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martedì 10 maggio 2016

Rimorto





Nelle puntate precedenti di Game of Thrones Pensieri Cannibali...

Cannibal Kid era morto, dilaniato da un ordigno piazzato dietro al suo computer da un pazzo bombarolo psicopatico. Cose che capitano. Dopo i suoi funerali, celebrati con canti e balli di gioia, il giovane ma ormai non più di tanto blogger era stato sepolto. Sempre in mezzo a canti e balli di gioia.

Il terzo giorno dopo la sepoltura del suo cadavere, alcuni testimoni affermano di averlo visto uscire dalla sua tomba come uno zombie.

venerdì 21 novembre 2014

LE 12 FATICHE DELLO SPETTATORE DI HERCULES





1 - Il furto di personaggi
Non ce la fanno. A Hollywood è più forte di loro. Piuttosto che creare dei personaggi nuovi e originali, preferiscono prenderli da qualche altra parte. Non importa che sia da libri, fumetti, serie tv, giocattoli, altre pellicole americane o straniere, l'importante è rubare!
Questa volta, l'oggetto del furto è addirittura la mitologia greca. Non che sia una novità. Basti pensare a Pollon, a oggi la rivisitazione più geniale di quell'immaginario, mentre più di recente c'è il caso della piuttosto brillante serie britannica Atlantis, con un Ercole grassottello e non così coraggioso come di solito ci viene presentato. Per non dimenticare, anche se forse sarebbe meglio farlo, l'Hercules con l'inespressivo Kevin Sorbo, o il Young Hercules con un giovane Ryan Gosling. C'è quindi stato pure l'Hercules della Disney, uscito quando ero già troppo grandicello per appassionarmi a quelle bambinate, mentre di recente, di recentissimo è arrivato nelle sale Hercules – La leggenda ha inizio con Kellan Lutz. Visto che a Hollywood, quando decidono di recuperare un personaggio, non sono contenti di farne uscire una versione sola, ecco allora che è arrivato anche Hercules - Il guerriero con The Rock. La prima fatica che il povero spettatore che si accinge a vedere il film deve affrontare è quindi accettare una ennesima versione di questo personaggio, per altro tratta da una graphic novel. Pensavate mica fosse un personaggio stranoto con una sceneggiatura originale?

venerdì 23 luglio 2010

Sasso carta forbici

Correndo con le forbici in mano
(USA, 2006)
Titolo originale: Running With Scissors
Regia: Ryan Murphy
Cast: Joseph Cross, Annette Bening, Brian Cox, Evan Rachel Wood, Alec Baldwin, Gwyneth Paltrow, Joseph Fiennes, Jill Clayburgh, Gabrille Union, Kristin Chenoweth

Rischioso, correre con le forbici in mano. Rischioso quanto girare un film da un libro best seller di culto di Augusten Burroughs. Ci ha provato, Ryan Murphy, il genio dietro a serie altrettanto cult come Nip/Tuck e il supersuccessone dell’ultima annata Glee. Sembrava anche essere l’uomo giusto, vista la sua famigliarità con la tematica gay e con la rappresentazione di personaggi strambi e al limite del borderline. Anzi, in questo caso proprio schizzati forti. Epperò la pellicola non convince appieno. Non si entra dentro la storia. I momenti in cui il montaggio cerca di accelerare il ritmo (alla Magnolia, film che tanti provano senza successo ad imitare) non si trasformano in accelerazioni nelle emozioni e si ha la sensazione che la pellicola non vada in nessuna direzione. D’altra parte anche Tim Burton sembrava l’uomo perfetto per rendere la schizofrenia di Alice nel paese delle meraviglie, e invece ha fallito miseramente.
Per fortuna non è così disastroso il risultato di Murphy, pure giustificabile, considerato come sia alla sua prima esperienza cinematografica e abbia ancora tanta pellicola da macinare. Presto ci sarà la possibilità di vedere se avrà fatto progressi, visto che è al timone del nuovo film con Julia Roberts e Javier Bardem “Mangia, Prega, Ama”. E poi va sottolineato che anche in tv il buon Murphy era partito in sordina, con il telefilm teen Popular, che offriva qualche spunto di interesse ma non era eccezionale, come al contrario saranno poi Nip/Tuck (una delle migliori serie dello scorso decennio) e Glee (una delle migliori serie del prossimo decennio).

Correndo con le forbici in mano è la storia (biografica, ma probabilmente anche un filetto romanzata) dell’adolescenza di Burroughs, cresciuto prima con la madre aspirante scrittrice fallita, e quindi nella casa del di lei strizzacervelli, uno di gran lunga più pazzo dei suoi pazienti: basti dire che crede che i suoi escrementi comunichino con Dio! Ambientato negli anni 70 (ma siamo lontani dalle bellezza della fotografia de Il giardino delle vergini suicide, Amabili resti o The Box), un classico racconto di formazione con tanto di prime esperienze sessuali e amicizie con gli altri membri della schizzata famiglia.
Il cast è notevole, ma non si impegna al massimo. Annette Bening è troppo sopra le righe, Evan Rachel Wood rimane la numero 1 ma il suo personaggio è troppo abbozzato, Gwyneth Paltrow non m’è mai piaciuta ma le va dato il merito di accettare piccoli ruoli da antidiva (qui come nell’altra folle famiglia dei Tenenbaum), Joseph Fiennes è in versione irriconoscibile anni 70 con tanto di baffoni ma dà l’ennesima conferma di essere un non-attore, Alec Baldwin un paio di anni più tardi farà il bis negli 70s con un personaggio simile nell’altrettanto incompiuto Lymelife.
Bella la colonna sonora, con la springsteeniana “Blinded by the light” in versione Manfred Mann e la sempre efficace “Year of the rat” di Al Stewart che spicca in una delle scene più azzeccate del film. Ma è solo un lampo, in un classico film che ha l’odore bruciante della grande occasione mancata.
(voto 5/6)

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