici, alla faccia di chi pensa ancora di poter non amare il Cinema e perfino di quel bollito del mio antagonista MrFord, capace di rinsavire alla vista delle tette, volevo dire delle qualità attoriali della Jennifer di noi tutti. Quando poi al suo fianco si schiera un altro attore cannibale di culto come Christian Bale, il successo è assicurato.
Ma sarà davvero così o l'apparenza di questo ingannevole nuovo film di David O. Russell rivelerà una sostanza non positiva come quella del suo più famoso lato, che lo scorso anno fu giustamente riconosciuto ai Globes e agli Oscar fino a venire inserito nella top ten cannibale di fine anno?
La parola ai fatti. Sempre che quelli che racconterò qui siano quelli realmente accaduti.

Jennifer Lawrence non è assolutamente una delle attrici più fighe dotate del panorama hollywoodiano.

"David O., mi hai ingannata: avevi detto che sarei stata la protagonista assoluta!"
Questa affermazione è chiaramente una truffa, di quelle così semplici da smascherare che perfino il vecchio Ford con i suoi neuroni ormai distrutti da anni di action movies riuscirebbe facilmente a smontare.
Ma esistono inganni ben più complessi ed articolati di questo, che si annidano ben bene in ogni sfumatura di American Hustle: il primo è quello che riguarda i distributori, che da bravi furbetti hanno confezionato un trailer pronto a far credere che la nostra Jennifer Lawrence, così come era stato per lo strepitoso Il lato positivo, sarebbe stata la protagonista indiscussa del nuovo lavoro di David O. Russell. E invece ci si siede comodi comodi in sala e si scopre che, per quanto straordinariamente figa dotata, la Lawrence finisce per essere un personaggio tutto sommato marginale, per quanto decisivo per la risoluzione della trama e lo scioglimento della tensione della pellicola, quando con marginale intendo troppo poco presente on screen.

Un altro inganno potrebbe essere quello del seno di Amy Adams, furbamente messo in evidenza dall'abbigliamento generosamente scollato che la pur brava interprete di The Master e The Fighter non può considerare, come non facciamo noi dall'occhio lungo del resto, al pari di quello della sempre presente, almeno in questo post, Jennifer Lawrence, che probabilmente abbigliata allo stesso modo avrebbe provocato un'impennata d'incassi alla pellicola. E non solo agli incassi.

Sfida tra scollature: chi ha la meglio?

Un altro dubbio ancora è senza dubbio quello protagonista della sequenza prenotata fin da ora come la più agghiacciante del 2014, che vede il parrucchino con riporto di Christian Bale, una cosa in grado di far impallidire perfino quello di Nicolas Cage, perfetta nel mostrare l'aspetto decisamente non gradevole del protagonista Irving Rosenfeld, esperto, ovviamente, di truffe di ogni genere.
E lo stesso antieroe interpretato come sempre alla grande dall'idolo cannibalesco Bale rappresenta a suo modo un altro inganno, considerata la sua natura ambigua che nella prima parte lo mostra come fosse la vera anima nera della pellicola per poi cedere il passo rispetto al cosiddetto buono, il Richie Di Maso di Bradley Cooper, che con il passare dei minuti tanto buono non pare più, se non fosse per quel finale che rimescola una volta ancora le carte.
Del resto, con le truffe va così, non siete d'accordo?

Sfida tra acconciature: chi ha la peggio?

"Visto che per questo film devo girare pochissime scene,
per ammazzare un po' il tempo vado a battere in strada..."
Ed è d'accordo anche David O. Russell, che confeziona un prodotto talmente ben fatto, recitato, fotografato, colonnasonorato da finire per risultare posticcio almeno quanto il parruccone di Irving/Bale, uno di quei film che non si arriva mai davvero bene a comprendere se si tratti di un fuoco di paglia o di una vera chicca. O almeno questo è quello che credo, ma ammetto che potrei essermi fatto troppo sconvolgere da una mancanza di Jennifer Lawrence troppo pronunciata, e dunque non aver colto la profondità del messaggio e del sibillino finale quasi scorsesiano.
Ma le truffe sono come la pesca sul ghiaccio, altra attività all'aria fin troppo aperta che andrebbe bene giusto per qualche aspirante Rambo fordiano ma certo non per il sottoscritto, e basta voltare le spalle un momento per finire a mollo a fare compagnia alla fauna ittica di un lago nordamericano, cosa che, date le temperature di questo periodo, potrebbe essere piuttosto nociva per la salute. Dunque questo American Hustle potrebbe rivelarsi una bella confezione vuota oppure una discreta visione, per quanto sia presente più una Amy Adams che non una Jennifer Lawrence.

