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venerdì 16 ottobre 2015

The Face of an Angel - La faccia di un Angelo (di Victoria's Secret)





The Face of an Angel
(UK, Italia, Spagna 2014)
Regia: Michael Winterbottom
Sceneggiatura: Paul Viragh
Ispirato al libro: Angel Face di Barbie Latza Nadeau
Cast: Daniel Brühl, Kate Beckinsale, Cara Delevingne, Valerio Mastandrea, Genevieve Gaunt, Sai Bennett, Rosie Fellner
Genere: imprevisto
Se ti piace guarda anche: Amanda Knox: Murder on Trial in Italy

Si può dire quello che si vuole, sulla Giustizia italiana, ma non che sia noiosa o prevedibile. Si può infatti essere giudicati colpevoli, quindi assolti, poi di nuovo colpevoli però se all'ultimo livello batti il mostro finale vieni considerato innocente per sempre e nessuno ti può più dire niente.
È quanto capitato nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa la notte di Halloween del 2007, ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Condannati nel 2009, quindi assolti e scarcerati nel 2011, poi di nuovo giudicati colpevoli nel 2014 e quindi assolti in via definitiva lo scorso 27 marzo 2015 dalla quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione.
Ora Amanda è tornata nella sua Seattle, dove se vuole può fondare una grunge band. Fossi in lei comunque starei lontano dal Seattle Grace Hospital. Lì entri che sei sano come un pesce e va a finire che ti trovano una qualche malattia assurda, peggio che dal Dr. House.
Raffaele invece ha appena pubblicato un libro, Un passo fuori dalla notte, uscito il 6 ottobre, in cui racconta le sue verità. Tra queste non vi è la rivelazione che lui è il vero Harry Potter, come sembrava dalle foto ai tempi dell'assassinio, che lui e Amanda comunque non hanno commesso, almeno per la Legge italiana. Meglio ribadirlo, perché se no arrivano le querele.

lunedì 5 novembre 2012

Total Recall - Atto di fede: realtà o illusione?

Total Recall - Atto di forza
(USA, Canada 2012)
Regia: Len Wiseman
Cast: Colin Farrell, Kate Beckinsale, Jessica Biel, Bryan Cranston, Bokeem Woodbine, Bill Nighy, John Cho, Kaitlyn Leeb
Genere: finto
Se ti piace guarda anche: Atto di forza, Minority Report, eXistenZ


Cos’è reale? Cos’è finzione?
Qual è la vera recensione cannibale e quale è solo un’illusione?


sabato 13 ottobre 2012

Underworld, l’unica saga vampiresca under Twilight

Le ragioni del successo della saga di Underworld sono davvero sconosciute.
Che poi, a dirla tutta, non è che abbia o abbia mai avuto ‘sto gran successo. Tutti gli episodi hanno infatti realizzato incassi certo non stellari ma a mala pena dignitosi e il seguito di fan non si può definire particolarmente numeroso.
Conoscete qualcuno fan di Underworld?
Magari conoscete qualcuno fan degli Underworld - La band, quelli di Born Slippy. Conoscete me, ad esempio.



Ma fan di Underworld - Il film? Andiamo, probabilmente non ne esistono.
E allora le ragioni del successo di questa saga sono sconosciute, semplicemente perché in realtà la saga non ha successo. Il mistero a questo punto si sposta su un altro piano: com’è possibile che di ‘sta roba abbiano prodotto ben 4 film finora e, considerato il finale aperto dell’ultimo episodio, è presumibile o sarebbe meglio dire temibile sospettare che di capitoli successivi potrebbero arrivarne ancora?
Perché?
Peeerché?

