Oggi su Pensieri Cannibali si parla di hard rock e di black metal ma no, non è un pesce d'aprile.
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lunedì 1 aprile 2019
The Dirt: Mötley Crüe e Lords of Chaos, gli anti Bohemian Rhapsody sono arrivati
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giovedì 4 aprile 2013
SMALL APARTMENTS, SMOLLA STO APPARTAMENTO
Small Apartments
(USA 2012)
Regia: Jonas Åkerlund
Sceneggiatura: Chris Millis
Ispirato al romanzo: Small Apartments di Chris Millis
Cast: Matt Lucas, Billy Crystal, Juno Temple, James Caan, Johnny Knoxville, James Marsden, Rebel Wilson, Dolph Lundgren, Saffron Burrows, Peter Stormare, DJ Qualls, David Koechner, Noel Gugliemi, Amana Plummer, Tara Holt, Nugget
Genere: schizzato
Se ti piace guarda anche: Spun, Fargo, 7 psicopatici
Small Apartments è un film small?
No, non direi. Small è stata solo l’accoglienza che ha ricevuto. La pellicola è stata presentata senza particolari entusiasmi in qualche festival, è uscita senza grossi clamori negli USA, da noi è arrivata, ed è già un evento, direttamente in DVD. Sicuramente non si tratta di un capolavoro, però è un peccato che un film come questo sia passato così sotto silenzio. Ed è una cosa che sorprende anche. Il regista è infatti lo svedese Jonas Åkerlund, uno che sotto silenzio non è mai passato.
SMALL APARTMENT NO. 2: I VIDEO DI JONAS AKERLUND
Diversi videoclip di Jonas Åkerlund sono stati parecchio discussi e criticati per il loro sfoggio estremo di sesso, violenza e droghe. Cito il sorprendente Smack My Bitch Up dei Prodigy, così come My Favourite Game dei Cardigans, i cui vari finali splatter sono stati censurati dalle reti musicali.
Di video ne hai poi girati un casino di altri per gli artisti più vari e svariati, dai Rammstein a Britney Spears, da Madonna a U2 e Smashing Pumpkins. Il suo ultimo più celebre è quello molto tarantiniano di Telephone di Lady Gaga con Beyoncé.
Come regista cinematografico, l’estremo Åkerlund aveva esordito con un film, Spun, che pure non era certo passato inosservato. Non che avesse fatto chissà quali incassi ai botteghini, non che avesse portato a casa Palme d’Oro od Oscars, però era riuscito a diventare un discreto cult movie, una nuova perla di quel sottogenere che potremmo chiamare dei “toxic movie”, o anche più terra terra i film sui drugà. Dopo pellicole come I ragazzi dello zoo di Berlino, l’italiano anzi romano Amore tossico, Trainspotting e Requiem for a Dream, Spun era arrivato per mettere fine alla crisi d’astinenza da questo genere.
La sua seconda pellicola è stata quindi il thriller The Horsemen, che pare non fosse un granché e che non ho mai visto, e ora con la sua terza prova è tornato dalle parti di Spun.
SMALL APARTMENT NO. 4: IL FILM SMALL APARTMENTS
Come Spun, anche Small Apartments è uno schizzato racconto corale che vede protagonisti una serie di personaggi uno più strambo dell’altro che vivono vicini vicini e si ritrovano dentro una complicata “situazione”. Il padrone dello stabile di appartamenti viene ritrovato morto bruciato e un detective pure lui alquanto strambo, interpretato da un Billy Crystal in gran spolvero, si mette sulle tracce del colpevole. Con grande calma. Non aspettatevi un thriller mozzafiato. Piuttosto è una indagine sghemba, dalle parti dei migliori Coen, quelli di Fargo. E non è nemmeno tanto un thriller. È più un film esistenziale. Esistenziale per come può essere inteso un film esistenziale da Jonas Åkerlund. Il suo stile pop saturo di colori, pazzia e droga è ancora ben presente, proprio come in Spun, e ci trascina dentro la vita di questo gruppo di personaggi, assurdi e surreali eppure tratteggiati in maniera efficace.
A spiccare su tutti è il protagonista principale interpretato da Matt Lucas, quello della serie Little Britain, un tizio disadattato e davvero singolare, che esce spesso e volentieri in mutande e ha una ancora più strana fissazione per la Svizzera. Intorno allo small apartment in cui vive ruota la più variegata umanità, dal drugà Johnny Knoxville alla zoccoletta Juno Temple fino a una breve apparizione della simpatica Rebel Wilson, mentre il fratello del protagonista, un James Marsden convincente in versione pazzo, è fissato con i libri di un motivatore interpretato da Dolph Lundgren. Sì, proprio lui.
SMALL APARTMENT NO. 6: CONCLUSIONI
Small Apartments come pellicola esistenziale non dirà nulla di nuovo, come thriller non ha un grosso valore, anzi è meglio non prenderlo proprio come un thriller vero e proprio, e il suo stile surreale e pop all’interno del cinema indie americano attuale può apparire un po’ passato di moda.
Però chissenefrega. Small Apartments non sarà una visione XXL, ma non è nemmeno tanto small. Chi si aspetta un nuovo cult assoluto rimarrà probabilmente deluso, mentre chi si aspetta una visione stralunata e folle il giusto avrà di che goderne.
Non l’ha cagato nessuno, questo film?
Beh, pazienza adesso ve l’ho cagato io. Anche se detta così non sembra una bella cosa…
SMALL APARTMENT NO. 7: IL VOTO
(voto 7/10)
SMALL APARTMENT NO. 8: IL TRAILER
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