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sabato 28 settembre 2013

BYZANTIUM, LE CIUCCIASANGUE




Byzantium
(UK, USA, Irlanda 2012)
Regia: Neil Jordan
Sceneggiatura: Moira Buffini
Ispirato all’opera teatrale: A Vampire Story di Moira Buffini
Cast: Saoirse Ronan, Gemma Arterton, Sam Riley, Jonny Lee Miller, Caleb Landry Jones, Daniel Mays, Glenn Doherty, Gabriela Marcinkova, Maria Doyle Kennedy
Genere: vampiresco
Se ti piace guarda anche: Lasciami entrare, Intervista col vampiro, Amabili resti, Franklyn

Una pellicola con Saoirse Ronan e Gemma Arterton in versione vampire?
Ma questo senza nemmeno vederlo è il miglior film sui succhiasangue di tutti i tempi!
Un po’ come Under the Skin, nonostante le critiche piovute al Festival di Venezia, solo perché sfoggia Scarlett Johansson in versione aliena, e a quanto pare pure nuda, è fin da ora il miglior film sugli alieni mai girato nella storia dell’universo.
Tralasciando per il momento Scarlett, per Byzantium l’impresa di risultare il miglior film sui vampiri di sempre, o almeno degli ultimi anni, non è che sia poi nemmeno così proibitiva. Di pellicole vampiresche davvero memorabili, a parte il Dracula di Bram Stoker cioè di Francis Ford Coppola, io personalmente non ne ho viste parecchie. In compenso ho visto tante saghe ridicole come quelle di Twilight, Underworld e Blade.
Ah già, poi c’è quel gioiellino svedese di Lasciami entrare, ma per il resto a prevalere sono le schifezze. Cosa ci riserverà or dunque questo Byzantium, oltre alle due splendide protagoniste?


La prima cosa che va notata è che siamo lontani anni luce dalle più recenti e cool, almeno nelle intenzioni degli autori, rappresentazioni dei vampiri. Nonostante la protagonista sia una teen, non siamo per fortuna dalle parti di Twilight. Sarà che già solo la presenza di una Saoirse Ronan anziché di una Kristen “Kristo quanto skazzo ho addosso” Stewart regala al tutto ben altro spessore, si veda anche The Host. La vicenda narrata guarda poi, anziché all’oggi, alle storie gotiche del passato: “E’ come se Edgar Allan Poe e Mary Shelley si sposassero e avessero una bambina molto strana”, tanto per citare una frase del film. A raccontare la storia di come lei e la madre Gemma Arterton sono diventate della vampire è la stessa Saoirse.
Avete capito bene: Gemma Arterton in questo film non è solo una vampira, ma è anche una mamma MILF. In più per guadagnarsi da vivere fa la stripper e la prostituta. Ovvero, Gemma Arterton in questo film è LA DONNA IDEALE.


Il film è molto giocato sui contrasti: figlia tranquilla/mamma zoccola, umani/vampiri, realtà/visioni, passato/presente. A fare da collante tra la vicenda ambientata nel presente e i numerosi flashback del passato è Saoirse Ronan. La giovanissima attrice irlandese è ormai specializzata in ruoli in cui è divisa tra due realtà, come in Amabili resti in cui vede la vita passarle davanti senza di lei, o nel già citato The Host in cui è un’aliena intrappolata dentro il corpo di un’umana (o viceversa? non mi ricordo). Se a ciò aggiungiamo il fatto che le due protagoniste di Byzantium sono costantemente in fuga, proprio come succedeva alla protagonista di Hanna, solo che loro scappano da un pericoloso ordine di vampiri maschilisti che gli dà la caccia, questa è una pellicola parecchio ma parecchio ronaniana. Lo zampino del regista Neil Jordan è ben presente e qui torna a un racconto molto vicino alle parti della sua celebre hit anni ‘90 Intervista col vampiro, anche per via della presenza di una vampira giovanissima, qui Saoirse Ronan, là una fenomenale Kirsten Dunst. Eppure questo Byzantium, ancor più di un film jordaniano, appare come un tassello omogeneo al resto della filmografia dell’attrice. A 19 anni, la piccola grande Saoirse riesce con la sua sola presenza a mettere dentro a una pellicola un suo tocco personale, quante altre interpreti anche più anziane possono dire lo stesso?