Come in ogni truffa che si rispetti, dunque, starà allo spettatore decidere se farsi infinocchiare per benino, rimanere deluso o godersi una visione non memorabile ma comunque piacevole, un po' come rispetto a questo post.
Perchè, cari i miei cannibalini tutti, anche questo post è una truffa.
Potrei averlo scritto io, il mitico Cannibal Kid, oppure no.
Potrebbe averlo scritto Jennifer Lawrence.
O David O. Russell.
O purtroppo per noi tutti, potrebbe perfino averlo scritto Ford.
E in questo caso il ghiaccio comincerebbe a scricchiolare.
Cannibal Kid MrFord
(Voto 6,5/10)

"Vi abbiamo fregati, haha!"

martedì 14 maggio 2013

HANSEL E GRETEL: CACCIATE I CACCIATORI DI STREGHE


Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe
(Germania, USA 2013)
Titolo originale: Hansel & Gretel: Witch Hunters
Regia: Tommy Virkola
Sceneggiatura: Tommy Wirkola
Cast: Jeremy Renner, Gemma Arterton, Famke Janssen, Peter Stormare, Thomas Mann, Pihla Viitala, Zoe Bell
Genere: non ci sono più le fiabe di una volta
Se ti piace guarda anche: Biancaneve e il cacciatore, Shrek, Once Upon a Time

Vi siete mai immaginati come sarebbe continuata la vita dei personaggi delle fiabe, dopo la fatidica scritta The End?
Saranno vissuti davvero tutti quanti per sempre felici e contenti?
Non credo. Io ad esempio mi immagino Cenerentola diventare una desperate housewife depressa, che affoga nell’alcool un matrimonio infelice con il suo bel principe, ormai diventato vecchio, grasso e pelato e che regala scarpe soltanto a quelle zoccole delle sue amanti.
Oppure Cappuccetto rosso me la vedo bene come escort tossica, mentre quella cagaminkia di sua nonna cerca di rimetterla sulla buona strada. In bocca al lupo, vecchina.
O ancora Pinocchio. Pinocchio è cresciuto e ha sfruttato quel naso allungabile che si ritrova per diventare un pornodivo con una perversa linea di video tutta sua.

Famke Janssen
Tra Shrek e la serie Once Upon a Time, i recenti Cappuccetto rosso sangue, Biancaneve, Biancaneve e il cacciatore, Biancaneve sotto i nani, Bianca come la neve cappuccetto rosso come il sangue,  etc., sono ormai innumerevoli i tentativi di riscrivere le favole e i personaggi più celebri cui assistiamo ormai quotidianamente in tv e al cinema. Quando ho sentito parlare dei bambinetti Hansel & Gretel ormai cresciuti diventare cacciatori di streghe, ho però pensato che tra tutte le riscritture, questa sarebbe potuta essere la più assurda e trash.
Non mi sbagliavo mica.

Famke Janssen la mattina appena sveglia
Questi nuovi Hansel & Gretel vanno presi dunque così. Non sul serio, ma come puro intrattenimento leggero e disimpegnato, disimpegnatissimo. In tal senso, il film scorre via veloce, grazie a una durata effettiva che si aggira sui 75 minuti. Sì, si sono proprio sprecati. I problemini arrivano considerando come metà circa della breve durata sia composta da combattimenti ridicoli, quando va bene, noiosi, quando va male. Per il resto, è davvero difficile prendere il film sul serio anche volendo sforzarsi proprio tanto. La sceneggiatura è qualcosa che sarà stata buttata giù in 5 minuti, massimo.
Volete sapere la storia?

Un gruppo di bambini è stato rapito da delle streghe cattive cattive, capitanate da quella cattiva cattiva sexy sexy Famke Janssen (di recente anche nella serie tv da non perdere Hemlock Grove). Il motivo? Devono realizzare il solito sacrificio umano per realizzare i loro soliti diabolici intenti. A chiamare a risolvere la situazione vengono chiamati Hansel & Gretel, che da bimbiminkia mangiadolci quali erano, si sono trasformati in cacciatori di streghe. Non semplici cacciatori di streghe, ma i più grandi cacciatori di streghe del mondo. Forse perché non ce ne sono altri in giro…
Lui, Hansel, è Jeremy Renner, quello partito bene con l’esplosivo The Hurt Locker di Kathryn Bigelow e poi rapidamente, tra The Avengers, Mission: Impossible 4 e The Bourne Legacy assortiti, trasformatosi in pessimo action hero per le nuove generazioni. Sembrava un attore promettente, qui la sua interpretazione è invece solo imbarazzante. Va bene voler fare i fighi a tutti i costi in tutti i laghi in tutte le scene, però qui il Renner esagera troppo, persino più dell’ultimo Tom Cruise.

