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mercoledì 10 luglio 2013

PORNO SUBITO




Irvine Welsh “Porno”
(libro, 2002)
Casa editrice: Guanda
Pagine: 540

Sono un ritardato.
Con i libri, sono un ritardato.
Se per quanto riguarda cinema, musica e serie tv cerco sempre di stare dietro alle ultime novità, persino in maniera maniacale, in campo letterario non riesco a essere altrettanto attento. E così ho recuperato soltanto adesso il sequel di uno dei miei cult letterari adolescenziali, Trainspotting. Porno riprende a una decina d’anni di distanza le avventure dei tossici che avevamo lasciato “scegliere la vita” e io ho deciso finalmente di aggiornarmi sui loro “nuovi” sviluppi, nonostante il libro fosse uscito già nel lontano 2002.
No, non c’ho messo 11 anni per leggerlo tutto. Non sono così ritardato. L’ho recuperato soltanto nelle ultime settimane e ho infine deciso di sapere che cosa succede a questi disperati scozzesi. E cosa succede?

Succede che l’eroina è stata sostituita da altre dipendenze, soprattutto quella per la cocaina. Pensavate che i nostri (anti)eroi si fossero ripuliti? Andiamo, siete davvero così ingenui? I trainspotters continuano a bere e a farsi alla grande, anche a 30 anni suonati, solo non vanno più di pere. Come cantavano quegli altri drugà dei Dandy Warhols in “Not If You Were the Last Junkie on Earth”, ormai “Heroin is so passe”.
Come si può intuire dal titolo di questo nuovo lavoro di Irvine Welsh, il filo conduttore è però un altro. Non la droga, il porno. E Sick Boy, un po' a sorpresa, è diventato il vero protagonista principale di questo libro, comunque pur sempre corale.


Tornato a Edimburgo dopo la sua non troppo fortunata parentesi londinese, Simon "Sick Boy" Williamson gestisce un bar e si ritrova pure a fare il regista. Il regista non come Malick, Tarantino e manco come Michael Bay, ma il regista di una pellicola per adulti amatoriale, però con ambizioni professionali. Poco a poco, oltre a lui entreranno in gioco in qualche modo anche tutti gli altri protagonisti di Trainspotting.

Il più fattone di tutti, Spud?


Presente.
Credete si sia ripulito? Andiamo, continuate a essere così ingenui?

Il pazzo criminale Begbie, o meglio Franco Frank Francois Begbie?


Presente pure lui. Ancora più pazzo, violento e pericoloso di un tempo. Appena uscito di galera e assetato di vendetta.
Nei confronti di chi cercherà la vendetta Begbie, così come pure Sick Boy?
Verso di lui, naturalmente: Mark Renton. Quello che li ha fottuti alla fine di Trainspotting, ricordate?


Rents è finito in quel di Amsterdam, fa il proprietario di un disco locale fighetto e sembra ormai lontano miglia, se non anni luce, dalla vita dei suoi ex amichetti tossici. Fino a che Edimburgo non lo richiamerà a sé e a un inevitabile confronto/scontro con Sick Boy e Begbie…

Porno è un libro divertente, ma anche molto amaro. Tornare a seguire le vicende di questi disperati, più qualche nuovo personaggio aggiunto come la disinibita zoccoletta Nikkie, è come ritrovare delle vecchie conoscenze. Non degli amici simpatici di cui non potevi fare a meno, piuttosto come dei tizi che conoscevi e che pensavi avessero fatto una brutta fine e invece sono ancora lì, vivi e (più o meno) vegeti, e la curiosità di sapere che stanno a combinare è troppo forte. Nonostante la lunghezza oltre le 500 pagine, Porno si legge con grande velocità e impressionante facilità, una più che piacevole lettura per ingannare l’attesa di vedere cosa ne uscirà dal sequel cinematografico di Trainspotting, diretto ancora da Danny Boyle. Il cast della nuova pellicola vedrà il ritorno dei vari Ewan McGregor, Robert Carlyle, Jonny Lee Miller, Ewen Bremner, così come anche Kelly MacDonald, l’interprete di Diane che pure nel romanzo fa di nuovo capolino. A quanto pare, la versione cinematografica sarà un adattamento molto libero del libro e in ogni caso ci sarà da aspettare ancora parecchio, visto che l’uscita nelle sale è prevista tipo per il 2016. Evidentemente a Danny Boyle e soci piace prenderla con calma, persino più di me.

