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domenica 10 luglio 2011

Vai di medievale

Kaiser Chiefs “The Future is Medieval”
Genere: brit-pop
Provenienza: Leeds, Inghilterra
Se ti piacciono ascolta anche: Blur, Pigeon Detectives, Franz Ferdinand, The View, Kooks, Viva Brother

I Kaiser Chiefs al loro quarto album puntano in alto e giocano a fare i Radiohead della situazione. Dopo tre dischetti di pop carino, a tratti ottimo, di marca molto brit-pop e molto Blur dei primi tempi e una manciata di singoli irresistibili come “I predict a riot”, “Everyday I love you less and less” e “Ruby” (incredibilmente NON dedicata a “quella” Ruby), questa volta hanno provato a fare qualcosa di differente.
20 canzoni, 10 nel loro stile brit-pop classico, 10 più sperimentali ed elettroniche. Sul loro sito potete scegliere i vostri 10 pezzi preferiti del lotto, disegnare la cover che desiderate e realizzare una vostra versione personalizzata dell’album, a sua volta rivendibile sullo stesso sito. Un’idea originale, sebbene non geniale a livelli radioheadiani, e che potrebbe rappresentare uno dei possibili sbocchi per la vendita di musica presente/futura.

Detto della strategia di marketing, com’è la musica? La prima parte della scaletta procede in sonorità vicine a quelle della band del passato, ma senza sussulti particolari o canzoni irresistibili. Insomma, più che altro una raccolta di b-sides…
Il meglio arriva finalmente con la seconda parte, in cui i Kaiser Chiefs suonano freschi (quasi) come una band nuova, già a partire dal primo singolo “Little Shocks” e quindi con la tirata “Long way from celebrating”, la voce filtrata di “Man on Mars” tra atmosfere da splendida ballad electro-pop, l’irresistible “My place is here”, “Things change” che fa molto Bowie anni ’80 stile “Let’s dance” e una “When all is quiet” con un piano malinconico e un intreccio vocale alla Beach Boys. Insomma, l’album vero e proprio è tutto nel lato B, quanto al progetto nel suo complesso mi sembra che i Kaiser abbiano voluto volare troppo in alto rischiando di fare (almeno a livello commerciale) la fine di Icaro. Un ritorno al Medioevo per guardare al futuro? Ma anche no…
(voto 6+)

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