Meglio, molto meglio, quella sventolona della sua sorellina, Gretel al secolo l’inglese Gemma Arterton. Pure lei non sfodera un’intepretazione memorabile e a vederla solo in questo film può sembrare quasi cagna, però non è così e in film come La scomparsa di Alice Creed e Tamara Drewe ha dimostrato che oltre alle tette c’è di più.

Il vero mistero del film allora non è se Hansel & Gretel riusciranno a salvare i bambini e a eliminare le streghe cattive cattive. Sapete già la risposta. Il vero mistero è:

Chi si farà Gemma Arterton nel film?
A) Thomas Mann, il ragazzino dalla faccia simpatica di Project X che aiuta i due fratelli nelle loro avventure.
B) Il troll Edward, mostruoso ma dal cuore tenero.
C) Il fratello Hansel, ché il rapporto tra i due contiene un sottotesto neanche troppo velatamente incestuoso.
D) Gli zingari.

Fate le vostre scommesse.

"Hansia da prestazione, Hansel?"
"Miii, che simpatica che sei. Mo' adesso non te lo do' più!"
Questo mistero contribuisce a tenere svegli acceso l’interesse nei confronti di un film modestissimo che per il resto dalla sua parte ha giusto un paio di momenti pseudo divertenti e di battute pseudo riuscite, mentre per il resto è un tripudio di inseguimenti e combattimenti trash tra i due fratelli guerrieri e le streghe cattive cattive. Ne sarebbe potuto anche uscire un filmetto più spassoso se solo Tommy Wirkola, regista norvegese di Dead Snow, avesse pensato di scrivere anche una sceneggiatura di contorno. Invece si è dimenticato di farlo. Pazienza, sarà per la prossima volta. E temo che ci sarà una prossima volta, con un sequel già preannunciato dal (pessimo) finale.
Magari però nel sequel cambiate professione ai due fratelli. Non più cacciatori di streghe, basta! Facciamo che lui diventa un camionista depresso e drogato, lei invece facciamola diventare una spogliarellista. Grazie.
(voto 4,5/10)



domenica 21 aprile 2013

ADOTTA LA COPPIA


Vi ricordate di Hansel e Gretel, i due bimbetti (non ho detto bimbiminkia) dell’omonima fiaba?
Bene, dimenticateli perché ora sono cresciuti e sono ancora più agguerriti di quanto li ricordassimo. Nel nuovo film Hansel & Gretel: Cacciatori di Streghe, firmato dal regista norvegese Tommy Wirkola, quello di Dead Snow, e in arrivo nei cinema italiani dall’1 maggio, i due fratellini sono intepretati dall’action hero di nuova generazione Jeremy Renner e da quella sventolona di Gemma Del Sud Arterton.



In occasione del lancio promozionale della pellicola che ci presenta questa coppia di attori molto cool, la produzione ha lanciato la simpatica iniziativa di “adottare un duo” (credo solo simbolicamente) storico, tra le coppie storiche del passato.
Scartando Al Bano e Romina, per mie divergenze musicali con loro, e Mickey e Mallory di Natural Born Killers, forse persino po’ troppo violenti, da buon radical-chic quale sono ho scelto Serge Gainsbourg e Jane Birkin, dalla cui unione è nata la cantante e attrice Charlotte Gainsbourg, oltre ad alcuni brani memorabili tra cui la celeberrima Je t’aime… moi non plus.



E voi, se doveste “adottare” un duo o una coppia celebri, chi scegliereste?

lunedì 10 settembre 2012

The Avengers - I Vendicattori

The Avengers
(USA 2012)
Regia: Joss Whedon
Cast: Robert Downey Jr., Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Chris Evans, Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson, Jeremy Renner, Tom Hiddleston, Clark Gregg, Cobie Smulders, Stellan Skarsgård, Gwyneth Paltrow, Paul Bettany, Alexis Denisof, Ashley Johnson, Stan Lee
Genere: supereroi contro le forze del male
Se ti piace guarda anche: Iron Man, Hulk, Thor, Capitan America

Tony Stark, Bruce Banner, Steve Rogers, tipo vichingo con un martello in mano proveniente da un altro pianeta e pure tu, Natasha Pompilova Romanoff, state tutti zitti!
Silenzio!
Ci sono troppe primedonne qui dentro e non va bene. Adesso parlo solo io.
Allora, cominciamo con un piccolo riassuntino sui film dei personaggi impegnati in questa super lega di super mezze calzette eroi.