"Massì, mi faccio un bel bagno con il mio fucile.
E' una cosa troppo vampiresca! Come? Dite di no?"
È vero, per rimanere in tema di saghe vampiresche, pure quella di Twilight è qualitativamente parecchio scadente, tanto per usare un eufemismo e non scadere nell’uso di torpiloquio. Però i milioni di copie vendute dai libri, i grandi incassi degli adattamenti cinematografici e le numerose ragazzine che si masturbano pensando a Edward Cullen giustificano il fatto che si sia arrivati fino alla produzione del (grazie al Cielo) ultimo capitolo Breaking Dawn - Parte 2, che uscirà a fine anno.
Ma Underworld non può vantare manco un briciolo del successo di Twilight e a livello cinematografico è qualcosa di persino più terrificante.
Con la saga di Twilight ci siamo fatti, ci facciamo e ci faremo ancora un sacco di risate. Per quanto involontarie. Con Underworld non ci si può consolare nemmeno sotto questo aspetto. Alcune scene sono ridicole, molte sono paradossali, l’insieme di vicende e personaggi va oltre ogni livello di verosimiglianza, anche considerando il contesto fantastico in cui è inserito. Però non fa ridere. Fa solo pena.
Vogliamo salvare qualcosa, di questa saga?
La protagonista Selene/Kate Beckinsale che cammina con una sexy tuta in latex.
Fine delle note positive. E comunque nemmeno questo è abbastanza per giustificare 4 episodi, o almeno i 3 che la vedono protagonista, mentre in Underworld: Evolution la Beckinsale si è presa un turno di meritato riposo da questa porcheria di saga per lasciare spazio a TerRhona Mitra. Perché, ebbene sì, hanno pure avuto il coraggio di girare un episodio (il peggiore tra tutti) senza Selene/Kate.

"Macché Tru Blood, io vado giù di Negroni!"
Tra i vari difetti rintracciabili, tra i moltissimi, nella saga di Underworld ci sono i vampiri, ma non si capisce bene perché ci siano, visto che potrebbero anche essere sostituiti con qualunque altra creatura fantastica, o anche con degli X-Men creati in laboratorio, e i risultati sarebbero gli stessi.
Questo è un problema di molte saghe vampiresche: si snatura del tutto la loro natura.
Una delle cose affascinanti dei vampiri è ad esempio quella che non possono andare in giro alla luce del giorno. Un aspetto che li rende differenti dagli umani. Per loro la routine quotidiana procede al contrario: di giorno dormono e di notte “vivono” (per quanto si possa parlare di vivere per dei non-morti). Eppure in Blade il protagonista lo chiamano Diurno perché è per metà umano e per metà vampiro e può quindi andarsene in giro di giorno, per non parlare dei fratelli Salvatore e di tutti gli altri vampirelli (adesso pure Eleeeina) di The Vampire Diaries che hanno più anelli di Frodo alle dita grazie ai quali possono prendersi in scioltezza una tintarella non di Luna ma di Sole. Edward Cullen e i suoi fratellini di Twilight poi se ne vanno tranquillamente a scuola, non so bene nemmeno quale giustificazione abbiano dato perché possano girare di giorno e manco voglio saperla…
Io mi chiedo: perché presentare dei personaggi vampiri, se poi li fai comportare come degli esseri umani normali? Solo perché è di moda?
Discorso analogo vale anche per Underworld, dove ‘sta Selene della vampira ha davvero ben poco, a cominciare da un nome più adatto a una pornostar. Selene si comporta più che altro da guerriera ninja sempre pronta a menare le mani o a procedere con camminata ultra cool in slow motion nella sua tutina nera, che ricordiamo sempre essere l’unica cosa positiva dell’intera saga pseudo vampiresca. Mentre sono davvero rari i momenti in cui morde colli, scappa dai crocefissi, beve Tru Blood o fa altre cose tipiche da vampiro.

Per continuare a farci del male, massì, vogliamo fare anche un riassunto e una disanima velocissimi sull’intera saga, anche perché questi film si rimuovono automaticamente dal cervello nell’istante successivo alla fine dei titoli di coda?
E facciamola. Arrivati a questo punto, facciamola.

Il primo capitolo Underworld (2003) di Len Wiseman, regista del nuovo Total Recall - Atto di forza, è ancora quello più decente. Ci introduce a una sorta di Romeo + Giulietta ambientato in una dimensione fantasy in cui vampiri e licantropi sono rivali come Capuleti e Montecchi. Con i licantropi capitanati da uno Scott Speedman (adesso protagonista della nuova serie tv Last Resort) paurosamente simile a Francesco Totti. Ha una colonna sonora molto fica, sfruttata però ben poco, e ha una fotografia dark gotika che ha il suo perché. Al di là di questi aspetti, la storia e i personaggi rimangono su un piano superficialissimo e non prendono mai davvero vita. Se fosse stato un capitolo isolato, comunque, non gli si sarebbe voluto nemmeno troppo male. (voto 5-/10)

"Ao', ah regà. Ce sto pure io! Ma come, chisso'? So' er Pupone vostro!"

