(serie tv, stagione 1, episodi 1-4)
Rete americana: NBC
Rete italiana: Mya
Creata da: Theresa Rebeck
Cast: Katharine McPhee, Debra Messing, Christian Borle, Jack Davenport, Megan Hilty, Raza Jeffrey, Bryan d’Arcy James, Jaime Cepero, Anjelica Huston, Philip Spaeth, Wesley Taylor, Dylan Baker, Joe Jonas
Genere: Broadway
Se ti piace guarda anche: Chicago, Glee, Saranno famosi, Nine
Oggi parliamo di musicaaaal. E quindi il post sarà tutto caaaantaaaaaato cooooooooosì.
Proprio cooooooooooooosìììììììììììììììììì.
Oooooooooh yeeeeeeeeeeeeeah!
Ok no.
Basta.
Tanto pe' cantaaaa
perche' me sento un friccico ner core
tanto pe' sognaaaaa...
Sul serio: BASTA!
C’è una cosa molto positiva in Smash, il telefilm copia di Glee ispirato al successo di Glee che però non vorrebbe essere considerato il nuovo Glee. Perché possiamo girarci intorno fino a che vogliamo, tirare in ballo tutte le differenze tra le due serie che si vuole, ma se Glee non avesse avuto il successo che ha avuto, una serie come Smash non sarebbe mai andata in onda.
Dicevo che c’è una cosa molto positiva in Smash: guardando le prime puntate m’è venuta una gran voglia di vedere… altre puntate di Smash? No, veramente no. M’è venuta invece voglia di recuperare qualche vecchio film con Marilyn Monroe. Considerando che tra i nomi dei produttori della serie compare un certo Steven “tutto ciò che tocco ormai si trasforma in merda” Spielberg, è già qualcosa.
Dopo i pessimi Terra Nova e Falling Skies e il modestissimo The River, questa sembra infatti l’unica produzione decente o quasi recente dell’ex paparino di E.T. telefono casa. Uno che solo per l’atroce War Horse farebbe meglio a cambiare pianeta che se lo incontro per strada lo faccio correre io forte come un cavallo…
In Smash per fortuna il tocco di Spielberg si sente poco, diciamo che si sente soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi che, come è consuetudine nelle sue produzioni, se non seguono gli stereotipi lui non è contento. E qui dentro è tutto uno sguazzare dentro gli stereotipi: c’è lo sceneggiatore teatrale gay, la sceneggiatrice teatrale amica dei gay interpretata da Debra Messing che guarda caso l’unico ruolo di rilievo mai interpretato nella sua vita era quella dell’amica dei gay in Will & Grace, c’è il regista piacione che ci prova con l’attrice che vuole la parte, c’è l’attrice zoccola che ci sta perché vuole la parte, c’è l’attrice che non viene presa perché non è zoccola abbastanza e non la smolla al regista per avere la parte.
Azz, che fantasia. Ci siamo sprecati, eh? D’altra parte quando leggi il nome di Steven Spielberg tra i producer sai già che l’originalità è proprio una caratteristica che non devi cercare.
Joe Jonas?! Per il futuro dobbiamo aspettarci pure Justin Bieber? |
La storia parte da un presupposto assurdo. A due celebrati autori teatrali viene in mente (o meglio rubano l’idea al solito stagista sfigato di turno) di realizzare un musical sulla figura di Marilyn Monroe. La cosa assurda non è questa. La cosa assurda è che nessuno vuole finanziare questo musical e tutti dicono che è un fallimento annunciato e che nessuno andrebbe mai a vedere un musical su Marilyn.
Questo non ha senso.
Proporre un musical con dei Cats che cantano, quella sarebbe un’idea folle e visionaria. Ma un musical su Marilyn, l’icona più celebre del cinema di tutti i tempi, non mi sembra un’idea così stramba. Persino io che non ne capisco una cippa di musical, avessi dei soldi da investire li investirei su un progetto del genere, perché mi sembra un successone assicurato.