Al di là di Intervista col vampiro o dei precedenti di Saoirse Ronan, la pellicola che questo Byzantium ricorda più da vicino è Lasciami entrare, che in apertura di post segnalavo come il film sui succhiasangue più interessante degli ultimi anni e non solo. Anche qui i ritmi sono lenti e anche qui la tematica del vampirismo è presente in maniera poco esplicita, più che altro è un’ombra scura che si stende sulla vicenda e fa capolino qua e là. Sono due film timidi, Lasciami entrare e Byzantium. Due film poco urlati, poco sfacciati, che non puntano a un romanticismo da terza media come la saga di Twilight, né al soft porno finto trasgressivo di una serie tv caduta in disgrazia come True Blood, nonostante la presenza di una Gemma Arterton super sexy.

Byzantium dalla sua possiede allora un fascino sottile, sconosciuto a molti colleghi con i denti affilati recenti. Solo perché Twilight e le ultime serie di True Blood sono delle porcherie, non bisogna però gridare al capolavoro. È vero, Byzantium è uno dei migliori film vampireschi visti da parecchio tempo a questa parte, però non è esente da qualche difettuccio. Innanzitutto, si prende persino troppo sul serio e, dopo Buffy, un pizzico di ironia e umorismo non possono mancare in una buona storia sui ciucciasangue che si rispetti. Io almeno li pretendo. La vicenda del passato non è poi è così originale e l’ordine dei vampiri che dà la caccia alle protagoniste è piuttosto ridicolo. Se Saoirse Ronan e Gemma Arterton si impongono con la loro presenza e con i loro personaggi su tutto il film, i maschietti della pellicola fanno invece, e la cosa forse è anche voluta, la figura delle statuine: Jonny Lee Miller, il Sick Boy di Trainspotting, è lo stereotipatissimo stronzetto di turno, Sam Riley, Ian Curtis in Control, è parecchio anemico come vampiro figo della situazione, e il promettente Caleb Landry Jones, androgino protagonista di Antiviral, avrebbe meritato un maggiore spazio, invece il suo personaggio rimane sullo sfondo per quasi tutta la durata.

I ritmi lenti della pellicola invece non li annoterei tra i difetti. La relativa mancanza di azione, pure presente in un paio di scene – tra l’altro le meno riuscite – è compensata da una densità narrativa notevole. Non perfetto, non un capolavoro, forse un po’ freddino a livello emotivo, e lo dice uno che al solo vedere Saoirse Ronan è pronto a piangere come una fontanella dalla commozione, ma Byzantium è comunque una delle “cose” vampiresche più intriganti degli ultimi anni. Merito del film di per sé, o solo del fatto di essere uscito in un’epoca ancora così maledettamente twilightiana?
(voto 7/10)

"Ti avevo avvertito che Twilight non dovevi menzionarlo manco per scherzo!"




Post pubblicato anche su L'OraBlù, con il minimal poster vampiresco ideato da C[h]erotto.


mercoledì 10 luglio 2013

PORNO SUBITO




Irvine Welsh “Porno”
(libro, 2002)
Casa editrice: Guanda
Pagine: 540

Sono un ritardato.
Con i libri, sono un ritardato.
Se per quanto riguarda cinema, musica e serie tv cerco sempre di stare dietro alle ultime novità, persino in maniera maniacale, in campo letterario non riesco a essere altrettanto attento. E così ho recuperato soltanto adesso il sequel di uno dei miei cult letterari adolescenziali, Trainspotting. Porno riprende a una decina d’anni di distanza le avventure dei tossici che avevamo lasciato “scegliere la vita” e io ho deciso finalmente di aggiornarmi sui loro “nuovi” sviluppi, nonostante il libro fosse uscito già nel lontano 2002.
No, non c’ho messo 11 anni per leggerlo tutto. Non sono così ritardato. L’ho recuperato soltanto nelle ultime settimane e ho infine deciso di sapere che cosa succede a questi disperati scozzesi. E cosa succede?

Succede che l’eroina è stata sostituita da altre dipendenze, soprattutto quella per la cocaina. Pensavate che i nostri (anti)eroi si fossero ripuliti? Andiamo, siete davvero così ingenui? I trainspotters continuano a bere e a farsi alla grande, anche a 30 anni suonati, solo non vanno più di pere. Come cantavano quegli altri drugà dei Dandy Warhols in “Not If You Were the Last Junkie on Earth”, ormai “Heroin is so passe”.
Come si può intuire dal titolo di questo nuovo lavoro di Irvine Welsh, il filo conduttore è però un altro. Non la droga, il porno. E Sick Boy, un po' a sorpresa, è diventato il vero protagonista principale di questo libro, comunque pur sempre corale.