Underworld: Evolution (2006) ancora di Len Wiseman, nonostante il titolo, non è un’evoluzione bensì un’involuzione. Di quelle clamorose. Il filmetto è una sequela di combattimenti, inseguimenti, scene action in cui vampiri e licantropi sono solo un pretesto per uno sfoggio di pessimi effetti speciali. (voto 3/10)

"Forza Roma, forza lupi e forza pure lupi mannari!"

Underworld - La ribellione dei Lycans (2009) di Patrick Tatopoulos non è un sequel, bensì un prequel del tutto non necessario delle poco interessanti vicende raccontate (malissimo) nei primi due episodi. Dopo aver visto l’Evolution, era difficile immaginare si potesse fare peggio, ma questa è una porcheria invereconda e senza senso cui si arriva al termine della visione, nonostante la breve durata e nonostante si siano fatte andare avanti diverse scene a velocità moltiplicata, davvero stremati. Primo consiglio: risparmiatevi l’intera saga di Underworld. Secondo consiglio: se proprio avete fatto come me l’errore di iniziarla, almeno risparmiatevi questo terzo inguardabile episodio. (voto 1/10)

"Hey Kate, mi sembri un po' diversa dal solito. Non sapevo che pure i vampiri si facessero i lifting..."

E ora arriviamo all’ultimo capitolo. L’ultimo finora.
Quest’ultima frase suonava come una minaccia? La cosa era voluta.
"So' la figlia der Pupone: Chanel Totti. Daje Roma daje, porcoddue!'"
Underworld - Il risveglio (2012) di Måns Mårlind e Björn Stein se non altro questa volta tiene fede al titolo. Per la serie si tratta infatti di un risveglio. Non uno di quelli da esclamare appena alzati: “Wow, che splendida giornata è oggi!”. Semmai uno di quelli in cui ci si alza brevemente dal letto, si spegne la sveglia rompipalle, ci si rigira dall’altra parte e si torna a sonnecchiare. Non un risveglione, quindi, però se non altro un risveglino. Anche perché la saga aveva davvero toccato il fondo con il pessimo terzo capitolo ed era scesa più sotto del fondo, giù, ancora più giù, under the underworld. E under the Twilight.
Se pensate di trovarvi di fronte a un filmone, o anche solo a una visione decente, probabilmente mi sono espresso male.
Underworld 4 resta sempre una pellicola girata male, recitata peggio, con una trama risibile e limitatissima, oltre che sconclusionata e quasi priva di ogni spunto di interesse. Dico quasi, perché se non altro in questo capitolo Selene, rimasta in coma per 12 anni, si risveglia e scopre di avere una figlia. Che pure lei tanto normale non sarà, visto che è il frutto dell’amore tra una vampira e un lycan. Nel rapporto famigliare tra le due si riaccende un minimo, dico un minimo, di speranza di trovare qualcosa, qualsiasi cosa, in questa saga. Ma ben presto ci si rassegna, perché anche questo nuovo personaggio è sviluppato alla ca**o di cane, o se preferite alla ca**o di vampiro, e tutto si risolve nella più totale superficialità.
Potete scavare finché volete, lì sotto, nell’Underworld. Ma davvero non ci troverete niente.
(voto 4--/10)

Post pubblicato anche su L'orablu.

giovedì 2 agosto 2012

La band del Contraband

Contraband
(USA 2012)
Regia: Baltasar Kormákur
Cast: Mark Wahlberg, Ben Foster, Kate Beckinsale, Giovanni Ribisi, Lukas Haas, J.K. Simmons, Diego Luna, Robert Wahlberg, Adrian Martinez, Caleb Landry Jones
Genere: scopiazzato
Se ti piace guarda anche: Fast & Furious, The Italian Job, Ocean’s Eleven, Tower Heist - Colpo ad alto livello