Poster fan-made trovato in rete, non troppo indicativo di come sarà davvero il film.

Si potrebbe pensare a Porno come a un libro fuori tempo massimo, a un revival degli anni Novanta, e invece no, sbagliato. Così non è. Non è neanche un nuovo cult assoluto, intendiamoci, Trainspotting resta irreplicabile, eppure la scrittura di Irvine Welsh ha mantenuto la freschezza e l’ironia di un tempo e allo stesso tempo ha aggiunto una ulteriore punta di cattiveria e, sì, di amarezza. I protagonisti non hanno più la sfrontatezza dei ventenni. Sono ancora dei disperati affamati di vita, tossicodipendenti magari non più tanto tossici (beh, Spud sì) ma ancora dipendenti. Dipendenti della coca, dell’alcol, della figa, del successo, soprattutto della voglia di dimostrarsi superiori l’uno all’altro e di fottersi a vicenda. History repeating, la storia si ripete e Irvine Welsh ce li ripropone cresciuti, un pochino maturati, ma alla fine fondamentalmente sono sempre gli stessi stronzi di un tempo.
E cazzo se mi erano mancati.
(voto 7,5/10)

sabato 2 marzo 2013

KE KARINA ANNA KARENINA

"Tranquilli raga che è finta pelliccia. Ehm, forse..."
Anna Karenina
(UK 2012)
Regia: Joe Wright
Sceneggiatura: Tom Stoppard
Tratto dal romanzo: Anna Karenina di Lev Tolstoj
Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Domhnall Gleeson, Alicia Vikander, Kelly MacDonald, Matthew MacFayden, Michelle Dockery, Emily Watson, Holliday Grainger, Shirley Henderson
Genere: anglo-russo
Se ti piace guarda anche: Jane Eyre, Espiazione, Orgoglio e pregiudizio, Moulin Rouge!

Oggi parliamo di Анна Каренина.
Cooosa?

Eddai, non scappate subito davanti alla prima difficoltà. Mi riferisco ad Anna Karenina, scritto così vi piace di più? Si tratta di un tomo russo realista pubblicato a fine Ottocento.
Coooooooooosa?

"Dopo avermi massacrata per A Dangerous Method ti prego, Cannibal,
sii buono."
Siete scappati di nuovo? Tornate qui, che non parliamo del libro. Parliamo della trasposizione cinematografica alla portata di tutti. O quasi. È chiaro che se uno è in serata da ridarola, questo non è il film più consigliabile. Sebbene all’inizio un paio di momenti quasi divertenti ci sono anche. Un paio di momenti in cui scappa il sorriso, non la ridarola.
Per il resto, Анна Каренина, volevo dire Anna Karenina è un drammone in costume, una vicenda che narra di intrighi romantici nell’alta società russa, cosa che raccontata così può non rappresentare il massimo dell’interesse. Infatti è così. Eppure l’infelice vita di questi ricconi russi riesce a trasformarsi in un film molto coinvolgente, oserei quasi direi trascinante. Il merito è di una messa in scena spettacolosa, con pochi esterni e diverse scene ambiante a teatro, cosa che però non lo fa apparire un film meramente teatrale e insomma non so come abbia fatto il regista. Joe Wright, come hai compiuto questa magia? Sei un fottuto genio.