Tornato a Edimburgo dopo la sua non troppo fortunata parentesi londinese, Simon "Sick Boy" Williamson gestisce un bar e si ritrova pure a fare il regista. Il regista non come Malick, Tarantino e manco come Michael Bay, ma il regista di una pellicola per adulti amatoriale, però con ambizioni professionali. Poco a poco, oltre a lui entreranno in gioco in qualche modo anche tutti gli altri protagonisti di Trainspotting.

Il più fattone di tutti, Spud?


Presente.
Credete si sia ripulito? Andiamo, continuate a essere così ingenui?

Il pazzo criminale Begbie, o meglio Franco Frank Francois Begbie?


Presente pure lui. Ancora più pazzo, violento e pericoloso di un tempo. Appena uscito di galera e assetato di vendetta.
Nei confronti di chi cercherà la vendetta Begbie, così come pure Sick Boy?
Verso di lui, naturalmente: Mark Renton. Quello che li ha fottuti alla fine di Trainspotting, ricordate?


Rents è finito in quel di Amsterdam, fa il proprietario di un disco locale fighetto e sembra ormai lontano miglia, se non anni luce, dalla vita dei suoi ex amichetti tossici. Fino a che Edimburgo non lo richiamerà a sé e a un inevitabile confronto/scontro con Sick Boy e Begbie…

Porno è un libro divertente, ma anche molto amaro. Tornare a seguire le vicende di questi disperati, più qualche nuovo personaggio aggiunto come la disinibita zoccoletta Nikkie, è come ritrovare delle vecchie conoscenze. Non degli amici simpatici di cui non potevi fare a meno, piuttosto come dei tizi che conoscevi e che pensavi avessero fatto una brutta fine e invece sono ancora lì, vivi e (più o meno) vegeti, e la curiosità di sapere che stanno a combinare è troppo forte. Nonostante la lunghezza oltre le 500 pagine, Porno si legge con grande velocità e impressionante facilità, una più che piacevole lettura per ingannare l’attesa di vedere cosa ne uscirà dal sequel cinematografico di Trainspotting, diretto ancora da Danny Boyle. Il cast della nuova pellicola vedrà il ritorno dei vari Ewan McGregor, Robert Carlyle, Jonny Lee Miller, Ewen Bremner, così come anche Kelly MacDonald, l’interprete di Diane che pure nel romanzo fa di nuovo capolino. A quanto pare, la versione cinematografica sarà un adattamento molto libero del libro e in ogni caso ci sarà da aspettare ancora parecchio, visto che l’uscita nelle sale è prevista tipo per il 2016. Evidentemente a Danny Boyle e soci piace prenderla con calma, persino più di me.

Poster fan-made trovato in rete, non troppo indicativo di come sarà davvero il film.

Si potrebbe pensare a Porno come a un libro fuori tempo massimo, a un revival degli anni Novanta, e invece no, sbagliato. Così non è. Non è neanche un nuovo cult assoluto, intendiamoci, Trainspotting resta irreplicabile, eppure la scrittura di Irvine Welsh ha mantenuto la freschezza e l’ironia di un tempo e allo stesso tempo ha aggiunto una ulteriore punta di cattiveria e, sì, di amarezza. I protagonisti non hanno più la sfrontatezza dei ventenni. Sono ancora dei disperati affamati di vita, tossicodipendenti magari non più tanto tossici (beh, Spud sì) ma ancora dipendenti. Dipendenti della coca, dell’alcol, della figa, del successo, soprattutto della voglia di dimostrarsi superiori l’uno all’altro e di fottersi a vicenda. History repeating, la storia si ripete e Irvine Welsh ce li ripropone cresciuti, un pochino maturati, ma alla fine fondamentalmente sono sempre gli stessi stronzi di un tempo.
E cazzo se mi erano mancati.
(voto 7,5/10)

martedì 25 settembre 2012

Tim (Burton) Tribù

"Tenetemi incatenato, che se no mi scappa un'altra Deliranza!"
Dark Shadows
(USA 2012)
Regia: Tim Burton
Cast: Johnny Depp, Bella Heathcote, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Chloe Grace Moretz, Jonny Lee Miller, Jackie Earle Haley, Gulliver McGrath, Christopher Lee, Alice Cooper
Genere: burtoniano
Se ti piace guarda anche: La famiglia Addams, Beetlejuice - Spiritello porcello, Sweeney Todd, Dark Shadows (serie tv)

