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sabato 2 marzo 2013

KE KARINA ANNA KARENINA

"Tranquilli raga che è finta pelliccia. Ehm, forse..."
Anna Karenina
(UK 2012)
Regia: Joe Wright
Sceneggiatura: Tom Stoppard
Tratto dal romanzo: Anna Karenina di Lev Tolstoj
Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Domhnall Gleeson, Alicia Vikander, Kelly MacDonald, Matthew MacFayden, Michelle Dockery, Emily Watson, Holliday Grainger, Shirley Henderson
Genere: anglo-russo
Se ti piace guarda anche: Jane Eyre, Espiazione, Orgoglio e pregiudizio, Moulin Rouge!

Oggi parliamo di Анна Каренина.
Cooosa?

Eddai, non scappate subito davanti alla prima difficoltà. Mi riferisco ad Anna Karenina, scritto così vi piace di più? Si tratta di un tomo russo realista pubblicato a fine Ottocento.
Coooooooooosa?

"Dopo avermi massacrata per A Dangerous Method ti prego, Cannibal,
sii buono."
Siete scappati di nuovo? Tornate qui, che non parliamo del libro. Parliamo della trasposizione cinematografica alla portata di tutti. O quasi. È chiaro che se uno è in serata da ridarola, questo non è il film più consigliabile. Sebbene all’inizio un paio di momenti quasi divertenti ci sono anche. Un paio di momenti in cui scappa il sorriso, non la ridarola.
Per il resto, Анна Каренина, volevo dire Anna Karenina è un drammone in costume, una vicenda che narra di intrighi romantici nell’alta società russa, cosa che raccontata così può non rappresentare il massimo dell’interesse. Infatti è così. Eppure l’infelice vita di questi ricconi russi riesce a trasformarsi in un film molto coinvolgente, oserei quasi direi trascinante. Il merito è di una messa in scena spettacolosa, con pochi esterni e diverse scene ambiante a teatro, cosa che però non lo fa apparire un film meramente teatrale e insomma non so come abbia fatto il regista. Joe Wright, come hai compiuto questa magia? Sei un fottuto genio.

"Perché qui sembro uscita da un videoclip anni Ottanta?"
La vicenda principale, quella dell’amore galeotto tra Anna KareKeira Knightley, sposata con un Jude Law in brutta versione da pelatone, e il playboy Aaron Johnson, è bella, intensa e sofferta, però - ammettiamolo - è un po’ la solita storia d’amore galeotto vista e rivista in altri film in costume. E io non ho nemmeno visto così tanti film in costume.
La pellicola riesce però a riempire, se non il cuore, almeno gli occhi di bellezza, grazie alla regia enorme di Joe Wright, insieme a Steve McQueen oggi il più grande talento registico del Regno Unito, e a una realizzazione tecnica strepitosa. Io di solito non mi entusiasmo così tanto per questi aspetti, però in Anna Karenina scenografie, costumi, trucco e parrucco sono davvero sontuosi. Ci troviamo al top dei top dell’anno per quanto riguarda questi ambiti. Persino Les Misérables fa una figura misérabile al confronto.
L’altro valore aggiunto sono le musiche splendide di Dario Marianelli, classico esempio di fuga di cervelli e pure di fuga di talenti compositivi dalla nostra povera, sempre più povera italietta.

Veniamo quindi al reparto attoriale. Keira Knightley è una nota delicata: adorata da alcuni, soprattutto dal pubblico femminile, che la vede icona ideale di un certo tipo di bellezza classico, mal sopportata invece da altri, viste le sue continue smorfiette gne gne e un modo di recitare tutto suo. Io sto un po’ nel mezzo tra i due fuochi. Nelle sue ultime interpretazioni non l’ho sopportata: nella per il resto ottima commedia Cercasi amore per la fine del mondo lei non mi ha convinto, mentre in A Dangerous Method l’ho trovata addirittura agghiacciante. In altri film invece l’ho apprezzata, in particolare in quelli girati da Joe Wright, il valido Orgoglio e pregiudizio e lo stupendo Espiazione. Joe Wright, oltre a essere un fenomeno con la macchina da presa, possiamo allora considerarlo un fenomeno pure perché riesce a far recitare bene Keira, cosa che riesce a pochi registi. Rispetto a O&P e a Espiazione qui Keira è un po’ in ribasso, ma in compenso se la cava parecchio meglio che in A Dangerous Method. Accontentiamoci.