"Perché qui sembro uscita da un videoclip anni Ottanta?"
La vicenda principale, quella dell’amore galeotto tra Anna KareKeira Knightley, sposata con un Jude Law in brutta versione da pelatone, e il playboy Aaron Johnson, è bella, intensa e sofferta, però - ammettiamolo - è un po’ la solita storia d’amore galeotto vista e rivista in altri film in costume. E io non ho nemmeno visto così tanti film in costume.
La pellicola riesce però a riempire, se non il cuore, almeno gli occhi di bellezza, grazie alla regia enorme di Joe Wright, insieme a Steve McQueen oggi il più grande talento registico del Regno Unito, e a una realizzazione tecnica strepitosa. Io di solito non mi entusiasmo così tanto per questi aspetti, però in Anna Karenina scenografie, costumi, trucco e parrucco sono davvero sontuosi. Ci troviamo al top dei top dell’anno per quanto riguarda questi ambiti. Persino Les Misérables fa una figura misérabile al confronto.
L’altro valore aggiunto sono le musiche splendide di Dario Marianelli, classico esempio di fuga di cervelli e pure di fuga di talenti compositivi dalla nostra povera, sempre più povera italietta.

Veniamo quindi al reparto attoriale. Keira Knightley è una nota delicata: adorata da alcuni, soprattutto dal pubblico femminile, che la vede icona ideale di un certo tipo di bellezza classico, mal sopportata invece da altri, viste le sue continue smorfiette gne gne e un modo di recitare tutto suo. Io sto un po’ nel mezzo tra i due fuochi. Nelle sue ultime interpretazioni non l’ho sopportata: nella per il resto ottima commedia Cercasi amore per la fine del mondo lei non mi ha convinto, mentre in A Dangerous Method l’ho trovata addirittura agghiacciante. In altri film invece l’ho apprezzata, in particolare in quelli girati da Joe Wright, il valido Orgoglio e pregiudizio e lo stupendo Espiazione. Joe Wright, oltre a essere un fenomeno con la macchina da presa, possiamo allora considerarlo un fenomeno pure perché riesce a far recitare bene Keira, cosa che riesce a pochi registi. Rispetto a O&P e a Espiazione qui Keira è un po’ in ribasso, ma in compenso se la cava parecchio meglio che in A Dangerous Method. Accontentiamoci.

Il resto del cast se la comporta alla grande, a partire dal kick-ass Aaron Johnson, che adesso si chiama Aaron Taylor-Jonhson perché si è sposato con la regista Sam Taylor-Wood, donna di 23 anni più anziana di lui. Che uno pensa, vabbè se è una MILF come Demi Moore, ha fatto bene. Benone. E invece lei non è proprio Demi Moore. Comunque oltre ad Aaron Johnson fa un figurone anche Jude Law, uno che di solito fa il figo, mentre qui è parecchio imbruttito e ciò nonostante riesce a essere particolarmente convincente. Sorprendente pure il roscio de cavei Domhnaal Gleeson, visto finora nella saga di Harry Potter ma pure in un episodio di Black Mirror, e attenzione alla giovane svedese Alicia Vikander, quella sgnacchera di A Royal Affair, uno dei candidati all’Oscar di miglior film straniero. Sono una garanzia poi le varie comprimarie, Kelly MacDonald di Boardwalk Empire e Michelle Dockery da Downton Abbey su tutte, ed è proprio questo un problema, diciamo un problemino del film.
Si tratta di una vicenda russa, molto russa, pure troppo, eppure l’atmosfera è parecchio British. Colpa proprio dell’eccessiva bravura del cast quasi interamente britannico. Vedere questi russi che parlano un inglese fluente da perfetti baronetti è un po’ straniante. Dettaglio che potrebbe sparire nella versione doppiata in italiano. Oppure diventare ancora più straniante, dipende chi hanno scelto come doppiatori…
Questo comunque si chiama fare i precisetti, voler andare a trovare il pelo nell’uovo. Un uovo costruito in maniera sontuosa e impeccabile, cui manca giusto un pochino di calore in più per diventare un uovo cotto alla perfezione, volevo dire un film da portare con sé nel cuore. Ma d’altra parte da una vicenda russa raccontata dagli inglesi troppo calore sarebbe risultato inappropriato.
Da conservare nel cuore resta comunque soprattutto una sequenza: la scena del ballo di Keira Knightley con Aaron Johnson vale da sola la visione del film e vale anche 92 minuti di applausi. Una scena davvero Karina. Di più, una scena davvero Karenina.
(voto 7,5/10)





Post pubblicato anche su L'OraBlù, accompagnato da un poster particolarmente splendido realizzato da C(h)erotto.




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