(USA 2013)
Regia: Jonathan Levine
Sceneggiatura: Jonathan Levine
Tratto dal romanzo: Warm Bodies di Isaac Marion
Cast: Nicholas Hoult, Teresa Palmer, John Malkovich, Rob Corddry, Analeigh Tipton, Dave Franco, Cory Hardrict
Genere: zombie sentimentali
Se ti piace guarda anche: In the Flesh, Benvenuti a Zombieland, Chronicle, Beautiful Creatures
Prima di tramutarsi in uno zombie, da umano Nicholas Hoult era noto per essere stato il bambino dell’ottimo About a Boy (film tratto da un romanzo di Nick Hornby che presto diventerà anche una serie tv, for your information).
"Ciao bambini!" |
Qualche anno più tardi, è ritornato in vita (artistica) tra i protagonisti della grandiosa serie inglese Skins, nelle prime due stagioni, le migliori, dove vestiva i panni del bello stronzo Tony Stonem.
"Ciao zoccole!" |
Ma soprattutto, Nicholas Hoult da umano era noto per essersi sbattuto Jennifer Lawrence.
"Ciao Jennifer Lawrence!" |
Poi lei l’ha mollato e lui è diventato uno straccio o, più propriamente, è diventato uno zombie. Reazione normale a una rottura con Jennifer Lawrence.
È così che lo ritroviamo in questo Warm Bodies. Un giovane zombie bimbominkia. Uno zombie con una coscienza, consapevole della sua zombietudine. Cosa che provoca un sacco di risate, in una prima parte del film davvero ironica e frizzante. Se la pellicola procedesse così per tutta la durata, ci troveremmo di fronte a un nuovo zombie cult movie spassoso come Benvenuti a Zombieland o L’alba dei morti dementi. Così non è, perché il film, dopo una partenza a razzo, si adagia su una camminata lenta, più in stile zombie.
"Teresa, lo sapevi che io prima stavo con Jennifer Lawrence?" "Sì, certo. Come no?" |
Fino a qui tutto bene. Warm Bodies si presenta come una fiaba dark, quasi una versione zombie di Pinocchio, con un pizzico di Romeo + Giulietta che non guasta. Romanticismo e umanità, non proprio ciò che si aspetteranno i puristi degli zombie movie tradizionali, ma tant’è. Se cercate un film horror, qui di brividi non ne troverete e quindi è meglio se vi rivolgete altrove. Warm Bodies non è per fortuna però nemmeno una versione zombie di Twilight, come i produttori $ucchia$oldi hanno cercato di venderlo. La dose abbondante di ironia (volontaria) riesce infatti a far chiudere un occhio sui momenti più puccettosi e zuccherosi, e soprattutto su una parte finale non all’altezza del resto.
Il film è diretto in maniera diligente da Jonathan Levine, che aveva fatto di meglio con 50 e 50 e All the Boys Love Mandy Lane (il film che ha lanciato Amber Heard!) ma che pure qui porta a casa la pagnotta evitando di finire invischiato troppo nelle paludi dei teen fantasy. Un po’ però ci scivola anche lui, con una conclusione troppo buonista e priva di quell’ironia che aveva contraddistinto la prima parte del film.
Tra le note liete, va messa dentro anche la variegata colonna sonora, che vanta “Patience”, la mia canzone preferita dei Guns’n’Roses, “Hungry Heart” (canzone perfetta per uno zombie innamorato), una delle mie preferite di Bruce Springsteen di cui per il resto non sono certo un gran fan, ma anche cose più recenti come M83, Feist, The National, oltre alla super hit anni ’80 “Missing You” di John Waite e un uso hilarious di “Pretty Woman” di Roy Orbison.
Warm Bodies è in conclusione un intrattenimento leggero, persino troppo, e il suo difetto principale è quello di non riuscire a uscire dalla categoria del “carino”. È un film carino, pochi dubbi su questo, ma quel che c’è da chiedersi è: è giusto che un film di zombie sia cariiino?
(voto 6+/10)