Il resto del cast se la comporta alla grande, a partire dal kick-ass Aaron Johnson, che adesso si chiama Aaron Taylor-Jonhson perché si è sposato con la regista Sam Taylor-Wood, donna di 23 anni più anziana di lui. Che uno pensa, vabbè se è una MILF come Demi Moore, ha fatto bene. Benone. E invece lei non è proprio Demi Moore. Comunque oltre ad Aaron Johnson fa un figurone anche Jude Law, uno che di solito fa il figo, mentre qui è parecchio imbruttito e ciò nonostante riesce a essere particolarmente convincente. Sorprendente pure il roscio de cavei Domhnaal Gleeson, visto finora nella saga di Harry Potter ma pure in un episodio di Black Mirror, e attenzione alla giovane svedese Alicia Vikander, quella sgnacchera di A Royal Affair, uno dei candidati all’Oscar di miglior film straniero. Sono una garanzia poi le varie comprimarie, Kelly MacDonald di Boardwalk Empire e Michelle Dockery da Downton Abbey su tutte, ed è proprio questo un problema, diciamo un problemino del film.
Si tratta di una vicenda russa, molto russa, pure troppo, eppure l’atmosfera è parecchio British. Colpa proprio dell’eccessiva bravura del cast quasi interamente britannico. Vedere questi russi che parlano un inglese fluente da perfetti baronetti è un po’ straniante. Dettaglio che potrebbe sparire nella versione doppiata in italiano. Oppure diventare ancora più straniante, dipende chi hanno scelto come doppiatori…
Questo comunque si chiama fare i precisetti, voler andare a trovare il pelo nell’uovo. Un uovo costruito in maniera sontuosa e impeccabile, cui manca giusto un pochino di calore in più per diventare un uovo cotto alla perfezione, volevo dire un film da portare con sé nel cuore. Ma d’altra parte da una vicenda russa raccontata dagli inglesi troppo calore sarebbe risultato inappropriato.
Da conservare nel cuore resta comunque soprattutto una sequenza: la scena del ballo di Keira Knightley con Aaron Johnson vale da sola la visione del film e vale anche 92 minuti di applausi. Una scena davvero Karina. Di più, una scena davvero Karenina.
(voto 7,5/10)





Post pubblicato anche su L'OraBlù, accompagnato da un poster particolarmente splendido realizzato da C(h)erotto.




martedì 14 giugno 2011

Hanna dei miracoli

Hanna
(USA, UK, Germania 2011)
Regia: Joe Wright
Cast: Saoirse Ronan, Eric Bana, Cate Blanchett, Olivia Williams, Jessica Barden, Jason Flemying
Genere: kick-ass girl
Se ti piace guarda anche: Leon, Nikita, Domino, Kill Bill, Dark Angel

Trama semiseria
La protagonista è una ragazza cresciuta dal padre come una spietata killer. No, non sto parlando di Hit Girl e Big Daddy di Kick-Ass e nemmeno della famiglia Misseri, bensì di Hanna, una ragazzina albina decisamente cazzuta. Finito l’addestramento, Hanna è pronta per scorazzare libera per il mondo, ma qualcuno sarà sulle sue tracce… le telecamere di Quarto Grado che vogliono realizzare uno speciale su di lei?

Recensione cannibale
“Ti ho mancato il cuore,” dice Hanna a inizio film, quando a caccia cerca di uccidere un animale. La vita di questa ragazzina non è certo come quella della gran parte delle coetanee: per lei niente iPhone, niente Facebook (niente Faceboooook??? che ssfigata!), niente film di vampiri vegetariani… insomma, una vita piacevole e normale se fossimo ancora nel Medioevo. Hanna vive con il padre che la allena in maniera rigorosa, con un addestramento stile Pai Mei di Kill Bill e ripeto: niente tv, iPod, computer, così come niente Facebook, ma nemmeno Netlog o Twitter. Come fa a vivere una ragazza così nel mondo di oggi? In compenso ha delle altre doti, tipo una forza quasi sovrumana e capacità balistiche mica da ridere, più una notevole cultura fornitale dal padre che le legge vari libri approfonditi, altroché Wikipedia.

Fatto sta che a un certo punto, quando ormai è diventata più forte e capace di lui, il padre la mette davanti alla libera scelta di potersene andare e lei tempo pochi istanti e si dilegua… da qui inizia un’avventura on the road che tocca varie location tra Polo Nord, Marocco, Spagna e Berlino, con quest’ultima città sfruttata ottimamente come invece non era riuscito a fare il thriller Unknown di cui vi avevo parlato pochi giorni fa.
Se il trailer della pellicola mi aveva già creato delle aspettative notevoli, il film non solo le ripaga in pieno ma va persino oltre. La storia può ricordare infatti un mix tra la serie tv Dark Angel con Jessica “stragnocca” Alba e i bessoniani Leon e Nikita, ma per fortuna il tocco che si è scelto di dare al film va in una direzione assai personale: direi che Hanna sta ai film di spionaggio/CIA come Unbreakable di M. Night Shyamalan sta alle pellicole sui supereroi. Insomma, una storia nota raccontata con un tono inconsueto e non logoro. L’arma principale usata è poi la capacità di muoversi con destrezza su registri del tutto differenti: ci sono infatti scene di una violenza estrema unite ad altre di una dolcezza infinita. Hanna (il film) ti colpisce con una mazza, ma poi ti accarezza e ti rincuora. Hanna (la ragazza protagonista) ti colpisce e basta.