Luci e ombre.
Per un film che si intitola Dark Shadows, ci si aspetterebbero più ombre. E infatti è così.
Però partiamo dalle luci: Dark Shadows non fa schifo. Non è una porcheria come Alice in Wonderland. E qui possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il film è ad anni luce di distanza dai capolavori di Tim Burton, ovvero Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas e Big Fish. Nemmeno riesce a infilarsi nella seconda fascia, quella di suoi altri grandissimi film come Mars Attacks!, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow e La sposa cadavere. Diciamo che Dark Shadows scivola molto più in basso, all’interno della mia classifica burtoniana ideale, e oltre al terrificante Alice supera giusto il suo non richiesto remake de Il pianeta delle scimmie.
Non è tanto, ma è qualcosa per intravedere un segnale di miglioramento. Almeno, qui Tim Burton sembra essersi divertito come un bambino in un parco giochi. Sebbene di certo si sia divertito più lui degli spettatori. Il suo Alice in Wonderland invece non era stato un viaggio nel paese delle meraviglie probabilmente nemmeno per lui, quanto piuttosto un compitino sterile svolto per la Walt Disney Productions. Il legame con la casa di Topolino prosegue anche in questa pellicola, però questa volta il bilanciamento Burton-Disney volge un po’ più a favore del primo, così come dovrebbe capitare anche nel suo prossimo Frankenweenie. Sebbene il fatto che sia ispirato a un suo cortometraggio del 1984 fa sentire puzza di idee riciclate all’orizzonte.

"Che pizza: Tim Burton vuole farci rivedere Alice in Wonderland!"
Per quanto non si possa ritenere una pellicola riuscita, se non altro Dark Shadows permette allora a Burton di rimettere la testa fuori dall’ombra Disney e di mostrare le caratteristiche tipiche del suo cinema. All'interno della casa della pellicola c’è infatti un sacco di Burton, pure troppo. Che il regista dark per eccellenza con Dark Shadows abbia rischiato di diventare una parodia di se stesso?
Il rischio in qualche scena lo corre, soprattutto quelle in cui Johnny Depp versione vampiro gigioneggia ancora più del suo solito. Eppure nel complesso il rischio di scadere nel ridicolo - leggi Deliranza - è qui scampato. Molto bene, allora?
Eh no, perché laddove il film non cade nel penoso e nel ridicolo, allo stesso tempo non accende mai un vero interesse. Se Alice in Wonderland generava più che altro disgusto e ribrezzo, Dark Shadows lascia parecchio indifferenti.
Quale delle due cose è peggiore?
Per un regista spesso estremo e kitsch, forse la seconda.

"Tranquilla Chloe, lo fermo subito io!"
Qualche luce è comunque presente. Due, in particolare: Chloe Moretz ed Eva Green.
Chloe “Hit-Girl” Moretz, dopo la spenta parentesi scorsesiana di Hugo Cabret, pure qui si è trovata a lavorare con un mostro sacro del cinema. Anche in questo caso ben lontano dal suo apice. Se Dark Shadows è più o meno sullo spento livello dell’ultimo film di Martin Cabret, qui almeno la giovanissima Moretz sa illuminare la scena, nelle purtroppo pochissime scene in cui compare. Il suo personaggio della teen ribelle e rockettara è quello potenzialmente più interessante, peccato sia sfruttato male dal confusionario Burton.

L’altra star del film, anzi la star principale e indiscussa del film è Eva Green. In versione strega bionda, la Eva si inserisce alla perfezione nella tradizione delle femme fatale burtoniane, raccogliendo il testimone dalla Kim Basinger di Batman, dalla Micetta Pfeiffer di Batman - Il ritorno, dalla Patricia Arquette di Ed Wood, dalla Alison Lohman di Big Fish, dalla Lisa Marie di Mars Attacks!, della Christina Ricci de Il mistero di Sleepy Hollow e mi scuso personalmente con qualunque altra abbia dimenticato.
Cattiva e sexy allo stesso tempo, la Green è la luce verde del film, l’elemento catalizzatore dell’attenzione di una pellicola per il resto stanca e stancante, ferma come l'ispirazione di Burton alla luce gialla del semaforo.