Iron Man 1: bravo Robert Downey Jr., ma film girato malissimo da Jon Favreau, l’unico uomo al mondo in grado di far sembrare Michael Bay e Roland Emmerich i nuovi Stanley Kubrick e Orson Welles. A confermarlo ci sono pure Cowboys & Aliens e il pilot da lui diretto della nuova pessima serie Revolution.
Iron Man 2: altra schifezza tutta giocata sugli effetti speciali e con una trama ridicola.
Hulk 1: Ang Lee prova a dare un tocco d’autore al cinema di fantascienza, con un uso dello split-screen che vuole ricreare in maniera molto fumettistica l’effetto delle vignette. Idea sulla carta buona, su pellicola meno. Buone le intenzioni, il risultato è un film noiosissimo. Mi viene sonno al solo pensarci.
L’incredibile Hulk: nonostante la presenza del sempre valido (anche se negli ultimi tempi un po’ meno) Edward Norton, me lo sono risparmiato perso.
Capitan America: mi sono visto i primi 20 minuti e poi sono finito in coma. Non ho mai tentato di riprenderne la visione.
Thor: film epicamente ridicolo non salvato nemmeno dalla presenza simultanea di Natalie Portman e Kat Dennings. Tragedia sì, ma cannibale più che shakespeariana!
X-Men… ah, almeno loro non ci sono. Quella è la concorrenza.

Sarebbe interessante, se mi piacessero i film sui supereroi e così non è, vedere un The Avengers VS. X-Men.
Ma perché certe idee milionarie non le vendo, anziché sperperarle qui sul blog a uso e consumo gratuito del primo producer hollywoodiano senza scrupoli, ovvero il primo producer hollywoodiano qualunque, che passa da queste parti a leggere?
The Avengers VS. X-Men = 300 milioni di dollari di incasso garantiti nel primo weekend di programmazione nei soli USA!
Meglio ancora: The Avengers VS. X-Men VS. I Fantastici 4 = 500 milioni di dollari di incasso nel primo weekend!
E io queste ideone la getto in pasto gratis agli utenti del blog?
Non ho davvero il senso degli affari…

Joss, ma come fai a restare serio
quando davanti ti ritrovi uno vestito così?
Nonostante mi abbiano fatto pena tutti gli altri film con i vari personaggi del poco meraviglioso universo Marvel (manca solo Rat-Man, ma lui forse non è della Marvel), in questo The Avengers sono tutti insieme (ma non credo sia un punto a favore della pellicola) e in più sono diretti da Joss Whedon.
Joss Whedon?
Io adoro Joss Whedon.
Io venero Joss Whedon.
Ci sono quelli che lo chiamano Dio. Ci sono quelli che lo chiamano Allah. Ci sono quelli che lo chiamano Buddah. Io lo chiamo Joss Whedon.
Eppure adesso mi tocca tirargli le orecchie. Perché avrà anche fatto il più grande successo della sua carriera, anzi il più grande successo nella storia del cinema eccetto le James Cameron productions, ma The Avengers è davvero una robina senza idee, senza inventiva, senza la minima originalità che aveva contraddistinto finora ogni sua creazione.
In The Avengers sarebbero anche presenti le classiche tematiche whedoniane: supereroi, fine del mondo, scontro tra Bene e Male, peccato che il suo tocco non si veda quasi per niente, mentre si senta forte più che altro la mano produttiva buonista dell’immancabile Disney e una visione cinematografica che non va molto oltre i classici film alla Michael Bay, stile Transformers.

La trama del film?
Loki vuole comandare sulla Terra, non si capisce bene perché, e i The Avengers cercano di fermarlo.
Fine della trama.

Sì, ok, non sempre la trama è una cosa fondamentale all’interno di un film. Però questo non è certo The Tree of Life. Non è una pellicola artistica. È solo un fumettone incentrato su scontri, combattimenti, esplosioni, effettoni speciali. Nella mia lingua: noia, noia, solo noia. Dov’è la sostanza? Non c’è una riflessione politica come nei Batman di Christopher Nolan, sebbene ci si provi anche a inserire qualche vago discorso in proposito, e non c’è la minima introspezione nei personaggi, come ad esempio negli Spider-Man di Sam Raimi. Il momento triste poi è affidato alla morte di un personaggio minore di cui nessuno conosce il nome e di cui a nessuno frega niente di niente.
Dov’è il divertimento? Questo è il classico filmone sui supereroi con tutte le cose da classico filmone sui supereroi messe al punto giusto, peccato a me i classici filmoni sui supereroi mi facciano dormire. Non a caso, il mio film supereroico preferito è Unbreakable di M. Night Shymalan.
A salvare un minimo la pellicola, per fortuna, è l’ironia, le battute tipiche di Joss Whedon. Almeno qualcuna decente è riuscita a infilarla dentro. Niente che comunque sia al livello persino del peggiore episodio di Buffy o di Dollhouse. Niente a che vedere con quel gioiello recente dell’horror e non solo di cui Whedon ha cofirmato la sceneggiatura, ovvero Quella casa nel bosco. Niente insomma che sia anche lontanamente al livello delle altre genialate whedoniane.
Se vi è sembrato una figata The Avengers, vi consiglio di recuperarvi tutte e 7 le stagioni di Buffy e dopo vi sfido a non considerare questo filmetto un Whedon in tono molto ma molto minore.