Strepitosamente in forma il cast: Saoirse Ronan è l’attrice migliore (o almeno la mia preferita) della nuova generazione e qui si presenta in un ruolo parecchio distante dai precedenti di Espiazione e Amabili resti. E ancora una volta sa convincere in pieno. Eric Bana e Cate Blanchett sono invece due attori che di solito non mi convincono, non del tutto almeno, e qua invece fanno la magia di rendermi del tutto soddisfatto e senza nessuna parola maligna da gettare alle loro spalle; in più in un piccolo ruolo c’è anche Olivia Williams, attrice inglese vista in L’uomo nell’ombra e nella serie tv Dollhouse, ormai garanzia assoluta di recitazione mostruosa (adesso non è ancora molto nota, ma quando le daranno un Oscar ricordatevi chi ve l’ha segnalata).

Spettacolare la colonna sonora dei Chemical Brothers; questa non è certo una sorpresa, visto che il dischetto con le musiche del film è già da un po’ che me lo gusto e che mi gusta, però vederla applicata alle immagini fa tutto un altro effetto ed è un bell’effetto. Dopo i Daft Punk di Tron Legacy, i fratellini chimici per Hanna hanno fatto persino meglio dei cuginetti francesi e il tema musicale da loro creato viene fischiettato nel corso del film dai “cattivoni”, in una maniera analoga alla Daryl Hannah infermiera bendata del già citato Kill Bill. D’altra parte non si scappa, quando c’è da parlare di donne con i controcazzi la mente non può che tornare al doppio cheeseburger tarantiniano, anche se qui più che di una vendetta (tema ormai un po’ abusato) la storia è quella di una fuga, ma soprattutto di un’iniziazione alla vita e ai suoi piccoli e grandi piaceri, dalla scoperta della musica (“No magic, no music,” dice uno dei personaggi) al primo appuntamento con l’altro sesso, alla scoperta dell’amicizia importante con una ragazzina molto divertente interpretata dalla promettentissima Jessica Barden, già rivelazione della piacevole british comedy Tamara Drewe. Sono tutte queste cose a rendere diverso e speciale il film, oltre a una regia notevole del sempre più sorprendente Joe Wright, uno che già con Espiazione era andato ben al di là dei canoni tradizionali del genere storico e qui alle prese con le scene d’azione più esaltanti che mi sia capitato di vedere di recente.
Hanna è una pellicola incredibilmente figa nonostante non si sforzi disperatamente di esserlo come tanti altri suoi “colleghi” là fuori e soprattutto è un film che non ha mancato di colpire il mio cuore. In pieno centro.
(voto 8,5)

P.S. Quei basterdi di distributori italiani faranno uscire di casa Hanna il 22 luglio, proprio come ultimo saldo di fine stagione, quando in realtà è una delle pellicole più interessanti dell’anno. Ormai non ci sono più parole, se non: viva Internet!

mercoledì 23 marzo 2011

Hanna Montata

E così ecco anche i Chemical Brothers alla prova colonna sonora. Dopo l’ottimo lavoro svolto dai Daft Punk per Tron Legacy e dopo l’Oscar guadagnato meritatamente da Trent Reznor dei Nine Inch Nails per la soundtrack di The Social Network, i fratellini chimici si cimentano nel commento del nuovo action Hanna.
La pellicola promette di essere parecchio interessante, perlomeno per la protagonista Saoirse Ronan, la ragazzina di Amabili resti ed Espiazione ora cresciuta e qui in un’inedita e cazzutissima versione da guerriera albina, e per la regia di Joe Wright, autore dello stesso Espiazione, di Orgoglio e pregiudizio nonché dell’ultimo spot Chanel con Keira Knightley.
Le premesse sono ottime poi per quanto riguarda la colonna sonora: i due Chemical sono infatti apparsi in splendida forma con il loro ultimo Further, un lavoro ignorato a livello commerciale visto che mancava di un singolo forte alla “Hey Boy Hey Girl” ma un trip sonico davvero notevole. A livello di costruzione di atmosfere i Bros. hanno inoltre dimostrato un crescente talento e hanno anche regalato alla grandiosa scena nel club de Il cigno nero il loro spettacolare inedito “Don’t Think”.
I chimici mica vogliono deludere simili aspettative? Certo che no e infatti hanno firmato una soundtrack di grande fascino e di notevole impatto, che parte subito in quarta con l’onirica e donniedarkiana “Hanna’s Theme” e prosegue con l’indianeggiante e psychedelica “Escape 700” e “The Devil is in the beats”, proprio quel genere di numeri esaltanti che ci si aspetta da loro e il tema ricorrente del film appartiene invece quel genere di melodie diaboliche che vi ritroverete a fischiettare continuamente e senza sapere nemmeno il perché.


Alcuni episodi sono proprio da soundtrack pura e quindi andranno giudicati meglio insieme alle immagini del film, ma attendendo una pellicola che con un simile commento sonora si preannuncia spettacolare, per il momento c’è comunque abbastanza di che godere. Bello sballo.
(voto 7+)


lunedì 21 marzo 2011

Momento Keira


Per una volta lascio ogni commento a Jerry Calà:

"Libidine... doppia libidine... libidine coi fiocchi."

Chanel Coco Mademoiselle
Regia: Joe Wright (Espiazione, Orgoglio e pregiudizio)
Cast: Keira Knightley, Alberto Ammann (Cella 211)
Soundtrack: Joss Stone "It’s A Man’s Man’s World"

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