Il problema di Dark Shadows non sta comunque certo negli attori. Johnny Depp non è alla sua migliore intepretazione burtoniana, ma almeno riesce a far dimenticare orrori recenti come The Tourist e il cappellaio matto del già più volte menzionato Alice in Wonderland.
Discorso analogo per altre aficionados del regista come Helena Bonham (ma non troppo bona) Carter e Michelle Pfeiffer, pure loro non ai loro massimi eppure più che valide nelle loro interpretazioni.
Un plauso poi allo spaventoso Jackie Earle Haley, recente Freddy Krueger, uno che con quella faccia non poteva non essere convocato da Burton, mentre il trainspottinghiano Jonny Lee Miller resta troppo nelle shadows e l’emergente quasi esordiente totale Bella Heathcote è la tipica bellezza burtoniana, ma come attrice può e deve maturare ancora parecchio.


"In radio c'è un pulcino, in radio c'è un pulcino...
Hey, non è che il gobbo m'ha messo il testo della canzone sbagliata?"
Luci più che ombre arrivano pure dalla colonna sonora. Davvero belli la maggior parte dei pezzi, in particolare Nights in White Satin dei Moody Blues suonata in apartura, che illude di poterci trovare di fronte a un nuovo cult burtoniano. Così non sarà e si rivelerà solo un’illusione. Un’illusione sonora.
Niente male anche Iggy, Elton John, Percy Faith, Carpenters e i Killers sui titoli di coda. E pure un redivivo Alice Cooper in Wonderland fa la sua apprezzabile comparsata, non solo musicale, bensì proprio a livello fisico, con un cameo.

Il problema di Dark Shadows non sta nemmeno nei personaggi. I personaggi, bene o male, ci sono. Qualcos’altro invece manca del tutto.
Dove sono la storia, dove sono gli sviluppi, dov’è il film?
Dark Shadows si ispira a una serie tv. E si vede. Sembra infatti l’episodio pilota per un remake del telefilm anni '60/'70. Un episodio in cui ci vengono presentati i personaggi, in cui si intravedono i conflitti e le possibili relazioni tra di loro. Solo che un episodio pilota non è una pellicola completa.
Dark Shadows lascia così con l’impressione di aver assistito a un anticipo, a un antipasto. Solo che io sto ancora attendendo che il film, quello vero, cominci.
(voto 6/10)

lunedì 27 dicembre 2010

Le meglio serie tv 2010 - n. 6 Dexter

Dexter
(stagione 5)
Rete americana: Showtime
Reti italiane: Cielo, FX, Fox Crime, Italia 1
Ideatore: James Manos Jr.
Ispirato ai libri di: Jeff Lindsay
Cast: Michael C. Hall, Jennifer Carpenter, Julie Benz, David Zayas, Lauren Vélez, James Remar, Desmond Harrington, C.S. Lee, Keith Carradine, Jimmy Smits, John Lithgow, Courtney Ford, Jaime Murray, Christian Camargo, Mark Pellegrino, Christina Robinson, Julia Stiles

Genere: un serial killer per amico
Perché è in classifica: alla quinta stagione ha trovato ancora una volta un modo per rinnovarsi e raccontare dei volti inediti del protagonista
Se ti piace guarda anche: American Psycho, Edmond, One Hour Photo, Mr. Brooks, Il silenzio degli innocenti

In pillole
Dexter è un serial killer, non riesce proprio a fare a meno di uccidere. Però canalizza questa sua forza malefica per far fuori solamente persone che, secondo il “codice” fornitogli da suo padre, lo meritano: stupratori, pedofili e suoi colleghi killer. Nella quinta stagione Dexter affronta la perdita subita nel finale shock della season 4 e si trova con una nuova particolare “partner” di efferatezze e un nuovo temibile nemico.

Pregi: la quinta stagione ha un crescendo pauroso; esemplare in tal senso l’incredibile trasformazione fisica e mentale di Lumen da vittima nei primi episodi non troppo esaltanti ad assassina vendicatrice degna (o quasi) della Sposa di Kill Bill, resa alla perfezione da una Julia Stiles pronta per tornare al top di Hollywood dopo l’ormai lontano successo di Save the last dance e 10 cose che odio di te.
Difetti: dopo un primo episodio meraviglioso, l’intreccio della nuova stagione ci ha messo un pochino a carburare
Personaggi cult: Masuka rimane un mito, ma nella season 5 ci sono soprattutto uno strepitoso Peter Weller (Robocop!) e l’ex Sick Boy di Trainspotting Jonny Lee Miller; il suo Jordan Chase è un motivatore superstar per uomini in crisi, un po’ come il Tom Cruise di Magnolia, che rivela però parecchi lati nascosti e non fa rimpiangere lo spettacolare villain John Lithgow della 4. Tick tick tick, questo è il suono del post su Dexter che sta per finire…

Leggi la mia RECENSIONE delle stagioni precedenti


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