"Più tette di così non le posso mostrare, è pur sempre una produzione Disney..."
Lo scompartimento attori, nonostante i nomi altisonanti, fallisce poi clamorosamente. Si può dire che il cinema di supereroi non è che favorisca grandi interpretazioni però, se pensiamo a Heath Ledger, la storia cambia.
Qui sono tutti ben al di sotto dei loro standard: Robert Downey Jr. come Tony Stark/Iron Man ormai si è trasformato in una macchietta, come già capitato prima di lui al piratesco Johnny Depp/Jack Sparrow.
Scarlett Johansson sì, ha sempre il suo super potere, quello di essere una super gnocca, però non l’ho mai vista recitare tanto male quanto qui. E non si spoglia nemmeno. Proprio come in La mia vita è uno zoo, altro film senza senso: ma si può prendere Scarlett e farla stare vestita tutto il tempo?
Chi altri c’è? Mark Ruffalo come Hulk è del tutto fuori parte, Chris Evans diciamo che fa quello che può per le sue limitate capacità attoriali e comunque ha già fatto la torcia umana ne I fantastici 4? Non esiste il conflitto d’interessi, nel mondo dei supereroi?
E poi c’è anche Chris Hemsworth… vabbé, dai, lasciamo perdere ogni commento sul suo personaggio o sulla sua interpretazione che se no viene a tirarmi una martellata in testa. E forse non solo in testa.


C’è pure Jeremy Renner, che dopo aver fatto The Hurt Locker lo prendono per fare qualsiasi film d’azione. Dobbiamo sostituire Tom Cruise in Mission: Impossible?
Prendiamo Jeremy Renner.
Dobbiamo sostituire Matt Damon nella saga di Jason Bourne?
Prendiamo Jeremy Renner.
Dobbiamo sostituire tutti quei vecchietti di Expendables, che probabilmente non arriveranno vivi o senza l’Alzheimer al prossimo episodio?
Hey, perché non prendiamo Jeremy Renner?
E pure qui ho regalato – sempre gratis, mannaggia a me – un’altra idea ai producers di Hollywood.

Certo che hanno fatto su questa bella lega di super supereroi, e come villain chi ti vanno a prendere?
Loki (Tom Hiddleston). Uno dei più ridicoli cattivi che si siano mai visti su grande schermo.


"Non sono io che copio Travaglio, è lui che copia me!"
Su piccolo schermo no, visto che il suo sosia Marco Travaglio quando è incacchiato fa molta più paura.
Tutto il film, due ore e passa, è giocato sulle minacce inconsistenti dell’inconsistente Loki. Fino al prevedibilissimo finale. Due ore e passa buttate nel cesso, in pratica. La scena migliore del film arriva allora solo al termine dei titoli di coda, con la lega di superamici che si ritrova a mangiare in un fast-food. L’unico momento di vero divertimento e di vera umanità dell’intero film.
Che poi, quando si parla bene di una pellicola sui supereroi, io stesso sono il primo a farlo, si elenca tra i pregi il fatto che sia data loro una dimensione più umana e realistica. Ma allora perché non la smettiamo di far diventare i film sui supereroi dei super campioni di incasso e non ci vediamo film sulle persone vere? Cosa c’è di più umano e realistico di loro?

In conclusione, una riflessione religiosa.
Non scappate, non è un sermone.
Avevo trovato la Fede. Pensavo che Dio esistesse. Pensavo che Dio si chiamasse Joss Whedon. Dopo The Avengers, tutte le mie certezze stanno invece vacillando. Io continuo a volergli bene e lo porterò sempre con me nel mio cuoricino, per cose come Buffy, Dollhouse e Quella casa nel bosco. Però mi sa che è arrivata l’ora di trovarmi un nuovo Dio.
Thor è un Dio? Il Dio del tuono?
Vabbè, allora facciamo che per adesso mi tengo Joss Whedon…
(voto 5,5/10)

lunedì 2 aprile 2012

Mission TOM CRUISE - Scavezzacollo fantasma

TOM CRUISE
Mission: Impossible - Protocollo fantasma
(USA 2011)
Titolo originale: Mission: Impossible - Ghost Protocol
Regia: Brad Bird
Cast: TOM CRUISE, jeremy renner, Simon Pegg, Paula Patton, Michael Nyqvist, Léa Seydoux, Josh Holloway, Anil Kapoor, Tom Wilkinson, Samuli Edelmann, Vladimir Mashkov, Ving Rhames, Michelle Monaghan
Se ti piace guarda anche: gli altri Mission: Impossible, Alias, The Bourne Identity, Tower Heist

TOM CRUISE presenta
TOM CRUISE 4: PROTOCOLLO TOM CRUISE
una produzione di TOM CRUISE
con TOM CRUISE
e la partecipazione straordinaria di TOM CRUISE

L’ho già detto che in questo film c’è TOM CRUISE? TOM CRUISE nella parte di TOM CRUISE sotto l’alias di Ethan Hunt che si arrampica da solo su un grattacielo a mani nude senza controfigura perché lui è TOM CRUISE?

