Nuova galleria di recensioni discografiche medium size, con una serie di nomi noti (Thom Yorke con i suoi nuovi Atoms for Peace, Nick Cave), un po’ meno noti (John Grant) e nomi emergenti (Bastille).
"Ehm, sono incastrato... qualcuno mi può dare gentilmente una mano?" |
Atoms for Peace “AMOK”
Da Thom Yorke pretendo sempre il massimo. Chiedo troppo?
No, perché uno da un genio si aspetta il top dei top in ogni occasione. Da Thom Yorke pretendo quindi di essere stupito a ogni occasione. A questo giro non c’è mica riuscito.
Gli Atoms for Peace sono il suo nuovo progetto parallelo ai Radiohead che lo Yorke ha fondato insieme a Flea dei Red Hot Chili Peppers, al percussionista brasiliano Mauro Refosco, al batterista di Beck e per qualche tempo dei R.E.M. Joey Waronker e al fido producer radioheadiano Nigel Godrich. Un progetto incentrato sul ritmo da cui ne è uscito un disco di forte impronta elettronica. Bello, ipnotico, intrigante, però manca la novità. I risultati non sono infatti molto distanti dalle parti del disco solista di Thommy The Eraser o dell’ultimo dei testa di radio The King of Limbs.
Un signor disco, eh, ma io voglio anzi pretendo ancora che tu mi sorprenda, Mr. Yorke.
(voto 7/10)
Stesso discorso per il video di “Ingenue”: per quanto spettacolare, non stupisce del tutto poiché Thom Yorke in versione ballerino l’avevamo già visto nel geniale “Lotus Flower”.
"Sì, ho infilato le dita nella presa della corrente, che ridere ah ah ah!" |
Ci sono gruppi che il successo lo rincorrono per tutta una vita, e magari non riescono mai a raggiungerlo, e altri che fanno centro al primo colpo. La fortuna dei principianti. O degli inculati forte.
I Bastille rientrano in quest’ultimo gruppo di gruppi: la loro “Pompeii” (evitare battute volgari sul titolo, please) è la classica canzone giusta al momento giusto. Un po’ pop, un po’p indie, con un sound tra fun., Coldplay e Keane, paracula quel che basta grazie al coro da stadio, sta riscuotendo un grande successo sia in UK che a sorpresa persino nella nostra italietta, di solito refrattaria alle novità.
Saranno una one hit wonder band oppure si costruiranno una longeva carriera?
Il loro album d’esordio non aiuta a fugare il dubbio: in “Bad Blood” non c’è infatti solo “Pompeii”, ma è una piccola miniera di potenziali successi, da “Things We Lost in the Fire” alla title track, passando per la ballad “Overjoyed” e la solenne “Laura Palmer”, eppure come disco nel complesso non convince del tutto. Alla band sembra mancare ancora una forte personalità. La troveranno oppure resteranno sempre quelli di Pompeii Pompeii, c’ha le poppe a pera pera pera (non ce l’ho fatta a trattenermi)?
(voto 6,5/10)
Quando fai un grande disco, non è mica facile ripeterti. Dopo l’ottimo Queen of Denmark, dalle tinte acustiche e folk, John Grant ha provato un cambio d’abito, indossando una veste più elettronica. Applausi per il tentativo coraggioso, un “meh” per il risultato. I nuovi abiti non gli calzano a pennello e la voce mononota del John Grant non si adatta troppo bene ai nuovi suoni proposti.
Il disco cresce con gli ascolti, è vero, però mi sa che potete ascoltarlo anche 1000 volte, ma non c’è nulla da fare: “Queen of Denmark” resta e resterà sempre superiore.
(voto 6+/10)
"Cosa sto facendo? Non lo so nemmeno io..." |
“Dormi bambino nel tuo lettino,
vegliano gli angeli il tuo dormir.”
Non funziona?
“Ninna oh ninna oh
questo bimbo a chi lo do?
Lo darò alla befana
che lo tenga una settimana
lo darò al lupo nero
che lo tenga un mese intero
lo darò alla sua mamma
che gli canta la ninna nanna.”
Niente nemmeno con questo evergreen?
Se nessuna ninna nanna fa addormentare il vostro bambino/bambina, provate con il nuovo disco di Nick Cave con i suoi Bad Seeds. Dormita assicurata in pochi minuti/secondi.
Attenzione: può avere effetti soporiferi anche sugli adulti. Da non assumere insieme ad altri sonniferi e ansiolitici, potrebbe provocare coma e sindrome da bella addormentata.
(voto 5/10)