Smash racconta delle varie fasi di lavorazione che stanno dietro a un musical sulla Monroe, dalla scelta del cast alla composizione delle varie canzoni, fino alle prove. Se l’idea di seguire i dietro le quinte di una grande produzione di Broadway vi fa esclamare: “Oh mio Dio! Mio Dio! Mio Diooooo” in maniera isterica, allora questa è la serie che fa per voi. Se al contrario vi fa domandare: “Sì, ma la partita del Milan a che ora inizia?” beh, questa di certo non è la serie che fa per voi.
Un elemento positivo di Smash, e che potrebbe riservare ulteriori maggiori soddisfazioni nel corso delle prossime puntate, è la protagonista Katharine McPhee. Lei è la solita attrice barra cantante barra modella barra figa uscita da un talent-show, per la precisione da American Idol, mica Amici della Maria, dove però non aveva vinto ma si era classificata seconda, dietro a Taylor Hicks, un tizio che sembra l’incrocio perfetto tra George Clooney e Jay Leno…
Dopo il secondo posto dietro a questo George Leno o, se preferite, Jay Clooney, Katharine McPhee ha pubblicato una manciata di canzoncine carine di mainstream pop tipo questa…
Fatto sta che la spilungona mora all'interno del musical all'interno della serie vorrebbe interpretare… Marilyn Monroe?!?! E presentandosi all'audizione è tra l'altro l'unica non vestita da Marilyn e canta una canzone che non c'entra una mazza come "Beautiful" di Christina Aguilera...
"In questa serieeeee non cantiaaaamoooo tutto il tempooooo nooooooo" |
È da questo conflitto tra prime donne che possono nascere le situazioni più intriganti di una serie piacevole e carina, ma che sa già troppo di già troppo già visto. Tra delle prove di danza in stile Saranno Famosi e Paso adelante (aaargh!) e momenti musicali ben coreografati e interpretati ma noiosetti, il modello di riferimento, la pietra di paragone inevitabile alla fine ovviamente è… Glee.
Qualcuno ha definito Smash una versione adulta di Glee e in effetti, se immaginate una sorta di spinoff con Rachel Berry in cerca di avventura per i palchi di Broadway, non ci sarete andati molto lontani.
"No, non ho bisogno di farmi il regista per avere la parte. Però, per sicurezza..." |
Per prima cosa i personaggi: dalla perfidia esilarante di Sue Sylvester alla genialità in pillole di Brittany, di personaggi singolari e fenomenali in Glee ce ne sono, o meglio ce n’erano parecchi. Mentre in Smash abbiamo giusto il regista inglese che con il suo british humour e la sua cattiveria ogni tanto riesce a far ghignare, sebbene per il momento non lasci nemmeno lui del tutto il segno. Così come una sprecata Anjelica Huston. Lo stile (almeno inizialmente) dalla parte dei loooser e dei disaddattati vari presenti nella serie di Ryan Murphy lascia spazio qui giusto a una tipa vagamente outsider che si ritrova alla sua prima esperienza in un grosso musical. E i numeri musicali, che nel Glee degli inizi riuscivano a essere simpatici e accattivanti, in Smash per lo più sono semplici esercizi di stile, Broadway style, oppure sogni ad occhi aperti della protagonista.
La pecca principale comunque è la più totale mancanza di originalità: Smash sembra essere la solita storia del credere nei propri sogni, del tenere duro finchè non si diventa delle stelle. Un messaggio positivo, che appoggio in pieno, per carità del cielo e delle stelle stesse. Però quante volte l’abbiamo già vista, tanto per non andare troppo in là nel tempo, con praticamente tutti i personaggi di Glee o con qualunque protagonista di qualunque film più o meno musicale da Flashdance alle Ragazze del Coyote Ugly, da Save the Last Dance fino ad Honey?
Questo Smash cosa mi presenta di nuovo? Era davvero necessario?
Nonostante tutte le mie critiche (costruttive? distruttive?) va detto che Smash è un prodotto ben fatto, che nel suo genere funziona, che merita fiducia e che penso continuerò a seguire, almeno per un pochino. Se non altro perché è in arrivo come guest-star una certa Dea Uma Thurman…
(voto 6/10)