"Ciao TOM, sono di nuovo TOM. Chiamavo solo per ricordarti che ti amo!"
Riesce difficile immaginare la saga di Mission: Impossible non senza Ethan Hunt, ma senza TOM CRUISE. Questi 4 episodi sono stati infatti soprattutto (unicamente?) uno sfoggio di TOMCRUISAGGINE e quindi la news che questo Protocollo fantasma possa rappresentare un passaggio di testimone dalle mani del Divo TOM CRUISE a quelle dell’ancora relativamente sconosciuto jeremy renner non sembrano così attendibili.
jeremy renner chi, chiede qualcuno seduto in fondo alla sala?
jeremy renner è stato il protagonista di The Hurt Locker e, mmm vediamo un po’… ha fatto anche The Town e… mmm, basta. Un CV ancora tutto da scrivere ma che per il momento non può certo competere con lo stardom supremo raggiunto da TOM CRUISE.


"TOM, vuoi parlare con TOM? Oddio, scusa OTTOM, quanto sei fissato!"
In attesa di scoprire se questo sarà davvero l’ultimo capitolo con TOM CRUISE protagonista, godiamoci intanto un breve tuffo nel passato.
Mission: Impossible 1: non mi era piaciuto. Ben orchestrato, realizzato in maniera impeccabile, con una notevole Emmanuelle Béart, con una magistrale scenona in cui TOM CRUISE stava sospeso nel vuoto, però Brian De Palma ha fatto moooolto ma moooooooooooooooolto meglio.
Mission: Impossible 2: non mi era piacito. Ricordo solo TOM CRUISE che si arrampica su una montagna, il tema musicale rivisitato in maniera esaltante dai Limp Bizkit, una regia di John Woo pseudo spettacolare, tanta noia.
Mission: Impossible 3: mi era piaciucchiato abbastanza. J.J. Abrams ci ha messo il suo tocco magico e ha regalato una maggiore umanità al personaggio di TOM CRUISE, in un film forse meno spettacolare ma più coinvolgente a livello emotivo rispetto agli altri.
E ora, attiviamo il Protocollo TOM CRUISE, intendevo il Protocollo fantasma.


"Lasciami! Solo TOM CRUISE può salvare TOM CRUISE!"
Per una serie action/spy come questa, per altro giunta ormai alla quarta puntata, la buona riuscita è dovuta, oltre alle buone condizioni di forma di TOM CRUISE, o più che a una sceneggiatura chissà quanto originale, alla buona orchestrazione delle varie scene d’azione. Delle coreografie, dei numeri spettacolari equivalenti alle canzoni in un musical. Per questo aspetto M:I 4 fa il suo porco dovere più che bene, tirando fuori delle trovate ad alto tasso di effetto “WOW!” che sembra di essere al circo più che al cinema, però il massimo che si può chiedere a una visione del genere è questo: venghino, signori, venghino!

"Mi scatto una foto da postare su Twitter per mostrare a tutti
quanto sono figo anche mentre sto rischiando di morire!"
Tra i numeracci della pellicola c’è una spettacolosa scena d’apertura, con la fuga di TOM CRUISE Ethan Hunt dal carcere grazie all’aiuto matrixiano di un Simon Pegg in versione Morpheus. Solo, più britannicamente cazzaro. Il suo personaggio contribuisce a dare maggiore umorismo rispetto agli altri episodi, anche se la battuta migliore spetta al jeremy renner, che dopo aver rischiato la vita in una mission impossible annuncia: “La prossima volta il riccone lo seduco io.”
Quindi c’è l’esplosione del Cremlino, cui TOM CRUISE riesce a sopravvivere per un solo motivo: è TOM CRUISE. Tra l’altro riesce pure a scappare dall’ospedale e persino quando fotte i vestiti in giro, la mission di TOM CRUISE è una e solo una: apparire il più cool possible. Anche con una felpa hoodie raccattata in giro, TOM CRUISE riesce a fare tendenza.
Nei giri all around the world di TOM CRUISE e dei suoi amichetti del momento, che in genere cambiano da episodio a episodio, c’è spazio anche per una capatina finale in India, ma la scena più spettacolare, esaltante e soprattutto inverosimile è quella tanto strombazzata a Dubai, sul Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Ho le vertigini soltanto a scrivere il suo nome, nonostante mi faccia pensare più al rapper Wiz Khalifa che non a qualcosa di altissimo. Yo.
"Non sarai mai un TOM CRUISE!"
"Ma io... veramente... cercavo solo il bagno..."
In ogni caso, soffro talmente tanto di vertigini che quando da McDonald’s c’erano le patatine vertigo, me la facevo sotto a mangiarle e preferivo ordinare le chips normali. Per quanto notoriamente schifose meno buone.
TOM CRUISE invece non ha paura di niente. Altroché vertigini. Per lui è stata una passeggiata. Ma avrà girato davvero gran parte delle scene in prima persona?
Non importa saperlo. Così come non importa che le missioni di TOM CRUISE Ethan Hunt, lo dice il titolo stesso, siano mission umanamente impossibili. Se volete vedere del realismo, andate a riguardarvi un film di De Sica. Vittorio, non Christian. Quelli di quest’ultimo sono ancora più inverosimili. Vedere Belen Rodriguez o la Ferilli recitare? Una vera mission: impossible.