"Certo che quel Cannibal ne scrive di minki**e sul suo blog!
Potremmo fargli causa."
"Mark, ti ricordo che siamo dei criminali con la fedina non proprio pulita..."
Contraband sembra un film contrabbandato. Come i soldi falsi smerciati da Mark Wahlberg. Una copia di qualcos’altro, ben fatta e tutto, che resta pur sempre una copia.
Copia di cosa? Bah, di qualunque altro film con un gruppo di criminali alle prese con un colpaccio di quelli assurdi e impossibili da realizzare. Almeno per i criminali comuni mortali. Non proprio un “heist movie”, un film su una rapina, però siamo lì. Da qualche parte tra Ocean’s Eleven, ma senza lo stesso livello di glamourosità, e Fast & Furious, ma senza lo stesso livello di tamarraggine. Contraband è una sorta di ibrido di vari film action, senza nessuna specificità che riesca a distinguerlo e a salvarlo dalla mediocrità e dalla dimenticabilità immediata.
Per il resto, se proprio si hanno basse pretese, il suo porco lavoro di intrattenimento lo fa anche. O quasi. Ha una storia prevedibile e banale, lieto finalone esagerato e del tutto improbabile compreso. Dei personaggi e delle situazioni stereotipate già viste in migliaia, che dico?, forse milioni di altri film. Una seriosità di fondo che si apre a poche concessioni umoristiche, come invece capita nelle più divertenti pellicole del genere. E questa è una grave pecca. Eppure il suo porco dovere di farsi guardare, giusto con qualche sbadiglio qua e là eppure nemmeno troppi, lo assolve.
Il suo difetto maggiore è però l’assoluta mancanza di personalità. Un qualcosa, una scena, un personaggio, che lo distingua dalle centinaia di produzioni americane medie che escono ogni anno e che te lo faccia ricordare in maniera positiva. Invece niente. Niente di niente.

Nella media anche il cast: Mark Wahlberg negli USA come action hero (e non solo) funziona alla grande e anche questo film ha conquistato cifre davvero niente male, tipo oltre 60$ milioni a fronte di una spesa di $25 milioni. Meno bene gli vanno le cose all’estero e l’uscita da noi nel mezzo del deserto estivo lo conferma. Per quanto mi riguarda, a parte l’intenso ruolo del padre nel mio preferito Amabili resti, il Marky Mark fattosi attore non mi ha mai convinto molto, anche se lo attendo con grande curiosità alla prova della commedia con Ted, super campione di incassi a sorpresa dell’estate americana.


"Che bevi?"
"Red Bull, non vorrei addormentarmi prima della fine del film..."
Ah sì, dimenticavo: anche in The Departed se la cavava parecchio bene.

Nei panni della sua moglie, in un ruolo però parecchio anonimo, troviamo Kate Beckinsale. Per lei il discorso è analogo a quello su Wahlberg. Amo un suo unico film, in questo caso The Last Days of Disco, mentre per il resto mi ha lasciato sempre parecchio indifferente. Il fatto che il suo ruolo più celebre sia quello nella (pessima) saga vampiresca di Underworld, di certo non aiuta. Il fatto che l’altro suo grande successo sia Pearl Harbor, nemmeno questo depone a suo favore. Peccato, perché è una bella topolona e pure come attrice sembra possede un notevole potenziale non espresso.
Non c’è due senza il tre, dice il detto. Perché un detto che non dice nulla, che detto sarebbe?


"Cannibal, smettila di rompermi le palle solo perché ero in Avatar!"
Il terzo personaggio centrale del film è quello interpretato da Ben Foster. Altro attore quasi sempre sprecatissimo. Nel suo caso, la sua performance che ho preferito è quella in Oltre le regole - The Messenger, poi si è presentato in un sacco di produzioni impresentabili (robe come Professione assassino o Pandorum). Un attore che sembra essere rimasto incasellato all’interno del genere d’azione, quando meriterebbe di recitare in cose più interessanti di queste pellicole medie.

Stesso discorso si potrebbe fare anche per il resto del cast, con nomi come Lukas Haas e Giovanni Ribisi, attori che negli anni ’90 sembrava dovessero spaccare il mondo e poi si sono progressivamente persi per strada.


"Ecco a voi la cintura più trendy, e costosa, dell'estate!"
Contraband allora è un film bello?
Manco lontanamente.
Contraband è un film brutto?
No. Però ha una enorme pecca. Contraband non sembra un film contrabbandato. Contraband è proprio un film contrabbandato. Come delle banconote false.
(voto 5/10)

P.S. Lo so, anche questa recensione sembra un prodotto di contrabbando però, che ve devo dì?, il film non mi ha certo ispirato una particolare originalità…

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