Merito della riuscita di quest’ultimo episodio, oltre a un TOM CRUISE in forma più TOMCRUISEGGIANTE che mai, va anche a BRAD PITT. No scusate, TOM CRUISE non divide la scena con un altro Divo. Volevo dire: Brad Bird, regista del poco incredibile Gli Incredibili che ha cercato di essere credibile alla sua prima prova live-action con attori in carne e ossa e muscoli, soprattutto quelli sfoggiati dal quasi cinquan-teen-ne TOM CRUISE. Un TOM CRUISE che nemmeno per mezza scena smette di ricordarci di possedere un fisico da far invidia a chi ha la metà, e pure ha chi a un terzo dei suoi anni.
"Dai Léa, muoviamoci a girare prima che TOM CRUISE
voglia comparire pure nell'unica scena in cui non è presente!"
Nonostante i meriti del Brad Uccello, il tocco di J.J. Abrams un pochino si sente ancora, visto che ha firmato il soggetto della pellicola insieme a TOM CRUISE e poi un po’ di “lostaggine” è garantita dalla soundtrack firmata con mestiere da Michael Giacchino e dalla presenza di Josh Holloway, l’ex James Ford (quello vero!) dell’isola di naufraghi che però qui avrà un destino alquanto sfigato. Esatto: lo fanno morire alla prima scena. Per mano di Léa Seydoux, la fighetta francese assassina spietata alla Nikita, ma attenzione perché se non vi piace lei c’è spazio anche per la figona di colore (ma non troppo di colore) Paula Patton. E nel cast multietnico che più multietnico non si può, per far feliz todo el mundo ci sono pure il solito super cattivone stereotipato Michael Nyqvist, l’uomo che odia le donne della trilogia svedese, e l’indiano Anil Kapoor, superstar di Bollywood apparso anche in The Millionaire come Gerry Scotti di turno e nell’ottava e ultima giornata di 24.
Ma il cast multietnico di turno è soltanto un contorno, poiché la portata principale, la sola e più importante, come forse avrete già intuito è un’altra:
TOM CRUISE
(voto 6,5/10)

lunedì 10 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 8 The Town

The Town
(USA)
Regia: Ben Affleck
Cast: Ben Affleck, Rebecca Hall, Jeremy Renner, Jon Hamm, Blake Lively, Titus Welliver, Pete Postlethwaite, Slaine, Chris Cooper
Genere: rapina
Se ti piace guarda anche: Killing Zoe, Inside Man, Heist – Il colpo, Le iene


Trama semiseria
Ben Affleck si rende finalmente conto di non essere poi tutto questo grande attore e allora si dà alla regia e alle rapine. E, cazzo in questi campi se ha talento! In più si fa dare una mano da un cast di amici attori e delinquenti in stato di grazia (Jeremy Renner, il mad man Jon Hamm, la gossip girl Blake Lively, Rebecca Hall, il compianto Pete Postlethwaite), si maschera da suora inquietante, svaligia qualche banca e alla fine ottiene anche un risultato del tutto inatteso: la sua migliore performance recitativa finora.

Pregi: non solo un film sulle rapine, ma un film su una città, Boston, e sui conflittuali personaggi che ci vivono dentro. Davvero ispirati tutti gli attori che danno loro vita.
Difetti: quando stava con Jennifer Lopez ha fatto insieme a lei dei film orrendi e ce li poteva risparmiare, adesso che è sposato con Jennifer Garner perché Ben non l’ha chiamata nella sua pellicola? Ah già, perché ha creato per il suo personaggio un paio di scene di sesso con le attrici di The Town...

Personaggio cult: l’amico del protagonista interpretato da Jeremy Renner, il più bastardo ed estremo della gang di rapinatori
Scene cult: Ben con su la maschera da suora che incrocia lo sguardo di un bambino e gli adrenalinici inseguimenti in mezzo alle vie di Boston
Canzone cult:Whatcha Say” di Jason Derulo con l’entrata in scena di Blake Lively in stile gossip girl tossica

Leggi la mia RECENSIONE

giovedì 9 dicembre 2010

Shock in my town

The Town
(USA 2010)
Regia: Ben Affleck
Cast: Ben Affleck, Rebecca Hall, Jeremy Renner, Jon Hamm, Blake Lively, Titus Welliver, Pete Postlethwaite, Slaine, Chris Cooper
Genere: rapina
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Killing Zoe, Inside Man, Heist – Il colpo, Le iene

E chi diavolo l’avrebbe mai detto che Ben Affleck era così bravo dietro la macchina da presa? Sì, ok, ormai lo sapevamo già tutti (o quasi) perché Affleck aveva esordito positivamente con “Gone Baby Gone”, che però come molte opere prime difettava un pochino di personalità, inseguendo troppo l’esempio clinteastwoodiano di “Mystic River”.
In “The Town” invece Ben Affleck va Ben oltre, non imita più nessuno e si afferma come il regista più cool in town: Boston diventa la SUA Boston. La pellicola fa respirare a pieni polmoni l’aria inquinata della città con più rapine degli Stati Uniti, si immerge nei suoi vincoli, ci fa sentire l’odore, anzi la puzza, dei suoi poco raccomandabili protagonisti.

Il film appartiene al genere “heist movie”, la pellicola di rapina, e si inserisce nel filone con rispetto ma anche concentrandosi sui personaggi con una profondità inedita tra i film appartenenti a questa categoria. Le scene delle rapine sono brevi ma intense, come si suol dire, e rese memorabili dai particolari costumi scelti dalla gang dei rapinatori. Se in “Point Break” Patrick Swayze e compagnia facevano strage di banche travestiti da presidenti degli Stati Uniti, Ben Affleck e combriccola usano invece maschere da Skeleton, da suora, da hockey come Jason Voorhees di “Venerdì 13” e un travestimento a sorpresa per il colpo finale.

Io di solito odio le scene di inseguimento, perlomeno quando sono inserite dagli sceneggiatori solo per riempire qualche minuto di film, ma le scene di inseguimento qui presenti sono tra le più fighe mai viste. Sembra di stare dentro il videogame “Grand Theft Auto” girato meglio e già solo per questo Ben Affleck assurge a mio idolo personale. Ma poi non è solo per questo, perché il film tiene incollati per 2 ore senza cadere mai nella noia, grazie a dialoghi brillanti e ispirati, una storia d’amore affatto scontata e sdolcinata e una notevole attenzione rivolta ai personaggi, interpretati da un cast della Madonna scelto ben bene da Ben. Come dice il suo personaggio in un momento del film: “Guardo un sacco di tv, tutti i CSI: Miami, New York, Las Vegas”, solo che il vero Affleck sembra aver visto altre serie. “Mad Men”, innanzitutto, dove preleva il grande Jon Hamm e gli dà un ruolo da agente dell’FBI che dimostra come sia un attore favoloso anche quando non veste i panni di Don Draper.

Ben Affleck prende però anche Blake Lively, la trasforma da Gossip girl a toxic girl e, mica scemo l’uomo che si è sposato Jennifer Garner, regala al suo personaggio una scena di sesso insieme a lei. Pure la Lively va ben oltre la sua Serena Van Der Woodsen dell’Upper East Side televisivo con un ruolo da giovane mamma fattona e si rivela una delle migliori attrici della nuova leva. C’è poi anche Titus Welliver, il man in black di “Lost” (ma è un pupillo di Affleck già presente in “Gone Baby Gone”).
Non solo dalla tv è però arrivata l’ispirazione per il cast: dal film premio Oscar “The Hurt Locker” proviene infatti Jeremy Renner, con un personaggio sopra le righe che lo esalta alla stra-grande, mentre Rebecca Hall era brava in “Vicky Cristina Barcelona” ma qui si supera e pure lo stesso Ben Affleck nella parte della ligera di periferia che svaligia le banche si è ritagliato la parte migliore della sua intera carriera.

Film scritto, diretto e interpretato con uno stile classico ma allo stesso tempo assolutamente contemporaneo, vedi i riferimenti telefilmici, la hit hip-hop “Whatcha Say” di Jason Derulo in colonna sonora, o le rocambolesce riprese degli inseguimenti. Il merito? (Quasi) tutto di Ben Affleck, regista protagonista e co-sceneggiatore in grado di regalarci una pellicola bella come una giornata di sole. E non una di quelle giornate di sole del personaggio interpretato da Rebecca Hall (chi ha visto il film sa di cosa parlo, tutti gli altri vadano a vederselo immediatamente!).
(voto 9)

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